“ITT – INNOVATION & TECHNOLOGY TRANSFER: IL TRASFERIMENTO TECNOLOGICO COME VETTORE DI INNOVAZIONE. Riflessioni e strumenti a confronto per ricerca, formazione e finanza. Buone pratiche”.
#itt #technologytransfer #innovationvector
Come può un’invenzione diventare innovazione?
Riflessioni e strumenti a confronto, buone pratiche
NETtoWORK rivoluziona il recruiting online per i giovani e lancia un round di equity crowdfunding su Opstart
La startup torinese, che ha creato un network per neo-laureati e diplomati già utilizzato da oltre 200 aziende e 1.000 giovani nella sola provincia di Torino, lancia una campagna di equity crowdfunding su Opstart. Il recruiting online è tra i settori più dinamici con oltre 40 exit tra 2016 e 2017.
NETtoWORK, startup innovativa fondata a Torino, ha realizzato una piattaforma di networking che unendo tecnologia e servizi, facilita le relazioni tra aziende e giovani che entrano nel mondo del lavoro.
La startup ha lanciato una campagna di equity crowdfunding su Opstart con l’obiettivo di raccogliere 130 mila euro a fronte di un aumento di capitale che consentirà a chiunque di diventarne socio, investendo anche solo €250. La campagna, on-line dallo scorso 30 Ottobre, ha già raggiunto in soli 3 giorni il 45% del target di capitali raccolti.
NETtoWORK propone un modello rivoluzionario di recruiting, che non si basa su annunci di lavoro, ma consente a giovani neo laureati o diplomati (in Italia sono circa 850.000 ogni anno), i Junior, e alle aziende, sia PMI che grandi imprese, di conoscersi e valutarsi in modo mirato prima di incontrarsi, creando una rete di relazioni nella propria provincia ed in quelle limitrofe. L’accesso per le aziende è completamente gratuito, al contrario di quanto accade in tutti i siti di recruiting. Anche per i Junior l’accesso è gratuito, ma sottoscrivendo un abbonamento “premium”, oltre a profilarsi e a caricare il proprio video CV di 90 secondi, possono interagire illimitatamente online con le Aziende, fino ad incontrarle dal vivo negli “Aperimeeting”.
Manuel Bregolin, CEO di NETtoWORK e con una lunga esperienza nelle Risorse Umane di piccole e grandi aziende, afferma: “I giovani hanno molte difficoltà a trovare i loro primi impieghi. Le possibilità esistono, ma spesso giovani e imprese non riescono ad incontrarsi. I curricula infatti sono l’unico strumento di valutazione che i selezionatori delle imprese hanno a disposizione. Ma i CVdicono ben poco su un giovane con scarsa esperienza lavorativa. Il risultato è l’inefficienza del mercato del lavoro giovanile: i recruiter devono vagliare migliaia di CV indifferenziati, mentre i giovani subiscono la frustrazione di non ricevere risposte. Crediamo che NETtoWORK offra una soluzione innovativa ed efficiente, sia alle aziende sia ai giovani.”
E i risultati danno ragione a Bregolin: dal lancio a Maggio 2017, nella sola provincia di Torino, NETtoWORK è già utilizzato da oltre 1.000 Junior e 200 imprese, sia PMI sia grandi aziende, tra cui Alleanza Assicurazioni, Caffarel, Leroy Merlin, Valeo, Norauto.
Uno degli “early user”, Alessandro Olivero, responsabile del personale di CAFFAREL, conferma: “NETtoWORK è uno strumento utile per velocizzare l’approccio con potenziali candidati che, proprio grazie alla piattaforma, possono dimostrare competenze essenziali in Azienda, come public speaking, comunicazione e time management. Mi auguro possa diffondersi non solo fra i nativi digitali ma soprattutto fra le generazioni a loro precedenti proprio per la semplicità d’uso e fruizione”.
Il mercato globale del recruitment on-line vale $4 miliardi ed è tra i più movimentati in termini di acquisizioni: nel mondo, più di 40 startup attive in questo mercato sono state oggetto di acquisizioni tra il 2016 e il 2017. Il segmento dedicato al lavoro giovanile è peraltro tuttora una grande opportunità per le startup in quanto, essendo nella sua fase iniziale, si sta sviluppando con modelli diversi da quelli dei grandi gruppi, più mirati alle esigenze specifiche del segmento.
I fondi raccolti con la campagna di equity crowdfunding, consentiranno a NETtoWORK di accelerare l’espansione in tutte le province italiane, investendo principalmente in attività di marketing e commerciali e nella realizzazione della versione 2.0 della piattaforma, con funzionalità e servizi aggiuntivi che renderanno ancora più stimolante ed efficace l’interazione tra aziende e giovani.
Ansaldo Energia è stata selezionata dal Cluster Fabbrica Intelligente per conto del Ministero dello Sviluppo Economico come uno dei primi quattro “Lighthouse Plant”, completamente basato su tecnologie digitali nell’ambito del programma Impresa 4.0. Per realizzare questo obiettivo, con il supporto della Regione Liguria, Ansaldo Energia, oltre a coinvolgere alcuni dei principali centri di competenza della trasformazione digitale (quali l’Università di Genova e il Politecnico di Milano) e alcuni importanti partner tecnologici, ha deciso di selezionare alcune startup e PMI innovative in grado di apportare valore a tale iniziativa.
Per questo, Ansaldo Energia lancia la Call for Innovation “Digital X Factory”, in collaborazione con Digital Magics EnergyTech, rivolta a tutte le startup e PMI innovative italiane dell’Industria 4.0 in grado di progettare e realizzare soluzioni tecnologiche avanzate e applicabili ai propri processi produttivi.
Fra tutte le realtà che invieranno la propria candidatura entro il 20 novembre, saranno selezionate le 15 imprese più promettenti che venerdì 1 dicembre, presso lo Stabilimento Ansaldo Energia di Genova Cornigliano, presenteranno le loro proposte progettuali di fronte a una giuria di esperti di Industria 4.0.
Tra le startup e PMI finaliste saranno selezionate quelle che potranno contribuire alla creazione del Lighthouse Plant di Ansaldo Energia. Le modalità di partecipazione e altre informazioni utili sono disponibili sul sito http://DigitalXFactory.ansaldoenergia.com
Il Gruppo Ansaldo Energia è un protagonista internazionale nel campo della generazione elettrica, un player in grado di fornire all’industria un modello integrato, dagli impianti chiavi in mano, ai componenti (turbine a gas, turbine a vapore, generatori, microturbine), al service a supporto, fino alle attività nel campo dell’energia nucleare.
Digital Magics EnergyTech è il programma di incubazione specializzato per le startup digitali del settore dell’energia lanciato dall’incubatore quotato Digital Magics in partnership con Compendia, società di servizi energetici innovativi.
L’aspetto saliente della presente edizione è dato dalla disponibilità dei dati sui bilanci 2016, che consentono di ottenere un’istantanea aggiornata dei fondamentali economici espressi da questa platea.
Il 30 settembre 2017 risultavano iscritte 7.854 startup innovative, 460 in più rispetto a fine giugno. I dati dei bilanci 2016 attualmente disponibili coprono il 57,7% di questa popolazione: nei restanti casi l’impresa è stata costituita nel 2017, oppure i dati sul bilancio relativo all’esercizio 2016 non sono ancora stati acquisiti.
Ciò premesso, il valore della produzione medio per startup nel 2016 risulta in forte aumento: è ora pari a circa 160 mila euro, 45mila euro in più rispetto alla media rilevata nel trimestre precedente (+39,5%). Va però precisato che quest’ultimo valore si riferiva ai bilanci 2015, e risultava fortemente influenzato dalla progressiva perdita dello status di startup innovativa da parte di un numero consistente di imprese ormai “mature”, fenomeno già analizzato nelle precedenti edizioni di questo rapporto.
Il segnale più significativo del rafforzamento dimensionale delle startup innovative è dato pertanto dal valore aggregato della produzione, che al 30 settembre sfonda il tetto dei 700 milioni di euro (726.121.752 euro): un dato superiore di ben 312 milioni rispetto ai circa 414 milioni di euro (bilanci 2015) assommati dalle startup iscritte a fine giugno (+75,4%). L’aumento della popolazione complessiva delle startup, +6,2% rispetto a giugno, spiega solo in minima parte questa tendenza: è altresì evidente che, nel passaggio dai bilanci 2015 a quelli relativi all’esercizio 2016, si è assistito a un’importante accelerazione del percorso di crescita delle startup già iscritte.
Peculiarità delle startup innovative è una spiccata tendenza a investire, che si conferma anche con riferimento all’esercizio di bilancio 2016: il rapporto tra immobilizzazioni e attivo patrimoniale risulta infatti pari al 26,83%, ben 8 volte più elevato rispetto a quello ascrivibile alla media delle altre società di capitali italiane.
Queste e altre evidenze sono contenute nell’ ultima edizione del rapporto, relativa al terzo trimestre del 2017 e pubblicata quest’oggi sul sito startup.registroimprese.it
Realizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico e da InfoCamere, la società informatica del sistema camerale, in collaborazione con UnionCamere, l’Unione italiana delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, il rapporto presenta un’ampia gamma di informazioni relative alla distribuzione geografica e settoriale delle startup innovative, al valore complessivo e medio della produzione e del capitale sociale, alla redditività e alle presenze giovanili, femminili ed estere nelle compagini sociali.
Halloween è alle porte ed è ora di mettersi alla ricerca di qualche novità “spaventosa” per divertirsi insieme agli amici ed entrare nello spirito della serata più paurosa dell’anno! Non hai bisogno di spostarti chissà dove, perché troverai tutto quello che stai cercando su Facebook, Messenger e Instagram. Halloween è una festività che unisce le persone, che festeggiano in modi diversi: chi condividendo foto, chi partecipando a eventi su Facebook, chi inviando foto agli amici via Messenger, e chi invece parlando del proprio costume sul profilo Facebook.
Oggi annunciamo nuove esperienze a tema Halloween su Facebook e Messenger:
• Nuovi effetti per la fotocamera, Live e Messenger: prova a utilizzare le nuove maschere di Halloween, le cornici e gli adesivi.
• Mettiti alla prova con un nuovo gioco interattivo: hai sempre sognato di bussare alla porta di un vicino e chiedergli “dolcetto o scherzetto”? Quest’anno, grazie a Facebook e alla fotocamera del tuo smartphone, puoi farlo. Attento solo a scappare in tempo perché la casa dove ti trovi è infestata di spettri!
• Libera la tua creatività con i post a tema Halloween: quando pubblichi sul news feed dei nuovi messaggi, prova i nuovi sfondi a tema.
Festeggia in maschera: la sera di Halloween potresti trovare sul tuo news feed un messaggio di Facebook che ti augura buon Halloween e ti invita a entrare nello spirito della festa. Accedendo alla fotocamera, troverai più di dodici spaventose maschere e cornici, oltre a un modo più veloce per scattare una foto del tuo look di Halloween.
Trasmetti il tuo Halloween Live: Facebook Live introduce anche degli effetti di Halloween che possono essere utilizzati nei tuoi video in diretta. Scegli la maschera più spaventosa o racconta una storia usando un effetto. Vai in diretta con un amico e divertiti a coinvolgere le persone nelle tue storie di Halloween.
Scappa da una casa virtuale infestata di spettri: Vuoi divertirti ancora di più? Prova il nostro gioco interattivo di Halloween, fa parte delle novità che troverai nella fotocamera. Dovrai tentare di scappare da una casa infestata di spettri mentre stai consegnando il tuo dolcetto o scherzetto e fuggire saltando le mura. Girando la testa da un lato all’altro, cambierai la direzione in cui salti per arrivare sempre più in alto ed evitarai le trappole della casa. Puoi anche condividere il tuo punteggio più alto con una foto e sfidare i tuoi amici a battere il tuo record.
Vesti a tema anche i tuoi messaggi: per darti ancora più modo di esprimere te stesso in questa speciale festività, aggiungeremo degli sfondi a tema tra quelli colorati per i tuoi post su Facebook.
Dolcetto o scherzetto a casa dei vicini: sono previsti più di 500.000 eventi a tema Halloween in tutto il mondo quest’anno. Per far sì che tu possa trovare quello più vicino a casa tua, ti invieremo delle segnalazioni con tutti gli eventi di Halloween che potrebbero interessarti.
Su Messenger, ancora più modi per connetterti con i tuoi amici
Trova la tua maschera con la fotocamera: se all’ultimo minuto ti accorgi di non avere il costume per la serata, niente paura! La fotocamera di Messenger ti offre tante maschere e cornici di Halloween. La fotocamera è sempre a portata di mano, anche se hai già avviato una conversazione o se hai appena aperto l’applicazione.
Spaventa i tuoi amici in Video chat: tutte le maschere e gli effetti della fotocamera sono disponibili anche nella chat Video di Messenger! Basta avviare o aprire una conversazione con un amico o con un gruppo di amici e toccare l’icona del video nell’angolo in alto a destra. Quando ti sarai trasformato in un goblin verde o in un gatto nero, tocca la stella e chatta con i tuoi amici.
Ma non finisce qui… per Halloween anche Instagram ha tante novità per te
Per festeggiare Halloween, anche Instagram lancia alcuni divertenti tool creativi, tra cui un nuovo formato della fotocamera, Superzoom.
Proprio come Boomerang, anche Superzoom aggiunge un tocco creativo a qualsiasi video, consentendo agli utenti di zoomare su un oggetto con un sottofondo musicale di suspense per rendere il tutto ancora più espressivo. Basta selezionare Superzoom nelle opzioni della fotocamera e tenere premuto per registrare, oppure cliccare una volta per registrare un Superzoom da 3 secondi.
Anche le Storie di Instagram si tingono di paura per Halloween, con dei nuovi filtri facciali spaventosi e un set di adesivi dedicati alla ricorrenza più da brivido dell’anno.
Buon divertimento con i dolcetti e gli scherzetti di questo Halloween!
Le startup Edo Agenda, agenda cartacea con uno speciale layout delle pagine che connette ogni pagina dell’agenda cartacea a quelle digitali su PC e smartphone, Kollema, app che ti permette di condividere e visualizzare i commenti e le note degli altri utenti sugli e-book, rendendo la lettura social e Intertwine, piattaforma web di storytelling collaborativo che consente agli utenti la creazione e la pubblicazione di opere editoriali multimediali condivise vincono il Moleskine Open Innovation Program e accedono al Moleskine Incubator: percorso di accelerazione di 6 mesi per sviluppare il loro processo di crescita e di integrazione nell’offerta di Moleskine e il relativo “go to market”.
Moleskine Open Innovation Program è la Call for Innovation per le startup e scaleup italiane e internazionali lanciata da Moleskine, brand che sostiene la creatività e il talento, e Digital Magics, business incubator quotato su AIM Italia di Borsa Italiana.
I finalisti –che sono stati i protagonisti del Moleskine Innovation Day presso la nuova sede di Moleskine a Milano – hanno presentato modelli di business innovativi e scalabili in tutto il mondo, con prodotti e servizi in linea con i valori del brand Moleskine – che si fondano su concetti chiave come: Cultura, Immaginazione, Memoria, Viaggio, Identità Personale. I 15 finalisti sono: A.I. Travel Assistant, Cityteller, Edo Agenda, ElseWatcher, Griot, Infi-tex, Intertwine, Kollema, Let.life, MappiNa, myLike, onPony, Quad, QuasareWazabit.
Una chiamata rivolta alla cittàper scoprirei tanti volti della Milano digitale che stannotrasformando il nostro modo di vivere. Quattro giorni aperti a tutti icittadini, aziende, istituzioni, università, startup, centri di ricercae associazioni, dedicati alla conoscenza e all’innovazione attraverso il digitale.
Una mappa interattiva racconterà il digitale a Milano: com’è e come si trasforma giorno per giorno.
Milano cambia, cresce e si trasforma giorno per giorno attraverso il digitale: nasce da qui, e dalla volontà di scoprire e condividere progetti e attori che stanno contribuendo a trasformare il nostro modo di vivere, il lancio della Call for proposal per partecipare alla prima edizione della Milano Digital Week, in programma dal 15 al 18 marzo 2018.
Un’iniziativa promossa attraverso avviso pubblico da Comune di Milano – Assessorato alla Trasformazione Digitale e Servizi Civici e realizzata da Cariplo Factory, in collaborazione con IAB – Interactive Advertising Bureau e Hublab.
Saranno quattro giorni “a porte aperte” dedicati alla produzione e diffusione di conoscenza e innovazione attraverso il digitale. Milano Digital Week vuole essere infatti una chiamata rivolta ad aziende, istituzioni, università, startup, centri di ricerca, associazioni e a tutte le realtà che vorranno raccontarsi e aprire fisicamente le porte ai cittadini, per far conoscere i tanti volti della Milano digitale.
Dall’innovazione sociale alle startup, dall’industria 4.0 alla digital education: attraverso talk, mostre, seminari, eventi, performance, workshop, laboratori, la Call for proposal mira a coinvolgere per la prima volta sotto lo stesso cappello progetti in divenire ed esempi virtuosi di trasformazione digitale in atto nella città nei più diversi settori, da quello scientifico e tecnologico alla cultura, dalla comunicazione alla finanza, dal food al design, fino a tutti i nuovi ambitidi innovazione resi possibile dal digitale.
Le candidature possono essere presentate entro il 31 gennaio 2018 sul sito:
Accanto ai progetti ideati o curati appositamente per la manifestazione, la chiamata di Milano Digital Week è un’opportunità per tutte le sperimentazioni digitali che hanno già fatto breccia nella realtà quotidiana, ma che spesso rimangono precluse al grande pubblico.
La prima edizione della Milano Digital Week è inoltre l’occasione per creare una mappa interattiva del digitale a Milano, in mostra presso BASE tra il 15 e il 18 marzo, in grado di fornire un quadro d’insieme degli attori attivi sul territorio, che possa visualizzare l’apporto della trasformazione digitale. Uno strumento di lettura e di alfabetizzazione utile sia agli addetti ai lavori sia ai cittadini che fruiscono sempre più di servizi online.
“Siamo molto felici di annunciare la prima Digital Week”, afferma Roberta Cocco, assessore a Trasformazione digitale e Servizi civici.“Sarà una speciale rassegna a porte aperte, realizzata grazie alla collaborazione tra pubblico e privato, per mostrare ai cittadini i migliori progetti e le idee più innovative della Milano digitale”.
“La Milano Digital Week vuole svelare il cuore digitale della città ai cittadini, creando occasioni di incontro e conoscenza, momenti di riflessione sulla trasformazione digitale che sta cambiando il nostro modo di vivere, lavorare, muoverci e divertirci”, afferma Carlo Mango, Consigliere Delegato di Cariplo Factory. “Una chiamata rivolta ad aziende, istituzioni, associazioni, università e startup, affinché mostrino le idee e le innovazioni con cui vogliono rendere migliore il futuro della città e delle persone che la abitano”.
Milano Digital Week
15 – 18 marzo 2018
Un’iniziativa promossa dal Comune di Milano–Assessorato alla Trasformazione Digitale
realizzata da Cariplo Factory con IAB – Interactive Advertising Bureau e Hublab.
Smart Agriculture, Smart Farming, Precision Agriculture sono tutti termini validi che stanno a significare cose a volte diverse ma legate allo stesso tema, ossia le soluzioni applicative volte al monitoraggio, alla gestione e all’ottimizzazione di diversi processi relativi all’Agricoltura.
Lo scopo è quello d’aumentare la produttività. Non si tratta solo di una motivazione di business: anche le organizzazioni internazionali come laFAO hanno sottolineato che per sfamare gli oltre nove miliardi di persone che dovrebbero abitare il pianeta nel 2050 servono approcci nuovi.
Il parallelo con quanto si sta facendo in campo industriale con le stesse nuove tecnologie è evidente. Tanto che se nel manufacturing si parla di Quarta Rivoluzione industriale, qui si parla di Terza Rivoluzione Verde (le prime due sono l’incrocio delle specie vegetali e l’uso della genetica nelle coltivazioni).
Uno degli elementi chiave nelle applicazioni di Smart Farming è la raccolta di più informazioni possibili sul campo, stavolta letteralmente. La logica è quella dei sensori disseminati dovunque sia necessario, sfruttando il fatto che grazie alla miniaturizzazione della componentistica elettronica è possibile avere sensori periferici di dimensioni e consumo contenuto per tutte le variabili ambientali d’interesse: temperatura, umidità, concentrazione di elementi chimici nel terreno, intensità e direzione del vento, precipitazioni, eccetera.
Abbiamo intervistato Marco Ciarletti, fondatore di Soonapse, la startup che produce il “predictive DSS” disegnato per l’IoT sul quale si basa SWAP – Smart WAtering Planner
Che cosa è la smart agriculture?
Ti è mai capitato di dover curare, o assistere, una persona malata che parla una lingua che non conosci?
E’ un’enorme fatica, vai avanti per approssimazioni cercando di interpretare segnali confusi, e non sei mai sicuro che le tue azioni siano quelle giuste.
In agricoltura è così, da sempre cerchiamo di capire ed interpretare i segnali che ci provengono dal terreno, dalle colture e dal clima.
Possiamo contare sull’esperienza degli agricoltori e sulle conoscenze scientifiche degli agronomi, ma per quanto attendibili la maggior parte delle informazioni sono presunte.
La Smart Agriculture, al di là delle diverse tecnologie utilizzate, crea un canale di comunicazione diretto con il terreno e con le colture, dà loro voce.
La quantità di umidità del mio terreno, grazie al sensore, me la dice direttamente lui. Sono finalmente riuscito a capire la lingua del mio malato…
Tutto comincia da questi dati finalmente “diretti” ed in tempo reale. Poi, a seconda dell’esigenza dell’agricoltore e della mia fantasia, posso elaborarli nei modi più diversi per poter fornire risposte dirette e precise, magari suggerendo anche nuovi percorsi.
Il vostro progetto WaterPlan è stato pluripremiato, mi racconti la storia?
Quattro anni fa ho diretto un progetto di ricerca in Sardegna, in collaborazione con il CRS4 (il Centro di Ricerca di Cagliari), che verteva sulla costruzione di una piattaforma di integrazione di dati IoT incentrata su un motore semantico.
Tutto bello, ma assolutamente incomprensibile senza uno “use case” che ne facesse apprezzare le caratteristiche.
Cercavamo ontologie ben fatte sulle quali intervenire, ed io dissi ai ricercatori: a me non interessa il dominio di applicazione, l’unico vincolo che vi pongo è di non scegliere niente che abbia a che fare con procedure amministrative, burocrazia, normative locali. Il nostro use case deve essere applicabile senza restrizioni in ogni angolo del globo, e deve risolvere problemi concreti.
Trovarono una ontologia sull’irrigazione molto ben fatta, prodotta da un cinese, e cominciammo da lì.
Questo use case ebbe successo e ci convinse, per cui quando due anni dopo fondammo la nostra startup, decidemmo che il nostro primo investimento sarebbe stato in questo ambito.
SWAP – Smart Watering Planner è il prototipo realizzato da Soonapse, un’applicazione cloud per l’ottimizzazione “predittiva” dell’uso dell’acqua in agricoltura.
Le innovazioni che presentiamo sono molte.
La principale è che noi definiamo sempre delle “strategie” di utilizzo dell’acqua per ottimizzarne il consumo, distribuendolo in modo ottimale (per la coltura e per i costi dell’agricoltore) nella finestra temporale di 5 giorni in cui le previsioni meteo sono attendibili. In questo modo riusciamo ad ottenere un risparmio fra il 30% ed il 50%.
Te ne cito velocemente un altro paio:
· non abbiamo necessariamente bisogno che l’agricoltore ci dica la composizione del suo terreno (il carotaggio e l’analisi chimica costano circa 3.000 , e pochi possono permettersela…). SWAP in poco tempo calcola automaticamente la curva di assorbimento idrico del terreno e definisce il bilancio idrico;
· se l’irrigazione è mobile (i famosi “rotoloni” spostati con trattori) forniamo l’agenda dell’irrigazione e poi ne controlliamo l’esito. In questo caso l’ottimizzazione, più che sull’acqua, verte sul risparmio di turni di irrigazione, perché i costi generali di un turno di irrigazione (personale, carburanti, manutenzione dei mezzi agricoli e dei rotoloni, ecc…) sono enormi, oltre 10 volte quelli dell’acqua, e risparmiare anche solo due o tre turni sui 14/15 medi di una coltura può fare la differenza fra perdita e profitto.
Ma anche il nostro business model è innovativo, perché diversamente dai nostri competitor noi abbiamo deciso di concentrarci unicamente sul servizio applicativo, e non produrremo nostri sensori. Andremo quindi a creare partnership con le aziende, nazionali ed internazionali, che producono sensori, e che già lo fanno bene visto che è il loro mestiere.
In questo modo l’agricoltore potrà scegliere la sensoristica che preferisce direttamente dal nostro sito, selezionando gli apparati più semplici ed economici (SWAP è progettato per utilizzare informazioni molto “basic” dai sensori, l’intelligenza è tutta in cloud) oppure quelli di fascia più alta che magari gli offrono un set più completo di dati.
Per “testare sul campo” questo modello di business a maggio abbiamo creato una partnership con un’azienda milanese di sensoristica per l’agricoltura (32connect.net) e con un provider di connettività satellitare (Open Sky), confezionando così WaterPlan, una proposta completa e già pronta per l’uso, dove tutti i componenti sono configurati e connessi fra di loro, e l’agricoltore deve solo posizionare i sensori in campo ed accenderli.
Fra maggio e giugno WaterPlan è stato presentato con successo alla Fiera Internazionale dell’Agricoltura di Foggia, ad IoThings Milan ed a FORUMPA, dove è stato premiato come miglior progetto italiano di Smart Agriculture.
In Italia ci sono best practices di uso di tecnologie in agricoltura?
Certamente, anche se ancora molto limitate nei numeri. Il MIPAAF parla di penetrazione inferiore all’1%, e a luglio 2016 il Ministro Martina, in occasione di AgroGeneration a Catania (dove eravamo stati invitati anche noi), ha lanciato una consultazione popolare sulle Linee Guida per l’Agricoltura di Precisione, con l’ambizioso obiettivo di portare questa percentuale almeno al 10% in breve tempo.
Noi abbiamo letto il documento, sicuramente interessante e pregevole nel prospettare iniziative innovative, ma a nostro parere si concentra troppo su alcune tecnologie (es. guida automatica dei trattori, droni, ecc…) ed ambiti di applicazione (es. l’uso intelligente di fertilizzanti e pesticidi), mentre per esempio il tema del risparmio idrico, e le tecnologie connesse, vengono citate solo un paio di volte e di sfuggita, mentre da stagioni di siccità come quella appena passata (dove la carenza idrica ha provocato una diminuzione generale delle rese del 30%, con punte anche del 70%) dovremmo imparare che nel nostro Paese questo fattore diventerà sempre più critico se non lo si affronta strutturalmente.
Noi ci siamo fatti parte attiva, ed abbiamo sottolineato queste carenze nelle Linee Guida già dallo scorso anno, ma al momento non abbiamo ancora ricevuto risposte.
Anche la preziosa iniziativa di Industria 4.0 soffre un po’ delle stesse carenze, perché è di difficile lettura e per applicarla all’agricoltura serve un “consulente di burocratese”, basti pensare che la sola “Circolare esplicativa” congiunta dell’Agenzia delle Entrate e del MISE (la 4/E del 30/03/2017) è lunga 110 pagine ed è altrettanto complessa della legge stessa.
Nel nostro caso, sono contento che con qualche sforzo gli agricoltori potranno usufruire dell’iperammortamento per l’acquisto della sensoristica, ma sembrerebbe che la norma non preveda facilitazioni per l’utilizzo di “servizi” come quelli cloud che offriamo noi, si può usufruire del superammortamente solo con l’acquisto di programmi sw. In uno scenario come quello attuale, dove ormai tutto viene offerto in cloud ed “on demand” (anche per far risparmiare l’utente ed evitare complicazioni di installazione e configurazione di sw), mi sembra un po’ fuori dal tempo.
Per quanto concerne specificatamente le best practices italiane, se escludiamo la ricerca pura (principalmente incentrata sullo sviluppo delle tecnologie satellitari e dei droni a supporto dell’agricoltura) e qualche iniziativa delle amministrazioni regionali, vedo prevalentemente un’innovazione a supporto delle eccellenze agroalimentari nostrane, vite ed ulivo in primis.
E’ un’innovazione che in qualche modo “fa sistema” con le nostre produzioni, che cura i rispettivi settori in modo trasversale (dagli aspetti fitosanitari all’irrigazione alla concimazione, ecc…) e che almeno al momento ha un mercato essenzialmente nazionale.
Il nostro posizionamento è diverso, verticale sull’irrigazione (in questa prima fase) ma applicabile in pressoché tutte le colture, e concentrato fin da subito sul mercato internazionale.
All’estero invece?
All’estero (parlo principalmente delle economie avanzate) la propensione ad utilizzare le tecnologie di Smart Agriculture è maggiore, per diversi motivi fra cui pesa significativamente quello relativo alla dimensione media delle aziende agricole, che in Italia è particolarmente piccola, come del resto tutta la struttura delle nostre imprese.
Una dimensione più grande dell’azienda agricola significa infatti due cose fondamentali: una maggiore capacità di spesa e di rischio, e (almeno per noi che ci occupiamo di irrigazione) coltivazioni più estese che non è possibile irrigare con impianti fissi, o comunque non conviene.
Una componente importante della nostra attenzione al mercato internazionale è proprio questa: parlando di costi di coltivazione, il risparmio del 30% di acqua è sicuramente importante, ma quando si pratica l’irrigazione mobile la stessa percentuale che riesco a farti ottenere vale economicamente almeno dieci volte di più…
Anche le tecnologie risentono di questa peculiarità, perché ad esempio l’utilizzo delle foto satellitari (ad infrarossi, termografiche, ecc…) fa fatica attualmente a darmi informazioni di dettaglio su un campo di 2 HA, mentre è sicuramente molto più significativa su estensioni di decine o centinaia di ettari.
In generale, nei Paesi avanzati (USA ed Israele soprattutto) si sta finalmente riconoscendo l’enorme valore del mercato della Smart Agriculture, in questo momento appena abbozzato e per questo con enormi capacità di crescita, tanto che nel 2017 gli investimenti in AgTech si sono triplicati rispetto all’anno precedente.
Questo nuovo mercato sta iniziando a cambiare gli assetti generali di quello che fino a poco tempo fa era il mercato delle attrezzature e degli strumenti agricoli, monopolizzato da grandi multinazionali (con eccellenze anche italiane, ad esempio sui trattori) che tuttora producono l’intera filiera degli strumenti, ad esempio nell’irrigazione la stessa azienda produce tubi, raccordi, pompe, vasche e centraline.
Ora le nuove startup hanno “staccato” da questa filiera la parte di governo e di intelligenza che gestisce l’irrigazione, arricchendola di contenuti, rendendo la soluzione più semplice da usare, e facendone un prodotto a parte, che può essere connesso con tutte le tipologie di impianti sul mercato. Per ottenere questi risultati hanno inserito nuovi componenti, quelli della sensoristica, che erano prima presenti solo sporadicamente e più a supporto delle funzionalità esistenti che come veicoli di nuovi contenuti e servizi.
La nostra proposta si inserisce in questo trend, e lo porta alla sua naturale conseguenza: fare hardware e fare software sono due mestieri diversi, lo hanno capito ormai tutti (con mirabili eccezioni come Apple, ma appunto eccezioni…), e noi riteniamo che il vantaggio competitivo consisterà nel costruzione di buone partnership, piuttosto che nel pensare di mantenere il famoso “piede in due scarpe”.
Quali sono i fattori critici di successo?
La semplicità d’uso e la convenienza economica.
Le innovazioni IoT saranno pure belle, ma allo stato attuale sono spesso complesse, perché lavorano su diversi piani (la sensoristica, l’applicazione, la sua usabilità, ecc…) che devono essere sempre sotto controllo, e questo non può essere demandato all’utente.
Noi (produttori di soluzioni IoT) proponiamo all’agricoltore di demandare alle nostre soluzioni il controllo di un’attività che gli dà da mangiare, e che lui ha sempre controllato da vicino e gestito con decenni di esperienza.
Dobbiamo renderci conto che non è facile da accettare, per cui il vantaggio economico che gli proponiamo deve essere concreto e consistente, le applicazioni non devono spaventarlo e devono permettergli di riprendere il controllo della sua attività tutte le volte che lui lo ritiene necessario.
Non è un caso che nel settore AgTech i maggiori investimenti, a livello globale, siano destinati al tema dell’irrigazione, perché questa è l’attività più onerosa e costosa della coltivazione, e riuscire ad incidere su questa attività, oltre ai risvolti sociali ed ambientali di conservazione delle falde idriche, significa poter dimostrare con efficacia risparmi significativi.
Oggi molte coltivazioni sono a rischio per un dumping sui prezzi di molti prodotti, primi fra tutti i cereali.
Un agricoltore che semina mais a febbraio/marzo non sa a che prezzo lo venderà a luglio/agosto, ed ormai non è neanche sicuro di non rimetterci.
Abbassargli del 30% o del 50% il costo generale dell’irrigazione, come dicevo prima, può fare la differenza fra perdita e profitto. Non credo sia banale.
Che costi hanno queste soluzioni e come le piccole aziende possono sostenerli?
Alcuni prodotti sono ancora costosi (ma pian piano scenderanno), come le guide autonome dei trattori o alcune tipologie di droni. Anche i servizi satellitari costano, ma in questo caso varie iniziative, fra cui anche europee, stanno permettendo una rapida diminuzione dei prezzi.
Se invece parliamo di servizi come il nostro, articolati essenzialmente su un acquisto iniziale della sensoristica, e una subscription annuale ai servizi, i costi sono molto più contenuti, perché parliamo di un settore (quello della sensoristica) ormai maturo dove ottimi prodotti costano meno di 100 €, e componenti “basic” si trovano a prezzi che non raggiungono le due cifre.
Per quanto concerne la nostra proposta, un piccolo agricoltore che coltiva 4 diverse colture ha bisogno di una stazione meteo (temperatura, umidità, pluviometro, anemometro, ecc…) e di 4 sensori del suolo, per misurare umidità e temperatura in ognuna delle quattro “zone”. Un investimento iniziale di qualche centinaio di euro, acquistando prodotti di qualità, e che possono usufruire dei benefici dell’iperammortamento di Industria 4.0 (per ogni 100 che spendi hai detrazioni fiscali come se ne avessi spesi 250). Direi senz’altro alla portata di tutti.
Fatto questo acquisto iniziale una tantum, Soonapse ha strutturato la sua proposta di subscription ai servizi proprio per renderla accessibile alle piccole aziende agricole, con un abbonamento annuale intorno ai 300 €.
Considerando che oggi in Italia il costo della sola acqua agricola per l’irrigazione stagionale di 1 HA di coltura è mediamente di 750 €, una piccola azienda che ad esempio ha 20 HA coltivati irrigui spende annualmente 15.000 €.
Se con 300 € di subscription riesco a fagli risparmiare fra il 30% ed il 50% di questa cifra, mi sembra già un buon affare, ma se l’irrigazione è mobile, come dicevamo prima, i costi che sopporta sono molto più elevati, ma anche i risparmi che noi gli consentiamo.
Chiudo dicendo che noi ci stiamo anche mettendo in comunicazione con banche ed assicurazioni, a favore delle piccole aziende agricole.
Le banche perché molte di esse hanno programmi di finanziamento che anticipano ai coltivatori i benefici fiscali di Industria 4.0, e noi indicheremo quali banche concederanno automaticamente questo anticipo in caso di acquisto di WaterPlan.
Le assicurazioni perché stanno entrando in vigore le assicurazioni sui raccolti, e l’uso di SWAP o WaterPlan viene riconosciuto come un fattore di diminuzione del rischio, che tutela l’assicurazione e gli permette di offrire condizioni più favorevoli all’agricoltore.
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Project Manager e Business Analist per tanti, troppi anni, in varie aziende nazionali ed internazionali. Poi consulente ICT, esperto in prodotti, soluzioni e metodologie Open Source, Business Developer, Research Director e Temporary Manager. Ho promosso e poi fondato RIOS – Rete Italiana dell’Open Source professionale (www.reteitalianaopensource.net) per la quale sono anche stato Manager di Rete, e poi ho fondato Soonapse, la startup che produce il “predictive DSS” disegnato per l’IoT sul quale si basa SWAP – Smart WAtering Planner. Sono anche giornalista pubblicista e mi sono interessato a lungo di teatro e di Creative Writing (sono stato tra i fondatori della Scuola di scrittura Omero http://www.omero.it/)
oLa batteria dello smartphone scarica o la mancanza di Giga, potrebbero diventare, almeno per alcune persone a Londra, un problema del passato, grazie ai Ford Smart Benches, sviluppate da Ford in collaborazione con la startup Strawberry Energy
oI Ford Smart Benches, forniti di caricabatterie gratuiti a energia solare e di rete Wi-Fi, consentiranno agli utenti, non solo di utilizzare il proprio dispositivo per pianificare viaggi, scegliere arredi, stando comodamente seduti all’aperto, ma anche di monitorare l’inquinamento acustico, il livello di anidride carbonica nell’aria e di umidità e la temperatura
oL’accesso alla rete Wi-Fi e la ricarica, sia wireless sia tramite porte USB, sarà gratuito e disponibile, non soltanto per smartphone, ma anche per tablet, fotocamere e computer portatili. Coloro che utilizzeranno le nuove panchine urbane, avranno, inoltre, la possibilità di effettuare donazioni a favore di alcune organizzazioni di beneficenza del Paese
La batteria dello smartphone scarica o la mancanza di Giga potrebbero diventare, almeno per alcune persone a Londra, un problema del passato. Ford e la startupStrawberry Energy, stanno sviluppando panchine del futuro fornite di caricabatterie gratuiti a energia solare e di rete Wi-Fi.
La collaborazione prevede, inizialmente, l’installazione di 20 Ford Smart Benches che consentiranno agli utenti, non solo di utilizzare il proprio dispositivo per pianificare viaggi, scegliere arredi, stando comodamente seduti all’aperto, ma anche di monitorare l’inquinamento acustico, il livello di anidride carbonica nell’aria e di umidità e la temperatura. Le informazioni, disponibili gratuitamente per gli utenti dei Ford Smart Benches, potranno essere determinanti anche per le scelte future delle amministrazioni locali in tema di sostenibilità.
“Nella vision di Ford sulle città del futuro, esse divengono la dimensione ideale per la felicità delle persone, un luogo dove possano sentirsi sicure e connesse. Anche per questo motivo stiamo ripensando le strade, affinché possano essere utilizzate per le diverse attività: passeggiare, andare in bicicletta, guidare un’automobile, restare connessi con gli altri utenti e, ovviamente, usufruire dei servizi che supportano il nostro business”, ha commentato Sarah-Jayne Williams, Director of Smart Mobility, Ford of Europe. “Muoversi a piedi è diventato fondamentale, in una città come Londra, tanto quanto guidare un’automobile e utilizzare i trasporti pubblici. I Ford Smart Benches si inseriscono nelle vite sempre più connesse che le persone conducono, completandole”.
L’accesso alla rete Wi-Fi e la ricarica, sia wireless sia tramite porte USB, sarà gratuita e disponibile, non solo per smartphone, ma anche per tablet, fotocamere e computer portatili. Coloro che utilizzeranno le nuove panchine urbane, avranno, inoltre, la possibilità di effettuare donazioni a favore di organizzazioni di beneficenza.
“Molte persone amano vivere la città passeggiando, sia per dedicarsi al fitness, allo shopping, o semplicemente per il piacere di stare all’aperto, ma temono di non poter utilizzare, in quei momenti, alcune app, tra cui mappe, social media e siti di news” ha dichiarato Miloš Milisavljević, fondatore e CEO di Strawberry Energy. “Le nuove panchine Ford Smart Benches, che verranno installate, in questa fase iniziale, a Islington, Lewisham e Southwark, contribuiranno a garantire e aumentare i momenti di vita all’aria aperta, parte fondamentale di come i Londinesi amano godere la loro città nel tempo libero”.
Dopo il successo del 2016, di nuovo ospiti presso l’Università Bicocca per condividere conoscenze e novità sulla piattaforma di publishing più amata al mondo. Tecnologie Web, innovazione, comunicazione online e molto altro insieme a ospiti ed esperti di ogni parte d’Italia e del mondo
Il 18 e 19 novembre torna WordCamp Milano 2017, evento dedicato a WordPress, la piattaforma di publishing più usata al mondo, impiegata dal 28,8% dei siti presenti oggi su Internet. L’evento italiano accoglierà ospiti, relatori ed esperti da ogni parte del mondo e proporrà 19 talk dedicati a Sviluppo Web, SEO, Web Design, Marketing e Business online con WordPress.
WordCamp Milano 2017, grazie alla collaborazione con l’Università degli Studi Milano-Bicocca, una delle maggiori università italiane, e al contributo della Community mondiale che ruota intorno a WordPress, sarà un appuntamento di rilevanza internazionale con iniziative di approfondimento e confronto rivolte a persone di ogni livello tecnico, dai programmatori ai semplici appassionati.
WordCamp Milano 2017 si articola in due giornate: la principale, sabato 18 novembre, è una conferenza, organizzata su due track parallele, con interventi di relatori nazionali e internazionali, sia in italiano sia in lingua inglese. I lavori – che si terranno nell’Edificio U6 dell’Università degli Studi Milano-Bicocca – inizieranno alle 9.15 e termineranno alle 18.20.
Domenica19 novembre, invece, si terrà il Contributor Day, una giornata di lavoro collettivo e di workshop, dedicata ad approfondimenti e al mantenimento e miglioramento di WordPress. Il Contributor Day inizierà alle 10.00 e terminerà alle 17.00 e si terrà presso la sede di MotorK Italy, società Web di Milano.
L’evento è aperto a tutti e si ispira a principi di inclusività, libertà e democratizzazione della tecnologia, affinché venga usata in maniera aperta e condivisa, per fare crescere Internet e la partecipazione alla comunicazione e informazione online. Sarà un’occasione anche per incontraresponsor tecnici (Internet provider, produttori di software ecc.), divertirsi durante l’After Party del sabato sera, trovare assistenza presso un Expert Corner e perfino cercare lavoro, consultando una bacheca dei lavori disponibili.
Perché partecipare?
Lo spirito che anima l’evento rappresenta il meglio della collaborazione, della filosofia open source e delle potenzialità che le tecnologie Web esprimono nel favorire la libertà di pubblicazione in Rete, l’inclusione sociale e l’innovazione Hi-tech. Spirito che ben si sposa con la propensione all’espansione e allo sviluppo tecnologico che caratterizzano la città di Milano.
La due giorni milanese dedicata a WordPress permetterà di incontrare esperti, fare networking, apprendere novità sulle tecnologie Web, condividere le conoscenze più avanzate sulla piattaforma e, più in generale, su Internet. Consentirà, soprattutto, di ritrovarsi con altri appassionati e condividere esperienze ed emozioni.
L’evento è un’occasione speciale per orientarsi anche a livello di percorsi professionali e opportunità di lavoro nel mondo delle tecnologie, comprendere strategie di business basate su WordPress e soluzioni avanzate per lo sviluppo d’impresa e la comunicazione online. Vista la grande diffusione di WordPress, il WordCamp di Milano sarà certamente utile per acquisire anche una visione più ampia sul futuro delle tecnologie Web e più in generale sullo sviluppo di Internet.
Come partecipare?
Per partecipare a WordCamp Milano 2017 è necessario acquistare un biglietto al costo nominale (a copertura delle spese) di 20 euro. Il prezzo include un pranzo leggero sia per la giornata di sabato sia, per i volontari che vorranno partecipare al Contributor Day, per quella di domenica.
Grazie alla collaborazione con l’Università Bicocca gli studenti iscritti all’Ateneo potranno beneficiare, invece, di ticket omaggio che potranno richiedere alla professoressa Daniela Micucci del dipartimento di Informatica.
Temi selezionati e un panel prestigioso di speaker
WordCamp Milano 2017 prevede l’intervento di speaker internazionali, esperti della piattaforma e leader all’interno della Community mondiale di WordPress.
Per maggiori informazioni sui talk previsti è disponibile un Programma completo dell’evento.
Le location milanesi
WordCamp Milano 2017 sarà ospitato nell’Edificio U6 del Campus dell’Università degli Studi Milano-Bicocca, grazie alla preziosa collaborazione della professoressa Daniela Micucci, del Dipartimento di Informatica Sistemistica e Comunicazione (DISCo) e del Rettorato dell’Università. Il Contributor Day, invece, sarà ospitato dalla società MotorK Italia, realtà in forte espansione nel business online e già sede dei MeetUp milanesi dedicati a WordPress.
Gli organizzatori
WordCamp Milano 2017, come ogni altro Camp dedicato a WordPress, è organizzato da volontari e persone coinvolte nella Community. Nel team di Milano, guidato da Giustino Borzacchiello, ci sono Andrea Fercia, Dario Banfi, Dennis Ploetner, Giovanni Invernizzi, Giuseppe Mamone, Simona Simionato e Valeria Marolda.
Approfondimenti
Che cos’è un WordCamp?
I WordCamp sono eventi organizzati in tutto il mondo dalle Community WordPress locali allo scopo di incontrarsi, fare network, discutere, contribuire e divulgare la piattaforma WordPress e i principi dell’open source su cui si basa.
Agli eventi partecipano persone da tutto il mondo, speaker internazionali ed esperti riconosciuti. In questa occasione i partecipanti si confrontano su tecnologie, strumenti, servizi e tutto quanto ruota attorno alla piattaforma e, in termini più allargati, all’evoluzione delle tecnologie Web.
I WordCamp non hanno scopo di lucro e sono organizzati e gestiti unicamente da volontari. Dal 2006 a oggi si sono svolti oltre 600 WordCamp in tutto il mondo, alcuni dei quali anche in Italia. Nella precedente edizione del WordCamp di Milano sono intervenute oltre 350 persone.
WordPress, storia e diffusione
WordPress è una piattaforma software di personal publishing (detta anche CMS, Content Management System) che, girando lato server, consente la creazione e distribuzione di un sito Internet formato da contenuti testuali o multimediali, facilmente gestibili e aggiornabili in maniera dinamica. È sviluppato in linguaggio PHP e poggia su database MySQL.
La prima versione di WordPress fu pubblicata il 27 maggio 2003 dai fondatori Matt Mullenweg e Mike Little come rivisitazione tecnica (fork) del preesistente “b2/cafelog”. Il nome “WordPress” fu suggerito da Christine Selleck.
Oggi, secondo W3Techs, il 28,8% dei siti Web al mondo è basato su WordPress, cifra che lo rende in assoluto il Content Management System più utilizzato. Tra i soli CMS arriva a quota 59,7%, mentre Joomla, che lo segue per popolarità, è alla base del 3,2% dei siti Web mondiali.
Ogni giorno, più di 50.000 siti vengono creati in Rete con WordPress e tra i siti informativi che lo utilizzano ci sono quelli di Fortune, New York Times, Reuters US, Time, The Economist, Variety, The New Yorker, TechCrunch, People. In Italia ne fanno uso, per esempio, siti come Il Post o Il Fatto Quotidiano.
Alla base della forza di WordPress c’è la Community: migliaia di appassionati in tutto il mondo che dedicano il proprio tempo a creare, mantenere, migliorare e tradurre la piattaforma. Oggi è localizzata in 162 lingue! I plug-in (moduli che estendono le funzionalità) disponibili, sia gratuiti sia a pagamento, sono più di 45mila.
La comunità italiana è tra le maggiori a livello mondiale e utilizza due modalità di incontro per contribuire allo sviluppo e diffondere la piattaforma: gli incontri locali denominati WordPress MeetUp, presenti oggi in 25 città, e una piattaforma di comunicazione online (Slack), animata da oltre 800 utenti in Italia.
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