Cyberbullismo – 0 in condotta: ragazzi incuranti della privacy usano lo smartphone dai 9 anni

Una percentuale altissima degli oltre 1500 ragazzi delle scuole primarie e secondarie inferiori incontrati durante i workshop formativi dispone di un profilo social alla mercè di chiunque e di uno smartphone abilitato alla navigazione non protetta sin dai 9 anni. A partire dai 12 anni i ragazzi hanno un proprio indirizzo email personale, la cui password, debolissima, spesso non è condivisa con i genitori.

La soglia di età dei ragazzi che utilizzano internet e social media si è ulteriormente abbassata. Questo quanto emerso dagli incontri condotti tra febbraio e aprile con alcuni istituti scolastici del Nord Italia nel quadro dell'iniziativa "Cyberbullismo – 0 in condotta” di G DATA. Smartphone abilitati alla navigazione, ma solo di rado protetta tramite parental control, sono già messi a disposizione di bambini tra i nove e i dieci anni di età, spesso in concomitanza della Prima Comunione.

Instant Messaging e Social Network

"Abbiamo riscontrato che circa il 90% dei ragazzi fra 9 e 13 anni possiede uno smartphone e utilizza Whatsapp come sistema di messaggistica (cui si aggiunge Snapchat impiegato dal 20% dei ragazzi). Al più tardi dalla quinta elementare tutti dispongono di almeno un dispositivo abilitato alla navigazione (tablet/computer/mobile) e ogni classe (circa il 50% delle quinte, ma il 100% dalle prime medie) ha un gruppo privato su Whatsapp”, conferma Mauro Ozenda, noto consulente informatico e formatore incaricato da G DATA Italia di gestire l'iniziativa di formazione Cyberbullismo – 0 in condotta e co-autore di libri inerenti la sicurezza in Rete.

"In termini social, un buon 70% è iscritto a Instagram e il 20% a Facebook, ove pubblica informazioni riservate, tra cui dati anagrafici e recapiti, senza alcuna tutela”, continua Ozenda, che rileva altresì un'impennata nell'utilizzo della piattaforma di condivisione social Musical.ly dove i ragazzi pubblicano video "cantati” in playback o di persona della durata di quindici secondi.

L'incontro con i ragazzi a Vidigulfo (PV)

Indipendentemente dal social network utilizzato, solo pochi (meno del 30%) condividono video o immagini impostando ai massimi livelli la privacy del proprio account, con il rischio che quanto condiviso finisca in pasto alla Rete in modo incontrollato. L'80% dei ragazzi conferma altresì di aver accettato almeno una volta la "richiesta di amicizia” di sconosciuti, a discapito della protezione dei contenuti da loro pubblicati tramite una corretta impostazione della privacy. Risulta quindi genericamente scarsa l'attenzione dei ragazzi circa la tutela della propria privacy e ai minimi livelli la conoscenza delle norme basiche di privacy previste dal Garante in merito alla necessità di un'autorizzazione scritta dei genitori di eventuali altri ragazzi immortalati nelle foto o nei video condivisi sul gruppo della classe di Whatsapp o sul profilo di Facebook o Instagram.

Durante gli incontri è quindi emersa l'assoluta necessità di alfabetizzazione su tematiche quali protezione del dato, tutela della propria privacy e di quella altrui, sicurezza dei dispositivi, utilizzo consapevole dei social Network. Argomenti che ogni genitore/insegnante/ragazzo dovrebbe discutere o conoscere.

Accesso libero alla Rete

"Nonostante una buona percentuale risulti dotata di un antivirus per PC e smartphone, l'80% dei ragazzi sostiene di non avere mai avuto alcun sistema di protezione minori (parental control) da quando ha iniziato a utilizzare internet”, conferma Ozenda. Sin da subito (dai 9 anni) viene garantito libero accesso a qualsiasi contenuto, su qualsiasi potenziale piattaforma.

Per gli account, che siano social o di posta elettronica, viene impiegata spesso una sola password, facile da indovinare. Una password che i ragazzi della scuola media inferiore troppo spesso non condividono con i genitori. Numerosi anche i ragazzi che aprono nuovi account di posta elettronica o profili sui social o su piattaforme IM senza curarsi di chiudere i precedenti, con il rischio che col tempo altri compagni se ne avvalgano, sostituendosi al proprietario, per diffondere immagini o particolari personali fasulli, o che, eventualmente, ne possano abusare dei malintenzionati per contattare altri ragazzi/e.

Oltre ad informare i ragazzi su come meglio proteggersi in Rete e sui rischi del phishing per chi dispone di un proprio account di posta elettronica, i workshop erano rivolti anche ai genitori, cui sono state fornite indicazioni chiare per tutelare, monitorare, affiancare, in una parola "educare” i figli ad un utilizzo corretto di internet e dei social media. Ai genitori abbiamo spiegato quanto sia fondamentale installare un software per la protezione della navigazione dei minori, specie su device mobili, che ne consenta il controllo mediante restrizioni su app/giochi, con filtri su chiamate/sms, limitazioni sull'utilizzo dei dispositivi, blocchi su eventuali richieste da parte di contatti non presenti all'interno della rubrica e a siti non adatti ai bambini.

Cyberbullismo

Durante i workshop formativi con i ragazzi è emerso che gli episodi di cyberbullismo hanno luogo per lo più sul gruppo di classe di Whatsapp. Non rare le situazioni in cui un singolo elemento viene preso duramente in giro dai compagni, con giudizi o immagini denigratorie, condivise su gruppi "privati” ai quali genitori e insegnanti non hanno accesso diretto. Indipendentemente dalla piattaforma è stata quindi evidenziata l'importanza delle segnalazioni tempestive agli adulti (docenti e genitori) di qualsiasi episodio di cyberbullismo da parte dei ragazzi "spettatori”, che si tratti del gruppo Whatsapp della classe o di altre piattaforme di comunicazione web o social, per evitare di rendersi complici di un atto, il cyberbullismo, punibile a norma di legge a partire dai 14 anni di età.

Da notare peraltro che, a livello giuridico, gli atti illeciti commessi dal figlio minorenne ma capace di intendere e di volere rientrano nella responsabilità civile dei genitori. Non esercitare una vigilanza volta a prevenire e correggere comportamenti inadeguati è una violazione dei doveri concernenti l'esercizio della potestà, in quanto tale sanzionabile. Per quanto riguarda gli insegnanti invece, gli stessi incorrono in una multa da 30 a 516 euro "quando omettono o ritardano di denunciare all'Autorità Giudiziaria o ad un'altra Autorità che riferisca alla prima, un reato di cui ha avuto notizia nell'esercizio o a causa delle sue funzioni" (art. 361 c.p.).

L'iniziativa G DATA

Tra febbraio e aprile 2017, il progetto Cyberbullismo – 0 in condotta ha raggiunto, 1500 ragazzi e circa 600 fra genitori e docenti che hanno manifestato soddisfazione per l'importanza degli argomenti affrontati con chiarezza e semplicità di linguaggio. Fra le province già raggiunte ricordiamo Milano, Sondrio, Pavia, Brescia, Cuneo, Novara, Padova e Imperia.

Per la scuola parlare di Netiquette e di concetti legati all'educazione civica e legale della Rete, significa prevenire fenomeni di odio online (hate speech) e di cyberbullismo. G DATA Italia è stata lieta di contribuire a tale prevenzione avvalendosi dell'esperienza di Mauro Ozenda.

Attacchi bancari fileless – ecco come avvengono

Gli esperti di Kaspersky Lab ricostruiscono un caso di ATMitch e scoprono un modo misterioso di guadagnare con gli ATM

 

Un giorno gli impiegati di una banca scoprirono un ATM vuoto: i soldi erano scompari e non c’era traccia di danni fisici al dispositivo né di malware. Studiando questo caso, gli esperti di Kaspersky Lab sono stati in grado non solo di scoprire i tool usati dai cyber criminali per la rapina ma anche di riprodurre l’attacco, scoprendo una vulnerabilità di sicurezza nella banca.

A febbraio 2017 Kaspersky Lab ha pubblicato i risultati di un’indagine su misteriosi attacchi fileless ad alcune banche: i criminali usavano un malware residente in memoria per infettare le reti bancarie. Ma perché lo stavano facendo? Il caso ATMitch ha aiutato gli esperti ad ottenere il quadro d’insieme.

L’indagine è iniziata dopo che gli specialisti forensi della banca hanno scoperto e condiviso con Kaspersky Lab due file contenenti log di malware trovati nell’hard drive dell’ATM (kl.txt e logfile.txt). Questi sono gli unici due file lasciati dopo l’attacco: non è stato possibile trovare i file eseguibili nocivi poiché dopo la rapina i cyber criminali hanno cancellato il malware. Tuttavia, anche queste scarse informazioni hanno permesso a Kaspersky Lab di condurre con successo un’indagine.

Preleva e cancella

Grazie ai file di log, gli esperti di Kaspersky Lab sono stati in grado di identificare pezzi di informazione in formato testo che li hanno aiutati a creare delle YARA rule per gli archivi pubblici di malware e a trovare un sample. Le YARA rule – essenzialmente delle stringhe di ricerca – aiutano gli analisti a scoprire, raggruppare e categorizzare campioni di malware connessi e creare collegamenti sulla base di pattern comportamentali sospetti su sistemi o reti che presentano somiglianze.

Dopo una giornata di attesa, gli esperti hanno trovato il desiderato campione di malware: “tv.dll” o “ATMitch”, come è stato successivamente rinominato. È stato scoperto due volte: una volta in Kazakistan e una in Russia.

Questo malware viene installato ed eseguito da remoto su un ATM dall’interno della banca attraverso lo strumento di amministrazione remota di questi dispositivi. Dopo l’installazione e la connessione all’ATM, il malware ATMitch comunica con il Bancomat come se si trattasse di un software legittimo. Questo permette ai criminali di eseguire una serie di comandi, come raccogliere informazioni sul numero di banconote nei cassetti dell’ATM. Inoltre, permette ai criminali di erogare denaro in ogni momento, semplicemente premendo un tasto.

Solitamente i criminali iniziano raccogliendo informazioni sulla somma di denaro all’interno di una macchina, per poi inviare il comando di erogare un certo numero di banconote da qualsiasi cassetto. Ai criminali non resta, quindi, che ritirare le banconote e andarsene. Una simile rapina richiede solo pochi secondi.

Una volta svaligiato l’ATM, il malware elimina le proprie tracce.

Di chi si tratta?

Non è ancora noto chi si celi dietro questi attacchi. L’utilizzo di codice open source nell’exploit, di comuni utility Windows e domini sconosciuti nella prima fase di attacco rende praticamente impossibile determinare quale gruppo ne sia responsabile. Tuttavia, “tv.dll”, usato nella fase di attacco che coinvolge gli ATM, contiene risorse in lingua russa e i gruppi conosciuti che potrebbero rispondere a questo profilo sono GCMAN e Carbanak.

“Questi criminali potrebbero essere ancora attivi, ma non temete! Combattere questo tipo di attacchi richiede competenze specifiche agli specialisti di sicurezza che proteggono le organizzazioni. La violazione ed esfiltrazione dei dati da una rete può avere successo solo con tool comuni e legittimi e, dopo l’attacco, i criminali potrebbero cancellare tutti i dati che porterebbero al rilevamento, non lasciando alcuna traccia. Per affrontare questi problemi, le indagini forensi nella memoria sono sempre più fondamentali per l’analisi dei malware e delle loro funzionalità. Come provato da questo caso, una pronta risposta diretta agli incidenti può aiutare a risolvere anche i casi più difficili”, ha commentato Sergey Golovanov, Principal Security Researcher di Kaspersky Lab.

Le soluzioni Kaspersky Lab rilevano con successo le attività criminali che sfruttano le tattiche, tecniche e procedure precedentemente descritte. Ulteriori informazioni su questa storia e le Yara rule per le analisi forensi degli attacchi fileless possono essere trovate nel blog post su Securelist.com. I dettagli sulle tecniche, compresi gli indicatori di compromissione, sono inoltre a disposizione dei clienti dei Kaspersky Intelligence Services. 

 

Facebook Updates: Branded Content & FbStart Apps of the Year 2017

**BRANDED CONTENT** 

Espandere i contenuti brandizzati a più pagine

 L’anno scorso abbiamo aggiornato la nostra Normativa sui contenuti di marca per consentire alle Pagine e ai Profili verificati di pubblicare contenuti brandizzati su Facebook. Ora ci sono migliaia di creatori e editori che condividono questo tipo di contenuti su Facebook ogni mese.

 

Oggi annunciamo tre aggiornamenti dei contenuti di marca, che sono il risultato diretto dei feedback che raccogliamo continuamente dai nostri partner:

·         La possibilità di condividere contenuti di marca su Facebook estesa a più Pagine

·         Un aggiornamento sul tag dei contenuti brandizzati

·         Una semplificazione delle policy e un enforcement delle linee guida

 

Estensione dei contenuti di marca a più Pagine

 

Fino ad oggi, solo le Pagine e i Profili verificati erano in grado didere dei contenuti brandizzati su Facebook. Sappiamo che ci sono molti altri creatori e editori che potrebbero offrire questa tipologia di contenuti, ma che non sono verificati, perciò vogliamo rendere questa opportunità maggiormente accessibile e disponibile.

 

Ogni pagina può ora presentare application a questo link per accedere allo strumento per i contenuti di marca. Stiamo estendendo questo strumento anche alle pagine non verificate che pensiamo possano essere interessate ad utilizzarlo. Le Pagine che potranno condividere contenuti di marca riceveranno una notifica dopo aver eseguito l’accesso su Facebook, e vedranno lo strumento dei contenuti brandizzati nel box di creazione dei post, sotto forma di un’icona che rappresenta una stretta di mano.

 

Se idonee, le pagine che desiderano condividere i contenuti di marca dovranno osservare le nostre norme e utilizzare lo strumento dei contenuti brandizzati per taggare i loro business partner nei loro post. Oggi stiamo iniziando ad estendere questa funzionalità alle pagine su iOS e www e abbiamo intenzione di estenderla al sistema Android nelle prossime settimane.

 

Per ulteriori informazioni sull’utilizzo dei contenuti di marca, visita il nostro Centro Assistenza. Per informazioni sulle nostre policy, consulta le nostre Normative sui contenuti della marca di Facebook.

Aggiornamento del tag per i contenuti di marca

 

Vogliamo permettere alle persone di riconoscere in modo chiaro i contenuti brandizzati. A questo scopo, stiamo effettuando degli aggiornamenti relativi al tag dei contenuti di marca, per includere un tag che segnali questo tipo di post (tag ‘Paid’).

 

Il nostro obiettivo con questo aggiornamento è rendere chiaro alle persone che i post con contenuti di marca rappresentano uno scambio di valore tra l’editore e una terza parte.

Gli editori rimarranno responsabili rispetto alle norme vigenti per la pubblicità nel loro mercato, inclusa la presentazione di informazioni aggiuntive necessarie per indicare la natura commerciale dei contenuti pubblicati.

 

Policy e aggiornamenti di enforcement

Abbiamo effettuato alcuni aggiornamenti riguardo le Normative sui contenuti della marca di Facebook, basandoci sul feedback diretto ricevuto dai nostri partner editori. Ora permettiamo l’utilizzo di loghi, filigrane e sovrapposizioni grafiche all’interno dei video. Prima di questo aggiornamento, tali elementi non potevano apparire durante i primi 3 secondi di un video.

Stiamo inoltre cambiando le nostre normative sui contenuti di marca sulla nostra piattaforma. Le pagine che postano contenuti di marca che violano le nostre policy riceveranno una notifica che li avvisa rispetto alle modifiche da effettuare. Non rimuoveremo più i post che violano le normative; essi appariranno sulla pagina dell’editore, ma saranno nascosti dal News Feed. Il gestore della Pagina potrà riacquisire la visibilità del post nel News Feed correggendo l’errore.

Con queste modifiche, abbiamo aggiornato la lingua delle nostre Normative sui contenuti della marca di Facebook, per renderle più facilmente comprensibili. Speriamo che questi aggiornamenti possano rendere più facile la pubblicazione di contenuti brandizzati su Facebook. Ulteriori informazioni sono disponibili al seguente link.

 

 

**FBSTART APPS OF THE YEAR 2017**

Facebook apre le iscrizioni al premio FbStart Apps of the Year 2017

 

 

Il programma FbStart di Facebook, rivolto a tutte le startup del mondo, mette a disposizione strumenti e servizi gratuiti per supportare imprenditori e sviluppatori nella crescita dei loro business. Per dare un riconoscimento e premiare le startup più innovative del programma FbStart, Facebook rinnova la sua competizione annuale Apps of the Year Awards.

 

Premi

 

Riconosciamo quanto sia impegnativo creare, diffondere e soprattutto distinguersi nel crescente e competitivo panorama del mobile. Ecco perché vogliamo premiare ogni vincitore con un premio in denaro e offrendo crediti pubblicitari da utilizzare su Facebook, affinché questo permetta loro di ottimizzare i tempi di realizzazione delle idee di business e acquisire nuovi clienti.

Facebook alloccherà 160.000$ a cinque diversi partecipanti: 100.000$ al vincitore globale degli Awards e 60.000$ che verranno divisi tra i tre vincitori regionali e il creatore della Social Good App of the Year:

 

        Global App of the Year: premio di 100.000$ (50.000$ in contanti e 50.000$ in crediti pubblicitari Facebook), compreso di assistenza da parte del team di Facebook che aiuterà la startup ad accelerare la crescita del proprio business.

        Regional App of the Year (tre vincitori): 15.000$ per ogni vincitore ($7.500 in contanti e $7.500 in crediti pubblicitari Facebook).

        Social Good App of the Year: 15,000$ (7.500$ in contanti e 7.500$ in credit pubblicitari Facebook)

 

Ammissione delle Startup

La competizione di quest’anno ammette FbStart mobile app, ideate da startup, che dimostrano un’eccezionale possibilità di crescita e il potenziale per un successo continuo, che offrano al consumatore un’esperienza completa e di design e che utilizzino i prodotti per gli sviluppatori offerti da Facebook per coinvolgere gli utenti. Come l’anno scorso, i partecipanti saranno giudicati da una stimata giuria composta da esperti nello sviluppo di applicazioni mobile, investitori, fondatori di startup e rappresentati di Facebook.

 

Il concorso Apps of the Year 2017 accetta la candidatura di progetti sia iOS che Android. Se sei uno sviluppatore FBStart di bot, ci stiamo impegnando per creare occasioni nelle quali verrà mostrato il grandioso lavoro portato avanti dalla nostra comunità di sviluppatori di bot, e stiamo attualmente definendo nuovi concorsi specificamente dedicati a voi. Rimanete sintonizzati!

Ai finalisti regionali sarà inoltre richiesto di inviare un video di 60-90 secondi che verrà valutato dai giudici. Per essere ammessi alla competizione, tutte le applicazioni devono essere iscritte al programma  FbStart e integrate con gli strumenti per gli sviluppatori di Facebook. I membri di FbStart che soddisfano i requisiti per la candidatura dovranno iscriversi entro il 1 maggio 2017 alle h. 21:00 per poter partecipare al concorso. Se non sei ancora un membro, puoi iscriverti a FbStart entro il 15 Aprile 2017 affinché la tua candidatura venga presa in considerazione.

 

Iscriviti adesso

Non vediamo l’ora di ricevere le iscrizioni dei membri di FbStart e premiare un nuovo gruppo di startup innovative che stanno aprendo la strada a molti nuovi aspiranti imprenditori.

Iscriviti al premio FbStart Apps of the Year 2017 qui.

 

AREA SCIENCE PARK – Un’app elimina code. L’ha realizzata la startup CodaQ

 

La startup CodaQ ha realizzato per lo Sportello Famiglia del Comune di Trieste un servizio di prenotazione attivabile via smartphone

 

 

 

Portatori di disabilità, donne in gravidanza e mamme con bambini piccoli che si rivolgono allo Sportello Famiglia del Comune di Trieste possono da qualche giorno prenotare il loro appuntamento invece di mettersi in coda come si fa normalmente. Grazie a una partnership con la startup innovativa CodaQ (www.codaq.it) attiva nell’AREA Science Park, è stato infatti realizzato un sistema elimina code integrato con un software, che offre un servizio sperimentale di prenotazione. Lo Sportello Famiglia, gestito dalla Cooperativa La Quercia, fornisce informazioni e orientamento su misure quali la Carta famiglia e il bonus energia, l’abbattimento delle rette per gli asili nido e l’assegno per nuclei familiari numerosi.

 

La prenotazione dell’appuntamento può avvenire in qualsiasi momento tramite smartphone, scaricando l’applicazione “CodaQ”  per i dispositivi Android e Apple iOS oppure, in alternativa,  chiamando il Centro Informativo di Televita al numero  800 884 800, dalle 9.00 alle 13.00 dal lunedì al sabato. Possono inizialmente usufruire di questa modalità i portatori di disabilità, mamme con bambini fino a due anni e donne in gravidanza, concordando un appuntamento nelle fasce orarie a loro dedicate.

 

La prenotazione consente di accedere allo sportello senza la necessità di altre azioni: tanto l’app CodaQ che il Centro Informativo rilasciano infatti un codice (ticket) con il quale l’utente può presentarsi direttamente agli sportelli nell’orario prestabilito e attendere la chiamata del proprio codice da parte dell’innovativo sistema elimina code.

 

CodaQ è una delle startup vincitrici del bando premiale SpinArea promosso da AREA Science Park in collaborazione con l’incubatore certificato Innovation Factory.

 

NETFLIX – Alla ricerca dei migliori traduttori in tutto il mondo con HERMES

;word-spacing:0px”> Dal lancio globale di Netflix, l’attività di traduzione è cresciuta esponenzialmente. È incredibile pensare che solo 5 anni fa Netflix supportava solo l'inglese, lo spagnolo e il portoghese. Ora ha superato le 20 lingue, tra cui il coreano, il cinese, l'arabo e il polacco, e il numero continua a crescere. L’obiettivo dell’azienda è intrattenere gli abbonati nella loro lingua, senza perdere di vista le finalità creative e le sfumature culturali, per offrire un servizio di qualità. Nasce così l'esigenza di incrementare rapidamente le risorse in grado di fornire traduzioni di massimo livello per gli spettatori nelle lingue di tutto il mondo.

 

Solo due settimane fa Netflix ha lanciato la nuova piattaforma HERMES e migliaia di candidati di tutto il mondo hanno già completato il test, in rappresentanza di tutte le lingue richieste. Si tratta di un risultato incredibile che andrà a beneficio di tutti gli abbonati, in linea con l’impegno di Netflix per migliorare continuamente la qualità dei sottotitoli del servizio. L’azienda si sta velocemente avvicinando a una svolta importante: presto l'inglese non rappresenterà più la lingua principale usata dagli spettatori di Netflix e grazie a HERMES sarà possibile valutare al meglio le persone dedite a questo importante compito e consentire agli abbonati di godersi le serie TV e i film preferiti nella propria lingua.

 

Ulteriori informazioni su HERMES sono disponibili sul Tech Blog Netflix.

 

 

Huawei sigla un Protocollo d’Intesa con MetaSystem per contribuire allo sviluppo dell’industria dei veicoli interconnessi

Huawei ha siglato un importante Protocollo d’Intesa con l’azienda di Reggio Emilia MetaSystem, leader mondiale nel mercato usage-based insurance (UBI) al CeBIT 2017. L’accordo avvierà la collaborazione tra Huawei e Matasystem Italia volta allo sviluppo di applicazioni per veicoli interconessi e alla fornitura di una serie di soluzioni UBI end-to-end per l’industria.

 

La rapida evoluzione dell’industria IoT ha generato nuove opportunità di mercato. Huawei collaborerà con MetaSystem per promuovere l’evoluzione e la trasformazione dell’industria delle auto connesse, supportando le aziende nella loro trasformazione digitale e offrendo esperienze senza precedenti nel campo dei veicoli interamente connessi.

 

Il Protocollo d’Intesa illustra il piano delle due aziende volto a fornire soluzioni UBI end-to-end ai propri clienti, integrando i dispositivi e le applicazioni per veicoli interconnessi di MetaSystem con la piattaforma IoT OceanConnect di Huawei. Inoltre Huawei e MetaSystem hanno confermato l’intenzione di sviluppare diverse applicazioni per le connected car e di favorire lo sviluppo di innovazioni utilizzando le potenzialità della piattaforma OceanConnect.

"L’industria IoT ha un futuro roseo e un potenziale eccezionale. Per poterlo sfruttare con successo occorre collaborazione tra i diversi partner coivolti. L‘interazione tra la piattaforma Huawei OceanConnect IoT e MetaSystem ci consente di fornire applicazioni per le connected car di qualità superiore. Ci auguriamo di lavorare a fianco di un numero crescente di partner per ampliare la gamma di applicazioni IoT per l’industria e i consumatori", ha dichiarato Zhang Xiwei VP Cloud Core Network Product Line di Huawei.

 

Il CEO di MetaSystem Giuseppe Simonazzi ha evidenziato la crescente adozione di motori ibridi o elettrici in alternativa a quelli tradizionali. Inoltre ha introdotto il concetto di Vehicles as a Service (VaaS), che sta diventando sempre più popolare e che farà crescere la domanda di sensori e di altre apparecchiature da inserire a bordo.

 

"Huawei è leader nella fornitura di infrastrutture ICT innovative e MetaSystem è specializzata in elettronica per l’automotive e in applicazioni telematiche. Credo ci siano tutti gli elementi per una partnership di successo a livello internazionale", ha commentato Giuseppe Simonazzi.

Techfugees Roma 2017. Ingaggiare i milliennals sui temi di migrazione e integrazione

Il 31 marzo e il 1 aprile a Roma nella sede di Luiss Enlabs, in Via Marsala 29 H si terrà la terza edizione italiana di Techfugees, iniziativa internazionale lanciata nel 2015 da Mike Butcher, direttore  di TechCrunch, con l’obiettivo di mettere in contatto il mondo tecnologico e quello delle Onlus al fine di trovare soluzioni alla crisi dei migranti in Europa.

La sfida di Techfugees Roma sarà quella di trovare modi innovativi di ingaggiare i millennials sui temi relativi ai migranti. Si lavorerà quindi su progetti che promuovano l’abbattimento di barriere culturali, il miglioramento del flusso di informazioni sia da i migranti che verso di loro, e iniziative di integrazione. L’evento sarà supportato dai suoi partner UNICEF Italia e Facebook.

UNICEF fornirà ai partecipanti un brief sulla crisi rifugiati e migranti per indicare le problematiche più urgenti in tema di integrazione e flusso delle informazioni. L’UNICEF lavora nei paesi di origine, transito e destinazione, proteggendo i bambini rifugiati e migranti in fuga da violenze e povertà, aiutandoli a ottenere un’istruzione e a soddisfare le proprie necessità di base.

Facebook metterà a disposizione tutta la gamma di strumenti presenti sulle proprie piattaforme dedicate agli sviluppatori.

 

Nell’ambito dell’iniziativa sono previsti due momenti pubblici aperti alla stampa, presso la sede di Luiss Enlabs, via Marsala 29 H:

 

Venerdì 31 marzo alle 17,30 con la partecipazione di Francesco Boccia, Presidente Commissione Bilancio – Camera dei Deputati, Benedetta Arese Lucini Techfugees Ambassador per l’Italia, Marina Calcagno e Lema Zekyra, Global Head of Chapters Techgfugees, Francesco Ambrogetti Direttore Fundraising e Marketing UNICEF Italia, in video James Cranwell-Ward, Innovation Specialist UNICEF Libano, Ziad Traboulsi, Engineering Lead, EMEA Partnership di Facebook, Paolo Picazio, Manager, Partner and Ecosystem Development SEMEA di Facebook.

 

Sabato 1 aprile alle 17,00 con Flavia Marzano, Assessore Roma semplice del Comune di Roma.

Gli organizzatori Techfugees Italia è guidato da Benedetta Arese Lucini, Marina Calcagno Baldini e Costanza Gallo. Dopo le edizioni di Roncade e di Torino, quella romana è la terza edizione dell’iniziativa in Italia e vede una grossa novità: la partecipazione di Codemotion come co-organizzatore. Codemotion è un hub che unisce developer e aziende. E’ la più grande conferenza tecnica in Italia e in Europa con un network internazionale di 40.000 developer, con speaker internazionali da tutto il mondo e tutte le principali realtà IT. Codemotion organizza, oltre alle conferenze, formazione specializzata per sviluppatori software, progetti di open innovation (es: hackathon) e ha creato Codemotion Kids, la prima scuola per robotica, elettronica e programmazione per bambini e bambine dai 7 ai 17 anni.

Come si svolge – L’hackathon si svolgerà nei giorni di venerdì 31 marzo e sabato 1 aprile nella sede di LUISS ENLABS, acceleratore di startup nato da una joint venture tra LVenture Group, holding di partecipazioni che investe in startup digitali, e l’Università LUISS, situata all’interno della stazione Termini. Venerdì sera, dopo una sessione di kick-off, saranno lanciate le sfide su cui lavorare e alcuni talk di ispirazione. I partecipanti avranno tutta la notte di venerdì e la giornata di sabato a disposizione per completare i progetti, che verranno presentati alla giuria nella serata di sabato.

 

Premi – La premiazione vede il contributo di Facebook che offre al progetto vincitore:

          Crediti da utilizzare come inserzioni pubblicitarie su Facebook

          un viaggio presso uno dei suoi uffici, a seconda della tecnologia e delle caratteristiche dell’idea sviluppata, in modo che i vincitori possano confrontarsi con un team di esperti Facebook per ottimizzare la visibilità del progetto e le varie interazioni con la piattaforma social

          l’accesso a FBStart, programma globale di Facebook che aiuta le startup a creare e far crescere la propria attività

 

L’obiettivo di Techfugees Italia infatti, è quello di dare avvio a veri e propri progetti imprenditoriali, che diano risposte concrete e durature a una delle emergenze sociali più sfidanti dell’epoca.

 

Sponsor – LUISS ENLABS ospiterà l’hackathon mettendo a disposizione il proprio hub dell’innovazione, uno spazio di aggregazione di 5000mq nell’ala storica della stazione Termini. Deliveroo sponsorizza l’iniziativa fornendo pranzo e cena a coloro che parteciperanno alla due giorni dell’ hackathon.

 

Chi puo’ partecipare – la sfida di #TechfugeesRoma è aperta a tutti: non occorre essere tecnici o professionisti, basta avere voglia di impegnarsi per 24 ore. Sono ammessi gruppi già formati o singoli, che verranno inseriti in gruppi multidisciplinari.

 

L’iscrizione è gratuita e sarà possibile a breve dal sito di Techfugees italia: https://techfugeesitalia.splashthat.com/

LeasePlan e Uber entrano in una collaborazione pan-europea

LeasePlan, multinazionale leader nella gestione delle flotte aziendali e nelle soluzioni per la mobilità e Uber, azienda leader di ride-sharing, amplieranno l’attuale collaborazione in Portogallo, Francia e Paesi Bassi a un livello paneuropeo. Le società hanno firmato un memorandum d'intesa che afferma che LeasePlan renderà disponibile una soluzione completa di noleggio a lungo termine ai partner-conducenti Uber in tutta Europa. La proposta Uber di LeasePlan consiste in un ampio pacchetto di servizi, dalle riparazioni e la manutenzione fino all’assicurazione – che consente agli automobilisti Uber di concentrarsi sul proprio core business.
Il Ride-sharing consente alle persone in tutto il mondo di usufruire di un trasporto in un modo sicuro, conveniente e affidabile. Questo nuovo sviluppo ha un notevole impatto sul miglioramento della mobilità in tutto il mondo. Uber, attiva in oltre 100 città in Europa, è la forza trainante dietro questa tendenza e ha identificato LeasePlan come fornitore di veicoli di locazione per i conducenti che desiderano accedere a opportunità economiche attraverso la app Uber. "Ogni settimana, Uber collega decine di migliaia di conducenti in tutta Europa offrendo opportunità economiche con il semplice tocco di un pulsante. Ma a volte l'accesso a una macchina può essere difficile. Con questa partnership, vogliamo assicurare ai conducenti di essere in grado di ottenere le migliori offerte sul mercato e rendere la guida con l'applicazione Uber più semplice possibile", afferma Pierre-Dimitri Gore-Coty, Responsabile EMEA di Uber.
La crescente popolarità della mobilità on-demand sta portando a opportunità di crescita significative per LeasePlan. L’azienda è ben posizionata per diventare leader nella fornitura di servizi di gestione flotte per il settore ride-hailing. "Il core business di Uber consiste nel connettere i conducenti con i passeggeri attraverso una tecnologia avanzata", dice Tex Gunning CEO di LeasePlan. "Fornire le auto e il loro mantenimento su strada è la nostra expertise, quindi siamo molto ben posizionati per aiutare i conducenti a soddisfare le loro necessità”.
In Portogallo, centinaia di conducenti che usano la app Uber hanno già preso a noleggio un veicolo LeasePlan. In Francia e nei Paesi Bassi la collaborazione tra LeasePlan e Uber è appena iniziata. Nel corso del 2017 anche i partner-conducenti in 23 paesi europei saranno in grado di beneficiare delle soluzioni di mobilità senza pensieri di LeasePlan.
———- Messaggio inoltrato ———-
Da: "LPIT-Ufficio Stampa/LPIT/LeaseNotes" <ufficiostampa@leaseplan.it>
Data: 27 mar 2017 10:09
Oggetto: Comunicato Stampa – LeasePlan e Uber entrano in una collaborazione pan-europea
A:
Cc: "Gianpiero De Nigro" <gianpiero.denigro@gmail.com>

Gentili,

trovate in allegato il testo del comunicato stampa relativo alla collaborazione pan-europea tra LeasePlan e Uber, corredato da una foto.

 

Siamo a disposizione per ogni approfondimento

 

 

Ufficio Stampa | LeasePlan Italia SpA

 

GDN Marketing & Comunicazione

Gianpiero De Nigro Tel. +39 338 1709056

e-mail: ufficiostampa@leaseplan.it

 

  

 

 


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La sopravvivenza delle banche nell’era digitale

 A cura del fondo VC P101

in collaborazione con Antonio Lafiosca, Socio e Chief Operating Officer di BorsadelCredito.it

 

Nel 2016 le start-up del Fintech hanno raccolto dal mondo del venture capital 12,7 miliardi di dollari in 836 operazioni. In Europa, il 2016 è stato l’anno di maggior attività, con 1,2 miliardi di dollari raccolti per 179 deal, vale a dire +11% sull’anno precedente e +124% negli ultimi 5 anni.

 

Questo successo non è casuale: gli investitori sanno che sempre più consumatori preferiscono rivolgersi ai nuovi player, che mettono a disposizione del mercato un vasto assortimento di prodotti innovativi plug-and-play, multicanale e soluzioni bancarie facili da usare tra cui portafogli digitali, gestione patrimoniale, prestito e pagamento peer-to-peer. Tanto che le banche, anche se tradizionalmente considerate pioniere dell'automazione dei processi, oggi rischiano di restare indietro nel panorama dei servizi finanziari, sempre più digitalizzato e orientato verso un approccio customer-centred.

 

La disintermediazione in atto dell'attività bancaria tradizionale da parte della finanza tecnologica sta costringendo le banche a reinventare i loro servizi, andare incontro alle aspettative del consumatore e avvicinarsi, in qualche modo, al Fintech. Infatti, secondo l’Osservatorio Digital Finance del Politecnico di Milano, ben il 60% delle startup fintech internazionali fornisce servizi di banking (lending, conti bancari, pagamenti), il 19% si occupa di servizi di investimento, il 5% di servizi assicurativi ed il restante 16% di altri servizi (marketing, big data, security, ecc.). Non solo: la categoria banking ha ricevuto il 73% dei 26 miliardi di finanziamenti arrivati complessivamente al settore, e di questa cifra il 60% è dedicato al Lending&Financing (circa 15 miliardi).

 

Insomma, il futuro del banking tradizionale – che arranca tra margini sempre più risicati e requisiti di capitale sempre più stringenti – passa per la finanza tecnologica: è il modo di fare banca, il modo di servire i clienti, il funzionamento dei propri processi operativi che richiede un ripensamento in chiave digitale… pena l’uscita dal mercato. Sì, perché il 95% di queste società si rivolge direttamente al consumatore o a un’azienda – a un cliente finale, insomma – ponendosi come una concreta alternativa alla banca tradizionale, e solo il 5% si pone come un fornitore o un collaboratore degli istituti bancari.

 

Ma questi ultimi non devono disperare: già oggi, una start-up su tre ha avviato almeno una partnership con una banca con vantaggi reciproci – ovvero, per la banca la capacità di innovarsi più rapidamente testando nuove strade con investimenti limitati, per la start up la possibilità di operare sfruttando la rete fisica sul territorio della banca o le sue grandi moli di dati in maniera nativa. Ma saranno in grado, le banche, che hanno sempre gestito i loro servizi end-to-end, integrando esperienza, processi e prodotti, di adattarsi al cambiamento? Per realizzare queste collaborazioni, devono essere disposte a condividere con i partner digitali i loro dati e affiliarsi a piattaforme su cui non hanno il controllo diretto della relazione con i clienti o della customer experience.

 

Una cosa è certa: se la convergenza in atto tra FinTech e banche tradizionali dovesse continuare, come pensano BorsadelCredito.it e P101, porterebbe ad una fruttuosa e positiva condivisione della tecnologia, dei talenti e del know-how. Quindi, le banche tradizionali e le società di servizi finanziari che sapranno sfruttare l’opportunità e creare partnership con i nuovi player non soccomberanno sotto il peso dell’innovazione fintech, anzi, ne potranno beneficiare: grazie a loro riusciranno a colmare le lacune critiche nel loro portafoglio, raggiungere i segmenti di pubblico meno serviti, e fornire al cliente un’esperienza migliore, a costi ridotti.

 

P101 – Insightful Venture Capital

P101 è un fondo di venture capital specializzato in investimenti in società digital e technology driven. Nato nel 2013, con una dotazione corrente di quasi 70 milioni di euro e 26 società in portafoglio, P101 si distingue per la capacità di mettere a disposizione degli imprenditori di nuova generazione, oltre a risorse economiche, anche competenze e servizi necessari a dare impulso alla crescita delle aziende. Il fondo, promosso da Andrea Di Camillo – 15 anni di esperienza nel venture capital e tra i fondatori di Banzai e Vitaminic – e partecipato da Azimut, Fondo Italiano di Investimento e European Investment Fund, collabora con i maggiori acceleratori privati, tra cui HFarm, Nana Bianca, Boox e Club Italia Investimenti. Tra le partecipate: ContactLab, Cortilia, Tannico, Musement e MusixMatch. Le società partecipate da P101 occupano oggi complessivamente oltre 500 risorse e generano un fatturato in costante crescita e già oggi superiore agli 80M annui. P101 prende il nome dal primo personal computer prodotto da Olivetti, negli anni ’60, esempio di innovazione italiana che ha lasciato il segno nella storia della tecnologia digitale.

2017_03_23_P101_NFTP_Insiders-Opinion_La-sopravvivenza-delle-banche-nellera-digitale.pdf

Facebook introduce le Reazioni e Menzioni su Messenger

Introduzione delle Reazioni e delle Menzioni su Messenger 

Di Drew Moxon, Product Manager, Messenger

Messenger è un fantastico strumento per comunicare con una persona o con un gruppo di persone. Oggi Facebook presenta due nuovi aggiornamenti che miglioreranno le conversazioni di gruppo in modo da renderle più organizzate, efficienti e divertenti.


Reazioni di Messenger


Le Reazioni di Messenger offrono la possibilità di rispondere ad un messaggio con una specifica emozione, condividendo istantaneamente una reazione divertente. Per esempio, se qualcuno invia una foto del suo cucciolo, sarà possibile rispondere con la reazione “Love”. Oppure, se qualcuno sta organizzando una cena, sarà possibile rispondere con le reazioni “Sì” o “No” per indicare la propria preferenza.

 

Per aggiungere una Reazione, seleziona il messaggio e scorri per scegliere una Reazione tra Love, Smile, Wow, Sad, Angry, Sì e No.

 

Potrai vedere come le persone hanno reagito ad un messaggio nell’angolo inferiore di questo. Inoltre, vedrai le Reazioni maggiormente selezionate dai membri della chat con accanto il numero che indica quante persone hanno reagito nello stesso modo. Premendo sulle emojis vedrai come i membri della conversazione hanno reagito.

Quando qualcuno reagisce ad un tuo messaggio, aprendo la conversazione vedrai una piccola animazione che te lo segnalerà.



Inoltre, se non hai aperta l’applicazione di Messenger, riceverai una notifica che ti indicherà chi ha reagito al tuo messaggio e come.


 

Le Reazioni di Messenger utilizzano le emoji e funzionano sia su chat private con una persona che su conversazioni di gruppo. Possono essere utilizzate per commentare qualsiasi messaggio – un testo, uno sticker, video, GIFs e anche altre emoji.

Menzioni su Messenger

 

Le Menzioni sono uno strumento utile per interagire direttamente con una persona quando questa viene menzionata in una conversazione. Per menzionare qualcuno, digita il simbolo “@” o inizia a scrivere le prime lettere del nome o del nickname della persona a cui vuoi inviare una notifica e selezionala dalla lista.

Quando il messaggio è stato inviato, apparirà con un testo evidenziato così che gli altri membri della chat di gruppo lo possano vedere.


 

Quando qualcuno viene menzionato, invece di vedere solamente che qualcuno ha risposto al suo messaggio nella conversazione, riceverà un nuovo tipo di notifica che lo avviserà di essere stato citato in una chat. In questo modo, è davvero facile inserirsi nella conversazione per fornire immediatamente una risposta.


Tutti i membri della chat possono vedere la Menzione e tutti ricevono una notifica proprio come accadeva prima, ma solo la persona menzionata nella chat di gruppo riceve l’avviso di essere stata citata. È possibile disattivare queste notifiche in qualsiasi momento.

 

Le Reazioni e le Menzioni saranno disponibili anche per la Work Chat su Workplace, la piattaforma globale di Facebook che permette alle aziende di collaborare al meglio.

 

Per ulteriori informazioni, visita l’Help Center qui e qui.

 

Materiali ad uso stampa disponibili ai seguenti link:

§  Reaction 1

§  Reaction 2

§  Reaction 3

§  Reaction 4

§  Mention  

 

 

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