Retail: Manhattan Associates svela i nuovi trend tecnologici 2018

Customer engagement evoluto, sistemi di pagamento mobili sempre più flessibili e nuove modalità di utilizzo dell’intelligenza artificiale, sono solo alcuni tra i nuovi trends di quest’anno  

 Manhattan Associates, Inc. (NASDAQ: MANH) svela le cinque tendenze tecnologiche che, nel corso del 2018, influenzeranno maggiormente il settore del retail e le strategie di business ad esso correlate:

 

  1. Maggiore personalizzazione dell’esperienza di acquisto
  2. Sistemi di pagamento mobili più flessibili
  3. Automazione sempre più integrata
  4. Reinvenzione dell’utilizzo delle tecnologie basate su intelligenza artificiale (AI)
  5. Utilizzo più ampio di soluzioni che migliorino il coinvolgimento dei dipendenti

 

“In un settore in rapidissima evoluzione, i retailer sono alla ricerca di nuovi modi per intercettare e soddisfare le aspettative, in continua crescita, dei consumatori”, ha osservato Craig Summers, Uk Managing Director di Manhattan Associates. “L’innovazione procede a ritmo sempre più veloce, e per questo prevediamo che, nel prossimo anno, i retailer arriveranno a raddoppiare gli investimenti per l’infrastruttura tecnologica”.

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  1. Maggiore personalizzazione dell’esperienza di acquisto

I consumatori dell’era digitale chiedono ai retailer esperienze di acquisto sempre più personalizzate. Secondo quanto dichiarato a The Wall Street Journal da Brendan Witcher, Principal Analyst di Forrester Research[1], “quasi il 90% delle aziende afferma di concentrarsi sulla personalizzazione della customer experience, ma solo il 40% dei clienti ritiene che le informazioni ricevute dai retailer siano effettivamente rilevanti per i propri gusti e interessi. Questo è anche comprensibile perché, fino ad ora, lo staff in-store e gli operatori al call center non erano in grado di offrire un’esperienza davvero personalizzata a causa dell’assenza di una visione omni-canale del cliente e del suo comportamento.

In futuro, le innovazioni tecnologiche consentiranno ai retailer di combinare dati non strutturati sulle conversazioni dei clienti con informazioni strutturate relative agli ordini, permettendo al personale di negozi e call center di migliorare il servizio. I retailer hanno a lungo dovuto faticare tra molteplici applicazioni e svariati punti di raccolta dei dati, senza avere una panoramica unica e completa sul cliente. Ora, ci si aspetta che i retailer riescano a sfruttare le nuove tecnologie per migliorare il customer engagement, parallelamente alla gestione degli ordini aziendali, trasformando così i dati raccolti in informazioni utili ai fini di sviluppare una migliore shopping experience omni-canale, in termini di personalizzazione e ottimizzazione, attraverso l’intero percorso del cliente.

2 Sistemi di pagamento mobili più flessibili

La previsione è che i retailer passino dai tradizionali sistemi fissi POS, a sistemi mobili più flessibili, come Apple Pay e altre innovative modalità di pagamento contactless, ormai sempre più utilizzate.

I consumatori desiderano infatti un approccio più fluido anche quando cercano consigli online o interagiscono con il personale in-store: non vogliono più essere limitati alle tradizionali modalità di acquisto. Si prevede quindi che i retailer richiedano sempre più nuovi sistemi POS mobili che consentano il pagamento in tutto il negozio e concentrino in un unico strumento la gestione dell’inventario, la ricerca, i consigli per l’acquisto e i dati dei clienti, potenziando il loro coinvolgimento grazie ad applicazioni rapide e di facile utilizzo.

  1. Automazione sempre più integrata

Negli ultimi anni i retailer hanno apportato significativi miglioramenti al livello di servizio e accelerato i flussi di merci, implementando sistemi avanzati per la gestione del magazzino (Warehouse Management System) e introducendo apparecchiature automatizzate all’interno dei magazzini. Ma il successo a lungo termine sta nel trovare il giusto equilibrio tra uomo e macchina, utilizzando un software centralizzato che sincronizzi sia il capitale umano che quello tecnologico.

Nei prossimi mesi i retailer non si limiteranno quindi ad accostarsi timidamente all’adozione di software per l’automazione del magazzino, ma dovranno condurre il processo dall’inizio alla fine. Dal momento che gli strumenti continueranno a evolversi nel corso degli anni, il software centralizzato che orchestra tutto ciò presente all’interno del magazzino – tecnologie, persone e processi – dovrà migliorarsi in parallelo. Questo è il motivo per cui i retailer stanno puntando su sistemi centralizzati basati su cloud, che possono essere continuamente aggiornati per restare al passo con l’innovazione.

  1. Reinvenzione dell’utilizzo delle tecnologie basate su intelligenza artificiale

Numerosi retailer hanno già iniziato a sperimentare l’utilizzo di intelligenza artificiale e chat-bot, con l’obiettivo di coinvolgere i consumatori e migliorare l’assistenza ai clienti. La previsione è che, nei prossimi mesi, i retailer sfruttino ulteriormente tecnologie di AI futuristiche, realtà virtuale e realtà aumentata, ampliando l’utilizzo pragmatico del machine learning all’interno delle proprie operazioni di logistica back-end. I sistemi per la gestione del magazzino progrediranno ancora di più nel corso del 2018, grazie alle funzionalità di apprendimento automatico: di conseguenza i retailer potranno ottimizzare il rilascio del lavoro a livello di magazzino e i tempi di esecuzione degli ordini dei clienti, massimizzando così la qualità del servizio e l’efficienza operativa.

  1. Utilizzo più ampio di soluzioni che migliorino il coinvolgimento dei dipendenti

I Millennial sono la nuova forza lavoro e moltissimi di loro hanno scelto il retail come settore professionale.  Ne consegue, per i retailer, un’interessante sfida in termini di engagement. Il coinvolgimento dei dipendenti richiede, oggi, un maggior numero di contenuti visivi e grafici, personali e digitali. Nel 2018 i retailer dovranno dunque andare oltre i tradizionali canali di engagement, per facilitare la condivisione di riflessioni e di reazioni, rendendola più creativa e intuitiva.

[1] Kapner, S. (2017, November 27). Retailers’ Emails Are Misfires for Many Holiday Shoppers. The Wall Street Journal.

In Innovazione Digitale il 17% del totale degli investimenti nel 2016, che vale meno dell’1% del fatturato

Tra i top retailer prevalgono le innovazioni di back-end (il 91% dei rispondenti ne ha implementata almeno una) come CRM e fatturazione elettronica, seguono le innovazioni di front-end in punto vendita (attivate nell’80% dei casi) trainate dai pagamenti innovativi.
Marketing e Vendite sono le funzioni più interessate dallo sviluppo, dalla ricerca e dal potenziamento di professionalità legate all’innovazione digitale: l’eCommerce Manager è considerato indispensabile per 6 aziende su 10. 

Costi elevati e mancanza di competenze interne frenano l’innovazione dei medio-piccoli retailer:
 6 su 10 sono presenti sul web, ma solo il 15% ha un sito di eCommerce. Tra i piccoli retailer che vendono online, i ricavi via eCommerce crescono del 10% e valgono tra l’1 e il 5% del fatturato.

I top retailer italiani sono consapevoli che per affrontare le nuove sfide è  necessario un disegno complessivo di trasformazione. Tuttavia il 65% è frenato dall’assenza di una chiara strategia di innovazione digitale nei confronti di temi come la digitalizzazione del consumatore, la complessità crescente dei processi e la competizione delle Dot Com, anche se 3 su 4 si dichiarano al lavoro per definirla.
L’assenza di una chiara strategia si traduce in un livello di investimento inadeguato: anche se registra una crescita interessante, passando dal 15% del totale degli investimenti annuali nel 2015 al 17% nel 2016, la spesa in digitale dei top retailer è ancora inferiore a un punto percentuale del fatturato.
Queste alcune delle evidenze emerse dall’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano* e giunto alla sua terza edizione.


“In un contesto di domanda complessivamente stagnante, il futuro dei retailer italiani è legato alla capacità di individuare target e strategie, muovendosi sul piano dell’efficienza e su quello della bontà del servizio ai clienti finali. Sono sostanzialmente gli stessi problemi che stanno affrontando i retailer tradizionali di tutte le economie avanzate, con la differenza – rispetto non solo agli Stati Uniti ma anche a molti Paesi europei – che la nostra distribuzione è estremamente frazionata e che le nostre imprese maggiori sono piccole.”
afferma Alessandro Perego, Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, “Sia l’efficienza sia la bontà del servizio offerto al cliente possono trarre notevoli giovamenti dalla digital transformation: una trasformazione che ha speranze di successo solo se non è vissuta come un’operazione meramente tecnica, da delegare agli specialisti dell’IT, e che spesso richiede la presenza di un ecosistema di imprese – solitamente startup per la novità dei compiti svolti – in grado di svolgere quelle funzioni di servizio che il retailer non può sviluppare in casa, perché non ne ha le competenze e/o le convenienze.”


L’Osservatorio ha condotto una survey sui top retailer italiani (i primi 300 retailer per fatturato, presenti in Italia con negozi fisici) analizzandone la maturità digitale attraverso lo studio del livello attuale di adozione e dell’intenzione di adozione futura delle tre principali categorie di innovazioni: nel back-end (processi di interazione retailer-fornitori o processi interni del retailer), nella customer experience in punto vendita e a supporto dell’omnicanalità.


Le innovazioni digitali nel back-end sono le più diffuse e consolidate tra i top retailer italiani: il 93% del campione ne ha adottata infatti almeno una. Gli investimenti nel 2016 sono stati maggiormente focalizzati su soluzioni di CRM (25% del campione), soluzioni a supporto della fatturazione elettronica e dematerializzazione (19%), sistemi ERP (18%), sistemi di business intelligence analytics (18%) e soluzioni per incrementare le performance di magazzino, come il voice picking (16%).

Per il 2017, oltre il 40% dei top retailer dichiara un potenziale interesse di investimento in sistemi per il monitoraggio dei clienti in negozio (attraverso telecamere e sensori), sistemi di tracciamento dei prodotti lungo la supply chain (attraverso RFId) e soluzioni di intelligent transportation system.


L’80% del campione di top retailer ha sviluppato almeno una innovazione digitale nel front-end a supporto della customer experience in punto vendita. Le soluzioni su cui si sono concentrati maggiormente gli investimenti nel 2016 sono sistemi per l’accettazione di pagamenti innovativi (22%), sistemi per l’accettazione di couponing e loyalty (19%) chioschi, totem e touchpoint (15%), sistemi di cassa evoluti e Mobile POS (15%) e digital signage e vetrine intelligenti (13%).


Per quanto riguarda l’omnicanalità, infine, la quasi totalità dei retailer utilizza i canali digitali per supportare le fasi di pre-vendita o post-vendita, o per abilitare la vendita. Più precisamente, l’88% dei retailer (era l’80% nel 2015 e il 65% nel 2014) è presente sia online sia su mobile, mentre il 10% è presente solo online e l’1% solo su mobile.

Sull’online, il 35% del campione ha sviluppato un sito istituzionale per supportare il pre e post-vendita, mentre il 65% (era il 61% nel 2015) ha un sito di eCommerce per vendere online. Sul mobile, il 34% del campione ha un’iniziativa, App o Mobile site, per offrire funzionalità nel pre e post-vendita e il 55% (era il 42% nel 2015) ha un’iniziativa di Mobile Commerce.


“All’interno del negozio, l’attenzione per il futuro è focalizzata su innovazioni volte a rendere il processo di acquisto più personale, ossia più rispondente alle esigenze del singolo cliente, e più esperienziale, ossia indirizzato a stupire.” afferma Valentina Pontiggia, Direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail del Politecnico di MilanoOltre Il 55% dei retailer dichiara infatti di voler investire nel 2017 in sistemi di indoor positioning, digital signage e vetrine intelligenti, specchi e camerini smart, tecnologie basate sulla realtà aumentata e stampanti 3D. Il successo dell’eCommerce e l’aumento della competizione da parte delle Dot Com costringono poi a una riflessione più profonda sul ruolo futuro dello store in ottica omnicanale”.


Nuove professionalità legate all’innovazione digitale
Tra le sfide da affrontare nei prossimi anni attraverso l’innovazione digitale i retailer intervistati segnalano la capacità di ingaggiare e fidelizzare maggiormente i propri clienti (54% del campione), il miglioramento della customer experience in negozio (40%), l’integrazione del negozio fisico e del sito eCommerce (36%) e l’estensione del mercato potenziale attraverso l’omnicanalità (25%). Sono quindi il Marketing e le Vendite le funzioni più interessate dallo sviluppo, ricerca e potenziamento di professionalità legate all’innovazione digitale.


Tra le figure oggi più ricercate, quella ritenuta più indispensabile da oltre il 60% dei top retailer è l’eCommerce Manager, incaricato del funzionamento dell’online store e della sua integrazione con i canali tradizionali.” afferma Valentina Pontiggia, Direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail. “Seguono con il 55% il CRM Specialist/Manager, impegnato nelle strategie di customer retention & Loyalty, e il Digital Officer, responsabile della digital transformation. Sono ritenuti importanti anche il Digital Marketing Specialist/Manager (54%), il Customer Analytics Specialist/Manager (53%), il Social Media Specialist/Manager (46%) e il Digital Communication Specialist/Manager (42%), ossia tutte le figure che gestiscono e ottimizzano le strategie e le performance legate ai canali web/social dell’azienda”.


I medio-piccoli retailer italiani
L’introduzione di innovazione digitale è una priorità per due su tre dei medio-piccoli retailer intervistati. Tuttavia, come per i top retailer, l’incidenza dell’investimento in innovazione digitale è limitata a pochi decimi di punto percentuale del fatturato generato: circa lo 0,2% o lo 0,3% sopratutto a causa dei costi elevati e della mancanza di competenze interne.


Le innovazioni digitali nel back-end sono le più diffuse e consolidate: il 91% del campione ha sviluppato almeno un’innovazione in questi processi, prevalentemente sistemi di comunicazione via web con i fornitori, fatture e bolle elettroniche e sistemi gestionali basati su supporti elettronici.


Il 90% dichiara di aver investito nel miglioramento della customer experience in punto vendita: pubblicizzando la propria attività tramite un canale innovativo (sistemi di pubblicità via web, email, Sms o Social Network), installando sistemi di cassa evoluti e Mobile POS o attivando sistemi promozionali via Sms o coupon digitali, adottando sistemi di sales force automation o installando chioschi, totem o touchpoint all’interno del punto vendita.
Il 61% ha infine abilitato innovazioni a supporto dell’omnicanalità. 6 rispondenti su 10 sono presenti sul web, con una scheda di descrizione su un portale online (13%), con un sito informativo (35%) o con un sito eCommerce (15%). 2 rispondenti su 10 hanno sviluppato un’iniziativa sul mobile e altri 2 su 10 stanno pensando di realizzarla a breve. Per i medio-piccoli retailer con un sito eCommerce, le vendite online incidono tra l’1% e il 5% del fatturato online e nella maggior parte dei casi crescono rispetto al 2015 con un tasso superiore al+10%. Iniziano inoltre ad essere offerti anche dai medio-piccoli retailer servizi omnicanale “evoluti” come il click&collect (50% dei rispondenti con eCommerce) e il reso in negozio (25%).


*L’edizione 2016 dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail è realizzata con il patrocinio di CONFESERCENTI e Federdistribuzione e con il supporto di Di.Tech, EY, GS1 Italy, Hewlett Packard Enterprise – Intel, HYPE Gruppo Banca Sella, Ingenico Italia, Olivetti, Paypal, TESISQUARE Retail, Toshiba Global Commerce Solutions, Vodafone Italia; Cloud4Wi, Intesa Sanpaolo, Poste Italiane, Praesidium, SIA, Tyco.

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