TAKE MY THINGS – SOCIAL TRANSPORT A PORTATA DI SMARTPHONE

Un problema comune: avere la necessità di trasportare qualcosa. Una soluzione geniale: utilizzare la Rete per trovare qualcuno disposto a farlo. Arriva il social transport Take My Things e grazie alla App da oggi gli oggetti viaggiano più velocemente.

A chi non è mai capitato di lasciare a casa un documento importante, di dimenticare le chiavi, di non poter recapitare un pacco quando ce ne sarebbe stato bisogno? Da ora a tutto questo pensa Take My Things… Anzi, ci pensa la Rete. L’idea, tanto semplice quanto innovativa, che sta alla base della start up è quella di mettere in contatto, attraverso la App, la domanda e l’offerta, chi deve trasportare un pacco e chi è disposto a farlo; e trovare una soluzione nel più breve tempo possibile.

Ogni giorno miliardi di persone si spostano, con differenti mezzi di trasporto, e spesso hanno a disposizione dello spazio per trasportare piccoli oggetti. Più utile di un post su Facebook, più efficace di un gruppo Whattsapp, più veloce di un giro di chiamate fra gli amici… Il modello è semplice, la app intuitiva, il risultato un successo sicuro.

 Take My Things è una start up, pensata prima e realizzata poi da due amici, Guido Balbis e Francesco Demichelis, dopo che Francesco aveva dimenticato a Saluzzo le chiavi della casa al mare e, non trovando una soluzione, era tornato indietro 150 km per riprenderle!

Take My Things è nata nel febbraio 2015 ed è stata lanciata ufficialmente a gennaio 2016; in pochi mesi ha già fatto viaggiare oltre 1.000 pacchi. E’ nata a Saluzzo e i primi test sono avvenuti nel cuneese. La vera partenza a Torino e Milano e oggi, ogni giorno, la piattaforma cresce a due cifre, perché in tutta Italia, tutti i giorni, si iscrivono nuovi utenti.

Take my Thing è un social transport, in perfetto stile sharing economy. Secondo un recente studio condotto da PriceWaterhouse Coopers il giro d’affari della sharing economy in Europa potrebbe valere, in termini di volumi di transito, 570 miliardi di euro entro il 2025.

Scaricare la App è gratuito, iscriversi semplice e facile. Basta inserire l’oggetto, l’indirizzo di presa e di consegna, la data e l’ora massima per la consegna, la cifra che si è disposti a pagare. Fatto questo Thake My Things incrocia i dati inseriti creando una rete in grado di soddisfare le esigenze di trasporto 24 ore su 24. Negli anni della sharing economy e del peer-to-peer, dove tutti sono continuamente connessi, perché non utilizzare smartphone e tablet per risolvere in maniera semplice e diretta un problema? Il modello di business è quello di tante startup che hanno fatto fortuna, Bla Bla car per esempio…solo che questa volta a viaggiare sono le cose.

Ci sono Mara e Fabio che hanno vinto una scommessa, hanno indovinato quanto sarebbe pesata Alice alla nascita, e hanno ricevuto dai neo-genitori 3,5 kg di Nutella. C’è Francesca, che aveva dimenticato il passaporto a casa e se lo è fatto recapitare all’ultimo minuto. Ci sono Chiara, che abita a Milano ed è lontana da casa, e Giacomo, che fa il pendolare e ogni mese le porta un pacco della mamma. E poi ci sono i negozi, che devono consegnare gli acquisti ai clienti ma non hanno il fattorino, gli uffici, che non hanno nessuno che possa portare quella busta…

 

Guardandola da un altro punto di vista Take My Things è un’opportunità di business. Semplice e remunerativo. Perfetto per chi sta ancora studiando e vuole arrotondare con un piccolo lavoretto ma ancor di più per tutti quelli che non hanno un lavoro fisso e possono provare a guadagnare qualcosa… La transazione è lineare, l’accordo avviene in fase di match. L’offerta è chiara ed è il trasportatore a decidere se accettarla.

Ancora un dettaglio. Take my Things è green, perché consente di ottimizzare gli spostamenti e di fare del peer-to-peer un’opportunità ecofriendly.

Si dice che siano le idee comuni a rendere geniali le soluzioni.

Un anno di sorprese per il mondo della logistica

A cura dell’Ufficio Studi di P101 in collaborazione con Antonio Perini, AD e fondatore di Milkman

Il mondo del last-mile, ovvero dell’ultima tratta delle consegne a domicilio dello shopping online, che una volta era costretto ad adattarsi alle esigenze dei corrieri, sta vivendo un epocale spostamento del proprio focus: ora, al centro di tutto, se si vuole prosperare, ci sono il cliente e le sue esigenze.

Una mutazione spontanea e doverosa, visto che è proprio nelle mani del cliente che il last-mile termina la sua corsa. Tutti gli studi più recenti dicono, senza ombra di dubbio, che un fallimento nella consegna è visto, dall’utente finale, non tanto come un fallimento dell’operatore logistico (percepito come un’entità ancora piuttosto astratta) ma piuttosto del brand o negozio online dal quale la spedizione è partita. Chi subisce un problema di consegna non torna a comprare dal sito: è un cliente perso. Un sondaggio condotto lo scorso ottobre negli USA da Dotcom Distribution ha scoperto che il 47% degli utenti ha deciso di abbandonare un negozio online a seguito di una brutta esperienza con le consegne.

Il fenomeno è sentito in modo così urgente da aver convinto un colosso come Zalando, lo scorso luglio, a dare ai propri clienti tedeschi la possibilità attiva di non avvalersi del partner logistico Hermes (poco costoso ma bersagliato da recensioni negative), taggandolo in fase di checkout per essere serviti da DHL.

Ma che cosa vogliono gli shoppers? La lista dei loro desideri è composta da cinque punti: controllo, scelta, visibilità, velocità e convenienza. L’ultimo di questi desideri, va sottolineato, opera in netto contrasto con i primi quattro.

Non è un segreto che velocità e convenienza, in questo momento, siano per lo più concentrate nelle mani di Amazon: nessuno ha i mezzi per battere le offerte di Prime. Consegne in un’ora a €6,90 e in finestre di due ore gratuite (a fronte di un abbonamento di soli €19,99 all’anno).

Controllo, scelta e visibilità restano, pertanto, i campi di battaglia sui quali le startup che si dedicano al last-mile possono non solo distinguersi ma portare vera innovazione e valore aggiunto.

Tutti i trend, nazionali e internazionali, ci dicono che il 2017 sarà l’anno nel quale l’importanza del same-day potrebbe essere sorpassata da quella delle consegne su appuntamento.

Un sondaggio condotto da DHL in Germania ha rivelato che il 78% degli intervistati trova prioritario poter scegliere l’ora della consegna, mentre il 68% vuole decidere anche il giorno. Il desiderio di controllo da parte dello shopper lo porterà anche a pretendere di poter annullare e riprogrammare la consegna fino all’ultimo minuto possibile, possibilmente senza costi aggiuntivi (cosa che Milkman già offre tramite la sua app per smartphone).

Accenture ci fa sapere che un incredibile 69% di retailers ha indicato le consegne su fascia oraria come l’innovazione più desiderata per il miglioramento del loro servizio.

L’adozione delle finestre orarie, in un survey promosso da Metapack e condotto tra retailer britannici, registra un notevole terzo posto tra gli investimenti che gli eCommerce considerano prioritari, superato solo da una migliore responsività dei servizi di back-end e front-end e dalla generica necessità di ottenere nuovi software/tecnologie.

La visibilità è qualcosa su cui anche Amazon non brilla (ed è probabile che i loro recenti tentativi di varare una flotta proprietaria siano mossi anche da questa esigenza). Sapere che il pacco arriverà “in giornata” è di scarsa utilità. Gli shoppers desiderano seguirlo minuto per minuto e, come ci suggerisce l’esperienza dettata dalle 10.000 consegne effettuate da Milkman nel 2016, anche avendo scelto una fascia oraria di un’ora, con aggiornamenti costanti che vanno a restringere il momento della consegna a 30 minuti, si fanno vivi per sapere esattamente quando suonerà il campanello.

Un piccolo sondaggio che abbiamo eseguito sulla nostra pagina Facebook, dedicato a chi già usa la nostra app, ha visto gli utenti votare, come nuova feature più desiderata, l’integrazione di una mappa sulla quale seguire in tempo reale il viaggio del furgone a loro diretto.

Le esigenze di controllo e visibilità si estendono a ritroso lungo tutta la catena di distribuzione, a partire da un checkout in negozio senza frizioni, nel quale modalità, tempi e prezzi di spedizione siano visibili da subito e non solo all’ultimo step dell’acquisto.

Uno studio condotto in Gran Bretagna di Censuswide, per conto di Shutl (fornitore di consegne last-mile di proprietà di eBay), ha rivelato che nel 2015 il 9% degli intervistati aveva preso ferie o malattia per non perdere la consegna di un pacco. Il 18% è invece disposto a lasciare la porta o una finestra aperta per il corriere! Numeri che parlano da soli.

P101 e 360 Capital Partners investono in Milkman, la startup di logistica smart

P101, società di venture capital specializzata in investimenti in società digital e technology driven, e 360 Capital Partners, società di venture capital focalizzata su investimenti nei settori del digitale e della robotica a livello europeo, hanno sottoscritto un nuovo investimento di 500 mila euro ciascuno in Milkman, start-up di logistica smart che permette di decidere giorno ed ora nei quali ricevere le spedizioni e che nei primissimi mesi di attività ha già effettuato più di 3000 consegne. Il round di finanziamento ammonta complessivamente a 1,05 milioni di Euro ed è stato sottoscritto da Mike Brennan, manager e business angel statunitense per la cifra rimanente.

Nato a fine 2015, e lanciato sul mercato a fine maggio, Milkman è un progetto che nasce da Antonio Perini, co-fondatore di Cortilia e Viamente (oggi Workwave Route Manager) e da Tommaso Baù, co-fondatore di Itecs. Il servizio, gestito attraverso app (per iOS e Android) nasce per rispondere alle esigenze di chi non dispone di una portineria, non può o non vuole ricevere pacchi sul posto di lavoro e si scontra troppo spesso con gli sgradevoli avvisi di “consegna mancata”. Funziona raccogliendo in una sorta di “nuvola” fisica gli acquisti e consegnandoli a qualsiasi ora e su appuntamento: in giornata o la sera, in fasce orarie scelte dall’utente, fino a 60 minuti.

Il round di investimento appena siglato fa seguito al pre-seed di Boox di 75 mila Euro del dicembre 2015 e del Seed di WorkWave LLC di 181 mila Euro di marzo 2016, utilizzati per sviluppare e lanciare il servizio, partito negli scorsi mesi, a Milano.

In grande fermento e sviluppo il mercato potenziale su cui la start-up può contare: 120 milioni sono stati i pacchi consegnati in Italia nel 2015, con dati in crescita a due cifre anno su anno.

I fondi raccolti da questo nuovo round contribuiranno allo sviluppo del servizio e in particolare all’ulteriore estensione della gamma delle opzioni di consegna a domicilio e all’integrazione con i principali eCommerce.

“L’e-commerce rappresenta uno dei più importanti e pervasivi cambi di abitudine degli ultimi anni con tassi di crescita significativi e costanti ormai di diverso tempo. Al contrario, il “braccio armato” di questo fenomeno – logistica e copertura dell’ultimissimo miglio – sono rimasti legati a modelli e a standard “pre-digitali,” Afferma Andrea Di Camillo, managing partner di P101. “Crediamo che Milkman, e lo sviluppo di prodotto cui la società sta lavorando, vada non solo a coprire questo gap evolutivo ma a trasformare una commodity a scarso valore aggiunto nel suo esatto opposto con prospettive interessanti per il futuro,” conclude Giuseppe Donvito, partner di P101.

“A renderci particolarmente fieri, oltre all’innovazione di servizio offerta, è il contributo in termini impatto ambientale garantito da Milkman: lo sviluppo vertiginoso di acquisti online rischia infatti, sul lungo periodo, di intasare i centri urbani. La possibilità che offre Milkman è infatti di consolidare le proprie consegne e programmarle in un’unica soluzione, allo stesso prezzo, evitando che decine di furgoni entrino in città, spesso col vano di carico semi-vuoto. La nostra flotta elettrica fa poi il resto,” ha dichiarato Antonio Perini, fondatore e CEO di Milkman.

Con questo investimento salgono a 22 le società nel portafoglio di P101.

P101 – Insightful Venture Capital

P101 è un fondo di venture capital specializzato in investimenti in società digital e technology driven. Nato nel 2013, con una dotazione corrente di 70 milioni di euro e 21 società in portafoglio, P101 si distingue per la capacità di mettere a disposizione degli imprenditori di nuova generazione, oltre a risorse economiche, anche competenze e servizi necessari a dare impulso alla crescita delle aziende. Il fondo, promosso da Andrea Di Camillo – 15 anni di esperienza nel venture capital e tra i fondatori di Banzai e Vitaminic – e partecipato da Azimut, Fondo Italiano di Investimento e numerosi investitori privati, collabora con i maggiori acceleratori privati, tra cui HFarm, Nana Bianca, Boox e Club Italia Investimenti. Tra le partecipate: ContactLab, Cortilia, Tannico, Musement e MusixMatch. Le società partecipate da P101 occupano oggi complessivamente oltre 400 risorse e generano un fatturato in costante crescita e già oggi superiore ai 40M annui. P101 prende il nome dal primo personal computer prodotto da Olivetti, negli anni ’60, esempio di innovazione italiana che ha lasciato il segno nella storia della tecnologia digitale.

Milkman

Milkman,  un progetto che nasce da Antonio Perini, co-fondatore di Viamente e Cortilia e da Tommaso Baù, co-fondatore di Itecs, è un rivoluzionario servizio di Consegna a Domicilio per l’eCommerce, grazie al quale lo Shopper può scegliere la data (incluso il giorno stesso e il sabato) e l’orario della consegna (fino alle 22) direttamente nel checkout dell’esperienza d’acquisto online. Milkman governa la propria flotta di veicoli elettrici assicurando la presa presso il magazzino del merchant e le consegne agli utenti finali nella fasce orarie promesse. Pubblica inoltre frequenti aggiornamenti sull’orario di arrivo via SMS/email e grazie alla condivisione della posizione GPS del veicolo in tempo reale, rendendo la stima sull’ora di arrivo via via più precisa rispetto all’appuntamento originale. Durante l’attesa e in ogni momento lo Shopper può inoltre cambiare idea su luogo e ora di consegna, annullando o modificando l’appuntamento originale e usufruendo del servizio di giacenza senza costi aggiuntivi. Milkman offre appuntamenti anche per i resi e altri servizi aggiuntivi come il reso immediato e il conto visione. Il servizio – attivo per il momento solo a Milano – è studiato come strumento di ottimizzazione delle conversioni, competitività e soddisfazione del cliente.

Gruppo api, l’It agente di trasformazione

La forza che si chiede a un CIO in tempo di crisi è quella di fare di più avendo di meno, sapendo dove e come prendere dei rischi o cogliere delle opportunità e questo richiede necessariamente una forte conoscenza non solo dei processi ma sopratutto delle tecnologie”

L’api – anonima petroli italiana SpA, tra i principali gruppi italiani guidati da una Famiglia di industriali del nostro Paese, i Brachetti Peretti, è attiva sul mercato da oltre 75 anni. Oggi, il Gruppo api opera sia nell’ambito dell’approvvigionamento, produzione, distribuzione e commercializzazione di carburanti e combustibili che nella produzione di energia da fonti rinnovabili. Nel 2005  il Gruppo api ha acquistato la società IP, arrivando così a gestire, oggi, quasi 4.200 stazioni di servizio con una quota di mercato superiore al 10%.  Abbiamo analizzato il ruolo dell’IT  con Mauro Minenna – CIO del Gruppo api

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