LeasePlan e Uber entrano in una collaborazione pan-europea

LeasePlan, multinazionale leader nella gestione delle flotte aziendali e nelle soluzioni per la mobilità e Uber, azienda leader di ride-sharing, amplieranno l’attuale collaborazione in Portogallo, Francia e Paesi Bassi a un livello paneuropeo. Le società hanno firmato un memorandum d'intesa che afferma che LeasePlan renderà disponibile una soluzione completa di noleggio a lungo termine ai partner-conducenti Uber in tutta Europa. La proposta Uber di LeasePlan consiste in un ampio pacchetto di servizi, dalle riparazioni e la manutenzione fino all’assicurazione – che consente agli automobilisti Uber di concentrarsi sul proprio core business.
Il Ride-sharing consente alle persone in tutto il mondo di usufruire di un trasporto in un modo sicuro, conveniente e affidabile. Questo nuovo sviluppo ha un notevole impatto sul miglioramento della mobilità in tutto il mondo. Uber, attiva in oltre 100 città in Europa, è la forza trainante dietro questa tendenza e ha identificato LeasePlan come fornitore di veicoli di locazione per i conducenti che desiderano accedere a opportunità economiche attraverso la app Uber. "Ogni settimana, Uber collega decine di migliaia di conducenti in tutta Europa offrendo opportunità economiche con il semplice tocco di un pulsante. Ma a volte l'accesso a una macchina può essere difficile. Con questa partnership, vogliamo assicurare ai conducenti di essere in grado di ottenere le migliori offerte sul mercato e rendere la guida con l'applicazione Uber più semplice possibile", afferma Pierre-Dimitri Gore-Coty, Responsabile EMEA di Uber.
La crescente popolarità della mobilità on-demand sta portando a opportunità di crescita significative per LeasePlan. L’azienda è ben posizionata per diventare leader nella fornitura di servizi di gestione flotte per il settore ride-hailing. "Il core business di Uber consiste nel connettere i conducenti con i passeggeri attraverso una tecnologia avanzata", dice Tex Gunning CEO di LeasePlan. "Fornire le auto e il loro mantenimento su strada è la nostra expertise, quindi siamo molto ben posizionati per aiutare i conducenti a soddisfare le loro necessità”.
In Portogallo, centinaia di conducenti che usano la app Uber hanno già preso a noleggio un veicolo LeasePlan. In Francia e nei Paesi Bassi la collaborazione tra LeasePlan e Uber è appena iniziata. Nel corso del 2017 anche i partner-conducenti in 23 paesi europei saranno in grado di beneficiare delle soluzioni di mobilità senza pensieri di LeasePlan.
———- Messaggio inoltrato ———-
Da: "LPIT-Ufficio Stampa/LPIT/LeaseNotes" <ufficiostampa@leaseplan.it>
Data: 27 mar 2017 10:09
Oggetto: Comunicato Stampa – LeasePlan e Uber entrano in una collaborazione pan-europea
A:
Cc: "Gianpiero De Nigro" <gianpiero.denigro@gmail.com>

Gentili,

trovate in allegato il testo del comunicato stampa relativo alla collaborazione pan-europea tra LeasePlan e Uber, corredato da una foto.

 

Siamo a disposizione per ogni approfondimento

 

 

Ufficio Stampa | LeasePlan Italia SpA

 

GDN Marketing & Comunicazione

Gianpiero De Nigro Tel. +39 338 1709056

e-mail: ufficiostampa@leaseplan.it

 

  

 

 


Per favore tieni in considerazione l’ambiente prima di stampare questa e-mail.

Il contenuto di questo messaggio (inclusi eventuali allegati) è confidenziale e può essere privilegiato. È inteso per l’esclusivo utilizzo del previsto destinatario e pertanto ne è proibito l’uso e la diffusione da parte di chiunque altro. Se lo avete ricevuto per errore si prega di avvisare via e-mail il mittente e di eliminare il messaggio. Grazie per la cooperazione.

LeasePlan è impegnata nel proteggere la Privacy delle informazioni personali da noi raccolte e processate. Se desideri avere maggiori dettagli sul nostro modo di trattare i dati personali, per favore leggi la nostra Informativa sulla Privacy presente sul nostro sito www.leaseplan.it.
__________________________________________________________________________________

Please consider the environment before printing this e-mail.

This message (including any attachments) is confidential and may be privileged. Use or disclosure by anyone other than an intended addressee is prohibited. If you received this message in error, please notify the sender by reply e-mail and delete this message. Thank you for your cooperation.

LeasePlan is committed to protecting the privacy of personal information collected and processed by us. If you would like to know about our privacy practices in more detail, please read our Privacy Statement on www.leaseplan.it.

La sopravvivenza delle banche nell’era digitale

 A cura del fondo VC P101

in collaborazione con Antonio Lafiosca, Socio e Chief Operating Officer di BorsadelCredito.it

 

Nel 2016 le start-up del Fintech hanno raccolto dal mondo del venture capital 12,7 miliardi di dollari in 836 operazioni. In Europa, il 2016 è stato l’anno di maggior attività, con 1,2 miliardi di dollari raccolti per 179 deal, vale a dire +11% sull’anno precedente e +124% negli ultimi 5 anni.

 

Questo successo non è casuale: gli investitori sanno che sempre più consumatori preferiscono rivolgersi ai nuovi player, che mettono a disposizione del mercato un vasto assortimento di prodotti innovativi plug-and-play, multicanale e soluzioni bancarie facili da usare tra cui portafogli digitali, gestione patrimoniale, prestito e pagamento peer-to-peer. Tanto che le banche, anche se tradizionalmente considerate pioniere dell'automazione dei processi, oggi rischiano di restare indietro nel panorama dei servizi finanziari, sempre più digitalizzato e orientato verso un approccio customer-centred.

 

La disintermediazione in atto dell'attività bancaria tradizionale da parte della finanza tecnologica sta costringendo le banche a reinventare i loro servizi, andare incontro alle aspettative del consumatore e avvicinarsi, in qualche modo, al Fintech. Infatti, secondo l’Osservatorio Digital Finance del Politecnico di Milano, ben il 60% delle startup fintech internazionali fornisce servizi di banking (lending, conti bancari, pagamenti), il 19% si occupa di servizi di investimento, il 5% di servizi assicurativi ed il restante 16% di altri servizi (marketing, big data, security, ecc.). Non solo: la categoria banking ha ricevuto il 73% dei 26 miliardi di finanziamenti arrivati complessivamente al settore, e di questa cifra il 60% è dedicato al Lending&Financing (circa 15 miliardi).

 

Insomma, il futuro del banking tradizionale – che arranca tra margini sempre più risicati e requisiti di capitale sempre più stringenti – passa per la finanza tecnologica: è il modo di fare banca, il modo di servire i clienti, il funzionamento dei propri processi operativi che richiede un ripensamento in chiave digitale… pena l’uscita dal mercato. Sì, perché il 95% di queste società si rivolge direttamente al consumatore o a un’azienda – a un cliente finale, insomma – ponendosi come una concreta alternativa alla banca tradizionale, e solo il 5% si pone come un fornitore o un collaboratore degli istituti bancari.

 

Ma questi ultimi non devono disperare: già oggi, una start-up su tre ha avviato almeno una partnership con una banca con vantaggi reciproci – ovvero, per la banca la capacità di innovarsi più rapidamente testando nuove strade con investimenti limitati, per la start up la possibilità di operare sfruttando la rete fisica sul territorio della banca o le sue grandi moli di dati in maniera nativa. Ma saranno in grado, le banche, che hanno sempre gestito i loro servizi end-to-end, integrando esperienza, processi e prodotti, di adattarsi al cambiamento? Per realizzare queste collaborazioni, devono essere disposte a condividere con i partner digitali i loro dati e affiliarsi a piattaforme su cui non hanno il controllo diretto della relazione con i clienti o della customer experience.

 

Una cosa è certa: se la convergenza in atto tra FinTech e banche tradizionali dovesse continuare, come pensano BorsadelCredito.it e P101, porterebbe ad una fruttuosa e positiva condivisione della tecnologia, dei talenti e del know-how. Quindi, le banche tradizionali e le società di servizi finanziari che sapranno sfruttare l’opportunità e creare partnership con i nuovi player non soccomberanno sotto il peso dell’innovazione fintech, anzi, ne potranno beneficiare: grazie a loro riusciranno a colmare le lacune critiche nel loro portafoglio, raggiungere i segmenti di pubblico meno serviti, e fornire al cliente un’esperienza migliore, a costi ridotti.

 

P101 – Insightful Venture Capital

P101 è un fondo di venture capital specializzato in investimenti in società digital e technology driven. Nato nel 2013, con una dotazione corrente di quasi 70 milioni di euro e 26 società in portafoglio, P101 si distingue per la capacità di mettere a disposizione degli imprenditori di nuova generazione, oltre a risorse economiche, anche competenze e servizi necessari a dare impulso alla crescita delle aziende. Il fondo, promosso da Andrea Di Camillo – 15 anni di esperienza nel venture capital e tra i fondatori di Banzai e Vitaminic – e partecipato da Azimut, Fondo Italiano di Investimento e European Investment Fund, collabora con i maggiori acceleratori privati, tra cui HFarm, Nana Bianca, Boox e Club Italia Investimenti. Tra le partecipate: ContactLab, Cortilia, Tannico, Musement e MusixMatch. Le società partecipate da P101 occupano oggi complessivamente oltre 500 risorse e generano un fatturato in costante crescita e già oggi superiore agli 80M annui. P101 prende il nome dal primo personal computer prodotto da Olivetti, negli anni ’60, esempio di innovazione italiana che ha lasciato il segno nella storia della tecnologia digitale.

2017_03_23_P101_NFTP_Insiders-Opinion_La-sopravvivenza-delle-banche-nellera-digitale.pdf

Facebook introduce le Reazioni e Menzioni su Messenger

Introduzione delle Reazioni e delle Menzioni su Messenger 

Di Drew Moxon, Product Manager, Messenger

Messenger è un fantastico strumento per comunicare con una persona o con un gruppo di persone. Oggi Facebook presenta due nuovi aggiornamenti che miglioreranno le conversazioni di gruppo in modo da renderle più organizzate, efficienti e divertenti.


Reazioni di Messenger


Le Reazioni di Messenger offrono la possibilità di rispondere ad un messaggio con una specifica emozione, condividendo istantaneamente una reazione divertente. Per esempio, se qualcuno invia una foto del suo cucciolo, sarà possibile rispondere con la reazione “Love”. Oppure, se qualcuno sta organizzando una cena, sarà possibile rispondere con le reazioni “Sì” o “No” per indicare la propria preferenza.

 

Per aggiungere una Reazione, seleziona il messaggio e scorri per scegliere una Reazione tra Love, Smile, Wow, Sad, Angry, Sì e No.

 

Potrai vedere come le persone hanno reagito ad un messaggio nell’angolo inferiore di questo. Inoltre, vedrai le Reazioni maggiormente selezionate dai membri della chat con accanto il numero che indica quante persone hanno reagito nello stesso modo. Premendo sulle emojis vedrai come i membri della conversazione hanno reagito.

Quando qualcuno reagisce ad un tuo messaggio, aprendo la conversazione vedrai una piccola animazione che te lo segnalerà.



Inoltre, se non hai aperta l’applicazione di Messenger, riceverai una notifica che ti indicherà chi ha reagito al tuo messaggio e come.


 

Le Reazioni di Messenger utilizzano le emoji e funzionano sia su chat private con una persona che su conversazioni di gruppo. Possono essere utilizzate per commentare qualsiasi messaggio – un testo, uno sticker, video, GIFs e anche altre emoji.

Menzioni su Messenger

 

Le Menzioni sono uno strumento utile per interagire direttamente con una persona quando questa viene menzionata in una conversazione. Per menzionare qualcuno, digita il simbolo “@” o inizia a scrivere le prime lettere del nome o del nickname della persona a cui vuoi inviare una notifica e selezionala dalla lista.

Quando il messaggio è stato inviato, apparirà con un testo evidenziato così che gli altri membri della chat di gruppo lo possano vedere.


 

Quando qualcuno viene menzionato, invece di vedere solamente che qualcuno ha risposto al suo messaggio nella conversazione, riceverà un nuovo tipo di notifica che lo avviserà di essere stato citato in una chat. In questo modo, è davvero facile inserirsi nella conversazione per fornire immediatamente una risposta.


Tutti i membri della chat possono vedere la Menzione e tutti ricevono una notifica proprio come accadeva prima, ma solo la persona menzionata nella chat di gruppo riceve l’avviso di essere stata citata. È possibile disattivare queste notifiche in qualsiasi momento.

 

Le Reazioni e le Menzioni saranno disponibili anche per la Work Chat su Workplace, la piattaforma globale di Facebook che permette alle aziende di collaborare al meglio.

 

Per ulteriori informazioni, visita l’Help Center qui e qui.

 

Materiali ad uso stampa disponibili ai seguenti link:

§  Reaction 1

§  Reaction 2

§  Reaction 3

§  Reaction 4

§  Mention  

 

 

Cebit 2017: Huawei lancia la soluzione STaaS per un più agevole passaggio al Cloud

Huawei ha presentato la sua nuova soluzione Storage as a Service (STaaS) al CeBIT 2017. La soluzione è in grado di offrire servizi di storage in maniera coerente sia on-premise sia off-premise e di gestire i dati e le operazioni in modo intelligente per supportare le aziende nel loro percorso di migrazione verso il cloud, proteggendo al contempo una mole di dati sempre più imponente.

 

Huawei  presenta la soluzione STaaS al CeBIT 2017

 

L’era digitale in cui viviamo sta creando un enorme volume di dati aziendali alimentato dall’affermarsi di tecnologie quali Internet of Things, big data, analytics, mobility e social media. Per far fronte a questa esplosiva crescita della quantità di dati, le aziende hanno la necessità di trovare soluzioni gestionali e di storage efficaci, eliminando eventuali complessità e costi e preparandosi ad adottare il cloud.

 

La soluzione STaaS gestisce, SAN, NAS, oggetti, e altre apparecchiature di storage in una architettura unificata, per supportare un approccio ‘Data on Demand’. Il consolidamento degli asset di storage in pool di risorse, l’allocazione on-demand, e dunque un migliore utilizzo delle risorse, consentono alle aziende di ridurre il TCO del 20%. Inoltre, “cataloghi” di servizi self-service, un elevato livello di automazione nell’allocazione delle risorse, capacità predittive e un supporto al processo decisionale sono integrati al fine di migliorare di oltre il 50% l'efficienza di gestione dei dati.

 

La soluzione introduce un’architettura unificata che consente agli utenti di accedere a un ricco catalogo di servizi e SLA, offrendo allo stesso tempo un’esperienza sia on-premise sia off-premise e permettendo un’agevole migrazione verso il cloud. Le aziende possono anche evitare i vincoli derivanti da specificità dei singoli vendor usufruendo di un‘architettura aperta che sottenda un elevato livello di collaborazione all’interno di un solido ecosistema.

 

Il report 2016 di Gartner relativo ai General-Purpose Disk Arrays, vede Huawei classificarsi come leader nel Magic Quadrant con quasi 7.000 clienti in tutto il mondo che hanno scelto le sue innovative soluzioni per soddisfare le loro complesse esigenze in ambito storage.

 

Meng Guangbin, Presidente IT Storage Product Line di Huawei, ha commentato: “Poiché il processo di adozione del cloud si sta velocizzando, senza alcun dubbio i servizi IT diventeranno una parte sempre più importate delle operazioni di data center. La nostra soluzione STaaS consolida le risorse on- e off-premise e offre servizi di storage dei dati standardizzati, automatizzati e on-demand per agevolare la trasformazione cloud delle aziende”.

 

Gli array all-flash si stanno affermando tra molte delle aziende che vogliono costruire le proprie piattaforme cloud e i sistemi di servizio base. Nel corso del lancio di StaaS, Huawei ha presentato la soluzione all-flash OceanStor Dorado V3, realizzata per gestire ingenti quantità di dati con tempi di risposta inferiori ai 500μs con i più alti livelli di performance e con il 99,999%, di affidabilità, capaci di soddisfare le esigenze di storage delle aziende nell’era digitale.

 

Ulteriori dettagli sono disponibili al link seguente: http://e.huawei.com/us/products/cloud-computing-dc/storage/unified-storage/dorado-v3.

 

CeBIT 2017 si tiene presso l’Exhibition Center di Hannover dal 20 al 24 marzo 2017. Lo stand C30 di Huawei è situato all’interno del Padiglione 2. Ulteriori informazioni sono disponibili all’indirizzo: http://e.huawei.com/topic/cebit2017-en/index.html.

2017.03.22-Cebit-2017-Huawei-lancia-la-soluzione-STaaS-per-un-più-agevole-passaggio-al-Cloud.docx

Huawei al CeBIT 2017 insieme a 100 partner per promuovere la Digital Transformation


Huawei al CeBIT 2017 insieme a 100 partner per promuovere la Digital Transformation

                         

All’edizione 2017 di CeBIT che si tiene dal 20 al 24 marzo, Huawei presenta, insieme a 100 partner, strategie e soluzioni ICT all’insegna del tema “Leading New ICT, The Road to Digital Transformation”. Presso lo stand C30 – uno spazio di 3.500 metri quadrati situato all’interno del Padiglione 2 del Centro Espositivo di Hannover – Huawei introduce innovative soluzioni ICT, attraverso aree espositive dedicate al business, alla tecnologia e all’ecosistema, e condivide best practice di trasformazione digitale e metodologie volte a supportare clienti e partner in tutto il mondo nel percorso di evoluzione digitale del loro business.

 

La strategia e gli obiettivi di Huawei Enterprise Business Group sono allineati con il tema dell’edizione 2017 di CeBIT “d!conomy – no limits”, che offre ai decisori un orientamento sulla gestione economica e pubblica, sulla società digitale e sulla digital transformation.

 

Huawei al CeBIT 2017

 

 

Piattaforma ed ecosistema, le due forze che guidano la Digital Trasformation

Il business di Huawei Enterprise si fonda su una profonda comprensione della trasformazione digitale del settore e, in linea con questa visione, l’azienda ha svelato a CeBIT la sua strategia “Piattaforma + Ecosistema”.

 

Yan Lida Presidente di Huawei di Enterprise Business Group, ha dichiarato: “Il posizionamento di Huawei è dettato dalla volontà di porsi come miglior partner per realizzare una società digitale e  promuovere uno sviluppo sociale intelligente e la trasformazione digitale dell’industria. Proponiamo una strategia basata sul binomio 'piattaforma + ecosistema', che prevede ingenti investimenti nelle nuove tecnologie, quali cloud computing, Internet of Things (IoT), Big Data, mobile broadband e SDN, per la creazione di una piattaforma ICT infrastrutturale aperta, flessibile, agile e sicura. Costruendo un ecosistema vincente per tutti gli attori coinvolti e collaborando ampiamente con i nostri partner, stiamo aiutando i nostri clienti a cogliere con successo le opportunità offerte dalla trasformazione digitale”.

 

Diana Yuan, Presidente del Marketing and Solutions Sales Department di Huawei Enterprise Business Group, ha commentato: “La nostra ‘piattaforma’ enfatizza la sinergia cloud-pipe-device, mentre il nostro ‘ecosistema’ pone il cliente al centro e ha come obiettivo la creazione di un ambiente che promuova lo sviluppo sostenibile e dal quale tutti possano trarre beneficio. Huawei desidera implementare la strategia ‘Piattaforma + Ecosistema’ e lavorare a stretto contatto con clienti e partner per aiutarli ad accogliere l’era digitale grazie alla nostra solida esperienza e forte competenza acquisite nel corso del nostro personale processo di trasformazione digitale”.

 

In occasione di CeBIT 2017, Huawei lancia anche il Global OpenLab Program con lo scopo di promuovere l’adozione della strategia "Piattaforma + Ecosistema" e riunire i principali partner per la formazione di competenze volte a innovare soluzioni per settori specifici. Il Programma mira anche alla creazione di un ecosistema ICT che favorisca lo sviluppo delle future società intelligenti. Huawei intende aprire 15 nuovi OpenLab nei prossimi tre anni, con un investimento complessivo di 200 milioni di dollari. Entro il 2019, Huawei potrà così contare su 20 OpenLab in tutto il mondo.

 

 

“Business”, “Technologia”, “Ecosistema”: Huawei presenta nuove infrastrutture ICT insieme a 100 partner

Nelle aree espositive “Business”, “Technology”, ed “Ecosystem” Huawei presenta prodotti e soluzioni ICT e casi di successo. L'area “Business” presenta soluzioni in grado di supportare la trasformazione digitale dei clienti in sette settori tra cui smart city, finanza, manifatturiero, energia, trasporti, media e ISP. L'area “Technology” presenta la nuova infrastruttura ICT di Huawei basata sulla sinergia “cloud-pipe-device” che integrano sette tecnologie di base tra cui IoT (con sicurezza), open cloud, infrastruttura data center, reti all-cloud-based (con sicurezza), cloud communication, wireless enterprise e servizi. Lo stand espone anche i risultati della cooperazione di Huawei con oltre 100 partner, tra cui aziende leader come SAP, Accenture, Infosys, T-Systems, KUKA, Esagono, Thales, Alstom e Siemens, per la realizzazione di un ecosistema sostenibile.

 

Annunci di partnership e condivisione di metodi e pratiche per la Digital Transformation

Oltre un terzo delle aziende Fortune 500 hanno scelto Huawei come partner per la loro trasformazione digitale e oltre il 40% di queste rientra tra le prime 100 al mondo. Al CeBIT 2017, Huawei annuncerà soluzioni congiunte insieme ai propri partner e condividerà casi di successo:

 

·         In ambito smart city, Huawei e Veolia stanno sviluppando una soluzione di gestione delle alluvioni basata su NB-IoT per impostare scientificamente le misure di emergenza. Huawei e Frequentis stanno lavorando insieme allo sviluppo di un ecosistema aperto di soluzioni di pubblica sicurezza per città più sicure. Huawei e Honeywell stanno infine lanciando una soluzione “smart building” per la gestione intelligente degli edifici e la riduzione del consumo energetico.

·         Nel settore finanziario, Accenture presenterà una soluzione Big Data basata sulla piattaforma Big Data di Huawei. Huawei e Infosys presenteranno invece Finacle@Kunlun, una soluzione per aiutare le banche a ricostruire le applicazioni di infrastruttura IT e di livello superiore.

·         Nel settore dell'energia, Huawei e SAP lanceranno una soluzione Advanced Metering Infrastructure (AMI). Grazie alla collaborazione con la State Grid Tianjin Electric Power Company, Huawei presenterà una soluzione di rete wireless di alimentazione che aiuterà le aziende del settore a implementare la distribuzione di energia automatizzata e le misurazioni intelligenti.

·         Nel settore dei trasporti, Huawei e Indra sigleranno un Memorandum of Understanding di cooperazione globale basata sulla piattaforma R&D di Huawei per lo sviluppo congiunto di nuove soluzioni ICT che favoriscano l’espansione del mercato.

·         Nell’ambito del cloud pubblico, i clienti che stanno utilizzando la Open Telekom Cloud sviluppata congiuntamente da Huawei e Deutsche Telekom ne condivideranno le più recenti applicazioni. Ad esempio il CERN (European Organization for Nuclear Research), racconterà la propria esperienza di applicazione di questa soluzione nell’ambito del  progetto Helix Nebulae Science Cloud. Infine SLV, il produttore tedesco di sistemi di illuminazione, annuncerà l’implementazione di una piattaforma IoT basata su Open Telekom Cloud e progetti di smart home.

 

In futuro, Huawei continuerà a contribuire alla creazione di un ecosistema sostenibile e a investire nel settore attraverso nuove partnership strategiche, comunità open source e piattaforme per sviluppatori. Così Huawei conferma il proprio impegno a costruire una comunità attiva nello sviluppo di innovazione a vantaggio di tutti i partner coinvolti.

 

Il CeBIT 2017 si tiene dal 20 al 24 marzo presso l’Exhibition Center di Hannover. Lo stand Huawei si trova nella Hall2 all’interno del padiglione C30. Per ulteriori informazioni: http://e.huawei.com/topic/cebit2017-en/index.html.

Nasce la Motorvehicle University of Emilia-Romagna, hub di formazione d’eccellenza per talenti da tutto il mondo

Due nuovi corsi di laurea magistrale in Advanced Automotive Engineering  e Advanced Automotive Electronic Engineering prepareranno i giovani più motivati e di talento dall’Italia e da tutto il mondo.

Il progetto voluto dalla Regione Emilia-Romagna nasce dalla collaborazione tra le Università di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia, e Parma e le aziende automotive più prestigiose a livello mondiale con sede nel territorio:

Automobili Lamborghini, Dallara, Ducati, Ferrari, Haas F1 Team, Magneti Marelli, Maserati e Toro Rosso.

Un intero territorio fa squadra in nome della ricerca, dell’innovazione e dello sviluppo tecnologico, con un obiettivo: crescita e occupazione

 

#MOTORCALL4TALENT  

I giovani talenti italiani e di tutto il mondo con la passione per l’innovazione delle due e quattro ruote sono chiamati dai principali brand internazionali dell'automotive a sviluppare il futuro del settore, attraverso due nuove lauree magistrali in un hub per la formazione d’eccellenza: Motorvehicle University of Emilia-Romagna (MUNER).

Il progetto, unico nel panorama italiano e straniero, è stato fortemente voluto dalla Regione Emilia-Romagna, territorio al vertice delle classifiche europee per innovazione e qualità della vita, che ha sviluppato un raccordo sinergico tra università, enti di ricerca e industria. Nell’associazione Motorvehicle University of Emilia-Romagna sono infatti coinvolti gli atenei sinonimo di alta formazione Università di Bologna, Università di Ferrara, Università di Modena e Reggio Emilia, Università di Parma – e le case motoristiche che rappresentano l’eccellenza del Made in Italy nel mondo e che affondano le radici storiche nel territorio: Automobili Lamborghini, Dallara, Ducati, Ferrari, Haas, Magneti Marelli, Maserati e Toro Rosso.

Quattro università, tra le più antiche al mondo, e otto case motoristiche leader a livello globale insieme per attrarre ragazzi motivati e di talento. Siamo di fronte a un progetto unico nel panorama nazionale e internazionale, che conferma l’Emilia-Romagna non solo quale cuore europeo della nuova manifattura che si sta ridisegnando a livello globale grazie all’incontro tra scienza, ricerca e produzione, ma anche quale piattaforma dell’alta formazione con un grande valore aggiunto”, afferma Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna. “La terra dei motori e la sua straordinaria vocazione a coniugare design industriale, perfezione del prodotto artigianale e frontiera dell’innovazione tecnologica ha deciso di fare sistema. Lavorare insieme è la risposta alla complessità della globalizzazione e alle sfide che essa pone soprattutto ai territori, che possono svolgere un ruolo nel nuovo assetto se sanno diventare hub di quelle innovazioni, anche nella formazione del capitale umano, di cui si nutre l’integrazione delle economie. E il fare rete, la scelta che abbiamo fatto come Regione con il Patto per il Lavoro sottoscritto insieme a imprese, sindacati, atenei, associazioni con l’obiettivo primario di favorire lo sviluppo e creare occupazione, si sta rivelando vincente, con l’Emilia-Romagna regione che cresce di più in Italia, al livello delle aree più avanzate d’Europa. Dunque, un progetto importante per la regione ma anche per il Paese, che deve saper valorizzare le sue eccellenze e metterle in rete per ricucire le fratture e tornare a crescere e competere unito”.

Attraverso le università e la case motoristiche, l’hub Motorvehicle University of Emilia-Romagna punta ad attrarre nella regione i migliori studenti universitari di tutto il mondo con l’obiettivo di formare e inserire nel mondo del lavoro gli ingegneri di domani, i professionisti che progetteranno veicoli stradali e da competizione, i sistemi di propulsione sostenibili e i sottosistemi per le funzionalità intelligenti e gli impianti di produzione all’insegna dell’Industria 4.0.

Caratteristiche delle lauree magistrali
Sono due le lauree magistrali internazionali e inter-ateneo, con corsi completamente in inglese che prenderanno il via dal prossimo anno accademico 2017/2018: Advanced Automotive Engineering e Advanced Automotive Electronic Engineering

I docenti saranno selezionati grazie alla collaborazione del Comitato scientifico dell’Associazione tra professori universitari e professionisti esperti, italiani e stranieri, attraverso un bando internazionale finalizzato a garantire le migliori competenze tecniche e scientifiche e la massima qualità didattica.

Gli studenti saranno ammessi al corso di laurea in un numero massimo di 150 all’anno: 120 per Advanced Automotive Engineering e 30 per Advanced Automotive Electronic Engineering. Saranno selezionati a seguito di un’accurata valutazione dei loro meriti e di un colloquio tecnico e motivazionale. Sarà, inoltre, verificato il possesso di adeguate competenze linguistiche nella lingua inglese di livello B2.

Gli insegnamenti, interamente in lingua inglese, prevedono sia una parte teorica che di laboratorio tenuta negli atenei e nei laboratori aziendali dei partner industriali, in modo da sviluppare competenze professionali di alto livello, secondo una logica learning by doing.
I tirocini obbligatori si svolgeranno presso i partner industriali e le attività di tesi, organizzate in modalità project work, presso i laboratori di ricerca universitari e aziendali.

Advanced Automotive Engineering
Il percorso di studio è organizzato in un primo semestre comune tenuto presso l'Università di Modena e Reggio Emilia e successivamente articolato in cinque indirizzi professionalizzanti negli atenei di Bologna, Ferrara e Parma.
Il corso si pone l'obiettivo di fornire conoscenze e competenze relative alla progettazione di autoveicoli e motoveicoli ad alte prestazioni e da competizione. L’Ingegnere del Veicolo (Advanced Automotive Engineer) acquisirà competenze nella progettazione e nello sviluppo dei principali sottosistemi e componenti relativi a: motopropulsori termici, ibridi ed elettrici,  soluzioni di immagazzinamento e conversione dell’energia; architettura fredda di autoveicoli e motoveicoli stradali, sia in ambito industriale che da competizione; sistemi di produzione caratterizzati da aspetti tipici del nuovo panorama di industria 4.0 (robotica industriale, progettazione e gestione della supply chain, big data, etc).
La formazione avviene in base a cinque indirizzi professionalizzanti assegnati in base alla posizione in graduatoria e agli interessi dichiarati: Advanced Powertrain (max. 25 posti presso la sede di Bologna e max. 25 posti presso la sede di Modena), Advanced Motorcycle Engineering (max. 25 posti presso la sede di Bologna), Advanced Sportscar Manufacturing (max. 25 posti presso la sede di Bologna), High Performance Car Design (max. 25 posti, sede di Modena), Racing Car Design (max. 25 posti presso la sede di Modena con secondo anno presso la sede di Parma).

Advanced Automotive Electronic Engineering
Il primo anno del percorso di studi si tiene presso l’Università di Bologna mentre il secondo anno si tiene presso l'Università di Modena e Reggio.
Il corso di Laurea Magistrale Interateneo in Advanced Automotive Electronic Engineering si pone l'obiettivo di formare ingegneri elettronici con un profilo professionale finalizzato alla progettazione, sviluppo e produzione dei principali sotto-sistemi che compongono autoveicoli e motoveicoli stradali, con particolare riferimento al mercato di fascia premium e motorsport, e sviluppare e gestire i relativi processi tecnologici e produttivi, specializzando in particolare la competenza professionale nell’ambito dell’ingegneria dell’informazione per essere in grado di progettare ed ingegnerizzare i più avanzati sistemi elettronici, informatici e di connettività in ambito automotive.
L’ingegnere elettronico del veicolo si occupa, infatti, della progettazione e dello sviluppo dei sottosistemi che acquisiscono e gestiscono l'informazione garantendo al veicolo le funzionalità intelligenti che saranno sempre più caratterizzanti nel futuro del settore, raccordandosi con altre discipline in ambito Information e Communication Technologies (telecomunicazioni, informatica ed automazione).

Per iscrizioni e informazioni, visitare il sito: www.motorvehicleuniversity.com

 

 

Gympass arriva in Italia

Gympass, il leader mondiale nel settore dei benefit aziendali a favore della salute e della qualità della vita, arriva in Italia. Fondata nel 2012 a San Paolo in Brasile, Gympass fornisce la soluzione ideale per quelle aziende che intendono investire sulla salute dei propri dipendenti.

 

Attraverso programmi flessibili e personalizzati, le aziende possono ora decidere di offrire ai propri dipendenti, come benefit, la possibilità di accedere a un network di 20.000 strutture sportive e 500 diversi tipi di attività in 10 Paesi in tutto il mondo. In Italia si contano già oltre 600 centri dislocati in 200 città.

Gympass (www.gympass.com/it), fondata da Cesar Carvalho,Vinicius Ferriani e Joao Thayro – nel 2012 a San Paolo in Brasile – Gympass fornisce la soluzione ideale per quelle aziende che intendono investire sulla salute dei propri dipendenti.
La soluzione Gympass, fruibile online e tramite app (iOS, Android), offre l’opportunità di migliorare la salute dei lavoratori riducendone l’assenteismo e i costi legati alla salute. Si tratta di un servizio all'avanguardia per tutte quelle aziende che riconoscono nel personale la loro risorsa più importante, decidendo di investire nel loro benessere psico-fisico. Gympass ha inoltre dimostrato che i dipendenti che svolgono attività fisica con una certa frequenza, sono direttamente più produttivi e motivati.
“I dati raccolti dalle centinaia di aziende che hanno già aderito a Gympass in tutto il mondo, dimostrano innanzitutto un aumento del numero delle persone che praticano sport e una diminuzione delle malattie causate dalla sedentarietà. Questo perché circa il 70% delle persone che si iscrivono a Gympass non svolgevano in modo regolare attività fisica. Le conseguenze sono state una riduzione del tasso di assenteismo e dei costi legati alla salute del personale”, ha dichiarato Rodrigo Silveira, Country Manager di Gympass Italia. “Con questa scelta le aziende dimostrano di avere a cuore la salute del personale e si fanno promotrici della prevenzione e della promozione di uno stile di vita salutare”.
Ma i vantaggi non sono solo per le aziende e per i dipendenti. Alle palestre che decidono di aderire al network, Gympass garantisce nuovi frequentatori – ovvero i dipendenti aziendali non abituati a svolgere attività fisica– senza alcun costo e beneficiando anche della visibilità che una piattaforma come Gympass può offrire.  
Gympass non è solamente un servizio rivolto alle aziende, ma presenta un’offerta B2C rivolta al singolo utente, costituita da un abbonamento o un pass singolo che consente l’accesso alle strutture affiliate con pagamento mensile o giornaliero, senza necessità di contratto, quote di iscrizione o penali di cancellazione. Il pacchetto Gympass illimitato è ideale, per esempio, per coloro che viaggiano per lavoro e non avrebbero nessun vantaggio nell’acquistare un abbonamento presso un’unica struttura, oppure per tutte quelle persone che hanno poco tempo da dedicare all’attività fisica, ma che, tramite il pass giornaliero possono decidere, in base alle loro necessità, quando e dove allenarsi.
In occasione del lancio italiano, Gympass offre la possibilità di vincere un abbonamento valido per sempre per accedere a migliaia di palestre e attività sportive. Per partecipare alla promozione “Socio per sempre” è sufficiente segnalare la propria azienda sul sito di Gympass.
Per maggiori informazioni: http://promo.gympass.com/lifetime-ita/
……
A proposito di Gympass
Gympass è leader mondiale nel settore del welfare aziendale.
La multinazionale brasiliana, fondata a San Paolo nel 2012, ha avuto da subito la missione di migliorare la salute e lo stile di vita delle persone, fornendo un accesso flessibile a tutti i tipi di sport attraverso il pagamento di un unico abbonamento o di pass giornalieri per le palestre affiliate.
Gympass ha la più grande rete di palestre di tutto il mondo: è presente in 10 paesi con più di 20.000 strutture in 2.000 città differenti. Queste strutture offrono più di 500 attività, tra cui Pilates, Yoga, Zumba, Crossfit etc..
In Italia sono già 600 le palestre che hanno deciso di entrare a far parte di questo network

Giornata dell’acqua, campagna Ogilvy Change e Legambiente #giuilrubinetto contro lo spreco dell’acqua

 

In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua (22 marzo) Ogilvy Change e Legambiente lanciano #giuilrubinetto, una nuova campagna no profit di sensibilizzazione sullo spreco idrico e di educazione all’uso responsabile dell’acqua di rete rivolta ai bambini delle scuole elementari.

La campagna, che coinvolgerà circa 10.000 bambini, si svolgerà in alcune scuole e piazze di Agrigento, Ancona, Boiano (CB), Eboli (SA), Genova, Grosseto, Foligno, Milano, Napoli, Noci (BA), Palermo, Piove di Sacco (PD), Roma, Tolentino, Verona, Vicenza e nelle tappe di Foligno, Bologna, Vicenza, Asti e Milano del Treno Verde di Legambiente con l’obiettivo di portare i bambini ad abbandonare l’abitudine di lasciare scorrere l’acqua mentre si lavano i denti.

Il nudge: una spinta gentile al cambiamento di comportamento

#giuilrubinetto è una campagna no profit sviluppata da Legambiente da Ogilvy Change e Ogilvy & Mather che applica gli studi scientifici di economia comportamentale, psicologia cognitiva e psicologia sociale nella realizzazione di interventi finalizzati a orientare positivamente i comportamenti e le decisioni delle persone.

Lo scopo della nuova campagna sociale è stimolare il cambiamento spontaneo e permanente di abitudini in un piccolo gesto quotidiano d’igiene personale che, tuttavia, può contribuire ad arginare un problema di portata globale come lo spreco di acqua dolce: risorsa ambientale limitata e sempre più preziosa. Si pensi, infatti, che lasciare aperto il rubinetto per due minuti mentre ci si lava i denti comporta in media lo spreco di 32 litri d’acqua potabile al giorno.   

Per questo motivo Ogilvy Change ha scelto di rivolgersi ai bambini delle scuole elementari e di veicolare il messaggio educativo attraverso la distribuzione di un nudge, una sorta di “spinta gentile al cambiamento” composta dal simpatico bracciale elastico Aqualoop e da un dépliant informativo sullo spreco d’acqua scritto con un linguaggio semplice e illustrato in modo vivace e coinvolgente.

Da momento di gioco ad abitudine virtuosa consolidata

Il bracciale Aqualoop svolgerà il ruolo di strumento ludico e didattico. I bambini coinvolti, infatti, saranno invitati a indossarlo e ad avvolgerlo intorno alla leva del rubinetto quando si laveranno i denti. In questo modo ogni volta che la leva verrà alzata per aprire l’acqua, l’elasticità del bracciale la riabbasserà interrompendo il flusso.

Con il tempo, inoltre, Aqualoop passerà dalla sfera del gioco a quella di promemoria del comportamento da tenere. Dopo circa un mese la nuova abitudine dovrebbe essersi consolidata: quando il bambino si laverà i denti assocerà il rubinetto al bracciale e, automaticamente, penserà a chiudere il primo senza sfilarsi il secondo dal polso. 

 

Il coinvolgimento delle scuole e del Treno Verde di Legambiente

La collaborazione con Legambiente consentirà a #giuilrubinetto di entrare a contatto diretto con le scolaresche di molte scuole elementari, attuare iniziative pubbliche nelle piazze italiane e di essere presente sul Treno Verde, la campagna itinerante organizzata da Legambiente e dal gruppo Ferrovie dello Stato che anche quest’anno sosta in alcune delle maggiori città del Paese per sensibilizzare l’opinione pubblica su tematiche quali l’energia da fonti rinnovabili, l’inquinamento, il degrado urbano e lo sviluppo sostenibile. Nelle tappe di Foligno, Bologna, Vicenza, Asti e Milano, a bordo del Treno Verde sarà presente un corner dedicato a #giuilrubinetto che fornirà maggiori informazioni sulla campagna e sullo spreco idrico, oltre a provvedere alla distribuzione ai bambini dei bracciali e dei dépliant.

Web e social network per approfondire e raggiungere un pubblico adulto

#giuilrubinetto avrà una sua dimensione online su internet e sui social network studiata per approfondire gli argomenti espressi con semplicità sul depliant e per raggiungere un pubblico più vasto e adulto: in primo luogo quello delle famiglie.

Ogilvy Change ha curato la realizzazione di un sito composto da una landing page che presenta nel dettaglio il progetto, fornendo informazioni sullo spreco d’acqua e su soluzioni didattiche alternative per sfruttare il braccialetto coinvolgendo i bambini in attività che promuovano la formazione di una corretta abitudine.

Allo stesso tempo, sarà messo in Rete sui canali social di Legambiente Scuola e Formazione (@legambiente scuolaformazione) un video che “racconterà” lo spreco quotidiano di acqua e la soluzione che Ogilvy Change e la più importante associazione ambientalista in Italia propongono per arginare il problema.

Legambiente è da sempre in prima linea nelle campagne e nelle iniziative didattiche che sensibilizzino a un uso consapevole delle risorse del pianeta e dell’acqua in particolare. Per questo abbiamo accolto con piacere la proposta di Ogilvy Change, che introduce un approccio nuovo, originale ed efficace a un’emergenza che, complici i mutamenti climatici, ormai interessa stabilmente anche larga parte del nostro Paese – ha dichiarato Stefano Ciafani, Direttore Generale di LegambienteIl nostro impegno sull’acqua è su più fronti: dalla lotta allo spreco della risorsa all’inquinamento. Da anni, con le nostre campagne Goletta Verde e Goletta dei laghi lavoriamo alla tutela di mare, laghi e fiumi sia da scarichi illegali o depuratori mal funzionanti, sia da rifiuti grandi e piccoli che alimentano il problema del marine litter, e alla sensibilizzazione dei cittadini su questi temi”.

 

“#giuilrubinetto è un ottimo esempio di come i piccoli gesti quotidiani possano contribuire alla soluzione di problemi su scala planetaria come la disponibilità di acqua dolce” – ha commentato Guerino Delfino, Chairman e CEO di Ogilvy & Mather. “Nel contempo questo progetto e il coinvolgimento di un partner autorevole come Legambiente testimoniano l’enorme potenziale dell’approccio di Ogilvy Change, basato sulla combinazione di creatività e conoscenza delle dinamiche psicologiche e motivazionali che guidano le scelte degli individui, allo scopo di orientare queste ultime senza limitarne l’autonomia o imporre un percorso definito.”

Nomadi digitali, l’avanguardia della rivoluzione nel lavoro

Da quando, nel lontano 1997, Tsugio Makimoto e David Manners pubblicarono il libro Digital Nomad, molte cose sono cambiate. Il fenomeno del nomadismo digitale, ovvero l’insieme di quelle persone che lavorano ovunque nel mondo – ovunque ci sia una connessione internet – è cresciuto esponenzialmente tanto da ridefinire i paradigmi di cosa significhi lavorare, oggi.

Blogger, imprenditori, giornalisti, web designer, programmatori, fotoreporter, ecco alcuni lavoratori del cosiddetto “ecosistema digitale”. La tecnologia è di certo a favore di questa rivoluzione: il wi-fi, gli smartphone, i sistemi di pagamento digitale come PayPal e altri tools semplificano notevolmente la vita di coloro che non vogliono rinunciare alla possibilità di viaggiare ma desiderano allo stesso tempo perseguire i loro obiettivi professionali. Del resto, nel contesto socio-economico attuale, molti sono i segnali di una sorta di nuovo “romanticismo” del lavoro: la soggettività, l’individualità e la flessibilità prendono il sopravvento sulla schematizzazione e uniformità dei comportamenti e degli ambienti.

Secondo una ricerca della società produttrice di software Intuit, entro il 2020, 7,6 milioni di lavoratori americani (il doppio rispetto ad oggi) svolgeranno attività legate all’economia on-demand – quindi fluide, flessibili e spesso intermittenti. In Italia, i cambiamenti di scenario socio-economico vedono già il 30% delle aziende italiane favorire il lavoro da remoto (fonte Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano).

Le stime sulle dimensioni del fenomeno, però, sono ancora incerte: c’è chi dice che entro il 2035 i nomadi digitali – altresì chiamati “location-independent” – saranno un miliardo. Nel frattempo, proliferano le piattaforme a loro dedicate, una su tutte è Nomad List – il sito che elenca le migliori città dove vivere lavorando da remoto a seconda delle proprie esigenze e preferenze. Crescono numerosi anche gli spazi di co-working nei posti più esotici, dove i nuovi lavoratori in mobilità si ritrovano per creare community, confrontarsi sulle esperienze di viaggio ma anche sulle scelte professionali e le opportunità di carriera. Basti pensare a Hubud, il co-working a nord di Bali nato nel 2012 e in cui oggi l’80% dell’utenza è composta da nomadi digitali, soprattutto europei e americani, che restano in loco in media 5 mesi. Nel 2012 ha preso il via anche una conferenza annuale – ovviamente, itinerante – la DNX Global, ovvero due giorni di incontri, conferenze, workshop e nightlife in cui i lavoratori “mobili” di tutto il mondo possono incontrarsi e confrontarsi.

La maggior parte dei digital nomads è composta da uomini, ma secondo l’Osservatorio di COPERNICO, le donne non mancano: anzi, sono sempre di più, tanto che molte di loro hanno deciso di condividere la loro esperienza e i loro consigli attraverso blog e piattaforme “al femminile”, andando a colmare quella che è sentita come una mancanza di informazioni che possono tornare utili quando è una donna a viaggiare da sola in luoghi che spesso sono più propensi a forme culturali patriarcali, e che quindi possono risultare (o essere percepite) come ostili o pericolosi. Un esempio è Women Digital Nomads, una sorta di Nomad List al femminile: aiuta le donne che lavorano viaggiando a trovare le città più adatte a loro, e allo stesso tempo offre la possibilità di confrontarsi con una community sui temi più impellenti riguardanti sanità, sicurezza, vita sociale e professionale, affetti, ecc. Simile è il progetto di Digital Nomad Girls, che supporta le donne che decidono di intraprendere una vita nomade attraverso le testimonianze di chi ha sconfitto paure e pregiudizi e ha preso in mano zaino e pc, oltre ad organizzare meeting in cui le donne viaggiatrici possono incontrarsi e discutere i pro e i contro di una vita in continuo movimento.

Insomma, la dematerializzazione resa possibile dalla Rete ha trasformato il mondo del lavoro in uno scenario sempre più flessibile, dove regna una filosofia che fa leva sui bisogni di indipendenza e massima mobilità: i (e le) nomadi digitali propongono l'idea di un lifestyle sostenibile, in cui il rapporto tra vita e lavoro viene radicalmente trasformato. Lavorano in remoto da casa, da bar e caffetterie, da biblioteche pubbliche e pub, svolgendo compiti e portando a termine obiettivi che un tempo si svolgevano tradizionalmente in un unico posto di lavoro fisso. Insofferenti della routine e abilissimi nello sfruttare le possibilità offerte dal web e dalle latitudini del pianeta a basso costo e alta tecnologia, i nomadi digitali stanno riscrivendo il senso del lavoro, della soddisfazione professionale e del work-life balance. Non si adattano agli standard delle generazioni precedenti ma creano nuove definizioni di felicità, produttività e successo.

2017_03_16_Copernico-Radar_Nomadi-digitali.pdf

L’Italia delle startup #2016, raccontata dai tweet

L’Italia delle startup cinguetta di finanza hi-tech,

Internet delle Cose e industria intelligente

 

Terza edizione dell’analisi IBM Italia-Talent Garden sulle conversazioni Twitter: emergono nuovi temi di discussione, cresce l’attenzione verso l’industria 4.0 (fabbriche intelligenti, innovazione nel retail e nelle pmi). Milano, Roma e Torino le città più votate all’innovazione, il sud rappresentato da Napoli al quarto posto.

Un milione di tweet, scambiati da oltre 265mila utenti unici, analizzati per il terzo anno da IBM Italia e Talent Garden, la più grande piattaforma in Europa per i talenti del digitale, per capire dove si dirige il Bel Paese in tema di tecnologia e digital transformation. Senza trascurare quali sono gli attori e le realtà che spingono l’Italia verso il futuro: chi fa innovazione, dove vive, chi sono gli influencer, di cosa parlano in rete gli uomini e le donne appassionati di hi-tech e di quali eventi si è discusso di più durante il 2016.

 

Centinaia gli hashtag di Twitter considerati per “catturare” le conversazioni avvenute, alcuni di questi sono: #startup, #fintech, #IoT, #ecommerce, #bigdata, #bitcoin, #cybersecurity, #crowdfunding, #blockchain, #robot, #sharingeconomy e #opendata.

 

“L'Industry 4.0 – dichiara Enrico Cereda, Presidente e Amministratore Delegato di IBM Italia – risulta quest'anno tra le aree di maggior attenzione, grazie alla spinta impressa dal piano Calenda che viene riconosciuto come opportunità da non perdere per crescere e per essere competitivi. Il tema è davvero strategico ed è per questo che, oltre a sostenere le imprese con un ampio numero di servizi tecnologici e di consulenza, ci impegniamo nell'ampliamento dell'ecosistema dell'innovazione attraverso investimenti in centri di ricerca, programmi ad hoc e hackathon per lo sviluppo di nuove idee e progetti.
Non a caso 
– conclude Cereda – le nostre startup risultano tra le più attive anche a livello internazionale: nel contest Watson AI XPrize, che mette in palio 5 milioni di dollari, l'Italia è seconda in Europa e quarta su scala globale per numero di candidature."

 

“Per il terzo anno la ricerca realizzata con IBM Italia ci permette di dare un senso a tutte le informazioni che ogni giorno vediamo su Twitter e ci rivela quali sono i trend dell’innovazione in Italia – afferma Davide Dattoli, CEO e Founder di Talent Garden – L’analisi 2016 conferma la rilevanza del tema FinTech, neologismo ormai noto a tutti che indica la fusione di finanza e tecnologia, e quindi l’importanza delle startup tecnologiche che stanno rivoluzionando uno dei settori più tradizionali del mondo. E poi i dati e la loro interconnessione con tutto ciò che ci circonda: industria, servizi, agricoltura, ma anche la pubblica amministrazione e Industry 4.0, il grande trend che le aziende italiane si trovano ad affrontare.”

 

Rispetto all’anno precedente si nota che l’hashtag #droni non si conferma tra i primi dieci mentre #fintech e #IoT salgono al 3° e al 4°posto. Anche #ecommerce, #cybersecurity e #blockchain scalano la classifica ed entrano nella top ten.

 

Molta attenzione verso l’Industry 4.0, spinta dall’approvazione del piano Calenda e dagli incentivi che offrono un valido aiuto per la trasformazione digitale. Nelle discussioni cinguettate emerge la consapevolezza che l’Italia è in ritardo su questi fronti anche se viene riconosciuto al nostro Paese un grande potenziale.

 

Si discute molto di Cybersecurity soprattutto rispetto alle iniziative governative come il “Piano nazionale per la protezione dello spazio cibernetico” o il “Framework Nazionale di Cybersecurity” che, però, non sono ancora riconosciute come sufficienti a garantire la protezione delle informazioni sensibili. Emerge anche la necessità di promuovere una maggiore cooperazione tra pubblico e privato.

 

Il tema più dibattuto è il FinTech. Sulla finanza innovativa si innestano molteplici discussioni che affondano le loro basi sulla necessità di una nuova fase per il sistema bancario: gli utenti finali percepiscono chiaramente come superato il modello “sportello” e puntano ad un sistema basato su App e mobile. Su questo filone si innesta anche l’hashtag #blockchain, strettamente collegato alla richiesta di maggiore sicurezza.

 

Complessivamente l’indagine rileva ancora una certa difficoltà a fare startup nel nostro Paese anche se emerge la percezione dei passi avanti fatti.

 

Per quanto riguarda l’aspetto geografico, Milano non viene scalzata dal podio e si conferma la capitale dell’innovazione, seguono Roma, Torino e guadagna peso Napoli con il suo quarto posto. Il nord è ancora preponderante nelle conversazioni su Twitter ma Palermo e Cagliari entrano in top ten, dando peso all’innovazione nel Sud Italia.

 

Si confermano anche quest’anno le differenze di genere già riscontrate in passato: gli uomini sono maggiormente rappresentati e si concentrano di più su temi legati al FinTech, all’Internet of Things e alla Cybersecurity. Mentre le donne parlano di crowdfunding, della sharing economy, di societing e dell’open innovation.

 

Tra gli eventi che hanno riscosso maggior attenzione c’è l’Internet Day del 29 aprile con un picco di 15.616 tweet. Altri appuntamenti importanti sono stati: “Seeds&Chips 2016 Food Innovation”, “Future Decoded”, la “Assemblea nazionale dei Campioni digitali”, la “Social media week di Milano”, Il “Wired Next Fest” oltre all’IBM Business Connect dedicato al tema dell’IoT e dell’industria 4.0.

 

La metodologia utilizzata ha analizzato le conversazioni che si sono sviluppate attraverso i 10 e-magazine di riferimento per la comunità tech in Italia: @Chefuturo, @Startup_Italia, @EconomyUp, @Startupbusiness, @Wireditalia, @CorInnovazione, @Ideastartup, @Startupperblog, @Nova24Tec e @techecon.

 

La versione integrale dell’analisi IBM Italia-Talent Garden è disponibile su: http://startup2016.talentgarden.org/

Exit mobile version

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi