Il Comitato Olimpico Internazionale e Atos hanno messo in campo un’infrastruttura tecnologica senza precedenti per attuare un cambio di passo nella gestione delle sfide a cinque cerchi: 4,8 miliardi di spettatori in tutto il mondo; 30.000 testate giornalistiche; 37 gare con infrastruttura IT completa; 14.850 atleti; 400.000 accrediti; 70.000 volontari; 200.000 ore di test informatici; 250 server.
Atos, leader globale nei servizi digitali, e Rio hanno inaugurato il Technology Operations Center (TOC) per le Olimpiadi e Paraolimpiadi di Rio 2016 che supervisionerà dal punto di vista tecnologico le 144 gare sportive e degli eventi non competitivi.
Per l’intera durata della manifestazione, questa struttura si occuperà del monitoraggio e del controllo di tutti i sistemi IT necessari allo svolgimento dei Giochi, fornendo altresì i risultati di tutte le competizioni in tempo reale ai media mondiali.
Rio 2016 rappresenta un traguardo importante nella trasformazione digitale delle Olimpiadi: il portale web per il reclutamento dei volontari e il sistema di accreditamento online saranno gestiti in Cloud. Sarà, inoltre, la prima volta in cui il Centro di Supporto IT, nella città che ospita l’evento, verrà coadiuvato da un nuovo centro tecnologico permanente, il Technical Technology Operations Center (TTOC), che conta un team di 150 consulenti ubicati in Spagna, il cui ruolo è quello di centralizzare il supporto dei fondamentali sistemi IT dei Giochi. Dunque, un innovativo modello operativo interamente gestito in modalità SaaS (Software as a Service) e in Cloud che consentono, tra l’altro, di massimizzare l’efficienza e ridurre i costi.
A partire dal 25 luglio 2016, il TOC opererà a pieno regime nella città dei Giochi: 500 consulenti IT per il presidio 24/7 di 187 postazioni al fine di gestire e monitorare l’infrastruttura tecnologica e tutti i sistemi, che includono sicurezza informatica, telecomunicazioni, energia elettrica e sistema di calcolo dei risultati.
“Rio 2016 – commenta Giuseppe Di Franco, CEO di Atos Italia – rappresenta un emblema del progresso tecnologico alimentato da Atos. Siamo partner IT del Comitato Olimpico Internazionale e del Comitato Paraolimpico Internazionale da oltre vent’anni e questa edizione, in particolare, darà un esempio di come le Organizzazioni che adottano i nuovi modelli della trasformazione digitale possano trarne benefici tangibili in termini di customer experience, eccellenza operativa e sicurezza. Solo per fare un esempio, rimanendo su quest’ultimo punto, la cybersecurity: durante le ultime Olimpiadi di Londra abbiamo rilevato e neutralizzato un milione di attacchi hacker al giorno”.
Jean-Benoît Gauthier, Information and Technology Director del COI, ha dichiarato: “Siamo rimasti davvero colpiti dall’impianto tecnologico messo in campo dal Comitato Organizzativo. Questi Giochi rappresenteranno un importante passo avanti nelle tecnologie utilizzate per la manifestazione, e l’impegno che abbiamo preso con il nostro Partner Internazionale Atos è di continuare a lavorare per migliorare l’esperienza degli atleti, dei media e degli spettatori, non solo per l’appuntamento olimpico di Rio, ma anche per tutti quelli che verranno in futuro”.
Atos, l’ ”eroe” sconosciuto dei Giochi Olimpici
Anche se invisibile alla maggior parte delle persone, l’infrastruttura IT e le soluzioni di integrazione fornite da Atos giocano un ruolo fondamentale per il successo dei Giochi Olimpici 2016. Per esempio, Atos fornisce i sistemi che permettono di trasmettere i risultati delle gare in tutto il mondo in meno di un secondo, così che siano fruibili in televisione, online e sui device; fornisce il portale che renderà possibile il reclutamento di 70 mila volontari e la soluzione informatica deputata a processare i 400.000 accrediti per tutti i partecipanti ai giochi, così che possano avere accesso alle diverse aree del villaggio olimpico; inoltre, a tutti i membri della cosiddetta Olympic Family (media, TOP Partner, atleti e funzionari sportivi) permette di viaggiare da tutto il mondo con un visto speciale per entrare in Brasile.
Proprio Jacques Rogge, il Presidente del Comitato Olimpico Internazionale, al termine degli ultimi Giochi ha lodato il contributo dato da Atos alla buona riuscita di Londra 2012: “L’eroe sconosciuto dei Giochi Olimpici è Atos, senza Atos niente di tutto questo sarebbe stato possibile.”
In occasione dell’Amazon Web Services Summit di Milano, Decisyon presenta il proprio “sistema nervoso” digitale, in grado di connettere dati, processi, macchine e persone, realizzato nel cloud attraverso gli strumenti di AWS.
Cosimo Palmisano, VP e Product Manager di Decisyon evidenzia alcuni vantaggi dei sistemi cloud di AWS che oggi permettono all’azienda di gestire oltre 200 clienti in 11 paesi diversi nello sviluppo dell’IoT in ambito industriale attraverso applicazioni verticali rilasciate sul cloud di AWS.
Gestire la filiera di grandi aziende farmaceutiche, ottimizzare i cicli di manutenzione di parchi eolici, controllare in tempo reale la reputazione di brand rilevanti attraverso il monitoraggio dei social network al variare delle commesse fornite. Queste tre diverse attività hanno un fattore comune: un’intelligenza collettiva per l’organizzazione della produzione, un’intelligenza in grado di supportare in ogni momento il processo decisionale di responsabili e addetti, suggerendo parallelamente alternative suffragate da dati.
Da 4 anni questo genere di intelligenza viene sviluppata da Decisyon, azienda italo-americana dell’Internet of Everything, con il supporto di Amazon Web Services e oggi, in occasione del primo AWS Summit Milano, Cosimo Palmisano, VP Product Decisyon, ha presentato il lavoro effettuato in questi anni per 200 clienti in 11 paesi nel mondo, raccontando quanto fatto e le strategie di sviluppo future.
La piattaforma di Decisyon è ospitata dalla nuvola di Amazon Web Services, che le permette infatti di muoversi in ogni momento tra i vari livelli e dimensioni: l’utente in ogni momento ha accesso a tutti i dati grazie al sistema di “mattoncini” che connettono tutte le parti dell’azienda in modo olistico.
“Queste unità basilari funzionano come neuroni” afferma Cosimo Palmisano, VP Product Decisyon. “I sensori raccolgono dati e creano informazioni: da questo momento il meccanismo che li traduce in azione è simile a quello del cervello, che per mezzo di una sua semantica trasmette impulso ai nervi che a loro volta fanno muovere i muscoli”.
Il nuovo paradigma organizzativo pensato da Decisyon permette di gestire contestualmente tutte le attività quotidiane sottese al lavoro dei dipendenti: dal chiedere informazioni al raggruppare i dati, dall’aprire un gruppo di lavoro collaborativo in chat per approfondire un dato fino a suggerire le decisioni.
Tutto questo permette di eliminare le inefficienze dovute alle disconnessioni organizzative e di avere in qualsiasi momento tutti gli elementi a disposizione, connettendo cervelli e macchine.
Diverse motivazioni hanno spinto Decisyon fin dalla sua fondazione ad utilizzare i servizi di Amazon Web Services: anzitutto la flessibilità della tecnologia, la scalabilità controllata del prezzo e la possibilità di sviluppare proof of concept (prototipi) più velocemente ma, in modo ancor più decisivo, la complementarietà con l’impostazione del modello architetturale di Decisyon. La piattaforma di Decisyon non è nata a strati sovrapposti come ere geologiche ma si è invece sviluppata secondo il concetto di movimento di dati e processi tra diverse dimensioni: pianificazione, analisi, integrazione, esecuzione, collaborazione, gestione dei dati non strutturati, comunicazione collaborativa in modalità social attraverso chat, connettività.
Così facendo, si può eliminare alla base il rischio di sprecare tempo e risorse per recuperare le informazioni accumulate: muoversi sulle traiettorie delle diverse dimensioni permette di andare a riprendere ogni dato in ogni momento e tutto ciò coincide con la visione architetturale basata sui micro-servizi proposta da Amazon Web Services, servizi che danno l’opportunità di sviluppare tanti singoli segmenti attraverso un software completamente “agnostico” quindi adattabile ad ogni sistema operativo e ad ogni necessità.
“Per noi, l’Internet of Everything”, continua Cosimo Palmisano, “si è declinato in Internet of Execution, ovvero unire i 7 livelli chiave della comunicazione tra uomo e macchine: i sensori fisici (le “things” dell’Internet of Things), la connettività tra processi, i concentratori di dati (hardware), l’accumulazione di dati, l’aggregazione e l’astrazione dei dati ottenuti, l’applicazione a livello di report e controllo e infine l’intervento “umano” in modo collaborativo. Decisyon si propone di mettere insieme proprio questi livelli attraverso un unico tool”
La piattaforma unica infatti, svolge il compito di una vera e propria “network organization”: “La tecnologia ha iniziato anni fa a connettere i computer con internet, ha proseguito connettendo le persone con i social network e le macchine con l’IoT, in futuro potrà permettere di connettere entità esterne – dai consumatori ai fornitori ai partner – creando una Internet of Execution ovvero una rete orientata all’efficienza e alla riduzione dei costi.“
L’Internet of Execution diventò realtà: i casi già realizzati
Negli ultimi 10 anni Decisyon ha sviluppato per grandi aziende multinazionali dozzine di applicazioni in ambito Industrial IoT molte pensate sin dall’inizio per il funzionamento in cloud ed ogni singola applicazione verticale è stata realizzata proprio grazie ai servizi di Amazon Web Services.
Non sono mancati negli anni gli esempi in grado di spiegare la versatilità ed il “potere” trasferito alle persone che devono prendere decisioni ogni giorno, in contesti che all’apparenza possono sembrare troppo grandi e complessi.
Per una grande multinazionale farmaceutica, Decisyon ha creato dashboard incrementali collaborativi completamente touch, in grado di raccogliere informazioni in tempo reale da diverse fonti (dai sensori ai risultati del controllo qualità): a ogni cambio turno in fabbrica si hanno a disposizione una serie di dati non più stampati su carta ma in real-time e collaborativi che possono direzionare al meglio il lavoro degli operai del turno successivo e dell’intero stabilimento.
In Wyoming è stato costruita con l’aiuto di un’azienda partner una app verticale per la gestione degli asset di un parco eolico: un classico caso dove le informazioni provengono da diverse fonti, strutturate o meno (le previsioni del tempo da incrociare con i dati di carico e scarico magazzino, per fare un esempio tra tanti) e che inoltre necessitano di essere messe a disposizione di ben 5 centri decisionali diversi per i processi di manutenzione. Nonostante l’enorme mole di lavoro (200 sensori per pala e un totale di 70 pale eoliche per campo) l’architettura AWS ancora una volta ha permesso di sviluppare una soluzione compatibile e capace di ridurre i costi operativi del 20%.
In partnership con Johnson & Johnson, infine, Decisyon ha saputo sviluppare una soluzione verticale per la scelta dei fornitori, chiamata Smart Center Management. In questo caso particolare vengono coinvolti 1000 utenti su 4 continenti, con l’obiettivo di incrociare in modo intelligente i dati provenienti da sistemi interni (come ufficio acquisti, qualità, ecc.) con le informazioni che provengono ogni giorno dai social, potendo così monitorare se a parità di fornitore possano nascere o meno diversi problemi di brand reputation dal punto di vista del consumatore.
Con clienti come TIM, Intesa San Paolo e Alpitour, Decisyon ha realizzato una soluzione per il customer care basato sui social network. Più di 500 operatori customer service attraverso la soluzione di Social CRM creata e distribuita su AWS gestiscono, visualizzano e analizzano in real-time, 24 ore su 24, più di 60mila operazioni al minuto.
Decisyon, attraverso Amazon Web Service, ha perseguito l’obiettivo di dare sempre più potere alle persone nello IoT industriale, grazie alla consultazione di scenari prodotti in tempo reale dai dati provenienti dalle macchine.
Ogni business può infatti far crescere le funzionalità dei propri software senza bisogno eccessivo di supporto IT, permettere una collaborazione in tempo reale su ogni dato con ogni persona presente in azienda, che sarà in grado di analizzare, collaborare ed eseguire azioni sui singoli processi andando ad agire direttamente “in context”.
“Avere creato un software come Decisyon su AWS ci ha permesso di dare potere alle persone, che oggi possono prendere decisioni migliori e gestire in tempo reale informazioni per il miglioramento continuo del loro modo di lavorare e conseguentemente incrementare la customer experience” conclude Cosimo Palmisano. “In futuro l’obiettivo è quello di aumentare le capacità operative della piattaforma IoE, utilizzando AWS non solo sfruttando i micro-servizi principali ma sfruttando la nuova piattaforma di Amazon Web Services per l’IoT che ci permetterà di concentrarci sulle soluzioni verticali e non per esempio sulla gestione di dispositivi o di protocolli per i sensori. Inoltre è nostra intenzione estendere le capacità analitiche andando ad utilizzare i nuovi algoritmi di machine learning presenti in AWS. Negli ultimi anni abbiamo imparato che la competizione si sta sempre più spostando sulla creazione di velocità, questo per noi è un paradigma che unisce 4 fattori: contestualità, collaborazione, interoperabilità, esecuzione. Il nostro CTO e Founder Franco Petrucci ci ripete sempre che ormai non è più il pesce grande che mangia quello piccolo, ma è quello veloce che mangia quello lento”.
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Decisyon
Decisyon, Inc. offre ad aziende, produttori e brand di tutto il mondo l’unica piattaforma capace di costruire rapidamente applicazioni unificate intelligenti per l’Internet of Everything. Fondata in Italia nel 2005, la piattaforma Decisyon è ora utilizzata da più di 200 aziende a livello globale in svariati settori.
Watly lancia la campagna di crowfunding per costruire la macchina che purifica l’acqua con il sole
La tecnologia permetterà di purificare l’acqua contaminata, di produrre energia elettrica e di fornire una connessione internet alle comunità più bisognose.
Watly, società pluripremiata nel campo delle tecnologie pulite ha lanciato una campagna di crowdfunding su Indiegogo per consentire ai suoi sostenitori di diventare parte integrante del suo progetto, che si prefigge di risolvere i problemi relativi alla scarsità di acqua, energia e connettività. I donatori più generosi avranno la possibilità di unirsi al team di Watly in Africa e participare al documentario di Discovery Channel che seguirà il processo di messa in funzione della tecnologia.
Il sistema è il primo computer termodinamico al mondo che fornisce contemporaneamente acqua, energia e connettività alle comunità più vulnerabili del pianeta. La macchina, utilizzando l’energia solare, può purificare fino a 5000 litri d’acqua al giorno.
Watly ha già avuto un primo riconoscimento del suo potenziale trasformativo dall’Unione Europea, assicurandosi il premio Horizon 2020 e un finanziamento di circa 2 milioni di euro con il quale è stato costruito il modello pre-industriale Watly 2.0. Con il lancio della campagna su Indiegogo, anche i privati avranno l’opportunità di sostenere il progetto di Watly che si propone di cambiare la vita a chi ne ha più bisogno.
La raccolta fondi servirà alla produzione di Watly 3.0, il primo modello operativo che, combinando le tre funzionalità chiave di acqua, energia e connettività, sarà in grado di produrre risorse di prima necessità per 3.000 persone ogni giorno per almeno 15 anni.
Altri sostenitori della campagna potranno visitare la fabbrica in Italia ed assistere alla costruzione della macchina o alla stampa 3D del modello di Watly. Infine, altri sostenitori avranno il loro nome inciso sulla macchina Watly 3.0 come segno di riconoscenza per chi ha contribuito a trasformare il progetto in realtà. La campagna su Indiegogo si è aperta giovedì 7 aprile e terminerà alla fine del mese.
“Il nostro obiettivo è di migliorare lo standard di vita per il maggior numero di gente bisognosa nel mondo. Con l’erogazione di acqua pulita e la fornitura di energia elettrica e connettività, vogliamo mettere le comunità più povere nella condizione di poter esprimere il loro potenziale. Fornendo tre funzioni fondamentali per lo sviluppo della vita, Watly consente alle persone la possibilità di dedicarsi all’istruzione, allo sviluppo di se stessi e all’attivita economica. A differenze della donazioni, che hanno un carattere per lo più estemporaneo, la nostra vuole essere una soluzione definitiva ai problemi che affliggono le comunità più deboli, ” ha dichiarato Marco Attisani, CEO di Watly.
“Watly è un’infrastruttura intelligente che sta portando l’“Internet delle cose” in luoghi dove mancano internet e beni primari. Solo quando viene utilizzato per migliorare le sorti mondo, internet raggiunge il massimo del potenziale”, ha concluso Marco Attisani.
A seguito del successo del prototipo precedente, Watly 2.0, dove gli abitanti del villaggio di Abenta in Ghana hanno potuto bere l’acqua potabile prodotta dalla macchina, Watly sta attualmente costruendo la versione definitiva della macchina ( 40 metri di lunghezza per 15 tonnellate di peso) che nei suoi 15 anni di servizio può ridurre la quantità di emissioni di gas serra fino a 1.000 tonnellate, pari a 2.500 barili di petrolio.
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Watly intende fornire soluzioni ad alcuni dei fondamentali bisogni umani: l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici, la disponibilità di energia elettrica e della connettività. La sua missione è quella di migliorare la qualità di vita della persone in tutto il mondo.
La macchina Watly si prefigge di fornire le comunità di tutto il mondo i tre pilastri per lo sviluppo in un’unica soluzione. Il suo scopo principale non è solo di fornire questi servizi, ma soprattutto di arrecare benessere e favorire il progresso dei popoli.
Una singola Watly è una macchina a sé stante, ma due o più macchine possono diventare una rete auto-alimentata, auto-sostenuta e multifunzionale. Un numero crescente di moduli presenti in tutto il mondo, contribuirà a formare la prossima grande cosa, il cosiddetto “Energynet” – la smart-grid globale in cui l’acqua e l’elettricità si combinano con le tecnologie dell’informazione.
I principali ospedali europei si affidano a Qlik per ridurre i tempi di attesa, i costi e le variazioni cliniche, e per migliorare concretamente la sicurezza e la cura del paziente
La tecnologia di Qlik® (NASDAQ: QLIK), leader nella Visual Analytics, è stata implementata nelle più importanti strutture sanitarie di tutta Europa per ottenere dai propri dati informazioni utili a migliorare le cure ai pazienti. Alcuni ospedali di primaria importanza, tra cui il Sahlgrenska University Hospital in Svezia, il Slingeland Ziekenhuis nei Paesi Bassi e l’Instituto Policlinico La Rosaleda in Spagna, hanno implementato le soluzioni di Qlik per analizzare i dati e ottenere informazioni significative in grado di contenere le variazioni cliniche, ridurre i costi e i tempi di attesa e offrire un miglior servizio al paziente.
Le organizzazioni sanitarie si pongono sempre l’obiettivo di migliorare le cure che offrono ai pazienti e, contemporaneamente, tagliare i costi. Per ottenere questi risultati si possono sfruttare i dati già disponibili per avere una visione completa di ciò che sta succedendo nell’intero istituto o dipartimento. In questo modo è possibile poi diminuire la variazione clinica, analizzare i rallentamenti procedurali per ridurre i tempi d’attesa, studiare i costi per individuare nuovi margini di risparmio. Diversi istituti sanitari europei si stanno affidando all’esperienza di Qlik nella Visual Analytics per visualizzare la storia completa dei propri dati in modo da ridurre i costi e migliorare l’esperienza del paziente.
I prodotti Qlik sono stati progettati per essere utilizzati da utenti senza particolari competenze tecniche, in modo che tutti gli operatori sanitari e lo staff operativo possano avere facilmente accesso ai dati e alle informazioni significative, senza dover aspettare report forniti da altri dipartimenti. Ciò significa che tutti i membri dello staff presenti in ospedale – medici, infermiere, specialisti e l’amministrazione – sono in grado di utilizzare il software per visualizzare ciò che succede in qualsiasi momento – e prendere decisioni più efficaci e in modo più veloce.
Tra le principali strutture sanitarie che migliorano i propri servizi grazie a Qlik figurano:
Sahlgrenska University Hospital: ha sede a Gothenburg ed è il più grande ospedale del nord Europa. Grazie a circa 20 applicazioni di QlikView®, questa struttura monitora i pazienti durante il percorso di cura. Ad esempio, un ortopedico segue il paziente dalle prime visite in ambulatorio fino al post decorso operatorio, e monitora i vari parametri di qualità e costo. Questo consente all’ospedale di migliorare costantemente l’efficacia delle cure e l’efficienza operativa, contribuendo così a migliorare sia la salute dei pazienti che i risultati socio-economici. Il momento in cui la clinica analizza le attività, i chirurghi ortopedici possono visualizzare i miglioramenti che vanno ben oltre le aspettative: pazienti più soddisfatti, dipendenti più coinvolti e migliore efficienza, cure più rapide e liste d’attesa più brevi.
“Siamo riusciti a migliorare lo stato di salute dei nostri pazienti in modo semplice, strutturato, e soprattutto con lo stesso budget di prima”, afferma Magnus Karlsson, Head of Orthopedics del Sahlgrenska University Hospital. “Una prova della riuscita di questo esperimento è dato dal fatto che i pazienti con la stessa patologia vengano seguiti da un team specifico focalizzato sulla prima riabilitazione dopo l’intervento. Decisioni migliori per una salute migliore. Grazie a Qlik, individuiamo subito le priorità e prendiamo decisioni migliori”.
Consorci Sanitari Integral (CSI): è un ente che riceve fondi pubblici e offre cure e assistenza sociale in Spagna. Ogni giorno il CSI tratta grandi volumi di dati che provengono da fonti e reparti diversi – finanziario, risorse umane, informazioni relative alle terapie e provenienti da professionisti sanitari riguardanti i medicinali e i sanitari. Uno degli obiettivi prioritari del CSI è che i dati del Reparto d’Urgenza siano subito disponibili, in modo che i medici possano velocemente analizzare le dimissioni, le cure d’urgenza oppure i ricoveri, considerando l’età, il sesso e le urgenze. Fornendo insight migliori è possibile in questi casi ridurre i tempi d’attesa.
Carmen Gimeno, Director of Patient Planning and Safety del Consorci Sanitari Integral, dichiara: “QlikView ci permette di analizzare il flusso dei dati in tempo quasi reale, per poter prendere decisioni su casi urgenti basandoci sui tempi d’attesa e sulla gravità delle condizioni”.
Veiligheidsregio Noord-Holland Noord: coordina l’impegno per la sicurezza di 19 comunità dell’Olanda Settentrionale. Le comunità e i servizi d’urgenza collaborano per garantire la sicurezza dei 640.000 abitanti. L’organizzazione è l’unione del dipartimento regionale dei pompieri, del GHOR (assistenza medica), di Ambulancezorg (servizio ambulanza) e del Gemeenschappelijke Meldkamer (centro di controllo delle urgenze comunali).
La dashboard di Qlik ‘Call to Balloon’ mostra tutti i passi per offrire le cure più appropriate ai pazienti con angioplastica – dalla prima telefonata d’urgenza (Call) al trasporto in ambulanza, all’angioplastica (Balloon). L’obiettivo dell’analisi è fornire informazioni significative al Veiligheidsregio nel corso di tutto l’arco delle terapie. Dopo tutto, il coordinamento, la velocità e la determinazione sono indicatori fondamentali per il buon esito delle cure di una patologia acuta e improvvisa come l’infarto del miocardio.
Con la dashboard di Qlik, il Veiligheidsregio Noord-Holland Noord è riuscito a ridurre di 20 minuti il tempo che trascorre tra la prima telefonata e l’intervento, un fattore che non solo contribuisce a salvare delle vite, ma determina una migliore qualità della vita dopo l’intervento. Nell’iter di cura per patologie acute, in cui ogni secondo fa la differenza, questo fattore è fondamentale e può avere un forte impatto sociale.
“Con il nostro lavoro a fianco di alcune delle più importanti strutture sanitarie europee, siamo riusciti ad affinare ulteriormente i nostri software in modo da contribuire al miglioramento dei trattamenti sanitari”, afferma David Bolton, Global Industry Solutions Director, Healthcare di Qlik. “Fornire agli ospedali informazioni utili per migliorare i servizi offerti è uno degli incarichi più importanti che svolgiamo. Dopo tutto, se migliora la sicurezza dei pazienti, si riducono le variazioni cliniche e si diminuiscono i tempi d’attesa, contribuendo così a creare un sistema sanitario migliore e quindi, di conseguenza, a salvare delle vite”.
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Qlik (NASDAQ: QLIK) è un leader nella Visual Analytics. L’offerta di prodotti soddisfa i bisogni sempre crescenti dei clienti, dal reporting all’analisi visuale self-service, fino alle analitiche guidate, integrate e personalizzate. Circa 38.000 clienti si affidano alle soluzioni Qlik per dare significato alle informazioni provenienti da varie fonti, esplorando le relazioni nascoste tra i dati che portano a intuizioni e attivano buone idee. Con headquarter a Rednor, Pennsylvania (USA), Qlik ha uffici in tutto il mondo e più di 1.700 partner che operano in oltre 100 paesi. Per maggiori info: www.qlik.com/it
È possibile coniugare le esigenze di lavoro dei giornalisti e l’etica giornalistica con le esigenze delle aziende di informare il pubblico?
Ci prova il Brand Journalism, la nuova grande opportunità professionale per chi lavora nel giornalistmo o semplicemente nella comunicazione.
Con il termine Brand Journalism, traducibile in italiano con giornalismo d’impresa, si intende quel tipo di giornalismo che si occupa della comunicazione e di tutto ciò che ruota attorno a un marchio (brand) con lo scopo fondamentale di informare i lettori su tutto ciò che attiene all’identità ed alla storia dell’azienda attraverso gli strumenti e le regole proprie del professionista che opera nei mass media.
Un’opportunità che immediatamente pone un problema non di poco conto: il giornalista, in considerazione delle norme deontologiche che regolano l’attività in Italia, può occuparsi di un marchio, o meglio, può scrivere su di esso, anche in maniera continuativa, facendo parte della redazione del relativo magazine, senza incorrere al divieto di confondere il messaggio informativo con quello pubblicitario, cosi come previsto dalla Carta dei Doveri del 1993?
“La risposta è sì, senza ombra di dubbio” racconta Roberto Zarriello, giornalista e formatore, autore del libro “Brand Journalism” , il libro edito dal Centro di Documentazione Giornalistica dedicato a descrivere questa nuova opportunità lavorativa per i professionisti dell’informazione.
Zarriello nel suo libro spiega infatti che il brand journalist non si occupa della comunicazione di un bene o servizio del marchio ma della sua storia e dell’elaborazione di notizie che lo riguardano. In poche parole, il giornalista non vende alcunché (al contrario del content marketing), ma comunica storie, informando i lettori ed offrendo in questo modo un servizio di pubblica utilità.
Il brand journalism, quindi, è giornalismo a tutti gli effetti, convinzione rafforzata, ad esempio, dalle parole di Thomas Scott, uno dei pionieri del giornalismo d’impresa, appartenente al team di www.brandjournalism.com:
“Si tratta di un altro tipo di giornalismo, così come esiste il giornalismo politico, sportivo, ecc. Perfino i post pubblicati su Facebook che raccontano gli eventi che avvengono in un quartiere è giornalismo“.
Per chi volesse approfondire l’argomento e scoprire qualcosa in più di questa nuova frontiera lavorativa può richiedere il libro direttamente sul sito del Centro di Documentazione Giornalistica.
Oggi è la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo.
I luoghi simbolo, di tutte le città del mondo si coloreranno di blu, per far conoscere un mondo complesso e per sensibilizzare su una sindrome che compromette la vita di molti bambini.
La Fondazione Italiana per l’Autismo, con la partecipazione del Ministero dell’Istruzione, Università e ricerca (Miur), coordinerà una serie di iniziative dal 28 marzo al 6 aprile prossimi, per informare, formare e sensibilizzare il mondo della scuola su questa sindrome.
Anche quest’anno il Miur si fa promotore di una serie di iniziative: dall’istituzione di sportelli per l’autismo a un concorso per le scuole.
E la tecnologia cosa può fare per vincere questa partita?
Ne ho parlato con Daniele Lombardo, founder di Behaviour Labs
Qual è la storia dei Behaviour Labs?
Questa storia d’amore inizia da una passione radicata fin dalla nostra infanzia: io e Marco, come tanti fratelli, ci immedesimavamo sin da piccoli nelle gesta di Actarus, Hiroshi, Tetsuya e di chi già dal finire degli anni 70 animava quei mitici Robot che in ogni episodio combattevano le forze del male… Col passare degli anni la nostra passione ci ha portati a “comandare” anche nella realtà una nostra piccola flotta di robot (impegnandoci con dedizione nella lotta ad un male dei nostri giorni).
Nel 2012 creiamo Behaviour Labs: una startup innovativa con sede a Catania per “dare un’anima” a robot umanoidi; lo scopo è infatti che automi e uomini possano convivere armoniosamente nel nome dell’utilità reciproca tramite soluzioni di edutainment.
I nostri Laboratori, forti della ricerca e della sperimentazione sul campo, si stanno velocemente ritagliando una posizione sempre più importante nel mondo della cosiddetta “Health robotics” che oggi contribuisce a studiare disturbi come l’autismo, i deficit dello sviluppo e del comportamento.
L’interazione uomo macchina che benefici può dare ai pazienti malati di autismo?
Miglioramento medio del 30% delle interazioni sociali (Stanton 2008), stimolazione cognitiva, miglioramenti nell’ambito degli esercizi basati sulla teoria delle mente, miglioramenti capacità psicomotorie.
Quali sono le tecnologie utilizzate per far si che un robot non venga visto come un’entità estranea ma addirittura essere considerato un supporto innovativo nel trattamento di alcune patologie?
Le tecnologie usate sono tali che i robot sono ingrado di riprodurre espressioni facciali e movimenti identici a quelli degli essere umani, in questo modo vengono percepiti come compagni di gioco con cui interagire e non come giocattoli evoluti .
Nell’ultimo anno i Ventures Capitalist sembrano essere impazziti per l’e-health tu cosa registri?
Purtroppo non è il nostro caso, abbiamo avuto dei contatti ma con scarsi risultati, in alcuni casi ci è stato risposto “ma cos’è l’autismo”, o non ci interessa non vediamo un ritorno dell’investimento in una nuova terapia per l’autismo .
Quanto vale il mercato (italia ed estero)?
Il numero di persone affette di autismo nel modo supera i 150.000.000, in Italia tra i nostri clienti abbiamo già centri di ricerca, cooperative sociali, ASL. Abbiamo anche vinto un importante progetto in Puglia insieme al CNR ISASI (Napoli) ed alla Cooperativa “Occupazione e Solidarietà” per l’implementazione delle nuove tecnologie, tra la nostra, per la terapia dell’autismo.
Quali sono le caratteristiche principali di roboMate?
roboMate è un software studiato apposta per facilitare l’uso delle nuove tecnologie come la robotica, con tre click chiunque è in grado di impostare la terapia prescelta dal terapista e attivare il robot che eseguirà gli esercizi impostati e registrerà i dati dell’andamento della terapia.
Qual è lo stato dell’arte oggi e quali i passi futuri ?
Grazie al prezioso supporto di realtà con le quali collaboriamo come IESCUM, Istituto per lo studio del comportamento umani,facoltà di psicologia dell’Università Kore di Enna, il CNR ISASI di Napoli, e l’ASP di Catania, i nostri progetti per il futuro prevedeno una roadmap di sviluppo che vedrà l’evoluzione di roboMate con inclusa la possibilità da parte di medici e terapisti di svilupparsi autonomamente gli esercizi per i robot, il supporto per i genitotri dal punto di vista psicologico tramite esercizi specifici, e l’inclusione sociale dei soggetti con autismo dove il robot sarà un mediatore nelle scuole, dell’interazione tre bambini neurotipici e non.
A volte le notizie che arrivano dalla Rete sono davvero belle.
Sono davvero contento che Fabrizio Capobianco ed il suo team,abbiano raggiunto un altro importante traguardo
“Oggi abbiamo annunciato che TOK.tv ha chiuso un round di investimento da Venture Capital (il primo istituzionale, quello che in gergo si chiama Series A) da 5 milioni di dollari. “
e non posso far altro da buon ciclista che augurarti di scalare presto la montagna che hai davanti ora!
Come sempre illuminanti le sue parole e le sue analisi, di seguito un estratto dal post originale:
“I soldi dei Venture Capital non sono il fine, sono il mezzo.
A TOK.tv vogliamo cambiare il mondo. Nel nostro piccolo, vogliamo che fra dieci anni nessuno guardi mai la TV da solo. Che le persone passino le ore di rilasso con gli amici vicini e lontani a chiacchierare della loro vita, invece di spistolare su un cellulare a guardare i gattini.
Nel mezzo, pensiamo di poterci fare dei miliardi di dollari, perche’ chi guarda la pubblicita’ in TV nell’intervallo delle partite potra’ anche cliccarci sopra (se gli interessa). E chi fa pubblicita’ in TV sogna un mondo in cui la componente emotiva del video si sposi con quella transazionale di Internet.
Possiamo farcela senza Venture Capital? No. Questo mondo si muove troppo in fretta.
Abbiamo fatto gia’ un miracolo a convincere Juventus, Barcellona, Real Madrid e TIM a darci retta, perche’ il prodotto ha dei numeri fenomenali (e qui ci facciamo i complimenti da soli, o meglio ce li hanno fatti quelli che ci hanno dato i cinque milioni). Ma lo scopo e’ prendere tutto il calcio, e poi tutti gli sport e poi tutta la TV. Non sono cose che si possono fare in 10 anni, perche’ Whatsapp non sta fermo, Facebook si muove, Twitter deve lottare, Microsoft non dorme. E poi ci sono le altre startup…
Lo scopo qui e’ fare una azienda grande come Facebook, ma fatta da italiani. E cambiare il mondo. Da italiani.
Se va male? Beh, almeno ci abbiamo provato. Mi e’ andata bene con Funambol, ma stavolta voglio fare anche di piu’. Di sicuro ho imparato tante cose e qualche vaccata in meno la sto facendo. Pero’ poi dipende da un sacco di fattori, la maggior parte dei quali fuori dal mio controllo.
I soldi dei Venture Capital servono per correre piu’ degli altri. E’ puro doping, ma la salita si inclina di bestia e di sicuro non si fa meno fatica. Se ne fa di piu’. Di romantico c’e’ poco.
Scusate, ma adesso torno a pedalare che il gruppo si e’ alzato sui pedali, e devo tirare la salita.”
D’altronde non è una novità per chi lo conosce, testa bassa e lavoro, il successo di TOK arriva da lontano, lo intervistai per Data Manager nel dicembre del 2012 a a Palo Alto (California) quando il progetto era partito da poco .ed ecco cosa mi diceva:
“L’ho scritto e detto tante volte: sono contentissimo che in tanti vogliano fare startup in Italia. E’ un bellissimo segnale per il Belpaese ed è la strada che ci tirerà fuori dalla palude. Ho però la sensazione che qualcuno abbia una idea troppo romantica di cosa vuol dire fare startup. C’e’ poco di romantico, bisogna farsi un mazzo tanto. Sudore, fatica, sacrificio, notti insonni, quelle cose lì. Per anni, non per qualche giorno”.
Netflix riesce ad offrire un’esperienza eccellente per la visione dei propri contenuti in 190 paesi allo stesso tempo.
Tutto questo è possibile grazie a Netflix Open Connect, la Content Delivery Network a distribuzione globale che eroga il 100% del traffico video Netflix, che attualmente supera i 125 milioni di ore di visione al giorno. Questo equivale a picchi di traffico simultanei di decine di terabit al secondo e fa di Netflix Open Connect una delle reti di maggiore volume del mondo.
Netflix collabora con gli Internet Provider di tutto il mondo per offrire un’esperienza di qualità agli spettatori.
Questa mappa della rete dà un’idea della loro crescita negli ultimi cinque anni.
Ubicazioni degli ISP Internet Exchange Point (le dimensioni dei cerchi sono proporzionali al volume)
A livello globale, quasi il 90% del traffico è erogato tramite connessioni dirette tra Open Connect e gli ISP utilizzati dagli abbonati per accedere a Internet. La maggior parte di queste connessioni sono localizzate nel punto di interconnessione regionale geograficamente più vicino all’abbonato.
Come funziona Open Connect?
Come hanno spiegato in un recente post nel loro blog, Netflix utilizza il cloud AWS di Amazon per le sue esigenze generiche di cloud computing scalabile. Tutto ciò che deve accadere prima che l’abbonato avvii la riproduzione di un contenuto avviene essenzialmente in AWS, compresa tutta la logica dell’interfaccia dell’applicazione, l’esperienza della scoperta e della selezione dei contenuti, gli algoritmi per i consigli, la transcodifica, eccetera. Utilizzano AWS per queste applicazioni perché le esigenze legate a questo tipo di cloud computing non sono specifiche di Netflix e così possono sfruttare la facilità d’uso e la crescente “commoditizzazione” del mercato cloud.
Tutto ciò che accade dopo che l’abbonato preme il tasto Play è invece specifico di Netflix e la loro crescente esigenza di scalabilità in questo settore ha rappresentato un’opportunità per creare una maggiore efficienza per l’erogazione dei loro contenuti e per Internet in generale.
Per capire meglio come avvenga tutto questo, diamo un’occhiata più da vicino a come è nata Open Connect ed a come funziona:
Netflix Open Connect è stata sviluppata originariamente nel 2011 (e annunciata nel 2012), in risposta alla continua crescita del volume di streaming di Netflix. Dal lancio del servizio di streaming nel 2007, Netflix ha rappresentato una quota significativa e crescente del traffico Internet in tutti i mercati in cui era presente. Anche se le CDN di terze parti facevano un buon lavoro nel distribuire i contenuti di Netflix (in aggiunta a contenuti Internet di ogni genere), presto si sono resi conto che potevano essere molto più efficienti, grazie alle conoscenze sull’utilizzo di Netflix da parte degli abbonati. Per quanto il numero e le dimensioni dei file che costituiscono la loro libreria di contenuti siano sconcertanti, sono in grado di utilizzare sofisticati modelli di popolarità per assicurarsi che il file giusto sia sul server giusto al momento giusto. Questi algoritmi avanzati si basano in parte sullo stesso approccio e sugli stessi dati su cui si fondano i loro sistemi all’avanguardia per generare consigli per gli abbonati.
Questo preposizionamento dei contenuti gli consente di evitare un utilizzo significativo della capacità strutturale di Internet. Prendiamo ad esempio il continente australiano. Tutti gli accessi a contenuti Internet che non hanno origine in Australia avvengono tramite una serie di cavi sottomarini. Anziché utilizzare questa costosa capacità per il traffico generato da Netflix, copiano ciascun file una volta sola dal loro archivio di transcodifica agli archivi dislocati nel territorio australiano. Ciò avviene durante le ore non di punta, senza competere con altro traffico Internet. Una volta all’interno del continente, ciascun file viene replicato su dozzine di server Open Connect all’interno della rete di ogni ISP.
Oltre a mettere in pratica il concetto basilare del preposizionamento dei contenuti, si sono concentrati anche sulla creazione di una combinazione efficiente di hardware e software per le Open Connect Appliance. Questa specializzazione e ottimizzazione gli ha consentito di incrementare l’efficienza delle OCA di diversi ordini di grandezza dall’inizio del programma. Siamo passati da un throughput di 8 Gbps da un solo server nel 2012 a oltre 90 Gbps da un solo server nel 2016.
Allo stesso tempo, le Open Connect Appliance sono diventate più piccole e più efficienti a livello energetico. In pratica il server che deve essere alimentato e raffreddato ogni volta che un abbonato Netflix guarda una serie TV o un film occupa uno spazio minore e utilizza meno energia. Tanto che l’erogazione dei contenuti ha un’impronta di carbonio neutrale.
Il turismo 2.0 con GAIAsmart è emozionante come una caccia al tesoro
Nell’epoca degli smartphone, dei tablet, delle free wi-fii zone e dei nativi digitali, anche il modo di fare turismo si trasforma… e diventa una caccia al tesoro interattiva, una gara avvincente, una narrazione, un gioco da fare insieme agli amici o in famiglia…
E’ arrivata GAIAsmart(dove GAIA sta per Giochi e Attività Interattive all’Aperto), l’applicazione gratuita per smartphone che trasforma ogni viaggio in un gioco.
Per turisti (e turisti per caso), per famiglie con bambini, per chi ha voglia di imparare ed esplorare giocando. Per chiunque ami viaggiare e voglia scoprire (o riscoprire) una località camminando all’aria aperta, trasformando la visita turistica in un’esperienza coinvolgente ed emozionante alla ricerca di luoghi misteriosi, angoli sconosciuti e scorci inediti delle più belle città.
Nata dalla giovane startup ProMuoviti e dalla fervida fantasia di Caterina Pavan, storyteller, Ivan Manca, sviluppatore e Paolo Carli, architetto, GAIAsmart è un’applicazione e allo stesso tempo un catalogo online di itinerari turistici fuori dalle solite rotte.
Tappe da raggiungere, enigmi da risolvere, quiz divertenti ed approfondimenti interessanti. GAIAsmart vuol dire anche turismo sostenibile (ci si muove a piedi, in bici o con i mezzi pubblici) con doppio vantaggio: per il pianeta e per le persone, che vengono spronate e fare movimento all’aria aperta.
14 i percorsi tematici (per ora ma il numero è destinato ad aumentare) – 3 a Milano, 6 a Torino, 1 a Venezia, 1 a Olbia, 2 a Pinerolo (To) e 1 a Torre Pellice (To) – che vi trasporteranno in un mondo magico e vi permetteranno di scoprire mete sconosciute oppure di guardare luoghi familiari con occhi completamente nuovi, cambiando prospettiva. Se avete in programma un viaggio in queste città scaricate GAIAsmart sul vostro device.
Utilizzare GAIAsmart è semplicissimo: è sufficiente scaricare gratuitamente l’App, scegliere il percorso che preferite tra quelli disponibili nella zona in cui vi trovate, individuati tramite geolocalizzazione, e iniziare l’avventura.
Con GAIAsmart sapete da dove partite ma non dove i vostri passi vi porteranno. Sul vostro percorso incontrerete personaggi storici e di fantasia, guarderete la città da prospettive originali e ad ogni bivio potrete scegliere quale direzione seguire a seconda dei vostri interessi e curiosità.
Potrete godervi la passeggiata senza preoccuparvi di fissare il telefono, sarà GAIAsmart a richiamare la vostra attenzione in prossimità della tappa successiva.
I bimbi (e non solo!) potranno scoprire gli animali che “popolano” gli stemmi del Castello Sforzesco a Milano, quelli coinvolti nella storia e nelle opere del grande Leonardo Da Vinci, andare a spasso sui Navigli oppure sui sentieri del Parco del Valentino a Torino, tra natura e architettura.
Sempre a Torino, nel centro storico, verrete sedotti dal fascino misterioso dei luoghi legati alla magia nera e dalla golosità di quelli del cioccolato, potrete scoprire i segreti del quartiere di San Salvario, fare un salto nella storia antica del Quadrilatero Romano oppure seguire le tracce di Gulliver in zona Crocetta.
Mentre Venezia saprà sorprendervi con i suoi luoghi sacri in un suggestivo percorso alla scoperta delle religioni.
GLI ITINERARI
Milano
Animali Misteriosi: un tour tra il Castello Sforzesco e Parco Sempione
Animali Misteriosi 2: sulle tracce di Leonardo da Vinci e non solo…
Milano e i Navigli
Torino
Torino al gusto di cioccolata: dolce itinerario tra piazze e giardini
Dettagli: alla scoperta di San Salvario
I Giganti del modellismo: i passi di Gulliver alla Crocetta
Luoghi di Magia: le piazze e le chiese del mistero
La Macchina del tempo: tuffo nella storia al Quadrilatero Romano
Parco del Valentino, anno 2085: tra natura e architettura
Con il nuovo Planned Drives di Waze si potranno pianificare viaggi e appuntamenti senza stress, evitando il traffico e arrivando sempre in orario
Waze, la social navigation app gratuita che conta 50 milioni di user in tutto il mondo, lancia oggi la nuova versione 4.3 per iOS e presenta una grande novità per pianificare anche spostamenti futuri, risparmiando tempo e “stress da partenza”: Waze Planned Drives.
Quando si programma un viaggio o un appuntamento importante, l’ansia è un elemento che spesso rende il tutto più difficile con domande come “Arriverò in tempo?”, “Quanto tempo impiegherò per arrivare a destinazione?”.
Da oggi Waze viene in soccorso e introduce la nuova funzione Planned Drives per iOS grazie alla quale sarà possibile impostare una destinazione da raggiungere nella giornata o nei sette giorni successivi, eliminando possibili ritardi o stress.
Inoltre, inserendo la data e l’ora d’arrivo desiderata con la funzione Calendar Alerts, attraverso un promemoria, Waze segnalerà il momento giusto per partire, considerando le condizioni del traffico in real time.
La nuova funzione Planned Drives rende Waze ancora più smart, illustrando i picchi del traffico distribuiti in fasce orarie, così da programmare senza stress l’ora ideale per partire.
Tutte le funzioni di Waze sono studiate per essere integrate fra loro e poter offrire una driving experience completa, in grado di far risparmiare tempo e stress prima e durante il viaggio.
Di seguito alcuni suggerimenti per utilizzare Waze nel miglior modo possibile:
– Assicurarsi che Waze sia sincronizzato con il Calendar e/o Facebook affinché gli appuntamenti e gli eventi di Facebook diventino automaticamente Planned Drives
– Abilitare la possibilità di ricevere promemoria nelle impostazioni dello smartphone. L’orario di partenza suggerito e il tempo stimato di arrivo potrebbero cambiare poco prima del momento previsto per la partenza a seconda delle condizioni del traffico
– Una volta in macchina, inviare il proprio ETA (Estimated Time of Arrival) ad amici e familiari, avvisandoli che si sta arrivando e in quanto tempo
– Se, una volta partiti, si ha necessità di un caffè o di fare benzina, Waze permette di inserire la tappa desiderata all’interno del percorso
About Waze
Waze è il pioniere della navigazione social, che influenza la tecnologia mobile e un’appassionata comunità globale a ridefinire le aspettative sulle mappe di oggi. Waze ospita il più grande network di automobilisti che collaborano insieme quotidianamente per evitare il traffico e risparmiare tempo e denaro. L’app consiglia le vie più veloci da percorrere basandosi su dati di guida che arrivano in tempo reale da oltre 50 milioni di utenti. Dalle indicazioni sul traffico agli alert sui prezzi del carburante alle offerte dei propri brand preferiti., Waze è uno dei compagni per la guida più completi sul mercato. Per scaricare gratuitamente l’app di Waze per iOS e Android, visita http://www.waze.com
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