Asset intangibili: come valorizzare un’impresa

Nel breve volgere di pochi anni, l’attenzione per le tematiche legate al ruolo delle risorse intangibili con riferimento all’economia delle imprese si è molto acuita e appare in costante crescita. Ormai non si contano più le pubblicazioni di taglio scientifico, manageriale e normativo che, in modo diretto o indiretto, trattano la “questione” degli intangibles. Il “salto di qualità”, avvenuto nella seconda metà degli anni ‘90, è con tutta probabilità largamente da imputare proprio agli sforzi dei teorici e delle imprese di delineare una rappresentazione più completa e “concreta” di tali fattori economici.

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Asset Intangibili – scopriamo il vero tesoro!

Il concetto di Capitale Intellettuale, ha subito nel tempo diverse interpretazioni, sovente, gli asset intangibili sono definiti dalla semplice somma del Capitale Umano – conoscenze e competenze possedute dalle persone – e delle Proprietà Intellettuali – marchi registrati, brevetti – di una società, tralasciando, ad esempio, quegli elementi che, per quanto legati al capitale umano posseduto, caratterizzano qualità proprie dell’organizzazione: la cultura aziendale, i processi gestionali ecc.

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L’informatica che si basa sulla rete sta diventando una realtà

Martin Brampton può essere definito il guru dei CMS. Nato come analista industriale, ha rivelato le sue doti di sintesi, lucidità e chiarezza nella ricerca sul settore IT dove ha realizzato sistemi software per l'analisi finanziaria e le applicazioni industriali che sono ormai proverbiali per la loro affidabilità e robustezza. Ha lavorato per tre anni come direttore della Bloor Research. E' stato anche leader del core dev team del popolare CMS open source Mambo che – sotto la sua guida – è stato profondamente riscritto e ristrutturato. Martin continua la sua attività come analista indipendente ed ha interesse in diversi settori inerenti la sicurezza e lo sviluppo software. E' anche autore di manuali tecnici e partecipa come  speaker a conferenze ed eventi del mondo IT.

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Web 3.0 – realtà o utopia?

Il World Wide Web è caratterizzato da una collezione gigantesca e strettamente interconnessa di miliardi di documenti, collegati tramite rimandi e motori di ricerca e conosciuto come Web 2.0. Attualmente, l’industria dei computer sta sviluppando la tecnologia che trasformerà questi dati nelle basi di una rete sofisticata della conoscenza umana, ciò è la base del Web 3.0 

Nel suo articolo http://www.datamanager.it/articoli.php?visibile=1&idricercato=22664

John Kneiling ci racconta come potrebbe diventare il Web attuale, overo la sovrapposizione di un livello di significati, in modo da consentire l’accesso ai dati disponibili da parte dei sistemi che utilizzano il metodo di ragionamento dell’uomo. Tale modalità di utilizzo dell’intelligenza artificiale consentirà alle macchine di guidare le persone verso le informazioni di cui hanno necessità, invece di visualizzare le informazioni ricercate sotto la forma di semplici risultati della ricerca.  

John racconta anche di alcune esperienze in tal senso già sviluppate, francamente sono ancora scettico, sono  sicuramente affascinato dalla possibilità di elaborare, interpretare, governare la miriade di dati presenti sul web, ma forse prevale in me la mia parte romantica che vede la supremazia della mente umana e del cuore su un preciso ma freddo elaborato di un computer. 

Secondo voi questo scenario è utopistico o solo una preview della prossima realtà?

La scoperta del Mercato Libero dell’Energia

Il decreto Bersani (dlgs 79/99), ha dato inizio ad  una lenta fase di liberalizzazione che si è conclusa, solo con la liberalizzazione totale al mercato residenziale lo scorso 1 luglio 2007. Come è cambiato lo scenario per le aziende che operano in questo settore e soprattutto l’informatica come ha supportato   questa evoluzione. Ne abbiamo discusso con Massimiliano Turazzini e Massimo Mostallino –  Owners di TRILANCE società specializzata in Servizi IT per il mercato dell’energia.

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I produttori smaltiscano i rifiuti tecnologici

In Italia si producono ogni anno circa 14 kg di Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) a testa: si va dai cellulari ai più massicci computer, televisori, frigoriferi e lavatrici: rifiuti spesso ingombranti e inquinanti e non sempre correttamente smaltiti. Finora della loro sorte doveva occuparsi ogni singolo Comune.

Ora, invece, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di un decreto del Ministero dell’Ambiente, che a sua volta recepisce una direttiva europea, saranno i produttori stessi a dover farsi carico della gestione dei rifiuti.

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Gruppo Amadori l’ICT e la catena del valore

GianLuca Giovannetti 40 anni, da maggio 2003 è direttore sistemi informativi e organizzazione del Gruppo Amadori. Nel suo percorso professionale ha ideato e coordinato iniziative di Business process reengineering, di ristrutturazioni e cambiamenti organizzativi in realtà complesse e internazionali.

In precedenza ha sviluppato una pluriennale esperienza nel settore industriale del largo consumo, ricoprendo fra gli altri, il ruolo di Ict director in Del Monte Foods Sud Europa, società operante nei Paesi del mediterraneo per il settore food della Del Monte Royal.

Il Gruppo Amadori è una delle principali aziende europee di produzione e commercializzazione di carni avicole (pollo e tacchino). In questa realtà complessa l’unità Ict fornisce servizi a 110 differenti ragioni sociali dislocate territorialmente in 70 diversi punti fisici sul territorio nazionale e 1.700 utenti

Quali sono le modalità con cui l’IT può contribuire a governare la catena del valore di una grande azienda, quali sono gli strumenti che bisogna adoperare e quali le metodologie da utilizzare, di questo e del nuovo ruolo del Cio, abbiamo discusso con GianLuca Giovannetti direttore sistemi informativi e organizzazione del Gruppo Amadori (www.amadori.it)

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Nasce in Italia un nuovo modo di fare la spesa basato su tecnologia Open source

Yacme, software house bolognese attiva nel mondo dell'integrazione dei sistemi e dell'open source, ha annunciato la seconda generazione di Yacme Shopping Experience, una soluzione software che aiuta le aziende della grande distribuzione a proporre un nuovo modo di fare la spesa a consumatori più consapevoli, che vogliono avere un maggior controllo sugli acquisti e soprattutto, evitare la coda alle casse.

Il software  sfrutta la tecnologia dei terminali Motorola MC17, che rappresentano lo stato dell'arte nel settore del personal scanning (o autolettura dei prezzi). Questi terminali vengono integrati all'interno di un'architettura server basata su Linux, che gestisce il colloquio con il sistema di back office e le casse del punto vendita, e fornisce all'utilizzatore dei servizi legati alla spesa (il totale progressivo), alle promozioni (messaggi audio e video personalizzati, a seconda del sistema del punto vendita) e al pagamento (possibilità di chiudere la spesa con un'operazione molto semplice, senza fare alcuna coda alle casse).
I clienti del punto vendita prelevano il terminale Motorola MC17 all'ingresso, con la propria carta fedeltà (con un codice a barre, per la verifica della validità), e lo depositano all'uscita, all'atto del pagamento.

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