Eni, un colosso dell’energia che crede nell’IT

Sta vincendo il marketing sulla tecnologia, un marketing vuoto di contenuti

Eni è una delle maggiori aziende energetiche integrate al mondo e opera nei settori dell’esplorazione e della produzione di gas e petrolio, del trasporto internazionale e della vendita del gas, della generazione di energia, della raffinazione e della vendita di prodotti petroliferi, della chimica e dell’ingegneria e costruzione.

Eni è presente in novanta paesi con circa 78.000 dipendenti, l’anno scorso ha avuto un profitto di circa 20 miliardi di euro, pagando ricchi dividendi agli azionisti poco meno di 4 miliardi di euro.

Qual è l’importanza dei Sistemi Informativi? Ne abbiamo parlato con Gianluigi Castelli – CIO di Eni che è stato recentemente eletto “CIO of the Year” per l’area EMEA agli Oracle Excellence Awards 2013, l’iniziativa che premia i partner di Oracle che in tutto il mondo hanno mostrato di eccellere nel generare valore per il business attraverso le tecnologie.

Con questa complessità e con la presenza capillare in novanta Paesi come si devono organizzare i Sistemi Informativi?

L’azienda era strutturata in tre macrodivisioni (ora siamo in fase di cambiamento); una divisione che si occupa di esplorazione e produzione quindi ricerca e sfruttamento di giacimenti di energia, una divisione che si occupa di raffinazione e vendita di derivati petroliferi, poi avevamo la divisione Gas & Power che si occupava di vendere gas ed energia elettrica sul mercato retail e ai grandi clienti che ora è stata divisa in due unità quella che opera sul mercato retail è quella che chiamiamo downstream mentre l’area dei grandi clienti è confluita nell’unità midstream. Poi abbiamo un’azienda controllata al 100% che si occupa di petrolchimica la Versalis.

La nostra Direzione IT è molto centralizzata ed ha poi una forte presenza territoriale che assume forme molto differenti in virtù del nostro modo di essere presenti in vari paesi; abbiamo delle consociate al 100% che sono oggetto di una forte centralizzazione, poi ci sono i consorzi dove siamo main contractor (ad esempio in Kazakistan)  e poi abbiamo partecipazioni minoritarie.

Il nostro modello di governance vede diversi livelli di accentramento, da quelli forti a quelli con schemi molto leggeri che si riflettono nell’applicazione di contratti globali fatti a livello centrale ma lasciando ampio spazio alle strutture locali. La struttura centrale impiega circa 750 persone mentre in giro per il mondo abbiamo altre 300 risorse. In termini d’investimenti e di spesa siamo intorno ai 600 milioni di euro all’anno centrali e circa 250 sull’estero.

Probabilmente in Italia nessuno ha la stessa capacità d’investimento?

In realtà non è vero, non sono informato delle evoluzioni delle grandi banche (Unicredit e Intesa) però sia in termini di forza lavoro sia in termini di budget almeno fino ad un paio di anni fa erano più grosse di noi. Certamente però vista la nostra organizzazione e le nostre quattro linee di business possiamo affermare che sono 4 mestieri completamente differenti e questo significa avere sia un’organizzazione, sia un’architettura, sia competenze differenti ed estremamente diversificate quindi probabilmente la nostra complessità è superiore ad esempio a quelle delle grandi banche.

Che rapporto c’è con l’outsourcing?

In Italia nella struttura centrale soprattutto nell’area sviluppo applicativo abbiamo circa un rapporto uno a tre in termini di FTE tra interni ed esterni. Si tratta quindi di un ricorso importante a capacità di sviluppo esterno. Recentemente abbiamo preso delle decisioni controcorrente; per esempio sulla parte di operations inerente la gestione della nostra infrastruttura siamo passati da un contratto vecchio di 15 anni di full outsourcing ad un insourcing selettivo perché riteniamo che sia dal punto di vista economico sia della qualità del servizio sia meglio così.

Passando alle risorse fisiche come siete organizzati? Quanti Data Center avete?

Dal primo gennaio concentreremo nel nuovo Data center che è stato inaugurato il 29 ottobre a Pavia tutti i server di servizio e tutti i server dedicati all’High Performance Computing che utilizziamo per le simulazioni sismiche, la stima ed il dimensionamento dei giacimenti. Poi avremo un data center di disaster recovery che per ora sarà il  vecchio data center attualmente primario che è in outsourcing con HP da 15 anni.

Quali sono stati i principali progetti realizzati e quelli futuri?

I progetti più importanti realizzati sono stati quelli che avevano come focus l’esigenza di consolidamento (fino a sette anni fa Eni era un arcipelago di aziende mentre con l’avvento di Scaroni è iniziata una forte azione di consolidamento, risultata in una vera corporation). Abbiamo consolidato tutte le applicazioni consolidabili e nel fare ciò le abbiamo anche rinnovate da un punto di vista tecnologico e dell’infrastruttura su cui si appoggiano. In particolare abbiamo consolidato i sistemi amministrativi (avevamo ventuno sistemi SAP diversi sparsi per l’Italia ora ne abbiamo uno solo, stessa cosa sui sistemi di approvvigionamento di ogni società (da 19 a uno)), abbiamo rinnovato i sistemi di billing  e del CRM del mondo gas & power.

Abbiamo poi in corso la realizzazione di un grandissimo sistema di gestione del personale unico per tutto il mondo, con un investimento superiore ai 10 milioni di euro.

Il progetto più importante che ora è in fase di conclusione è stato l’IT Transformation; il percorso di cambiamento nasce con il nuovo dato center, poi però ci siamo detti che facciamo? Solo un trasloco di macchine?

Pertanto abbiamo deciso di introdurre una nuova infrastruttura totalmente standardizzata basta su sistemi blade, realizzando, di fatto, una reale Infrastrutcure as Service e una Platform as Service, realizzando, di fatto, anche se il termine è abusato, il più grande cloud privato certamente in Italia e uno dei più grandi nel mondo.

Avevamo 575 applicazioni eterogenee dopo una razionalizzazione le abbiamo ridotte a 403 e le abbiamo migrate tutte sulla nuova infrastruttura.

Quale sarà lo scenario IT sia dal punto di vista tecnologico sia organizzativo?

Non mi piace fare ricorso alle parole magiche: mobility, big data, …. Non mi piacciono perché credo che l’hype che è generato attorno a queste presunte novità in realtà confonda le aziende che non hanno il tempo di portare a maturazione i concetti buoni che ci sono dietro questi slogan.

Così facendo si genera un fenomeno acritico di me too invece di quel pensiero forte che pure esisteva nel passato e di cui avremmo maledettamente bisogno. Una volta c’era il modo IBM o il modo Digital di fare informatica, si potevano amare o odiare, ma era un pensiero forte che implicava scelte strategiche architetturali e operative molto ben definite, oggi invece è un gran mischione dove tutti fanno tutto, chi meglio, chi peggio, ma manca una chiara direzione strategica da parte dei vendor e c’è un rischio di uniformità; si rischia di comprare solo in base al brand ed al prezzo  e non per reali contenuti. Sta vincendo il marketing sulla tecnologia, un marketing spesso vuoto di contenuti. Anche se vedo qualche segnale di miglioramento.

La tecnologia hardware negli ultimi anni ha migliorato molto le prestazioni in termini di CPU, fenomeno chiaramente guidato dal mercato consumer. Ad esempio per i nostri tre petaflops che servono le simulazioni sismiche, utilizziamo architetture che nascono in ambito games GPU (Graphical Process Unit). L’investimento necessario per sviluppare processori con quella capacità si giustifica solo in casi di volumi alti. Sulla tecnologia software direi che abbiamo consolidato tutto dal punto di vista dei sistemi operativi mentre osservo invece una perdita di cultura e di competenza sui temi legati all’ingegneria del software e sui linguaggi di programmazione. I linguaggi prevalenti in uso per fare siti (perl, xml etc) rappresentano un forte regresso rispetto ai linguaggi di programmazione strutturati della fine degli anni 90 che avevano raggiunto il culmine robustezza ingegneristica. L’ingegneria del software sembra essere una disciplina quasi caduta in disuso: avrei molto da ridire sulla manutenibilità e le performance di molto del software che viene scritto oggi in assenza di una seria disciplina di programmazione.

Siamo nella fase Plug&Play in cui si trovano in Rete software che poi si prova a integrare nelle aziende.

Sì ma occorre sapere bene quel che si fa, altrimenti è un disastro. Per carità va benissimo usare software public domain però poi va inserito in un contesto ingegneristico che non crei problemi, senza perdere il controllo. Le società di servizi operanti nel settore del software devono migliorare la capacità di fare del software di qualità.

I Social Media possono essere utilizzati in azienda?

Questo è un fenomeno che noi abbiamo già cavalcato perché abbiamo uno strumento social che si chiama Moka che è nato per facilitare il reperimento e la condivisione di competenze all’interno della struttura ICT e che poi è stato esteso a tutta l’azienda diventando, di fatto, il social network di tutta Eni. Abbiamo una serie di stanze tematiche moderate dalla comunicazione interna che ha la finalità di distruggere quelle barriere organizzative che talvolta limitano la nostra efficacia.

Il ruolo del CIO si è evoluto molto negli ultimi anni, cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?

La nostra professione è presa in mezzo tra un’evoluzione continua delle tecnologie e delle soluzioni che non è governata dal CIO stesso e da linee di business che oramai anche in aziende che operano in mercati tradizionali come la nostra considerano l’IT una leva che va oltre il fare efficienza. È un mestiere in continuo cambiamento, il mondo cambia e quindi il ruolo cambia però i fondamentali per fare bene il nostro mestiere sono sempre i soliti in primis bisogna soddisfare il bisogno di efficienza che tutte le aziende sempre e comunque avranno; prima efficienza interna dell’it e poi un aiuto a efficientare le linee di business perché solo così attraverso il rispetto di obiettivi precisi di costi e di tempi si costruisce la credibilità che poi consente di ottenere le risorse per innovare.

Il CIO deve contare su un team di persone di esperienza molto diversa che devono essere ossessivamente ricercate tra le eccellenze, io non riesco a immaginare un team a riporto del CIO di gente che si siede, voglio dietro di me dieci risorse che possano occupare il mio posto domani così da avere la motivazione di correre in avanti più velocemente e cosi facendo trascinare tutta la capacità d’innovazione che abbiamo. Il CIO deve essere un osservatore dei fenomeni che accadono attorno per guidare il cambiamento invece che subirlo passivamente.

L’Italia secondo Lei avrebbe bisogno di un CIO?

Certamente sì, in qualche misura l’ha, anche se un po’ è una poltrona per due in questo momento con Ragosa e Caio. Il problema vero però non è il CIO ma la struttura della nomenclatura esistente che frena il cambiamento. Se il CIO del Paese deve solo emanare delle norme, non serve a nulla e non si va molto lontani, è evidente che è necessaria una capacità operativa che è molto vincolata oggi. Manca poi una visione strategica tutti parlano di Banda Larga ma poi dopo cosa ci facciamo? Che servizi erogo?

 

 

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Nato nel 1954, Gianluigi Castelli oggi è CIO di Eni.   

Laureato in Fisica a indirizzo cibernetico, dopo gli studi svolge attività accademiche presso il Dipartimento di Scienze dell’Informazione ldell’Università di Milano, per poi entrare in Etnoteam, dove resta 18 anni con diversi incarichi fino ad occupare la posizione di responsabile della Divisione di System Integration.

Successivamente passa in Infostrada dove ricopre il ruolo di CIO e poi in Fiat dove nel periodo 1997–2001 opera come CIO di Fiat Auto e come CEO di Fiat GSA, la società di servizi software del Gruppo.

Approda poi al ruolo di CIO e di CTO di Vodafone Italia, azienda la cui strategia è focalizzata sull’innovazione dei prodotti e servizi e di cui l’ICT è parte integrante. Nel 2003 assume la carica di CIO del Gruppo Vodafone, con la responsabilità del coordinamento e del consolidamento informatico a livello mondo. Nel 2006 entra in Eni con il ruolo di CIO, sua attuale posizione.

 

RUMUNDU – In un anno ha fatto il Giro del Mondo in bicicletta

              
     
   
 
 

Il giro del mondo in bicicletta alla ricerca di storie di vita sostenibili sta per concludersi.
Per Stefano Cucca arrivo previsto DOMANI 4 giugno mattina a Cagliari, con destinazione Sorso, suo paese di origine, per l’8 giugno, a un anno esatto dalla sua partenza.

RUMUNDU, AVVENTURA RIUSCITA

Dall’inizio della sua avventura 32mila i chilometri affrontati, 5 i continenti toccati, centinaia le persone incontrate, innumerevoli le storie da raccontare. E mentre il sitoRumundu si apre alla collettività, per il futuro Stefano sogna progetti di rural innovation e si mette alla ricerca di un Venture Capital per la creazione di un fondo.

 

www.rumundu.com

– scarica alcune delle IMMAGINI del suo viaggio –

 

Sorso (Sassari), 3 giugno – Il giro del mondo in bicicletta di Stefano Cucca sta per essere portato a termine. A un anno esatto (8 giugno 2013) dalla partenza dal suo paese di origine, il progetto RUMUNDU farà rientro a Sorso (Sassari) domenica 8 giugno 2014.

Dopo aver percorso circa 32.000 chilometri attraverso Italia, Svizzera, Germania, Francia, Lussemburgo, Belgio, Olanda, ancora Germania, Danimarca, Islanda, coast-to-coast negli Stati Uniti passando per il Canada, Giappone, aver toccato la Cina e poi Vietnam, Cambogia, Thailandia, Malesia, Singapore, Indonesia, Australia, Nuova Zelanda, Sud Africa per poi rientrare in Italia attraversando la Turchia e la Grecia, DOMANI 4 giugno alle 8.30 Stefano Cucca sbarcherà finalmente a Cagliari da Napoli per poi risalire l’isola.

Lo scopo del progetto RUMUNDU era quello di girare il mondo in bicicletta alla ricerca di storie e stili di vita sostenibili promuovendo allo stesso tempo la Sardegna. Un viaggio che è stato raccontato in tempo reale attraverso testi e immagini sul sito www.rumundu.it e i social collegati, con un seguito che si è fatto di giorno in giorno più ampio, fin dalla sua partenza dalla Sardegna, attraversata in tutta la sua lunghezza.

Da lì la Sicilia, con Palermo e Messina,  per poi risalire tutto lo stivale, passando per Capo d’Orlando, Cosenza, Maratea, Palinuro, Salerno, Napoli, Roma, Livorno, Firenze, “Sotto un piacevolissimo temporale sul Ponte Vecchio”. E Parma, Bologna e Novara. Fino a Milano, “Ospite al Sardegna Store con tantissime eccellenze sarde esposte per promuovere la nostra terra” a una “bella, ciclabile, viva, colorata, seria e folcloristica, rilassante,  fresca, verde e giovane, rossa e curiosa”Amsterdam, in Olanda; e anche Bruxelles, dove “dopo 5 ore di pioggia, il lusso di una doccia calda e una pasta tonno&pesto. Peccato non avere il sale”; e l’Islanda “sostenibile perché governata dalla natura”;

e poi gli Stati Uniti con le sue “strade alternative #roadtoAlbany” e l’accoglienza al “Consolato Italiano in quel di Chicago”; New York; il Canada e la cascate del Niagara dove “bello sarà farmi i fusilli e piazzare la tenda quando tutti andranno via”; il Michigan, l’Illinoisl’Arizona, il New Messico, ilKansas, “una volta superato il Missouri”, con la California e San Francisco che distano “solo” 3.200 chilometri. “#ilprossimorumundusaràinautostop #greenway #usa #rumundu”;

quindi il Giappone con TokyoKyoto e “il rispetto verso il prossimo”, la Cina con Pechino, patria dell’insostenibilità, l’Indonesia con la sua caotica Bali, il Vietnam con i suoi bambini, l’Australia con Melbourne le Tasmania, nei cui boschi “si possono trovare luoghi magici dove si vive in completa armonia con la natura” Auckland  in Nuova Zelanda, con “segni di presenza umana lungo i boschi con devastanti deforestazioni”; l’Africa, con “desertiche affollate librerie e polverosi ciclisti” e “africane danze che urlano voglia di riscatto”;

e infine Instanbul in Turchia, Igoumenitsa in Grecia e quindi nuovamente l’Italia.

  

http://www.rumundu.com/it/gmap

È stato un anno ricco di esperienze che non è semplice descrivere in poche parole – commentaStefano Cucca appena toccata l’Italia a Brindisi – ma mi sento una persona molto fortunata. Ho imparato moltissimo e sono davvero tante le realtà visitate in questo viaggio. Girare il mondo in bicicletta ti mette nella condizione di fermarti e imparare ad apprezzare lo scorrere del tempo. Ti senti una persona “libera” e sembra quasi che tutte le persone che incontri percepiscano in te qualcosa di strano, di diverso. Così come sono state tantissime le volte in cui le persone mi hanno accolto nelle loro case per chiacchierare e condividere semplicemente storie di vita“.

Allo stesso tempo, molti sono stati gli appuntamenti organizzati dagli appassionati di questa avventura, di cui Stefano racconterà nel dettaglio dopo il suo rientro: “Mi sono posto molto spesso nella condizione di ascoltare – ricorda Stefano – e questo mi ha permesso di capire quanto sia necessario rimettere al centro le persone, in un momento in cui al centro sono spesso solo le ‘cose’. Ad oggi, nonostante per me sia stato semplice pensare di farlo in bicicletta perché ho sempre fatto attività fisica, sono dell’idea che non sia una cosa impossibile fare il giro del mondo a bordo di una bicicletta. Ognuno con il proprio ritmo potrebbe porsi nella condizione di esplorare e imparare a prescindere dai chilometri. Quelli sono relativi. Sono dell’idea che con la bicicletta si abbia la giusta velocità per ‘ascoltare’ il mondo. Lo si capisce, lo si percepisce, lo si vive“.

 

E se durante questi 12 mesi Stefano ha raccontato tante delle sue esperienza sul sito internet www.rumundu.comda oggi desidera dare la possibilità ad altri di popolarlo di racconti di storie sostenibili che parlino di come e dove si vive nel mondo, dalla bioedilizia al cibo, dai mezzi di trasporto agli stili e ai comportamenti quotidiani che tengano conto del rispetto del territorio.

Al rientro mi piacerebbe portare avanti qualche progetto di rural innovation e lavorare per favorire lo sviluppo di realtà sostenibili – conclude Stefano – magari anche attraverso la creazione di un fondo in collaborazione con qualche Venture Capital. Vedremo“.

 

Appuntamento quindi mercoledì 4 giugno alle 8.30 al molo del porto di Cagliari per festeggiare insieme a Stefano il rientro del progetto Rumundu sull’isola, a un anno esatto dal suo avvio.

Il 4 sera Stefano sarà ospite di “Leggendo Metropolitano“, festival internazionale di letteratura, quest’anno alla sua sesta edizione.

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Rumundu su FacebookTwitterInstagram

 

Partner del progetto

Sardex, Banca Etica, Indoona, Andalas de Amistade, Sun Service, Focus, Instagramers Italia

GameOver Zeus: smantellata rete di PC zombie

Operazione senza precedenti in 11 paesi. Trend Micro mette a disposizione uno strumento gratuito per rimuovere i malware incriminati

 

Milano, 3 Giugno 2014 – Trend Micro, leader globale nella sicurezza per il cloud, ha collaborato attivamente  a quella che è stata ribattezzata GameOverZeus, un’operazione senza precedenti che ha visto le Forze dell’Ordine di 11 paesi in tutto il mondo collaborare con le aziende di security per porre fine alle attività criminali di due famiglie di malware tra le più pericolose: Cryptolocker e P2PZeuS.

 

L’operazione, guidata da FBI ed Europol, è iniziata venerdì 30 maggio ed è stata condotta in Italia dalla Polizia Postale che ha smantellato con successo una rete composta da circa 10.000 computer infetti.

 

Cryptolocker è un malware che blocca il computer degli utenti, crittografa tutti i file rendendoli inutilizzabili e inaccessibili fino a quando non viene pagato un riscatto, che si aggira attualmente intorno ai 600 dollari.

P2PZeuS è un sofisticato malware bancario, progettato per impossessarsi delle credenziali finanziarie delle vittime. Entrambi avevano colpito in tutto il mondo mettendo a segno colpi da milioni di euro.

 

Trend Micro mette a disposizione uno strumento gratuito che permette di verificare se i propri sistemi sono infetti da queste due malware e, nel caso, rimuoverli:

 

 

 

Ulteriori informazioni sono disponibili dal blog Trend Micro

GiPSTech raccoglie 200 mila euro da angel IAG

Percorso esemplare per la startup altamente tecnologica, nata da una stretta collaborazione con l’Università della Calabria, che sfrutta il geomagnetismo per la localizzazione in spazi chiusi

 

Milano, 29 maggio 2014Italian Angels for Growth (IAG), la principale associazione italiana di business angel, annuncia l’investimento realizzato da un gruppo di propri soci nella startup ad alto contenuto tecnologico GiPStech, ammontante a 200 mila euro.

 

GiPStech, ovvero Geo Indoor Positioning Systems and Technologies, sviluppa una tecnologia che consente un posizionamento molto preciso all’interno di spazi chiusi (indoor), ricavando una funzionalità del tutto simile al GPS lì dove il segnale satellitare non arriva.

Una tecnologia innovativa che sfrutta i sensori oggi presenti sui comuni smartphone assieme ad un fenomeno naturale, il geomagnetismo, che ha da sempre guidato le migrazioni degli uccelli, l’orientamento dei navigatori e che viene oggi utilizzato dai sistemi di navigazione per esterni. Una innovazione radicale che abiliterà nuovi servizi agli utenti e alle aziende: conoscendo con precisione come si muove un utente od un oggetto si potranno erogare servizi ed analizzare utilmente i dati raccolti nei più svariati settori, dal commercio alle fiere, dagli aeroporti agli ospedali, dai musei all’industria.

 

La startup non è passata inosservata, conquistando a settembre 2013 l’edizione italiana di Techcrunch, è stata finalista alla Start Cup Calabria e al Premio Gaetano Marzotto, ha vinto un grant Working Capital.

 

L’investimento sarà indirizzato a completare lo sviluppo della piattaforma tecnologica e testarne l’efficacia attraverso partnership con gli early adopters nei diversi settori di interesse.

 

“Siamo molto orgogliosi di aver raccolto l’interesse di investitori esperti come i soci IAG” dice Gaetano D’Aquila, CEO di GiPStech, “e siamo sicuri che ci saranno di stimolo e di aiuto nel prossimo futuro che si preannuncia di duro ma entusiasmante lavoro”

 

“Abbiamo percepito immediatamente le fenomenali potenzialità della tecnologia GiPStech, successivamente approfondendo la conoscenza della squadra abbiamo apprezzato la coesione e la complementarietà dei ruoli e delle esperienze. Un mix che pensiamo possa avere un grande futuro” afferma Massimo Vanzi, co-champion del consorzio d’investimento dei soci  IAG che ha investito in GiPStech.

 

Tra i fondatori della innovativa società anche Matteo Faggin, noto nell’ecosistema delle startup per essere uno dei fondatori e coordinatori di SeedLab, programma di accelerazione per startup.

 

 

Mercato

I principali attori dell’industria tecnologica mondiale (Google, Nokia, Blackberry, Microsoft, ecc) stanno mostrando grande attenzione per il settore dei sistemi di localizzazione indoor che prometteranno di generare (secondo una stima di Markets&Markets) revenue per 2,6 miliardi di dollari già nel 2018. La stessa Apple ha acquisito lo scorso anno WiFiSlam, una startup molto early stage attiva nel settore, per circa 20 milioni di dollari.

Rispetto allo scenario dei competitor, la grande innovazione di GiPStech è che non si basa solamente su tecnologie wifi o beacons, bensì integra (grazie ai propri algoritmi) ogni segnale esistente con le anomalie del campo geomagnetico, offrendo dei risultati incredibilmente precisi senza richiedere ulteriori investimenti in infrastruttura hardware.

 

La tecnologia è indirizzata al mercato B2B degli sviluppatori, dei system integrator, dei produttori di dispositivi mobili.

 

Tecnologia

GiPStech ha sviluppato algoritmi proprietari che sfruttano le anomalie che caratterizzano in ogni spazio chiuso il campo magnetico terrestre, a causa della presenza di materiali ferromagnetici (tubature, cemento armato, ecc.), per costruire una mappa dell’ambiente su cui andare poi a posizionare qualsiasi utente od oggetto in movimento all’interno dello spazio che sia dotato di hardware di base ormai presente nei comuni smartphone.

 

La tecnologia software è il core business di GiPStech, installabile tipicamente in uno smartphone, l’oggetto che oggigiorno ogni persona porta con se ovunque vada.

 

Diversi i mercati verticali in cui la tecnologia GiPStech può trovare applicazione, arricchire l’esperienza dell’utente e abilitare nuovi modi di interazione e offerta di servizi, dagli eventi ai centri commerciali, dall’aeroporto a un museo, dal supermercato al grande business center.

 

 

Profilo GiPStech e founder

 

Gaetano D’Aquila, CEO, è il leader del progetto e la persona che ha connesso gli altri membri del team.

Laurea in Ingegneria Informatica nel 2002 e successivamente assegnista di ricerca al CNR. Lavora poi nell’industria prima come consulente security in ambito TELCO e Banking all’interno di Value Team SpA (ora NTT Data SpA) e successivamente come Project Leader in altra azienda dove ha coordinato le attività di R&S e strategiche nei settori automotive e car insurance. Ha pubblicato diversi lavori su riviste scientifiche e tutt’ora continua a collaborare con l’Università ed il CNR.

 

Giuseppe Cutrì, CTO, fornisce contributi vitali sullo sviluppo del “core” della tecnologia e su tutti gli aspetti di sviluppo applicativo

Laurea in Ingegneria Informatica nel 2005 e PhD in matematica nel 2008. Ha svolto attività di ricerca nel campo dei sistemi embedded, dell’intelligenza artificiale e della robotica evolutiva. Notevoli competenze tecniche e di sviluppo di applicativi complessi acquisite durante le sue esperienze lavorative prestate nell’industria in Italia e all’Estero

 

Giuseppe Fedele, R&D, contribuisce sulle tematiche di identificazione, predizione e filtraggio dell’algoritmo di localizzazione

Laurea in Ingegneria Informatica nel 1999 e PhD in Ingegneria dei Sistemi ed Informatica presso l’Università della Calabria. Dal 2006 è ricercatore nel settore scientifico disciplinare ING-INF/04 presso l’Università della Calabria dipartimento di Ingegneria Informatica, Modellistica, Elettronica e Sistemistica (DIMES). I suoi attuali interessi di ricerca includono la teoria dell’approssimazione, sistemi di potenza, elaborazione dei segnali, controllo attivo del rumore e delle vibrazioni.

 

Matteo Faggin, CFO & Business Development, attivo nella finanza per startup, porta al team competenze business e network settoriale.

Laurea in Ingegneria Meccanica nel 2003, MBA all’University of Maryland nel 2010, ha lavorato a lungo in imprese multinazionali in Italia, USA, Spagna e Belgio specializzandosi nella gestione di grandi progetti. Dal 2011 collabora con TTadvisor di Fondamenta SGR nell’ambito delle attività Venture Capital ed in particolare per la creazione di SeedLab, primario percorso di accelerazione di impresa.

 

 

 

IAG – Italian Angels for Growth

Italian Angels for Growth (IAG) è il maggiore angel group in Italia. Nato nel 2007 dalla volontà di nove angeli fondatori, IAG conta oggi 118 soci e rappresenta una delle più solide realtà dell’angel investing europeo. L’associazione ha sviluppato attraverso i propri soci e il coinvolgimento di altri operatori, investimenti in capitale di rischio per circa 22.5 milioni di euro suddivisi in 39 round d’investimento.

I soci IAG hanno contribuito alla nascita e alla crescita di 27 imprese innovative, eccellenze della ricerca, dello sviluppo tecnologico, dello spirito imprenditoriale italiani, tra cui Spreaker, Stereomood, ProxToMe, Biogenera, S5Tech, Eugea, Win, SediciDodici, Agroils, Ohikia, Margherita Fingerguard, Angiodroid, Musement, Cellply, Lovli.

 

 

www.italianangels.net                                          www.gipstech.com

 

IAG – Italian Angels for Growth                                           GiPStech

Twitter – @italianangels                                                          Twitter – @gips_tech

Linkedin                                                                                     Email: info@gipstech.com

 

 

Press: Donatella Cambosu – press@italianangels.net

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Radio CRC – Podcast del 29 Maggio

Nella puntata odierna della trasmissione Barba  & Capelli in onda su  Radio CRC insieme ai conduttori Corrado Gabriele e Lucilla Nele abbiamo parlato di Innovazione e Medicina, Finalmente anche nella Sanità, settore strategico per ognuno di noi ed anche per il Sistema Paese si sta diffondendo l’utilizzo delle nuove tecnologie. Quale sarà l’impatto sulla vita di tutti i giorni? Quali saranno i vantaggi?  in particolare ho raccontato due storie:

  1. AmicoMed

Amicomed Pressione è un servizio di telemedicina per il monitoraggio della pressione lanciato nel 2012 da Quasarmed

Il servizio AmicoMED Pressione non è un misuratore di pressione, né (solo) un App, né (solo) un servizio di storage dei dati, è un servizio medico-clinico che fornisce all’utilizzatore un’interpretazione medica qualificata dei propri valori pressori, sia puntualmente sia soprattutto in relazione alla storia del singolo, evidenziando, quindi, eventuali tendenze positive o negative che altrimenti potrebbero sfuggire.

Il vero problema con l’ipertensione è infatti riconoscere queste tendenze e intervenire per evitare che si consolidino: pur essendo uno dei principali fattori di rischio cardiovascolare e la prima causa di ictus è molto spesso del tutto asintomatica nelle sue manifestazioni e non a caso viene definita il “killer silenzioso”.

Le persone che hanno una vita attiva non percepiscono quindi questa situazione e anche se la percepiscono spesso non riescono ad andare dal medico con la necessaria frequenza. Oggi AmicoMED consente a tutte queste persone di monitorarsi in continuo senza bisogno di spostarsi da casa e/o sottrarre tempo al lavoro. Diventa finalmente possibile affidare i dati sulla propria pressione a una struttura qualificata che avvisa tempestivamente quando veramente c’è necessità di un intervento medico (ad esempio perché la pressione sta subendo un rialzo, o perché la terapia non sta facendo effetto o altro).

Per prima cosa bisogna abbonarsi al servizio AmicoMed Pressione. Successivamente basta misurare la pressione con un qualsiasi apparecchio e inviare i dati pressori alla centrale medica in 3 modi: tramite il sito internet, usando l’apposita applicazione AMICOMED per smartphone (scaricabile gratuitamente sui principali appstore) o con una semplice telefonata. I parametri inviati dall’utente sono registrati e interpretati in tempo (quasi) reale e possono essere condivisi – previa autorizzazione – con un familiare o con il proprio medico o farmacista, per facilitare la gestione dell’eventuale terapia. Il responso viene dato in pochissimo tempo direttamente via smartphone/ web o al telefono se si sceglie la modalità telefonica.

  1. Open Cancer Network

 startup protagonista nel settore dell’e-health.

“Immaginate cosa potrebbe essere la sanità  se si potesse passare da uno stato reattivo ad uno proattivo; se le persone potessero ottenere suggerimenti sulle modifiche di cui hanno bisogno per fare il loro stile di vita, dieta , ecc al fine di ridurre la  probabilità di ammalarsi di cancro e di altre malattie croniche. Ma come possiamo arrivarci se non sappiamo molto su un paziente? Sappiamo che solo una parte dei dati clinici : esami del sangue , ecc ma quasi nulla di non – clinico : condizioni socio-economiche , la dieta , esposizioni ambientali e altro ancora.”

L’obiettivo di Open Cancer Network è quello di costruire una visione completa a 360 gradi di tutti i dati non clinici relativi al paziente. Questo set di dati sarà una fonte di informazioni da parte di medici , ricercatori , aziende farmaceutiche .

OCN è una piattaforma di analisi dei dati. I dati di back-end possono essere utilizzati da una grande varietà di utenti per molti scopi diversi. Come la ricerca sul cancro , lo sviluppo di farmaci , studi clinici, ecc

 ASCOLTA IL PODCAST

 

https://www.antoniosavarese.it/wp-content/uploads/2014/05/savarese.mp3?_=1

Antonio Scarnera: imprenditore a 16 anni con una startup

Ancora un caso nella “Salento Valley”. E’ stato uno dei protagonisti del Next di Lecce

Antonio Scarnera: imprenditore a 16 anni con una startup informatica in piena crescita

Lo studente leccese ha implementato sul web “Island of Host”e ha trovato nella sua scuola l’ “acceleratore” di cui aveva bisogno

 

«Ho inventato un modo per vendere servizi web, domini e server dedicati a prezzi accessibili. Non dico mai la mia età, perderei di credibilità»

Lecce – Si chiama Antonio Scarnera, ha 16 anni e già da alcuni mesi è un vero e proprio imprenditore del settore ICT (Information and Communication Technology – Tecnologie dell’informazione e della comunicazione), ha implementato una sua start up, il servizio “Island of Host”, con cui, grazie ad una raffinata tecnica di parcellizzazione, riesce a fornire ai suoi clienti domini, server dedicati e altri servizi web a prezzi assolutamente accessibili. E’ uno studente dell’indirizzo informatico dell’Istituto “Galilei – Costa” di Lecce e nella sua scuola non ha trovato soltanto i piani formativi a lui più congeniali, ma ha anche trovato quello che in gergo viene chiamato un “incubatore” o “acceleratore” di start up, ossia una struttura che incentiva la creazione di piccole nuove imprese e si adopera affinché possano realizzarsi al meglio e al più presto. Ricordiamo che già l’anno scorso un altro studente della stessa scuola, il 18enne non vedente Vincenzo Rubano, ha attivato un progetto informatico tutto suo denominato “Ti tengo d’occhio”, un servizio di controllo e denuncia di programmi e siti web poco o per nulla accessibili per le persone cieche e ipovedenti.

 

Per quanto concerne “Island of Host”, anche se Antonio Scarnera e la sua giovane impresa sono “sul mercato” da pochi mesi, il ragazzo salentino è stato già notato da chi ha l’occhio lungo per le giovani promesse, come Alessandro Delli NociSalvatore Modeo ed il giornalista Riccardo Luna. Quest’ultimo, ritenendo questo caso assolutamente emblematico, ha invitato Antonio lo scorso 8 maggio a salire sul prestigioso palco del “Next” di Lecce per raccontare al pubblico la sua storia di start up, in maniera tale da diffonderne l’esperienza in tutta Italia e da stimolare altri giovani a prendere esempio e a fare altrettanto.

«Island of Host è un sito con cui offro servizi web ad imprese e ad altri startupper a prezzi inferiori a quelli di mercato. – racconta Antonio –  E’ nato da un problema che ho avuto io la scorsa estate quando cercavo degli spazi web e server dedicati per un mio progetto ma erano tutti prezzi proibitivi per me che ero un semplice studente delle superiori. Così mi è venuto in mente di creare un qualcosa che in realtà in Italia non c’era ancora. Il primo ostacolo è derivato dalla mia età, troppo poca per avere un’azienda a proprio nome, ed è in questo che ho trovato supporto a scuola. Oggi ho questa mia impresa e ogni mese faccio bilanci e previsioni e non nascondo che l’azienda è sempre in continua crescita. Fornisco assistenza 24h a clienti molto più grandi di me e la gestisco direttamente io. Ai clienti non dico mai la mia età perché siamo in Italia e perderei di credibilità. Pensi che qualcuno voglia affidare i propri affari ad un sedicenne?»

Cosa aggiungere? Nulla se non un grosso in bocca al lupo ad Antonio e a tanti altri giovani che nella “Salento Valley” e nel resto d’Italia vogliano cimentarsi in nuove e innovative attività di business.

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Alcuni collegamenti utili:

Il servizio Island of Host: www.islandofhost.com

L’intervento al Next:

http://video.repubblica.it/next/rnext-professore-e-allievo-per-una-startup/165305/163793

Per contattare Antonio: supporto@islandofhost.com

Radio CRC – Podcast del 22 maggio

Nella puntata odierna della trasmissione Barba  & Capelli in onda su  Radio CRC insieme ai conduttori Corrado GabrieleLucilla Nele abbiamo parlato di Startup Rosa con

  • Alessia Guarino di IgoOnun’app che si propone di dar vita all’autostop digitale, creando una comunità di cittadini che, aiutati dalla tecnologia, siano in grado di scambiare informazioni e prendere decisioni intelligenti, rapide e nell’interesse dell’intera comunità.
  • Antonella Schiattarella di BSL Cosmetics  è stata costituita nel 2012 su iniziativa di un gruppo di ricerca che ha scoperto un nuovo processo di produzione della Manganese Superossido dismutasi (MnSOD).Il nuovo processo di produzione della MnSOD individuato e brevettato dalla BSL, consente all’enzima di essere significativamente più efficace di quanto lo sia quello prodotto oggi sul mercato.

ASCOLTA IL PODCAST

https://www.antoniosavarese.it/wp-content/uploads/2014/05/app.mp3?_=2

LANCIATO IL PROGETTO TRIPITALY.IT PER IL TURISMO

 
 CONFTURISMO, DIGITAL MAGICS E GRUPPO UVET

 

 LANCIANO IL PROGETTO TRIPITALY.IT PER IL TURISMO
Un‘hub’ digitale aperto per promuovere e sostenere le imprese italiane che operano nell’incoming turistico, realizzato con il contributo delle startup innovative italiane del settore

 

 

 

Milano, 20 maggio 2014 – Durante la Conferenza Italiana del Turismo, tenutasi stamattina a Roma a cui hanno partecipato Carlo Sangalli Presidente di Confcommercio, Francesca Barracciu Sottosegretario Ministero dei Beni e delle Attività Culturali del Turismo e Piero Galli Direttore Generale Gestione Evento Expo 2015, Digital Magics, incubatore certificato di startup innovative quotato sul mercato AIM Italia di Borsa Italiana (simbolo: DM), Gruppo Uvet, polo distributivo leader in Italia dal 1950 nella fornitura di servizi e soluzioni per viaggi leisure, business travel, mice e pharma, e Confturismo, struttura di riferimento di Confcommercio-Imprese per l’Italia per il comparto del turismo, hanno annunciato un accordo per sviluppare il progetto Tripitaly.it: il primo portale “open” per l’incoming del turismo straniero in Italia.

La piattaforma innovativa raggrupperà in un solo hub le informazioni, i servizi e lediverse offerte commerciali per fornire ai turisti, che arrivano dall’estero, un punto di riferimento unico che consenta in modo semplice e veloce di pianificare e acquistare il proprio pacchetto vacanza personalizzato e su misura. Al sito internet sarà affiancata anche un’applicazione mobile che accompagnerà i turisti stranieri durante il loro soggiorno in Italia.

Tripitaly.it rappresenta per tutte le piccole medie imprese associate a Confturismo (alberghi, pubblichi esercizi, agenzie di viaggio, tour operator, servizi di incentive, campeggi, villaggi e residenze turistico-alberghiere, bed & breakfast, ostelli, stabilimenti balneari e discoteche, porti turistici, ecc…) una nuova opportunità di sviluppare e sostenere il proprio business grazie al digitale: una piattaforma tecnologica efficace ed efficiente per promuoversi, e per migliorare le relazioni con i propri clienti e il loro grado di soddisfazione.

La piattaforma di Tripitaly.it – creata da Digital Magics con il contributo delle migliori startup innovative italiane dedicate al turismo, che offriranno servizi a valore aggiunto e complementari – suggerirà al turista, giorno per giorno e tappa per tappa, le attività culturali e le attrazioni locali che meritano di essere visitate: per ogni città proporrà automaticamente altri paesi o luoghi vicini da vedere indicandone la distanza, gli itinerari e le escursioni, i migliori ristoranti, i musei da visitare, potendoli prenotare, le specialità enogastronomiche, gli eventi locali, dando la possibilità di acquistare anche biglietti aerei, dei treni o degli autobus – con servizi aggiuntivi come noleggio dell’auto con conducente o della bicicletta per i più sportivi – per fornire un’esperienza unica di vacanza. 

Luca Patanè, Presidente di Confturismo e Presidente di UVET dichiara: “Credo molto nel supporto della tecnologia per favorire lo sviluppo e l’innovazione nel nostro settore che, più di tutti, può proprio grazie a internet cogliere nuove opportunità di business e di un’offerta di servizi ad alto valore aggiunto alla propria clientela. I consumatori hanno dimostrato di apprezzare moltissimo internet anche per la possibilità di organizzare i propri viaggi autonomamente. Il digitale non rappresenta una minaccia per il nostro comparto, bensì un’interessantissima potenziale fonte di nuovi ricavi per tutte le imprese di Confcommercio. Il vantaggio di Tripitaly.it è proprio quello di integrare in un unico punto d’accesso tutta l’offerta turistica italiana, valorizzandola in questo modo sotto ogni aspetto. Tripitaly.it sarà totalmente operativa e funzionante in concomitanza con Expo 2015, che ritengo possa essere la migliore occasione di crescita per Confturismo e i suoi associati”.

Enrico Gasperini, Fondatore e Presidente di Digital Magics ha dichiarato: “Siamo convinti che, parlando di digitale, ancora non si sia fatto abbastanza nel settore dell’offerta turistica italiana all’estero. È una questione anche di competitività del nostro Paese rispetto al resto d’Europa, come la Spagna o la Francia che sono molto più avanti quando si parla di internet e di commercio elettronico. La piattaforma di Tripitaly.it si svilupperà tenendo conto del progetto tecnologico denominato E015 nato per dare un forte impulso in termini di innovazione e di apertura a tutti i soggetti interessati a Expo 2015, e che rappresenta un’opportunità irripetibile per tutte le piccole e medie imprese del comparto turistico italiano”.

Radio CRC – Podcast del 15 maggio

La settimana scorsa ho iniziato la mia collaborazione con Radio CRC .

Ogni giovedi mattina tra le 8:45 e le 9:00 parlerò di innovazione e tecnologia all’interno della trasmissione Barba  & Capelli insieme alla conduttrice Lucilla Nele.

Nella prima puntata ho raccontato come sta cambiando il mondo del turismo grazie a nuove applicazioni che permettono la partecipazione degli utenti. E’ necessario cambiare punto di vista e ribaltare l’approccio ripartendo da un turismo dal basso, dalle persone che attraverso la loro voglia di partecipare riescono a raccontare le città in modo nuovo utilizzando come strumenti i libri,il vino o la street art.

In particolare ho parlato di:

Cityteller nasce dalla voglia di costruire una guida alternativa che faccia conoscere le città in modo anticonvenzionale. La nostra passione per i libri e la curiosità per i loro luoghi ci ha fatto maturare il progetto finale; una applicazione mobile e una piattaforma on-line che raccontano i luoghi attraverso i libri condivisi dagli utenti. Una narrazione collaborativa che unisce storytelling e geo-tagging permettendo a tutti di dare il proprio contributo al racconto del territorio.

MappiNa – Mappa Alternativa di Napoli è una piattaforma di comunicazione urbana di collaborative mapping volta a realizzare una diversa immagine culturale della città attraverso il contributo, critico ed operativo, dei suoi abitanti. Per far questo si rivolge non alla Napoli enunciata (dei libri, le cartoline, le guide, etc) ma quella che enuncia, che produce racconti e immagina: a quegli abitanti, studenti, operatori in campo culturale che, guardando questa città, non vedono una cartolina, un mandolino, una pizza e un pulcinella, ma ne reinterpretano l’immagine a partire dall’esperienza quotidiana.

ASCOLTA IL PODCAST

https://www.antoniosavarese.it/wp-content/uploads/2014/05/savarese-15-maggio.mp3?_=3

Giovedi 8 maggio 2014 – NAStartUp 003

Giovedi 8 maggio 2014

Ore 18:00

Napoli Via Partenope 16 Vanilla Cafe’

NAStartUp 003

la Palestra delle StartUp Made in Naples

 

Napoli, 02 Maggio 2014 Torna… e Cresce ancora l’appuntamento mensile per le startup Made in Naples: NAStartUp. Ecco alcuni numeri del fenomeno:

Oltre 500 partecipanti alla Community, Operatori provenienti da 5 regioni italiane, 50 le proposte di pitch, oltre i 2000 contatti (solo in digitale) ricevuti dalle StartUp selezionate nei 2 eventi scorsi. Tutte le Startup selezionate hanno sviluppato rapporti commerciali e 2 di queste sono in chiusura di finanziamenti privati (seed e venture).

Questi sono solo alcuni parametri che certificano il successo di quest’iniziativa, che per gli esperti del settore economico è già l’evento rivelazione dell’anno

NAStartUp è una palestra che sta diventando di fatto tra i migliori programmi di accelerazione dal basso per il Made in Naples ed il Made in Sud.

 

NAStartUp è

l’evento periodicodedicato a tutti gli amanti dell’innovazione napoletani per conoscersi, discutere e presentare le proprie startup con un pitch davanti a una platea di maghi dell’economia e del web.

Il Prossimo appuntamento si terrà il giorno 8 Maggio alle ore 18 a Napoli a via Partenope,  12  presso il Vanilla Cafe’ (gli appuntamenti si svolgono sempre in posti diversi, questo è il terzo appuntamento dopo quello di marzo e aprile)

Tra le molte candidature pervenute sono state selezionate per presentarsi alla community le seguenti Nuove Idee/Imprese innovative:

Elenco Pitch*:

StartUp Esploratori

  • Napoli@hoc – applicazione per smartphone e tablet che, grazie a un sistema di geolocalizzazione e di navigazione, consente al turista di visitare la città di Napoli in maniera nuova, intuitiva e innovativa
  • DiveLikeapplicazione web che permette a tutti gli appassionati di creare il logbook digitale delle loro esperienze subacquee
  • NetSpeed –  Soluzione di ECO-LOCAL  E-COMMERCE

StartUp Viaggiatori

  • Volumeetil social network per conoscere gente nuova più grande al mondo che hanno i tuoi stessi interessi musicali. 
  • IgoOnun’app che si propone di dar vita all’autostop digitale, creando una comunità di cittadini che, aiutati dalla tecnologia, siano in grado di scambiare informazioni e prendere decisioni intelligenti, rapide e nell’interesse dell’intera comunità. 

I criteri utilizzati per la scelta sono stati: originalità idea, capacità espositiva, scalabilità e mercato potenziale.

 

Pitch Social Host

Luca Simeone  – Associazione Napoli Pedala – http://www.napolibikefestival.it, Bike Tour

[*i pitch sono delle formule di presentazioni molto veloci con cui i partecipanti lanciano la propria idea e chiedo poi l’interazione]

 

Presentazione Attività x StartUp:

Nella seconda parte dell’evento avremo ben quattro interventi (sempre sotto la formula del pitch) di presentazioni di iniziative con ospiti che partecipano da diverse punti del globo:

Bando Telecom Working Capital

da Catania Antonio Perdichizzi, da WCAP Catania

Progetto  Italians in Silicon Valley

da Roma Antonio Leone, Founder CambioMerci

Semplificazioni Bando 30 Mln € Startup Regione Campania

da Napoli Carmen Padula dell’Ordine dei Commercialista Napoli

SEP – StartUp European Partnership

da San Francisco Paolo Pontoniere da Napoli Luciano Serafini per Go Global Now  

 

Per partecipare all’evento gratuito

Registrati sul sito nella apposita pagina – http://www.nastartup.it/ticket

Per entrare nella community seguici sui social

Twitter: @nastartup

Facebook Page: https://www.facebook.com/nastartup/info

Facebook Group: https://www.facebook.com/groups/nastartup/

NAStartUp  è un evento periodico che nasce dall’idea di Antonio Prigiobbo, Innovation Designer e creatore della community Vulcanicamente e da Antonio Savarese, giornalista specializzato in innovazione tecnologica, con la collaborazione di Massimo Morgante, CEO di Volumeet, dedicato a tutti gli amanti dell’innovazione napoletani per conoscersi, discutere e presentare le proprie startup con un  pitch davanti a una platea selezionata, .

NAStartUp è un progetto AutoSostenuto grazie a Professionisti e Imprese che credono nell’economia della condivisione e della conoscenza e puntano alla crescita del proprio territorio.

Ci onoriamo di avere come sponsor:

MetanTecno, Hiltroned Intertwine

Come partner tecnici

BeGraphic.it e Giusva Cennamo studio fotografico primo piano.

 

Scaletta/Ingredienti del Tech Cocktail 8 Maggio ore 18.00

Agenda:

18.00-18.15 Registrazione partecipanti

18.15-18.30 Presentazione Evento

18.30-19:00 Pitch Navigatori

19:00-19.20 Pitch Viaggiatori

19.20-19.30 Pitch Guest

19.30-20.00 Community Update

            •Bando Telecom Working Capital – Antonio Perdichizzi, da WCAP Catania

            •Progetto  Italians in Silicon ValleyAntonio Leone, Founder CambioMerci

•Semplificazioni Bando 30 Mln € Startup Regione Campania – Carmen Padula dell’Ordine dei Commercialista Napoli

•SEP [StartUp European Partnership] – Paolo Pontoniere da San Francisco e Luciano Serafino per Go Global Now da Napoli

20:00-nostop FreeTime Networking

 

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For Press

Richiedi la Cartellina Stampa con Tutti i Comunicati e Gadget dell’Evento

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Coordinamento/Progetto

Antonio Prigiobbo

m 3386866456 / t @killermedia / email antonio.prigiobbo@gmail.com

Com Tech, Innovazione PR

Antonio Savarese

m +39 333 6364148 / email antoniosavarese@gmail.comSkype – antonio.savarese

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