Watly la macchina che purifica l’acqua con il sole

Watly lancia la campagna di crowfunding per costruire la macchina che purifica l’acqua con il sole

La tecnologia permetterà di purificare l’acqua contaminata, di produrre energia elettrica e di fornire una connessione internet alle comunità più bisognose.

Watly, società pluripremiata nel campo delle tecnologie pulite ha lanciato una campagna di crowdfunding su Indiegogo per consentire ai suoi sostenitori di diventare parte integrante del suo progetto, che si prefigge di risolvere i problemi relativi alla scarsità di acqua, energia e connettività.  I donatori più generosi avranno la possibilità di unirsi al team di Watly in Africa e participare al documentario di Discovery Channel che seguirà il processo di messa in funzione della tecnologia.

Il sistema è il primo computer termodinamico al mondo che fornisce contemporaneamente acqua, energia e connettività alle comunità più vulnerabili del pianeta. La macchina, utilizzando l’energia solare, può purificare fino a 5000 litri d’acqua al giorno.

Watly ha già avuto un primo riconoscimento del suo potenziale trasformativo dall’Unione Europea, assicurandosi il premio Horizon 2020 e un finanziamento di circa 2 milioni di euro con il quale è stato costruito il modello pre-industriale Watly 2.0. Con il lancio della campagna su Indiegogo, anche i privati avranno l’opportunità di sostenere il progetto di Watly che si propone di cambiare la vita a chi ne ha più bisogno.

La raccolta fondi servirà alla produzione di Watly 3.0, il primo modello operativo che, combinando le tre funzionalità chiave di acqua, energia e connettività, sarà in grado di produrre risorse di prima necessità per 3.000 persone ogni giorno per almeno 15 anni.

Altri sostenitori della campagna potranno visitare la fabbrica in Italia ed assistere alla costruzione della macchina o alla stampa 3D del modello di Watly. Infine, altri sostenitori avranno il loro nome inciso sulla macchina Watly 3.0 come segno di riconoscenza per chi ha contribuito a trasformare il progetto in realtà.  La campagna su Indiegogo si è aperta giovedì 7 aprile  e terminerà alla fine del  mese.

“Il nostro obiettivo è di migliorare lo standard di vita per il maggior numero di gente bisognosa nel mondo. Con l’erogazione di acqua pulita e la fornitura di energia elettrica e connettività, vogliamo mettere le comunità più povere nella condizione di poter esprimere il loro potenziale. Fornendo tre funzioni fondamentali per lo sviluppo della vita, Watly consente alle persone la possibilità di dedicarsi all’istruzione, allo sviluppo di se stessi e all’attivita economica. A differenze della donazioni, che hanno un carattere per lo più estemporaneo, la nostra vuole essere una soluzione definitiva ai problemi che affliggono le comunità più deboli, ” ha dichiarato Marco Attisani, CEO di Watly.

“Watly è un’infrastruttura intelligente che sta portando l’“Internet delle cose” in luoghi dove mancano internet e beni primari. Solo quando viene utilizzato per migliorare le sorti mondo, internet raggiunge il massimo del potenziale”, ha concluso Marco Attisani.

A seguito del successo del prototipo precedente, Watly 2.0, dove gli abitanti del villaggio di Abenta in Ghana hanno potuto bere l’acqua potabile prodotta dalla macchina, Watly sta attualmente costruendo la versione definitiva della macchina ( 40 metri di lunghezza per 15 tonnellate di peso) che nei suoi 15 anni di servizio può ridurre la quantità di emissioni di gas serra fino a 1.000 tonnellate, pari a 2.500 barili di petrolio.

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Watly intende fornire soluzioni ad alcuni dei fondamentali bisogni umani: l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici, la disponibilità di energia elettrica e della connettività. La sua missione è quella di migliorare la qualità di vita della persone in tutto il mondo.

La macchina  Watly si prefigge di fornire le comunità di tutto il mondo i  tre pilastri per lo sviluppo in un’unica soluzione. Il suo scopo principale non è solo di fornire questi servizi, ma soprattutto  di arrecare benessere e favorire il progresso dei popoli.

Una singola Watly è una macchina a sé stante, ma due o più macchine possono diventare una rete auto-alimentata, auto-sostenuta e multifunzionale. Un numero crescente di moduli  presenti in tutto il mondo, contribuirà a formare la prossima grande cosa, il cosiddetto “Energynet” – la smart-grid globale in cui l’acqua e l’elettricità si combinano con le tecnologie dell’informazione.

Le strutture sanitarie europee migliorano grazie a Qlik

I principali ospedali europei si affidano a Qlik per ridurre i tempi di attesa, i costi e le variazioni cliniche, e per migliorare concretamente la sicurezza e la cura del paziente

La tecnologia di Qlik® (NASDAQ: QLIK), leader nella Visual Analytics, è stata implementata nelle più importanti strutture sanitarie di tutta Europa per ottenere dai propri dati informazioni utili a migliorare le cure ai pazienti. Alcuni ospedali di primaria importanza, tra cui il Sahlgrenska University Hospital in Svezia, il Slingeland Ziekenhuis nei Paesi Bassi e l’Instituto Policlinico La Rosaleda in Spagna, hanno implementato le soluzioni di Qlik per analizzare i dati e ottenere informazioni significative in grado di contenere le variazioni cliniche, ridurre i costi e i tempi di attesa e offrire un miglior servizio al paziente.

Le organizzazioni sanitarie si pongono sempre l’obiettivo di migliorare le cure che offrono ai pazienti e, contemporaneamente, tagliare i costi. Per ottenere questi risultati si possono sfruttare i dati già disponibili per avere una visione completa di ciò che sta succedendo nell’intero istituto o dipartimento. In questo modo è possibile poi diminuire la variazione clinica, analizzare i rallentamenti procedurali per ridurre i tempi d’attesa, studiare i costi per individuare nuovi margini di risparmio. Diversi istituti sanitari europei si stanno affidando all’esperienza di Qlik nella Visual Analytics per visualizzare la storia completa dei propri dati in modo da ridurre i costi e migliorare l’esperienza del paziente.

I prodotti Qlik sono stati progettati per essere utilizzati da utenti senza particolari competenze tecniche, in modo che tutti gli operatori sanitari e lo staff operativo possano avere facilmente accesso ai dati e alle informazioni significative, senza dover aspettare report forniti da altri dipartimenti. Ciò significa che tutti i membri dello staff presenti in ospedale – medici, infermiere, specialisti e l’amministrazione – sono in grado di utilizzare il software per visualizzare ciò che succede in qualsiasi momento – e prendere decisioni più efficaci e in modo più veloce.

Tra le principali strutture sanitarie che migliorano i propri servizi grazie a Qlik figurano:

Sahlgrenska University Hospital: ha sede a Gothenburg ed è il più grande ospedale del nord Europa. Grazie a circa 20 applicazioni di QlikView®, questa struttura monitora i pazienti durante il percorso di cura. Ad esempio, un ortopedico segue il paziente dalle prime visite in ambulatorio fino al post decorso operatorio, e monitora i vari parametri di qualità e costo. Questo consente all’ospedale di migliorare costantemente l’efficacia delle cure e l’efficienza operativa, contribuendo così a migliorare sia la salute dei pazienti che i risultati socio-economici. Il momento in cui la clinica analizza le attività, i chirurghi ortopedici possono visualizzare i miglioramenti che vanno ben oltre le aspettative: pazienti più soddisfatti, dipendenti più coinvolti e migliore efficienza, cure più rapide e liste d’attesa più brevi.

“Siamo riusciti a migliorare lo stato di salute dei nostri pazienti in modo semplice, strutturato, e soprattutto con lo stesso budget di prima”, afferma Magnus Karlsson, Head of Orthopedics del Sahlgrenska University Hospital. “Una prova della riuscita di questo esperimento è dato dal fatto che i pazienti con la stessa patologia vengano seguiti da un team specifico focalizzato sulla prima riabilitazione dopo l’intervento. Decisioni migliori per una salute migliore. Grazie a Qlik, individuiamo subito le priorità e prendiamo decisioni migliori”.

Consorci Sanitari Integral (CSI): è un ente che riceve fondi pubblici e offre cure e assistenza sociale in Spagna. Ogni giorno il CSI tratta grandi volumi di dati che provengono da fonti e reparti diversi – finanziario, risorse umane, informazioni relative alle terapie e provenienti da professionisti sanitari riguardanti i medicinali e i sanitari. Uno degli obiettivi prioritari del CSI è che i dati del Reparto d’Urgenza siano subito disponibili, in modo che i medici possano velocemente analizzare le dimissioni, le cure d’urgenza oppure i ricoveri, considerando l’età, il sesso e le urgenze. Fornendo insight migliori è possibile in questi casi ridurre i tempi d’attesa.

Carmen Gimeno, Director of Patient Planning and Safety del Consorci Sanitari Integral, dichiara: “QlikView ci permette di analizzare il flusso dei dati in tempo quasi reale, per poter prendere decisioni su casi urgenti basandoci sui tempi d’attesa e sulla gravità delle condizioni”.

Veiligheidsregio Noord-Holland Noord: coordina l’impegno per la sicurezza di 19 comunità dell’Olanda Settentrionale. Le comunità e i servizi d’urgenza collaborano per garantire la sicurezza dei 640.000 abitanti. L’organizzazione è l’unione del dipartimento regionale dei pompieri, del GHOR (assistenza medica), di Ambulancezorg (servizio ambulanza) e del Gemeenschappelijke Meldkamer (centro di controllo delle urgenze comunali).

La dashboard di Qlik ‘Call to Balloon’ mostra tutti i passi per offrire le cure più appropriate ai pazienti con angioplastica – dalla prima telefonata d’urgenza (Call) al trasporto in ambulanza, all’angioplastica (Balloon). L’obiettivo dell’analisi è fornire informazioni significative al Veiligheidsregio nel corso di tutto l’arco delle terapie. Dopo tutto, il coordinamento, la velocità e la determinazione sono indicatori fondamentali per il buon esito delle cure di una patologia acuta e improvvisa come l’infarto del miocardio.

Con la dashboard di Qlik, il Veiligheidsregio Noord-Holland Noord è riuscito a ridurre di 20 minuti il tempo che trascorre tra la prima telefonata e l’intervento, un fattore che non solo contribuisce a salvare delle vite, ma determina una migliore qualità della vita dopo l’intervento. Nell’iter di cura per patologie acute, in cui ogni secondo fa la differenza, questo fattore è fondamentale e può avere un forte impatto sociale.

“Con il nostro lavoro a fianco di alcune delle più importanti strutture sanitarie europee, siamo riusciti ad affinare ulteriormente i nostri software in modo da contribuire al miglioramento dei trattamenti sanitari”, afferma David Bolton, Global Industry Solutions Director, Healthcare di Qlik. “Fornire agli ospedali informazioni utili per migliorare i servizi offerti è uno degli incarichi più importanti che svolgiamo. Dopo tutto, se migliora la sicurezza dei pazienti, si riducono le variazioni cliniche e si diminuiscono i tempi d’attesa, contribuendo così a creare un sistema sanitario migliore e quindi, di conseguenza, a salvare delle vite”.

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Qlik (NASDAQ: QLIK) è un leader nella Visual Analytics. L’offerta di prodotti soddisfa i bisogni sempre crescenti dei clienti, dal reporting all’analisi visuale self-service, fino alle analitiche guidate, integrate e personalizzate. Circa 38.000 clienti si affidano alle soluzioni Qlik per dare significato alle informazioni provenienti da varie fonti, esplorando le relazioni nascoste tra i dati che portano a intuizioni e attivano buone idee. Con headquarter a Rednor, Pennsylvania (USA), Qlik ha uffici in tutto il mondo e più di 1.700 partner che operano in oltre 100 paesi. Per maggiori info: www.qlik.com/it

Brand Journalism

È possibile coniugare le esigenze di lavoro dei giornalisti e l’etica giornalistica con le esigenze delle aziende di informare il pubblico?
Ci prova il Brand Journalism, la nuova grande opportunità professionale per chi lavora nel giornalistmo o semplicemente nella comunicazione.

Con il termine Brand Journalism, traducibile in italiano con giornalismo d’impresa, si intende quel tipo di giornalismo che si occupa della comunicazione e di tutto ciò che ruota attorno a un marchio (brand) con lo scopo fondamentale di informare i lettori su tutto ciò che attiene all’identità ed alla storia dell’azienda attraverso gli strumenti e le regole proprie del professionista che opera nei mass media.

Un’opportunità che immediatamente pone un problema non di poco conto: il giornalista, in considerazione delle norme deontologiche che regolano l’attività in Italia, può occuparsi di un marchio, o meglio, può scrivere su di esso, anche in maniera continuativa, facendo parte della redazione del relativo magazine, senza incorrere al divieto di confondere il messaggio informativo con quello pubblicitario, cosi come previsto dalla Carta dei Doveri del 1993?

“La risposta è sì, senza ombra di dubbio” racconta Roberto Zarriellogiornalista e formatore, autore del libro “Brand Journalism” , il libro edito dal Centro di Documentazione Giornalistica dedicato a descrivere questa nuova opportunità lavorativa per i professionisti dell’informazione.

Zarriello nel suo libro spiega infatti che il brand journalist non si occupa della comunicazione di un bene o servizio del marchio ma della sua storia e dell’elaborazione di notizie che lo riguardano. In poche parole, il giornalista non vende alcunché (al contrario del content marketing), ma comunica storie, informando i lettori ed offrendo in questo modo un servizio di pubblica utilità.

Il brand journalism, quindi, è giornalismo a tutti gli effetti, convinzione rafforzata, ad esempio, dalle parole di Thomas Scott, uno dei pionieri del giornalismo d’impresa, appartenente al team di www.brandjournalism.com:

“Si tratta di un altro tipo di giornalismo, così come esiste il giornalismo politico, sportivo, ecc. Perfino i post pubblicati su Facebook che raccontano gli eventi che avvengono in un quartiere è giornalismo“.

Per chi volesse approfondire l’argomento e scoprire qualcosa in più di questa nuova frontiera lavorativa può richiedere il libro direttamente sul sito del Centro di Documentazione Giornalistica.

Autismo e tecnologia….il ruolo dei Robot!

Oggi è  la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo.
I luoghi simbolo, di tutte le città del mondo si coloreranno di blu, per far conoscere un mondo complesso e per sensibilizzare su una sindrome che compromette la vita di molti bambini.

Una giornata di sensibilizzazione promossa dall’Onu che vedrà molte iniziative volte a promuovere la conoscenza di questa disabilità.

La Fondazione Italiana per l’Autismo, con la partecipazione del Ministero dell’Istruzione, Università e ricerca (Miur), coordinerà una serie di iniziative dal 28 marzo al 6 aprile prossimi, per informare, formare e sensibilizzare il mondo della scuola su questa sindrome.

Anche quest’anno il Miur si fa promotore di una serie di iniziative: dall’istituzione di sportelli per l’autismo a un concorso per le scuole.

E la tecnologia cosa può fare per vincere questa partita?

Ne ho parlato con Daniele Lombardo, founder di Behaviour Labs 

Qual è la storia dei Behaviour Labs?

Questa storia d’amore inizia da una passione radicata fin dalla nostra infanzia: io e Marco, come tanti fratelli, ci immedesimavamo sin da piccoli nelle gesta di Actarus, Hiroshi, Tetsuya e di chi già dal finire degli anni 70 animava quei mitici Robot che in ogni episodio combattevano le forze del male… Col passare degli anni la nostra passione ci ha portati a “comandare” anche nella realtà una nostra piccola flotta di robot (impegnandoci con dedizione nella lotta ad un male dei nostri giorni).

Nel 2012 creiamo Behaviour Labs: una startup innovativa con sede  a Catania per “dare un’anima” a robot umanoidi; lo scopo è infatti che automi e uomini possano convivere armoniosamente nel nome dell’utilità reciproca tramite soluzioni di edutainment.

I nostri Laboratori, forti della ricerca e della sperimentazione sul campo, si stanno velocemente ritagliando una posizione sempre più importante nel mondo della cosiddetta “Health robotics” che oggi contribuisce a studiare disturbi come l’autismo, i deficit dello sviluppo e del comportamento.

L’interazione uomo macchina che benefici può dare ai pazienti malati di autismo?

Miglioramento medio del 30% delle interazioni sociali (Stanton 2008), stimolazione cognitiva, miglioramenti nell’ambito degli esercizi basati sulla  teoria delle mente, miglioramenti capacità psicomotorie.

Quali sono le tecnologie utilizzate per far si che un robot non venga visto come un’entità estranea ma addirittura  essere considerato un supporto innovativo nel trattamento di alcune patologie?

Le tecnologie usate sono tali che i robot sono ingrado di riprodurre espressioni facciali e movimenti identici a quelli degli essere umani, in questo modo vengono percepiti come compagni di gioco con cui interagire e non come giocattoli evoluti .

Nell’ultimo anno i Ventures Capitalist sembrano essere impazziti per l’e-health tu cosa registri?

Purtroppo non è il nostro caso, abbiamo avuto dei contatti ma con scarsi risultati, in alcuni casi ci è stato risposto “ma cos’è l’autismo”, o non ci interessa non vediamo un ritorno dell’investimento in una nuova terapia per l’autismo .

Quanto vale il mercato (italia ed estero)?

Il numero di persone affette di autismo nel modo supera i 150.000.000, in Italia tra i nostri clienti abbiamo già centri di ricerca, cooperative sociali, ASL. Abbiamo anche vinto un importante progetto in Puglia insieme al CNR ISASI (Napoli) ed alla Cooperativa “Occupazione e Solidarietà” per l’implementazione delle nuove tecnologie, tra la nostra, per la terapia dell’autismo.

Quali sono le caratteristiche principali di roboMate?

roboMate è un software studiato apposta per facilitare l’uso delle nuove tecnologie come la robotica, con tre click chiunque è in grado di impostare la terapia prescelta dal terapista e attivare il robot che eseguirà gli esercizi impostati e registrerà i dati dell’andamento della terapia.

Qual è lo stato dell’arte oggi e quali i passi futuri ?

Grazie al prezioso supporto di realtà con le quali collaboriamo come IESCUM, Istituto per lo studio del comportamento umani, facoltà di psicologia dell’Università Kore di Enna, il CNR ISASI di Napoli, e l’ASP di Catania,  i nostri progetti per il futuro prevedeno una roadmap di sviluppo che vedrà l’evoluzione di roboMate con inclusa la possibilità da parte di medici e terapisti di svilupparsi autonomamente gli esercizi per i robot, il supporto per i genitotri dal punto di vista psicologico tramite esercizi specifici, e l’inclusione sociale dei soggetti con autismo dove il robot sarà un mediatore nelle scuole, dell’interazione tre bambini neurotipici e non.

Buona scalata Fabrizio!

A volte le notizie che arrivano dalla Rete sono davvero belle.

Sono davvero contento che Fabrizio Capobianco ed il suo team,abbiano raggiunto un altro importante traguardo

“Oggi abbiamo annunciato che TOK.tv ha chiuso un round di investimento da Venture Capital (il primo istituzionale, quello che in gergo si chiama Series A) da 5 milioni di dollari. “

e non posso far altro da buon ciclista che augurarti di scalare presto la montagna che hai davanti ora!

Come sempre illuminanti le sue parole e le sue analisi, di seguito un estratto dal post originale:

“I soldi dei Venture Capital non sono il fine, sono il mezzo.

A TOK.tv vogliamo cambiare il mondo. Nel nostro piccolo, vogliamo che fra dieci anni nessuno guardi mai la TV da solo. Che le persone passino le ore di rilasso con gli amici vicini e lontani a chiacchierare della loro vita, invece di spistolare su un cellulare a guardare i gattini.

Nel mezzo, pensiamo di poterci fare dei miliardi di dollari, perche’ chi guarda la pubblicita’ in TV nell’intervallo delle partite potra’ anche cliccarci sopra (se gli interessa). E chi fa pubblicita’ in TV sogna un mondo in cui la componente emotiva del video si sposi con quella transazionale di Internet.

Possiamo farcela senza Venture Capital? No. Questo mondo si muove troppo in fretta.

Abbiamo fatto gia’ un miracolo a convincere Juventus, Barcellona, Real Madrid e TIM a darci retta, perche’ il prodotto ha dei numeri fenomenali (e qui ci facciamo i complimenti da soli, o meglio ce li hanno fatti quelli che ci hanno dato i cinque milioni). Ma lo scopo e’ prendere tutto il calcio, e poi tutti gli sport e poi tutta la TV. Non sono cose che si possono fare in 10 anni, perche’ Whatsapp non sta fermo, Facebook si muove, Twitter deve lottare, Microsoft non dorme. E poi ci sono le altre startup…

Lo scopo qui e’ fare una azienda grande come Facebook, ma fatta da italiani. E cambiare il mondo. Da italiani.

Se va male? Beh, almeno ci abbiamo provato. Mi e’ andata bene con Funambol, ma stavolta voglio fare anche di piu’. Di sicuro ho imparato tante cose e qualche vaccata in meno la sto facendo. Pero’ poi dipende da un sacco di fattori, la maggior parte dei quali fuori dal mio controllo.

I soldi dei Venture Capital servono per correre piu’ degli altri. E’ puro doping, ma la salita si inclina di bestia e di sicuro non si fa meno fatica. Se ne fa di piu’. Di romantico c’e’ poco.

Scusate, ma adesso torno a pedalare che il gruppo si e’ alzato sui pedali, e devo tirare la salita.”

D’altronde non è una novità per chi lo conosce, testa bassa e lavoro, il successo di TOK arriva da lontano, lo intervistai per Data Manager nel dicembre del 2012  a a Palo Alto (California) quando il progetto era partito da poco .ed ecco cosa mi diceva:

“L’ho scritto e detto tante volte: sono contentissimo che in tanti vogliano fare startup in Italia. E’ un bellissimo segnale per il Belpaese ed è la strada che ci tirerà fuori dalla palude. Ho però la sensazione che qualcuno abbia una idea troppo romantica di cosa vuol dire fare startup. C’e’ poco di romantico, bisogna farsi un mazzo tanto. Sudore, fatica, sacrificio, notti insonni, quelle cose lì. Per anni, non per qualche giorno”.

Videointervista a Fabrizio Capobianco – Founder & CEO di TOK.tv

Netflix Open Connect

Netflix  riesce ad offrire un’esperienza eccellente per la visione dei propri contenuti in 190 paesi allo stesso tempo.

Tutto questo è possibile grazie a Netflix Open Connect, la Content Delivery Network a distribuzione globale che eroga il 100% del traffico video Netflix, che attualmente supera i 125 milioni di ore di visione al giorno. Questo equivale a picchi di traffico simultanei di decine di terabit al secondo e fa di Netflix Open Connect una delle reti di maggiore volume del mondo.

Al seguente link è disponibile una spiegazione del funzionamento di Open Connect: https://media.netflix.com/it/company-blog/how-netflix-works-with-isps-around-the-globe-to-deliver-a-great-viewing-experience

Netflix collabora con gli Internet Provider di tutto il mondo per offrire un’esperienza di qualità agli spettatori.

Questa mappa della  rete dà un’idea della loro crescita  negli ultimi cinque anni.

Ubicazioni degli ISP Internet Exchange Point (le dimensioni dei cerchi sono proporzionali al volume)

A livello globale, quasi il 90% del traffico è erogato tramite connessioni dirette tra Open Connect e gli ISP utilizzati dagli abbonati per accedere a Internet. La maggior parte di queste connessioni sono localizzate nel punto di interconnessione regionale geograficamente più vicino all’abbonato.

Come funziona Open Connect?

Come hanno spiegato in un recente post nel loro blog, Netflix utilizza il cloud AWS di Amazon per le sue esigenze generiche di cloud computing scalabile. Tutto ciò che deve accadere prima che l’abbonato avvii la riproduzione di un contenuto avviene essenzialmente in AWS, compresa tutta la logica dell’interfaccia dell’applicazione, l’esperienza della scoperta e della selezione dei contenuti, gli algoritmi per i consigli, la transcodifica, eccetera. Utilizzano AWS per queste applicazioni perché le esigenze legate a questo tipo di cloud computing non sono specifiche di Netflix e così possono sfruttare la facilità d’uso e la crescente “commoditizzazione” del mercato cloud.

Tutto ciò che accade dopo che l’abbonato preme il tasto Play è invece specifico di Netflix e la loro crescente esigenza di scalabilità in questo settore ha rappresentato un’opportunità per creare una maggiore efficienza per l’erogazione dei loro contenuti e per Internet in generale.

Per capire meglio come avvenga tutto questo, diamo un’occhiata più da vicino a come è nata Open Connect ed a come funziona:

Netflix Open Connect è stata sviluppata originariamente nel 2011 (e annunciata nel 2012), in risposta alla continua crescita del volume di streaming di Netflix. Dal lancio del servizio di streaming nel 2007, Netflix ha rappresentato una quota significativa e crescente del traffico Internet in tutti i mercati in cui era presente. Anche se le CDN di terze parti facevano un buon lavoro nel distribuire i contenuti di Netflix (in aggiunta a contenuti Internet di ogni genere), presto si sono resi conto che  potevano essere molto più efficienti, grazie alle conoscenze sull’utilizzo di Netflix da parte degli abbonati. Per quanto il numero e le dimensioni dei file che costituiscono la loro libreria di contenuti siano sconcertanti, sono in grado di utilizzare sofisticati modelli di popolarità per assicurarsi che il file giusto sia sul server giusto al momento giusto. Questi algoritmi avanzati si basano in parte sullo stesso approccio e sugli stessi dati su cui si fondano i loro sistemi all’avanguardia per generare consigli per gli abbonati.

Questo preposizionamento dei contenuti gli consente di evitare un utilizzo significativo della capacità strutturale di Internet. Prendiamo ad esempio il continente australiano. Tutti gli accessi a contenuti Internet che non hanno origine in Australia avvengono tramite una serie di cavi sottomarini. Anziché utilizzare questa costosa capacità per il traffico generato da Netflix, copiano ciascun file una volta sola dal loro archivio di transcodifica agli archivi dislocati nel territorio australiano. Ciò avviene durante le ore non di punta, senza competere con altro traffico Internet. Una volta all’interno del continente, ciascun file viene replicato su dozzine di server Open Connect all’interno della rete di ogni ISP.

Oltre a mettere in pratica il concetto basilare del preposizionamento dei contenuti, si sono concentrati anche sulla creazione di una combinazione efficiente di hardware e software per le  Open Connect Appliance. Questa specializzazione e ottimizzazione gli ha consentito di incrementare l’efficienza delle OCA di diversi ordini di grandezza dall’inizio del programma. Siamo passati da un throughput di 8 Gbps da un solo server nel 2012 a oltre 90 Gbps da un solo server nel 2016.

Allo stesso tempo, le Open Connect Appliance sono diventate più piccole e più efficienti a livello energetico. In pratica il server che deve essere alimentato e raffreddato ogni volta che un abbonato Netflix guarda una serie TV o un film occupa uno spazio minore e utilizza meno energia. Tanto che l’erogazione dei contenuti ha un’impronta di carbonio neutrale.

GAIAsmart – l’App per visitare le città…giocando!

Il turismo 2.0 con GAIAsmart è emozionante come una caccia al tesoro

Nell’epoca degli smartphone, dei tablet, delle free wi-fii zone e dei nativi digitali, anche il modo di fare turismo si trasforma… e diventa una caccia al tesoro interattiva, una gara avvincente, una narrazione, un gioco da fare insieme agli amici o in famiglia…

E’ arrivata GAIAsmart (dove GAIA sta per Giochi e Attività Interattive all’Aperto), l’applicazione gratuita per smartphone che trasforma ogni viaggio in un gioco.

Per turisti (e turisti per caso), per famiglie con bambini, per chi ha voglia di imparare ed esplorare giocando. Per chiunque ami viaggiare e voglia scoprire (o riscoprire) una località camminando all’aria aperta, trasformando la visita turistica in un’esperienza coinvolgente ed emozionante alla ricerca di luoghi misteriosi, angoli sconosciuti e scorci inediti delle più belle città.

Nata dalla giovane startup ProMuoviti e dalla fervida fantasia di Caterina Pavan, storyteller, Ivan Manca, sviluppatore e Paolo Carli, architetto, GAIAsmart è un’applicazione e allo stesso tempo un catalogo online di itinerari turistici fuori dalle solite rotte.

Tappe da raggiungere, enigmi da risolvere, quiz divertenti ed approfondimenti interessanti. GAIAsmart vuol dire anche turismo sostenibile (ci si muove a piedi, in bici o con i mezzi pubblici) con doppio vantaggio: per il pianeta e per le persone, che vengono spronate e fare movimento all’aria aperta.

14 i percorsi tematici (per ora ma il numero è destinato ad aumentare) – 3 a Milano, 6 a Torino, 1 a Venezia, 1 a Olbia, 2 a Pinerolo (To) e 1 a Torre Pellice (To) – che vi trasporteranno in un mondo magico e vi permetteranno di scoprire mete sconosciute oppure di guardare luoghi familiari con occhi completamente nuovi, cambiando prospettiva. Se avete in programma un viaggio in queste città scaricate GAIAsmart sul vostro device.

                      

Utilizzare GAIAsmart è semplicissimo: è sufficiente scaricare gratuitamente l’App, scegliere il percorso che preferite tra quelli disponibili nella zona in cui vi trovate, individuati tramite geolocalizzazione, e iniziare l’avventura.

Con GAIAsmart sapete da dove partite ma non dove i vostri passi vi porteranno. Sul vostro percorso incontrerete personaggi storici e di fantasia, guarderete la città da prospettive originali e ad ogni bivio potrete scegliere quale direzione seguire a seconda dei vostri interessi e curiosità.

Potrete godervi la passeggiata senza preoccuparvi di fissare il telefono, sarà GAIAsmart a richiamare la vostra attenzione in prossimità della tappa successiva.

I bimbi (e non solo!) potranno scoprire gli animali che “popolano” gli stemmi del Castello Sforzesco a Milano, quelli coinvolti nella storia e nelle opere del grande Leonardo Da Vinci, andare a spasso sui Navigli oppure sui sentieri del Parco del Valentino a Torino, tra natura e architettura.

Sempre a Torino, nel centro storico, verrete sedotti dal fascino misterioso dei luoghi legati alla magia nera e dalla golosità di quelli del cioccolato, potrete scoprire i segreti del quartiere di San Salvario, fare un salto nella storia antica del Quadrilatero Romano oppure seguire le tracce di Gulliver in zona Crocetta.

Mentre Venezia saprà sorprendervi con i suoi luoghi sacri in un suggestivo percorso alla scoperta delle religioni.

GLI ITINERARI

 Milano

  • Animali Misteriosi: un tour tra il Castello Sforzesco e Parco Sempione
  • Animali Misteriosi 2: sulle tracce di Leonardo da Vinci e non solo…
  • Milano e i Navigli

Torino

  • Torino al gusto di cioccolata: dolce itinerario tra piazze e giardini
  • Dettagli: alla scoperta di San Salvario
  • I Giganti del modellismo: i passi di Gulliver alla Crocetta
  • Luoghi di Magia: le piazze e le chiese del mistero
  • La Macchina del tempo: tuffo nella storia al Quadrilatero Romano
  • Parco del Valentino, anno 2085: tra natura e architettura

Venezia

  • Venezia delle religioni

Olbia

  • Ho perso il traghetto

Pinerolo (To)

  • Caccia al tesoro: in giro per la città

Torre Pellice (To)

  • Valdesi e Torre Pellice, ieri e oggi

WAZE ora ha la nuova funzione “Planned Drives”

Con il nuovo Planned Drives di Waze si potranno pianificare viaggi e appuntamenti senza stress, evitando il traffico e arrivando sempre in orario

Waze, la social navigation app gratuita che conta 50 milioni di user in tutto il mondo, lancia oggi la nuova versione 4.3 per iOS e presenta una grande novità per pianificare anche spostamenti futuri, risparmiando tempo e “stress da partenza”: Waze Planned Drives.

Quando si programma un viaggio o un appuntamento importante, l’ansia è un elemento che spesso rende il tutto più difficile con domande come “Arriverò in tempo?”, “Quanto tempo impiegherò per arrivare a destinazione?”.

Da oggi Waze viene in soccorso e introduce la nuova funzione Planned Drives per iOS grazie alla quale sarà possibile impostare una destinazione da raggiungere nella giornata o nei sette giorni successivi, eliminando possibili ritardi o stress.

Inoltre, inserendo la data e l’ora d’arrivo desiderata con la funzione Calendar Alerts,  attraverso un promemoria, Waze segnalerà il momento giusto per partire, considerando le condizioni del traffico in real time.

                                         

La nuova funzione Planned Drives rende Waze ancora più smart, illustrando i picchi del traffico distribuiti in fasce orarie, così da programmare senza stress l’ora ideale per partire.

Tutte le funzioni di Waze sono studiate per essere integrate fra loro e poter offrire una driving experience completa, in grado di far risparmiare tempo e stress prima e durante il viaggio.

Di seguito alcuni suggerimenti per utilizzare Waze nel miglior modo possibile:

– Assicurarsi che Waze sia sincronizzato con il Calendar e/o Facebook affinché gli appuntamenti e gli eventi di Facebook diventino automaticamente Planned Drives

– Abilitare la possibilità di ricevere promemoria nelle impostazioni dello smartphone. L’orario di partenza suggerito e il tempo stimato di arrivo potrebbero cambiare poco prima del momento previsto per la partenza a seconda delle condizioni del traffico

– Una volta in macchina, inviare il proprio ETA (Estimated Time of Arrival) ad amici e familiari, avvisandoli che si sta arrivando e in quanto tempo

–  Se, una volta partiti, si ha necessità di un caffè o di fare benzina, Waze permette di inserire la tappa desiderata all’interno del percorso

About Waze

Waze è il pioniere della navigazione social, che influenza la tecnologia mobile e un’appassionata comunità globale a ridefinire le aspettative sulle mappe di oggi. Waze ospita il più grande network di automobilisti che collaborano insieme quotidianamente per evitare il traffico e risparmiare tempo e denaro. L’app consiglia le vie più veloci da percorrere basandosi su dati di guida che arrivano in tempo reale da oltre 50 milioni di utenti. Dalle indicazioni sul traffico agli alert sui prezzi del carburante alle offerte dei propri brand preferiti., Waze è uno dei compagni per la guida più completi sul mercato. Per scaricare gratuitamente l’app di Waze per iOS e Android, visita http://www.waze.com

ENEL LANCIA UN PROGRAMMA PER START-UP IN ISRAELE

Enel ha annunciato il lancio di un programma di supporto tecnologico per start-up in Israele, un Paese con una tale concentrazione di aziende ‘tech’ innovative da poter vantare una sua versione di Silicon Valley, detta Silicon Wadi. Nell’ambito del programma, Enel lancerà una società di supporto a start-up che farà da ‘incubatore di business’ e sarà operativa a Tel Aviv, da maggio. Ogni anno saranno scelte fino a otto start-up, tra le aziende chiave locali, che potranno beneficiare di un programma di sostegno su misura, in collaborazione con Enel.

Uno degli obiettivi del programma – al di là dello sviluppo di singole start-up – è quello di stabilire una presenza di Enel nell’ecosistema israeliano dell’innovazione, tra i più sviluppati al mondo, facendo leva sulla rete dei fondi di venture capital e sulle università, in collaborazione con l’Ufficio del “Chief Scientist” presso il Ministero dell’Economia di Israele. La società di supporto selezionerà le start-up attraverso gare pubbliche sulla base della più ampia lista delle priorità tecnologiche di Enel. Una volta selezionate, le start-up avranno a disposizione una serie di ingegneri ed esperti tecnologici di Enel, che le aiuteranno nello sviluppo sia del business sia della tecnologia tramite test in strutture aziendali, facendo leva sull’esperienza commerciale e tecnologica del Gruppo. Il programma di sostegno avrà una durata di almeno sei mesi per ogni progetto. ll nuovo programma israeliano è solo la più recente delle iniziative di Enel a sostegno delle start-up, nell’ambito del suo nuovo approccio all’innovazione tecnologica.

Il progetto replica il modello già avviato con il programma di accelerazione “Energy Start“, in America Latina, e con quello ” INCENSe “, promosso dalla Commissione Europea, per sostenere le start-up in Europa e Israele. Il programma israeliano, presentato oggi, segue l’annuncio del gennaio scorso relativo alle 28 start-up europee e israeliane che riceveranno fino a 150.000 euro di finanziamento a seguito del secondo bando di “INCENSe” che, nelle sue due ‘open call’, ha selezionato 42 aziende per ricevere i finanziamenti.

Enel sostiene la crescita delle start-up, migliorando e testando le loro soluzioni, e offrendo loro l’accesso al suo ecosistema, nell’ambito del quale possono trarre beneficio dalle competenze aziendali, dalle strutture del Gruppo e dalla base di 61 milioni di clienti in oltre 30 paesi del mondo. Attualmente, Enel sta assistendo circa 50 start-up.

Enel ha adottato un nuovo approccio all’innovazione tecnologica per supportare il suo posizionamento strategico a lungo termine come azienda sostenibile e concentrata sullo sviluppo del progresso in tutti i campi della generazione, distribuzione e gestione dell’energia. Il Gruppo identifica e coinvolge le start-up che abbiano le potenzialità di precorrere le tendenze e sviluppare nuovi prodotti e servizi. Enel ha costruito un ecosistema di fondi di venture capital, università, acceleratori, altre aziende e istituzioni, in cui le start-up trovano tutto ciò che serve per crescere e diventare storie di successo, con il fine di integrare i loro avanzamenti tecnologici nelle attività commerciali e industriali di Enel.

Guardate la videointervista che feci a maggio 2015 a Ernesto Ciorra, Direttore Funzione Innovazione e Sostenibilità del Gruppo Enel

Find more @ http://www.datamanager.it/2015/05/ene…

820 mila dollari per TOK.tv, angels IAG tra gli investitori

Pronto per i Mondiali 2014 con le sue app TOK World Cup, TOK.tv è la social tv company fondata a Palo Alto da Fabrizio Capobianco, già fondatore di Funambol

Italian Angels for Growth (IAG), la principale associazione italiana di business angel, annuncia la partecipazione dei propri soci all’investimento realizzato da venture capitalist e business angel statunitensi nella startup TOK.tv chiuso nei giorni scorsi per la cifra di 820 mila dollari.

I soci IAG intervengono nell’investimento con la cifra di 165 mila dollari.

TOK.tv è la Social TV Company che permette ai tifosi di riscoprire l’esperienza di guardare lo sport insieme in tv grazie ad applicazioni mobile che permettono di creare virtual living room ed ospitare fino ad un massimo di 4 persone, mentre si guardano le partite dei Mondiali in TV o di altri eventi sportivi. L’esperienza è arricchita con informazioni e statistiche in tempo reale sulla partita e news durante tutta la settimana.

Fondata da Fabrizio Capobianco, serial entrepreneur e Presidente di Funambol, una delle poche startup italiane cha hanno ottenuto grande successo negli US, TOK.tv è nata nel 2012 negli States raccogliendo immediatamente un grande consenso in ambito second screen e sport con TOK Baseball (tra le 10 app più scaricate su iOS nella categoria Sport) e con TOK Football nel 2013. Ad agosto 2013, TOK.tv è sbarcato in Italia con Juventus Live, tra le app sportive più scaricate per iOS e Android.

Marco Fabio Nannini, Managing Director IAG e champion dell’investimento dichiara: “Siamo entusiasti di investire in questo promettente mercato dei second screen attraverso un’app focalizzata nello sport. Riteniamo che ci siano grandi potenzialità e che i mondiali di calcio possano essere la vetrina di lancio non solo per le TOK World Cup app, ma per il modello di business nel suo complesso”.

Fabrizio Capobianco aggiunge: “Volevamo trovare un modo per ricreare l’esperienza del divano di casa e restituire ai tifosi l’emozione di guardare le partite con gli amici, anche se sono lontani. E’ un’idea vincente sul mercato del second screen, come dimostrato dal mezzo milione di utenti che fino a oggi hanno usato le nostre applicazioni, in particolare Juventus Live. I mondiali sono una grande occasione per estendere questa esperienza ai tifosi di diverse nazioni”.

Ho intervistato Fabrizio all’inizio della sua avventura con TOK quando ero in Silicon Valley:

 

E’ possibile scaricare le app dei campioni del mondo su: http://www.tok.tv/world-cup-teams/

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 IAG – Italian Angels for Growth

Italian Angels for Growth (IAG) è il maggiore angel group in Italia. Nato nel 2007 dalla volontà di nove angeli fondatori, IAG conta oggi 118 soci e rappresenta una delle più solide realtà dell’angel investing europeo. L’associazione ha sviluppato attraverso i propri soci e il coinvolgimento di altri operatori, investimenti in capitale di rischio per circa 22.5 milioni di euro suddivisi in 40 round d’investimento.

I soci IAG hanno contribuito alla nascita e alla crescita di 28 imprese innovative, eccellenze della ricerca, dello sviluppo tecnologico, dello spirito imprenditoriale italiani, tra cui Spreaker, Stereomood, ProxToMe, Biogenera, S5Tech, Eugea, Win, SediciDodici, Agroils, Ohikia, Margherita Fingerguard, Angiodroid, Musement, Cellply, Lovli, GiPStech.

 

IAG – Italian Angels for Growth

Twitter – @italianangels

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