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Storytelling, Innovation, Technology
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Kaspersky Lab, ha creato un pop-up shop in cui i dati personali o meglio, i Data Dollar, sono l’unica moneta utilizzabile. L’obiettivo è dimostrare che i dati hanno un valore economico che può essere utilizzato per gli acquisti nei negozi del futuro.
Il Data Dollar Store è stato creato e allestito da Kaspersky Lab in Old Street a Londra, nel cuore della capitale della tecnologia. I clienti si sono messi in coda molto presto per aggiudicarsi le stampe esclusive del noto street artist Ben Eine, ma sono rimasti molto sorpresi di fronte al modo con cui avrebbero dovuto pagare le opere d’arte, veniva in effetti chiesto a loro di rinunciare alle proprie fotografie personali o ai video e utilizzarli come metodo di pagamento per gli acquisti. Dopo la sorpresa iniziale hanno però acconsentito favorendo l’aumento della valuta Data Dollar. Il Data Dollar Store, è stato ideato per far crescere negli utenti la consapevolezza del valore effettivo dei dati personali e attirare altri player di mercato ad unirsi a questa attività utilizzando il simbolo del Data Dollar. Per l’occasione è stato realizzato un video.
Tenuto conto che la quantità di dati personali continua a crescere in modo esponenziale, possiamo dire che le persone, in modo del tutto inconsapevole, portano con sè ogni giorno una vera e propria miniera d'oro fatta di monete preziose che non subiscono l’influenza dei tassi di cambio o della posizione geografica. Secondo Kaspersky Lab, la mancanza di consapevolezza rispetto al valore effettivo dei propri dati personali è un ostacolo enorme che impedisce alle persone di compredere quanto sia necessario proteggere i propri dati. La speranza è che attraverso i Data Dollar questa consapevolezza possa aumentare e rendere quindi più sicura l'esperienza online di tutti.
“Per noi il Data Dollar è principalmente un mezzo per sensibilizzare gli utenti sul valore dei dati”, afferma Morten Lehn, General Manager Italy di Kaspersky Lab. “Quindi, se un sito web offre dei servizi gratuitamente, ma chiede in cambio i dati personali dei clienti per monetizzare il proprio servizio, dovrebbe utilizzare il simbolo del Data Dollar per dimostrare che si sta verificando una forma di scambio”, continua Lehn.
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Kaspersky Lab ha dimostrato che fare acquisti in un pop-up store temporaneo di Londra utilizzando i dati come valuta può funzionare. Il negozio che è stato aperto per due giorni ha attirato diversi clienti che volevano aggiudicarsi ad ogni costo le stampe esclusive e le opere d'arte di Ben Eine, il noto street artist. I clienti erano convinti che avrebbero fatto una normalissima esperienza di shopping e che quindi dopo aver osservato i prodotti e scelto quelli da acquistare sarebbero andati alla cassa per pagarli con del denaro. Quello che è accaduto invece è che al momento del pagamento ai clienti è stato chiesto di pagare in Data Dollars, la nuova valuta creata da Kaspersky Lab e che consiste nei dati personali dei clienti contenuti all’interno del loro smartphone: immagini, video o testi.
Morten Lehn ha aggiunto: “È facile dimenticarsi della quantità enorme di dati che condividiamo quotidianamente. La sensazione di perdita che si prova quando i dati personali vengono sottratti contro la nostra volontà, diventa molto più realistica quando qualcuno prende il nostro smartphone e davanti ai nostri occhi, scorre tutti i nostri dati decidendo quali prendere. L’effetto di questa esperienza di acquisto, che abbiamo potuto esplorare grazie al Data Dollar Store, è stata per noi molto interessante. Secondo un sondaggio globale, anche se il 29% delle persone in tutto il mondo è stato vittima di un attacco informatico, il 39% non protegge i propri dispositivi dagli attacchi.
Le persone dovrebbero dare ai propri dati lo stesso valore che danno al denaro. Visto che i dati personali hanno valore e possono essere utilizzati come mezzo di scambio o per fare acquisti è importante proteggerli facendo di tutto per evitare che vengano rubati o persi”.
Moneyfarm, il gestore digitale del risparmio, ha acquisito il chatbot di personal finance Ernest e le tecnologie impiegate per il suo sviluppo e il suo funzionamento. Ernest è un personal banker alimentato da intelligenza artificiale che combina la tecnologia di elaborazione delle lingue naturali con l’apprendimento automatico. Moneyfarm diventa così il primo gestore digitale a esplorare l’utilizzo dei chatbot per la gestione dei risparmi e degli investimenti.
Ernest è un progetto partito a Londra nel 2016 per iniziativa di tre sviluppatori italiani (Cristoforo Mione, Lorenzo Sicilia e Niall Bellabarba). Si tratta di un consulente finanziario personale, un “financial wellness coach” che, sfruttando i dati ricavati dalle transazioni bancarie dell’utente, è in grado di fornire, interagendo attraverso Facebook Messenger, statistiche e consigli personalizzati per una migliore e più efficiente gestione delle proprie finanze personali. Attualmente dispone di due modalità di funzionamento: risponde alle domande e invia notifiche proattive.
Ernest permette di integrare i diversi conti di una persona così da offrire una panoramica unica di tutte le fonti di reddito e di spesa e creare con semplicità report personalizzati per monitorare, per esempio, l’evoluzione nel tempo della spesa in diverse categorie di beni o servizi. Una funzionalità particolarmente interessante in un contesto come quello attuale nel quale l’approvazione in corso della normativa PSD2 stabilirà che le banche dovranno, previa autorizzazione, rendere accessibili i dati relativi ai conti correnti dei propri clienti a terze parti selezionate da questi.
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Moneyfarm ha in programma di combinare la tecnologia di Ernest con la propria piattaforma che offre servizi di investimento. Con l’acquisizione della tecnologia di Ernest, Moneyfarm sarà in grado di fare un passo avanti nel suo percorso per accompagnare i clienti lungo l’intero ciclo di vita finanziario: dalla generazione dei risparmi fino all’investimento. La tecnologia Ernest, che ha la capacità di imparare e interagire con le abitudini finanziarie quotidiane del cliente, si integrerà con quella di Moneyfarm per permettere alla società di offrire una consulenza finanziaria ancora più personalizzata e costruita intorno alle abitudini di spesa di ciascuno. L’acquisizione di Ernest accresce inoltre il know how di Moneyfarm nel campo dell’intelligenza artificiale, know how che potrà essere impiegato per sviluppare molti altri aspetti del prodotto offerto da Moneyfarm, sempre nell’ottica di fornire ai clienti la migliore soluzione personalizzata per proteggere e far crescere i propri risparmi.
Giovanni Daprà, co-fondatore e CEO di Moneyfarm, ha commentato: “L’intelligenza artificiale e un’interfaccia utente interattiva ci aiuteranno a migliorare la nostra capacità di profilazione dei clienti e quindi a offrire un servizio migliore, più completo e sempre più personalizzato. Stiamo lavorando all’integrazione della tecnologia Ernest nella nostra offerta di prodotti, grazie alla quale saremo in grado di assistere il ciclo di vita completo dei risparmi del singolo cliente, dal primo stipendio fino al pensionamento.”
Niall Bellabarba, co-fondatore di Ernest, ha dichiarato: “L’acquisizione della tecnologia Ernest da parte di Moneyfarm offre un’ottima opportunità per portare la nostra visione ad un nuovo livello e creare un gestore finanziario virtuale più avanzato, basato sull’intelligenza artificiale.”
Il progetto-pilota a Latina
Prima sperimentazione in Italia in un capoluogo di medie dimensioni
Il Comune affida il servizio ad Alea Mobilità Urbana del Gruppo Elettra Investimenti
Una nuova frontiera del car sharing sarà sperimentata a Latina grazie all’accordo tra il Comune capoluogo e Alea Mobilità Urbana, società del gruppo Elettra Investimenti che ha risposto all’avviso pubblico dell’ente locale. Si chiama Eppy Car, è solo elettrico e ha una flotta mista di veicoli: una parte destinata al trasporto privato, l’altra a quello commerciale.
EPPY CAR
Eppy, acronimo di Elettra Point to Point by Yourself ha l’obiettivo di diventare la seconda auto di famiglia che, in città di medie dimensioni, è spesso poco utilizzata ma rappresenta comunque un costo significativo del bilancio familiare. Eppy vuole anche essere il mezzo principale di trasporto per le piccole imprese in alternativa al furgone aziendale. Per la gestione del servizio di car sharing sarà realizzata una rete di 15 colonnine di ricarica, mentre i mezzi circolanti nei 24 mesi di sperimentazione saranno 30.
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LE TIPOLOGIE DI VEICOLO
Saranno usati per la sperimentazione due modelli Renault: Zoe e Kangoo. «Il primo è un’auto a 5 posti con la quale si possono affrontare anche tragitti medio-lunghi, mentre fino ad oggi il “solo elettrico” è stato proposto ed è attivo nelle grandi città come Roma e Milano, con quadricicli pesanti – spiega il Presidente di Elettra Investimenti Fabio Massimo Bombacci – Per l’altra tipologia, invece, abbiamo pensato alle necessità delle piccole e medie imprese che non vogliano o non possano sostenere il costo annuale di un mezzo di trasporto di cui hanno bisogno solo alcuni giorni l’anno. Abbiamo pensato poi a tutte le famiglie che vanno per esempio all’Ikea e non sanno dove mettere gli acquisti più voluminosi. Il Kangoo può risultare molto utile anche in estate quando, sempre per fare un esempio, un gruppo di amici che non ha a disposizione l’auto di famiglia voglia andare a Sabaudia o al Circeo per trascorrere una giornata al mare, con tavole da surf, ombrelloni o sdraio».
LA RETE DI RICARICA
Le auto hanno un’autonomia di 300 chilometri circa e si ricaricano in apposite colonnine che saranno posizionate nelle prossime settimane (è già fissata la conferenza di servizi che aprirà l’iter per l’installazione degli apparecchi di ricarica). Le colonnine, come richiesto dall’avviso pubblico, saranno non meno di 15 per un totale di 30 punti di ricarica. I veicoli in circolazione non meno di 20. «Ma siamo pronti a crescere fino a 50 quando la città ne avrà l’esigenza» dicono da Alea MU. La sperimentazione durerà 24 mesi dal momento dell’attivazione del servizio. All’installazione della rete delle colonnine seguirà un periodo di circa due mesi di test degli apparati di bordo: «Servirà – spiega Matteo Granatelli di Alea Mobilità Urbana – a testare il software che governa il sistema di registrazione, prenotazione, analisi dei documenti necessari per guidare la vettura e di pagamento, oltre che di mappatura dei percorsi. Poi le auto saranno a disposizione della collettività, riteniamo pertanto che se non vi saranno ritardi dovuti ad eventi particolari si possa prevedere l’inizio del servizio per la prossima primavera».
USO MULTIFUNZIONALE
L’uso delle stazioni di ricarica elettrica, nel prossimo futuro, potrà essere anche consentito a privati cittadini possessori di auto elettriche. Le colonnine funzioneranno inoltre da access-point al fine di avviare una rete cittadina gratuita e si sta studiando la possibilità che siano utilizzate come alloggio per i defibrillatori nell’ambito della Rete di Protezione del Cuore che il Comune sta preparando. Infine, si pensa di dotare i punti di ricarica di un allarme collegato con la centrale operativa delle forze dell’ordine del capoluogo. Le colonnine saranno in sostanza poli integrati e integrabili e l’investimento che stiamo compiendo è per la creazione di un’infrastruttura.
IL GESTORE
Elettra Investimenti è una società nata a Latina nel 2005 che opera nel campo dell’energia in tre aree di business: generazione, gestione e manutenzione impianti ed efficienza energetica. È stata quotata nel 2015 al mercato AIM di borsa italiana ed ha un fatturato di circa 50 milioni di euro. «Avviare quest’attività sperimentale a Latina è una scelta dettata dalla volontà di investire nel territorio in cui è nata e si è sviluppata la nostra società che opera nel campo dell’energia e che, oggi, a soli 12 anni dallo start, è quotata in Borsa – spiegano il CEO di Elettra Investimenti Massimo Fabio Bombacci e l’amministratore delegato di Alea Mobilità Urbano Matteo Granatelli –. Il progetto è innovativo e Latina sarà la città-test, ma ci auguriamo di poterlo replicare anche in altri capoluoghi».
IL COMUNE DI LATINA
«E’ una giornata importante – ha commentato il sindaco di Latina Damiano Coletta – perché l’attivazione di questo servizio rappresenterà una piccola rivoluzione per la città e per i cittadini. Crediamo che sia in grado di produrre un vero e proprio cambiamento culturale». «L’obiettivo è integrare l’offerta sul fronte del trasporto urbano, nell’ottica di una mobilità sostenibile», ha aggiunto la vicesindaco, Paola Briganti.
Tre domande a Pietro Martani, Fondatore e CEO di Copernico Holding, sulle infinite possibilità della convergenza nel Real Estate
Spazi sempre più liquidi capaci di accogliere sia la dimensione privata che quella professionale delle persone. Spazi fatti per l’interazione sociale, esteticamente piacevoli, che incentivano le relazioni e la conoscenza. Pietro Martani, Fondatore e CEO di Copernico Holding, la piattaforma di accelerazione e sviluppo del business incentrata sullo sviluppo di connessioni, contenuti e community, ci spiega cos’è la convergenza nel Real Estate e perché sta acquisendo sempre maggiore rilevanza.
Come possiamo definire gli ambienti al confine tra hotel, uffici e abitazioni che stanno ormai diventando il trend principale nel settore del Real Estate?
Questa è una domanda a cui i player del settore cercano di rispondere partendo dalla comprensione della motivazione che sta dietro ai cambiamenti degli ultimi anni, dettati da uno scenario in costante evoluzione e dalla convergenza tra diverse categorie di spazi. Dopo la crisi del 2008, le aziende hanno dovuto reinventarsi, diventare più piccole e agili: ad esempio, nel Regno Unito negli ultimi 15 anni il numero di piccole imprese (50-249 dipendenti) è aumentato del 50% e le grandi aziende (250 o più) sono diminuite del 5% (Fonte: Serviced Offices: A new asset class, Capital Economics, 2015). Nel 1935, la durata di vita di una società inserita nel S&P 500 era di 90 anni. Nel 2011, è scesa drasticamente a 18 anni (Fonte: Fortune). Frammentate, con cicli di pianificazione più corti, le società dovranno aumentare in modo esponenziale la collaborazione con i cosiddetti “contigent workers”: McKinsey stima che entro il 2025, 540 milioni di persone utilizzeranno piattaforme online per trovare lavoro, e l’83% degli executive già ora affermano di appoggiarsi a collaboratori esterni (Fonte: Oxford Economics).
Poi c’è la tecnologia “disruptive”: si stima che entro il 2034 il 47% dei posti di lavoro andrà perduto a causa dell’automazione (HuffingtonPost). Sebbene da un lato questo dato sia spaventoso, dall’altro rappresenta un’opportunità, quella di reinventarsi: i lavoratori del futuro saranno più liberi, lavoreranno on demand, integrando costantemente la vita privata e quella professionale. Ecco allora che gli spazi di lavoro diventeranno sempre più ibridi, condivisi, stimolanti, dinamici e in costante evoluzione, proprio come le nostre vite.
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Questo significa che sta cambiando il modo in cui il lavoro si inserisce nelle vite dei singoli individui?
Assolutamente sì, è una trasformazione già in atto che ha visto la nascita di nuove integrazioni tra vita privata e lavoro e nuovi termini per definirne i concetti, come Bleisure: business e leisure (piacere) insieme. Workcations: ovvero work (lavoro) ma anche vacation (vacanze).
In questo scenario, come devono comportarsi gli operatori del Real Estate?
È proprio su questo tema che Copernico, InterContinental Hotels Group e Halldis si sono trovati a riflettere nella cornice dell’evento “La Convergenza nell’Uso di Uffici, Case ed Alberghi”. Competenze diverse, in settori che non sono più separati ma assolutamente interconnessi. Oggi la distinzione tra hotel, spazi di lavoro e case è sempre più labile e noi stiamo cercando di normalizzare questo momento di transito ed ibridazione, proponendoci di trasformare i nostri spazi in una testimonianza di questo trend emergente. Ci siamo infatti interrogati su come i player del settore come noi debbano continuare a far evolvere spazi sempre più liquidi che accolgano sia la dimensione privata che quella professionale delle persone.
Il futuro è sviluppare piattaforme di lavoro organiche e attive che abbraccino la filosofia Rainforest (The Rainforest: The Secret to Building the Next Silicon Valley, Victor H. Wang, Greg Horowitt, 2012), come facciamo in Copernico, in cui ogni player ha a disposizione contenuti e attività che alimentano la crescita e l’arricchimento di un ecosistema in continua evoluzione all’interno di una comunità strettamente interconnessa. Ogni comunità ha bisogno di una casa: in particolare, una comunità aziendale ha bisogno di uno spazio caleidoscopico. All’interno degli spazi devono convivere caffetterie, salotti con comodi divani, palchi per eventi, palestre, sale riunioni, parchi, suite e anche uffici: “palazzi con un’anima” che inevitabilmente stanno trasformando il Real Estate.
Grazie all’esperienza sviluppata con Halldis, è stato possibile captare precocemente questo trend di cambiamento ed è stato lo spunto per iniziare a convertire le abitazioni. Grazie al nostro modello di gestione delle proprietà, siamo riusciti a trovare una nicchia nel mercato dell’ospitalità e a sviluppare soluzioni che oggi sono utilizzate da expats, manager che viaggiano all’estero e che portano con sé la loro famiglia, ma anche millennials che lavorano on-the-go. Un’esperienza che si è arricchita grazie alla testimonianza di IHG che, grazie alla rete di cinque mila alberghi in tutto il mondo e ad una conoscenza approfondita dei propri clienti, ha sviluppato la capacità di adeguare i propri marchi (tra cui Intercontinental, Crowne Plaza e Holiday Inn) al panorama sempre più diversificato di bisogni e stili con soluzioni che rispondono a specifiche esigenze di uso delle stanze e degli spazi comuni.
Si tratta di uno scenario ancora in costante evoluzione, dove ognuno di noi sta contribuendo alla costruzione di un contesto in grado di supportare diversi e sempre nuovi bisogni di lavoratori e aziende, che sperimentano ogni giorno una nuova dimensione lavorativa.
Chi è COPERNICO
COPERNICO è la piattaforma di accelerazione e sviluppo del business: smart working e un nuovo lifestyle in cui connessioni, contenuti e community danno al lavoro il fattore esponenziale. COPERNICO gestisce spazi di lavoro innovativi in Italia ed Europa (Milano – Torino – Brussels) in cui ospita più di 600 aziende. Oltre 4.000 utenti quotidianamente utilizzano i suoi spazi come sede di lavoro e luogo preferenziale per meeting ed organizzazione di eventi.
website: www.coperni.co
ARTE E DISABILITÀ
STARTUP TORINESE NEW PLANET 3D LANCIA “ESPOSITORE FOR ALL” PER L’ACCESSIBILITA’ UNIVERSALE
Dal 15 Settembre al 31 Dicembre
Sala dei Templi di Diana, LA VENARIA REALE
Piazza della Repubblica 4 – Venaria Reale (TO)
È Made in Italy Espositore FOR ALL, il primo espositore al mondo destinato a rivoluzionare la fruizione museale per tutte le persone che vivono la disabilità. A metterlo a punto la startup torinese New Planet 3D che ha realizzato il prototipo, in mostra a La Venaria Reale fino al 31 Dicembre 2017, ed è già pronta a commercializzare il primo modello.
Approccio tattile guidato, descrizioni in 9 lingue e filmati in Lingua dei Segni Italiana (LIS) e Segni Internazionali, azzeramento di tutte le barriere, monitor, scrittura adattata con caratteri ad alta leggibilità. Espositore FOR ALL è progettato da New Planet 3D per rendere fruibile qualsiasi opera d’arte o reperto storico anche alle persone con disabilità visiva, uditiva, motoria e cognitiva. Debutta a La Venaria Reale con una riproduzione del Busto di Diana, vero e proprio simbolo della dimora Sabauda.
Grazie alla nuova tecnologia 3D è oggi possibile riprodurre perfettamente qualsiasi oggetto, permettendo di realizzare una copia identica, nelle dimensioni reali o in scala, senza esporre l’opera autentica ad usura o danni. Sfruttando questa tecnologia Espositore FOR ALL è progettato per rendere fruibile qualsiasi opera d’arte anche alle persone con disabilità visiva, uditiva, motoria e cognitiva. Si tratta di una struttura agile e di semplice montaggio costituita da un ripiano sul quale viene posto l’oggetto riprodotto (che può essere toccato e manipolato dagli utenti), da un sistema audio unidirezionale (per dare modo alle persone con disabilità visiva di ascoltare la descrizione ed i contenuti inerenti l’oggetto che stanno toccando senza disturbare gli altri visitatori), da un sistema video (che consente di trasmettere i contenuti alle persone con disabilita uditiva e cognitiva, grazie a filmati in LIS, ai sottotitoli in scrittura adattata con font ad alta leggibilità e volendo con filmati d’animazione opportunamente realizzati). L’esperienza tattile è emotivamente più coinvolgente per tutti i visitatori, l’espositore è accessibile anche alle persone con disabilità motoria e ai bambini durante le visite didattiche.
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Espositore FOR ALL è un progetto di inclusione sociale ed avendo rispettato le disposizioni ONU in materia di accessibilità universale può fregiarsi del logo per l’accessibilità universale dell’ONU, secondo il protocollo sui Diritti delle Persone con Disabilità che riconosce alle persone con disabilità il diritto a prendere parte con gli altri alla vita culturale.
Espositore FOR ALL sarà prodotto nel capoluogo piemontese e messo in vendita dal 2018 in tutto il mondo, a partire da Europa e Stati Uniti, con l’obiettivo di rappresentare uno strumento per la fruizione delle opere d’arte alle persone con diverse tipologie di disabilità.
“L’arte – dichiara Dario Suppa di New Planet 3D – in tutte le sue manifestazioni è un linguaggio e quindi una forma di comunicazione. Come atto comunicativo deve essere accessibile e fruibile da tutti. L’accessibilità di un museo e di qualsiasi luogo di cultura non si misura solo dall’assenza delle barriere architettoniche o sensoriali”.
Cinema, tecnologia, effetti speciali. VIEW Conference (www.viewconference.it) è il più importante appuntamento italiano sul digitale e si svolgerà a Torino dal 20 al 27 ottobre; un evento unico nel suo genere dove i protagonisti sono i più grandi nomi del mondo dell’animazione, della realtà virtuale, del digital design e dei videogiochi. Conferenze, workshop e bootcamp scandiscono il programma e c’è spazio per parlare di tutto, dalle ultime scoperte della tecnologia ai making of degli ultimi blockbuster.
Trai i numerosi ospiti di questa diciottesima edizione ci sarà anche Elisabeth Morant, la product manager del Google Tilt Brush, il pennello virtuale ideato da Google che permette di disegnare in 3D. Originaria di Chicago e laureata presso il prestigioso Massachusetts Institute of Technology la Morant racconterà i passaggi che hanno portato allo sviluppo di questo innovativo oggetto.
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Il funzionamento del Tilt Brush è molto semplice ed immediato: il pennello, da usare in combinazione con HTC Vive, il caschetto della realtà virtuale prodotto da HTC, permette all’utente di realizzare disegni in 3D con la semplice gestualità delle mani. L’artista ha a disposizione l’intera stanza come tela, può scegliere il colore e la tipologia di pennello – inchiostro o evidenziatore – oppure utilizzare materiali che nella realtà sarebbero inutilizzabili, come il fuoco e i fiocchi di neve.
Per approfondire l’utilizzo del Tilt Brush VIEW Conference organizza un workshop con Izzy Parkinson, Community Manager Vr di Google, che racconterà la sua esperienza con il Tilt Brush, fondamentale per la sua professione di illustratrice. Uno strumento per tutti, artisti professionisti, sognatori e persino utenti casuali.
Il workshop livello base si terrà il 23 Ottobre dalle ore 9 alle ore 11, alla scoperta delle nuove frontiere che questo strumento può offrire, un corso interattivo per sperimentare l’arte in una nuova dimensione.
Tilt Brush è uno strumento destinato a cambiare il modo in cui creiamo arte in VR e lo consumiamo. Si tratta di uno strumento con un grandissimo potenziale, in grado di attuare una rivoluzione in molti settori legati alla progettazione. Gli scenari di applicazione sono molteplici: dalla moda, al design, alla progettazione grafica.
Video presentazione Tilt Brush: https://www.youtube.com/watch?
Un nuovo sito per unificare le esperienze online dei suoi clienti, in tutto il mondo
Moleskine ha scelto Oracle Commerce Cloud – parte della Suite Oracle Customer Experience (CX) Cloud, per le sue esigenze digitali in 35 paesi, 10 lingue, 15 diverse monete locali. Oracle CX Cloud Suite permette a Moleskine di creare per i suoi clienti esperienze sempre più coerenti e supporta l’azienda nella realizzazione di campagne online integrate in tutto il mondo.
“Abbiamo avviato la nostra trasformazione con Oracle per offrire ai nostri clienti la migliore esperienza possibile e unificarla. I comportamenti cambiano molto rapidamente, noi siamo un marchio premium e uno dei nostri obiettivi più importanti è offrire un’esperienza cliente coinvolgente e fluida. Naturalmente abbiamo valutato diverse piattaforme, ma alla fine abbiamo scelto Oracle – anche perché ci dava l’opportunità di accedere a una suite di soluzioni cloud che ci permetteranno di ottimizzare il percorso di trasformazione digitale della customer experience” ha dichiarato Arrigo Berni, Presidente del board di Moleskine srl.
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Moleskine ha una gamma di oltre 750 prodotti, disponibili in più di 90 paesi con 23.000 punti di vendita: dai quaderni “di carta” ai quaderni digitali più evoluti, dalle borse agli accessori da viaggio, dai libri alle custodie per i nostri device digitali e molto altro. Con la suite Oracle CX Cloud, Moleskine potrà trasformare il suo e-commerce, abbandonando l’approccio locale e indipendente a favore di un sito web globale e unificato.
“Il nostro percorso di crescita sostenibile si fonda sul continuo impegno per offrire concept, esperienze e prodotti innovativi ai clienti, che ci sono fedeli. Vedendo i nostri ricavi netti dall’e-commerce aumentare, abbiamo colto l’opportunità di dotarci di piattaforme operative migliori e di scala globale, che ci permettano di realizzare piani marketing più integrati a sostegno dei nostri lanci di prodotto” ha aggiunto Gaia Franceschini, Head of Digital di Mokeskine srl.
Moleskine ha attivato il suo primo sito usando Oracle Commerce Cloud per Hong Kong nel maggio 2017. Oracle ha collaborato con Eurostep, l’Ecommerce e Digital Provider, che ha implementato il sito in otto settimane ed ha poi proseguito rapidamente, realizzando quanto necessario per oltre 35 paesi, con siti in 10 lingue e supporto per transazioni in 15 diverse monete locali, in appena sette mesi. Con Oracle Commerce Cloud Moleskine avrà a disposizione una vetrina personalizzabile e configurabile, che permetterà ai suoi team in tutto il mondo di lavorare con moderni strumenti di business, proponendo contenuti localizzati e supportando l’utilizzo della moneta locale.
Oltre a Oracle Commerce Cloud, Moleskine si servirà anche di Oracle Marketing Cloud per realizzare customer journey omni-canale.
Oracle CX Cloud Suite ha fornito alle divisioni e-commerce, digital, marketing e vendite di Moleskine una piattaforma globale per proporre nuovi prodotti, sostenere la brand identity ed essere sempre sulla stessa lunghezza d’onda della sua fedele community.
“Oggi il settore retail è molto dinamico e i brand devono poter offrire esperienze fluide, personalizzate e immediate su tutti i device e in tutti i touch point” ha commentato Rondy NG, Senior Vice President Applications Development di Oracle. “Moleskine ha costruito un brand incredibilmente forte e siamo felici di poterli aiutare a sfruttare questo successo per accelerare la loro capacità di innovazione e la trasformazione del loro business su scala globale”
Oracle CX Cloud Suite
Oracle CX Cloud Suite fa parte di Oracle Applications Cloud. La suite permette alle aziende di gestire in modo più intelligente la customer experience e le iniziative di business transformation. Sulla base di una piattaforma di business affidabile, che connette dati, esperienze e risultati, Oracle CX Cloud Suite aiuta i clienti a ridurre la complessità IT, a realizzare esperienze cliente innovative e ottenere risultati di business tangibili e prevedibili. Oracle CX Cloud Suite include le applicazioni Oracle Marketing Cloud, Oracle Sales Cloud, Oracle CPQ Cloud, Oracle Commerce Cloud, Oracle Service Cloud e Oracle Social Cloud.
Merck azienda leader in ambito scientifico e tecnologico, annuncia la seconda edizione di Merck for Health, l’hackathon di 24 ore aperto a startup, giovani talenti ed esperti di salute digitale, e dedicato totalmente all’healthcare e all’innovazione tecnologica: l’evento, promosso in collaborazione con HealthwareLabs e Digital Magics HealthTech, si terrà il 4 e 5 novembre 2017 a Roma.
La partecipazione è aperta sia a team di startup già costituiti sia a singoli soggetti che, in base alle loro competenze, saranno suddivisi in gruppi multidisciplinari in sede di evento per soddisfare le diverse challenges oggetto dell’iniziativa.
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Durante le due giornate, gli hackers potranno contare sui consigli e la presenza di mentor e relatori d’eccezione, esperti di digital health e di innovazione tecnologica che insieme al top management di Merck supporteranno i partecipanti nella maratona di 24 ore.
Al termine della seconda giornata, una giuria di esperti premierà le soluzioni considerate più meritevoli.
Il primo classificato riceverà un grant di 5.000 euro e avrà l’opportunità di partecipare al Festival dell’Innovazione (Dubai, dal 20 al 26 novembre 2017) e a un programma di accelerazione/incubazione.
I due secondi classificati potranno volare a Berlino per partecipare a Frontiers Health 2017 (16 e 17 Novembre) oltre all’opportunità di un programma di accelerazione/incubazione.
Le iscrizioni – per startup già avviate e singoli soggetti – sono aperte dal 28 settembre al 25 ottobre 2017 (ore 12.00).
Per partecipare a Merck for Health 2017 e scoprire maggiori dettagli, consultare il sito hackmerck17.it
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