Ford e Postmates sperimentano a Miami l’utilizzo di veicoli a guida autonoma per le consegne on demand

  • Ford Motor Company e Postmates, il brand leader nel settore delle consegne on demand, hanno annunciato una partnership per l’introduzione sulle strade di Miami di un progetto pilota per le consegne a domicilio di beni e di generi alimentari
  • I veicoli utilizzati per la sperimentazione sono dei Ford Transit Connect che sono stati customizzati ad hoc per effettuare in modo efficiente le consegne. Il progetto ha l’intento di studiare le reazioni dei clienti nell’interagire con un veicolo a guida autonoma, all’interno della loro esperienza di consegna

Ordinare la cena direttamente dal proprio smartphone? Quasi demodè… ma vederserla consegnare da un veicolo a guida autonoma forse sarebbe molto più innovativo! È quello che sta accadendo in Florida, a Miami, nell’ambito di una sperimentazione condotta da Ford Motor Company e Postmates, brand leader nel settore delle consegne on demand. La partnership, prevede, infatti, l’introduzione sulle strade di Miami di alcuni Transit Connect, con l’intento di studiare il ruolo dei veicoli a guida autonoma nelle attività di consegna.

Si tratta di una flotta di Transit Connect, progettati per apparire come veicoli a guida autonoma, mentre, in realtà, sono guidati da una persona. Inoltre, sono stati customizzati ad hoc, con un sistema di 3 vani, posizionati sul lato passeggero e posteriormente, ideati sia per proteggere il cibo sia per effettuare in modo efficiente le consegne, servendo più clienti su un unico percorso.

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Dato che Postmates si occupa della consegna di generi merceologici che vanno dal sushi alla ferramenta, i 3 vani sono di dimensioni diverse per consentire di studiare anche la configurazione ottimale del veicolo stesso, oltre che a valutare in che modo le aziende e i consumatori interagiscano con un veicolo a guida autonoma. È il primo veicolo modificato appositamente per testare una varietà di interfacce: il touch screen, i diversi vani e un sistema audio esterno. Il risultato sarà utile per sviluppare il design del veicolo, completamente a guida autonoma, che Ford costruirà entro il 2021.

Il progetto pilota, attualmente in corso a Miami, vede la partecipazione di oltre 70 aziende merceologiche, tra cui locali molto amati come Coyo Taco. I residenti della zona, ordinando i tacos o qualsiasi altro cibo tramite Postmates, hanno la possibilità di scegliere tra le modalità di consegna quella effettuata da un veicolo a guida autonoma. Ovviamente sarà un addetto in carne e ossa a predisporre sul Transit Connect il pasto, una volta pronto per essere consegnato.

L’addetto del ristorante digiterà, poi, il proprio codice di accesso sullo schermo e, contestualmente, uno dei vani si aprirà in modo da poter inserire il cibo all’interno. Ogni vano, inoltre, ha due porta bicchieri in modo da non doversi preoccupare di perdere metà delle bevande ordinate durante il transito. Quando il veicolo arriverà a destinazione, il cliente riceverà una notifica di testo per ritirare la consegna, direttamente sotto casa.

I clienti saranno anche agevolati dalle istruzioni audio che indirizzano l’interazione e le luci che andranno a illuminare il vano designato. L’obiettivo della ricerca, infatti, è soffermarsi sul primo e l’ultimo miglio dell’esperienza di consegna e valutarne le caratteristiche aiutando le realtà locali a espandere il loro spettro di azione e offrire migliori soluzioni ai clienti coinvolti.

È possibile visualizzare il video al seguente link https://youtu.be/9DY0LKOdE3M

Gli studenti della Apple Developer Academy di Napoli vincono Hackaton Var Group 2018

Gli studenti della Apple Developer Academy di Napoli vincono anche Hackaton Var Group 2018, svoltosi a Riccione.

Ai ragazzi vincitori è stato consegnato un contratto di collaborazione di 25.000€ per completare il lavoro: il progetto vincente è una app iOS con chatbot virtuale per Confesercenti.

Un altro grande traguardo per gli studenti della Apple Developer Academy: l’Hackaton Var Group 2018, svoltosi a Riccione, è stato vinto da una squadra composta da Roberto Pelonara, Simone Penna, Mirko Pennone, Carlo Santoro, Antonio Consales, studenti dell’Academy napoletana.

Durante questa sfida, sette gruppi da tutta Italia si sono sfidati in un lavoro di 32 ore indetto da Var Group, con l’obiettivo di realizzare applicativi per la digitalizzazione per diverse aziende.

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Ai ragazzi di Napoli, vincitori della gara, è stato consegnato un contratto di collaborazione di 25.000€ per completare il lavoro.

Il progetto realizzato dagli studenti della Academy consiste nella realizzazione di una app iOS (sistema operativo usato dagli iPhone) con chatbot virtuale, per aiutare il lavoro e la collaborazione degli aderenti alla Confesercenti di tutta Italia Gli associati potranno grazie alla App realizzata dal team napoletano ricevere assistenza di primo livello in maniera automatica per le loro attività.

Gli studenti napoletani sono stati premiati nella sessione plenaria della ConvetionVar davanti ad un pubblico di oltre 1600 persone composto da imprenditori e manager delle maggiori aziende internazionali e nazionali.

L’Hackathon Var Group è una competizione annuale che si tiene durante il ConventionVar, dove squadre composte da sviluppatori, programmatori e grafici si sfidano nella realizzazione di soluzioni integrate per clienti del calibro di Autostrade per l’Italia, Confesercenti Nazionale, Scai e Rom Nidek. Il progetto portato a compimento dal Team Academy è stato valutato da una giuria composta da rappresentanti delle imprese aderenti all’iniziativa, manager ed imprenditori, secondo fattori quali il lavoro di squadra, impegno, capacità di problem solving, e interpretazione del progetto.

 MyHeritage e la sua violazione, un attacco che potrebbe aver compromesso i dati, e in alcuni casi i dettagli sul DNA, di 92 milioni di utenti

David Emm, Principal Security Researcher di Kaspersky Lab, ha commentato la recente vicenda che ha coinvolto il sito MyHeritage e la sua violazione, un attacco che potrebbe aver compromesso i dati, e in alcuni casi i dettagli sul DNA, di 92 milioni di utenti.

“Le notizie relative alla violazione dei dati sono all’ordine del giorno. È più raro, invece, sentire notizie di una violazione in seguito alla quale l’azienda in questione si mette in prima linea e condivide in modo proattivo le informazioni con il proprio pubblico, un atteggiamento che alla fine porterà alla riduzione di eventuali danni collaterali.

Ieri si è diffusa la notizia della violazione del sito MyHeritage, dedicato alla scoperta e alla condivisione della propria storia familiare, un attacco che potrebbe rendere vulnerabili i dati di 92 milioni di utenti in tutto il mondo.

La risposta del CISO dell’azienda, però, è stata davvero confortante. Nel giro di poche ore dalla scoperta della violazione, si è preso in carico il sito dell’azienda e ha spiegato agli utenti quello che avevano scoperto, quali misure stavano adottando per risolvere il problema e come proteggevano i dati delle persone in generale.

Spesso, quando si verifica una violazione, uno delle principali carenze riguarda l’onestà e la divulgazione della notizia da parte della vittima, che alla fine lascia i propri clienti ancora più vulnerabili perché non sono consapevoli di dover agire.

Certo, i dati sono ancora a rischio, ed è particolarmente preoccupante quando si pensa al tipo di dati (i DNA, ad esempio) contenuti in questo sito. Nonostante questo, agendo rapidamente e in modo risoluto, MyHeritage ha permesso agli utenti di riprendere il controllo dei propri dati personali attraverso il cambio delle password, il controllo di possibili attività sospette sui propri account e l’invito ad essere cauti; tutte azioni che, se fossero state tenute segrete mentre la società investigava o si dava il tempo di gestire la propria reazione pubblica, avrebbero lasciato gli utenti ancora più esposti a possibili truffatori.

È bello vedere che, andando avanti, MyHeritage sta valutando l’implementazione dell’autenticazione a due fattori per una maggiore sicurezza in questo tipo di scenario.

In questi giorni quando si parla di una violazione all’interno di una società non si parla di “se”, ma di “quando”; la protezione dei dati nel caso si verifichi un evento simile è davvero la soluzione.

 Il consiglio che diamo agli utenti è lo stesso che deve essere messo in atto in caso di una qualunque violazione: 

  • Modificare la propria password dell’account MyHeritage e le password associate utilizzando una password complessa
  • Monitorare i propri account per individuare eventuali attività sospette e non fare clic su alcun collegamento nelle e-mail che sembrano arrivare dal sito, ma accedere al proprio account online per controllare la presenza di eventuali comunicazioni.

REPORT INFOCAMERE – Startup verso quota 9000

È online la 15a edizione del rapporto trimestrale sui trend demografici e le performance economiche delle startup innovative italiane, che presenta dati aggiornati al 31 marzo 2018

Il rapporto, realizzato congiuntamente da Ministero e InfoCamere, la società informatica del sistema camerale, in collaborazione con Unioncamere, contiene numerose informazioni sulla distribuzione geografica e settoriale delle startup, sull’occupazione da esse creata, nonché i principali dati di bilancio riferiti all’esercizio 2016.

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Spiccano alcuni dati:

  • La popolazione complessiva delle startup innovative si avvia verso le 9mila unità (897), in aumento di 506 unità rispetto a fine 2017. Anche i valori riguardanti la forza lavoro, con particolare riguardo alla componente dei soci (+5,6%), e il capitale sottoscritto (+18%) risultano in forte crescita.
  • La loro incidenza sul totale delle nuove società di capitali varia significativamente a seconda del settore. Ad esempio, è startup innovativa il 7,4% delle nuove imprese del comparto dei servizi. Ma scomponendo quest’ultimo sulla base della codificazione Ateco, l’incidenza aumenta notevolmente nei settori dello sviluppo di software (32,2%) e, soprattutto, della ricerca e sviluppo (65,6%).
  • Caratteristica che distingue marcatamente le startup innovative dalle altre nuove imprese è l’elevata propensione all’investimento: il rapporto tra immobilizzazioni e attivo patrimoniale è pari al 27,7%, più di sei volte maggiore rispetto al valore registrato dalle altre società di recente costituzione (4,3%).
  • La Lombardia si conferma la regione capofila per numero di startup innovative, superando quota duemila: 132, pari al 24% del totale nazionale. Seguono il Lazio, con 911 (10,2%), che per la prima volta supera l’Emilia-Romagna, ferma a 884 (9,9%). Al quarto posto rimane il Veneto con 822 (9,2%), seguito dalla Campania, prima regione del Mezzogiorno con 658 (7,4%).
  • Rispetto alle altre nuove società di capitali, le startup innovative sono tendenzialmente più giovani: gli under-35 compaiono in quasi una startup su due(44,4%), contro il 34,5% fatto registrare dalle altre neo-imprese.

INFOGRAFICA

LEGGI IL REPORT COMPLETO

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Il Premio Migliore Impresa JA 2018 va al progetto OKelvin JA dell’ISIS Malignani di Udine 

Due giornate di competizione a Milano, nella cornice di Palazzo Lombardia, hanno visto la partecipazione di 21 mini-imprese create da 150 studenti selezionati tra i 16.000 che hanno partecipato al progetto “Impresa In azione”, l’iniziativa che consente di sviluppare spirito imprenditoriale e sperimentare i passi per la creazione di un’impresa già dalla scuola superiore.

#bizfactory18
#ImpresaInAzione

 La startup Okelvin JA, creata dagli studenti dell’ISIS Arturo Malignani di Udine, ha vinto il Premio Migliore Impresa JA 2018nell’ambito della competizione BIZ Factory. L’iniziativa premia le migliori imprese sviluppate nell’ambito del programma Impresa In azione da studenti delle scuole secondarie superiori di tutta Italia.

OKelvin JA ha ideato un’etichetta che, applicata su bottiglie o altri prodotti, indica la corretta temperatura variando il proprio aspetto. L’etichetta è realizzata attraverso l’utilizzo di speciali pigmenti termocromatici che si attivano al raggiungimento di una precisa temperatura. L’etichetta può essere adattata ai più svariati utilizzi, a partire dalla degustazione dei vini fino alla corretta conservazione dei farmaci che potrebbero subire alterazioni se esposti a temperature inadeguate.

BIZ Factory, giunto alla sua XV edizione, rappresenta il consueto appuntamento al termine di “Impresa in azione”, il più diffuso programma di educazione imprenditoriale nelle scuole superiori italiane, cui hanno preso parte, solo nell’anno scolastico 2017/2018, 16.000 studenti tra i 16 e i 19 anni che hanno dato vita a oltre 780 mini-imprese. Valutate e selezionate nel corso di competizioni regionali su criteri quali potenziale, fattibilità e apprendimento, sono state 21 le mini-imprese finaliste in gara. L’iniziativa è promossa e organizzata da Junior Achievement Italia, associazione non profit attiva in 122 Paesi del mondo per lo sviluppo delle competenze imprenditoriali e l’alfabetizzazione finanziaria che si appresta a celebrare il suo centenario nel mondo (15 anni in Italia) ed è tra i capofila della Coalizione Nazionale dell’Educazione Imprenditoriale di recente creazione del MIUR.

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Lo scenario
L’obiettivo di Impresa In azione e della sua competizione nazionale BIZ Factoryconsiste nell’avvicinare scuola e mondo del lavoro in maniera efficace e concreta, oltre a mantenere vivo l’interesse e la partecipazione attiva degli studenti, consentendo loro di veder riconosciuto e valorizzato quanto sviluppato durante l’anno scolastico da “imprenditori”. L’obiettivo è già condiviso con le prassi di Alternanza Scuola-Lavoro che Junior Achievement ha rivisto e arricchito, promuovendo una modalità innovativa di educazione imprenditoriale.

Nel medio-lungo termine il programma risulta avere un impatto significativamente diffuso a un’ampia popolazione. Per il 62% dei partecipanti il progetto li ha resipiù motivati e determinati nel seguire gli obiettivi formativi futuri e per quasi1/3 la comprensione delle conoscenze richieste dal mercato del lavoro risultanopiù chiare. Più nel dettaglio il programma ha generato sugli studenti un impatto positivo statisticamente significativo su 8 dimensioni di cambiamento che includono le competenze trasversali (35%), le conoscenze tecniche e i miglioramenti attitudinali che potranno essere vissuti nel futuro lavorativo e post-diploma. La skill maggiormente sviluppata (24%) è l’organizzazione e la pianificazione, mentre l’impatto più profondo è stato raggiunto da: capacità di inventiva e creatività (12%) e determinazione riguardo agli obiettivi formativi futuri (16% – orientamento).

In questo scenario, Junior Achievement porta, così, un cambio di paradigma grazie anche al supporto di imprenditori, professionisti, manager d’azienda, startupper che si recano nelle scuole per accendere la passione verso l’imprenditorialità e insegnare un metodo per dare vita alle proprie idee.

Human Foundation ha calcolato per JA Italia l’impatto sociale del programma Impresa in azione, Social Return On Investment (SROI), sugli studenti delle classi III e IV superiore dell’anno scolastico 2016/2017, beneficiari diretti dell’iniziativa. Ciò ha consentito l’assegnazione di un valore monetario al cambiamento in loro generato dal programma: per ogni Euro investito sul programma vi è un ritorno sociale dell’investimento di 4,42€.

L’educazione all’imprenditorialità a scuola intende orientare all’acquisizione, da parte delle studentesse e degli studenti, di una forma mentis imprenditoriale, intesa come capacità di trasformare le idee in azioni attraverso la creatività, l’innovazione, la valutazione e l’assunzione del rischio, la capacità di pianificare e gestire progetti imprenditoriali”, afferma Miriam Cresta, CEO di JA Italia. “L’obiettivo di un percorso di educazione all’imprenditorialità, di cui BIZ Factory è vetrina, è anche quello di sviluppare negli studenti attitudini, conoscenze e abilità competitive che favoriscono l’occupabilità dei giovani in ogni contesto lavorativo, oltre che in ogni esperienza di cittadinanza attiva. Si tratta pertanto di competenze trasversali, professionali e per la vita.

 

I vincitori
In occasione delle due giornate di BIZ Factory, che si sono svolte a Palazzo Lombardia, gli studenti hanno presentato gli originali prodotti e servizi realizzati, dimostrando le proprie capacità di innovazione e imprenditorialità, ma anche di marketing, finanza, vendita, nel corso di una fiera espositiva, un confronto serrato con la giuria e una maratona di Elevator Pitch.

Oltre al team OKelvin JA, che si è aggiudicato il titolo di Migliore Impresa JA 2018 e che rappresenterà l’Italia alla 29a JA Europe Company of the Year Competition, in programma a Belgrado, dal 16 al 19 luglio 2018 (http://coyc.jaeurope.org/), sono stati consegnati altri premi speciali.

Il premio ABB Impresa 4.0 è stato consegnato da Matteo Marini, Presidente di ABB Italia e Antonio De Bellis, Business Development Manager di ABB Italia al teamsVOLTAmo JA dell’ITTS Alessandro Volta di Perugia. Il The Walt Disney Company Italia Creativity Award è stato consegnato da Daniel Frigo, Amministratore Delegato di The Walt Dinsey Company Italia a Fratelli Green, impresa Green Jobs dell’IIS Luigi Galvani di Milano. Hato.LAB JA dell’Ist. Guglielmo Marconi di Dalmine (BG) ha vinto il premio FedEx Express Access Award consegnato da Vito Carlo Bernardi, Managing Director Properties & Real Estate FedEx Express Europe. E ilCredit-Suisse Business Plan Award è stato assegnato in ex aequo da Luca Santamaria, Senior Client Advisor – Private Banking Credit Suisse alle mini-impreseErmesTech JA del Liceo Scientifico C. Jucci di Rieti e BonAppétit JA dell’IIS A. Badoni di Lecco.

L’edizione di BIZ Factory 2018 ha visto il contributo di ABB, Avanade, Citi, Coca-Cola HBC Italia, Credit Suisse, FedEx Express, ManpowerGroup, MetLife, The Walt Disney Company Italia, VISA e il supporto di StartupItalia!

 

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JA Italia
Junior Achievement è la più vasta organizzazione non profit al mondo dedicata all’educazione economico-imprenditoriale nella scuola. In 122 Paesi, la rete di JA riunisce oltre 450.000 volontari d’azienda provenienti da tutti i settori professionali e, con loro, raggiunge più di 10 milioni di studenti al mondo. Dal 2002, in Italia, ha costruito un network di professionisti d’impresa, fondazioni e istituzioni, educatori e insegnanti che, secondo logiche di responsabilità sociale e volontariato, forniscono strumenti e metodi didattici pratici e concreti. Grazie a loro, JA Italia, ogni anno forma oltre 28 mila giovani dai 6 ai 24 anni, valorizzandone le attitudini, insegnando loro come riconoscere le opportunità, affinché il futuro diventi una promessa di speranza e gli studenti di oggi siano protagonisti nel lavoro di domani. www.jaitalia.org

Informare i giovani sui rischi della rete: gran finale a Roma per il progetto della Polizia “Una vita da social” in partnership con Kaspersky Lab

La campagna itinerante “Una vita da social”, ideata dalla Polizia in partnership con Kaspersky Lab, si è conclusa il 22 maggio nella Capitale. Il progetto, nato per sensibilizzare e informare i giovani sui potenziali rischi della rete, quest’anno ha raggiunto più di 50 tra le più importanti città italiane, coinvolgendo oltre 220.000 studenti solo in quest’ultima edizione.

Si è da poco conclusa la quinta edizione di “Una vita da social” con ottimi risultati e tante presenze: oltre 220.000 studenti coinvolti nell’ultima edizione e un milione e 300mila in totale nelle precedenti. Il progetto si è svolto tra le scuole e un’aula didattica multimediale allestita in un truck che ha attraversato l’Italia, da Milano a Palermo. Le lezioni, tenute dalla Polizia Postale e dai partner del progetto, hanno mostrato le potenzialità della rete, se usata in maniera consapevole. Tra i temi trattatati il cyberbullismo, la pirateria informatica e la pedopornografia. L’obiettivo è incentivare un’educazione al mondo digitale, fondamentale in particolare per i più piccoli, perché possano conoscerne le “regole” e trarne tutti i possibili benefici

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I dati raccolti da Kaspersky Lab dimostrano, infatti, come il 37% dei bambini tra gli 8 e i 10 anni non riesca ad immaginare cosa significhi vivere senza PC o senza smartphone (33%). Il dato più allarmante è, però, il tempo trascorso in rete: in Italia il 58% dei bambini dagli 8 ai 16 anni è costantemente online e il 9% dei genitori ritiene che il proprio bambino stia diventando dipendente da Internet. Sono, inoltre, in aumento anche i dati relativi al fatto che i più piccoli abbiano piena fiducia dell’utilizzo di Internet come fonte d’informazione (69%). Per quanto la maggior parte dei genitori (75%) cerchi di trascorrere del tempo con i propri figli quando navigano, tutto questo non è sufficiente per tenere i piccoli utenti al sicuro dalle minacce della rete.

Questa campagna è nata proprio dall’esigenza di informare e offrire delle soluzioni preventive alla luce di questi dati, informando e facendo riflettere i più piccoli, i loro genitori e i loro insegnanti sull’uso responsabile e consapevole della rete.

“Non possiamo restare indifferenti al condizionamento che la rete e i social hanno nelle nostre vite e soprattutto in quelle dei nostri figli”, ha commentato Morten Lehn, General Manager Italy di Kaspersky Lab. “Non è giusto limitare o demonizzare l’uso di Intenet, è invece importante pensare ad un programma di educazione e protezione dedicato ai piccoli utenti, affinché possano farne un uso consapevole. La campagna della Polizia “Una vita da Social”, ha rappresentato per noi una risposta concreta, in linea con i nostri principi aziendali; per questo abbiamo deciso di supportarli in questa importante iniziativa formativa”.

I genitori che vogliono garantire un’ulteriore protezione ai propri figli mentre sono connessi possono utilizzare prodotti come Kaspersky Safe Kids, una soluzione in grado di aiutare ad insegnare ai bambini i corretti tempi d’uso dei dispositivi e a guidarli in tutta sicurezza, in modo che possano accedere solo a siti Web, contenuti e app che il genitore ritiene appropriati. Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito web di Kaspersky Lab.

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LEASEPLAN ITALIA PROPONE FREEEDRIVE LA APP PER RIDURRE L’UTILIZZO DEL CELLULARE ALLA GUIDA

L’utilizzo del telefono cellulare alla guida è uno dei motivi più frequenti di sinistri nel mondo. LeasePlan Italia è molto attenta a questa tematica e ha a cuore tutti i suoi conducenti e per questo mette a disposizione uno strumento per incentivare comportamenti virtuosi alla guida.

La Sicurezza Stradale è un tema di grande importanza perché riguarda tutti e senza distinzione di fascia d’età. Purtroppo, ancora oggi, la tematica di sicurezza alla guida viene presa alla leggera dai conducenti, nonostante gli incidenti stradali rappresentino una delle principali cause di sinistri fatali.

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L’utilizzo del telefono cellulare alla guida è uno dei motivi più frequenti di sinistri nel mondo, come ricorda la regola numero 7 del manuale di sicurezza stradale della FIA: ecco perché bisogna guidare prestando attenzione alla strada. È essenziale evitare qualsiasi tipo di distrazione durante la guida, rimanendo sempre concentrati sulla strada.

LeasePlan Italia è molto attenta a questa tematica e ha a cuore tutti i suoi conducenti. Per questo ha deciso di proporre uno strumento per incentivare comportamenti virtuosi alla guida.

FreeeDrive App è una soluzione semplice che si attiva automaticamente e ha lo scopo di avvertire il conducente che utilizza il cellulare quando si trova alla guida di un veicolo; il dispositivo genera un allarme immediatamente dopo il comportamento pericoloso e ha l’obiettivo principale di sensibilizzare i conducenti a evitare distrazioni alla guida e di ridurre il numero degli incidenti stradali.

LeasePlan Italia offre questa App in forma gratuita fino alla fine del mese di giugno 2018.

FreeeDrive App può aiutare a cambiare le abitudini di guida e diventare un alleato per la sicurezza stradale, di chi guida, di chi è trasportato e anche dei pedoni.

Perché IoT e Blockchain sono una buona accoppiata

L’abbinamento di due tecnologie attuali promette fiducia, semplicità e sicurezza

Probabilmente avete sentito parlare di Blockchain come di un “nuovo tipo di Internet” e delle criptovalute, quali i Bitcoin, come del “nuovo oro”. Questi argomenti sono così strettamente collegati che le persone si confondono e credono che Blockchain e Bitcoin siano effettivamente la stessa cosa. Ma la Blockchain è semplicemente una delle tecnologie alla base dei Bitcoin e i Bitcoin sono solo un’applicazione che sfrutta la Blockchain. Blockchain sta ora emergendo come una soluzione importante nell’evoluzione di altre tecnologie, come l’Internet of Things.

Secondo Cisco, l’Internet of Things (IoT) comprenderà presto 30 miliardi di “cose”. Ed è difficile capire come connettere, raccogliere, scambiare e gestire in modo efficiente tutti questi dati mantenendoli al sicuro mentre scorrono su una serie di espansioni delle reti IoT.

Ecco dove arriva la blockchain.

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Le stesse caratteristiche che rendono essenziale la blockchain per le criptovalute sono quelle che la rendono così preziosa per l’IoT. La Blockchain offre agli utenti la certezza che dati sensibili e unici possano girare intorno alle reti globali e rimanere completamente al sicuro e inalterati. La Blockchain agevola la fiducia. E può essere più efficiente grazie all’interconnessione.

È una questione di fiducia

Nella blockchain, i dati sulle transazioni sono divisi in “blocchi” che sono “concatenati” insieme attraverso una firma digitale unica di 64 caratteri, e successivamente questi blocchi vengono separati e inviati attraverso una rete di computer. Quando si fa leva sulla blockchain, i dati delle transazioni non sono condivisi unicamente con le parti partecipanti ma con tutte le parti della rete. Questa rete può essere pubblica e quindi chiunque può parteciparvi, come per i Bitcoin, o può essere sottoposta ad autorizzazione, come per la Food Safety Network. Quando ciascuna transazione viene approvata dalla rete, il blocco di transazioni associato diventa parte della catena esistente, non solo all’interno dei registri dei partecipanti alla transazione, ma in tutti i registri. Il consenso tra i computer della rete garantisce che i registri condivisi siano copie esatte e riduce il rischio di transazioni fraudolente, poiché la manomissione dovrebbe verificarsi in diversi luoghi esattamente nello stesso momento. Pertanto, anche se il registro di una singola entità viene compromesso, la modifica dei dati al suo interno non avrà alcun impatto sull’integrità dell’intera blockchain, in quanto gli altri registri nella rete identificheranno il problema. È in questo scenario che le blockchain sono considerate “immutabili”.

La Blockchain rende possibili le criptovalute offrendo efficienza, sicurezza e verificabilità, tutto senza intermediari. Queste stesse caratteristiche rendono la blockchain preziosa in QUALSIASI caso d’uso in cui è importante registrare transazioni autonome, machine-to-machine – che ci portano all’Internet of Things.

Il valore dell’IoT è nei dati, e le preoccupazioni sulla vulnerabilità di questi dati mentre si muovono attraverso vasti sistemi automatizzati di sensori e macchine sono reali. La Blockchain affronta questo problema rendendo questi dati tracciabili e sicuri attraverso reti più ampie. Aggiunge livelli di efficienza e certezza che possono rendere l’IoT più utile e adeguato, anche per i più reticenti. Ecco alcuni vantaggi specifici di un abbinamento di blockchain-IoT:

·         Fiducia: la Blockchain offre un alto livello di sicurezza e trasparenza. Ciò consente alle aziende di verificare rapidamente le informazioni, stabilire la fiducia, monitorare i progressi e avviare i pagamenti senza affidarsi a un’autorità centralizzata o a un intervento umano costante.

·         Velocità: peer-to-peer, contratti e registri basati su dispositivi accelerano lo scambio e l’elaborazione dei dati.

·         Semplicità: grazie alla Blockchain, le organizzazioni possono scambiare dati, trasferire merci e automatizzare i processi aziendali senza creare costose strutture IT centralizzate.

·         Agilità: la Blockchain consente il rapporto contrattuale tra le entità in tempo reale, senza alcuna terza parte per “certificare” la transazione IoT.

I casi d’uso della blockchain nell’IoT sono diversi e riguardano molti settori. Nel farmaceutico, ad esempio, gli ospedali e le organizzazioni non governative richiedono prove (generalmente fornite tramite sensori di temperatura) che i medicinali spediti non siano stati esposti a condizioni specifiche che potrebbero comprometterne la qualità. La Blockchain supporta un registro a prova di manomissione che mostra le condizioni in cui il medicinale è stato spedito durante il suo intero viaggio.

È in corso anche il lavoro per sposare meglio la blockchain con l’IoT nell’industria. Recentemente, Cisco, Bosch, Bank of New York, Mellon, Gemalto, Foxconn e Blockchain, BitSE, Consensus Systems e Chronicled hanno istituito un consorzio per lavorare su come la blockchain può essere utilizzata per proteggere e migliorare l’IoT.

Blockchain, IoT e interconnessione

Sia la blockchain che l’IoT richiedono l’interconnessione per funzionare come dovrebbero. Una caratteristica chiave dell’interconnessione – lo scambio di dati privati tra le imprese – è che avvicina le controparti il più possibile al confine digitale. Ciò riduce la latenza e aumenta le prestazioni. L’interconnessione ottimizza anche la sicurezza, perché le connessioni dirette sono quelle più sicure possibili.

La massima sicurezza e le alte prestazioni sono entrambi requisiti per le applicazioni blockchain e IoT, e una strategia IT di interconnessione, denominata Interconnection Oriented Architecture™ (IOA™) è un modo per ottenere entrambi.

L’implementazione di un IOA sulla piattaforma di interconnessione globale di Equinix porta le aziende verso il confine digitale, vicino alle persone, al cloud, ai dati e ai luoghi di cui hanno bisogno per accedere.

Per una guida completa su come implementare una strategia IOA e ottenere il massimo dalla blockchain e dall’IoT è possibile consultare il Playbook IOA.

Gestione del Brand – Intervista a Giovanni Cavaliere

Il punto di partenza per ogni attività imprenditoriale, qualunque essa sia, è sempre e solo uno: il brand. Sì, perché il brand è lo strumento di differenziazione dalla concorrenza, è ciò che ti farà entrare nella mente del consumatore e soprattutto rimanerci. 

Il libro [amazon_textlink asin=’8857908046′ text=’Gestione del brand e della reputazione’ template=’ProductAd’ store=’antoniosavare-21′ marketplace=’IT’ link_id=’0f89af08-5f6f-11e8-9d50-9302a4d5acc8′] fornisce utti gli strumenti essenziali (modelli, software, esempi), oltre a numerosi case-study e contributi dei migliori professionisti italiani, per incrementare il  business. 

Oggi avere un brand forte determina il successo o meno di un’azienda. I piani di marketing e le campagne sono inefficaci se la marca non è stata costruita seguendo i modelli e i principi di base che hanno determinato il successo di migliaia di imprese nel mondo.

È quindi importante, prima di iniziare tutte le attività di advertising e di strategia, disegnare il proprio brand e mettere in atto quelle azioni che permettono di monitorare in modo efficace anche la reputazione sul web.

Perché la reputazione è ciò che le persone capiscono e percepiscono, è l’idea che pian piano si fanno di te e della tua azienda. Brand e reputazione sono i due fattori che determineranno il successo del tuo progetto.

Ho intervistato l’autore del libro Giovanni Cavaliere:

Affermi che il punto di partenza di ogni attività dovrebbe essere il brand perchè?
Il vero marketer sa che la percezione ed il posizionamento nella testa del consumatore è una cosa che viene prima di ogni altra attività. Il perché è chiaro e faccio un esempio per capire subito: è inutile creare un ecommerce di prodotti di alta qualità (tra l’altro, valore ormai privo di significato poiché abusato) se, prima, non ho intercettato un target preciso, non ho risposto ad un bisogno specifico e, quindi, non ho costruito un brand che venga percepito in modo positivo e distinguibile rispetto ai competitors. Ogni altra attività (es: pubblicità) servirà a poco se la comunicazione è confusa, è frammentata, si basa su valori non rilevanti per il target e se non vi si riesce a comunicare quelli che sono i valori e le caratterizzazioni del brand. 

Qual è la metodologia che dovrebbe seguire un’azienda?
La metodologia parte sempre dalla risposta ad un bisogno specifico ed espresso di un consumatore. Si identifica quindi una segmentazione ed un target. Infine, una volta che è chiaro il contesto, si passa alla costruzione del brand che è un processo non semplicissimo ma neanche difficilissimo. Per esempio, si studia la proposizione di valore dei competitors, si cerca di differenziarsi da essi e si costruisce una scala di valori (oltre al fatto che si deve creare una visione ed una missione dell’azienda) che guiderà tutte le attività future di branding dell’azienda. 

Come è cambiata la reputation con l’avvento del web? 
Tantissimo. Credo sia uno degli aspetti davvero importanti oggi come oggi, non solo per grandi aziende ma anche per piccole. Basti pensare che oggi come oggi chiunque può infangare un’azienda sul web o può creare una crisi reputazione. Basta davvero poco: un post che diventa virale, una serie di esperienze negative etc. Pensiamo ai ristoranti, agli hotel … nei primi anni di internet e con l’avvento dei social, molte aziende non erano preparate ed hanno subito (con conseguenze disastrose sul fatturato) questo cambio: il potere è passato dalle aziende ai consumatori, che sono diventati i veri attori importanti del business aziendale. 

Le aziende hanno percepito il cambio di paradigma o ancora no?
Le aziende tendenzialmente hanno preso coscienza del problema. Ma bisogna fare una distinzione ovvero, tra medio-grandi aziende e piccole. Le medio-grandi, ultimamente, stanno creando delle figure specifiche della reputazione (reputation manager) e quindi si sono dotate di tutti quei software per ascoltare le discussioni sul web. Quelle piccole, invece, al massimo hanno un consulente che gestisce i canali social. Ovviamente i volumi di discussione sul web sono ben diversi ma un consulente che non conosce i meccanismi della reputazione e della gestione delle crisi può trovarsi in seria difficoltà. Inoltre, anche le piccole aziende è bene che creino documenti, prassi ed abbiano un software anche basic di ascolto del web per poter intervenire tempestivamente e correggere eventuali errori. 

Puoi citarmi qualche case history positiva e negativa?
Una case history positiva è senz’altro quella di Plasmon, come racconto sul mio libro. Ovvero, di un’azienda che ha da sempre utilizzato l’olio di palma nei suoi biscotti ed ha tempestivamente ascoltato il web ed il diffusi di discussioni contro questo tipo di prodotto. Il risultato è stato quello di aver creato un prodotto senza olio di palma che dal target di riferimento veniva percepito in modo davvero negativo (poiché erano biscotti destinati prevalentemente a bambini). Quindi questo è sicuramente un buon caso studio di come il listening del web faccia bene alle aziende che si trovano pronte a rispondere in modo adeguato. 
Case history negativa, invece, ce ne sono davvero tante anche in Italia. Mi viene in mente un post di Radio RTL in cui parlava di licenziamenti dell’azienda di GoldenPoint e poi ha iniziato a cancellare i post degli utenti ed addirittura il post incriminato, creando un effetto boomerang incredibile. Oppure il caso Patrizia Pepe, nel 2011, che ha pubblicato una foto di una modella molto magra ed ha scatenato discussioni sul problema dell’anoressia, compromettendo molto il brand negli anni successivi a livello di immagine e filosofia aziendale. Insomma, quando si comunica online bisogna stare attenti e pensare ad ogni piccola conseguenza. 

Nel tuo libro dai anche molti consigli pratici, tools da utilizzare etc….dacci qualche preview?
C’è ampio spazio di case history e di tool utili per ascoltare la rete. Per esempio, si può utilizzare Google Alert o Talkwalker alert, che sono totalmente gratuiti e ci permettono di ricevere notifiche email quando in rete (escludendo i social) compaiono news che riguardano le keywords che ci riguardano,  oppure software più sofisticati come Mention, Sysomos, Brandwatch e tanti altri che permettono invece di monitorare tutto il web ed i social media, di classificare le discussioni e capire il sentiment delle discussioni.

Ultima cosa, oltre le aziende con il fenomeno degli influencer si è sviluppato molto anche il settore del personal branding……dal tuo punto di vista cosa vedi?

Vedo che si fa troppo abuso sia della parola influencer sia del concetto di personal branding. Sembra che tutti, oggi, possano diventare delle star, invece non è così. Non basta incrementare i followers o applicare uno dei tanti modelli di personal branding per far vedere chi vogliamo essere. Innanzitutto il personal branding che funziona è quello che rispecchia comunque caratteristiche intrinseche della persona. Secondo, influencer è un concetto vuoto nella maggior parte dei casi. L’economia dell’influenza esiste da decenni non certo da oggi, sicuramente il web e qualche scorciatoia ha fatto in modo che molti potessero trarne beneficio, che comunque rimane effimero e nel breve periodo, salvo casi di successo clamoroso come Chiara Ferragni. Si tratta di ragazzi che fanno post e ricevono prodotti e le aziende, nella maggior parte dei casi, non vanno oltre questa attività che serve a ben poco, secondo il mio punto di vista. Diverso è il caso se si costruisce una strategia che riguardi micro-influencer e li si coinvolgano nella creazione di contenuto utili poi per la comunicazione aziendale.

Xiaomi porta in Italia i propri smartphone e dispositivi IoT

  • Il leader mondiale nella tecnologia presenta all’Italia il nuovo straordinario smartphone di punta Mi MIX 2S e il “Camera beast” Redmi Note 5
  • Anche una serie di dispositivi Internet of Things (IoT) e lifestyle fa il proprio debutto nel Bel Paese

Xiaomi, il leader mondiale nella tecnologia, annuncia oggi la disponibilità per il mercato italiano del Mi MIX 2S e del Redmi Note 5, insieme a una vasta gamma di dispositivi IoT.

Tutto questo, a seguito dell’annuncio dell’ingresso ufficiale dell’azienda in questo nuovo mercato dell’Europa occidentale, due giorni dopo essere entrata in Francia.

Disponibile a partire da 499,9€, [amazon_textlink asin=’B07914CZWK’ text=’Mi MIX 2S ‘ template=’ProductLink’ store=’antoniosavare-21′ marketplace=’IT’ link_id=’080b3994-5f6c-11e8-ae90-b37f1a72f18f’]è una bellissima opera d’arte che porta la fotografia dei dispositivi Xiaomi a un nuovo livello. Mi MIX 2S è equipaggiato con il più recente sensore Sony IMX363 per supportare la configurazione a doppia fotocamera, i pixel grandi 1,4μm per foto significativamente migliori in condizioni di bassa luminosità e la tecnologia Dual Pixel per la messa a fuoco automatica super veloce. Mi MIX 2S è inoltre dotato di funzionalità AI-enabled, tra cui quelle della fotocamera e dello sblocco con riconoscimento facciale. Con fino a 6GB di RAM e 128GB di ROM, Mi MIX 2S sfrutta tutto il potenziale di Qualcomm® Snapdragon™ 845 per prestazioni incredibili.

“Siamo entusiasti di portare questo straordinario aggiornamento della nostra serie di punta Mi MIX, in Italia, il più recente mercato dell’Europa occidentale di Xiaomi. Con la doppia fotocamera e le funzioni AI disponibili su Mi MIX 2S, mostriamo la nostra capacità di superare i confini e di essere all’avanguardia nell’innovazione, rendendo la migliore tecnologia accessibile a tutti”, ha dichiarato Donovan Sung, Director of Product and Marketing of Xiaomi Global.

L’azienda annuncia anche la disponibilità di [amazon_textlink asin=’B079VS947C’ text=’Redmi Note 5,’ template=’ProductLink’ store=’antoniosavare-21′ marketplace=’IT’ link_id=’18d79bfa-5f6c-11e8-8f4d-ab092f423995′] al prezzo di lancio di 199,9€. Redmi Note 5 offre una straordinaria qualità delle immagini della fotocamera e prestazioni mai viste prima in questa categoria di prezzo, dimostrando ancora una volta l’impegno dell’azienda nel fornire le migliori tecnologie per smartphone ai prezzi più incredibili.

[amazon_link asins=’B01N011RPS,B076JD2SG1,B07914CZWK,B076FTDYFY’ template=’ProductCarousel’ store=’antoniosavare-21′ marketplace=’IT’ link_id=’39011993-5f6c-11e8-a0c1-55ca867c4624′]

Soprannominato “Camera beast”, Redmi Note 5 mette in mostra la piattaforma Qualcomm Snapdragon 636 e offre funzionalità fotografiche da top di gamma. Con una doppia fotocamera dotata di un sensore per pixel grandi 1.4μm, effetti fotocamera basati sull’AI e una luce LED per selfie per la fotocamera frontale, Redmi Note 5 è un concentrato di tecnologie fotografiche che scatta foto meravigliose ovunque, in qualsiasi momento.

“Grazie a Redmi Note 5, stiamo offrendo ai nostri Mi Fan italiani e ai consumatori l’opportunità di utilizzare smartphone dalle prestazioni di punta con una fotocamera eccezionale, a un prezzo imbattibile”, ha aggiunto Donovan.

Mi MIX 2S è disponibile in Italia in due versioni: 6GB + 64GB e 6GB + 128GB, rispettivamente a 499,9€ e 599,9€, nei colori bianco e nero. Redmi Note 5 è disponibile in tre colori: Blu lago, Oro e Nero, in due versioni: 3GB + 32GB a 199,9€ e 4GB + 64GB a 249,9€.

I dispositivi saranno disponibili per la vendita a partire dal 26 maggio presso il Mi Store autorizzato di Milano, e presto anche su altri canali online e offline.

Oltre ai due smartphone, anche i dispositivi IoT e lifestyle dell’ecosistema Xiaomi fanno il loro debutto in Italia, tra questi: Mi Electric Scooter a 349,9 €.

Mi Electric Scooter ha un design premiato ed è incredibilmente facile da maneggiare. Viaggia per 30 km con una singola carica, pesa solo 12,5kg, e viene fornito con una luce frontale a LED e caratteristiche come la frenata rigenerativa. Grazie a un’app, gli utenti possono anche utilizzare il proprio telefono come dashboard.

L’iniziativa di Xiaomi di costruire un ecosistema globale aperto è un’altra componente chiave della strategia hardware dell’azienda. Ha lo scopo di permettere a tutti di godere di una vita migliore attraverso tecnologie innovative, mobilitando molti imprenditori con idee simili, incubando e collaborando con altri “Xiaomis”.

Alla fine di marzo, Xiaomi aveva investito e gestito un ecosistema di oltre 210 aziende, tra le quali più di 90 sono focalizzate sullo sviluppo di hardware smart e prodotti lifestyle. Inoltre, Xiaomi ha costruito la più grande piattaforma IoT del mondo con oltre 100 milioni di dispositivi connessi.

A partire dal 26 maggio, il Mi Store autorizzato offline offrirà le prime 400 unità di Mi Electric Scooter preordinate al prezzo di 299,9€.

Per ulteriori informazioni su Xiaomi, visitare http://blog.mi.com. Per ulteriori informazioni sui prodotti disponibili in Italia, visitare http://www.mi.com/it.

A proposito di Xiaomi

Xiaomi è una società Internet con smartphone e dispositivi smart interconnessi da una piattaforma IoT. Xiaomi è stata fondata nel 2010 dall’imprenditore visionario Lei Jun e da un gruppo di ingegneri e designer affermati, i quali ritenevano che i prodotti e i servizi tecnologici di alta qualità e ben progettati dovessero essere accessibili a tutto il mondo. La missione dell’azienda è quella di costruire incessantemente prodotti sorprendenti a prezzi onesti per permettere a tutti nel mondo di godersi una vita migliore attraverso tecnologie innovative. Con una presenza in oltre 70 mercati in tutto il mondo, Xiaomi è un attore globale che ha raggiunto con successo una presenza nei principali mercati internazionali.

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