TikTok fa causa al governo degli Stati Uniti

TikTok, insieme alla sua società madre cinese ByteDance, ha avviato una battaglia legale contro il governo degli Stati Uniti presentando una causa legale contro una nuova legge che impone la vendita dell’app o ne vieta l’utilizzo a livello nazionale. Questa mossa arriva come risposta diretta al Protecting Americans From Foreign Adversary Controlled Applications Act (PAFCA), firmato dal Presidente Joe Biden il 24 aprile 2024. La legge dà a ByteDance una scadenza fino al 19 gennaio 2025 per cedere TikTok a un’entità non cinese, pena il divieto dell’app dagli app store e dai servizi di web hosting statunitensi, imponendo di fatto un divieto nazionale dell’app.

La causa intentata da TikTok, depositata presso la Corte d’Appello degli Stati Uniti per il Distretto di Columbia, sostiene che la legge violi i diritti del Primo Emendamento dei suoi 170 milioni di utenti americani, limitando la loro capacità di esprimersi e comunicare liberamente sulla piattaforma. L’azienda sostiene che la legge sia incostituzionale, in quanto prende di mira una singola e designata piattaforma di comunicazione con un divieto permanente e nazionale, impedendo così a ogni americano di interagire con la comunità online globale di oltre 1 miliardo di utenti di TikTok.

La causa solleva significative preoccupazioni circa la potenziale violazione dei diritti del Primo Emendamento non solo per gli utenti di TikTok, ma anche per Apple e Google, i cui app store sarebbero vietati di ospitare TikTok se il divieto entrasse in vigore. Gli esperti di Primo Emendamento sostengono che le rivendicazioni di TikTok abbiano fondamento, poiché la Corte Suprema ha stabilito che il governo degli Stati Uniti non può vietare agli americani di ricevere propaganda straniera se lo desiderano. L’emendamento Berman vieta inoltre ai presidenti degli Stati Uniti di bloccare il libero flusso di media dai paesi stranieri, anche da quelli considerati ostili agli Stati Uniti.

TikTok ha più volte negato di fornire ai funzionari del governo cinese l’accesso ai dati degli utenti statunitensi e ha intrapreso misure per proteggere le informazioni degli utenti, ospitando i dati sui server di proprietà del colosso tecnologico statunitense Oracle. Tuttavia, le preoccupazioni degli Stati Uniti persistono, con il timore che la Cina possa utilizzare i dati di TikTok per identificare obiettivi di intelligence, diffondere propaganda o impegnarsi in influenze occulte.

L’esito del caso TikTok avrà probabilmente conseguenze di vasta portata su come il governo degli Stati Uniti regolerà la tecnologia e altri discorsi stranieri in futuro. Mentre la battaglia legale si svolge, essa metterà alla prova i confini delle preoccupazioni di sicurezza nazionale, della libertà di parola e del ruolo del governo nella regolamentazione della tecnologia.

Biden ferma TikTok

Il presidente Joe Biden ha recentemente firmato una legge che include una disposizione che potrebbe vietare TikTok negli Stati Uniti a meno che la sua società madre cinese, ByteDance, non venda l’app entro un determinato periodo di tempo. Questa azione legislativa fa parte di un disegno di legge più ampio che fornisce anche aiuti all’Ucraina, Israele e Taiwan.

La nuova legge concede a ByteDance un periodo di nove mesi per disinvestire TikTok, con la possibilità di un’estensione di un anno se necessario. Questa estensione può essere concessa da Biden se certifica che sono in corso progressi verso la vendita. Se ByteDance non rispetta i termini, TikTok potrebbe affrontare un divieto a livello nazionale, che non entrerebbe in vigore fino almeno a gennaio 2025 o ad aprile 2025 se viene concessa l’estensione.

Questa decisione ha suscitato un’ampia controversia e dibattito, in particolare a causa della posizione paradossale dell’amministrazione Biden. Nonostante il potenziale divieto, la campagna di Biden continua a utilizzare attivamente TikTok per interagire con gli elettori, in particolare con i giovani. Questo ha portato ad accuse di ipocrisia, poiché la piattaforma viene utilizzata contemporaneamente per la sua portata e influenza significative mentre viene presa di mira per un divieto per motivi di sicurezza nazionale.

TikTok ha risposto promettendo di contestare il divieto in tribunale, sostenendo che la legge viola il diritto alla libertà di parola e manca di una giustificazione solida per la sicurezza nazionale. L’azienda e i suoi sostenitori sostengono che il divieto potrebbe violare il Primo Emendamento limitando l’accesso alle informazioni e ai media di fonti estere senza un interesse governativo convincente.

La situazione rimane complessa, con possibili battaglie legali e implicazioni politiche, in particolare mentre gli Stati Uniti si avvicinano alle elezioni presidenziali del 2024. L’esito di queste sfide e le azioni di ByteDance nei prossimi mesi influenzeranno significativamente il futuro di TikTok negli Stati Uniti.

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