WAZE ora ha la nuova funzione “Planned Drives”

Con il nuovo Planned Drives di Waze si potranno pianificare viaggi e appuntamenti senza stress, evitando il traffico e arrivando sempre in orario

Waze, la social navigation app gratuita che conta 50 milioni di user in tutto il mondo, lancia oggi la nuova versione 4.3 per iOS e presenta una grande novità per pianificare anche spostamenti futuri, risparmiando tempo e “stress da partenza”: Waze Planned Drives.

Quando si programma un viaggio o un appuntamento importante, l’ansia è un elemento che spesso rende il tutto più difficile con domande come “Arriverò in tempo?”, “Quanto tempo impiegherò per arrivare a destinazione?”.

Da oggi Waze viene in soccorso e introduce la nuova funzione Planned Drives per iOS grazie alla quale sarà possibile impostare una destinazione da raggiungere nella giornata o nei sette giorni successivi, eliminando possibili ritardi o stress.

Inoltre, inserendo la data e l’ora d’arrivo desiderata con la funzione Calendar Alerts,  attraverso un promemoria, Waze segnalerà il momento giusto per partire, considerando le condizioni del traffico in real time.

                                         

La nuova funzione Planned Drives rende Waze ancora più smart, illustrando i picchi del traffico distribuiti in fasce orarie, così da programmare senza stress l’ora ideale per partire.

Tutte le funzioni di Waze sono studiate per essere integrate fra loro e poter offrire una driving experience completa, in grado di far risparmiare tempo e stress prima e durante il viaggio.

Di seguito alcuni suggerimenti per utilizzare Waze nel miglior modo possibile:

– Assicurarsi che Waze sia sincronizzato con il Calendar e/o Facebook affinché gli appuntamenti e gli eventi di Facebook diventino automaticamente Planned Drives

– Abilitare la possibilità di ricevere promemoria nelle impostazioni dello smartphone. L’orario di partenza suggerito e il tempo stimato di arrivo potrebbero cambiare poco prima del momento previsto per la partenza a seconda delle condizioni del traffico

– Una volta in macchina, inviare il proprio ETA (Estimated Time of Arrival) ad amici e familiari, avvisandoli che si sta arrivando e in quanto tempo

–  Se, una volta partiti, si ha necessità di un caffè o di fare benzina, Waze permette di inserire la tappa desiderata all’interno del percorso

About Waze

Waze è il pioniere della navigazione social, che influenza la tecnologia mobile e un’appassionata comunità globale a ridefinire le aspettative sulle mappe di oggi. Waze ospita il più grande network di automobilisti che collaborano insieme quotidianamente per evitare il traffico e risparmiare tempo e denaro. L’app consiglia le vie più veloci da percorrere basandosi su dati di guida che arrivano in tempo reale da oltre 50 milioni di utenti. Dalle indicazioni sul traffico agli alert sui prezzi del carburante alle offerte dei propri brand preferiti., Waze è uno dei compagni per la guida più completi sul mercato. Per scaricare gratuitamente l’app di Waze per iOS e Android, visita http://www.waze.com

ENEL LANCIA UN PROGRAMMA PER START-UP IN ISRAELE

Enel ha annunciato il lancio di un programma di supporto tecnologico per start-up in Israele, un Paese con una tale concentrazione di aziende ‘tech’ innovative da poter vantare una sua versione di Silicon Valley, detta Silicon Wadi. Nell’ambito del programma, Enel lancerà una società di supporto a start-up che farà da ‘incubatore di business’ e sarà operativa a Tel Aviv, da maggio. Ogni anno saranno scelte fino a otto start-up, tra le aziende chiave locali, che potranno beneficiare di un programma di sostegno su misura, in collaborazione con Enel.

Uno degli obiettivi del programma – al di là dello sviluppo di singole start-up – è quello di stabilire una presenza di Enel nell’ecosistema israeliano dell’innovazione, tra i più sviluppati al mondo, facendo leva sulla rete dei fondi di venture capital e sulle università, in collaborazione con l’Ufficio del “Chief Scientist” presso il Ministero dell’Economia di Israele. La società di supporto selezionerà le start-up attraverso gare pubbliche sulla base della più ampia lista delle priorità tecnologiche di Enel. Una volta selezionate, le start-up avranno a disposizione una serie di ingegneri ed esperti tecnologici di Enel, che le aiuteranno nello sviluppo sia del business sia della tecnologia tramite test in strutture aziendali, facendo leva sull’esperienza commerciale e tecnologica del Gruppo. Il programma di sostegno avrà una durata di almeno sei mesi per ogni progetto. ll nuovo programma israeliano è solo la più recente delle iniziative di Enel a sostegno delle start-up, nell’ambito del suo nuovo approccio all’innovazione tecnologica.

Il progetto replica il modello già avviato con il programma di accelerazione “Energy Start“, in America Latina, e con quello ” INCENSe “, promosso dalla Commissione Europea, per sostenere le start-up in Europa e Israele. Il programma israeliano, presentato oggi, segue l’annuncio del gennaio scorso relativo alle 28 start-up europee e israeliane che riceveranno fino a 150.000 euro di finanziamento a seguito del secondo bando di “INCENSe” che, nelle sue due ‘open call’, ha selezionato 42 aziende per ricevere i finanziamenti.

Enel sostiene la crescita delle start-up, migliorando e testando le loro soluzioni, e offrendo loro l’accesso al suo ecosistema, nell’ambito del quale possono trarre beneficio dalle competenze aziendali, dalle strutture del Gruppo e dalla base di 61 milioni di clienti in oltre 30 paesi del mondo. Attualmente, Enel sta assistendo circa 50 start-up.

Enel ha adottato un nuovo approccio all’innovazione tecnologica per supportare il suo posizionamento strategico a lungo termine come azienda sostenibile e concentrata sullo sviluppo del progresso in tutti i campi della generazione, distribuzione e gestione dell’energia. Il Gruppo identifica e coinvolge le start-up che abbiano le potenzialità di precorrere le tendenze e sviluppare nuovi prodotti e servizi. Enel ha costruito un ecosistema di fondi di venture capital, università, acceleratori, altre aziende e istituzioni, in cui le start-up trovano tutto ciò che serve per crescere e diventare storie di successo, con il fine di integrare i loro avanzamenti tecnologici nelle attività commerciali e industriali di Enel.

Guardate la videointervista che feci a maggio 2015 a Ernesto Ciorra, Direttore Funzione Innovazione e Sostenibilità del Gruppo Enel

Find more @ http://www.datamanager.it/2015/05/ene…

820 mila dollari per TOK.tv, angels IAG tra gli investitori

Pronto per i Mondiali 2014 con le sue app TOK World Cup, TOK.tv è la social tv company fondata a Palo Alto da Fabrizio Capobianco, già fondatore di Funambol

Italian Angels for Growth (IAG), la principale associazione italiana di business angel, annuncia la partecipazione dei propri soci all’investimento realizzato da venture capitalist e business angel statunitensi nella startup TOK.tv chiuso nei giorni scorsi per la cifra di 820 mila dollari.

I soci IAG intervengono nell’investimento con la cifra di 165 mila dollari.

TOK.tv è la Social TV Company che permette ai tifosi di riscoprire l’esperienza di guardare lo sport insieme in tv grazie ad applicazioni mobile che permettono di creare virtual living room ed ospitare fino ad un massimo di 4 persone, mentre si guardano le partite dei Mondiali in TV o di altri eventi sportivi. L’esperienza è arricchita con informazioni e statistiche in tempo reale sulla partita e news durante tutta la settimana.

Fondata da Fabrizio Capobianco, serial entrepreneur e Presidente di Funambol, una delle poche startup italiane cha hanno ottenuto grande successo negli US, TOK.tv è nata nel 2012 negli States raccogliendo immediatamente un grande consenso in ambito second screen e sport con TOK Baseball (tra le 10 app più scaricate su iOS nella categoria Sport) e con TOK Football nel 2013. Ad agosto 2013, TOK.tv è sbarcato in Italia con Juventus Live, tra le app sportive più scaricate per iOS e Android.

Marco Fabio Nannini, Managing Director IAG e champion dell’investimento dichiara: “Siamo entusiasti di investire in questo promettente mercato dei second screen attraverso un’app focalizzata nello sport. Riteniamo che ci siano grandi potenzialità e che i mondiali di calcio possano essere la vetrina di lancio non solo per le TOK World Cup app, ma per il modello di business nel suo complesso”.

Fabrizio Capobianco aggiunge: “Volevamo trovare un modo per ricreare l’esperienza del divano di casa e restituire ai tifosi l’emozione di guardare le partite con gli amici, anche se sono lontani. E’ un’idea vincente sul mercato del second screen, come dimostrato dal mezzo milione di utenti che fino a oggi hanno usato le nostre applicazioni, in particolare Juventus Live. I mondiali sono una grande occasione per estendere questa esperienza ai tifosi di diverse nazioni”.

Ho intervistato Fabrizio all’inizio della sua avventura con TOK quando ero in Silicon Valley:

 

E’ possibile scaricare le app dei campioni del mondo su: http://www.tok.tv/world-cup-teams/

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 IAG – Italian Angels for Growth

Italian Angels for Growth (IAG) è il maggiore angel group in Italia. Nato nel 2007 dalla volontà di nove angeli fondatori, IAG conta oggi 118 soci e rappresenta una delle più solide realtà dell’angel investing europeo. L’associazione ha sviluppato attraverso i propri soci e il coinvolgimento di altri operatori, investimenti in capitale di rischio per circa 22.5 milioni di euro suddivisi in 40 round d’investimento.

I soci IAG hanno contribuito alla nascita e alla crescita di 28 imprese innovative, eccellenze della ricerca, dello sviluppo tecnologico, dello spirito imprenditoriale italiani, tra cui Spreaker, Stereomood, ProxToMe, Biogenera, S5Tech, Eugea, Win, SediciDodici, Agroils, Ohikia, Margherita Fingerguard, Angiodroid, Musement, Cellply, Lovli, GiPStech.

 

IAG – Italian Angels for Growth

Twitter – @italianangels

Radio CRC – Podcast del 12 Giugno – Mondiali & Apps

Nella puntata odierna della trasmissione Barba  & Capelli in onda su  Radio CRC insieme ai conduttori Corrado Gabriele e Lucilla Nele abbiamo parlato dei Mondiali di Calcio che inizieranno questa sera in Brasile e di come si possono seguire con Apps ad hoc.

Quattro anni fa, in Sud Africa  su una popolazione mondiale di 7,2 miliardi il tasso di penetrazione di tablet e  smartphone stata (secondo un rapporto di Business Insider) era appena il 1% e 7% rispettivamente. Ora invece tutto è cambiato, alla fine del 2013, secondo lo stesso studio abbiamo cifre pari al  22% per smartphone e 6% per la penetrazione  tablet. Oggi, queste cifre sono ancora più elevate. Essi indicano l’enorme potenziale per il commercio e il consumo in un evento così importante come la Coppa del Mondo del Brasile.

Una quantità infinita di aziende hanno investito grandi quantità di risorse economiche e umane nella conquista del homo mobilis con le nuove offerte  e nuovi servizi. Ecco alcune apps da non perdere:

FIFA – Non sorprende, l’app ufficiale è abbastanza completa. Offre informazioni sulle 102 leghe professionistiche di calcio e  sulla Coppa del Mondo. È possibile scaricare l’app sia per iOS che per Android.

One Football –  è disponibile per tutte le piattaforme mobili, e si può anche scaricare una opzione che include solo informazioni inerenti la Coppa del Mondo in Brasile. Senza dubbio, una delle migliori applicazioni per questo sport.

I Mondiali stanno per cominciare ed un evento del genere merita di essere vissuto con i propri amici, anche se sono lontani.

Per questo esiste una serie di nuove apps per seguire gli Azzurri e le altre nazionali su iOS e Android .

TOK Italia ti permette di parlare con i tuoi amici, fino ad un massimo di 4 persone, mentre guardi le partite della Nazionale in TV (puoi parlare e urlare davvero, non devi digitare e perderti la prossima azione!). L’esperienza è arricchita con informazioni e statistiche in tempo reale sulla partita, e news durante tutta la settimana. Ora puoi guardare la Nazionale in TV, mentre PARLI con i tuoi amici e vedi le statistiche del match.  Non è necessario scrivere, sentirai solamente le voci dei tuoi amici così da poter finalmente urlare GOOOOOOL con loro a qualsiasi distanza essi siano!

 

WagsApp – da oggi è possibile seguire oltre che i calciatori le proprie mogli e fidanzate, E’ nata la prima app interamente dedicata al mondo delle fidanzate e mogli dei calciatori con tweet e foto. L’applicazione è disponibile per dispositivi Android e Apple

ASCOLTA IL PODCAST

https://www.antoniosavarese.it/wp-content/uploads/2014/06/savarese-1.mp3?_=1

Il Job Creator Tour di Mind the Bridge a Bari il 20 giugno

 
 

20 giugno 2014, ore 9.30/19.00
Bari – THE HUB, Via Volga, Fiera del Levante

Il Job Creator Tour di Mind the Bridge torna in Puglia
Appuntamento a Bari il 20 giugno

– Scopri la tappa di Bari in questo VIDEO –
– Per candidare il proprio progetto http://jct.mindthebridge.org/bari –

 

Bari, 11 Giugno – Ancora appuntamento con l’innovazione al sud Italia. Dopo Napoli, il 20 giugno il Mind the Bridge Job Creator Tour farà tappa per il secondo anno consecutivo in Puglia, questa volta a Bari, ospite di The Hub, spazio di coworking per innovatori sociali. Una giornata intera alla ricerca dei migliori progetti imprenditoriali pugliesi, grazie alla partnership con Exprivia e al supporto di Confindustria Bari e BATCamera di Commercio di Bari e UniCredit.

Le migliori business idea avranno la possibilità di vincere la partecipazione gratuita a una delle sessioni della MtB Startup School a San Francisco: un’esperienza ditre settimane durante la quale vivere la vita delle startup della Silicon Valley e mettere a punto il proprio progetto grazie a un lavoro di team e al supporto di mentor.

L’appuntamento – rivolto a studenti, ricercatori, aspiranti imprenditori, startupper e a tutti coloro che sono interessati a fare impresa e a comprendere i segreti della Silicon Valley – è totalmente gratuito e prenderà avvio con il momento formativo “Entrepreneurship 360”: Marco Marinucci e Alberto Onetti, rispettivamente founder/CEO e Chairman di Mind the Bridge Foundation, forniranno gli strumenti per comprendere il mondo delle startup da parte di imprenditori, aziende e investitori e illustreranno gli ultimi trend della Silicon Valley.

L’incontro proseguirà con la Gym Session, durante la quale verranno presentate e valutate le migliori proposte progettuali inviate dai partecipanti davanti una giuria di esperti cordinata da Mind the Bridge. La giornata si concluderà infine con una Matching Session, nel corso della quale alcune imprese del territorio incontreranno startup pre-selezionate.

Gli interessati possono candidare i propri progetti per le sessioni di Gym e di Matching compilando il form disponibile al sito entro il 15 giugno (per maggiori info information@mindthebridge.org).

 

Media Partner: Startupbusiness
Partner istituzionali: Università di BariComune di BariRegione Puglia,
Supporters: Bollenti SpiritiThe QubeTalent GardenYouth HubStartupCT

 

PROGRAMMA

9:30AM — 09:45AM – Registrazione & Networking

09:45AM — 10:30AM – Apertura lavori & saluti di benvenuto
Speakers

– Domenico Favuzzi, Chairman and CEO di Exprivia
– Michele Vinci, Presidente Confindustria Bari e BAT
– Alessandro Ambrosi: Presidente Camera di Commercio Bari
– Franco Felici:  Deputy Regional Manager Sud Unicredit

 

10:30AM — 01:00PM – Entrepreneurship 360
Speakers

– Alberto Onetti, Chairman Mind the Bridge Foundation
– Marco Marinucci, Founder e CEO Mind the Bridge Foundation

01:00PM — 3:30PM – Pranzo & Networking

03:30PM — 05:00PM – Sessione di GYM, MTB
Alcune startup selezionate presenteranno le loro idee imprenditoriali di fronte a un panel di imprenditori e investitori. I Mentor di Mind the Bridge daranno feedback e suggerimenti utili a migliorare la presentazione delle startup (pitch) e il business model dei loro progetti.

05:00PM — 06:00PM – Matching Session e meeting 1:1
Incontri 1:1 tra startup selezionate e imprese locali

06:00PM — 07:00PM – Networking e Chiusura lavori

 

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Mind the Bridge Foundation
La fondazione Mind the Bridge è un’organizzazione non profit, con sede in Italia e Stati Uniti, fondata e guidata da Marco Marinucci. Il chairman è Alberto Onetti.

L’obiettivo della fondazione è quello promuovere un ecosistema imprenditoriale sostenibile, stimolare le idee più innovative e rinvigorire la nuova venture economy, offrendo formazione imprenditoriale a 360 gradi. Mind the Bridge fornisce a startup, investitori e manager un’esposizione diretta al più esperto ecosistema imprenditoriale del mondo, la Silicon Valley. L’obiettivo finale di Mind the Bridge è quello di contribuire a creare in Europa una nuova generazione di imprenditori e storie di successo. Dal 2014 è stata chiamata dalla Commissione Europea a guidare la Startup Europe Partnership.
http://mindthebridge.org
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Ufficio stampa e PR
Serena Orizi, Mind The Bridge Foundation

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Mozilla al Mobile Asia Expo annuncia nuovi partner per FirefoxOS

Mozilla partecipa al Mobile Asia Expo di Shangai e annuncia le ultime novità riguardanti Firefox OS.

Durante la fiera, infatti, Mozilla presenterà una soluzione chiavi in ​​mano per gli smartphone Firefox OS nella categoria ultra-low-cost con cui, nei prossimi mesi, porterà i dispositivi in India  grazie alla collaborazione con Intex e Spice, due dei principali marchi di dispositivi mobili indiani.

Mozilla ha inoltre annunciato la collaborazione con Chunghwa Telecom, il più grande operatore di Taiwan, che si aggiunge ai 21 operatori che supportano il progetto Firefox OS in tutto il mondo. Il Mobile Asia Expo, infine, vedrà Mozilla esporre due nuovi dispositivi con Firefox OS, che saranno venduti per la prima volta questa estate: lo ZTE Open II e l’ALCATEL ONETOUCH Fire E.

 

Per maggiori informazioni è possibile consultare il Blog di Mozilla.

 

L’Italia leader nello Spam

Trend Micro presenta il report delle minacce del primo trimestre. Identificate le nuove tendenze dei cyber criminali, che sfruttano obiettivi sempre più inusuali.

Milano, 6 Giugno 2014 – L’Italia è la terza nazione al mondo per spam inviato. Il nostro paese riconferma il podio del 2013 a pari merito con l’Argentina, preceduta solo da Stati Uniti e Spagna. Questo è quanto rivela il report sulle minacce del primo trimestre di Trend Micro, leader globale nella sicurezza per il cloud.

Il documento si intitola “La criminalità informatica colpisce obiettivi inattesi” e mostra anche come l’avidità stia portando i cyber criminali verso un approccio meno tradizionale nel selezionare i propri obiettivi. Ad esempio, sono in crescita gli attacchi avanzati ai terminali PoS in tutto il mondo.

I ricercatori Trend Micro hanno anche notato come i malware bancari continuano a proliferare in diversi gruppi e famiglie, ognuna con obiettivi e tecniche anti-rilevamento diverse. Anche il numero di malware per dispositivi mobili continua a crescere, dopo aver toccato nel mese di marzo il record di 2 milioni.

“Il report del primo trimestre di quest’anno mette in luce il sommerso cyber criminale, dove malintenzionati creativi continuano a trovare nuove opportunità per commettere i loro crimini” ha affermato Raimund Genes, CTO, Trend Micro. “Per rimanere protetti contro le minacce informatiche in continua evoluzione, gli utenti devono comportarsi sul web in maniera responsabile, soprattutto quando effettuano delle transazioni finanziarie.”

I numeri italiani del primo trimestre

  • L’Italia è la terza nazione al mondo per spam inviato. Il nostro paese riconferma il podio del 2013 a pari merito con l’Argentina, preceduta solo da Stati Uniti e Spagna.

 

  • L’Italia è nella top ten dei paesi maggiormente colpiti da ransomware, un tipo particolare di malware che blocca il computer e chiede un riscatto.

 

  • L’Italia è nella top ten dei paesi con il più alto numero di utenti che hanno cliccato link malevoli

I dati generali del primo trimestre

  • Minacce mobile – Le minacce mobile continuano a crescere sempre più velocemente e hanno raggiunto il record di 2 milioni a fine marzo. L’esplosione delle app riconfezionate – ovvero quelle che sono state manomesse per passare i controlli di sicurezza – ha contribuito alla crescita esponenziale del volume di malware e applicazioni ad alto rischio
  • Cyber crime e sommerso cyber criminale – il volume di malware di online banking questo trimestre è significativamente sceso, rispetto alla fine del 2013. La decrescita si può considerare normale: in assenza di festività che portano una crescita di operazioni finanziarie online, il numero di malware in questo settore si è riposizionato ai soliti livelli
  • Campagne su obiettivi: negli Stati Uniti, in particolar modo negli ospedali e nel comparto retail, sono stati trovati numerosi sistemi PoS compromessi. In Corea del Sud attacchi hanno colpito le compagnie di carte di credito
  • Digital life e Internet of Everything – sono in aumento le truffe di ingegneria sociale e le app maligne che coinvolgono l’Internet of Everything
  • Nell’ultimo mese di marzo la Smart Protection Network, la rete globale per la raccolta e l’identificazione delle minacce di Trend Micro, ha bloccato:

–       5 miliardi di indirizzi IP che mandavano spam

–       248 milioni di siti maligni

–       827 milioni di file maligni

–       6,13 miliardi di minacce totali

 

 

  • Per consultare il report completo clicca qui
  • Per consultare il report navigabile sul sito Trend Micro clicca qui

Radio CRC – Podcast del 04 Giugno

Nella puntata odierna della trasmissione Barba  & Capelli in onda su  Radio CRC insieme ai conduttori Corrado Gabriele e Lucilla Nele abbiamo parlato di nuove forme di economia alternativa. In un momento di crisi come si può continuare a fare business lo stesso? Riscoprendo ed attualizzando uno strumento antico come il baratto, è questa l’idea alla base di  CambioMerci network di imprese e professionisti che scambiano all’interno del sistema B2B prodotti e servizi

“La nostra è una  piattaforma di baratto 2.0 dove le aziende, a dispetto della crisi, uniscono forze, competenze e know how per scambiarsi beni e servizi.” – afferma il CEO dell’azienda Antonio Leone

ASCOLTA IL PODCAST

https://www.antoniosavarese.it/wp-content/uploads/2014/06/savarese-leone.mp3?_=2

Eni, un colosso dell’energia che crede nell’IT

Sta vincendo il marketing sulla tecnologia, un marketing vuoto di contenuti

Eni è una delle maggiori aziende energetiche integrate al mondo e opera nei settori dell’esplorazione e della produzione di gas e petrolio, del trasporto internazionale e della vendita del gas, della generazione di energia, della raffinazione e della vendita di prodotti petroliferi, della chimica e dell’ingegneria e costruzione.

Eni è presente in novanta paesi con circa 78.000 dipendenti, l’anno scorso ha avuto un profitto di circa 20 miliardi di euro, pagando ricchi dividendi agli azionisti poco meno di 4 miliardi di euro.

Qual è l’importanza dei Sistemi Informativi? Ne abbiamo parlato con Gianluigi Castelli – CIO di Eni che è stato recentemente eletto “CIO of the Year” per l’area EMEA agli Oracle Excellence Awards 2013, l’iniziativa che premia i partner di Oracle che in tutto il mondo hanno mostrato di eccellere nel generare valore per il business attraverso le tecnologie.

Con questa complessità e con la presenza capillare in novanta Paesi come si devono organizzare i Sistemi Informativi?

L’azienda era strutturata in tre macrodivisioni (ora siamo in fase di cambiamento); una divisione che si occupa di esplorazione e produzione quindi ricerca e sfruttamento di giacimenti di energia, una divisione che si occupa di raffinazione e vendita di derivati petroliferi, poi avevamo la divisione Gas & Power che si occupava di vendere gas ed energia elettrica sul mercato retail e ai grandi clienti che ora è stata divisa in due unità quella che opera sul mercato retail è quella che chiamiamo downstream mentre l’area dei grandi clienti è confluita nell’unità midstream. Poi abbiamo un’azienda controllata al 100% che si occupa di petrolchimica la Versalis.

La nostra Direzione IT è molto centralizzata ed ha poi una forte presenza territoriale che assume forme molto differenti in virtù del nostro modo di essere presenti in vari paesi; abbiamo delle consociate al 100% che sono oggetto di una forte centralizzazione, poi ci sono i consorzi dove siamo main contractor (ad esempio in Kazakistan)  e poi abbiamo partecipazioni minoritarie.

Il nostro modello di governance vede diversi livelli di accentramento, da quelli forti a quelli con schemi molto leggeri che si riflettono nell’applicazione di contratti globali fatti a livello centrale ma lasciando ampio spazio alle strutture locali. La struttura centrale impiega circa 750 persone mentre in giro per il mondo abbiamo altre 300 risorse. In termini d’investimenti e di spesa siamo intorno ai 600 milioni di euro all’anno centrali e circa 250 sull’estero.

Probabilmente in Italia nessuno ha la stessa capacità d’investimento?

In realtà non è vero, non sono informato delle evoluzioni delle grandi banche (Unicredit e Intesa) però sia in termini di forza lavoro sia in termini di budget almeno fino ad un paio di anni fa erano più grosse di noi. Certamente però vista la nostra organizzazione e le nostre quattro linee di business possiamo affermare che sono 4 mestieri completamente differenti e questo significa avere sia un’organizzazione, sia un’architettura, sia competenze differenti ed estremamente diversificate quindi probabilmente la nostra complessità è superiore ad esempio a quelle delle grandi banche.

Che rapporto c’è con l’outsourcing?

In Italia nella struttura centrale soprattutto nell’area sviluppo applicativo abbiamo circa un rapporto uno a tre in termini di FTE tra interni ed esterni. Si tratta quindi di un ricorso importante a capacità di sviluppo esterno. Recentemente abbiamo preso delle decisioni controcorrente; per esempio sulla parte di operations inerente la gestione della nostra infrastruttura siamo passati da un contratto vecchio di 15 anni di full outsourcing ad un insourcing selettivo perché riteniamo che sia dal punto di vista economico sia della qualità del servizio sia meglio così.

Passando alle risorse fisiche come siete organizzati? Quanti Data Center avete?

Dal primo gennaio concentreremo nel nuovo Data center che è stato inaugurato il 29 ottobre a Pavia tutti i server di servizio e tutti i server dedicati all’High Performance Computing che utilizziamo per le simulazioni sismiche, la stima ed il dimensionamento dei giacimenti. Poi avremo un data center di disaster recovery che per ora sarà il  vecchio data center attualmente primario che è in outsourcing con HP da 15 anni.

Quali sono stati i principali progetti realizzati e quelli futuri?

I progetti più importanti realizzati sono stati quelli che avevano come focus l’esigenza di consolidamento (fino a sette anni fa Eni era un arcipelago di aziende mentre con l’avvento di Scaroni è iniziata una forte azione di consolidamento, risultata in una vera corporation). Abbiamo consolidato tutte le applicazioni consolidabili e nel fare ciò le abbiamo anche rinnovate da un punto di vista tecnologico e dell’infrastruttura su cui si appoggiano. In particolare abbiamo consolidato i sistemi amministrativi (avevamo ventuno sistemi SAP diversi sparsi per l’Italia ora ne abbiamo uno solo, stessa cosa sui sistemi di approvvigionamento di ogni società (da 19 a uno)), abbiamo rinnovato i sistemi di billing  e del CRM del mondo gas & power.

Abbiamo poi in corso la realizzazione di un grandissimo sistema di gestione del personale unico per tutto il mondo, con un investimento superiore ai 10 milioni di euro.

Il progetto più importante che ora è in fase di conclusione è stato l’IT Transformation; il percorso di cambiamento nasce con il nuovo dato center, poi però ci siamo detti che facciamo? Solo un trasloco di macchine?

Pertanto abbiamo deciso di introdurre una nuova infrastruttura totalmente standardizzata basta su sistemi blade, realizzando, di fatto, una reale Infrastrutcure as Service e una Platform as Service, realizzando, di fatto, anche se il termine è abusato, il più grande cloud privato certamente in Italia e uno dei più grandi nel mondo.

Avevamo 575 applicazioni eterogenee dopo una razionalizzazione le abbiamo ridotte a 403 e le abbiamo migrate tutte sulla nuova infrastruttura.

Quale sarà lo scenario IT sia dal punto di vista tecnologico sia organizzativo?

Non mi piace fare ricorso alle parole magiche: mobility, big data, …. Non mi piacciono perché credo che l’hype che è generato attorno a queste presunte novità in realtà confonda le aziende che non hanno il tempo di portare a maturazione i concetti buoni che ci sono dietro questi slogan.

Così facendo si genera un fenomeno acritico di me too invece di quel pensiero forte che pure esisteva nel passato e di cui avremmo maledettamente bisogno. Una volta c’era il modo IBM o il modo Digital di fare informatica, si potevano amare o odiare, ma era un pensiero forte che implicava scelte strategiche architetturali e operative molto ben definite, oggi invece è un gran mischione dove tutti fanno tutto, chi meglio, chi peggio, ma manca una chiara direzione strategica da parte dei vendor e c’è un rischio di uniformità; si rischia di comprare solo in base al brand ed al prezzo  e non per reali contenuti. Sta vincendo il marketing sulla tecnologia, un marketing spesso vuoto di contenuti. Anche se vedo qualche segnale di miglioramento.

La tecnologia hardware negli ultimi anni ha migliorato molto le prestazioni in termini di CPU, fenomeno chiaramente guidato dal mercato consumer. Ad esempio per i nostri tre petaflops che servono le simulazioni sismiche, utilizziamo architetture che nascono in ambito games GPU (Graphical Process Unit). L’investimento necessario per sviluppare processori con quella capacità si giustifica solo in casi di volumi alti. Sulla tecnologia software direi che abbiamo consolidato tutto dal punto di vista dei sistemi operativi mentre osservo invece una perdita di cultura e di competenza sui temi legati all’ingegneria del software e sui linguaggi di programmazione. I linguaggi prevalenti in uso per fare siti (perl, xml etc) rappresentano un forte regresso rispetto ai linguaggi di programmazione strutturati della fine degli anni 90 che avevano raggiunto il culmine robustezza ingegneristica. L’ingegneria del software sembra essere una disciplina quasi caduta in disuso: avrei molto da ridire sulla manutenibilità e le performance di molto del software che viene scritto oggi in assenza di una seria disciplina di programmazione.

Siamo nella fase Plug&Play in cui si trovano in Rete software che poi si prova a integrare nelle aziende.

Sì ma occorre sapere bene quel che si fa, altrimenti è un disastro. Per carità va benissimo usare software public domain però poi va inserito in un contesto ingegneristico che non crei problemi, senza perdere il controllo. Le società di servizi operanti nel settore del software devono migliorare la capacità di fare del software di qualità.

I Social Media possono essere utilizzati in azienda?

Questo è un fenomeno che noi abbiamo già cavalcato perché abbiamo uno strumento social che si chiama Moka che è nato per facilitare il reperimento e la condivisione di competenze all’interno della struttura ICT e che poi è stato esteso a tutta l’azienda diventando, di fatto, il social network di tutta Eni. Abbiamo una serie di stanze tematiche moderate dalla comunicazione interna che ha la finalità di distruggere quelle barriere organizzative che talvolta limitano la nostra efficacia.

Il ruolo del CIO si è evoluto molto negli ultimi anni, cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?

La nostra professione è presa in mezzo tra un’evoluzione continua delle tecnologie e delle soluzioni che non è governata dal CIO stesso e da linee di business che oramai anche in aziende che operano in mercati tradizionali come la nostra considerano l’IT una leva che va oltre il fare efficienza. È un mestiere in continuo cambiamento, il mondo cambia e quindi il ruolo cambia però i fondamentali per fare bene il nostro mestiere sono sempre i soliti in primis bisogna soddisfare il bisogno di efficienza che tutte le aziende sempre e comunque avranno; prima efficienza interna dell’it e poi un aiuto a efficientare le linee di business perché solo così attraverso il rispetto di obiettivi precisi di costi e di tempi si costruisce la credibilità che poi consente di ottenere le risorse per innovare.

Il CIO deve contare su un team di persone di esperienza molto diversa che devono essere ossessivamente ricercate tra le eccellenze, io non riesco a immaginare un team a riporto del CIO di gente che si siede, voglio dietro di me dieci risorse che possano occupare il mio posto domani così da avere la motivazione di correre in avanti più velocemente e cosi facendo trascinare tutta la capacità d’innovazione che abbiamo. Il CIO deve essere un osservatore dei fenomeni che accadono attorno per guidare il cambiamento invece che subirlo passivamente.

L’Italia secondo Lei avrebbe bisogno di un CIO?

Certamente sì, in qualche misura l’ha, anche se un po’ è una poltrona per due in questo momento con Ragosa e Caio. Il problema vero però non è il CIO ma la struttura della nomenclatura esistente che frena il cambiamento. Se il CIO del Paese deve solo emanare delle norme, non serve a nulla e non si va molto lontani, è evidente che è necessaria una capacità operativa che è molto vincolata oggi. Manca poi una visione strategica tutti parlano di Banda Larga ma poi dopo cosa ci facciamo? Che servizi erogo?

 

 

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Nato nel 1954, Gianluigi Castelli oggi è CIO di Eni.   

Laureato in Fisica a indirizzo cibernetico, dopo gli studi svolge attività accademiche presso il Dipartimento di Scienze dell’Informazione ldell’Università di Milano, per poi entrare in Etnoteam, dove resta 18 anni con diversi incarichi fino ad occupare la posizione di responsabile della Divisione di System Integration.

Successivamente passa in Infostrada dove ricopre il ruolo di CIO e poi in Fiat dove nel periodo 1997–2001 opera come CIO di Fiat Auto e come CEO di Fiat GSA, la società di servizi software del Gruppo.

Approda poi al ruolo di CIO e di CTO di Vodafone Italia, azienda la cui strategia è focalizzata sull’innovazione dei prodotti e servizi e di cui l’ICT è parte integrante. Nel 2003 assume la carica di CIO del Gruppo Vodafone, con la responsabilità del coordinamento e del consolidamento informatico a livello mondo. Nel 2006 entra in Eni con il ruolo di CIO, sua attuale posizione.

 

RUMUNDU – In un anno ha fatto il Giro del Mondo in bicicletta

              
     
   
 
 

Il giro del mondo in bicicletta alla ricerca di storie di vita sostenibili sta per concludersi.
Per Stefano Cucca arrivo previsto DOMANI 4 giugno mattina a Cagliari, con destinazione Sorso, suo paese di origine, per l’8 giugno, a un anno esatto dalla sua partenza.

RUMUNDU, AVVENTURA RIUSCITA

Dall’inizio della sua avventura 32mila i chilometri affrontati, 5 i continenti toccati, centinaia le persone incontrate, innumerevoli le storie da raccontare. E mentre il sitoRumundu si apre alla collettività, per il futuro Stefano sogna progetti di rural innovation e si mette alla ricerca di un Venture Capital per la creazione di un fondo.

 

www.rumundu.com

– scarica alcune delle IMMAGINI del suo viaggio –

 

Sorso (Sassari), 3 giugno – Il giro del mondo in bicicletta di Stefano Cucca sta per essere portato a termine. A un anno esatto (8 giugno 2013) dalla partenza dal suo paese di origine, il progetto RUMUNDU farà rientro a Sorso (Sassari) domenica 8 giugno 2014.

Dopo aver percorso circa 32.000 chilometri attraverso Italia, Svizzera, Germania, Francia, Lussemburgo, Belgio, Olanda, ancora Germania, Danimarca, Islanda, coast-to-coast negli Stati Uniti passando per il Canada, Giappone, aver toccato la Cina e poi Vietnam, Cambogia, Thailandia, Malesia, Singapore, Indonesia, Australia, Nuova Zelanda, Sud Africa per poi rientrare in Italia attraversando la Turchia e la Grecia, DOMANI 4 giugno alle 8.30 Stefano Cucca sbarcherà finalmente a Cagliari da Napoli per poi risalire l’isola.

Lo scopo del progetto RUMUNDU era quello di girare il mondo in bicicletta alla ricerca di storie e stili di vita sostenibili promuovendo allo stesso tempo la Sardegna. Un viaggio che è stato raccontato in tempo reale attraverso testi e immagini sul sito www.rumundu.it e i social collegati, con un seguito che si è fatto di giorno in giorno più ampio, fin dalla sua partenza dalla Sardegna, attraversata in tutta la sua lunghezza.

Da lì la Sicilia, con Palermo e Messina,  per poi risalire tutto lo stivale, passando per Capo d’Orlando, Cosenza, Maratea, Palinuro, Salerno, Napoli, Roma, Livorno, Firenze, “Sotto un piacevolissimo temporale sul Ponte Vecchio”. E Parma, Bologna e Novara. Fino a Milano, “Ospite al Sardegna Store con tantissime eccellenze sarde esposte per promuovere la nostra terra” a una “bella, ciclabile, viva, colorata, seria e folcloristica, rilassante,  fresca, verde e giovane, rossa e curiosa”Amsterdam, in Olanda; e anche Bruxelles, dove “dopo 5 ore di pioggia, il lusso di una doccia calda e una pasta tonno&pesto. Peccato non avere il sale”; e l’Islanda “sostenibile perché governata dalla natura”;

e poi gli Stati Uniti con le sue “strade alternative #roadtoAlbany” e l’accoglienza al “Consolato Italiano in quel di Chicago”; New York; il Canada e la cascate del Niagara dove “bello sarà farmi i fusilli e piazzare la tenda quando tutti andranno via”; il Michigan, l’Illinoisl’Arizona, il New Messico, ilKansas, “una volta superato il Missouri”, con la California e San Francisco che distano “solo” 3.200 chilometri. “#ilprossimorumundusaràinautostop #greenway #usa #rumundu”;

quindi il Giappone con TokyoKyoto e “il rispetto verso il prossimo”, la Cina con Pechino, patria dell’insostenibilità, l’Indonesia con la sua caotica Bali, il Vietnam con i suoi bambini, l’Australia con Melbourne le Tasmania, nei cui boschi “si possono trovare luoghi magici dove si vive in completa armonia con la natura” Auckland  in Nuova Zelanda, con “segni di presenza umana lungo i boschi con devastanti deforestazioni”; l’Africa, con “desertiche affollate librerie e polverosi ciclisti” e “africane danze che urlano voglia di riscatto”;

e infine Instanbul in Turchia, Igoumenitsa in Grecia e quindi nuovamente l’Italia.

  

http://www.rumundu.com/it/gmap

È stato un anno ricco di esperienze che non è semplice descrivere in poche parole – commentaStefano Cucca appena toccata l’Italia a Brindisi – ma mi sento una persona molto fortunata. Ho imparato moltissimo e sono davvero tante le realtà visitate in questo viaggio. Girare il mondo in bicicletta ti mette nella condizione di fermarti e imparare ad apprezzare lo scorrere del tempo. Ti senti una persona “libera” e sembra quasi che tutte le persone che incontri percepiscano in te qualcosa di strano, di diverso. Così come sono state tantissime le volte in cui le persone mi hanno accolto nelle loro case per chiacchierare e condividere semplicemente storie di vita“.

Allo stesso tempo, molti sono stati gli appuntamenti organizzati dagli appassionati di questa avventura, di cui Stefano racconterà nel dettaglio dopo il suo rientro: “Mi sono posto molto spesso nella condizione di ascoltare – ricorda Stefano – e questo mi ha permesso di capire quanto sia necessario rimettere al centro le persone, in un momento in cui al centro sono spesso solo le ‘cose’. Ad oggi, nonostante per me sia stato semplice pensare di farlo in bicicletta perché ho sempre fatto attività fisica, sono dell’idea che non sia una cosa impossibile fare il giro del mondo a bordo di una bicicletta. Ognuno con il proprio ritmo potrebbe porsi nella condizione di esplorare e imparare a prescindere dai chilometri. Quelli sono relativi. Sono dell’idea che con la bicicletta si abbia la giusta velocità per ‘ascoltare’ il mondo. Lo si capisce, lo si percepisce, lo si vive“.

 

E se durante questi 12 mesi Stefano ha raccontato tante delle sue esperienza sul sito internet www.rumundu.comda oggi desidera dare la possibilità ad altri di popolarlo di racconti di storie sostenibili che parlino di come e dove si vive nel mondo, dalla bioedilizia al cibo, dai mezzi di trasporto agli stili e ai comportamenti quotidiani che tengano conto del rispetto del territorio.

Al rientro mi piacerebbe portare avanti qualche progetto di rural innovation e lavorare per favorire lo sviluppo di realtà sostenibili – conclude Stefano – magari anche attraverso la creazione di un fondo in collaborazione con qualche Venture Capital. Vedremo“.

 

Appuntamento quindi mercoledì 4 giugno alle 8.30 al molo del porto di Cagliari per festeggiare insieme a Stefano il rientro del progetto Rumundu sull’isola, a un anno esatto dal suo avvio.

Il 4 sera Stefano sarà ospite di “Leggendo Metropolitano“, festival internazionale di letteratura, quest’anno alla sua sesta edizione.

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Partner del progetto

Sardex, Banca Etica, Indoona, Andalas de Amistade, Sun Service, Focus, Instagramers Italia

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