Radio CRC – Podcast del 12 Giugno – Mondiali & Apps

Nella puntata odierna della trasmissione Barba  & Capelli in onda su  Radio CRC insieme ai conduttori Corrado Gabriele e Lucilla Nele abbiamo parlato dei Mondiali di Calcio che inizieranno questa sera in Brasile e di come si possono seguire con Apps ad hoc.

Quattro anni fa, in Sud Africa  su una popolazione mondiale di 7,2 miliardi il tasso di penetrazione di tablet e  smartphone stata (secondo un rapporto di Business Insider) era appena il 1% e 7% rispettivamente. Ora invece tutto è cambiato, alla fine del 2013, secondo lo stesso studio abbiamo cifre pari al  22% per smartphone e 6% per la penetrazione  tablet. Oggi, queste cifre sono ancora più elevate. Essi indicano l’enorme potenziale per il commercio e il consumo in un evento così importante come la Coppa del Mondo del Brasile.

Una quantità infinita di aziende hanno investito grandi quantità di risorse economiche e umane nella conquista del homo mobilis con le nuove offerte  e nuovi servizi. Ecco alcune apps da non perdere:

FIFA – Non sorprende, l’app ufficiale è abbastanza completa. Offre informazioni sulle 102 leghe professionistiche di calcio e  sulla Coppa del Mondo. È possibile scaricare l’app sia per iOS che per Android.

One Football –  è disponibile per tutte le piattaforme mobili, e si può anche scaricare una opzione che include solo informazioni inerenti la Coppa del Mondo in Brasile. Senza dubbio, una delle migliori applicazioni per questo sport.

I Mondiali stanno per cominciare ed un evento del genere merita di essere vissuto con i propri amici, anche se sono lontani.

Per questo esiste una serie di nuove apps per seguire gli Azzurri e le altre nazionali su iOS e Android .

TOK Italia ti permette di parlare con i tuoi amici, fino ad un massimo di 4 persone, mentre guardi le partite della Nazionale in TV (puoi parlare e urlare davvero, non devi digitare e perderti la prossima azione!). L’esperienza è arricchita con informazioni e statistiche in tempo reale sulla partita, e news durante tutta la settimana. Ora puoi guardare la Nazionale in TV, mentre PARLI con i tuoi amici e vedi le statistiche del match.  Non è necessario scrivere, sentirai solamente le voci dei tuoi amici così da poter finalmente urlare GOOOOOOL con loro a qualsiasi distanza essi siano!

 

WagsApp – da oggi è possibile seguire oltre che i calciatori le proprie mogli e fidanzate, E’ nata la prima app interamente dedicata al mondo delle fidanzate e mogli dei calciatori con tweet e foto. L’applicazione è disponibile per dispositivi Android e Apple

ASCOLTA IL PODCAST

https://www.antoniosavarese.it/wp-content/uploads/2014/06/savarese-1.mp3?_=1

Il Job Creator Tour di Mind the Bridge a Bari il 20 giugno

 
 

20 giugno 2014, ore 9.30/19.00
Bari – THE HUB, Via Volga, Fiera del Levante

Il Job Creator Tour di Mind the Bridge torna in Puglia
Appuntamento a Bari il 20 giugno

– Scopri la tappa di Bari in questo VIDEO –
– Per candidare il proprio progetto http://jct.mindthebridge.org/bari –

 

Bari, 11 Giugno – Ancora appuntamento con l’innovazione al sud Italia. Dopo Napoli, il 20 giugno il Mind the Bridge Job Creator Tour farà tappa per il secondo anno consecutivo in Puglia, questa volta a Bari, ospite di The Hub, spazio di coworking per innovatori sociali. Una giornata intera alla ricerca dei migliori progetti imprenditoriali pugliesi, grazie alla partnership con Exprivia e al supporto di Confindustria Bari e BATCamera di Commercio di Bari e UniCredit.

Le migliori business idea avranno la possibilità di vincere la partecipazione gratuita a una delle sessioni della MtB Startup School a San Francisco: un’esperienza ditre settimane durante la quale vivere la vita delle startup della Silicon Valley e mettere a punto il proprio progetto grazie a un lavoro di team e al supporto di mentor.

L’appuntamento – rivolto a studenti, ricercatori, aspiranti imprenditori, startupper e a tutti coloro che sono interessati a fare impresa e a comprendere i segreti della Silicon Valley – è totalmente gratuito e prenderà avvio con il momento formativo “Entrepreneurship 360”: Marco Marinucci e Alberto Onetti, rispettivamente founder/CEO e Chairman di Mind the Bridge Foundation, forniranno gli strumenti per comprendere il mondo delle startup da parte di imprenditori, aziende e investitori e illustreranno gli ultimi trend della Silicon Valley.

L’incontro proseguirà con la Gym Session, durante la quale verranno presentate e valutate le migliori proposte progettuali inviate dai partecipanti davanti una giuria di esperti cordinata da Mind the Bridge. La giornata si concluderà infine con una Matching Session, nel corso della quale alcune imprese del territorio incontreranno startup pre-selezionate.

Gli interessati possono candidare i propri progetti per le sessioni di Gym e di Matching compilando il form disponibile al sito entro il 15 giugno (per maggiori info information@mindthebridge.org).

 

Media Partner: Startupbusiness
Partner istituzionali: Università di BariComune di BariRegione Puglia,
Supporters: Bollenti SpiritiThe QubeTalent GardenYouth HubStartupCT

 

PROGRAMMA

9:30AM — 09:45AM – Registrazione & Networking

09:45AM — 10:30AM – Apertura lavori & saluti di benvenuto
Speakers

– Domenico Favuzzi, Chairman and CEO di Exprivia
– Michele Vinci, Presidente Confindustria Bari e BAT
– Alessandro Ambrosi: Presidente Camera di Commercio Bari
– Franco Felici:  Deputy Regional Manager Sud Unicredit

 

10:30AM — 01:00PM – Entrepreneurship 360
Speakers

– Alberto Onetti, Chairman Mind the Bridge Foundation
– Marco Marinucci, Founder e CEO Mind the Bridge Foundation

01:00PM — 3:30PM – Pranzo & Networking

03:30PM — 05:00PM – Sessione di GYM, MTB
Alcune startup selezionate presenteranno le loro idee imprenditoriali di fronte a un panel di imprenditori e investitori. I Mentor di Mind the Bridge daranno feedback e suggerimenti utili a migliorare la presentazione delle startup (pitch) e il business model dei loro progetti.

05:00PM — 06:00PM – Matching Session e meeting 1:1
Incontri 1:1 tra startup selezionate e imprese locali

06:00PM — 07:00PM – Networking e Chiusura lavori

 

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Mind the Bridge Foundation
La fondazione Mind the Bridge è un’organizzazione non profit, con sede in Italia e Stati Uniti, fondata e guidata da Marco Marinucci. Il chairman è Alberto Onetti.

L’obiettivo della fondazione è quello promuovere un ecosistema imprenditoriale sostenibile, stimolare le idee più innovative e rinvigorire la nuova venture economy, offrendo formazione imprenditoriale a 360 gradi. Mind the Bridge fornisce a startup, investitori e manager un’esposizione diretta al più esperto ecosistema imprenditoriale del mondo, la Silicon Valley. L’obiettivo finale di Mind the Bridge è quello di contribuire a creare in Europa una nuova generazione di imprenditori e storie di successo. Dal 2014 è stata chiamata dalla Commissione Europea a guidare la Startup Europe Partnership.
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Ufficio stampa e PR
Serena Orizi, Mind The Bridge Foundation

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Mozilla al Mobile Asia Expo annuncia nuovi partner per FirefoxOS

Mozilla partecipa al Mobile Asia Expo di Shangai e annuncia le ultime novità riguardanti Firefox OS.

Durante la fiera, infatti, Mozilla presenterà una soluzione chiavi in ​​mano per gli smartphone Firefox OS nella categoria ultra-low-cost con cui, nei prossimi mesi, porterà i dispositivi in India  grazie alla collaborazione con Intex e Spice, due dei principali marchi di dispositivi mobili indiani.

Mozilla ha inoltre annunciato la collaborazione con Chunghwa Telecom, il più grande operatore di Taiwan, che si aggiunge ai 21 operatori che supportano il progetto Firefox OS in tutto il mondo. Il Mobile Asia Expo, infine, vedrà Mozilla esporre due nuovi dispositivi con Firefox OS, che saranno venduti per la prima volta questa estate: lo ZTE Open II e l’ALCATEL ONETOUCH Fire E.

 

Per maggiori informazioni è possibile consultare il Blog di Mozilla.

 

L’Italia leader nello Spam

Trend Micro presenta il report delle minacce del primo trimestre. Identificate le nuove tendenze dei cyber criminali, che sfruttano obiettivi sempre più inusuali.

Milano, 6 Giugno 2014 – L’Italia è la terza nazione al mondo per spam inviato. Il nostro paese riconferma il podio del 2013 a pari merito con l’Argentina, preceduta solo da Stati Uniti e Spagna. Questo è quanto rivela il report sulle minacce del primo trimestre di Trend Micro, leader globale nella sicurezza per il cloud.

Il documento si intitola “La criminalità informatica colpisce obiettivi inattesi” e mostra anche come l’avidità stia portando i cyber criminali verso un approccio meno tradizionale nel selezionare i propri obiettivi. Ad esempio, sono in crescita gli attacchi avanzati ai terminali PoS in tutto il mondo.

I ricercatori Trend Micro hanno anche notato come i malware bancari continuano a proliferare in diversi gruppi e famiglie, ognuna con obiettivi e tecniche anti-rilevamento diverse. Anche il numero di malware per dispositivi mobili continua a crescere, dopo aver toccato nel mese di marzo il record di 2 milioni.

“Il report del primo trimestre di quest’anno mette in luce il sommerso cyber criminale, dove malintenzionati creativi continuano a trovare nuove opportunità per commettere i loro crimini” ha affermato Raimund Genes, CTO, Trend Micro. “Per rimanere protetti contro le minacce informatiche in continua evoluzione, gli utenti devono comportarsi sul web in maniera responsabile, soprattutto quando effettuano delle transazioni finanziarie.”

I numeri italiani del primo trimestre

  • L’Italia è la terza nazione al mondo per spam inviato. Il nostro paese riconferma il podio del 2013 a pari merito con l’Argentina, preceduta solo da Stati Uniti e Spagna.

 

  • L’Italia è nella top ten dei paesi maggiormente colpiti da ransomware, un tipo particolare di malware che blocca il computer e chiede un riscatto.

 

  • L’Italia è nella top ten dei paesi con il più alto numero di utenti che hanno cliccato link malevoli

I dati generali del primo trimestre

  • Minacce mobile – Le minacce mobile continuano a crescere sempre più velocemente e hanno raggiunto il record di 2 milioni a fine marzo. L’esplosione delle app riconfezionate – ovvero quelle che sono state manomesse per passare i controlli di sicurezza – ha contribuito alla crescita esponenziale del volume di malware e applicazioni ad alto rischio
  • Cyber crime e sommerso cyber criminale – il volume di malware di online banking questo trimestre è significativamente sceso, rispetto alla fine del 2013. La decrescita si può considerare normale: in assenza di festività che portano una crescita di operazioni finanziarie online, il numero di malware in questo settore si è riposizionato ai soliti livelli
  • Campagne su obiettivi: negli Stati Uniti, in particolar modo negli ospedali e nel comparto retail, sono stati trovati numerosi sistemi PoS compromessi. In Corea del Sud attacchi hanno colpito le compagnie di carte di credito
  • Digital life e Internet of Everything – sono in aumento le truffe di ingegneria sociale e le app maligne che coinvolgono l’Internet of Everything
  • Nell’ultimo mese di marzo la Smart Protection Network, la rete globale per la raccolta e l’identificazione delle minacce di Trend Micro, ha bloccato:

–       5 miliardi di indirizzi IP che mandavano spam

–       248 milioni di siti maligni

–       827 milioni di file maligni

–       6,13 miliardi di minacce totali

 

 

  • Per consultare il report completo clicca qui
  • Per consultare il report navigabile sul sito Trend Micro clicca qui

Radio CRC – Podcast del 04 Giugno

Nella puntata odierna della trasmissione Barba  & Capelli in onda su  Radio CRC insieme ai conduttori Corrado Gabriele e Lucilla Nele abbiamo parlato di nuove forme di economia alternativa. In un momento di crisi come si può continuare a fare business lo stesso? Riscoprendo ed attualizzando uno strumento antico come il baratto, è questa l’idea alla base di  CambioMerci network di imprese e professionisti che scambiano all’interno del sistema B2B prodotti e servizi

“La nostra è una  piattaforma di baratto 2.0 dove le aziende, a dispetto della crisi, uniscono forze, competenze e know how per scambiarsi beni e servizi.” – afferma il CEO dell’azienda Antonio Leone

ASCOLTA IL PODCAST

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Eni, un colosso dell’energia che crede nell’IT

Sta vincendo il marketing sulla tecnologia, un marketing vuoto di contenuti

Eni è una delle maggiori aziende energetiche integrate al mondo e opera nei settori dell’esplorazione e della produzione di gas e petrolio, del trasporto internazionale e della vendita del gas, della generazione di energia, della raffinazione e della vendita di prodotti petroliferi, della chimica e dell’ingegneria e costruzione.

Eni è presente in novanta paesi con circa 78.000 dipendenti, l’anno scorso ha avuto un profitto di circa 20 miliardi di euro, pagando ricchi dividendi agli azionisti poco meno di 4 miliardi di euro.

Qual è l’importanza dei Sistemi Informativi? Ne abbiamo parlato con Gianluigi Castelli – CIO di Eni che è stato recentemente eletto “CIO of the Year” per l’area EMEA agli Oracle Excellence Awards 2013, l’iniziativa che premia i partner di Oracle che in tutto il mondo hanno mostrato di eccellere nel generare valore per il business attraverso le tecnologie.

Con questa complessità e con la presenza capillare in novanta Paesi come si devono organizzare i Sistemi Informativi?

L’azienda era strutturata in tre macrodivisioni (ora siamo in fase di cambiamento); una divisione che si occupa di esplorazione e produzione quindi ricerca e sfruttamento di giacimenti di energia, una divisione che si occupa di raffinazione e vendita di derivati petroliferi, poi avevamo la divisione Gas & Power che si occupava di vendere gas ed energia elettrica sul mercato retail e ai grandi clienti che ora è stata divisa in due unità quella che opera sul mercato retail è quella che chiamiamo downstream mentre l’area dei grandi clienti è confluita nell’unità midstream. Poi abbiamo un’azienda controllata al 100% che si occupa di petrolchimica la Versalis.

La nostra Direzione IT è molto centralizzata ed ha poi una forte presenza territoriale che assume forme molto differenti in virtù del nostro modo di essere presenti in vari paesi; abbiamo delle consociate al 100% che sono oggetto di una forte centralizzazione, poi ci sono i consorzi dove siamo main contractor (ad esempio in Kazakistan)  e poi abbiamo partecipazioni minoritarie.

Il nostro modello di governance vede diversi livelli di accentramento, da quelli forti a quelli con schemi molto leggeri che si riflettono nell’applicazione di contratti globali fatti a livello centrale ma lasciando ampio spazio alle strutture locali. La struttura centrale impiega circa 750 persone mentre in giro per il mondo abbiamo altre 300 risorse. In termini d’investimenti e di spesa siamo intorno ai 600 milioni di euro all’anno centrali e circa 250 sull’estero.

Probabilmente in Italia nessuno ha la stessa capacità d’investimento?

In realtà non è vero, non sono informato delle evoluzioni delle grandi banche (Unicredit e Intesa) però sia in termini di forza lavoro sia in termini di budget almeno fino ad un paio di anni fa erano più grosse di noi. Certamente però vista la nostra organizzazione e le nostre quattro linee di business possiamo affermare che sono 4 mestieri completamente differenti e questo significa avere sia un’organizzazione, sia un’architettura, sia competenze differenti ed estremamente diversificate quindi probabilmente la nostra complessità è superiore ad esempio a quelle delle grandi banche.

Che rapporto c’è con l’outsourcing?

In Italia nella struttura centrale soprattutto nell’area sviluppo applicativo abbiamo circa un rapporto uno a tre in termini di FTE tra interni ed esterni. Si tratta quindi di un ricorso importante a capacità di sviluppo esterno. Recentemente abbiamo preso delle decisioni controcorrente; per esempio sulla parte di operations inerente la gestione della nostra infrastruttura siamo passati da un contratto vecchio di 15 anni di full outsourcing ad un insourcing selettivo perché riteniamo che sia dal punto di vista economico sia della qualità del servizio sia meglio così.

Passando alle risorse fisiche come siete organizzati? Quanti Data Center avete?

Dal primo gennaio concentreremo nel nuovo Data center che è stato inaugurato il 29 ottobre a Pavia tutti i server di servizio e tutti i server dedicati all’High Performance Computing che utilizziamo per le simulazioni sismiche, la stima ed il dimensionamento dei giacimenti. Poi avremo un data center di disaster recovery che per ora sarà il  vecchio data center attualmente primario che è in outsourcing con HP da 15 anni.

Quali sono stati i principali progetti realizzati e quelli futuri?

I progetti più importanti realizzati sono stati quelli che avevano come focus l’esigenza di consolidamento (fino a sette anni fa Eni era un arcipelago di aziende mentre con l’avvento di Scaroni è iniziata una forte azione di consolidamento, risultata in una vera corporation). Abbiamo consolidato tutte le applicazioni consolidabili e nel fare ciò le abbiamo anche rinnovate da un punto di vista tecnologico e dell’infrastruttura su cui si appoggiano. In particolare abbiamo consolidato i sistemi amministrativi (avevamo ventuno sistemi SAP diversi sparsi per l’Italia ora ne abbiamo uno solo, stessa cosa sui sistemi di approvvigionamento di ogni società (da 19 a uno)), abbiamo rinnovato i sistemi di billing  e del CRM del mondo gas & power.

Abbiamo poi in corso la realizzazione di un grandissimo sistema di gestione del personale unico per tutto il mondo, con un investimento superiore ai 10 milioni di euro.

Il progetto più importante che ora è in fase di conclusione è stato l’IT Transformation; il percorso di cambiamento nasce con il nuovo dato center, poi però ci siamo detti che facciamo? Solo un trasloco di macchine?

Pertanto abbiamo deciso di introdurre una nuova infrastruttura totalmente standardizzata basta su sistemi blade, realizzando, di fatto, una reale Infrastrutcure as Service e una Platform as Service, realizzando, di fatto, anche se il termine è abusato, il più grande cloud privato certamente in Italia e uno dei più grandi nel mondo.

Avevamo 575 applicazioni eterogenee dopo una razionalizzazione le abbiamo ridotte a 403 e le abbiamo migrate tutte sulla nuova infrastruttura.

Quale sarà lo scenario IT sia dal punto di vista tecnologico sia organizzativo?

Non mi piace fare ricorso alle parole magiche: mobility, big data, …. Non mi piacciono perché credo che l’hype che è generato attorno a queste presunte novità in realtà confonda le aziende che non hanno il tempo di portare a maturazione i concetti buoni che ci sono dietro questi slogan.

Così facendo si genera un fenomeno acritico di me too invece di quel pensiero forte che pure esisteva nel passato e di cui avremmo maledettamente bisogno. Una volta c’era il modo IBM o il modo Digital di fare informatica, si potevano amare o odiare, ma era un pensiero forte che implicava scelte strategiche architetturali e operative molto ben definite, oggi invece è un gran mischione dove tutti fanno tutto, chi meglio, chi peggio, ma manca una chiara direzione strategica da parte dei vendor e c’è un rischio di uniformità; si rischia di comprare solo in base al brand ed al prezzo  e non per reali contenuti. Sta vincendo il marketing sulla tecnologia, un marketing spesso vuoto di contenuti. Anche se vedo qualche segnale di miglioramento.

La tecnologia hardware negli ultimi anni ha migliorato molto le prestazioni in termini di CPU, fenomeno chiaramente guidato dal mercato consumer. Ad esempio per i nostri tre petaflops che servono le simulazioni sismiche, utilizziamo architetture che nascono in ambito games GPU (Graphical Process Unit). L’investimento necessario per sviluppare processori con quella capacità si giustifica solo in casi di volumi alti. Sulla tecnologia software direi che abbiamo consolidato tutto dal punto di vista dei sistemi operativi mentre osservo invece una perdita di cultura e di competenza sui temi legati all’ingegneria del software e sui linguaggi di programmazione. I linguaggi prevalenti in uso per fare siti (perl, xml etc) rappresentano un forte regresso rispetto ai linguaggi di programmazione strutturati della fine degli anni 90 che avevano raggiunto il culmine robustezza ingegneristica. L’ingegneria del software sembra essere una disciplina quasi caduta in disuso: avrei molto da ridire sulla manutenibilità e le performance di molto del software che viene scritto oggi in assenza di una seria disciplina di programmazione.

Siamo nella fase Plug&Play in cui si trovano in Rete software che poi si prova a integrare nelle aziende.

Sì ma occorre sapere bene quel che si fa, altrimenti è un disastro. Per carità va benissimo usare software public domain però poi va inserito in un contesto ingegneristico che non crei problemi, senza perdere il controllo. Le società di servizi operanti nel settore del software devono migliorare la capacità di fare del software di qualità.

I Social Media possono essere utilizzati in azienda?

Questo è un fenomeno che noi abbiamo già cavalcato perché abbiamo uno strumento social che si chiama Moka che è nato per facilitare il reperimento e la condivisione di competenze all’interno della struttura ICT e che poi è stato esteso a tutta l’azienda diventando, di fatto, il social network di tutta Eni. Abbiamo una serie di stanze tematiche moderate dalla comunicazione interna che ha la finalità di distruggere quelle barriere organizzative che talvolta limitano la nostra efficacia.

Il ruolo del CIO si è evoluto molto negli ultimi anni, cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?

La nostra professione è presa in mezzo tra un’evoluzione continua delle tecnologie e delle soluzioni che non è governata dal CIO stesso e da linee di business che oramai anche in aziende che operano in mercati tradizionali come la nostra considerano l’IT una leva che va oltre il fare efficienza. È un mestiere in continuo cambiamento, il mondo cambia e quindi il ruolo cambia però i fondamentali per fare bene il nostro mestiere sono sempre i soliti in primis bisogna soddisfare il bisogno di efficienza che tutte le aziende sempre e comunque avranno; prima efficienza interna dell’it e poi un aiuto a efficientare le linee di business perché solo così attraverso il rispetto di obiettivi precisi di costi e di tempi si costruisce la credibilità che poi consente di ottenere le risorse per innovare.

Il CIO deve contare su un team di persone di esperienza molto diversa che devono essere ossessivamente ricercate tra le eccellenze, io non riesco a immaginare un team a riporto del CIO di gente che si siede, voglio dietro di me dieci risorse che possano occupare il mio posto domani così da avere la motivazione di correre in avanti più velocemente e cosi facendo trascinare tutta la capacità d’innovazione che abbiamo. Il CIO deve essere un osservatore dei fenomeni che accadono attorno per guidare il cambiamento invece che subirlo passivamente.

L’Italia secondo Lei avrebbe bisogno di un CIO?

Certamente sì, in qualche misura l’ha, anche se un po’ è una poltrona per due in questo momento con Ragosa e Caio. Il problema vero però non è il CIO ma la struttura della nomenclatura esistente che frena il cambiamento. Se il CIO del Paese deve solo emanare delle norme, non serve a nulla e non si va molto lontani, è evidente che è necessaria una capacità operativa che è molto vincolata oggi. Manca poi una visione strategica tutti parlano di Banda Larga ma poi dopo cosa ci facciamo? Che servizi erogo?

 

 

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Nato nel 1954, Gianluigi Castelli oggi è CIO di Eni.   

Laureato in Fisica a indirizzo cibernetico, dopo gli studi svolge attività accademiche presso il Dipartimento di Scienze dell’Informazione ldell’Università di Milano, per poi entrare in Etnoteam, dove resta 18 anni con diversi incarichi fino ad occupare la posizione di responsabile della Divisione di System Integration.

Successivamente passa in Infostrada dove ricopre il ruolo di CIO e poi in Fiat dove nel periodo 1997–2001 opera come CIO di Fiat Auto e come CEO di Fiat GSA, la società di servizi software del Gruppo.

Approda poi al ruolo di CIO e di CTO di Vodafone Italia, azienda la cui strategia è focalizzata sull’innovazione dei prodotti e servizi e di cui l’ICT è parte integrante. Nel 2003 assume la carica di CIO del Gruppo Vodafone, con la responsabilità del coordinamento e del consolidamento informatico a livello mondo. Nel 2006 entra in Eni con il ruolo di CIO, sua attuale posizione.

 

RUMUNDU – In un anno ha fatto il Giro del Mondo in bicicletta

              
     
   
 
 

Il giro del mondo in bicicletta alla ricerca di storie di vita sostenibili sta per concludersi.
Per Stefano Cucca arrivo previsto DOMANI 4 giugno mattina a Cagliari, con destinazione Sorso, suo paese di origine, per l’8 giugno, a un anno esatto dalla sua partenza.

RUMUNDU, AVVENTURA RIUSCITA

Dall’inizio della sua avventura 32mila i chilometri affrontati, 5 i continenti toccati, centinaia le persone incontrate, innumerevoli le storie da raccontare. E mentre il sitoRumundu si apre alla collettività, per il futuro Stefano sogna progetti di rural innovation e si mette alla ricerca di un Venture Capital per la creazione di un fondo.

 

www.rumundu.com

– scarica alcune delle IMMAGINI del suo viaggio –

 

Sorso (Sassari), 3 giugno – Il giro del mondo in bicicletta di Stefano Cucca sta per essere portato a termine. A un anno esatto (8 giugno 2013) dalla partenza dal suo paese di origine, il progetto RUMUNDU farà rientro a Sorso (Sassari) domenica 8 giugno 2014.

Dopo aver percorso circa 32.000 chilometri attraverso Italia, Svizzera, Germania, Francia, Lussemburgo, Belgio, Olanda, ancora Germania, Danimarca, Islanda, coast-to-coast negli Stati Uniti passando per il Canada, Giappone, aver toccato la Cina e poi Vietnam, Cambogia, Thailandia, Malesia, Singapore, Indonesia, Australia, Nuova Zelanda, Sud Africa per poi rientrare in Italia attraversando la Turchia e la Grecia, DOMANI 4 giugno alle 8.30 Stefano Cucca sbarcherà finalmente a Cagliari da Napoli per poi risalire l’isola.

Lo scopo del progetto RUMUNDU era quello di girare il mondo in bicicletta alla ricerca di storie e stili di vita sostenibili promuovendo allo stesso tempo la Sardegna. Un viaggio che è stato raccontato in tempo reale attraverso testi e immagini sul sito www.rumundu.it e i social collegati, con un seguito che si è fatto di giorno in giorno più ampio, fin dalla sua partenza dalla Sardegna, attraversata in tutta la sua lunghezza.

Da lì la Sicilia, con Palermo e Messina,  per poi risalire tutto lo stivale, passando per Capo d’Orlando, Cosenza, Maratea, Palinuro, Salerno, Napoli, Roma, Livorno, Firenze, “Sotto un piacevolissimo temporale sul Ponte Vecchio”. E Parma, Bologna e Novara. Fino a Milano, “Ospite al Sardegna Store con tantissime eccellenze sarde esposte per promuovere la nostra terra” a una “bella, ciclabile, viva, colorata, seria e folcloristica, rilassante,  fresca, verde e giovane, rossa e curiosa”Amsterdam, in Olanda; e anche Bruxelles, dove “dopo 5 ore di pioggia, il lusso di una doccia calda e una pasta tonno&pesto. Peccato non avere il sale”; e l’Islanda “sostenibile perché governata dalla natura”;

e poi gli Stati Uniti con le sue “strade alternative #roadtoAlbany” e l’accoglienza al “Consolato Italiano in quel di Chicago”; New York; il Canada e la cascate del Niagara dove “bello sarà farmi i fusilli e piazzare la tenda quando tutti andranno via”; il Michigan, l’Illinoisl’Arizona, il New Messico, ilKansas, “una volta superato il Missouri”, con la California e San Francisco che distano “solo” 3.200 chilometri. “#ilprossimorumundusaràinautostop #greenway #usa #rumundu”;

quindi il Giappone con TokyoKyoto e “il rispetto verso il prossimo”, la Cina con Pechino, patria dell’insostenibilità, l’Indonesia con la sua caotica Bali, il Vietnam con i suoi bambini, l’Australia con Melbourne le Tasmania, nei cui boschi “si possono trovare luoghi magici dove si vive in completa armonia con la natura” Auckland  in Nuova Zelanda, con “segni di presenza umana lungo i boschi con devastanti deforestazioni”; l’Africa, con “desertiche affollate librerie e polverosi ciclisti” e “africane danze che urlano voglia di riscatto”;

e infine Instanbul in Turchia, Igoumenitsa in Grecia e quindi nuovamente l’Italia.

  

http://www.rumundu.com/it/gmap

È stato un anno ricco di esperienze che non è semplice descrivere in poche parole – commentaStefano Cucca appena toccata l’Italia a Brindisi – ma mi sento una persona molto fortunata. Ho imparato moltissimo e sono davvero tante le realtà visitate in questo viaggio. Girare il mondo in bicicletta ti mette nella condizione di fermarti e imparare ad apprezzare lo scorrere del tempo. Ti senti una persona “libera” e sembra quasi che tutte le persone che incontri percepiscano in te qualcosa di strano, di diverso. Così come sono state tantissime le volte in cui le persone mi hanno accolto nelle loro case per chiacchierare e condividere semplicemente storie di vita“.

Allo stesso tempo, molti sono stati gli appuntamenti organizzati dagli appassionati di questa avventura, di cui Stefano racconterà nel dettaglio dopo il suo rientro: “Mi sono posto molto spesso nella condizione di ascoltare – ricorda Stefano – e questo mi ha permesso di capire quanto sia necessario rimettere al centro le persone, in un momento in cui al centro sono spesso solo le ‘cose’. Ad oggi, nonostante per me sia stato semplice pensare di farlo in bicicletta perché ho sempre fatto attività fisica, sono dell’idea che non sia una cosa impossibile fare il giro del mondo a bordo di una bicicletta. Ognuno con il proprio ritmo potrebbe porsi nella condizione di esplorare e imparare a prescindere dai chilometri. Quelli sono relativi. Sono dell’idea che con la bicicletta si abbia la giusta velocità per ‘ascoltare’ il mondo. Lo si capisce, lo si percepisce, lo si vive“.

 

E se durante questi 12 mesi Stefano ha raccontato tante delle sue esperienza sul sito internet www.rumundu.comda oggi desidera dare la possibilità ad altri di popolarlo di racconti di storie sostenibili che parlino di come e dove si vive nel mondo, dalla bioedilizia al cibo, dai mezzi di trasporto agli stili e ai comportamenti quotidiani che tengano conto del rispetto del territorio.

Al rientro mi piacerebbe portare avanti qualche progetto di rural innovation e lavorare per favorire lo sviluppo di realtà sostenibili – conclude Stefano – magari anche attraverso la creazione di un fondo in collaborazione con qualche Venture Capital. Vedremo“.

 

Appuntamento quindi mercoledì 4 giugno alle 8.30 al molo del porto di Cagliari per festeggiare insieme a Stefano il rientro del progetto Rumundu sull’isola, a un anno esatto dal suo avvio.

Il 4 sera Stefano sarà ospite di “Leggendo Metropolitano“, festival internazionale di letteratura, quest’anno alla sua sesta edizione.

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Rumundu su FacebookTwitterInstagram

 

Partner del progetto

Sardex, Banca Etica, Indoona, Andalas de Amistade, Sun Service, Focus, Instagramers Italia

GameOver Zeus: smantellata rete di PC zombie

Operazione senza precedenti in 11 paesi. Trend Micro mette a disposizione uno strumento gratuito per rimuovere i malware incriminati

 

Milano, 3 Giugno 2014 – Trend Micro, leader globale nella sicurezza per il cloud, ha collaborato attivamente  a quella che è stata ribattezzata GameOverZeus, un’operazione senza precedenti che ha visto le Forze dell’Ordine di 11 paesi in tutto il mondo collaborare con le aziende di security per porre fine alle attività criminali di due famiglie di malware tra le più pericolose: Cryptolocker e P2PZeuS.

 

L’operazione, guidata da FBI ed Europol, è iniziata venerdì 30 maggio ed è stata condotta in Italia dalla Polizia Postale che ha smantellato con successo una rete composta da circa 10.000 computer infetti.

 

Cryptolocker è un malware che blocca il computer degli utenti, crittografa tutti i file rendendoli inutilizzabili e inaccessibili fino a quando non viene pagato un riscatto, che si aggira attualmente intorno ai 600 dollari.

P2PZeuS è un sofisticato malware bancario, progettato per impossessarsi delle credenziali finanziarie delle vittime. Entrambi avevano colpito in tutto il mondo mettendo a segno colpi da milioni di euro.

 

Trend Micro mette a disposizione uno strumento gratuito che permette di verificare se i propri sistemi sono infetti da queste due malware e, nel caso, rimuoverli:

 

 

 

Ulteriori informazioni sono disponibili dal blog Trend Micro

GiPSTech raccoglie 200 mila euro da angel IAG

Percorso esemplare per la startup altamente tecnologica, nata da una stretta collaborazione con l’Università della Calabria, che sfrutta il geomagnetismo per la localizzazione in spazi chiusi

 

Milano, 29 maggio 2014Italian Angels for Growth (IAG), la principale associazione italiana di business angel, annuncia l’investimento realizzato da un gruppo di propri soci nella startup ad alto contenuto tecnologico GiPStech, ammontante a 200 mila euro.

 

GiPStech, ovvero Geo Indoor Positioning Systems and Technologies, sviluppa una tecnologia che consente un posizionamento molto preciso all’interno di spazi chiusi (indoor), ricavando una funzionalità del tutto simile al GPS lì dove il segnale satellitare non arriva.

Una tecnologia innovativa che sfrutta i sensori oggi presenti sui comuni smartphone assieme ad un fenomeno naturale, il geomagnetismo, che ha da sempre guidato le migrazioni degli uccelli, l’orientamento dei navigatori e che viene oggi utilizzato dai sistemi di navigazione per esterni. Una innovazione radicale che abiliterà nuovi servizi agli utenti e alle aziende: conoscendo con precisione come si muove un utente od un oggetto si potranno erogare servizi ed analizzare utilmente i dati raccolti nei più svariati settori, dal commercio alle fiere, dagli aeroporti agli ospedali, dai musei all’industria.

 

La startup non è passata inosservata, conquistando a settembre 2013 l’edizione italiana di Techcrunch, è stata finalista alla Start Cup Calabria e al Premio Gaetano Marzotto, ha vinto un grant Working Capital.

 

L’investimento sarà indirizzato a completare lo sviluppo della piattaforma tecnologica e testarne l’efficacia attraverso partnership con gli early adopters nei diversi settori di interesse.

 

“Siamo molto orgogliosi di aver raccolto l’interesse di investitori esperti come i soci IAG” dice Gaetano D’Aquila, CEO di GiPStech, “e siamo sicuri che ci saranno di stimolo e di aiuto nel prossimo futuro che si preannuncia di duro ma entusiasmante lavoro”

 

“Abbiamo percepito immediatamente le fenomenali potenzialità della tecnologia GiPStech, successivamente approfondendo la conoscenza della squadra abbiamo apprezzato la coesione e la complementarietà dei ruoli e delle esperienze. Un mix che pensiamo possa avere un grande futuro” afferma Massimo Vanzi, co-champion del consorzio d’investimento dei soci  IAG che ha investito in GiPStech.

 

Tra i fondatori della innovativa società anche Matteo Faggin, noto nell’ecosistema delle startup per essere uno dei fondatori e coordinatori di SeedLab, programma di accelerazione per startup.

 

 

Mercato

I principali attori dell’industria tecnologica mondiale (Google, Nokia, Blackberry, Microsoft, ecc) stanno mostrando grande attenzione per il settore dei sistemi di localizzazione indoor che prometteranno di generare (secondo una stima di Markets&Markets) revenue per 2,6 miliardi di dollari già nel 2018. La stessa Apple ha acquisito lo scorso anno WiFiSlam, una startup molto early stage attiva nel settore, per circa 20 milioni di dollari.

Rispetto allo scenario dei competitor, la grande innovazione di GiPStech è che non si basa solamente su tecnologie wifi o beacons, bensì integra (grazie ai propri algoritmi) ogni segnale esistente con le anomalie del campo geomagnetico, offrendo dei risultati incredibilmente precisi senza richiedere ulteriori investimenti in infrastruttura hardware.

 

La tecnologia è indirizzata al mercato B2B degli sviluppatori, dei system integrator, dei produttori di dispositivi mobili.

 

Tecnologia

GiPStech ha sviluppato algoritmi proprietari che sfruttano le anomalie che caratterizzano in ogni spazio chiuso il campo magnetico terrestre, a causa della presenza di materiali ferromagnetici (tubature, cemento armato, ecc.), per costruire una mappa dell’ambiente su cui andare poi a posizionare qualsiasi utente od oggetto in movimento all’interno dello spazio che sia dotato di hardware di base ormai presente nei comuni smartphone.

 

La tecnologia software è il core business di GiPStech, installabile tipicamente in uno smartphone, l’oggetto che oggigiorno ogni persona porta con se ovunque vada.

 

Diversi i mercati verticali in cui la tecnologia GiPStech può trovare applicazione, arricchire l’esperienza dell’utente e abilitare nuovi modi di interazione e offerta di servizi, dagli eventi ai centri commerciali, dall’aeroporto a un museo, dal supermercato al grande business center.

 

 

Profilo GiPStech e founder

 

Gaetano D’Aquila, CEO, è il leader del progetto e la persona che ha connesso gli altri membri del team.

Laurea in Ingegneria Informatica nel 2002 e successivamente assegnista di ricerca al CNR. Lavora poi nell’industria prima come consulente security in ambito TELCO e Banking all’interno di Value Team SpA (ora NTT Data SpA) e successivamente come Project Leader in altra azienda dove ha coordinato le attività di R&S e strategiche nei settori automotive e car insurance. Ha pubblicato diversi lavori su riviste scientifiche e tutt’ora continua a collaborare con l’Università ed il CNR.

 

Giuseppe Cutrì, CTO, fornisce contributi vitali sullo sviluppo del “core” della tecnologia e su tutti gli aspetti di sviluppo applicativo

Laurea in Ingegneria Informatica nel 2005 e PhD in matematica nel 2008. Ha svolto attività di ricerca nel campo dei sistemi embedded, dell’intelligenza artificiale e della robotica evolutiva. Notevoli competenze tecniche e di sviluppo di applicativi complessi acquisite durante le sue esperienze lavorative prestate nell’industria in Italia e all’Estero

 

Giuseppe Fedele, R&D, contribuisce sulle tematiche di identificazione, predizione e filtraggio dell’algoritmo di localizzazione

Laurea in Ingegneria Informatica nel 1999 e PhD in Ingegneria dei Sistemi ed Informatica presso l’Università della Calabria. Dal 2006 è ricercatore nel settore scientifico disciplinare ING-INF/04 presso l’Università della Calabria dipartimento di Ingegneria Informatica, Modellistica, Elettronica e Sistemistica (DIMES). I suoi attuali interessi di ricerca includono la teoria dell’approssimazione, sistemi di potenza, elaborazione dei segnali, controllo attivo del rumore e delle vibrazioni.

 

Matteo Faggin, CFO & Business Development, attivo nella finanza per startup, porta al team competenze business e network settoriale.

Laurea in Ingegneria Meccanica nel 2003, MBA all’University of Maryland nel 2010, ha lavorato a lungo in imprese multinazionali in Italia, USA, Spagna e Belgio specializzandosi nella gestione di grandi progetti. Dal 2011 collabora con TTadvisor di Fondamenta SGR nell’ambito delle attività Venture Capital ed in particolare per la creazione di SeedLab, primario percorso di accelerazione di impresa.

 

 

 

IAG – Italian Angels for Growth

Italian Angels for Growth (IAG) è il maggiore angel group in Italia. Nato nel 2007 dalla volontà di nove angeli fondatori, IAG conta oggi 118 soci e rappresenta una delle più solide realtà dell’angel investing europeo. L’associazione ha sviluppato attraverso i propri soci e il coinvolgimento di altri operatori, investimenti in capitale di rischio per circa 22.5 milioni di euro suddivisi in 39 round d’investimento.

I soci IAG hanno contribuito alla nascita e alla crescita di 27 imprese innovative, eccellenze della ricerca, dello sviluppo tecnologico, dello spirito imprenditoriale italiani, tra cui Spreaker, Stereomood, ProxToMe, Biogenera, S5Tech, Eugea, Win, SediciDodici, Agroils, Ohikia, Margherita Fingerguard, Angiodroid, Musement, Cellply, Lovli.

 

 

www.italianangels.net                                          www.gipstech.com

 

IAG – Italian Angels for Growth                                           GiPStech

Twitter – @italianangels                                                          Twitter – @gips_tech

Linkedin                                                                                     Email: info@gipstech.com

 

 

Press: Donatella Cambosu – press@italianangels.net

m. 348.2744693

Radio CRC – Podcast del 29 Maggio

Nella puntata odierna della trasmissione Barba  & Capelli in onda su  Radio CRC insieme ai conduttori Corrado Gabriele e Lucilla Nele abbiamo parlato di Innovazione e Medicina, Finalmente anche nella Sanità, settore strategico per ognuno di noi ed anche per il Sistema Paese si sta diffondendo l’utilizzo delle nuove tecnologie. Quale sarà l’impatto sulla vita di tutti i giorni? Quali saranno i vantaggi?  in particolare ho raccontato due storie:

  1. AmicoMed

Amicomed Pressione è un servizio di telemedicina per il monitoraggio della pressione lanciato nel 2012 da Quasarmed

Il servizio AmicoMED Pressione non è un misuratore di pressione, né (solo) un App, né (solo) un servizio di storage dei dati, è un servizio medico-clinico che fornisce all’utilizzatore un’interpretazione medica qualificata dei propri valori pressori, sia puntualmente sia soprattutto in relazione alla storia del singolo, evidenziando, quindi, eventuali tendenze positive o negative che altrimenti potrebbero sfuggire.

Il vero problema con l’ipertensione è infatti riconoscere queste tendenze e intervenire per evitare che si consolidino: pur essendo uno dei principali fattori di rischio cardiovascolare e la prima causa di ictus è molto spesso del tutto asintomatica nelle sue manifestazioni e non a caso viene definita il “killer silenzioso”.

Le persone che hanno una vita attiva non percepiscono quindi questa situazione e anche se la percepiscono spesso non riescono ad andare dal medico con la necessaria frequenza. Oggi AmicoMED consente a tutte queste persone di monitorarsi in continuo senza bisogno di spostarsi da casa e/o sottrarre tempo al lavoro. Diventa finalmente possibile affidare i dati sulla propria pressione a una struttura qualificata che avvisa tempestivamente quando veramente c’è necessità di un intervento medico (ad esempio perché la pressione sta subendo un rialzo, o perché la terapia non sta facendo effetto o altro).

Per prima cosa bisogna abbonarsi al servizio AmicoMed Pressione. Successivamente basta misurare la pressione con un qualsiasi apparecchio e inviare i dati pressori alla centrale medica in 3 modi: tramite il sito internet, usando l’apposita applicazione AMICOMED per smartphone (scaricabile gratuitamente sui principali appstore) o con una semplice telefonata. I parametri inviati dall’utente sono registrati e interpretati in tempo (quasi) reale e possono essere condivisi – previa autorizzazione – con un familiare o con il proprio medico o farmacista, per facilitare la gestione dell’eventuale terapia. Il responso viene dato in pochissimo tempo direttamente via smartphone/ web o al telefono se si sceglie la modalità telefonica.

  1. Open Cancer Network

 startup protagonista nel settore dell’e-health.

“Immaginate cosa potrebbe essere la sanità  se si potesse passare da uno stato reattivo ad uno proattivo; se le persone potessero ottenere suggerimenti sulle modifiche di cui hanno bisogno per fare il loro stile di vita, dieta , ecc al fine di ridurre la  probabilità di ammalarsi di cancro e di altre malattie croniche. Ma come possiamo arrivarci se non sappiamo molto su un paziente? Sappiamo che solo una parte dei dati clinici : esami del sangue , ecc ma quasi nulla di non – clinico : condizioni socio-economiche , la dieta , esposizioni ambientali e altro ancora.”

L’obiettivo di Open Cancer Network è quello di costruire una visione completa a 360 gradi di tutti i dati non clinici relativi al paziente. Questo set di dati sarà una fonte di informazioni da parte di medici , ricercatori , aziende farmaceutiche .

OCN è una piattaforma di analisi dei dati. I dati di back-end possono essere utilizzati da una grande varietà di utenti per molti scopi diversi. Come la ricerca sul cancro , lo sviluppo di farmaci , studi clinici, ecc

 ASCOLTA IL PODCAST

 

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