A cura di Antonio Lafiosca, co-founder e chief operating officer di BorsadelCredito.it
A un anno esatto dalla pubblicazione dei documenti di consultazione sulle Istruzioni di Vigilanza di Bankitalia, il social lending ne diventa parte integrante. Lo disciplinerà la sezione IX delle nuove norme sulla raccolta del risparmio da parte dei soggetti non bancari. Il testo delle Disposizioni è chiaro e sintetico, forse troppo. Ma è una bella notizia, segnale che qualcosa comunque si muove. Considerando anche che parliamo di un’attività che trova i suoi fondamenti giuridici nel concetto di mutuo come è esplicitato nel codice civile, e che era ferma di fatto all’aggiornamento al 2007 della Circolare 229 del 21 aprile 1999, Titolo IX, Capitolo 2, nome tecnico delle Disposizioni di cui sopra. In cui non si citava esplicitamente il social lending ma se ne tracciava un profilo come qualcosa che non rientrava – e continua a non rientrare – nella categoria della raccolta di risparmio. Il nuovo testo sostituisce proprio questa normativa. La sezione IX si occupa di social lending, dandone innanzitutto una definizione, come “uno strumento attraverso il quale una pluralità di soggetti può richiedere a una pluralità di potenziali finanziatori, tramite piattaforme on-line, fondi rimborsabili per uso personale o per finanziare un progetto.”
La raccolta del risparmio è sempre vietata a chi fa social lending, e la nuova legge precisa che “non costituisce raccolta di risparmio tra il pubblico: la ricezione di fondi da inserire in conti di pagamento utilizzati esclusivamente per la prestazione dei servizi di pagamento dai gestori medesimi, se autorizzati a operare come istituti di pagamento, istituti di moneta elettronica o intermediari finanziari, … né la ricezione di fondi connessa all’emissione di moneta elettronica effettuata dai gestori a tal fine autorizzati”. E per i prenditori allo stesso modo non costituisce raccolta di risparmio tra il pubblico “l’acquisizione di fondi effettuata sulla base di trattative personalizzate con i singoli finanziatori. Al riguardo, avute presenti le modalità operative tipiche delle piattaforme di social lending, le trattative possono essere considerate personalizzate allorché i prenditori e i finanziatori sono in grado di incidere con la propria volontà sulla determinazione delle clausole del contratto tra loro stipulato e il gestore del portale si limita a svolgere un’attività di supporto allo svolgimento delle trattative precedenti alla formazione del contratto.”
Una volta accertato che le trattative sono personalizzate e le parti ne determinano i vincoli, via libera al prestito tra privati via Internet. Ma con un limite massimo, “di contenuto importo, all’acquisizione di fondi tramite portale on line di social lending da parte dei prenditori” che “è coerente con la ratio sottesa alle presenti Disposizioni, volta a impedire ai soggetti non bancari di raccogliere fondi per ammontare rilevante presso un numero indeterminato di risparmiatori.” Inoltre vengono sottolineate “le possibilità di raccolta senza limiti da parte di banche che esercitano attività di social lending attraverso portali on-line.” Si apre pertanto in maniera formale la possibilità agli istituzionali di accedere direttamente al social lending, così come stanno facendo in tutta Europa. Insomma, c’è un contesto normativo – finalmente – ma restano alcuni limiti. Soprattutto alla libertà di azione di questi marketplace. Due dati: esiste ancora una ingiustificata disparità di trattamento fiscale per chi investe in questo strumento, tassato ad aliquota marginale tra il 23% e il 43%. Inoltre, non esistono sgravi fiscali interessanti; ultimo ma non ultimo, chi presta attualmente come persona fisica o giuridica non può superare la soglia di 50mila euro. L’approvazione della legge sul social lending è un primo importante passo ma c’è ancora molto da fare.
infocamere ha pubblicato il 9°rapporto trimestrale sui principali trend demografici e finanziari delle startup innovative italiane con dati al III trimestre 2016.
L’eCommerce B2c continua a crescere anche nel 2016: il valore degli acquisti online degli italiani fa segnare un +18% per un giro d’affari che sfiora i 20 miliardi di euro, tra prodotti (9 miliardi) e servizi (10,6 miliardi). Il Turismo si conferma il primo comparto con una quota del 44% e una crescita del 10%. Seguono Elettronica di Consumo, che vale il 15% e cresce del 28%, e Abbigliamento, che vale il 10% e cresce del 27%. Si rivela sempre più importante il contributo dei settori emergenti (Food & Grocery, Arredamento e home living, Beauty, Giocattoli), che insieme valgono oltre 1,5 miliardi di euro e crescono con tassi compresi tra il +30 e il 50%. Questo lo scenario del mercato del commercio elettronico presentato dall’Osservatorio eCommerce B2c promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm al convegno intitolato “eCommerce B2c in Italia: esame di maturità per l’offerta”.*
“La penetrazione dell’eCommerce sul totale acquisti Retail sale al 5%.Questo risultato ci soddisfa parzialmente, poiché anche nel 2016 non riusciamo a recuperare terreno rispetto ai principali mercati stranieri comparabili al nostro (UK, Francia e Germania), dove l’eCommerce raggiunge penetrazioni da due a quattro volte superiori” afferma Alessandro Perego, Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano. “In questo scenario, l’offerta è chiamata a un esame di maturità. Servono capacità di investimento e di innovazione per rendere sempre più semplice e appagante l’esperienza di acquisto, pazienza (intesa come consapevolezza di non poter essere profittevoli da subito), e coraggio (ossia credere con determinazione di potercela fare). Le Dot Com hanno percorso questa strada e continuano a crescere più delle imprese tradizionali (+28% vs +10%). Gli operatori tradizionali, dal canto loro, hanno fatto finalmente il primo passo e devono ora giocare la partita fino in fondo, provando a innovare e facendo contemporaneamente leva sugli asset che li contraddistinguono: base clienti significativa, patrimonio informativo sulle loro abitudini di acquisto, punti vendita sul territorio, e conoscenza estremamente approfondita del mercato e dei prodotti”.
“Il 2016 è stato l’anno più importante per l’eCommerce, durante il quale si sono affermati nuovi modelli di business guidati dal concetto del cross. Cross border, cross canalità e cross device: sono questi i nuovi termini del commercio elettronico, che raccontano l’evoluzione a partire dai nuovi modi di comportamento degli shopper” afferma Roberto Liscia, Presidente Netcomm. “Gli acquirenti comprano da siti italiani e stranieri, confrontano i prodotti sia nel canale fisico che in quello digitale e lo fanno attraverso smartphone e PC. Il digital export rimane comunque un’opportunità che l’Italia non riesce a cogliere a causa della piccola dimensione delle proprie imprese, che non riescono ad aggredire i mercati esteri. L’impegno di Netcomm è quello di incentivare la creazione di distretti digitali e consorzi di imprese attraverso strumenti finanziari, fiscali e promuovendo la nascita di iniziative finalizzate ad aggregare l’offerta attraverso attività legislative a supporto dell’eCommerce italiano.”
Il mercato “Il paniere dell’eCommerce italiano, benché ancora sbilanciato sui servizi (54% del valore complessivo), registra una crescita degli acquisti dei prodotti tasso quattro volte superiore rispetto a quella fatta registrare dai servizi (32% vs 8%). Si sta quindi lentamente avvicinando a quello rilevato nei principali mercati stranieri, dove la componente di domanda legata ai prodotti è intorno al 70%” afferma Riccardo Mangiaracina, Direttore dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm Politecnico di Milano.”
Nel 2016 l’acquisto di servizi (Assicurazioni, Couponing di servizi, Ricariche, Ticketing per eventi, Turismo e trasporti) vale 10,6 miliardi di euro, mentre quello di prodotti (Abbigliamento, Beauty, Arredamento e home living, C2c, Couponing di prodotto, Editoria, Merchandising, Giocattoli, Food&Grocery, Informatica ed elettronica) vale 9 miliardi di euro. Sono 45 milioni gli ordini eCommerce nel 2016 riguardano i servizi, per uno scontrino medio pari a 236€, mentre sono stati 120 milioni gli ordini di prodotti, ossia tre quarti degli ordini eCommerce totali, con uno scontrino medio di 75€, un terzo di quello dei servizi.
Il Turismo (+10%) trascina ancora la crescita dei servizi soprattutto grazie ai trasporti e alla prenotazione di alloggi: con 8.561 milioni di euro, vale il 44% della domanda online e si conferma il primo comparto dell’eCommerce italiano. L’Informatica ed elettronica di consumo, con 2.932 milioni di euro, vale il 15% della domanda eCommerce e si conferma il primo comparto di prodotto anche nel 2016 con una crescita del 28%. L’Abbigliamento, con 1.898 milioni di euro, vale il 10% degli acquisti online e cresce del 27% rispetto al 2015. L’Editoria, con 687 milioni di euro, cresce del 16% grazie agli acquisti di libri (anche scolastici) prevalentemente dalle grandi Dot Com. L’Arredamento e home living è il comparto che cresce con il ritmo più sostenuto (+48%), raggiungendo i 652 milioni di euro nel 2016. Gli acquisti in tutti gli altri comparti di prodotto valgono insieme 2.312 milioni di euro nel 2016, in crescita del 44% rispetto al 2015. Si tratta prevalentemente articoli di profumeria e cosmetica dai grandi retailer e dalle Dot Com sia generaliste sia specializzate, giocattoli dalle grandi Dot Com e dai marketplace, articoli da bazar prevalentemente dai marketplace cinesi e merchandising dai siti delle società sportive e degli eventi musicali.
Il tasso di penetrazione degli acquisti online sul totale del Retail, passa dal 4% del 2015 al 4,7% del 2016 con i servizi al 9% e i prodotti al 3%. La penetrazione più elevata è del Turismo, pari al 29% mentre l’Informatica ed elettronica si attesta al 16%. Se prendiamo come riferimento i paesi dove l’eCommerce B2c è in assoluto più maturo – Corea, Francia, Germania, Giappone, UK e USA – la penetrazione sul totale Retail è fino a quattro volte quella italiana ed è nell’intorno del 15%-20%.
Mobile Commerce ed evoluzione del consumatore online Nel 2016 gli acquisti eCommerce da smartphone sfiorano i 3,3 miliardi di euro (suddivisi tra il 63% dei prodotti ed il 37% dei servizi), con una crescita del 63% rispetto al 2015. Negli ultimi tre anni il mercato è triplicato, a conferma dell’importanza di questo canale per il consumatore. Per i prodotti giocano un ruolo importante sia i siti con modelli di business in cui conta l’istante d’acquisto (ad esempio i siti delle flash sales) sia le iniziative (marketplace in primis), siti che hanno investito per offrire una customer experience semplice ed efficace su questo canale. Per i servizi è invece preponderante l’acquisto di biglietti di trasporto (aerei e ferroviari) e la prenotazione di alloggi (in hotel e case private).
Nel 2016, i web shopper italiani, ossia i consumatori che hanno effettuato almeno un acquisto online nell’anno, crescono del 7% annuo e raggiungono quota 19 milioni, pari al 60% circa degli internet user. Tra questi, gli acquirenti abituali, quelli che effettuano almeno un acquisto al mese, raggiungono i 12,9 milioni e generano il 91% della domanda totale eCommerce (a valore), spendendo online in un anno, mediamente, 1.382 euro ciascuno[1]. Il bacino di utenti dell’eCommerce B2c italiano è decisamente inferiore a quello dei principali mercati eCommerce europei: in UK gli web shopper sono 48 milioni (l’85% degli internet user), in Germania 55 milioni (l’81% degli internet user) e in Francia 41 milioni (il 76% degli internet user).
Continua la crescita dell’Export L’Export, inteso come il valore delle vendite da siti italiani a consumatori stranieri, cresce nel 2016 del 17% e supera i 3,4 miliardi di euro. Turismo e Abbigliamento, grazie a un’offerta più matura, sono i comparti più incisivi e insieme rappresentano il 78% del mercato. Il Turismo, spinto soprattutto dagli operatori di trasporto, vale il 42% delle esportazioni online, mentre l’Abbigliamento il 36%. Proprio l’Abbigliamento è caratterizzato da una spiccata propensione all’Export, con quasi la metà delle vendite del settore (42% per la precisione) effettuate oltre confine. La forza e la notorietà dei brand, le competenze digitali sviluppate nel corso degli anni da alcune Dot Com italiane e da alcune boutique multibrand, unitamente alla carenza di offerta sui canali tradizionali all’estero, sono le ragioni del successo dell’Abbigliamento fuori dai confini nazionali. Gli altri comparti dove i brand italiani godono di ottima reputazione all’estero (Arredamento e home living e Food&Grocery) contribuiscono ancora marginalmente all’Export, per via di un’offerta poco sviluppata e di alte complessità operative.
*L’edizione 2016 dell’Osservatorio eCommerce B2c è realizzata con il supporto di Accenture Digital, Alpenite, Banca Sella, BRT Corriere Espresso, CartaSi, CLO Servizi Logistici, DHL, Drop, DS Smith, eBay, eBusiness Institute, FACT-Finder, Intesa Sanpaolo, Number 1, PayPal, Poste Italiane, Prestashop, SIA; Fercam, GS1 Italy, Zanox
Intervista a Reed Hastings, Netflix Chief Executive Officer, David Wells, Chief Financial Officer e Ted Sarandos, Chief Content Officer
Summary:
Nel 3° trimestre, il fatturato di Netflix ha superato, per la prima volta, i 2 miliardi di dollari (+36% anno su anno), aiutato dal forte catalogo di contenuti tra cui Stranger Things e la seconda stagione di Narcos.
Nel 3° trimestre, Netflix conta 0,4 milioni di nuovi iscritti negli Stati Uniti contro la previsione di 0,3 milioni e 3,2 milioni di nuovi utenti internazionali contro la previsione di 2 milioni. Questa over-performance rispetto alle previsioni (86.7m totale i membri vs previsione di 85.5m) è stata trainata principalmente da acquisizioni più forti del previsto grazie all’entusiasmo per i contenuti originali Netflix.
Nel corso dei primi 9 mesi del 2016, Netflix ha aggiunto 12 milioni di membri a livello mondiale, esattamente come accadde nei primi nove mesi del 2015.
Nel mese di settembre, Netflix è stato lanciato in Polonia e Turchia. Il servizio di streaming ha iniziato ad accettare il pagamento in valuta locale e ha aggiunto un’interfaccia utente, sottotitoli e doppiaggio in lingua locale, oltre ad alcuni contenuti locali.
Hanno contribuito a questi risultati positivi alcuni dei titoli più acclamati di Netflix: Stranger Things lanciato ad Aprile, The Get Down annunciato ad Agosto, Narcos, Marvel’s Luke Cage. Netflix è ora al quarto anno di strategia legata ai contenuti originali e l’azienda è molto soddisfatta dei progressi. Nel 2017, Netflix renderà disponibili più di 1.000 ore di programmazione originale.
SAP, leader mondiale nelle soluzioni software per il business, annuncia l’avvio del programma Code4Grow sviluppato in collaborazione con l’Associazione Yunik aps e MasterCoder, per la diffusione di una cultura del coding nelle scuole primarie e secondarie di primo grado in Italia. Il progetto si pone come obiettivo di fornire alla nuova generazione competenze digitali utili per il futuro, in uno scenario europeo e mondiale che richiede sempre più figure digitali innovative. A livello europeo, la richiesta per professioni ICT è in forte crescita ed emerge oggi la necessità di ruoli specifici, come ad esempio data scientist, chief technology officer, sviluppatore mobile e big data architect. Secondo stime della Commissione Europea, il gap in tutta l’Unione europea passerà dai 275mila posti di lavoro nel 2012 ai 900mila entro il 2020.
Code4Grow coinvolgerà 9 classi di scuola primaria e secondaria di primo grado a Milano (Istituto Scolastico Comprensivo Casa del Sole) e Lecce (Istituto Comprensivo Ammirato Falcone), con 5 incontri da 2 ore dedicati a bambini tra gli 8 e i 12 anni e sarà preceduto a Milano da un Open Day che si terrà il 19 ottobre. Durante questo primo incontro verrà presentato Scratch, lo strumento scelto per i laboratori, e i bambini, i loro genitori e gli insegnanti parteciperanno a una sessione introduttiva al coding. In totale saranno coinvolti oltre 500 bambini.
“La conoscenza della programmazione è una delle basi per avere successo nell’economia digitale”, ha dichiarato Luisa Arienti, Amministratore Delegato di SAP Italia. “Le competenze digitali sono la nuova moneta e l’importanza dei digital leader è cruciale per il successo di un’azienda, di una comunità, di un paese. Come operatore del settore siamo chiamati a dare il nostro contributo per supportare iniziative volte a promuovere la conoscenza del digitale, determinante per la preparazione della nuova generazione di dirigenti e imprenditori nel nostro Paese”.
Code4Grow è stato sviluppato in collaborazione con Yunik aps e MasterCoder, entrambe attive nella promozione della cultura digitale. I workshop di Code4Grow si baseranno sul programma Scratch, piattaforma sviluppata dal MIT Media Lab per semplificare i primi passi nella programmazione e fornire ai bambini uno strumento per esprimere se stessi e la propria creatività. I bambini potranno così imparare i concetti e le pratiche principali del coding e programmeranno storie animate, show musicali e videogiochi.
“Siamo molto contenti dell’opportunità che SAP ci offre di portare il coding nelle scuole e avvicinare così tanti bambini, anche quelli che provengono da situazioni di maggior disagio sociale, dando loro la possibilità di fornirsi di competenze digitali imprescindibili per il futuro. Yunik ha l’obiettivo offrire a tutti i bambini, specie quelli più vulnerabili, l’opportunità di scoprire e coltivare i propri interessi e talenti e Code4Grow è un progetto che va in quella direzione”, ha dichiarato Barbara Giannico-fondatrice e Presidente di Yunik.
“L’esperienza del coding è una splendida opportunità per consentire ai nostri ragazzi e ragazze di progettare e costruire il loro futuro senza mai subirlo e MasterCoder è felice di partecipare a questa iniziativa e di accompagnarli in questo percorso”, ha spiegato Angelo Sala co-founder e responsabile per la didattica di MasterCoder.
Code4Grow si inquadra all’interno dell’European Code Week, che toccherà tutta l’Unione nella settimana dal 15 al 23 ottobre e dell’Africa Code Week, un’iniziativa promossa da SAP che permetterà di raggiungere, nello stesso arco temporale, oltre 150.000 tra bambini e adulti in 30 paesi con workshop e training online dedicati alla programmazione.
Yunik
Yunik è un’associazione di promozione sociale che organizza laboratori e corsi rivolti ai bambini della scuola primaria e ai ragazzi della scuola secondaria, con l’obiettivo di aiutarli – attraverso la sperimentazione – a scoprire e coltivare i propri talenti, rafforzando la fiducia in se stessi e nel gruppo di riferimento, e accompagnandoli nella fase delicata dell’orientamento scolastico. Le proposte di Yunik spaziano dalle Scienze, all’Information Technology, dall’Economia alla Comunicazione e Marketing, dalle Discipline Artistiche, all’Artigianato, alle Lingue. Yunik investe nelle nuove generazioni per creare i cittadini e le eccellenze dell’Italia di domani. Per ulteriori informazioni: www.yunik.com
MasterCoder
MasterCoder organizza laboratori e corsi per bambini e ragazzi dai 5 ai 17 anni, utilizzando la tecnologia come strumento ludico ed educativo che aiuta i partecipanti a sviluppare naturalmente capacità di problem solving e a sperimentare nuove forme di creatività e condivisione. Il gioco è grande protagonista a MasterCoder perché è lo strumento più efficace per nutrire l’entusiasmo e le passioni dei più piccoli e il miglior modo per imparare. MasterCoder è un laboratorio creativo che stimola la fantasia e allena la mente alle sfide di domani, perché, qualsiasi forma avrà il futuro, sarà comunque digitale. Per ulteriori informazioni: www.mastercoder.com
SAP
In qualità di leader mondiale nelle soluzioni software per il business, SAP (NYSE: SAP) fornisce applicazioni e servizi per supportare aziende di qualsiasi dimensione operanti in qualunque settore di mercato. Dal back office alla direzione, dal magazzino al punto vendita, dai computer ai dispositivi mobili – SAP consente alle persone e alle organizzazioni di lavorare insieme in modo più efficiente e di utilizzare le informazioni di business in modo più efficace per competere con successo. Le applicazioni e i servizi SAP permettono a oltre 320.000 aziende clienti di operare profittevolmente, di adattarsi costantemente al mercato e di crescere in modo sostenibile. Ulteriori informazioni sono disponibili all’indirizzo www.sap.com/italy.
Facebook rende possibile trasmettere in streaming sulla propria TV di casa i video caricati su Facebook attraverso dispositivi come la Apple TV o Google Chromecast.
Questo permette agli utenti di godersi i video che per loro contano di più su uno schermo più grande. Al momento è già possibile lo streaming di video da Facebook ad Apple TV (e altri dispositivi abilitati per AirPlay) o Chromecast (e altri dispositivi abilitati Google Cast) da un dispositivo iOS o dal browser web, e presto sarà possibile farlo anche da dispositivi Android a Chromecast.
Come trasmettere un video da Facebook al televisore:
Trovare un video che si desidera guardare sul telefono o desktop e premere il simbolo TV in alto a destra
Selezionare il dispositivo su cui si desidera trasmettere il video per lo streaming
Godersi il video direttamente dal televisore
Mentre si sta guardando un video di Facebook sul proprio televisore, è possibile scorrere il News Feed sul dispositivo da cui si sta facendo streaming, in modo da rimanere aggiornati anche durante la riproduzione del video.
Quandi si effettua lo streaming di un Facebook Live sulla propria TV, è possibile vedere in tempo reale i commenti e le reactions degli altri utenti, e ci si può unire a loro commentando o aggiungendo a propria volta una reazione.
Maggiori informazioni sono disponibili sulla Newsroom di Facebook:
P101, società di venture capital specializzata in investimenti in società digital e technology driven, e 360 Capital Partners, società di venture capital focalizzata su investimenti nei settori del digitale e della robotica a livello europeo, hanno sottoscritto un nuovo investimento di 500 mila euro ciascuno in Milkman, start-up di logistica smart che permette di decidere giorno ed ora nei quali ricevere le spedizioni e che nei primissimi mesi di attività ha già effettuato più di 3000 consegne. Il round di finanziamento ammonta complessivamente a 1,05 milioni di Euro ed è stato sottoscritto da Mike Brennan, manager e business angel statunitense per la cifra rimanente.
Nato a fine 2015, e lanciato sul mercato a fine maggio, Milkman è un progetto che nasce da Antonio Perini, co-fondatore di Cortilia e Viamente (oggi Workwave Route Manager) e da Tommaso Baù, co-fondatore di Itecs. Il servizio, gestito attraverso app (per iOS e Android) nasce per rispondere alle esigenze di chi non dispone di una portineria, non può o non vuole ricevere pacchi sul posto di lavoro e si scontra troppo spesso con gli sgradevoli avvisi di “consegna mancata”. Funziona raccogliendo in una sorta di “nuvola” fisica gli acquisti e consegnandoli a qualsiasi ora e su appuntamento: in giornata o la sera, in fasce orarie scelte dall’utente, fino a 60 minuti.
Il round di investimento appena siglato fa seguito al pre-seed di Boox di 75 mila Euro del dicembre 2015 e del Seed di WorkWave LLC di 181 mila Euro di marzo 2016, utilizzati per sviluppare e lanciare il servizio, partito negli scorsi mesi, a Milano.
In grande fermento e sviluppo il mercato potenziale su cui la start-up può contare: 120 milioni sono stati i pacchi consegnati in Italia nel 2015, con dati in crescita a due cifre anno su anno.
I fondi raccolti da questo nuovo round contribuiranno allo sviluppo del servizio e in particolare all’ulteriore estensione della gamma delle opzioni di consegna a domicilio e all’integrazione con i principali eCommerce.
“L’e-commerce rappresenta uno dei più importanti e pervasivi cambi di abitudine degli ultimi anni con tassi di crescita significativi e costanti ormai di diverso tempo. Al contrario, il “braccio armato” di questo fenomeno – logistica e copertura dell’ultimissimo miglio – sono rimasti legati a modelli e a standard “pre-digitali,” Afferma Andrea Di Camillo, managing partner di P101.“Crediamo che Milkman, e lo sviluppo di prodotto cui la società sta lavorando, vada non solo a coprire questo gap evolutivo ma a trasformare una commodity a scarso valore aggiunto nel suo esatto opposto con prospettive interessanti per il futuro,” conclude Giuseppe Donvito, partner di P101.
“A renderci particolarmente fieri, oltre all’innovazione di servizio offerta, è il contributo in termini impatto ambientale garantito da Milkman: lo sviluppo vertiginoso di acquisti online rischia infatti, sul lungo periodo, di intasare i centri urbani. La possibilità che offre Milkman è infatti di consolidare le proprie consegne e programmarle in un’unica soluzione, allo stesso prezzo, evitando che decine di furgoni entrino in città, spesso col vano di carico semi-vuoto. La nostra flotta elettrica fa poi il resto,” ha dichiarato Antonio Perini, fondatore e CEO di Milkman.
Con questo investimento salgono a 22 le società nel portafoglio di P101.
P101 – Insightful Venture Capital
P101 è un fondo di venture capital specializzato in investimenti in società digital e technology driven. Nato nel 2013, con una dotazione corrente di 70 milioni di euro e 21 società in portafoglio, P101 si distingue per la capacità di mettere a disposizione degli imprenditori di nuova generazione, oltre a risorse economiche, anche competenze e servizi necessari a dare impulso alla crescita delle aziende. Il fondo, promosso da Andrea Di Camillo – 15 anni di esperienza nel venture capital e tra i fondatori di Banzai e Vitaminic – e partecipato da Azimut, Fondo Italiano di Investimento e numerosi investitori privati, collabora con i maggiori acceleratori privati, tra cui HFarm, Nana Bianca, Boox e Club Italia Investimenti. Tra le partecipate: ContactLab, Cortilia, Tannico, Musement e MusixMatch. Le società partecipate da P101 occupano oggi complessivamente oltre 400 risorse e generano un fatturato in costante crescita e già oggi superiore ai 40M annui. P101 prende il nome dal primo personal computer prodotto da Olivetti, negli anni ’60, esempio di innovazione italiana che ha lasciato il segno nella storia della tecnologia digitale.
Milkman
Milkman, un progetto che nasce da Antonio Perini, co-fondatore di Viamente e Cortilia e da Tommaso Baù, co-fondatore di Itecs, è un rivoluzionario servizio di Consegna a Domicilio per l’eCommerce, grazie al quale lo Shopper può scegliere la data (incluso il giorno stesso e il sabato) e l’orario della consegna (fino alle 22) direttamente nel checkout dell’esperienza d’acquisto online. Milkman governa la propria flotta di veicoli elettrici assicurando la presa presso il magazzino del merchant e le consegne agli utenti finali nella fasce orarie promesse. Pubblica inoltre frequenti aggiornamenti sull’orario di arrivo via SMS/email e grazie alla condivisione della posizione GPS del veicolo in tempo reale, rendendo la stima sull’ora di arrivo via via più precisa rispetto all’appuntamento originale. Durante l’attesa e in ogni momento lo Shopper può inoltre cambiare idea su luogo e ora di consegna, annullando o modificando l’appuntamento originale e usufruendo del servizio di giacenza senza costi aggiuntivi. Milkman offre appuntamenti anche per i resi e altri servizi aggiuntivi come il reso immediato e il conto visione. Il servizio – attivo per il momento solo a Milano – è studiato come strumento di ottimizzazione delle conversioni, competitività e soddisfazione del cliente.
Cinque idee di innovazione nella sclerosi multipla.
Il bastone hi-tech vince “TechCare”, il primo bootcamp per migliorare la vita delle persone che vivono con questa patologia
Un viaggio tra app di geolocalizzazione, wereable hi-tech e piattaforme di sharing: le idee del primo bootcamp “TechCare: dalla cura al prendersi cura” raccontano una tecnologia tascabile, da indossare, che permette maggiore accessibilità e inclusività.
Questo il senso del primo bootcamp in Italia che ha visto lavorare insieme persone con sclerosi multipla, medici e infermieri, caregiver, startupper e innovatori. Perché non ci sono solo diagnosi e terapia per le persone con sclerosi multipla, ma anche ascolto e soluzioni per migliorare le loro condizioni di vita quotidiana, anche grazie alle tecnologie. TechCare è stato promosso da
Sanofi Genzyme insieme a Talent Garden, piattaforma fisica per i talenti del digitale, e insieme ad AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla).
Cinque idee hi-tech per la sclerosi multipla
C’è il weareble hi-tech che misura il battito cardiaco, monitora lo stile di vita, l’ingerimento di liquidi e la dieta alimentare, prevenendo le incontinenze urinarie. E in più geolocalizza i servizi igienici pubblici più vicini. C’è l’app delle barriere architettoniche, che seleziona le strutture turistiche e mediche nel mondo attente alla disabilità. C’è la feature da integrare in Google Maps che permette alle persone con sclerosi multipla di scegliere il percorso a piedi più accessibile e di condividerlo con potenziali compagni di viaggio. C’è poi l’app di geolocalizzazione che consente di ricevere consigli utili da altri utenti connessi che hanno bisogni simili: il tutto per una migliore mobilità.
E poi c’è il progetto vincente: un bastone-deambulatore tecnologico che dialoga con lo smartphone della persona con sclerosi multipla, legge la temperatura climatica, ricorda i farmaci da prendere e può effettuare chiamate di emergenza. E ancora, sta in piedi da solo, è solido e sicuro, caratteristica più importante per le persone con sclerosi multipla ed è discreto.
Al team vincitore una serie di servizi erogati da Talent Garden e la possibilità per gli startupper di partecipare alla Maker Faire di Roma, evento sull’innovazione in programma dal 14 al 16 ottobre.
Tutte le idee saranno poi inserite nella piattaforma online della campagna europea “The World Vs.MS”, promossa da Sanofi Genzyme.
Idee in rete: il programma di TechCare
Una vera e propria maratona sull’innovazione nella salute. TechCare è stato arricchito dagli interventi di innovatori, visionari, persone dalle idee geniali declinate con le tecnologie digitali: online sul canale YouTube di Sanofi Italia, l’intervento di Alessandro Rimassa, TAG Innovation School, del social-farmacista Edoardo Schenardi e di Laura Rossi, 33 anni, studentessa dottoranda in tecniche radiologiche e paziente oncologica da un anno e mezzo. Dopo la diagnosi di linfoma di Hodgkin ha pensato di creare l’app H-Maps per orientare i pazienti nel percorso di cura. Sempre in rete il saluto introduttivo di Enrico Piccinini, General Manager di Sanofi Genzyme Italia e Malta, e di Paola Lustro dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM). Online anche la premiazione dell’evento. Rivivi l’evento con lo storify interattivo.
Dalla “fotografia” del vissuto dei pazienti alla call for ideas
Tech Care è partito dalla ricerca “Vs.MS”, ricerca che ha coinvolto oltre 1.000 persone con SM recidivante (SMR) e circa 600 caregivers in 7 Paesi nel mondo: Stati Uniti, Canada, Francia, Italia, Spagna, Regno Unito, Australia. La ricerca è stata realizzata da Sanofi Genzyme con il contributo e la guida di un comitato scientifico composto dai principali neurologi del mondo.
L’indagine ha indagato diversi ambiti, tra cui la sfera lavorativa, le relazioni interpersonali e l’intimità, le capacità cognitive, i sintomi fisici e il carico emotivo sui caregiver. I risultati rivelano l’elevato impatto della malattia nella vita di tutti i giorni, anche di chi si prende cura delle persone che sono affette dalla malattia: 1 persona con sclerosi multipla su 2 si sente limitata da depressione e ansia, 1 su 3 si isola per mantenere la propria malattia nascosta. E ancora, il 53% delle persone con sclerosi multipla ritiene che i problemi legati alla memoria creino enormi difficoltà quotidiane, più del 40% evita di parlarne e non riesce a dedicarsi ai lavori domestici perché troppo affaticato.
Dal paziente a chi è vicino al paziente: 1 persona su 2 che ha una relazione con una persona con sclerosi multipla riferisce che la malattia ha avuto un forte impatto sulla vita sessuale, 1 caregiver su 2 non parla della paura legata alla progressione della sclerosi multipla sulla persona che assiste e ritiene che occuparsi di una persona con SM sia la più grande preoccupazione della propria vita
Si è chiusa presso il sito di STMicroelectronics di Napoli la HackFest 2016 a cui hanno partecipato quasi cento studenti e maker suddivisi in 22 team. Cinque team hanno vinto i quattro premi: T.I.N.A Band (strumento musicale in grado di suonare i tricordi di tutte le scale maggiori con tasti praticamente invisibili); Happy Tree’s Friends (serra intelligente per coltivare erbe aromatiche in interno); The Bruce Brothers (prototipo di auto a quattro motori DC pilotati da due driver) e due team che hanno messo insieme i propri progetti alla HackFest, Bytemotion (sistema di realtà virtuale immersiva low cost basato su Unity 3D) e Dam BROS (esoscheletro dotato di sensori per raccogliere la posizione e i movimenti degli arti superiori). Tutte le applicazioni della HackFest sono state realizzate usando le board STM32 Nucleo messe a disposizione dei partecipanti durante l’evento da ST.
La giuria era formata da Valeria Fascione, Assessore all’innovazione, internazionalizzazione e start-up della Regione Campania, Giorgio Ventre, direttore del Dipartimento di Ingegneria elettrica e delle Tecnologie dell’informazione dell’Università degli Studi Federico II, Carmelo Papa, amministratore delegato di STMicroelectronics Italia, Giovanni Di Sirio, esperto di programmazione embedded e creatore del sistema operativo open source real time ChibiOS, e Mauro D’Angelo, coderDojo in Campania.
Alla prima edizione di questa competizione nel 2015 avevano partecipato 15 team che hanno successivamente avuto accesso a diverse manifestazioni e occasioni di incontro con imprenditori ed esperti di tecnologie promosse dalla Regione, da ST e da NeaPolis Innovation.
La kermesse si terrà il 24 settembre al Teatro di Corte di Palazzo Reale e vedrà alternarsi sul palco speakers internazionali con le loro “idee in grado di cambiare il mondo”. Disponibili gli ultimi biglietti. L’evento segue la formula del TED, format americano che ha visto protagonisti personaggi come Bill Gates e Isabel Allende e che vanta un miliardo di visualizzazioni sul web. Quest’anno ci sarà anche il workshop TEDx Adventure, un programma di 3 giorni di formazione completamente gratuito per creativi, imprenditori ed esperti di cultura che vogliano sperimentare insieme muovi modelli per creare impresa culturale, per cui è ancora possibile presentare candidature.
Dopo il successo delle due precedenti edizioni, il prossimo 24 settembre torna il TEDxNapoli, l’appuntamento con le ‘idee che meritano di essere diffuse”, che quest’anno si terrà nella splendida cornice del Teatro di Corte di Palazzo Reale. E puntuale è partito il conto alla rovescia per prenotare gli ultimi biglietti: subito esauriti gli early booking e quelli riservati agli studenti, sono infatti ancora disponibili i tagliandi standard e patron, per acquistare i quali occorrerà connettersi al sito ufficiale www.tedxnapoli.com e cliccare sulla sezione biglietti o direttamente al link http://goo.gl/PDBRGG.
Organizzato dal team del Riot Studio con il patrocinio del Comune di Napoli, con il supporto di diversi partner privati ed in collaborazione con l’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, il Polo Museale della Campania – Palazzo Reale di Napoli ed il Conservatorio Statale di Musica “Nicola Sala” di Benevento, quest’anno TEDxNapoli si presenta ancora più grande: grazie agli ottimi risultati ottenuti finora, infatti, i detentori statunitensi hanno concesso un upgrade della licenza TED consentendo all’evento partenopeo di passare da 100 a 400 spettatori.
Che cos’è TEDxNapoli?
Dodici speakers, tra designers, docenti universitari, food scientist, giornalisti e pensatori creativi, provenienti da diversi Paesi, esporranno – in un tempo predefinito che andrà dai 3 ai 18 minuti, secondo la formula del TED – le loro ‘ideas worth spreading’, idee che meritano di essere raccontate: dal robot RoDyMan del professor Bruno Siciliano che sta imparando a fare la pizza per acquisire avanzate capacità di manipolazione da applicare in ambito chirurgico alle piante iperaccumulatrici che assorbono i metalli, che possono essere estratti e rivenduti, con lauti profitti, bonificando il terreno, ipotizzabili in Olanda come a Bagnoli, di Giovanni Innella e Gionata Gatto; dal sistema di assoluta tracciabilità delle donazioni effettuate in caso di sciagure messo a punto da Guido Baroncini Turricchia a Renate Van der Zee, giornalista olandese di Al Jazeera English e del Guardian che racconta la drammatica condizione delle donne nei campi dei rifugiati nelle zone di guerra fino a Vincenzo Fogliano, food scientist che ci inviterà a riflettere su cosa e come mangeremo nel 2050.
Il format prevede che al termine dell’evento le talk degli speakers saranno caricate sul canale youtube TEDxtalk, che conta quasi 5 milioni di iscritti ed ha raggiunto la cifra impressionante di un miliardo di visualizzazioni, e saranno tradotte e sottotitolate progressivamente in tante più lingue quante maggiori saranno le visualizzazioni sul web.
“Unless”
Il tema di quest’anno è “Unless”, “A meno che”. “L’espressione ‘a meno che’ – afferma Valeria Scialò, con Francesca Nicolais organizzatrice dell’evento – anticipa sempre qualcosa che sta per accadere, restituisce la speranza perduta, la possibilità che qualcosa cambi. Nel mondo esistono tanti ‘a meno che’ quante sono le persone che hanno grande volontà e fiducia incrollabile in ciò che può diventare, persone che hanno la capacità di guardare oltre l’apparenza e di immaginare il meglio”.
“Gli ‘a meno che’ – le fa eco la Nicolais – non aspettano che qualcosa succeda, semplicemente si danno da fare per farla accadere. Riteniamo che a Napoli ci siano tante persone in grado di far accadere cose importanti, e allo stesso tempo sappiamo che dal mondo possono venire tante ispirazioni in grado di generare cambiamenti e attivare la comunità locale”.
TEDx Adventure – Formazione per startuppers di imprese culturali
Novità assoluta dell’edizione napoletana di quest’anno è TEDx Adventure, un programma di formazione completamente gratuito rivolto a creativi, imprenditori ed esperti di cultura che abbiano voglia di collaborare e confrontarsi su idee nuove, concrete e utili per la creazione di imprese sostenibili nel settore cultura. Dal 20 al 23 settembre, presso la sede dell’associazione Riot Studio a Palazzo Marigliano in via San Biagio dei Librai, trenta startuppers selezionati tra quelli che avranno presentato la propria candidatura compilando l’apposito form motivazionale presente sul sito – è ancora possibile effettuare la richiesta, il termine scade il 15 settembre – seguiranno le lezioni dei mentor Vincenzo Di Maria, Claudia Busetto, professionisti di Commonground, ed elaboreranno diverse ipotesi progettuali attorno alle quali costituire dei gruppi di lavoro per sviluppare piccole ma concrete idee di impresa culturale.
Il progetto Adventure, cofinanziato nell’Ambito del programma “Azioni di Marketing territoriale” promosso da Sviluppo Campania, nasce dalla consapevolezza dell’inestimabile valore del patrimonio artistico e architettonico dell’Italia sul quale, tuttavia, si investe poco (nel 2014 solo l’1,4% della spesa pubblica, percentuale tra le più basse d’Europa), e dalla convinzione che invece
con la cultura si possa ‘mangiare’, e anche bene, ma a patto di imparare a preparare i piatti giusti e di saperlo fare con spirito imprenditoriale.
TED (Technology, Entertainment, Design) nasce circa trent’anni fa in California per dare un palco a chiunque avesse un’idea interessante da condividere, un’idea potenzialmente in grado di cambiare il mondo. Da allora l’organizzazione è votata a dare voce alle ‘idee che meritano di essere diffuse’.
Nell’arco della sua storia TED ha ospitato personaggi del calibro di Bill Gates, Al Gore, Stephen Hawking, Philippe Starck, Gordon Brown, Dniel Kahneman e Isabel Allende .
Con l’intento di ispirare sempre più persone TED ha lanciato un programma di eventi locali organizzati in modo indipendente denominati TEDx. Il TEDx si è diffuso in più di 170 paesi e ha superato la soglia del miliardo di visualizzazioni sul canale YouTube TEDxTalks.
TEDxNapoli è un evento non profit e quindi possibile solo grazie al generoso supporto di un gruppo selezionato di volontari, aziende e organizzazioni impegnate a sostenere il potere di trasformazione delle idee (Main Partner: Optima Italia spa – Partner: Iriss “Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo”, Yokohama Sekai, Del Monte Italy, Gold Blond, Circuito Felix, Il Cartastorie, Museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli, i-Pins).
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