Enterprise 2.0 – sogno o realtà?

Il termine Enterprise 2.0 è riferito all'utilizzo di tecnologie Web 2.0: dentro le imprese, per favorire la collaborazione tra le persone, lo scambio e la condivisione delle informazioni, all'esterno delle imprese per stabilire relazioni con il mercato basate sulla conversazione tra persone piuttosto che sulla comunicazione commerciale e marketing tradizionale. 

L'adozione di queste tecnologie è legata alla gestione di processi interni all'organizzazione o alla vendita/promozione del marchio e dei prodotti sul mercato.


L'Enterprise 2.0 porta a un cambiamento nelle persone e nei processi organizzativi tutto ciò è discusso nel report:"Industry Watch: Collaboration and Enterprise 2.0 – work meets play or the future of business?" pubblicato dall'AIIM – http://www.aiim.org/Research/Collaboration-Enterprise20-Research.aspx


La domanda a cui rispondere è quando i CIO e le aziende in Italia inizieranno davvero a trasformare i processi di business adattandoli alle nuove tecnologie, si lo so molti diranno e il ROI?

Il ROI è un parametro importante ma ritengo non il solo da tenere in considerazione e poi anche in tal senso ci sono molti studi che dimostrano il valore dell'enterprise 2.0.


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Voi cosa ne pensate?

Videointervista a a Danny Sabbah General Manager di IBM Rational

Danny è non solo un manager di altissimo profilo ma sopratutto un uomo che vive e si nutre di tecnologia, è stato tra i fondatori di Eclipse ed è la persona che sta guidando IBM nel mondo Open Source nell’era della collaboration. Con lui abbiamo parlato di strategia, di futuro dello sviluppo software, di Business Technology…etc.

PARTE 1

“Ogni volta che viene introdotta una nuova tecnologia in azienda è necessario focalizzarsi sull’allineamento tra IT e business, la tecnologia stand alone non ha senso se non contribuisce a produrre risultati di business, tuttavia non esiste una soluzione magica per fare ciò”

 

PARTE 2

“La governance è strategica se la intendiamo come dotarsi dei migliori strumenti per gestire le informazioni aziendali e pertanto permettere di prendere le migliori decisioni possibili “

 

 

More Cloud less Green……..

Ebbene si signori e signore, dopo tanto parlare di Green IT, dopo aver visto i più svariati Vendor puntare su questo filone di attività, oggi grazie all'interessante Report di Greenpeace si scopre che in realtà l'IT continua a produrre CO2 a ritmi elevati per soddisfare i bisogni di noi utenti che vogliamo sempre più essere connessi, che vogliamo sempre più servizi che insomma chiediamo sempre di più alla Rete ed ai nostri pc.

La novità interessante è la forte contrapposizione del Green con l'altro fenomeno del momento il Cloud Computing, sembra in effetti che la "nuvola" di servizi online, come social network e streaming video, contribuisca in maniera incisiva ad innalzare l’inquinamento ambientale. 

Nel rapporto di Greenpeace si legge che questo fenomeno, conosciuto come "cloud computing", porterà il settore Ict a consumi spropositati di quasi duemila miliardi di kilowattora di elettricità nel 2020, cioè «oltre il triplo del loro consumo attuale, e più del consumo elettrico di Francia, Germania, Canada e Brasile messi insieme». 

Inoltre si sottolinea che molte aziende, tra cui Apple, Facebook, Microsoft, Yahoo! e Google hanno almeno alcuni centri che puntano pesantemente sul carbone. 

Bella scoperta vero?

——
Make IT Green – Cloud Computing and its Contribution to Climate Change

 

Per scaricare il report:
http://www.greenpeace.org/international/press/reports/make-it-green-cloud-computing

Budget ridotti nell’IT, come reagisce il CIO?

Nel 2009 la recessione economica ha influito sui budget IT: il 70% dei CIO ha subito un decremento di budget dell’ordine medio del 15%.

I CIO dichiarano di aver utilizzato la crisi per dimostrare il valore dell’IT all’interno della loro azienda: il 55% si è dedicato ad accelerare quei progetti con maggiore impatto sul business e il 34% investe principalmente su iniziative che permettono di rispondere al meglio alle nuove condizioni di mercato.(Fonte: Global CIO Report di Capgemini)

Qual è la vostra esperienza, cosa è successo nelle vs.aziende?

segui la discussione su Linkedin:

http://www.linkedin.com/answers?viewQuestion=&questionID=653373&askerID=868881&goback=.hom.mid_1931019222 

FIREMA, innovazione e tecnologia per ripartire

 

“Il CIO è uscito dal sottoscala ed è entrato nella stanza del business per  parlare con l’amministratore delegato ed i direttori di funzione per  recepire le loro esigenze”

FIREMA progetta e costruisce materiale rotabile per il trasporto passeggeri, sistemi complementari, ed equipaggiamenti elettrici ed elettronici al sistema informativo di bordo. FIREMA è stata fondata nel 1993 dalla fusione per incorporazione di società operative nel settore ferroviario, allo scopo di integrare le risorse industriali e finanziare per affrontare con maggiore competitività le richieste del mercato nazionale ed internazionale.

FIREMA ha sede principale a Caserta, e siti a Milano, Tito Scalo (Potenza) e Spello (Perugia): impiega oltre mille persone, e nel 2008 ha fatturato circa 190 milioni di euro.

L’obiettivo prioritario di FIREMA è il mantenimento e il potenziamento delle competenze tecniche, che le permettono già da tempo di progettare integralmente un veicolo ferroviario dall’architettura funzionale generale al progetto costruttivo. Abbiamo parlato dell’importanza dell’IT con Nicola Rivezzi – CIO di FIREMA 

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Giustizia digitale al tribunale di Roma

Ieri mattina 17 marzo il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione Renato Brunetta e il Ministro della Giustizia Angelino Alfano hanno presentato il nuovo sistema informatico del Tribunale di Roma che consente di velocizzare il lavoro degli operatori della giustizia (avvocati, cancellieri, ecc.) rendendo più sicure tutte le comunicazioni; migliorare la qualità del lavoro delle cancellerie, accorciare i tempi delle sentenze. 

http://saperi.forumpa.it/story/42251/giustizia-digitale-al-tribunale-di-roma 

Videointervista a Fabio Ghioni, hacker di fama internazionale

Fabio Ghioni , “Equilibrista della sicurezza”, autore di Hacker Republic, edito da Sperling Kupfer

Negli ultimi tempi si parla molto di sicurezza informatica , ma è solo una moda o davvero le cose stanno cambiando? Con Fabio abbiamo parlato di questo, di Stieg Larsson, di infrastrutture critiche, di consapevolezza, di guerra di quarta generazione, di legislazione….

Prima parte
“La reale situazione non è quella che sembra. L’allarmismo spesso viene utilizzato per aumentare le misure di sicurezza e quindi poter allocare del budget. Le aziende sono molto restie a denunciare problemi di sicurezza in quanto ciò indica una vulnerabilità dei loro sistemi. “

 

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Crowdengineering, la svolta sta arrivando

“il successo di un progetto di crowdsourcing dipende dalle modalità di integrazione con i processi e le piattaforme aziendali e la gestione della forza lavoro. “

Il termine crowdsourcing (da crowd, gente comune, e outsourcing, esternalizzare una parte delle proprie attività) è un neologismo che definisce un modello di business nel quale un’azienda o un’istituzione richiede lo sviluppo di un progetto, di un servizio o di un prodotto ad un insieme distribuito di persone non già organizzate in un team. Tale processo può avvenire attraverso degli strumenti web. Inizialmente il crowdsourcing si basava sul lavoro di volontari ed appassionati che dedicavano il loro tempo libero a creare contenuti e risolvere problemi, un esempio di crowdsourcing volontario è l'enciclopedia Wikipedia .

Oggi il crowdsourcing rappresenta per le aziende un nuovo modello di business? Ne abbiamo parlato con Gioacchino La Vecchia – Founder di Crowdengineering

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IMussolini, polemiche e censura

Qual è il confine tra il diritto di autore ed il diritto alla conoscenza, la storia a chi appartiene?”

Uno delle applicazioni più scaricate sugli iPhone italiani è un'applicazione che permette di leggere, vedere e ascoltare tutti i discorsi di Benito Mussolini.

L'applicazione ed è stata ideata da Luigi Marino giovanissimo imprenditore napoletano. Nei primi giorni che era online c’è stato un vero e proprio boom di download, poi sono arrivate le polemiche e financhè la censura. A Luigi Marino abbiamo fatto alcune domande:

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