L’Unione Europea ha ufficialmente approvato il primo quadro normativo completo al mondo per l’intelligenza artificiale, noto come AI Act. Questa legislazione storica mira a regolare le tecnologie AI in base ai loro potenziali rischi e impatti, garantendo lo sviluppo di sistemi AI sicuri e affidabili e proteggendo i diritti dei cittadini dell’UE.
Aspetti Chiave dell’AI Act
Quadro Normativo Completo
Ambito e Esenzioni: L’AI Act si applica esclusivamente alle aree all’interno del diritto dell’UE, con esenzioni specifiche per i sistemi utilizzati esclusivamente per scopi militari e di difesa, nonché per le attività di ricerca.
Regolamentazione Basata sul Rischio: I sistemi AI sono regolamentati in base ai loro livelli di rischio. I sistemi AI ad alto rischio, come quelli utilizzati nelle infrastrutture critiche o nei dispositivi medici, saranno soggetti a regolamentazioni rigorose, tra cui valutazioni del rischio, trasparenza sull’uso dei dati e supervisione umana.
Applicazioni Vietate
Alcune applicazioni AI che minacciano i diritti dei cittadini sono vietate. Queste includono la categorizzazione biometrica basata su caratteristiche sensibili, lo scraping non mirato di immagini facciali, il riconoscimento delle emozioni nei luoghi di lavoro e nelle scuole, il punteggio sociale e la polizia predittiva basata esclusivamente sul profiling.
Applicazione e Sanzioni
L’AI Act istituirà un ufficio per l’intelligenza artificiale all’interno della Commissione europea per far rispettare le regole in modo uniforme in tutta l’UE. Un panel scientifico di esperti indipendenti fornirà orientamenti tecnici ed etici, e un consiglio composto da rappresentanti degli Stati membri garantirà un’ampia partecipazione e supervisione.
Le violazioni dell’AI Act possono comportare multe fino a 35 milioni di euro o il 7% del fatturato globale di un’azienda, a seconda di quale sia più alto.
Cronologia di Implementazione
L’AI Act entrerà in vigore il mese prossimo, con una piena implementazione prevista entro due anni. Specifiche disposizioni, come i divieti sulle pratiche proibite e gli obblighi per i sistemi ad alto rischio, avranno tempi di implementazione scalati che vanno da sei mesi a tre anni dopo l’entrata in vigore dell’atto.
Impatto Globale
La mossa pionieristica dell’UE la colloca all’avanguardia degli sforzi globali per regolare l’AI, stabilendo un precedente per altre regioni che stanno considerando quadri normativi simili. Si prevede che l’AI Act diventi lo standard globale de facto per un’AI affidabile, influenzando le normative in altre regioni, tra cui Regno Unito e Stati Uniti.
Questo quadro normativo completo mira a bilanciare l’innovazione con la sicurezza, garantendo che i sistemi AI sviluppati all’interno dell’UE siano all’avanguardia e in linea con i valori e gli standard europei.
Nel mondo in costante evoluzione della tecnologia e delle finanze, l’intelligenza artificiale sta compiendo passi straordinari. Tra gli ultimi sviluppi, Anthropic, una startup fondatada Dario e Daniela Amodei,ex membri senior di OpenAI, Anthropic si è posta l’obiettivo di costruire sistemi di IA affidabili, interpretabili e controllabili¹²³
Chi è Anthropic?
Anthropic PBC è un’azienda americana specializzata nell’intelligenza artificiale. Fondata da esperti nel campo, Anthropic è nota per le sue preoccupazioni riguardanti la sicurezza dell’IA e per lo sviluppo di una famiglia di grandi modelli di linguaggio chiamati Claude. Questi modelli sono stati adottati da aziende come Slack, Notion e Quora.
Chi sono gli investitori?
Google e Amazon sono tra gli investitori principali di Anthropic, l’azienda di ricerca e sicurezza nell’ambito dell’intelligenza artificiale. Recentemente, Anthropic ha raccolto 450 milioni di dollari in un round di finanziamento, con partecipazioni da parte di Google, Salesforce Ventures, Sound Ventures e Zoom Ventures¹²³. Questi investimenti testimoniano l’interesse e la fiducia delle grandi aziende tecnologiche nel lavoro di Anthropic
L’Approccio alla Sicurezza dell’IA
Una delle caratteristiche distintive di Anthropic è il suo impegno per la sicurezza dell’IA. La startup si concentra sulla costruzione di sistemi affidabili, interpretabili e gestibili. Questo approccio è fondamentale per garantire che l’IA sia utilizzata in modo responsabile e senza rischi per la società.
Claude: Il Chatbot Rivale di OpenAI
Claude 2, il chatbot sviluppato da Anthropic, è un rivale diretto di ChatGPT di OpenAI. Claude 2 è stato adottato da diverse piattaforme e offre conversazioni veloci, capacità avanzate e un’esperienza veramente conversazionale. Google, Salesforce e Zoom hanno investito in Anthropic, valutandola a 4,1 miliardi di dollari⁸.
La Missione di Anthropic
Anthropic è una public-benefit corporation e ha legami con il movimento dell’altruismo efficace. La sua missione è costruire sistemi di IA che siano al servizio dell’umanità, garantendo al contempo la sicurezza e l’etica.
In un mondo sempre più dipendente dall’IA, Anthropic sta dimostrando che è possibile creare tecnologie avanzate senza compromettere la sicurezza e il benessere delle persone. La sua storia è un esempio di come l’innovazione e la responsabilità possano andare di pari passo.
(1) Google commits to invest $2 billion in OpenAI competitor Anthropic – CNBC. https://www.cnbc.com/2023/10/27/google-commits-to-invest-2-billion-in-openai-competitor-anthropic.html. (2) Home \ Anthropic. https://www.anthropic.com/. (7) Anthropic: la startup di intelligenza artificiale su cui tutti vogliono …. https://www.hwupgrade.it/news/web/anthropic-la-startup-di-intelligenza-artificiale-su-cui-tutti-vogliono-investire-tra-cui-anche-google-e-amazon_120642.html. (8) Anthropic – Wikipedia. https://en.wikipedia.org/wiki/Anthropic. (9) Company \ Anthropic. https://www.anthropic.com/company.
Elon Muskha intentato una causa contro OpenAI, l’azienda di ricerca sull’intelligenza artificiale che ha contribuito a fondare, e il suo CEO Sam Altman.
La causa sostiene che OpenAI ha violato i suoi principi fondatori privilegiando il profitto rispetto al beneficio dell’umanità. Musk afferma che la partnership di OpenAI con Microsoft, che ha portato a un’alleanza multimiliardaria, rappresenta uno spostamento dalla missione originale dell’azienda di sviluppare tecnologia AI open-source per il bene pubblico. Egli sostiene che OpenAI sia diventata una “sussidiaria de facto a codice chiuso” di Microsoft, contrariamente all’accordo fondativo dell’azienda di sviluppare l’IA per il beneficio ampio dell’umanità[1].
La causa, depositata presso la Corte Superiore di San Francisco, accusa OpenAI e i suoi dirigenti di violazione di contratto e dovere fiduciario, e cerca di costringere OpenAI ad aderire alla sua missione originale. Musk richiede anche un’ingiunzione per impedire sia a OpenAI che a Microsoft di trarre profitto dalla tecnologia di intelligenza generale artificiale dell’azienda. Inoltre, Musk cerca danni, la cui quantità non è chiara, e afferma che qualsiasi risarcimento derivante dalla causa sarà donato a un ente no-profit o a una beneficenza[1].
Le preoccupazioni di Musk sui rischi dell’IA sono ben documentate, e in precedenza ha affermato che la tecnologia IA potrebbe essere pericolosa e potenzialmente distruggere l’umanità. La causa si aggiunge a una serie di problemi che OpenAI sta affrontando, inclusi controlli da parte dei regolatori negli Stati Uniti, nell’Unione Europea e in Gran Bretagna, nonché altre cause legali per violazione del diritto d’autore e l’uso di materiale protetto da copyright per addestrare il suo chatbot[1][3].
Musk, che ha lasciato il consiglio di amministrazione di OpenAI nel 2018, ha da allora lanciato la sua propria azienda di IA chiamata xAI, con l’obiettivo di creare strumenti di IA che assistano l’umanità. È stato critico nei confronti dell’approccio di OpenAI, in particolare dopo il rilascio di ChatGPT, un chatbot che può produrre testo e rispondere a query in prosa simile a quella umana[1].
Grazie ad un caro amico esperto di tecnologia, si direbbe un nerd, eh sì lo possiamo definire così, ho scoperto questo fantastico motore di ricerca guidato dall’intelligenza artificiale che si chiama perplexity.ai
Oltre alla segnalazione del mio amico Antonio l’interesse è cresciuto perché ho visto chi c’era dietro l’investimento di perplexity.ai
Chi ha investito in perplexity.ai?
Perplexity.ai, una startup innovativa nel campo dell’intelligenza artificiale, ha recentemente raccolto 73,6 milioni di dollari in un round di finanziamento, portando la sua valutazione a 520 milioni di dollari. Tra gli investitori che hanno scommesso su Perplexity.ai ci sono figure di spicco come il fondatore di Amazon, Jeff Bezos, il CEO di Shopify, Tobias Lütke, e la società NVIDIA. Questo round di finanziamento è stato guidato da IVP, con la partecipazione di NEA, Databricks Ventures, l’ex vicepresidente di Twitter Elad Gil, l’ex CEO di GitHub Nat Friedman, Guillermo Rauch, fondatore di Vercel, e altri.
L’obiettivo principale di Perplexity.ai è potenziare la tecnologia alla base del suo motore di ricerca per sfidare i giganti del web come Google e Bing, offrendo agli utenti risposte dirette basate sull’intelligenza artificiale generativa, piuttosto che semplici collegamenti a siti web. La startup, fondata nel 2022 da Aravind Srinivas, Denis Yarats, Johnny Ho e Andy Konwinski, ha sede in un coworking a San Francisco e conta meno di quaranta dipendenti.
Perplexity.ai si distingue per la sua capacità di fornire risposte immediate alle domande degli utenti, sfruttando una varietà di modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) che possono riassumere e generare informazioni. L’azienda ha dichiarato di aver servito più di 500 milioni di query nel 2023, spendendo pochi dollari in marketing, e prevede di utilizzare il finanziamento per assumere nuovi talenti e sviluppare ulteriormente i suoi prodotti.
Nonostante la sua rapida crescita e l’ambizioso obiettivo di rivoluzionare il mercato della ricerca online, Perplexity.ai si trova di fronte alla sfida di competere con Google, che detiene circa il 90% della quota di mercato. Tuttavia, con il sostegno di investitori di alto profilo e una tecnologia innovativa, Perplexity.ai si posiziona come un potenziale rivale nel panorama della ricerca online, puntando a diventare un punto di riferimento per l’accesso alle informazioni online basato sull’intelligenza artificiale.
Quali sono le applicazioni di perplexity.ai?
Perplexity.ai è un’innovativa piattaforma di ricerca che utilizza l’intelligenza artificiale per fornire risposte precise e dettagliate alle domande degli utenti. Le sue applicazioni principali includono:
1. **Ricerca e Risposta**: Perplexity.ai funziona come un motore di ricerca intelligente che, invece di restituire un elenco di link, fornisce direttamente risposte testuali basate sull’intelligenza artificiale. Questo approccio mira a offrire agli utenti informazioni più dirette e pertinenti senza dover navigare attraverso vari siti web.
2. **Apprendimento e Educazione**: Grazie alla sua capacità di fornire risposte dettagliate e ben argomentate, Perplexity.ai si presta come strumento educativo per studenti e ricercatori che cercano informazioni affidabili e approfondimenti su vari argomenti.
3. **Analisi del Linguaggio Naturale (NLP)**: Utilizzando tecnologie avanzate di NLP, Perplexity.ai è in grado di comprendere e processare le domande degli utenti in linguaggio naturale, rendendo l’interazione con la piattaforma intuitiva e accessibile a tutti.
4. **Supporto alla Ricerca**: Perplexity.ai può essere utilizzato per effettuare ricerche approfondite su internet, aggregando e sintetizzando informazioni da diverse fonti. Questo lo rende uno strumento utile per professionisti e ricercatori che necessitano di raccogliere dati e informazioni affidabili in modo efficiente.
5. **Assistenza nella Creazione di Contenuti**: Perplexity.ai può assistere gli utenti nella generazione di contenuti, fornendo spunti, riassunti e informazioni che possono essere utilizzati come base per articoli, report e altri materiali.
6. **Interazione Conversazionale**: Grazie alla sua interfaccia in stile chatbot, Perplexity.ai permette agli utenti di interagire in modo conversazionale, ponendo domande e ricevendo risposte in tempo reale. Questo rende la ricerca di informazioni un’esperienza più dinamica e interattiva.
In sintesi, Perplexity.ai si distingue nel panorama dell’intelligenza artificiale per la sua capacità di fornire risposte precise e approfondite a una vasta gamma di domande, rivoluzionando il modo in cui accediamo e interagiamo con le informazioni online.
Quali sono le fonti di informazione utilizzate da perplexity.ai per fornire risposte?
Perplexity.ai utilizza un modello linguistico di grandi dimensioni (LLM) che gli permette di accedere a una vasta gamma di fonti di informazione per fornire risposte accurate e dettagliate. Tra le fonti utilizzate da Perplexity.ai ci sono:
– Riviste accademiche – Rapporti di settore – Forum online – Documenti accademici – Video di YouTube – Post di Reddit
Queste fonti consentono a Perplexity.ai di aggregare informazioni pertinenti e dettagliate da una serie di fonti affidabili, offrendo agli utenti una prospettiva completa su qualsiasi argomento. Inoltre, Perplexity.ai è stato addestrato a dare rilievo alle citazioni, permettendo agli utenti di valutare l’accuratezza e l’affidabilità delle informazioni fornite. Gli utenti possono anche modificare le informazioni fornite dall’IA e rimuovere qualsiasi informazione errata o che si basa su opinioni anziché su fatti.
Perplexity.ai è progettato per fornire risposte più complete e accurate rispetto ai motori di ricerca tradizionali, basandosi su fonti affidabili e aggiornate. Questo lo rende uno strumento utile per chi cerca informazioni aggiornate e affidabili su una vasta gamma di argomenti.
Come posso utilizzare perplexity.ai per la mia attività professionale?
Per utilizzare Perplexity.ai nel settore della tecnologia e del giornalismo, puoi sfruttare le sue capacità avanzate di ricerca e analisi basate sull’intelligenza artificiale per migliorare vari aspetti del tuo lavoro professionale. Ecco alcune applicazioni specifiche:
1. **Ricerca Approfondita**: Utilizza Perplexity.ai per condurre ricerche approfondite su argomenti tecnologici e giornalistici. Grazie alla sua capacità di fornire risposte dettagliate e dirette, puoi ottenere informazioni precise e approfondimenti su temi specifici senza dover navigare attraverso numerosi siti web.
2. **Analisi del Linguaggio Naturale (NLP)**: Sfrutta le tecnologie avanzate di NLP di Perplexity.ai per analizzare e comprendere meglio i testi, i documenti e le notizie. Questo può aiutarti a identificare tendenze, pattern e insight rilevanti nel settore tecnologico e giornalistico.
3. **Generazione di Contenuti**: Perplexity.ai può assisterti nella creazione di contenuti, fornendo spunti, riassunti e informazioni che possono essere utilizzati come base per articoli, report e altri materiali. Questo può migliorare significativamente l’efficienza e la qualità del tuo lavoro di scrittura.
4. **Supporto alla Ricerca**: Utilizza Perplexity.ai per effettuare ricerche approfondite su internet, aggregando e sintetizzando informazioni da diverse fonti. Questo strumento può essere particolarmente utile per professionisti e ricercatori che necessitano di raccogliere dati e informazioni affidabili in modo efficiente.
5. **Interazione Conversazionale**: Grazie alla sua interfaccia in stile chatbot, Perplexity.ai permette di interagire in modo conversazionale, ponendo domande e ricevendo risposte in tempo reale. Questo rende la ricerca di informazioni un’esperienza più dinamica e interattiva, facilitando l’accesso a dati e notizie rilevanti.
In conclusione, Perplexity.ai offre una serie di strumenti e funzionalità che possono essere estremamente utili nel settore della tecnologia e del giornalismo. Che tu stia conducendo ricerche approfondite, generando contenuti, o analizzando dati, questa piattaforma di intelligenza artificiale può aiutarti a migliorare l’efficienza e la qualità del tuo lavoro.
A proposito questo articolo è stato completamente scritto con l’intelligenza artificiale!
Fondazione per la Sostenibilità Digitale presenta il “Manifesto per la Sostenibilità Digitale dell’Intelligenza Artificiale (AI)”
La Fondazione per la Sostenibilità Digitale – la prima Fondazione di ricerca riconosciuta in Italia dedicata ad approfondire i temi della sostenibilità digitale – è lieta di annunciare il lancio del “Manifesto per la Sostenibilità Digitale dell’Intelligenza Artificiale (AI)”, il Position Paper sull’Intelligenza Artificiale (AI) e la Sostenibilità. Questo documento vuole essere una guida per approcciare l’AI in modo consapevole, responsabile e sostenibile.
Ciò che è accaduto a Tom Hanks mette in luce una condizione che potrebbe diventare sempre più comune e che non riguarderà solamente persone VIP, politici e personaggi pubblici ma anche, e sempre di più, il pubblico in generale.
L’evoluzione dei sistemi di Intelligenza Artificiale dedicati, semplici ed economici, spingerà la diffusione di tecniche di deep fake e quindi la realizzazione di video “falsi” non distinguibili da quelli originali, in cui vero e falso si sovrappongono. Per affrontarlo sono necessari tre elementi: la normativa, e grazie all’AI act le Intelligenze Artificiali devono rispettare rigorosi criteri; la cultura, attraverso programmi culturali capillari e generalizzati che creino cittadini consapevoli e informati; la tecnologia. Così come l’AI può generare deep fake, l’AI deve poter generare algoritmi che li smascherino e che diano la possibilità all’utente di comprendere la natura delle immagini che appaiono sul video.
Il Manifesto serve proprio ad analizzare sfide ed opportunità dell’AI in rapporto alla società e, nell’ultima parte del documento, identificare, per ciascun SDG (Sustainable Development Goal), quelle caratteristiche dell’AI che più di altre contribuiscono alla realizzazione dei singoli obiettivi di SDG. Partendo dall’assunto che l’AI è entrata in una fase di impatto di massa, coinvolgendo non solo utenti, ma anche istituzioni pubbliche e private, il Position Paper si pone come obiettivo quello di collocare l’AI in un contesto di sostenibilità digitale, fornendo una visione chiara dei principi e delle caratteristiche che dovrebbero guidare lo sviluppo e l’adozione di questa tecnologia. Non si tratta di limitare l’AI, ma di massimizzarne i benefici nel rispetto dei principi di sostenibilità.
“È fondamentale, per ciascuno di noi, approfondire la conoscenza di queste tecnologie per potere comprendere le loro potenzialità” ha dichiarato Marzio Bonelli, CIO di MM. “Scopriremmo quanto l’attuale Intelligenza Artificiale, anche quella generativa, non sia in grado di inventare nulla di nuovo ma sia un potente articolatore di una conoscenza esistente in grado di scoprire relazioni deboli che sfuggono alla nostra mente. Scopriremmo quanto gli algoritmi possono stravolgere nel mondo del lavoro i modelli di business, ma anche quanto essi siano condizionabili, consapevolmente o inconsapevolmente, da chi li ha generati, e quanto sia importante riconoscere tale rischio per interpretare correttamente i risultati che l’AI ci propone, approcciando a questa tecnologia in modo costruttivo e consapevole, senza pregiudizi.” – ha concluso Bonelli.
Il Position Paper si sviluppa in tre sezioni principali: la prima contiene la descrizione del dominio dell’AI e la sua definizione, la seconda fa riferimento ai criteri e ai principi che devono essere considerati per valutarla ed utilizzarla in modo consapevole, la terza riguarda gli SDG di Agenda 2030 come chiave di lettura per definire i caratteri connotanti per la realizzazione di sistemi e soluzioni AI sostenibili.
“Lo sviluppo del manifesto ha visto l’impegno attivo di un gruppo di lavoro differenziato e multidisciplinare, composto tanto dai professori delle Università del nostro network che dagli esperti delle aziende che sostengono la Fondazione.” – ha spiegato Stefano Epifani, Presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale. “Nella riflessione che riguarda il futuro dell’AI la multidisciplinarietà è fondamentale: è stato entusiasmante veder ragionare assieme alcune tra le più brillanti menti che stanno sviluppando riflessioni in quest’ambito ibridando ed unendo visione giuridica (con l’apporto di esperti come Giovanni Battista Gallus e Lara Lazzaroni), con competenze tecnico-scientifiche ed approccio filosofico (con il contributo di studiosi come Tiziana Catarci e Fabio Ciracì). È, questo, il modus operandi della Fondazione, che fa della interdisciplinarità nell’approccio ai problemi collegati alla sostenibilità digitale uno dei suoi punti di forza.” – ha terminato Epifani.
Criteri di valutazione di sistemi e soluzioni di AI
Nel documento vengono presentati i principi e le caratteristiche necessarie per valutare qualsiasi prodotto realizzato a partire da una Intelligenza Artificiale.
Si parte dall’assunto che l‘AI non deve essere considerata una commodity a cui si accede in modo inconsapevole, ma piuttosto una tecnologia che richiede consapevolezza, competenza e capacità critica. L’obiettivo è utilizzare l’IA per costruire un mondo più sostenibile, affrontando i problemi reali che la società si trova a fronteggiare.
A questo scopo, la Fondazione per la Sostenibilità Digitale ha identificato alcuni criteri, elencati nel Manifesto per la Sostenibilità Digitale dell’Intelligenza Artificiale (AI), che tutte le organizzazioni (pubbliche e private) dovrebbero utilizzare nello sviluppo e adozione di sistemi di AI e che includono, tra le principali, la trasparenza, la non discriminazione nella strutturazione e applicazione dell’AI, l’equità, la sostenibilità economica, sociale e ambientale, l’interoperabilità e portabilità delle tecnologie di AI, la possibilità di revoca dell’azione, il rispetto della privacy, la sicurezza delle informazioni, la riconoscibilità di ciò che è stato creato con l’AI, la necessità di una formazione consapevole sulla conoscenza delle tecnologie digitali, fra cui l’AI, la valutazione su opportunità e rischi tra possibili danni ed elementi di vantaggio, l’attribuzione delle giuste responsabilità per chi trae vantaggi dall’AI.
I criteri indicati dal position paper sono funzionali a stabilire una scala di valutazione dei sistemi e soluzioni di AI e non possono prescindere dall’ambito di utilizzo degli stessi.
Come l’AI contribuisce a raggiungere gli Obiettivi di Sostenibilità (SDG)
Un aspetto cruciale dell’AI è la sua crescente importanza nella realizzazione degli obiettivi di sostenibilità stabiliti da Agenda 2030 delle Nazioni Unite. L’AI offre soluzioni innovative per affrontare sfide globali come il cambiamento climatico, la povertà, la salute pubblica e l’uguaglianza di genere.
Raggruppando gli SDG in 3 macrocategorie, Benessere e Sostenibilità Sociale (SDG 1, 2, 3, 4, 5, 8 e 10), Innovazione e Sostenibilità Ambientale (SSDG 6, 7, 9, 11, 12, 13, 15) e Pace, Giustizia e Istituzioni solide (SDG 16 e 17), si può osservare come l’AI, nelle sue caratteristiche specifiche può impattare il raggiungimento degli obiettivi di ogni singolo SDG:
Gruppo Benessere e Sostenibilità sociale: questo gruppo di SDG risulta essere quello maggiormente sensibile alle caratteristiche intrinseche e di finalità di sistemi e soluzioni di AI. L’aspetto non discriminatorio dell’AI, come l’attenzione ai bias di genere nella fase di learning favorisce l’inclusione e la promozione dell’uguaglianza (SDG5), riducendo allo stesso tempo le disuguaglianze (SDG10). L’interoperabilità e la portabilità sono fondamentali per il SDG3 in quanto la possibilità di scambio dati in tempo reale tra più soluzioni di AI. La loro semplicità di adozione invece può essere determinante per la salvezza di vite umane. Il diritto di revoca dell’azione e il controllo umano sugli algoritmi possono evitare effetti indesiderati che, per rilevanza, impattano maggiormente sempre sul SDG3. L’accessibilità è una caratteristica che riduce le disuguaglianze e deve essere un punto di riferimento per tutte le tecnologie digitali che devono tendere a favorire l’inclusione. Infine, le caratteristiche di impatto ambientale fanno riferimento in modo particolare al SDG3 in quanto una AI sostenibile, che opera in modo ottimizzato, contenendo il consumo di risorse computazionali ha un impatto positivo sull’ambiente e di conseguenza sulla salute e il benessere delle persone.
Gruppo Innovazione e Sostenibilità ambientale: questo gruppo di SDG è l’unico che risulta essere influenzabile in modo pervasivo, e questo conferma il ruolo portante dell’AI nel percorso di sviluppo e innovazione. L’AI può infatti contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale delle attività industriali, ad esempio, ottimizzando l’efficienza energetica nei processi industriali o dando indicazioni in merito alle perdite di acqua. Attraverso il monitoraggio e l’analisi dei dati i processi gestiti attraverso l’AI possono promuovere un uso più sostenibile delle risorse (SDG6 e 7). Le caratteristiche tecniche sono fondamentali per il SDG9 (Innovazione ed Infrastrutture) poiché si tratta di requisiti impliciti. SDG11 (Città e comunità sostenibili) può essere raggiunto attraverso lo sviluppo di mobilità intelligenti, come sistemi di trasporto condiviso e ottimizzazione del traffico. Contribuendo quindi a ridurre le emissioni di gas serra e migliorare la qualità dell’aria nelle aree urbane. I dati prodotti e gestiti dalle AI possono essere utilizzati per comprendere i processi legati al cambiamento climatico e per sviluppare di conseguenza nuovi modelli di previsione del clima contribuendo a migliorare la resilienza delle comunità e ad affrontare i rischi ambientali (SDG13).
Gruppo Pace, Giustizia e Istituzioni solide: questo gruppo di obiettivi SDG risulta influenzato da alcune delle caratteristiche dell’AI, in particolare quelle intrinseche e di finalità. Il SDG16 si propone di promuovere società pacifiche, giuste e inclusive. Una AI non discriminatoria e progettata in modo etico consente l’implementazione di sistemi e algoritmi che evitano discriminazioni basate su caratteristiche come l’etnia, il genere o la religione. L’AI può aiutare a garantire equità e giustizia nel processo decisionale, promuovendo un trattamento imparziale di tutte le persone, indipendentemente dalle loro caratteristiche personali. L’aspetto “inclusivo” dell’AI favorisce la coesione sociale e la fiducia tra i diversi gruppi della società, contribuendo ad eliminare pregiudizi o stereotipi, a ridurre le tensioni sociali e a promuovere la collaborazione e la costruzione di comunità pacifiche. Per quanto concerne invece l’SDG17 (Partenariato per gli obiettivi generali), abbiamo osservato negli ultimi anni come l’AI stia trasformando diversi settori e richieda un’adeguata preparazione per poter affrontare le sfide e cogliere le opportunità che essa presenta. La literacy consente alle persone di sviluppare competenze per utilizzare l’AI in modo efficace e responsabile, promuovendo l’innovazione e la sostenibilità.
Informazioni su Fondazione per la Sostenibilità Digitale:
La Fondazione per la Sostenibilità Digitale è la prima Fondazione di Ricerca in Italia che analizza le correlazioni tra trasformazione digitale e sostenibilità con l’obiettivo di supportare istituzioni e imprese nella costruzione di un futuro migliore. La sua mission è quella di studiare le dinamiche indotte dalla trasformazione digitale, con particolare riferimento agli impatti sulla sostenibilità ambientale, culturale, sociale ed economica. In quest’ottica la Fondazione sviluppa attività di ricerca, fornisce letture ed interpretazioni della trasformazione digitale, offre indicazioni operative per gli attori coinvolti, intercetta i trend del cambiamento e ne analizza gli impatti rispetto allo sviluppo sostenibile. La Fondazione agisce attraverso una struttura costituita da esperti indipendenti, istituzioni, imprese e università.
Ai soci e partner della Fondazione si affianca la Rete delle Università che costituisce il sistema di competenze al quale fa riferimento la Fondazione per lo sviluppo dei suoi progetti e che rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra istituzioni ed aziende nello sviluppo di progetti e di attività dedicati alla sostenibilità digitale. Tra le Università che fanno parte della Rete, l’Università Sapienza di Roma, l’Università di Pavia, l’Università Ca’ Foscari di Venezia, l’Università degli Studi di Cagliari, l’Università degli Studi di Palermo, l’Università degli Studi di Firenze, l’Università degli Studi di Trieste, l’Università di Perugia, L’Università per Stranieri di Perugia, l’Università di Siena, l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, l’Università degli Studi di Torino, l’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”, l’Università degli Studi di Sassari.
L’analisi di numeri, immagini e parole semplifica la vita dei medici e accelera le diagnosi, ma può velocizzare anche la ricerca scientifica, salvando vite umane. Ecco tre esempi virtuosi che nascono dalla collaborazione tra istituzioni governative, corporate e start-up
A cura di Gianluca Maruzzella, Founder & CEO di Indigo.ai
L’intelligenza artificiale sposa il mondo della salute e della medicina. Un matrimonio accelerato dall’emergenza sanitaria del Covid-19 e che lascia molti interrogativi ancora senza risposta, a cominciare dal delicato tema della privacy e della gestione dei dati sensibili dei pazienti, ma che permette di velocizzare le diagnosi e migliorare il dialogo tra dottore e paziente. Di più: può servire alle persone per assumere un determinato farmaco con maggiore consapevolezza, così come semplificare la vita dei ricercatori scientifici aiutandoli a districarsi tra migliaia di pubblicazioni.
L’intelligenza artificiale si muove in tre grandi insiemi: immagini, numeri e parole. Tre verticali che trovano la loro applicazione anche nel mondo della medicina, con obiettivi e sviluppi differenti.
Un classico esempio di applicazione dell’AI al verticale dei “numeri” in campo medico è il supporto dell’intelligenza artificiale nell’analisi quantitativa dei dati del paziente: il supporto di algoritmi predittivi permette di ridurre al minimo eventuali errori di interpretazione. Infatti, grazie ad una serie di dati e utilizzando degli algoritmi di machine learning, la macchina è in grado di aiutare il medico nell’analizzare un campione e diagnosticare la patologia. Se immaginare un’intelligenza artificiale che sappia interpretare e analizzare i numeri ci è tutto sommato semplice (dalla calcolatrice ai file excel ai primi computer, è un concetto a cui siamo abituati), come può invece una AI venire utilizzata nello studio di immagini e parole della medicina? Vediamo alcuni esempi.
Leggere le immagini: Il caso di InnerEye by Microsoft
Se i risultati degli esami e delle analisi sono i numeri che permettono al medico di capire come sta il paziente, le immagini sono le lastre e le risonanze magnetiche (così come le tac, ecc) – che aiutano il dottore a confermare le sue ipotesi in una sorta di combinato disposto. Ed è proprio partendo dall’analisi delle immagini che Microsoft ha creato InnerEye, un sistema che utilizza una libreria sterminata di foto scannerizzate che può capire se il paziente abbia untumore. L’intelligenza si basa su un algoritmo che impara dalle lastre visionate dai dottori, immagazzina tutte le informazioni e arriva una diagnosi celere con un abbattimento dei costi per l’identificazione dell’eventuale malattia, ma soprattutto facendo risparmiare tempo prezioso al paziente.
Comprendere le parole: in UK è il robot a fare l’anamnesi in real-time
Applicare l’intelligenza artificiale alle parole in medicina è sicuramente più complesso, ma può aiutare il dottore, ad esempio, nel dialogo con il paziente. Come nel caso di Babylon Help, sicuramente un bell’esempio di partnership tra pubblico – il sistema sanitario del governo inglese – e privato, ovvero l’ex start-up britannica. In questo caso è il sistema di intelligenza artificiale a compilare l’anamnesi del paziente in tempo reale, ascoltando la conversazione a distanza tra medico e paziente. Grazie all’utilizzo della videocamera, Babylon Help è in grado di analizzare le espressioni del paziente per capire se sia preoccupato o meno o – per esempio – per essere certi che abbia compreso una domanda particolare. Il sistema, soprattutto, acquisisce e scrive tutte le informazioni necessarie al dottore per una prima diagnosi. In questo modo si abbattono i costi del sistema sanitario, ma si evitano anche lunghi tempi d’attesa negli ambulatori e si garantisce un servizio senza interruzioni. Ovviamente, cambiano anche le competenze stesse dei dottori, che sono chiamati anche ad acquisire conoscenze informatiche – però a vantaggio di uno snellimento notevole delle “carte” da compilare.
Il supporto alla ricerca: l’AI che aiuta gli scienziati contro il Covid-19
L’AI non corre in supporto solo dei medici o dei pazienti: in questo periodo di pandemia chi si occupa di intelligenza artificiale ha cercato di mettere le sue competenze a sostegno della lotta al Coronavirus. Ci abbiamo provato anche noi, insieme al Centro Medico Santagostino, sviluppando Record, un motore di ricerca a disposizione degli scienziati per aiutarli a districarsi tra le migliaia di articoli specialistici che quotidianamente vengono pubblicati sul tema. Infatti, il Covid-19 è un virus nuovo, il mondo intero lo sta studiando e ogni giorno si fanno grandi e piccole scoperte che avvicinano sempre più alla creazione di un vaccino. Per questo gli studiosi hanno bisogno di restare al passo con le ultime novità, senza però sottrarre tempo prezioso alla ricerca attiva. Record diventa uno strumento prezioso in questo senso. Funziona in due fasi: la prima passa attraverso la selezione dei documenti che con ogni probabilità contengono la risposta alla domanda del ricercatore; successivamente attraverso un modello di “question answering” viene fornita una risposta per ciascuno dei documenti selezionati, insieme ad ulteriori informazioni come il titolo, gli autori, la bibliografia e il giornale di pubblicazione con relativo impatto scientifico, per aiutare gli utenti a valutare la rilevanza del documento e l’attendibilità della risposta. Uno strumento per andare “diritti al punto” d’interesse. Uno strumento che speriamo si riveli utile nella realizzazione di un vaccino al virus.
Insomma, il matrimonio tra medicina e intelligenza artificiale non solo è già realtà, ma sta dimostrando in modo sempre più incisivo di poter funzionare, di poter avere un futuro roseo, di avere le basi solide per rivoluzionare in meglio, lentamente ma stabilmente, uno degli aspetti più importanti della vita umana, ovvero la gestione della salute personale e collettiva.
Siamo uno studio di Conversational AI che progetta e costruisce assistenti virtuali, tecnologie di linguaggio ed esperienze conversazionali. Nati a Settembre 2016 tra i banchi del Politecnico di Milano da un’idea di cinque giovani (Gianluca Maruzzella, Enrico Bertino, Marco Falcone, Andrea Tangredi e Denis Peroni – ad oggi quasi tutti under30), abbiamo realizzato assistenti virtuali per alcune delle aziende più innovative al mondo, tra cui banche, assicurazioni, case farmaceutiche, etc. Abbiamo costruito un framework proprietario di Natural Language Processing che, sfruttando l’intelligenza artificiale, è in grado di comprendere le informazioni nel testo o nella voce in maniera completamente automatica: grazie a questo framework aiutiamo le aziende ad automatizzare conversazioni, efficientare processi, alleggerire il customer care ed ingaggiare i clienti in maniera super personalizzata. Il nostro team è formato da 20 persone e operiamo sia in Italia che all’estero. Tra il 2017 e il 2020 siamo stati scelti due volte come rappresentanti della delegazione delle start-up italiane al CES di Las Vegas e abbiamo vinto tre riconoscimenti del premio Gaetano Marzotto – tra i più importanti nel panorama dell’innovazione.
A svelare questo approccio human centric è Paul Daugherty, Chief Technology & Innovation Officer di Accenture. Ospite di Meet the Media Guru, Paul ha individuato tre miti, tre imperativi e tre sfide imprescindibili oggi per stare al passo con le nuove tecnologie.
L’Intelligenza Artificiale è il risultato dell’incredibile creatività dell’uomo che dà vita a un rapporto bidirezionale e collaborativo con il progresso: nasce così il binomio “uomo+macchina”.
“La tecnologia è neutrale, è il modo in cui l’uomo la utilizza che può cambiare il mondo”. Questo il pensiero di Paul Daugherty, Chief Technology & Innovation Officer di Accenture, quarto ospite Meet the Media Guru che, al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano, ha indagato il futuro della convivenza del binomio uomo+macchina in ambito lavorativo.
Secondo Paul Daugherty sin dall’antichità la tecnologia è sempre stata al centro delle vite degli esseri umani: dalla scoperta del fuoco di milioni di anni fa fino alladigital transformation dei giorni nostri, con l’AI protagonista nonché motore del futuro. Benché l’Intelligenza Artificiale sia concepita oggi come una delle più avanguardistiche tecnologie, le sue origini risalgono agli anni Cinquanta, quando per la prima volta si è cominciato a parlare di tecnologie di potenziamento per i computer.
Intelligenza Artificiale: chi è costei? Ma cos’è l’Intelligenza Artificiale? Per il Guru sono da intendersi tutti quei sistemi che possono estendere le capacità umane di sentire, comprendere, agire e imparare. Nonostante la concezione di AI contemporanea sia solo agli albori, per Paul Daugherty “l’innovazione che porterà nelle nostre vite sarà qualcosa di incredibile, paragonabile solo all’invenzione dell’elettricità”. Una svolta epocale, certo, ma che mai sostituirà l’uomo, suo creatore, bensì incrementerà le potenzialità del vivere quotidiano sia nella sfera privata che professionale.
Nel corso della serata, Daugherty ha individuato tre miti, tre imperativi e altrettante sfide riguardanti l’Intelligenza Artificiale.
Tre miti da sfatare sull’Intelligenza Artificiale
I robot non sono una minaccia. L’Intelligenza Artificiale non distruggerà l’umanità, ma le si affiancherà semplificando alcune operazioni ancora oggi nelle mani dell’uomo;
Le macchine non ruberanno il lavoro. I robot non sostituiranno il fattore umano, bensì contribuiranno a creare nuovi posti di lavoro con il nascere di professioni a oggi inesistenti. Le macchine devono essere intese come innovazioni tecnologiche con cui collaborare, spetta all’uomo aggiornare le proprie competenze e abilità per stare al passo con il progresso. Le leadership devono favorire questo processo;
Le metodologie non cambieranno. A modificare non sarà l’approccio al lavoro, ma i termini in cui l’uomo basa la propria collaborazione che non deve essere uomo-macchina, ma uomo + macchina, una addizione che consente di raggiungere nuove frontiere.
Tre imperativi da seguire
Ripianificazione del modello business. Le organizzazioni devono immaginare un nuovo modo di organizzarsi, capace di valorizzare l’esistente e accogliere l’innovazione. E’ fondamentale focalizzarsi sulla formazione per adattare le professioni attuali in vista della crescente diffusione dell’Intelligenza Artificiale e preparare chi deve accedere al mercato del lavoro;
Nuovo approccio al lavoro. L’Intelligenza Artificiale è una intelligenza collaborativa che vede un rapporto bidirezionale tra l’uomo e la macchina: mentre l’uomo con le sue competenze crea la macchina e la dota dei dati necessari per farla funzionare, in risposta la macchina migliora le possibilità dell’uomo di valorizzare la propria creatività;
Intelligenza Artificiale responsabile. Rifacendosi alle tre leggi della robotica di Isaac Asimov, Daugherty ricorda come la AI debba sempre essere impiegata a beneficio dell’umanità. Un imperativo, questo, che pone in essere la questione etica di un’Intelligenza Artificiale che sia anzitutto responsabile ma anche onesta, imparziale e trasparente. La responsabilità degli atti compiuti dalla AI deve essere sempre in capo alle persone.
Tre sfide per le aziende
Nuove abilità e formazione. Con la crescente diffusione dell’Intelligenza Artificiale, diventa necessario colmare il gap tra le competenze già presenti nel mercato del lavoro e quelle necessarie, maggiori rispetto alle prime. Serve quindi formare vecchi, nuovi e futuri lavoratori per permettere una più serena ed efficace collaborazione per il binomio uomo+macchina;
Data Veracity. Informazioni poco accurate possono minare la qualità delle ricerche fatte per mano dell’AI sulle quali gli enti contano per pianificare, operare e conoscere. È quindi fondamentale attingere da fonti sicure, collezionare e gestire i dati correttamente per svolgere un lavoro accurato, affidabile ed eticamente corretto;
Non esiste una linea d’arrivo. L’Intelligenza Artificiale non ha un traguardo da raggiungere perchè essa continuerà a svilupparsi e a crescere con noi.
Moneyfarm, il gestore digitale del risparmio, ha acquisito il chatbot di personal finance Ernest e le tecnologie impiegate per il suo sviluppo e il suo funzionamento. Ernest è un personal banker alimentato da intelligenza artificiale che combina la tecnologia di elaborazione delle lingue naturali con l’apprendimento automatico. Moneyfarm diventa così il primo gestore digitale a esplorare l’utilizzo dei chatbot per la gestione dei risparmi e degli investimenti.
Ernest è un progetto partito a Londra nel 2016 per iniziativa di tre sviluppatori italiani (Cristoforo Mione, Lorenzo Sicilia e Niall Bellabarba). Si tratta di un consulente finanziario personale, un “financial wellness coach” che, sfruttando i dati ricavati dalle transazioni bancarie dell’utente, è in grado di fornire, interagendo attraverso Facebook Messenger, statistiche e consigli personalizzati per una migliore e più efficiente gestione delle proprie finanze personali. Attualmente dispone di due modalità di funzionamento: risponde alle domande e invia notifiche proattive.
Ernest permette di integrare i diversi conti di una persona così da offrire una panoramica unica di tutte le fonti di reddito e di spesa e creare con semplicità report personalizzati per monitorare, per esempio, l’evoluzione nel tempo della spesa in diverse categorie di beni o servizi. Una funzionalità particolarmente interessante in un contesto come quello attuale nel quale l’approvazione in corso della normativa PSD2 stabilirà che le banche dovranno, previa autorizzazione, rendere accessibili i dati relativi ai conti correnti dei propri clienti a terze parti selezionate da questi.
Moneyfarm ha in programma di combinare la tecnologia di Ernest con la propria piattaforma che offre servizi di investimento. Con l’acquisizione della tecnologia di Ernest, Moneyfarm sarà in grado di fare un passo avanti nel suo percorso per accompagnare i clienti lungo l’intero ciclo di vita finanziario: dalla generazione dei risparmi fino all’investimento. La tecnologia Ernest, che ha la capacità di imparare e interagire con le abitudini finanziarie quotidiane del cliente, si integrerà con quella di Moneyfarm per permettere alla società di offrire una consulenza finanziaria ancora più personalizzata e costruita intorno alle abitudini di spesa di ciascuno. L’acquisizione di Ernest accresce inoltre il know how di Moneyfarm nel campo dell’intelligenza artificiale, know how che potrà essere impiegato per sviluppare molti altri aspetti del prodotto offerto da Moneyfarm, sempre nell’ottica di fornire ai clienti la migliore soluzione personalizzata per proteggere e far crescere i propri risparmi.
Giovanni Daprà, co-fondatore e CEO di Moneyfarm, ha commentato: “L’intelligenza artificiale e un’interfaccia utente interattiva ci aiuteranno a migliorare la nostra capacità di profilazione dei clienti e quindi a offrire un servizio migliore, più completo e sempre più personalizzato. Stiamo lavorando all’integrazione della tecnologia Ernest nella nostra offerta di prodotti, grazie alla quale saremo in grado di assistere il ciclo di vita completo dei risparmi del singolo cliente, dal primo stipendio fino al pensionamento.”
Niall Bellabarba, co-fondatore di Ernest, ha dichiarato: “L’acquisizione della tecnologia Ernest da parte di Moneyfarm offre un’ottima opportunità per portare la nostra visione ad un nuovo livello e creare un gestore finanziario virtuale più avanzato, basato sull’intelligenza artificiale.”
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