OPEN INNOVATION: DALL’IDEA GENERATION ALL’EXECUTION, PROSEGUE IL ROADSHOW ADS GROUP

Come si trasforma un’idea innovativa in un progetto concreto? Quali sono le tappe legali da seguire per ottenere un brevetto? Come si costruisce un rapporto di fiducia all’interno di un team di lavoro o di un intero network di aziende impegnate in progetti di Open Innovation? Queste sono solo alcune delle domande “pratiche” alle quali grandi aziende, start up ed esperti hanno dato una risposta lo scorso 5 dicembre a Napoli, in occasione della seconda tappa del roadshow “Open Innovation: Accetta la sfida!”, organizzata da ADS Group ed Innoventually, in collaborazione con TBiz. Dopo il successo ottenuto a Montecitorio, evento che ha dato il via al tour, altre quattro grandi aziende (Gesac, TIM, Sara Assicurazioni e STMicroelectronics) si sono “sfidate” a Palazzo Caracciolo, illustrando le loro iniziative di “idea generation” e sottoponendole al giudizio della platea, che si è espressa tramite la webapp ufficiale del roadshow.

A rompere il ghiaccio Gesac, che per costruire un aeroporto di nuova generazione si è rivolta direttamente ai suoi utenti tramite “The Smart Project”. “Tutto è partito da una call for ideas: – ha spiegato Antonio Pascale, Quality and Environment Managerdelle 62 idee progettuali raccolte ne sono state selezionate otto e, attraverso il processo di accelerazione all’interno di laboratori, le abbiamo trasformate in progetti cantierabili”. Per TIM, invece, “Innovazione non significa fare cose nuove, ma farle in modo differente – ha sottolineato Antonio Palumbo, Sales Manager area Sud1 – il nostro approccio all’Open Innovation è quello di ‘adottare’ delle aziende che possano valorizzare l’impianto infrastrutturale di TIM, in modo tale da generare progresso per il Cliente e per l’intera Digital society”.

Eleonora Scanga, Product Manager di Sara Assicurazioni, ha raccontato con orgoglio l’esperienza dell’hackaton: “una sfida partita alle 2 del pomeriggio e terminata alle 2 del giorno successivo. Abbiamo lavorato insieme, dipendenti e agenti, dando vita a quasi 300 idee (su 600 dipendenti) che diventeranno i progetti strategici del prossimo anno e del prossimo futuro”. Infine Alan Smith, Napoli Site Manager di STMicroelectronics, ha parlato del programma NeaPolis Innovation,  nato nel 2006 in Campania dall’intesa  fra Università e Aziende per intensificare i rapporti di collaborazione nel campo della ricerca e della formazione tecnico-scientifica: “siamo uno dei partner dell’iniziativa. Quest’anno le attività nelle università hanno riguardato i microcontrollori, che sono la base dell’Internet of Things”.

Ad aprire i lavori, l’assessore all’Innovazione della Regione Campania, Valeria Fascione, che ha annunciato il lancio per il 2017 della Piattaforma di Open Innovation per una Campania competitiva, perché “sostenere l’ecosistema dell’innovazione – ha detto – è una risposta virtuosa alla crisi”. A seguire, gli interventi di Antonio Scarfò, Innovation, Marketing, Partnerships&Alliances manager di Next-Era Prime (ADS Group) e del Direttore del Dipartimento di Informatica dell’Università di Napoli, Giorgio Ventre, secondo il quale “i laboratori congiunti nelle università possono essere la soluzione giusta per proporre nuovi modelli di innovazione”. Non a caso, infatti, è stato chiuso un accordo per l’apertura di un nuovo IoT Lab targato ADS Group a Napoli.

Nel corso del pomeriggio, inoltre, Banca Intesa Sanpaolo e il suo cliente Rinaldi Group hanno sottolineato il valore della “fiducia” come trigger dell’Innovazione, mentre l’avv. Elisabetta Randazzo dello studio legale internazionale Hogan Lovells e Ivan Ortenzi, consulente di Ars et Inventio – la Divisione di BIP che si occupa esclusivamente di Innovazione e Creatività – hanno fatto luce sui passi pratici, burocratici e legali  da compiere per passare dall’idea generation alla fase successiva: la execution. “Un’idea in sé non è brevettabile, deve prima diventare un’invenzione – ha precisato l’avv. Randazzo – è necessario dunque capire se l’idea è innovativa e suscettibile di applicazione industriale. Ovvero deve configurarsi come una soluzione specifica ad un problema tecnico. Una volta verificata la rispondenza a questi requisiti, si potrà fare domanda di brevetto che, una volta ottenuto, conferirà il diritto di utilizzare in esclusiva per vent’anni quella invenzione, di sfruttarla economicamente, vietando a terzi di realizzarla”.

“I veri talenti, quando escono dalle ‘fabbriche delle competenze’, cercano delle aziende dove possano provare piacere ad andare a lavorare, aziende che consentano loro di capitalizzare le nuove competenze”, ha spiegato Ortenzi. Nel panorama industriale attuale, “abbiamo aziende che chiedono innovazione, altre, che io chiamo ‘Open Companies’, che si stanno aprendo a nuovi trend, nuove tecnologie e nuove figure professionali, ma abbiamo soprattutto aziende che hanno bisogno di persone nuove, un concetto che io definisco ‘Open people’. Quindi: Open Innovation, Open Company e Open people sono i tre pilastri su cui stiamo costruendo una nuova piattaforma di domanda e offerta delle aziende”.

L’evento si è concluso con il “passaggio del testimone” che caratterizzerà tutte le tappe del roadshow di ADS Group. A raccoglierlo è stato il prof. Antonio Messeni Petruzzelli, Docente di Gestione dell’Innovazione e Technology Ventures del Politecnico di Bari, città dove il prossimo 23 gennaio si terrà la terza tappa dell’“Open Innovation Challenge” e, contestualmente, verrà inaugurato l’IoT Lab di ADS Group aperto al PoliBa con la premiazione dei vincitori del contest riservato agli studenti del Politecnico per lo sviluppo di soluzioni IoT afferenti ai seguenti ambiti tecnologici: Industria 4.0; Smart Agricolture e Big Data.

Open Innovation: il roadshow di ADS Group e Innoventually fa tappa a Napoli

Dopo il grande successo ottenuto a Montecitorio, il format “Open Innovation: Accetta la sfida”- ideato da ADS Group ed Innoventually – si sposta a Napoli, il 5 dicembre, per la seconda tappa di un roadshow pronto a spargere in tutta Italia il seme dell’innovazione aperta e collaborativa. A Roma, lo scorso settembre, grandi imprese e start up hanno dato il via a questo viaggio, condividendo i modelli e i paradigmi generali di Open Innovation utilizzati all’interno delle loro realtà, confrontandosi e “sfidandosi” a colpi di idee.

In questo secondo appuntamento, che grazie alla collaborazione con TBiz avrà come cornice il Palazzo Caracciolo di Santobuono, i protagonisti dell’innovazione si addentreranno nella foresta della burocrazia e delle questioni legali, affrontando il tema del «TRUST»: una volta trovata l’idea, dunque, quali sono i passi giusti da fare per trasformarla in un progetto concreto, conciliando ricerca, sviluppo e approccio collaborativo con la tutela della proprietà intellettuale?

Il format dell’«unconventional business game» rimarrà invariato: le grandi imprese italiane illustreranno ad una platea di innovatori le strategie con le quali proteggono le proprie “intuizioni” dal rischio di danno da furto, sottoponendole alla valutazione delle start up e degli esperti.

Novità di questa seconda tappa sarà la presenza di un vero studio legale internazionale pronto ad accompagnare le aziende, passo dopo passo, lungo il percorso che porta dall’idea alla costruzione del network impegnato nella realizzazione del progetto.

Con «TRUST», infatti, si intende anche il rapporto di fiducia che, nel momento in cui si sceglie di seguire un modello di Open Innovation, è fondamentale rinsaldare sia internamente con il proprio team sia esternamente, con gli imprenditori che entrano a far parte del network.

L’appuntamento dunque è a Napoli, lunedì 5 dicembre a Palazzo Caracciolo, con tutte le aziende e le start up pronte a mettersi in gioco e che, per competere meglio sul mercato, decidono di fare squadra.

Per maggiori informazioni e iscrizioni vai su Open Innovation Challenge.

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