D.Day 2017: 15 startup al Demo Day di Digital Magics
Dall’app che consente di dare un’anima digitale agli oggetti, associando loro informazioni, scadenze e ricordi, al servizio di assistenza e monitoraggio per gli anziani; dalla lampada che monitora temperatura, umidità, luci, movimenti, fumo, proteggendo la casa grazie a un robot domestico dotato di Intelligenza Artificiale, allo “Spotify dei vini”; dal sistema che sostituisce gli interruttori e controlla luci, termostati, prese, tapparelle o elettrovalvole all’e-commerce che semplifica il modo di fare la spesa.
Sono alcune delle 15 startup innovative, attualmente in fund raising, protagoniste del D.Day 2017: il Demo Day che Digital Magics, business incubator quotato sul mercato AIM Italia di Borsa Italiana (simbolo: DM), organizzerà il 9 maggio, all’interno del campus Talent Garden Milano Calabiana, per investitori, business angel e imprese.
“Dopo l’importante risultato del 2016 con oltre 200 operatori finanziari e industriali – ha dichiarato Marco Gay, vicepresidente esecutivo di Digital Magics – ritorna anche quest’anno l’appuntamento con il nostro D.Day. Grazie alle 6 sedi del nostro incubatore e ai campus di coworking di Talent Garden, ricerchiamo e affianchiamo i migliori neoimprenditori in tutto il territorio nazionale. I giovani talenti e innovatori italiani presenteranno i modelli di business delle loro startup a una platea qualificata di investitori e aziende, italiani e internazionali, che dimostra ogni anno di credere sempre di più nel digitale e nell’innovazione insieme a Digital Magics”.
All’interno del Comunicato Stampa le brevi descrizioni e i video delle 15 startup che parteciperanno al D.Day 2017.
[gview file=”http://www.antoniosavarese.it/wp-content/uploads/2017/05/Comunicato-D.Day-Digital-Magics_9-maggio-2017.pdf” height=”800px” width=”880px”]
TAKE MY THINGS – SOCIAL TRANSPORT A PORTATA DI SMARTPHONE
Un problema comune: avere la necessità di trasportare qualcosa. Una soluzione geniale: utilizzare la Rete per trovare qualcuno disposto a farlo. Arriva il social transport Take My Things e grazie alla App da oggi gli oggetti viaggiano più velocemente.
A chi non è mai capitato di lasciare a casa un documento importante, di dimenticare le chiavi, di non poter recapitare un pacco quando ce ne sarebbe stato bisogno? Da ora a tutto questo pensa Take My Things… Anzi, ci pensa la Rete. L’idea, tanto semplice quanto innovativa, che sta alla base della start up è quella di mettere in contatto, attraverso la App, la domanda e l’offerta, chi deve trasportare un pacco e chi è disposto a farlo; e trovare una soluzione nel più breve tempo possibile.
Ogni giorno miliardi di persone si spostano, con differenti mezzi di trasporto, e spesso hanno a disposizione dello spazio per trasportare piccoli oggetti. Più utile di un post su Facebook, più efficace di un gruppo Whattsapp, più veloce di un giro di chiamate fra gli amici… Il modello è semplice, la app intuitiva, il risultato un successo sicuro.
Take My Things è nata nel febbraio 2015 ed è stata lanciata ufficialmente a gennaio 2016; in pochi mesi ha già fatto viaggiare oltre 1.000 pacchi. E’ nata a Saluzzo e i primi test sono avvenuti nel cuneese. La vera partenza a Torino e Milano e oggi, ogni giorno, la piattaforma cresce a due cifre, perché in tutta Italia, tutti i giorni, si iscrivono nuovi utenti.
Take my Thing è un social transport, in perfetto stile sharing economy. Secondo un recente studio condotto da PriceWaterhouse Coopers il giro d’affari della sharing economy in Europa potrebbe valere, in termini di volumi di transito, 570 miliardi di euro entro il 2025.
Scaricare la App è gratuito, iscriversi semplice e facile. Basta inserire l’oggetto, l’indirizzo di presa e di consegna, la data e l’ora massima per la consegna, la cifra che si è disposti a pagare. Fatto questo Thake My Things incrocia i dati inseriti creando una rete in grado di soddisfare le esigenze di trasporto 24 ore su 24. Negli anni della sharing economy e del peer-to-peer, dove tutti sono continuamente connessi, perché non utilizzare smartphone e tablet per risolvere in maniera semplice e diretta un problema? Il modello di business è quello di tante startup che hanno fatto fortuna, Bla Bla car per esempio…solo che questa volta a viaggiare sono le cose.
Ci sono Mara e Fabio che hanno vinto una scommessa, hanno indovinato quanto sarebbe pesata Alice alla nascita, e hanno ricevuto dai neo-genitori 3,5 kg di Nutella. C’è Francesca, che aveva dimenticato il passaporto a casa e se lo è fatto recapitare all’ultimo minuto. Ci sono Chiara, che abita a Milano ed è lontana da casa, e Giacomo, che fa il pendolare e ogni mese le porta un pacco della mamma. E poi ci sono i negozi, che devono consegnare gli acquisti ai clienti ma non hanno il fattorino, gli uffici, che non hanno nessuno che possa portare quella busta…
Guardandola da un altro punto di vista Take My Things è un’opportunità di business. Semplice e remunerativo. Perfetto per chi sta ancora studiando e vuole arrotondare con un piccolo lavoretto ma ancor di più per tutti quelli che non hanno un lavoro fisso e possono provare a guadagnare qualcosa… La transazione è lineare, l’accordo avviene in fase di match. L’offerta è chiara ed è il trasportatore a decidere se accettarla.
Ancora un dettaglio. Take my Things è green, perché consente di ottimizzare gli spostamenti e di fare del peer-to-peer un’opportunità ecofriendly.
Si dice che siano le idee comuni a rendere geniali le soluzioni.
Un anno di sorprese per il mondo della logistica
A cura dell’Ufficio Studi di P101 in collaborazione con Antonio Perini, AD e fondatore di Milkman
Il mondo del last-mile, ovvero dell’ultima tratta delle consegne a domicilio dello shopping online, che una volta era costretto ad adattarsi alle esigenze dei corrieri, sta vivendo un epocale spostamento del proprio focus: ora, al centro di tutto, se si vuole prosperare, ci sono il cliente e le sue esigenze.
Una mutazione spontanea e doverosa, visto che è proprio nelle mani del cliente che il last-mile termina la sua corsa. Tutti gli studi più recenti dicono, senza ombra di dubbio, che un fallimento nella consegna è visto, dall’utente finale, non tanto come un fallimento dell’operatore logistico (percepito come un’entità ancora piuttosto astratta) ma piuttosto del brand o negozio online dal quale la spedizione è partita. Chi subisce un problema di consegna non torna a comprare dal sito: è un cliente perso. Un sondaggio condotto lo scorso ottobre negli USA da Dotcom Distribution ha scoperto che il 47% degli utenti ha deciso di abbandonare un negozio online a seguito di una brutta esperienza con le consegne.
Il fenomeno è sentito in modo così urgente da aver convinto un colosso come Zalando, lo scorso luglio, a dare ai propri clienti tedeschi la possibilità attiva di non avvalersi del partner logistico Hermes (poco costoso ma bersagliato da recensioni negative), taggandolo in fase di checkout per essere serviti da DHL.
Ma che cosa vogliono gli shoppers? La lista dei loro desideri è composta da cinque punti: controllo, scelta, visibilità, velocità e convenienza. L’ultimo di questi desideri, va sottolineato, opera in netto contrasto con i primi quattro.
Non è un segreto che velocità e convenienza, in questo momento, siano per lo più concentrate nelle mani di Amazon: nessuno ha i mezzi per battere le offerte di Prime. Consegne in un’ora a €6,90 e in finestre di due ore gratuite (a fronte di un abbonamento di soli €19,99 all’anno).
Controllo, scelta e visibilità restano, pertanto, i campi di battaglia sui quali le startup che si dedicano al last-mile possono non solo distinguersi ma portare vera innovazione e valore aggiunto.
Tutti i trend, nazionali e internazionali, ci dicono che il 2017 sarà l’anno nel quale l’importanza del same-day potrebbe essere sorpassata da quella delle consegne su appuntamento.
Un sondaggio condotto da DHL in Germania ha rivelato che il 78% degli intervistati trova prioritario poter scegliere l’ora della consegna, mentre il 68% vuole decidere anche il giorno. Il desiderio di controllo da parte dello shopper lo porterà anche a pretendere di poter annullare e riprogrammare la consegna fino all’ultimo minuto possibile, possibilmente senza costi aggiuntivi (cosa che Milkman già offre tramite la sua app per smartphone).
Accenture ci fa sapere che un incredibile 69% di retailers ha indicato le consegne su fascia oraria come l’innovazione più desiderata per il miglioramento del loro servizio.
L’adozione delle finestre orarie, in un survey promosso da Metapack e condotto tra retailer britannici, registra un notevole terzo posto tra gli investimenti che gli eCommerce considerano prioritari, superato solo da una migliore responsività dei servizi di back-end e front-end e dalla generica necessità di ottenere nuovi software/tecnologie.
La visibilità è qualcosa su cui anche Amazon non brilla (ed è probabile che i loro recenti tentativi di varare una flotta proprietaria siano mossi anche da questa esigenza). Sapere che il pacco arriverà “in giornata” è di scarsa utilità. Gli shoppers desiderano seguirlo minuto per minuto e, come ci suggerisce l’esperienza dettata dalle 10.000 consegne effettuate da Milkman nel 2016, anche avendo scelto una fascia oraria di un’ora, con aggiornamenti costanti che vanno a restringere il momento della consegna a 30 minuti, si fanno vivi per sapere esattamente quando suonerà il campanello.
Un piccolo sondaggio che abbiamo eseguito sulla nostra pagina Facebook, dedicato a chi già usa la nostra app, ha visto gli utenti votare, come nuova feature più desiderata, l’integrazione di una mappa sulla quale seguire in tempo reale il viaggio del furgone a loro diretto.
Le esigenze di controllo e visibilità si estendono a ritroso lungo tutta la catena di distribuzione, a partire da un checkout in negozio senza frizioni, nel quale modalità, tempi e prezzi di spedizione siano visibili da subito e non solo all’ultimo step dell’acquisto.
Uno studio condotto in Gran Bretagna di Censuswide, per conto di Shutl (fornitore di consegne last-mile di proprietà di eBay), ha rivelato che nel 2015 il 9% degli intervistati aveva preso ferie o malattia per non perdere la consegna di un pacco. Il 18% è invece disposto a lasciare la porta o una finestra aperta per il corriere! Numeri che parlano da soli.
Startup 100 milioni di € già erogati , 35 milioni in arrivo dall’estero
Crescono fatturato (247 milioni di Euro complessivi nel 2015, +34% rispetto al 2014) e numero di dipendenti assunti (2.420 unità, +55%).
90 startup hanno ricevuto finanziamenti da attori formali nel 2015 (rispetto alle 79 del 2014): il 75% appartiene al comparto Digital, il 17% al Life Science e Biotech e il 7% al Cleantech & Energy; emergono anche verticalità concentrate attorno ai settori tradizionali del “Made in Italy” (rivisitati in chiave hi-tech e Digitale) come il Foodtech e il Winetech, il Fashion e il Tessile avanzato e il Turismo digitale.
Il Nord Italia continua a rappresentare il centro nevralgico dell’ecosistema, sia in termini di finanziamenti ricevuti (58%) sia di numerosità di startup finanziate (65%)
Il fatturato generato dalle startup hi-tech finanziate in Italia raggiunge i 247 milioni di Euro complessivi nel 2015 (+ 34% rispetto al 2014) e i dipendenti assunti e presenti a bilancio aumentano in termini sia assoluti che relativi, raggiungendo le 2.420 unità (+ 55% sul 2014).
Il Nord Italia continua a rappresentare il centro nevralgico dell’ecosistema, sia in termini di finanziamenti ricevuti (58%) sia di numerosità di startup finanziate (65%); aumenta il peso percentuale sugli investimenti effettuati dagli attori formali in Sud e Isole, che passa dal 30% del 2014 al 36% del 2015, ma nello stesso periodo si riduce il numero di startup finanziate nel Mezzogiorno: un risultato determinato dalla rilevazione di alcuni grandi round di finanziamento focalizzati tuttavia su un numero ridotto di startup.
Queste sono alcune delle evidenze emerse dall’Osservatorio Startup Hi-tech promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano* in collaborazione con Italia Startup – l’Associazione dell’ecosistema startup italiano – giunto alla sua quarta edizione e presentato in occasione del convegno “Open Digital Innovation: imprese e startup insieme per ridisegnare il futuro”.
“Nel 2016 gli investimenti in capitale Equity di startup hi-tech in Italia ammontano a 182 milioni di Euro, in crescita del 24% rispetto al valore totale consolidato rilevato nel 2015 (147 milioni di Euro)”, afferma Antonio Ghezzi, Direttore dell’Osservatorio Startup Hi-tech del Politecnico di Milano. “Nonostante l’aumento riscontrato quest’anno, in Italia i Venture Capital investono ancora solamente 1/7 di quanto fanno le controparti tedesche e circa 1/6 di quanto finanziato da parte dei VC in Francia, mentre viene superato di pochi milioni di Euro il valore degli investimenti domestici dei VC spagnoli; la dimensione del mondo VC negli Stati Uniti rimane un “outlier” di difficile e rischiosa comparabilità rispetto al nostro mercato degli investimenti. Fa tuttavia ben sperare il potenziale ancora inespresso da molti fondi con disponibilità di investimento nel breve-medio periodo, che potrà costituire la linfa vitale per sostenere lo sviluppo nei comparti hi-tech”.
Gli investimenti in startup hi-tech italiane nel 2016
La componente legata al mondo formale sfonda per la prima volta il tetto dei 100 milioni di Euro, raggiungendo il valore assoluto di 101 milioni di Euro e crescendo del 33% (ossia
La seconda componente, che aggrega il variegato mondo degli investitori informali o delle aziende che investono in capitale di rischio delle startup al di fuori di progetti strutturati di CVC, vede anch’essa un incremento significativo, passando dai 71 milioni di Euro del 2015 agli 81 milioni di Euro del 2016 (+ 14%).
“A questo dato complessivo sarebbe poi possibile aggiungere un’ulteriore componente, data dagli investimenti in startup hi-tech italiane provenienti da attori internazionali”, afferma Raffaello Balocco, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Startup Hi-tech “Una prima stima di tali investimenti per il 2016 è pari a circa 35 milioni di Euro , i quali, sommati alle componenti precedenti, porterebbero il valore complessivo dei finanziamenti ricevuti dall’ecosistema a 217 milioni di Euro. Il 2016 si rivela dunque anno in cui gli investitori internazionali iniziano in maniera sostanziale e più continuativa a fornire sostegno alle startup italiane di qualità: questa dinamica, in crescita rispetto allo scorso anno, potrà e dovrà costituire una direttrice di sviluppo essenziale per dare una dimensione globale all’ecosistema nazionale (anche nell’ottica di incentivare il processo di internazionalizzazione delle startup nostrane, spesso abilitato proprio dall’intervento di attori esteri).”
“I dati che emergono dalla ricerca di quest’anno sono confortanti” afferma Federico Barilli, Segretario Generale di Italia Startup “e confermano un trend in crescita degli investimenti nel nostro Paese, già evidente nel 2015 e che quest’anno si è ulteriormente consolidato. Il ritardo rispetto a sistemi industriali analoghi al nostro, quali Francia e Germania, rimane consistente, ma il recupero è possibile. Siamo allineati con gli obiettivi del Governo, esplicitati nel programma Industria 4.0, di raggiungere 1 miliardo di investimenti in startup innovative entro il 2020. La leva fiscale, la semplificazione delle procedure, il coinvolgimento del mondo industriale italiano sono alcuni degli strumenti normativi previsti nella Legge di Bilancio che vediamo con favore e che fanno parte di un pacchetto di proposte condiviso di recente con 6 associazioni dell’ecosistema italiano delle startup e dell’innovazione”
I comparti hi-tech e la rivisitazione del “made in Italy” in chiave digitale
Sono 90 le startup che a consuntivo 2015 hanno ricevuto finanziamenti da attori formali (rispetto alle 79 del 2014): di queste, il 75% afferisce al comparto Digital, il 17% al Life Science e Biotech e il 7% al Cleantech & Energy (il restante 1% mostra posizionamento in altre aree hi-tech). Oltre a questi macro-comparti, l’analisi mostra come emergano delle verticalità nell’ecosistema startup, di norma concentrate attorno ai settori tradizionali del “made in Italy” (rivisitati in chiave hi-tech e Digitale) come il Foodtech e il Winetech, il Fashion e il Tessile avanzato (per quanto riguarda sia i materiali intelligenti sia le tecnologie produttive all’avanguardia) e il Turismo digitale; ma sempre più spesso si assiste alla nascita di realtà ad altissimo potenziale in ambito Life Science e, con frequenza minore, nel Cleantech & Energy.
Le performance e le dinamiche delle startup hi-tech finanziate
Nel 2016 prosegue quel consolidamento e quella sistematicità già evidenziata all’interno della Ricerca 2015 per quel che concerne il ciclo di vita delle startup hi-tech finanziate. Nella fase di introduzione/finanziamento, 44 startup hanno ricevuto almeno 1 milione di Euro in investimenti da attori formali e informali, con un trend crescente del 25% se confrontato con il 2014. Relativamente alla fase di crescita, sono 67 le startup con un fatturato superiore a 1 milione di Euro nel 2015 (rispetto alle 51 del 2014). Per quanto riguarda la fase di consolidamento o “exit”, si rilevano diverse operazioni degne di nota: al 7 ottobre 2016 sono 19 le exit per trade sale (acquisizione da parte di aziende consolidate) o IPO (quotazione) da noi registrate nell’anno, da paragonarsi alle 25 exit conclusesi complessivamente nel 2015.
Tuttavia, nonostante il consolidamento e la sistematicità riscontrati, la mancata crescita sostanziale nel numero di grandi operazioni di finanziamento, e soprattutto di exit, rappresenta un ulteriore segnale che l’atteso rinascimento – o svolta strutturale dell’ecosistema – non è ancora del tutto arrivato. Le exit infatti costituiscono operazioni essenziali per ripagare gli investimenti dei VC e degli investitori informali, così da generare quella fluidità in termini di nascita e consolidamento di startup e quella liquidità che possano davvero far svoltare l’ecosistema italiano. L’ecosistema mostra in questo ancora la sua relativa giovinezza e forte necessità di crescita dimensionale.
“Complessivamente, con riferimento agli investimenti in startup hi-tech in Italia e allo stato di salute dell’ecosistema, alla luce delle nostre analisi non è ancora possibile parlare del 2016 come anno di ‘svolta strutturale’ ”conclude Antonio Ghezzi “Dati alla mano, risulta al contrario più corretto parlare di una serie di segnali positivi tangibili che, se sfruttati sinergicamente e amalgamati per mezzo di corretti interventi su tutti i livelli (politico e privato, formale e informale), potranno rappresentare un ulteriore passo in avanti per l’universo delle startup italiane, inteso come sistema “poroso” e sempre più aperto all’internazionalizzazione e alla commistione con il mondo delle aziende consolidate.”
BOT Economy – il futuro è arrivato!
Nel mondo dell’innovazione e della tecnologia il tempo scorre più veloce e le cosa cambiano rapidamente, sembrava ieri che si celebrava l’app economy ed ecco che all’improvviso tutto cambia!
Satya Nadella – CEO di Microsoft alla conferenza di sviluppatori Microsoft BUILD 2016 ha dichiarato: “I BOTs saranno le APP del futuro”.
Le abitudini degli utenti stanno cambiando:
Insomma è scoccata l’ora dei BOTs!
I BOTs sono, fondamentalmente, assistenti digitali che erogano un servizio simulando l’interazione con un altro essere umano.
I primi BOTs, sotto forma di veri e propri assistenti virtuali, sono stati il servizio SIRI – integrato nel sistema operativo iOS dei vari iPhone ed iPad – e CORTANA – l’assistente virtuale del mondo Windows. Entrambi i servizi, sfruttando algoritmi di intelligenza artificiale, riconoscimento vocale e collegamento ad Internet, riescono a soddisfare quasi ogni richiesta che gli viene posta ( tra i possessori di iPhone c’è quasi una competition nel provare a mettere in imbarazzo SIRI con domande al limite del consentito).
La prima caratteristica di un BOT è la sua facilità d’uso e la quasi assenza della fase di apprendimento dell’utilizzo perchè, per l’interazione con i propri utenti, si utilizzano forme di comunicazione cui si è naturalmente abituati – come ad esempio la voce – oppure esperienze d’uso comuni come quelle adottate nelle applicazioni di messaggistica quali Telegram oppure Facebook Messenger, tra quelle che negli ultimi tempi hanno accelerato lo sviluppo dei BOTs ed il loro utilizzo.
C’è stato quindi un proliferare di servizi Meteo, Sportivi, di News e molto altro che vivono e si sviluppano all’interno delle stesse applicazioni di messaggistica pre-esistenti. Per sfizio fatevi un giro qui:
In pratica, le applicazioni di messaggistica sono, di fatto, diventate gli ecosistemi all’interno dei quali sviluppare servizi di assistenza digitale per ampliare l’esperienza d’uso delle applicazioni stesse o sviluppare nuovi servizi che possano sfruttare le potenzialità offerte dalle piattaforme di messaggistica.
La seconda caratteristica dei BOTs, è il loro essere applicazioni residenti in applicazioni pre-esistenti: App-in-App, ovvero applicazioni sviluppate all’interno di Sistemi Operativi o Applicazioni di messaggistica per sfruttarne ed ampliarne le funzionalità.
I BOTs possono essere semplici – ovvero l’esperienza si riduce a fare una domanda, sottoporre una richiesta e ricevere una risposta pre-configurata – ma possono essere anche molto complessi simulando l’interazione umana infatti sfruttando le tecnologie di ricerca semantica e algoritmi di Intelligenza Artificiale, i BOTs possono esporre un’esperienza, per l’utente, simile all’interazione umana.
La terza caratteristica dei BOTs è la possibilità di interagire in forme simil-umane utilizzando algoritmi, proprietari o aperti, di Intelligenza Artificiale ed analisi semantica.
Facebook, con la piattaforma Wit.ai, mette a disposizione un servizio di API e strumenti per utilizzare ed integrare algoritmi di Intelligenza Artificiale nei propri BOTs ed aumentarne le capacità di interazione con i potenziali utenti.
Il vantaggio per l’utente è chiaro. Si arricchisce la gamma di servizi e funzionalità di applicazioni che già si utilizzano quotidianamente senza dover imparare nuove funzioni o scaricare nuove applicazioni: i BOTs solitamente sono esposti come un semplice link, si clicca e si ha subito tutta una nuova gamma di servizi.
Ma cosa cambia per gli sviluppatori, in particolare per quelli che sviluppano applicazioni mobili ?
La prima e più importante “possibilità” data dall’introduzione dei BOTs è l’applicazione del concetto: scrivo una volta sola il software e funziona ovunque in quanto i BOTs sono applicazioni di tipo back-end che elaborano le richieste degli utenti ed espongono il risultato dell’elaborazione.
Utilizzando l’esempio delle applicazioni di messaggistica – Telegram, Facebook Messenger etc. – in pratica il BOT attende il messaggio dell’utente, che si è iscritto al servizio e risponde, nella stessa forma di messaggio, con quanto elaborato iniziando l’interazione classica di uno scambio di messaggi tra amici.
Da qui deriva che, definito l’algoritmo che gestisce il servizio, la pubblicazione dello stesso – e quindi dell’applicazione BOT – si risolve nel pubblicarlo all’interno dell’ecosistema dell’applicazione ospite senza dover, di volta in volta, riscrivere tutto o sfruttare qualche framework cross-platform come quando si tenta di scrivere un’applicazione mobile che vada bene per tutte le piattaforme, ovvero che giri su iOS ed Android.
Un risparmio di tempo e di costi notevole che permette allo sviluppatore di dedicare molto più tempo all’applicazione ( alias il BOT ) ed alle sue funzionalità e non allo sviluppo del codice multi-piattaforma. Un ulteriore vantaggio che si declina in un minor tempo di rilascio. Una caratteristica fondamentale soprattutto per gli sviluppatori indipendenti a cui viene consentito un migliore e più efficace utilizzo delle risorse, spesso limitate.
Inoltre, sviluppare all’interno di un’applicazione ospite significa non dover preoccuparsi della parte di esperienza utente legata all’interfaccia. Questo risolve l’annoso problema della frammentazione dei vari dispositivi in termini di dimensioni dello schermo e risoluzioni. Per lo sviluppatore si traduce nella possibilità di pubblicare un’applicazione per un mercato vastisissimo sin dall’inizio ed operare su tutte le piattaforme mobili disponibili.
Se realizzo un’applicazione BOT per Facebook Messenger questa sarà disponibile fin da subito per iOS, Android, Windows Mobile e, soprattutto, per tutti i 900 milioni di utilizzatori del servizio made in Facebook.
I BOTs, offrono la possibilità di un engagement iniziale elevato e multi-piattaforma.
Dal lancio della piattaforma Messenger Platform avvenuto ad F8 lo scorso aprile (la piattaforma di sviluppo con la quale – utilizzando una serie di API è possibile sviluppare servizi che risiedano all’interno di Facebook Messenger) le aziende e gli sviluppatori hanno costruito più di 34.000 bot per entrare in contatto con le persone.
Proprio grazie alla rapida adozione dei bot per Messenger e ai feedback ricevuti, Facebook ha deciso di offrire due nuove risorse per rendere la costruzione e la misurazione dei bot più facile che mai: il supporto Analytics e nuove opportunità con FbStart.
- Facebook Analytics per le app: supporto ai Bot per Messenger. A partire da oggi, Facebook rende disponibile Facebook Analytics per le app anche alle imprese che costruiscono bot per Messenger, diventando una delle prime soluzioni nel settore a fornire insight sui bot.
- FbStart dà il benvenuto agli sviluppatori di Bot per Messenger. A partire da oggi, gli sviluppatori di Messenger Platform possono fare richiesta per entrare in FbStart, il programma globale di Facebook che aiuta le startup mobile nella costruzione e nella crescita delle loro app. www.fbstart.com
N.B. Questo articolo è stato scritto con la collaborazione fondamentale di Antonio Candela, Sviluppatore software mobile e web che sarà docente del corso chatBOTday (organizzato dal team di hackBIz: Antonio Candela, Antonio Russolillo e Antonio Savarese) che si terrà il 3 dicembre a Napoli presso il BIC di Città della Scienza.
Talent Garden chiude un aumento di capitale da 12 milioni di euro
Quello chiuso dalla più grande piattaforma europea per i talenti del digitale è il secondo round d’investimento in Europa nel settore. Talent Garden per la crescita punta su coworking, formazione, eventi e innovazione con le aziende.
Talent Garden S.p.A., la più grande piattaforma in Europa per i talenti nel digitale, ha chiuso un’aumento di capitale da 12 milioni di euro per accrescere la sua rete di spazi coworking e puntare su formazione, eventi e innovazione con le aziende. Si tratta del secondo più rilevante financing round realizzato a livello europeo nel settore, la raccolta tra equity e debito, vede – per la prima volta in Italia – la partecipazione di 500 Startups, il più grande incubatore al mondo basato a San Francisco e diretto da Dave McClure, ed Endeavor Catalyst, sponsor Reid Hoffman founder di LinkedIn. Al suo fianco sono intervenuti molti family office italiani, con la regia di Tamburi Investment Partners (TIP), che ha partecipato al round anche direttamente ed è oggi tra i principali azionisti della società. Tra questi le famiglie Angelini e Dompé (farmaceutica), gli armatori D’amico, gli imprenditori del settore metallurgico della Ferrero a cui si aggiungono imprenditori del digitale italiano come Volagratis, MutuiOnLine, Alkemy ed Esprinet.
Talent Garden è il più grande network di coworking d’Europa per numero di sedi: da Brescia, dove è nato cinque anni fa, è arrivato oggi a 17 campus in 5 Paesi europei, con più 1500 professionisti del digitale che lavorano negli spazi, centinaia di manager provenienti da decine di aziende formati da TAG Innovation School, la scuola dell’innovazione di Talent Garden, e centinaia di studenti che ogni giorno si formano per diventare i professionisti del futuro. In aggiunta si contano oltre 500 eventi ospitati o organizzati ogni anno nei diversi campus sui temi dell’innovazione e del digitale.
Secondo Davide Dattoli, founder e CEO di Talent Garden: “È una soddisfazione immensa, con questa operazione rafforziamo la nostra leadership a livello europeo e soprattutto incrementiamo la forza di un network ormai unico, che partendo dall’Italia si è sviluppato in molti Paesi con l’obiettivo di espandersi in tante altre città. Siamo già il terzo player a livello mondiale per numero di campus e vogliamo realizzare il nostro sogno di connettere i talenti più innovativi e brillanti, non solo europei.”
Talent Garden con questo round si posiziona come primo player in Europa in un settore in crescita in cui velocità e qualità del network sono fondamentali. La scommessa dei più grandi investitori internazionali è quella di riconoscere che il mondo del lavoro è cambiato e che sono necessari nuovi player che offrano servizi innovativi e uno spazio di lavoro in continua evoluzione con una forte componente di community, dove si impara e ci si connette grazie a corsi ed eventi.
Negli Stati Uniti il coworking continua a essere uno dei settori di maggior interesse e attrae capitali molto importanti: WeWork, società basata a New York, ha raccolto più di 620M$ negli ultimi due anni. Sempre nella Grande Mela General Assembly ha raggiunto 110M$ mentre NeueHouse 25M$. A San Francisco, altra roccaforte del coworking, RocketSpace ha chiuso un round da 336M$ e Galvanize da 45M$.
Nel dettaglio il piano industriale 2017-2018 si focalizza su:
Il coworking di Talent Garden, partner per lo smart working: obiettivo è aprire direttamente una decina di nuovi spazi in Europa entro la fine dell’anno per un totale di 70.000 mq e 8.000 talenti connessi al network. Luoghi aperti 24h al giorno in cui tutti i professionisti dell’innovazione, siano essi freelance, startup, PMI digitali o grandi imprese con le proprie aree innovazione, possano trovare uno spazio di lavoro innovativo pensato per stimolare la produttività e aumentare le relazioni professionali. Il piano prevede inoltre l’ampliamento della rete di franchising già presente per fornire un servizio sempre più capillare nei diversi territori.
La formazione di TAG Innovation School, aggiornarsi oggi per il lavoro di domani: la prima scuola del digitale in Europa per numero di studenti e aziende formati continuerà a crescere in Italia (a gennaio 2017 aprirà la nuova sede di Roma) e all’estero (nei mercati in cui Talent Garden è già presente) per preparare i professionisti del domani alle professioni più richieste dal mondo del lavoro (sviluppatore software, designer digitale, esperto di e-commerce, esperto di big data). Forti investimenti anche sulla parte B2B, per aiutare le aziende nel processo di digital transformation formando manager ed executives con percorsi formativi personalizzati.
Gli eventi Talent Garden, per connettere innovatori e aziende: grazie alla presenza capillare sul territorio, Talent Garden si è affermato anche come il luogo dove gli innovatori si incontrano, dove imprese e startup sviluppano collaborazioni e dove tanti professionisti si aggiornano e fanno networking nel mondo del digitale. In tale ambito l’aumento del numero di spazi e di mercati in cui opera rende Talent Garden un player unico per connettersi con il meglio dell’innovazione europea e globale.
Continua Davide Dattoli, founder e CEO di Talent Garden “Siamo partiti 5 anni fa con un piccolo spazio a Brescia, abbiamo creduto nella sfida di crescere in Italia ed Europa, nella diversificazione del nostro business e oggi non siamo più solo un coworking pur essendo in tante città in Europa. Abbiamo una divisione che si occupa esclusivamente di realizzare eventi e attività con clienti corporate e da un anno abbiamo anche TAG Innovation School con una proposta formativa sui temi del digital che coinvolge studenti ma anche tante aziende che vogliono cambiare il loro modo di lavorare. Abbiamo esportato il nostro modello in Europa e, dopo Spagna, Lituania, Romania e Albania, puntiamo ai mercati dove l’innovazione sta nascendo, fuori dai circuiti di Londra e Berlino dove esistono già tanti player molto radicati. Il nostro obiettivo è di arrivare in borsa entro la fine del 2018.”
Sono tante le attività che Talent Garden chiuderà tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017: l’apertura della seconda sede di TAG Innovation School a Roma, il lancio del nuovo spazio di Torino realizzato in collaborazione con Fondazione Agnelli e nuove sedi internazionali che amplieranno il network e il valore per i suoi membri. Questo si affianca ai risultati del 2016 come l’apertura di Talent Garden a Roma prima con Poste Italiane in Viale Mazzini e poi all’interno di Cinecittà, con un campus dedicato alla multimedialità, due realtà che si sono già affermate come centri dell’innovazione nella capitale. L’apertura di Talent Garden Bucarest che rafforza la presenza nell’est Europa e Supernova, il festival dell’innovazione targato Talent Garden che quest’anno ha superato i 100.000 visitatori tra Brescia e Torino.
La società si appresta a chiudere il 2016 con circa 5M di euro di fatturato consolidato e un tasso di crescita del 300% rispetto all’anno precedente. Per il prossimo triennio si prevede un raddoppio anno su anno del fatturato, una crescita dell’organico, del numero di spazi di coworking e dei clienti raggiunti.
P101 e 360 Capital Partners investono in Milkman, la startup di logistica smart
P101, società di venture capital specializzata in investimenti in società digital e technology driven, e 360 Capital Partners, società di venture capital focalizzata su investimenti nei settori del digitale e della robotica a livello europeo, hanno sottoscritto un nuovo investimento di 500 mila euro ciascuno in Milkman, start-up di logistica smart che permette di decidere giorno ed ora nei quali ricevere le spedizioni e che nei primissimi mesi di attività ha già effettuato più di 3000 consegne. Il round di finanziamento ammonta complessivamente a 1,05 milioni di Euro ed è stato sottoscritto da Mike Brennan, manager e business angel statunitense per la cifra rimanente.
Nato a fine 2015, e lanciato sul mercato a fine maggio, Milkman è un progetto che nasce da Antonio Perini, co-fondatore di Cortilia e Viamente (oggi Workwave Route Manager) e da Tommaso Baù, co-fondatore di Itecs. Il servizio, gestito attraverso app (per iOS e Android) nasce per rispondere alle esigenze di chi non dispone di una portineria, non può o non vuole ricevere pacchi sul posto di lavoro e si scontra troppo spesso con gli sgradevoli avvisi di “consegna mancata”. Funziona raccogliendo in una sorta di “nuvola” fisica gli acquisti e consegnandoli a qualsiasi ora e su appuntamento: in giornata o la sera, in fasce orarie scelte dall’utente, fino a 60 minuti.
Il round di investimento appena siglato fa seguito al pre-seed di Boox di 75 mila Euro del dicembre 2015 e del Seed di WorkWave LLC di 181 mila Euro di marzo 2016, utilizzati per sviluppare e lanciare il servizio, partito negli scorsi mesi, a Milano.
In grande fermento e sviluppo il mercato potenziale su cui la start-up può contare: 120 milioni sono stati i pacchi consegnati in Italia nel 2015, con dati in crescita a due cifre anno su anno.
I fondi raccolti da questo nuovo round contribuiranno allo sviluppo del servizio e in particolare all’ulteriore estensione della gamma delle opzioni di consegna a domicilio e all’integrazione con i principali eCommerce.
“L’e-commerce rappresenta uno dei più importanti e pervasivi cambi di abitudine degli ultimi anni con tassi di crescita significativi e costanti ormai di diverso tempo. Al contrario, il “braccio armato” di questo fenomeno – logistica e copertura dell’ultimissimo miglio – sono rimasti legati a modelli e a standard “pre-digitali,” Afferma Andrea Di Camillo, managing partner di P101. “Crediamo che Milkman, e lo sviluppo di prodotto cui la società sta lavorando, vada non solo a coprire questo gap evolutivo ma a trasformare una commodity a scarso valore aggiunto nel suo esatto opposto con prospettive interessanti per il futuro,” conclude Giuseppe Donvito, partner di P101.
“A renderci particolarmente fieri, oltre all’innovazione di servizio offerta, è il contributo in termini impatto ambientale garantito da Milkman: lo sviluppo vertiginoso di acquisti online rischia infatti, sul lungo periodo, di intasare i centri urbani. La possibilità che offre Milkman è infatti di consolidare le proprie consegne e programmarle in un’unica soluzione, allo stesso prezzo, evitando che decine di furgoni entrino in città, spesso col vano di carico semi-vuoto. La nostra flotta elettrica fa poi il resto,” ha dichiarato Antonio Perini, fondatore e CEO di Milkman.
Con questo investimento salgono a 22 le società nel portafoglio di P101.
P101 – Insightful Venture Capital
P101 è un fondo di venture capital specializzato in investimenti in società digital e technology driven. Nato nel 2013, con una dotazione corrente di 70 milioni di euro e 21 società in portafoglio, P101 si distingue per la capacità di mettere a disposizione degli imprenditori di nuova generazione, oltre a risorse economiche, anche competenze e servizi necessari a dare impulso alla crescita delle aziende. Il fondo, promosso da Andrea Di Camillo – 15 anni di esperienza nel venture capital e tra i fondatori di Banzai e Vitaminic – e partecipato da Azimut, Fondo Italiano di Investimento e numerosi investitori privati, collabora con i maggiori acceleratori privati, tra cui HFarm, Nana Bianca, Boox e Club Italia Investimenti. Tra le partecipate: ContactLab, Cortilia, Tannico, Musement e MusixMatch. Le società partecipate da P101 occupano oggi complessivamente oltre 400 risorse e generano un fatturato in costante crescita e già oggi superiore ai 40M annui. P101 prende il nome dal primo personal computer prodotto da Olivetti, negli anni ’60, esempio di innovazione italiana che ha lasciato il segno nella storia della tecnologia digitale.
Milkman
Milkman, un progetto che nasce da Antonio Perini, co-fondatore di Viamente e Cortilia e da Tommaso Baù, co-fondatore di Itecs, è un rivoluzionario servizio di Consegna a Domicilio per l’eCommerce, grazie al quale lo Shopper può scegliere la data (incluso il giorno stesso e il sabato) e l’orario della consegna (fino alle 22) direttamente nel checkout dell’esperienza d’acquisto online. Milkman governa la propria flotta di veicoli elettrici assicurando la presa presso il magazzino del merchant e le consegne agli utenti finali nella fasce orarie promesse. Pubblica inoltre frequenti aggiornamenti sull’orario di arrivo via SMS/email e grazie alla condivisione della posizione GPS del veicolo in tempo reale, rendendo la stima sull’ora di arrivo via via più precisa rispetto all’appuntamento originale. Durante l’attesa e in ogni momento lo Shopper può inoltre cambiare idea su luogo e ora di consegna, annullando o modificando l’appuntamento originale e usufruendo del servizio di giacenza senza costi aggiuntivi. Milkman offre appuntamenti anche per i resi e altri servizi aggiuntivi come il reso immediato e il conto visione. Il servizio – attivo per il momento solo a Milano – è studiato come strumento di ottimizzazione delle conversioni, competitività e soddisfazione del cliente.
Offerte di lavoro – 07 settembre 2016 (Project Ahead, startup, Supermercato24, Decathlon)
In questo post ho raccolto anche interessanti offerte di lavoro che ho intercettato sulla Rete.
PROJECT AHEAD is hiring an European Project Manager!
Project Ahead is a dynamic young organization which seeks to develop entrepreneurship and start ups, mainly in social fields or with a social impact, works to provide socially innovative solutions for our society and supports a wide range of public and private bodies and not for profit organizations such as cooperatives, associations, social enterprises, foundations etc…
We are a small dedicated team of six based actually in Naples and Rome looking for a new colleague to join us as European Project Manager, managing our projects funded by EU programs and writing new proposals for the next wave of EU funds. The role will encompass project management, new proposal writing and new business development in all the EU and national funds. You will be engaging with our international network of partners in EU and beyond, coming from social economy and social enterprise world besides wider stakeholders in policy, academia and industry.
This role could involve travels across Europe and a strong involvement in our incubating and accelerating activities to support new social businesses at our co-working space in Naples.
Person specification We are looking for someone who: Learns and takes responsibility quickly and proactively Is organized and able to manage a varied workload with competing priorities and pressures Will take responsibility for project applications and management, including financial aspects Is a strong communicator verbally and in writing Is fluent in English and at least one other European language Will demonstrate social and cultural sensitivity in engaging with beneficiaries, partners and stakeholders across Europe Has a good understanding of EU institutions and policies Brings at least 2 years of experience about EU programs and project cycle management or a specific high level training in the field Preferably has a knowledge of and insight into civil society, social innovation, social economy or social entrepreneurship Job description Your responsibilities will be to: Support the management of a portfolio of EU-funded projects Develop new projects and business, mainly in the areas of enterprise creation, social enterprise and social innovation Contribute to the projects and business fundraising Develop ideas and policies about young employment, self entrepreneurship, civil society, social economy and social enterprise Contribute to our communications, notably website, newsletter and social media Refer directly to the CEO Project portfolio Project Ahead is currently involved in various funded projects: ERASMUS FOR YOUNG ENTREPRENEURS SEED is the first pilot in EfYE program about Social enterprise and is actually among the few European projects focused on social fields. PJA is running all the exchanges from and to Campania region and is in charge of all those involved in social enterprise as the only project in the field in Italy; ELYSE is funded by the ERASMUS+ program and aims at creating an European network of social incubators with partners all over Europe to support the start up of social enterprise in EU; DIALOGUE2 is funded by the national department for Youth policies and aims at running in Naples the first Italian social incubator for multicultural businesses created by young migrants and young locals; CAUSE is funded by IPA program to support the start up of social cooperatives in Albania to manage assets confiscated to criminal organizations PORTICI CO-WORKING is funded by the local municipality and the regional government to create the first example of a co-working created by a local municipality in the region to support 10 entrepreneurial ideas proposed by young residents; OPEN SOURCE is a mentoring program for start-ups created by young immigrants We are also leading the Italian social innovation network (I-SIN) and are a founding member of the Global Social Entrepreneurship Network (GSEN).
Please send your covering letter and CV in a single PDF file to Marco Traversi, CEO, at segreteria@pja2001.eu.
The deadline for applications is 30th September. Interviews with potential candidates will be held in October. We are looking for candidates to start as soon as possible after appointment. The offices are located in Naples and Rome but the selected person will work in Naples and so candidates resident in Naples and in the surrounding area or fully available to move will be preferred. Salary, duration and job contract will be commensurate to the agreed working organization with a specific and flexible attention to the everyday needs of the selected person and to the effective job experience.
Startup early stage, con sede a Roma, operante nei servizi per la ristorazione, è in cerca di un programmatore per applicazione ibrida (full stack) da integrare nel team nella fase di collaudo dell’app.
E’ richiesta la conoscenza delle seguenti tecnologie:
-SQL
-PHP Frameworks (Zend/Laravel/Symfony)
-Python
-Javascript + jQuery
-Javascript Frameworks (Angular, React)
-Familiarità con il tool di revisione GIT
La risorsa ideale è la laureata in informatica o con cultura equivalente, ha un’elevata capacità di problem solving e propensione al teamworking. Il livello ideale di esperienza pregressa è da 1 a 3 anni. E’ apprezzata una buona conoscenza dell’inglese.
Contratto: Full time.
Retribuzione: €1.700 netti.
Altro: possibilità di ricevere 1/3% stock option + bonus.
Si richiede l’inoltro di un CV riassuntivo delle esperienze precedenti ed eventuali link di lavori svolti – theruleat@gmail.com
SUPERMERCATO24 – Senior Data Analyst
Job description
Supermercato24 è la startup della spesa on-line 100% italiana. Siamo nati nel 2014, l’anno successivo siamo stati nominati da Wired come una delle 10 startup più promettenti in Italia e nel 2016 abbiamo raccolto un finanziamento di 3 Milioni da due dei più importanti fondi italiani di Venture Capital.
Vogliamo cambiare il modo con cui i consumatori fanno la spesa on-line e restituire loro il bene più prezioso: il tempo. La nostra missione è portare la spesa nella case di tutti in modo veloce, preciso e puntuale!
Se sei una persona analitica, che non ha paura di sporcarsi le mani, prendersi grandi responsabilità e che ha urgenza di far succedere le cose, allora sei la persona giusta per noi e noi la startup giusta per te!
Chi cerchiamo
Per la nostra sede di Milano o Verona stiamo cercando un Senior Data Analyst a riporto diretto dell’amministratore delegato.
Avrai la responsabilità di identificare metriche, condurre rigorose analisi e dare raccomandazioni ai team di Supermercato24 su come migliorare i nostri processi e aumentare il nostro business. Ad esempio lavorerai con:
- Il team di Business Development identificando metriche e azioni per dare valore con i nostri partner commerciali
- Il team di Operations identificando metriche e azioni per ridurre i nostri costi e migliorare la qualità del servizio
- Il team di Prodotto indirizzando lo sviluppo delle funzionalità sulla base del comportamento del consumatore.
Dovrai essere in grado di relazionarti con tanti stakeholder sia interni che esterni (investitori, partner, etc) unendo forti capacità analitiche ad una ottima capacità di comunicazione e di sintesi.
Sarai responsabile di:
- Identificare le domande e i problemi più importanti su cui focalizzarti
- Condurre analisi quantitative che richiedono capacità di estrarre dati, analizzarli e tradurli in azioni e raccomandazioni
- Dare accesso ai dati ai tuoi stakeholder attraverso la creazione di dashboard, automatizzandole nel tempo. Gli Stakeholder comprendono i partner commerciali (industria e catene della grande distribuzione), il Board, gli investitori e i diversi team
- Aggiornare il Business Plan
- Mantenere e gestire il database di Business Intelligence (MySQL)
- Sviluppare e gestire progetti di Business Intelligence e migliorare gli attuali strumenti di BI e reportistica.
Requirements
Cosa devi avere:
- Laurea in discipline quantitative (Ingegneria, Informatica, Statistica, Economia, etc.)
- Esperienza nell’analisi di grandi dataset e nell’implementazione di progetti di Business Intelligence.
- Conoscenza avanzata di Excel obbligatoria.
- Conoscenza di database relazionali e capacità di data modelling.
- Forti capacità analitiche combinate con una grande attenzione al dettaglio.
- Eccellenti capacità di comunicazione e di sintesi.
- Conoscenza di SQL, Python (o altri linguaggi di programmazione object-oriented)
- Esperienze lavorative in startup di food/grocery delivery e la conoscenza di tecnologie di Machine Learning sono un forte plus.
Cosa ti offriamo:
- Salario negoziabile in base all’esperienza
- Stock Option
- Ambiente startup = zero burocrazia, tanta autonomia, responsabilità e impatto concreto sul prodotto e il successo di Supermercato24
- L’opportunità di costruire qualcosa migliorando la quotidianità di milioni di persone.
- La possibilità di sfidare a ping pong i tanti campioni del team (o almeno così dicono)
Glovo chiude un round di finanziamento da 5 milioni di euro per rafforzare la propria leadership nel Sud Europa
Glovo (www.glovoapp.com), il marketplace di consegne locali che consente agli utenti di acquistare e ricevere in 40 minuti tutti i prodotti migliori della città, annuncia di aver ottenuto un nuovo finanziamento da 5 milioni di euro. L’azienda, attiva in cinque grandi città del Sud Europa (Barcellona, Madrid, Valencia, Parigi e Milano), utilizzerà questi fondi per rafforzare la propria leadership all’interno dei tre Paesi in cui è già presente, continuando a sviluppare la sua piattaforma mobile e continuando a migliorare l’esperienza dei propri utenti.
Il round di finanziamento è stato guidato da importanti investitori quali Antai Venture Builder, (già finanziatori di Wallapop, CornerJob e Deliberry), Seaya Ventures, Entreé Capital (Snapchat, Postmates e Stripe), Caixa Capital Risk e Bonsai Venture Capital. Hanno inoltre preso parte altri investitori del settore digitale come Bernardo Hernández (investitore in Idealista, Google, Flickr, Fever) oltre agli attuali investitori (Zaryn Dentzel –Tuenti–, Félix Ruiz –JobandTalent–, Cube Investments e The Crowd Angel), e il sostegno dell’ENISA.
“Questo finanziamento rappresenta un passo importante per Glovo che si sta consolidando come leader nel settore della consegna immediata di qualsiasi prodotto all’interno delle città”, ha dichiarato Oscar Pierre, co-fondatore di Glovo, che ha aggiunto “sta diventando sempre più evidente come ormai le persone che abitano in una grande città stiano sviluppando uno stile di vita e di consumo basato sull’immediatezza e sul presupposto che ‘tutto sia consegnato oggi’. Vogliamo essere i leader di questa rivoluzione ed è questo il motivo per cui, nel giro di pochi mesi, saremo in grado di consegnare qualsiasi prodotto in soli 25 minuti e per un costo di delivery non superiore a €2.”
“Possiamo contare sulla collaborazione di fondi di investimento professionali e internazionali di provata solvibilità che hanno già dato il loro appoggio ad aziende innovative come Snapchat, Postmates, Stripe or Cabify, e che forniscono il supporto economico e le risorse di cui Glovo ha bisogno per mantenere la sua posizione di leader indiscusso del Sud Europa per quanto riguarda la consegna immediata attraverso una applicazione mobile”, afferma Gerard Olivé, co-fondatore e co-presidente di Glovo.
“Il round che stiamo annunciando oggi non solo dimostra la fiducia che i nostri partner hanno in un nuovo progetto che, in soli 18 mesi, è stato avviato ed è perfettamente funzionante, ma evidenzia anche la trasformazione del settore delivery, orientato sempre più alla completa customizzazione dell’ordine e immediatezza nella consegna”, sottolinea Sacha Michaud, co-fondatore di Glovo.
Secondo Miguel Vicente, co-fondatore e co-presidente, “Glovo ha riportato una crescita esponenziale nei tre Paesi in cui attualmente opera – Spagna, Italia e Francia -, con oltre 200.000 utenti attivi e 300 partner. L’obiettivo è quello di triplicare il volume di ordini nei prossimi 6 mesi. È quindi fondamentale investire nella tecnologia e poter contare sul sostegno di investitori esperti che possano contribuire a sostenere la crescita, l’innovazione e l’eccellenza deli nostri processi”.
Glovo permette ai suoi utenti di acquistare, ricevere e spedire in poco tempo tutto quello di cui hanno bisogno: il servizio è disponibile su iOS, Android e online dal sito glovoapp.com. In Spagna l’azienda si è posizionata come servizio indipendente, differenziandosi in tal modo dai più tradizionali servizi di messaggistica e app di food delivery. Solo il 50% degli ordini che Glovo riceve è legato al food, mentre l’altro 50% è rappresentato da ordini in diversi settori come elettronica, prodotti farmaceutici e piccoli rivenditori.
Attraverso l’app e la piattaforma, gli utenti possono contattare 24 / 7 i corrieri indipendenti (chiamati Glover), e questi, accettandoli, si mettono a disposizione per effettuare la commissione richiesta offrendo al cliente massima flessibilità.
A proposito di Glovo
Glovo è un’app che ti permette di acquistare qualsiasi prodotto e riceverlo in pochi minuti, ovunque. Il progetto nasce con l’obiettivo di trasformare il modo in cui gli utenti acquistano ciò di cui hanno bisogno attraverso l’ottimizzazione delle risorse e offrendo immediatezza. L’applicazione connette i clienti che vogliono acquistare, ricevere o andare a prendere un prodotto, con i fattorini disposti ad aiutarli in meno di 60 minuti. Ad oggi, il servizio è disponibile a Barcellona, Madrid, Valencia, Milano e Parigi.