“Un’azienda deve sapere e potere cogliere le innovazioni tecnologiche messe a disposizione dal mercato ma questo deve essere fatto in un’ottica di evoluzione e non di rivoluzione”
La tradizione della caffettiera e della Moka Express nasce negli anni ‘50 con Bialetti. Una storica azienda che ha saputo mantenere una posizione di leadership nel proprio settore attraverso la qualità eccellente i design più innovativi dei propri prodotti e le capacità imprenditoriale del proprio management. Con Luca Brignoli – Direttore IT di Gruppo abbiamo esplorato le novità nel campo tecnologico.
Quale è il contesto IT di Bialetti e quali sono stati i progetti IT realizzati?
Bialetti Industrie è un’azienda sempre attenta all’evoluzione delle innovazioni tecnologiche, e dopo anni di crescita sia attraverso acquisizioni che per sviluppo del business, è attualmente impegnata nella rivisitazione della piattaforma informatica, principalmente in termini hardware ma anche da un punto di vista applicativo.
Negli ultimi anni sono stati realizzati alcuni progetti IT con un impatto positivo sull’operatività aziendale, quali ad esempio: l’implementazione di una soluzione di Business Intelligence che rende possibile di eseguire analisi puntuali sui dati di vendita, sia in termini di prodotti che di clienti. L’introduzione di un portale WEB dedicato agli agenti (raccolta ordini, pubblicazione promozioni, FAQ, pubblicazione report provvigioni) che ha facilitato la comunicazione ed ha consentito di velocizzare l’acquisizione degli ordini.
Nell’ottica di miglioramento continuo dei processi stiamo ora attivando procedure di scambio dati (EDI) con i nostri principali clienti italiani ed esteri che ci permetteranno di ridurre il numero di risorse necessarie all’inserimento degli ordini e di ridurre significativamente lo scambio di documenti cartacei.
Quali sono le leve tecnologiche utilizzate per razionalizzare le risorse informatiche?
Le leve tecnologiche sono:
1) garanzia della continuità di servizio;
2) espandibilità e flessibilità a supporto della crescita grazie alla virtualizzazione;
3) riduzione dei consumi energetici grazie alla riduzione del numero dei server, in un’ottica di “green IT”.
È necessario pensare a soluzioni scalabili, in grado di adeguarsi rapidamente alle strategie aziendali ed al loro continuo mutare garantendo la continuità di servizio; in questa ottica abbiamo pensato ad una nuova soluzione architetturale. La scelta è andata verso una soluzione Blade di HP con due server in cluster per il gestionale e con due server pure in cluster dove implementare una soluzione di virtualizzazione; ciò renderà possibile trasferire gli attuali server standalone, anche utilizzanti sistemi operativi diversi, all’interno della stessa infrastruttura e ci darà modo di aggiungere server applicativi come e quando risulterà necessario.
Quanto conta il fattore umano nei Sistemi Informativi?
Le risorse sono fondamentali, in particolare è necessario lavorare per un accrescimento delle competenze IT e per un recupero di efficacia ed efficienza per garantire un migliore servizio agli utenti con definizione condivisa ed oggettiva delle priorità.
Le leve utilizzate sono quelle della crescita professionale, garantita grazie all’investimento in addestramento soprattutto relativo alle nuove tecnologie introdotte ad es. la virtualizzazione. Inoltre, al fine di consentire un uso efficiente ed efficace delle risorse, abbiamo deciso di introdurre un sistema di Trouble Ticketing che consenta di tracciare e registrare tutte le richieste, segnalazioni e problemi evidenziati dagli utenti. L’utilizzo di questo strumento ci permetterà di avere sempre sotto controllo le attività da fare. Insieme all’introduzione di questo strumento, creeremo anche un IT Board con rappresentanze di tutte le funzioni aziendali che, sulla base delle richieste e relativi tempi di implementazione da noi stimati, e sulla base della disponibilità di risorse interne e/o esterne sia in grado di definire le priorità di esecuzione in modo oggettivo e aziendalmente condiviso.
Come vengono gestite le informazioni?
Le informazioni e la loro gestione sono uno dei beni primari di un’azienda moderna, nella nostra azienda è necessario un passaggio fondamentale e già intrapreso da molte altre aziende e cioè la trasformazione dei dati in informazioni per rendere fruibili tali dati a chi ne ha bisogno. In questo caso l’idea è quella d’introdurre una soluzione di collaboration e condivisione di documenti.
Quali saranno le ripercussioni sul lavoro del CIO dello sviluppo delle nuove tecnologie in particolare in ambito web 2.0?
Il Web 2.0 è una realtà per gli utenti privati da diverso tempo ormai e come per tutte le nuove tecnologie che non si rivelino essere solo meteore è ora maturo per l’ingresso in azienda. Ad oggi solo alcune grandi aziende lo hanno introdotto con successo e ciò è conseguenza di diverse congiunture favorevoli. È importante che i CIO siano dotati della necessaria lungimiranza e non considerino questi strumenti solo un rischio per la produttività.
Il CIO quindi trova un terreno fertile nell’utenza, già abituata a casa ad utilizzare queste tipologie di strumenti, ma forse meno nella direzione aziendale. Questa è infatti l’area che richiederà maggiori sforzi ed attenzione: in particolare il progetto dovrà essere condotto in modo non invasivo ed il CIO dovrà stare attento agli aspetti legati alla sicurezza; l’utilizzo di queste tecnologie apre infatti nuovi scenari per potenziali intrusioni informatiche che dovranno essere attentamente prevenute. Il CIO deve essere quindi in grado di cogliere gli aspetti positivi e di integrarli nel tessuto aziendale in modo graduale, facilitandone la comprensione e l’utilizzo appropriato.
Cosa pensa invece del Cloud Computing?
Non vedo, come cliente finale, grosse differenze da soluzioni come il SaaS o la fruizione in ASP di cui rappresenta un’evoluzione. Per l’utente è importante disporre delle risorse che gli occorrono quando ne ha bisogno e nella misura in cui ne ha bisogno, siano queste applicazioni, servizi, storage o capacità di elaborazione.
Sono assolutamente favorevole all’approccio SaaS, anche se, per il momento e per quanto riguarda l’azienda per cui lavoro, preferisco sperimentarlo su applicazioni not business critical non avendo ancora maturato sufficiente esperienza per riconoscere un fornitore in grado di assicurare soluzioni di totale affidabilità a costi inferiori.
Qual è il nuovo ruolo del CIO, innovatore o conservatore?
Il CIO moderno deve rappresentare all’interno di un’azienda l’equilibrio tra Innovazione e Conservazione. Un’azienda deve sapere e potere cogliere le innovazioni tecnologiche messe a disposizione dal mercato ma questo deve essere fatto in un’ottica di evoluzione e non di rivoluzione, pertanto mirando alla conservazione di quanto di buono c’è già in azienda. In particolare, il CIO deve rendere disponibile un’infrastruttura tecnologica scalabile ed aperta in grado di accogliere e supportare le innovazioni tecnologiche che di volta in volta vengono rese disponibili. Per quanto concerne queste ultime, prima di introdurle in azienda è necessario verificare che ci siano partner di comprovata esperienza in grado di supportarle evitando di affidarsi a fornitori sulla cui continuità non si possa contare. Bisogna poi considerare l’aspetto temporale o, per meglio dire, il contesto storico: ci sono infatti nella vita di un’azienda momenti durante i quali sia conveniente ed opportuno puntare all’innovazione (magari per supportare nuove aree operative o settori di business precedentemente non considerati) ed altri in cui sia necessario essere più cauti e mirare ad una, già citata, evoluzione conservativa.
Dal tuo punto di osservazione quali sono i trend tecnologici su cui puntare in futuro?
I trend tecnologici su cui punteremo e che credo che siano rilevanti per molte aziende come la nostra, sono quelli che concorrono alla semplificazione dell’infrastruttura hardware ed applicativa per renderla flessibile e scalabile, con l’obiettivo di garantire la condivisione delle informazioni sia internamente che con i partner. Importante sarà anche la capacità di ridurre i consumi energetici (magari anche esternalizzando i servizi che non siano mission critical) e quindi possiamo facilmente individuare tra queste la Virtualizzazione, l’implementazione di soluzioni Web 2.0, l’introduzione sempre più spinta di soluzioni di scambio elettronico di dati con i partner EDI e l’outsourcing dei servizi, acquistati in modalità SaaS.
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Luca Brignoli, nato a Bergamo ha iniziato la sua carriera nel settore B2B, poi in seguito è stato IT Manager di Volvo Veicoli industriali. Nel 1999 è entrato in Volvo Holding Italia spa (ora Volvo Italia Spa) assumendo dal 2000 la responsabilità anche dell’implementazione e supporto per il DMS (Dealer Management System) per la rete di concessionarie ed officine Truck e Bus in Italia (oltre 100 punti sul territorio nazionale).
Il 1° Settembre 2008 è entrato in Bialetti Industrie con la funzione di Direttore IT di Gruppo con l’obiettivo di razionalizzare, armonizzare e rendere l’Infrastruttura IT e le applicazioni, adeguate alla realtà industriale del gruppo.