Un anno dalla bolla: che fine hanno fatto le criptovalute?

A cura di Roberto Rossignoli, Portfolio Manager di Moneyfarm 

  • Nel 2018 quasi tutti i coins digitali hanno perso gran parte del proprio valore
  • La storia delle criptovalute è a tutti gli effetti la storia di una bolla finanziaria, che ci racconta quanto può essere rischioso approcciarsi ai mercati finanziari senza un guida e con poca consapevolezza
  • La tecnologia blockchain è un’innovazione positiva, continuerà ad applicarsi ma non necessariamente sarà legata al successo delle criptovalute.

Esattamente un anno fa erano l’argomento di conversazione più in voga sulla tavola degli italiani: la bolla delle criptovalute (Bitcoin e similari) era l’argomento di discussione che riusciva a interessare parenti vicini e lontani e a unire tutte le generazioni. Proprio sotto Natale la febbre raggiunse l’apice, con il prezzo di scambio del Bitcoin che superò i 20.000 dollari al gettone. Nuove monete digitali venivano quotate ogni settimana e moltissime società, non sempre affidabili, adottarono il denaro digitale come mezzo alternativo per autofinanziarsi. 

Il 2018 è stato un anno di tutt’altro segno per le valute digitali: in generale quasi tutti i coins hanno perso gran parte del proprio valore. Il Bitcoin oggi si scambia poco sopra i 3.000 dollari, Ethereum che un anno fa viaggiava a valutazioni vicini ai 1.000 dollari, si può acquistare oggi per poco più di 100 dollari, molti dei gettoni non hanno più alcun valore. 

Quando le criptovalute si trovavano all’apice della propria valutazione, avvertimmo i risparmiatori sui rischi di questo tipo di investimento, a tutti gli effetti una scommessa sulla quale puntare (se proprio si deve) solo una parte minima del proprio patrimonio. La storia delle criptovalute è a tutti gli effetti la storia di una bolla finanziaria, una bolla  relativamente piccola (che non ha contagiato esplodendo, i mercati finanziari) che si è gonfiata ed è esplosa in un tempo relativamente breve: una storia paradigmatica che ci racconta quanto può essere rischioso approcciarsi ai mercati finanziari senza un guida e con poca consapevolezza.

Come si è creata la bolla?

La bolla delle criptovalute è stata favorita da diverse caratteristiche strutturali di questo tipo di mercato:

  • Un mercato relativamente piccolo (che anche nei momenti di massima espansione non ha superato la capitalizzazione teorica di 300 miliardi di dollari) che ha goduto di un’attenzione spropositata. Ciò è dovuto soprattutto a delle campagne di comunicazione ben orchestrate da parte di alcuni grandi investitori.
  • La confusione che si è generata tra le criptovalute come strumento di investimento e la tecnologia blockchain (l’innovazione che è alla base di esse). I molti endorsement, anche istituzionali, che questa tecnologia ha ricevuto sono stati interpretati dal pubblico come un fattore di stabilità per le criptovalute come classe di investimento, anche in assenza di una relazione reale tra questi due fattori.
  • Un mercato totalmente deregolamentato e opaco, all’interno del quale non solo non è stata garantita alcuna protezione per gli investitori, ma sono state possibili pratiche di manipolazione dei prezzi (come l’eccessiva concentrazione e il controllo dell’offerta). Se pochi investitori possiedono una parte molto rilevante di un mercato, essi possono inflazionare i prezzi con relativa facilità, limitando per esempio la circolazione degli strumenti e sostenendo il valore con acquisti mirati.

Perché è scoppiata la bolla?

La storia ufficiale vuole che le criptovalute siano finite sotto scrutinio da parte dei regolatori a causa delle numerose truffe e dei vari problemi di sicurezza che si sono verificati. Questi fattori avrebbero creato sfiducia, facendo crollare i prezzi.

In realtà la bolla è esplosa proprio perché si trattava di una bolla, destinata quindi ad esplodere. Quando anche moltissimi outsider (investitori non professionisti che entrano in un mercato per emulazione, inseguendo i guadagni) cominciano ad investire sull’onda dell’entusiasmo, gli insider, coloro che si trovavano nel mercato da più tempo e hanno più capacità e risorse, semplicemente monetizzano la propria posizione. 

Ma mio cugino conosce un tale che è diventato ricchissimo…

In ogni bolla esiste sempre qualcuno che salendo e scendendo dalla giostra al momento giusto riesce ad accumulare grandi fortune. Quindi esisterà sicuramente qualcuno che sia riuscito ad accumulare dei buoni profitti (specialmente tra le persone che credettero in questo investimento prima degli ultimi 24 mesi). Tuttavia la maggior parte degli investitori ha perso somme relativamente ingenti.

Questo vuol dire che le criptovalute sono finite?

Non necessariamente. A oggi un Bitcoin vale oltre 3.000 dollari, si tratta di una cifra importante se confrontata con le valutazioni di due/tre anni fa. Il mercato è talmente piccolo che alcune criptovalute potrebbero mantenere un valore nel lungo termine (sempre che il regolatore non intervenga o non ci sia un grave problema tecnologico), ma la maggior parte di esse sono destinate ad andare a fondo. La bolla potrebbe anche ricominciare a gonfiarsi perché i fattori che hanno portato alla sua esplosione sono in un certo senso ancora presenti.

L’importante è capire che le criptovalute non hanno nessun valore intrinseco, avranno un valore finché persisteranno interesse e fiducia degli investitori in questo questo mercato, quando questa dinamica si fermerà il valore potrebbe scendere molto velocemente a 0.

Ma la tecnologia blockchain?

La tecnologia blockchain è un’innovazione positiva che offre un pratico sistema di scambio in tutti quei campi dove servirebbe coinvolgere una terza parte come garanzia (come, per esempio, le compravendite immobiliari). La tecnologia continuerà ad applicarsi ma non necessariamente sarà legata al successo delle criptovalute, le due cose sono in un certo senso distinte.

Le criptovalute sono i soldi del futuro?

Per quanto riguarda il sistema monetario, la garanzia di una terza parte (lo Stato, la banca centrale) non serve solo a garantire la regolarità degli scambi (cosa che potrebbe fare un sistema basato sulla blockchain). Le istituzioni hanno anche il compito di regolare la dimensione della base monetaria e garantire la sicurezza; se mai un giorno il sistema monetario sarà regolato da una tecnologia di tipo blockchain, difficilmente essa sarà al di fuori del controllo pubblico. 

In definitiva la storia dell criptovalute dimostra quanto la prospettiva di guadagnare molto denaro molto in fretta possa agire come una motivazione irresistibile. Moltissime persone, anche digiune di finanzia e di investimenti, si sono trovate coinvolte, senza accorgersene, in un’attività di trading altamente speculativa, senza le adeguate mediazione e protezioni: una storia che ci ricorda ancora una volta perché, nella maggior parte delle situazioni, c’è bisogno di una guida esperta per navigare i mercati finanziari.

 Informazioni su Moneyfarm

Moneyfarm è una società internazionale di gestione del risparmio specializzata negli investimenti a medio-lungo termine. Fondata nel 2012 da Paolo Galvani e Giovanni Daprà, Moneyfarm è oggi una delle aziende innovative più finanziate in Italia e in Europa con una raccolta totale di oltre 70 milioni di euro. Con le tre sedi di Milano, Londra e Cagliari e un team di 90 professionisti, Moneyfarm gestisce il patrimonio di oltre 30.000 risparmiatori tra Italia e Regno Unito (su una base di oltre 200.000 utenti attivi) a un ritmo di crescita che nel 2017 ha visto la base clienti triplicare e nel 2018 le masse gestite crescere del 300%.

Grazie all’utilizzo delle tecnologie digitali Moneyfarm ha sviluppato un modello innovativo che le permette di fornire un servizio di gestione finanziaria di prima qualità, semplice, trasparente e a costi inferiori a quelli offerti dai gestori tradizionali. È regolata dalla Financial Conduct Authority (FCA) e vigilata in Italia da Consob. Ad agosto 2012 è sbarcata sul web con Moneyfarm.com, aprendo la strada alla consulenza indipendente via Internet nel mercato italiano. L’azienda ha come soci principali il gruppo Allianz, i fondi di investimento Cabot Square Capital, United Ventures, Endeavor e la Fondazione di Sardegna.

Per il quarto anno consecutivo Moneyfarm è stata premiata Miglior Servizio di Consulenza Finanziaria Indipendente e per la prima volta Top nella categoria Robo Advisor dall’Istituto Tedesco di Qualità e Finanza. La società ha recentemente annunciato una partnership con Banca Sella che ha sancito l’ampliamento del servizio anche al segmento B2B.

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