Political divide

Interessantissimo articolo di  Gianroberto Casaleggio –  http://www.casaleggio.it

Il digital divide accompagna lo sviluppo di Internet sin dalla sua nascita. In sostanza il digital divide deriva dalla mancanza diffusa di accesso alla Rete con una velocità adeguata. I Paesi con percentuale elevata di utenti e banda larga dispongono di un asset ineguagliabile per la loro innovazione e crescita. Oltre alla diffusione della conoscenza, possono infatti sviluppare l’e-commerce con la creazione di colossi come Google, Amazon e eBay, avviare nuove imprese come YouTube e Easyjet e ristrutturare le aziende, grazie alla ridefinizione dei processi in rete, con conseguenti taglio di costi ed efficienza.

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Una nuova catena del valore basata sullo sviluppo Open source

Le imprese che utilizzano PHP sanno che Zend è il riferimento a cui rivolgersi per quanto concerne competenza e soluzioni tecnologiche. I fondatori di Zend, Andi Gutmans e Zeev Suraski hanno portato un contributo fondamentale in PHP e sono i creatori del motore di script core, Zend Engine. Grazie alla competenza riconosciuta a livello internazionale, l’azienda continua a mantenere un’importante leadership in PHP e nella comunità open source, e svolge un ruolo centrale nella crescita esponenziale del linguaggio. A Mauro Pugliese  che dirige Zend Technologies Italia abbiamo fatto alcune domande:

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Global Voices Online

Venerdì 27 e sabato 28 giugno convergeranno a Budapest, decine di blogger, cittadini e attivisti soprattutto dai Paesi in via di sviluppo per il Summit annuale di Global Voices Online. Uno dei progetti di citizen media finora più riusciti, Global Voices ha l'obiettivo di "dare voce a chi non ha voce", amplificando rilanciando quelle notizie spesso trascurate dai
grandi media.

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La rivoluzione nascosta del web 2.0

Qualcuno afferma che è in atto “la rivoluzione nascosta del web 2.0” , nascosta perché di fatto è un tema che viene utilizzato molto spesso come slogan ma nella pratica difficilmente si sposa al concreto anche perché se volessimo interpretarla in modo stringente si abbinerebbe a processi e ad organizzazioni abbastanza diverse da quelle attuali. E se la cultura ancora non fosse matura? Potrebbe esserci un rigetto della tecnologia di supporto e quindi del fenomeno nella sua complessità? Secondo me il futuro è ancora molto incerto.
Anche se è innegabile la voglia di partecipare degli utenti, quale può essere la chiave di volta per canalizzare tutto questo entusiasmo e sopratutto evitare il proliferare di iniziative inutili?

Il Cio equilibrista

Il “Cio equilibrista”

di Luca Bastia

I responsabili dei sistemi informativi da tempo sono sotto i riflettori sia per l’importanza sempre maggiore che riveste il comparto It delle imprese, sia per il loro ruolo in permanente trasformazione, grazie anche all’evoluzione dell’It e al suo peso in continua crescita sul business delle aziende.
Ora i Cio hanno un nuovo tema da affrontare: l’introduzione dell’Enterprise 2.0, cioè un insieme di approcci organizzativi e tecnologici orientati all’abilitazione di nuovi modelli organizzativi basati sul coinvolgimento diffuso, la collaborazione emergente, la condivisione della conoscenza e lo sviluppo e valorizzazione di reti sociali interne ed esterne all’organizzazione.



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ANAS l’integrazione è la strada giusta

 

Il ruolo dell’IT è stato quello di utilizzare la leva tecnologica per abilitare e favorire un cambiamento dei processi

ANAS ha coraggiosamente intrapreso nel corso degli ultimi anni un cammino di cambiamenti, ci si è resi conto che una corretta gestione dei dati e delle informazioni è essenziale per un’efficace ed efficiente gestione dei processi aziendali, pertanto è stato avviato un programma pluriennale per l’adozione di un  nuovo sistema informativo integrato. A Pierluigi De Marinis – Coordinatore Sistemi Informativi – Anas S.p.A  abbiamo posto alcune domande:

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Rivoluzione nascosta

Qualcuno afferma che è  in atto “la rivoluzione nascosta del web 2.0” , nascosta perché di fatto è un tema che viene utilizzato molto spesso come slogan ma nella pratica difficilmente si sposa al concreto anche perché se volessimo interpretarla in modo stringente si abbinerebbe  a processi e ad organizzazioni abbastanza diverse da quelle attuali. E se  la cultura ancora non fosse matura? Potrebbe esserci un rigetto della tecnologia di supporto e quindi del fenomeno nella sua complessità? Secondo me il futuro è ancora molto incerto.
Anche se è innegabile la voglia di partecipare degli utenti, quale può essere la chiave di volta per canalizzare tutto questo entusiasmo e sopratutto evitare il proliferare di iniziative inutili?

A morte le vacche sacre

Perchè seguire le vecchie regole non porta sempre al successo

Che cos’è una Vacca Sacra? Nella tradizione Hindu, la Vacca Sacra è una figura di culto. Nel mondo del business e della comunicazione, le Vacche Sacre sono quelle massime consolidate che tutti seguono ciecamente senza nemmeno prendersi la briga di metterle in discussione. Tre pubblicitari americani di grande successo dell’agenzia The Gate Worldwide sfidano apertamente le convinzioni più radicate del mondo del lavoro. Regole da sempre considerate inconfutabili – da “Il cliente ha sempre ragione”, “Assumete solo chi è già del mestiere”, “Il lavoro di squadra produce migliori risultati” fino ad arrivare ai credo di ultima generazione “ Le e-mail ci fnno risparmiare tempo” – vengono smentite ad una ad una attraverso una serie di riferimenti puntuali e casi aziendali realmente avvenuti. Scritto con uno stile ironico e irriverente, il libro invita il lettore a tenersi alla larga dai luoghi comuni in favore di scelte e riflessioni personali, sul luogo di lavoro ma non solo. Per arrivare alla conclusione che fidarsi della propria intuizione è spesso il segreto del vero successo

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Perchè il software fa schifo…

Descrizione

Il software di oggi fa schifo e non esiste modo migliore per esprimere questo concetto. E pericoloso, inaffidabile e difficile da usare…tutti lo sanno ma nessuno prima di adesso ha avuto il coraggio di dirlo. David Platt, esperto di programmazione, con questo libro intende indagare i motivi per cui ciò avviene e perché non dovrebbe essere così. Il risultato è un libro piacevole da leggere, ironico e con un linguaggio semplice e alla portata di tutti. Esempi tratti dal mondo reale suggeriscono a tutti gli utenti, senza particolari conoscenze tecniche, cosa fare per sopravvivere al software e in che modo difendersi dagli abusi legati a programmi software pessimi. Umorismo, brio e spontaneità, tra le pagine di questo libro, vi faranno ridere di gusto quando ricorderete gli episodi negativi sperimentati con i vostri programmi software. Ma lo scopo di questo libro non è solo far ridere: è dare finalmente voce alla vostra scoperta, ovvero che il software, in effetti, fa schifo, ma non dovrebbe essere così.


A chi si rivolge
Per chiunque desideri capire perché il software fa schifo.
 
Biografia del libro

David S. Platt dirige la Rolling Thunder Computing una società di consulenza e formazione. Vanta un’esperienza di oltre vent’anni come programmatore, insegna sviluppo del software presso l’Extension School dell’Università di Harvard e numerose aziende in tutto il mondo, oltre ad essere un noto relatore di conferenze. È autore di nove libri, tra cui Introduzione a Microsoft .NET, Conoscere COM+ e ha redatto numerosi articoli di riviste e newsletter.

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