Beni culturali e Digitale – I musei italiani sono sempre più “social” e attenti agli analytics

 

 Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano

www.osservatori.net

 Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali

 Il 69% dei musei è presente su almeno un canale social (erano il 57% nel 2018), soprattutto su Facebook (dal 54% all’attuale 67%) e Instagram (sale dal 23% al 26%).
Oltre ad ampliare l’offerta sui propri canali, oggi le istituzioni si stanno aprendo alla collaborazione con gli altri attori del mondo digital: il 76% dei musei è presente su Tripadvisor (+1% rispetto al 2018) ma è ancora poco diffusa la valorizzazione di altri canali come le online travel agency (OTA) o i tour operator online.

 

Oltre 2 turisti su 3 (68%) consultano il web per scegliere i luoghi da visitare in vacanza, ma in Italia le attività culturali si acquistano ancora in loco (73%) e in contanti (66%).

Solo un museo su 2 ha un sito adatto alla navigazione da mobile.

 

Crescono le attività di monitoraggio dei visitatori post visita: l’83% delle istituzioni dichiara di consultare gli analytics e il 77% di leggere le recensioni intervenendo dove opportuno.
Iniziano a diffondersi anche realtà virtuale (16%), realtà aumentata (12%) e videogiochi (10%) come modalità di ingaggio e interazione con il visitatore. 

Il 17% delle istituzioni culturali dichiara di avere un’app e il 62% prevede di inserirla a breve.

Per il 48% dei turisti digitali italiani, i principali strumenti di ispirazione sono recensioni e commenti letti online, a cui si aggiunge un 19% che trae indicazioni da post di altri utenti sui social network, ma in media solo il 4% dell’incasso da biglietteria per i musei italiani proviene dal sito web proprietario e l’1% da altri canali online. Aumenta l’offerta dei supporti digitali messi a disposizione (il 58% delle istituzioni culturali mette a disposizione dei visitatori il wi-fi e il 17% le app) ma in 7 casi su 10 il visitatore non ne è nemmeno a conoscenza.

Queste alcune delle evidenze presentate oggi presso il Campus Bovisa dalla terza edizione dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano*.

Le istituzioni culturali si trovano nel mezzo di un processo profondo di cambiamento, stimolato dalla necessità di aprirsi sempre più all’esterno, utilizzando modi e linguaggi nuovi, fortemente influenzati dal digitale. La necessità di trasformazione costituisce una sfida ma anche un’opportunità per avvicinare nuovi pubblici e per valorizzare i beni materiali e immateriali che le istituzioni custodiscono e producono” dichiara Eleonora Lorenzini, direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali “Per questo la Ricerca ha seguito quest’anno due filoni principali di analisi: da una parte i comportamenti e le esigenze della domanda nelle diverse fasi di quello che viene denominato ‘user journey’, dall’altra i comportamenti e le competenze delle istituzioni culturali nell’era del digitale, rappresentati lungo un immaginario ‘cultural manager journey’. I due comportamenti, del visitatore e dell’istituzione culturale, sono stati analizzati con riferimento al ‘viaggio’ pre, durante e post visita che accompagna entrambi gli attori e che si articola in quattro fasi: ispirazione & ricerca, prenotazione & acquisto, visita, post visita”

Fase 1: Ispirazione & Ricerca

Focalizzandosi sui turisti digitali italiani, emerge che internet è utilizzato ampiamente per avere idee e spunti sui luoghi da visitare (dal 68% dei turisti) e per cercare informazioni per la vacanza (dall’83%). Per il 48% del campione i principali strumenti di ispirazione sono recensioni e commenti letti online, cui si aggiunge il 19% che trae ispirazione da post di altri utenti sui social network. Non meno rilevanti si confermano però anche i consigli di amici, parenti e conoscenti, che sono la prima fonte di ispirazione non digitale (per il 40%) insieme alla nostalgia per un’esperienza passata che si vuole rivivere (25%) e alle conversazioni casuali (20%).

Da un’analisi svolta su un campione rappresentativo di musei italiani, monitorati per il terzo anno consecutivo, emerge che l’85% dei musei ha un sito web, ma solo il 47% ha un sito relativo alla propria istituzione culturale (negli altri casi si tratta di una presenza all’interno di altri siti web). Passi avanti significativi sono necessari anche sul fronte dell’accessibilità: il 41% dei siti è disponibile solo in lingua italiana e il 48% non è compatibile con i dispositivi mobile.
Rimanendo sui canali proprietari, il 69% dei musei è presente su almeno un canale social media (erano il 57% nel 2018), dove Facebook si conferma il canale più diffuso (67%, in forte crescita rispetto al 54% del 2018), seguito da Instagram (26%, era 23% nel 2018), che è in continua crescita.” Dichiara Deborah Agostino, direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali “Anche le newsletter sono uno strumento molto usato per aggiornamento su attività ed eventi (nel 76% dei musei) con una minoranza (14%) che riesce a personalizzare i messaggi in base alla tipologia di clienti. Per quanto riguarda i canali non proprietari, il 76% dei musei è presente su Tripadvisor (+1% rispetto al 2018). È invece ancora poco diffusa la valorizzazione di altri canali come le online travel agency (OTA) o i tour operator online”

Fase 2: Prenotazione e acquisto

Nell’attività di prenotazione e acquisto di servizi per attività culturali i canali online sono meno utilizzati rispetto a quelli fisici (52% dei turisti digitali ha acquistato o prenotato su internet contro il 65% che lo ha fatto di persona), in controtendenza rispetto a quanto avviene per altri servizi esperienziali più digitali. Le attività culturali sono inoltre acquistate principalmente in loco (73%) e facendo uso di contanti (66%).

Nonostante il 78% dei musei dichiari di avere un sistema di biglietteria (nei musei ad accesso gratuito spesso manca un sistema di biglietteria e di controllo degli accessi), solo il 20% consente l’acquisto online del biglietto stesso. Inoltre, solo l’8% delle istituzioni consente di effettuare l’ingresso senza dover stampare il biglietto su carta. I dati sugli incassi da biglietteria confermano che la maggior parte degli acquisti è ancora in loco e in media solo il 4% dell’incasso da biglietteria proviene dal sito web proprietario e l’1% da altri canali online.

Fase 3: Visita

É ancora difficile interpretare chiaramente quanto gli strumenti digitali di supporto alla visita in loco siano usati e apprezzati dagli utenti. Innanzitutto la presenza di strumenti per l’interazione onsite non è spesso comunicata e valorizzata efficacemente: oltre il 70% degli intervistati non era a conoscenza del supporto digitale presente (che nella maggior parte dei casi non è stato il motivo rilevante di attrazione). I giudizi principali sullo strumento sono risultati: divertente (per il 39% degli intervistati), sorprendente (22%) e rilassante (21%). La componente di intrattenimento sembra quindi connotare questi strumenti più di quella di approfondimento. Osservando il comportamento dei musei rispetto all’adozione di strumenti digitali a supporto della fruizione in loco, i dati mostrano una fotografia che vede il digitale ancora poco presente: il 58% delle istituzioni culturali mette a disposizione dei visitatori il wi-fi e il 36% le audioguide. Queste percentuali salgono quando si focalizza l’analisi sulle sole istituzioni pubbliche: sono presenti il wi-fi nel 69% delle istituzioni e le audioguide nel 40%.

Iniziano a diffondersi anche realtà virtuale (16%), realtà aumentata (12%) e videogiochi (10%) come modalità di ingaggio e interazione con il visitatore. Realtà aumentata e virtuale sono anche le tecnologie che incontrano il maggior interesse da parte dei musei (rispettivamente il 50% e il 47% dichiarano di essere intenzionati a inserirle). Il 17% delle istituzioni culturali ha dichiarato di avere un’app e il 62% prevede di inserirla. Le funzionalità sono molto legate all’informazione più che all’engagement: informazioni generali, sui servizi di supporto alla visita, riguardo ad opere e installazioni.

Fase 4: Post visita

Nella fase post visita i siti di recensione e i social tornano a giocare un ruolo rilevante anche se lo spazio per incentivare il racconto dell’esperienza vissuta è ancora molto ampio (solo il 30% dei turisti digitali lascia una recensione e il 34% condivide la propria esperienza sui social). Un ulteriore strumento per mantenere legati nel post viaggio i visitatori, oltre che per generare introiti aggiuntivi, è quello della vendita di prodotti. Nel 2018 ben il 9% dei turisti ha acquistato tramite eCommerce un prodotto legato alla località che ha visitato: su tutti primeggiano i prodotti alimentari, ma c’è spazio anche per altre categorie: nel 18% dei casi viene infatti acquistato merchandising di attrazioni visitate e nel 12% libri e cataloghi di mostre e musei.

Nel post visita è rilevante che l’istituzione si occupi di monitorare i commenti e le recensioni lasciate dagli utenti, ma anche di sollecitarle e valorizzarle sui propri canali. La consapevolezza di questo tra i musei italiani è già buona: infatti l’83% dichiara di consultare gli analytics offerti dalle pagine social e il 77% leggere le recensioni intervenendo dove opportuno (mentre in entrambi i casi solo l’1% utilizza strumenti di analytics ad hoc).

Quanto all’eCommerce di prodotti sono invece ancora pochi a sfruttare questa leva: l’8% dei musei dispone di un sistema informatizzato a supporto di questa attività e l’1% lo ha in comune con altre istituzioni.

Dietro il journey: il back office è ancora poco digitalizzato
I musei italiani sono ancora poco digitalizzati per le attività di back office. Il 32% non dispone di alcun sistema informatizzato di supporto alle attività amministrative e di back office, come la gestione degli acquisti o del personale. Per quanto riguarda la gestione dei servizi commerciali, il 45% ha un software per la biglietteria, il 30% per la gestione delle attività didattiche, il 21% per i servizi come bookshop e ristorazione e l’11% per la gestione e l’affitto degli spazi. Quanto alle attività di analisi e monitoraggio, il 36% ha un software di customer relationship management (CRM) e gestione dei contatti (gestito autonomamente o in comune con altre istituzioni) e la stessa percentuale ha dei software per la reportistica. L’11% ha un software per il fundraising.

Gli spazi per un efficientamento e una migliore gestione di queste attività sono dunque notevoli” dichiara Michela Arnaboldi, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali “Disporre di strumenti che possano migliorare e automatizzare la gestione dei contatti, ad esempio, dovrebbe divenire prioritario per tutte quelle istituzioni che stanno concentrando i propri obiettivi strategici sull’ampliamento dei pubblici e l’engagement e la fidelizzazione degli utenti già raggiunti”.

Un discorso a parte merita l’attività di catalogazione. Il 68% dei musei dichiara di avere un sistema informatizzato per questa attività, ma il catalogo cartaceo è ancora diffusissimo (il 53% dei musei ha più della metà della collezione schedata così).

L’analisi dello user journey ha evidenziato i gap ancora presenti tra comportamenti ed esigenze dell’utente, sempre più connesso a internet nelle varie fasi, e i servizi messi a disposizione dai musei” conclude Michela Arnaboldi, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali  “Oltre a migliorare e ampliare l’offerta sui propri canali è oggi indispensabile che le istituzioni si aprano alla collaborazione con quegli attori, sia digitali (come agenzie di viaggio e tour operator online, specializzati e non) che tradizionali (strutture ricettive e altri servizi turistici del territorio, network relativi a card turistiche) che possono aiutare l’istituzione culturale a ingaggiare il visitatore e offrirgli un miglior livello di servizio nelle fasi di ispirazione, ricerca e prenotazione. Fare sistema rimane quindi l’imperativo principale per le istituzioni culturali anche nell’era del web. Occorre che l’istituzione culturale si apra non solo al visitatore, ma anche agli attori territoriali, ai fornitori di servizi online e non, alle aziende con cui lavorare per raggiungere insieme target comuni e non scontati in un lavoro più ampio di tessitura delle relazioni, c’è bisogno però che questa venga essere inserita in una strategia precisa dell’organizzazione, che preveda priorità, obiettivi, investimenti e competenze da dedicarvi”.

 

*L’edizione 2018-2019 dell’Osservatorio è realizzata con il supporto di: Compagnia di San Paolo; Dotdotdot; Fabrica Ludens; Fondazione FS Italiane; Fluxedo; LAZIOcrea; Trient Consulting Group; Vidiemme Consulting e con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e di Associazione Gianluca Spina. 

Distretto Tecnologico per Beni e Attività Culturali: 23 mln di euro per Patrimonio e Nuove Tecnologie

 

Patrimonio Culturale e Nuove Tecnologie:
nel Lazio arriva il

Distretto Tecnologico per i Beni e le Attività Culturali

23,3 milioni di euro per l’innovazione tecnologica dei beni e attività culturali nella Regione Lazio

165 musei tra statali, civici e provinciali, 17 tra università, istituti centrali e organismi di ricerca, 30.000 imprese legate alla filiera della cultura e del turismo: questi sono i numeri dell’inestimabile patrimonio culturale del Lazio, che dal 21 marzo 2018 sarà al centro dell’innovazione tecnologica grazie al Distretto Tecnologico per i Beni e le Attività Culturali (DTC).

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Pubblicato sul BUR della Regione Lazio, il DTC – Distretto Tecnologico per le nuove tecnologie applicate ai Beni e alle Attività Culturali nasce con l’obiettivo di costruire una rete strutturata di rapporti e di collaborazioni tra la ricerca pubblica e quella privata, collegandole al sistema delle imprese.

Il patrimonio culturale del Lazio rappresenta infatti un settore strategico, da tutelare e sviluppare anche in funzione delle opportunità che offre ma che potrebbe ulteriormente svilupparsi grazie a un nuovo sistema che coinvolga tutte le sue componenti. Il nuovo Avviso pubblico – finalizzato alla valorizzazione e fruizione in modalità innovativa del patrimonio culturale della regione – mette a disposizione una dotazione di 3,2 per la progettazione e 20 milioni di euro per la realizzazione: un totale di 23,2 milioni di euro per interventi tecnologici destinati a rendere fruibili luoghi, percorsi e itinerari reali e virtuali fornendo, al contempo, opportunità di lavoro ai giovani professionisti, possibilità di sviluppo alle imprese del territorio e creazione di nuove destinazioni turistiche.

I titolari dei beni culturali del Lazio (Istituti e Luoghi della Cultura come definiti dagli artt. 101 e ss del Codice dei Beni Culturali), che siano proprietari, gestori o futuri gestori pubblici/privati, potranno presentare proposte di valorizzazione attraverso l’applicazione e lo sviluppo di nuove tecnologie per i Beni e le Attività Culturali.

Domande a partire dalle ore 12 del 21 marzo 2018.

Per info e dettagli: www.lazioinnova.it/news/

GAIAsmart – l’App per visitare le città…giocando!

Il turismo 2.0 con GAIAsmart è emozionante come una caccia al tesoro

Nell’epoca degli smartphone, dei tablet, delle free wi-fii zone e dei nativi digitali, anche il modo di fare turismo si trasforma… e diventa una caccia al tesoro interattiva, una gara avvincente, una narrazione, un gioco da fare insieme agli amici o in famiglia…

E’ arrivata GAIAsmart (dove GAIA sta per Giochi e Attività Interattive all’Aperto), l’applicazione gratuita per smartphone che trasforma ogni viaggio in un gioco.

Per turisti (e turisti per caso), per famiglie con bambini, per chi ha voglia di imparare ed esplorare giocando. Per chiunque ami viaggiare e voglia scoprire (o riscoprire) una località camminando all’aria aperta, trasformando la visita turistica in un’esperienza coinvolgente ed emozionante alla ricerca di luoghi misteriosi, angoli sconosciuti e scorci inediti delle più belle città.

Nata dalla giovane startup ProMuoviti e dalla fervida fantasia di Caterina Pavan, storyteller, Ivan Manca, sviluppatore e Paolo Carli, architetto, GAIAsmart è un’applicazione e allo stesso tempo un catalogo online di itinerari turistici fuori dalle solite rotte.

Tappe da raggiungere, enigmi da risolvere, quiz divertenti ed approfondimenti interessanti. GAIAsmart vuol dire anche turismo sostenibile (ci si muove a piedi, in bici o con i mezzi pubblici) con doppio vantaggio: per il pianeta e per le persone, che vengono spronate e fare movimento all’aria aperta.

14 i percorsi tematici (per ora ma il numero è destinato ad aumentare) – 3 a Milano, 6 a Torino, 1 a Venezia, 1 a Olbia, 2 a Pinerolo (To) e 1 a Torre Pellice (To) – che vi trasporteranno in un mondo magico e vi permetteranno di scoprire mete sconosciute oppure di guardare luoghi familiari con occhi completamente nuovi, cambiando prospettiva. Se avete in programma un viaggio in queste città scaricate GAIAsmart sul vostro device.

                      

Utilizzare GAIAsmart è semplicissimo: è sufficiente scaricare gratuitamente l’App, scegliere il percorso che preferite tra quelli disponibili nella zona in cui vi trovate, individuati tramite geolocalizzazione, e iniziare l’avventura.

Con GAIAsmart sapete da dove partite ma non dove i vostri passi vi porteranno. Sul vostro percorso incontrerete personaggi storici e di fantasia, guarderete la città da prospettive originali e ad ogni bivio potrete scegliere quale direzione seguire a seconda dei vostri interessi e curiosità.

Potrete godervi la passeggiata senza preoccuparvi di fissare il telefono, sarà GAIAsmart a richiamare la vostra attenzione in prossimità della tappa successiva.

I bimbi (e non solo!) potranno scoprire gli animali che “popolano” gli stemmi del Castello Sforzesco a Milano, quelli coinvolti nella storia e nelle opere del grande Leonardo Da Vinci, andare a spasso sui Navigli oppure sui sentieri del Parco del Valentino a Torino, tra natura e architettura.

Sempre a Torino, nel centro storico, verrete sedotti dal fascino misterioso dei luoghi legati alla magia nera e dalla golosità di quelli del cioccolato, potrete scoprire i segreti del quartiere di San Salvario, fare un salto nella storia antica del Quadrilatero Romano oppure seguire le tracce di Gulliver in zona Crocetta.

Mentre Venezia saprà sorprendervi con i suoi luoghi sacri in un suggestivo percorso alla scoperta delle religioni.

GLI ITINERARI

 Milano

  • Animali Misteriosi: un tour tra il Castello Sforzesco e Parco Sempione
  • Animali Misteriosi 2: sulle tracce di Leonardo da Vinci e non solo…
  • Milano e i Navigli

Torino

  • Torino al gusto di cioccolata: dolce itinerario tra piazze e giardini
  • Dettagli: alla scoperta di San Salvario
  • I Giganti del modellismo: i passi di Gulliver alla Crocetta
  • Luoghi di Magia: le piazze e le chiese del mistero
  • La Macchina del tempo: tuffo nella storia al Quadrilatero Romano
  • Parco del Valentino, anno 2085: tra natura e architettura

Venezia

  • Venezia delle religioni

Olbia

  • Ho perso il traghetto

Pinerolo (To)

  • Caccia al tesoro: in giro per la città

Torre Pellice (To)

  • Valdesi e Torre Pellice, ieri e oggi

OPEN DATA: FILAS PUBBLICA IL DATASET SUI BENI CULTURALI DEL LAZIO

Il dataset con 2.529 punti di interesse culturale del Distretto tecnologico per i Beni e le Attività culturali del Lazio (DTC) è online su dati.gov.it e futouring.com

(Roma, 15 marzo 2013). La Finanziaria della Regione Lazio per lo sviluppo, Filas, pubblica il suo primo dataset open. Da oggi sui portali dati.gov.it e futouring.com è online il dataset open sui punti di interesse culturale del Distretto Tecnologico per i Beni e le Attività culturali (DTC), il sistema integrato – gestito da Filas – che valorizza il patrimonio del Lazio attraverso le tecnologie digitali. Sono 2.529 i punti di interesse (POI) messi a disposizione, pubblicati in quattro diversi formati – RDF, N3, Turtle, XML – liberamente accessibili e pronti per il download. E’ inoltre in procinto il rilascio in formato JSON. L’intero dataset del DTC è rilasciato con licenza Creative Commons (CC-BY-SA): è possibile quindi riprodurre, modificare e usare i dati open anche per fini commerciali.

Dall’Ara Pacis al borgo medievale di Sperlonga, dall’Abbazia di Casamari agli scavi di Ostia Antica, fino al castello Angioino-Aragonese di Gaeta, i POI del DTC contengono tutte le informazioni relative a monumenti, opere, siti archeologici e siti d’interesse culturale presenti nel Lazio, sia in italiano che in inglese. I POI – tutti geo-referenziati e catalogati in base al thesaurus del portale italiano della cultura www.culturaitalia.it – sono descritti con un breve testo ed associati ai 3.346 contenuti multimediali (immagini, video, virtual tour e virtual book) presenti su www.futouring.com. Sono inoltre rappresentati in base al modello di dati proposto dal World Wide Web Consortium-W3C, la community internazionale che conta 500 organizzazioni e ha l’obiettivo di portare il web alla sua massima potenzialità definendo anche protocolli comuni per garantire l’interoperabilità su internet.

Filas si inserisce così nel percorso intrapreso dalla Regione Lazio con la Legge Regionale N° 7 del 18 giugno 2012 sugli Open Data che intende adottare nel Lazio un modello di open government basato sul libero accesso ai dati pubblici e su una forte interazione con cittadini e imprese. Dati aperti – quindi disponibili, integrabili e interscambiabili – che possono essere riutilizzati, pubblicati e manipolati liberamente da tutti. Uno strumento che può fungere da acceleratore economico per il territorio: basti pensare che nella sola Ue il volume d’affari sul riutilizzo dell’informazione pubblica stimato dalla Commissione Europea si aggira sui 140 mld di euro l’anno. Anche per questo Filas sostiene la cultura degli open data attraverso 2 bandi regionali dedicati e azioni di promozione in occasione di iniziative come quella dell’International Open Data Day di febbraio scorso.

Il dataset open sui punti di interesse culturale del DTC è scaricabile ai seguenti link:

http://www.dati.gov.it/content/regione-lazio-punti-dinteresse-poi-culturali
http://www.futouring.com/web/filas/sviluppatori?infoId=143524

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