Il 31 marzo e il 1 aprile a Roma nella sede di Luiss Enlabs, in Via Marsala 29 H si terrà la terza edizione italiana di Techfugees, iniziativa internazionale lanciata nel 2015 da Mike Butcher, direttore di TechCrunch, con l’obiettivo di mettere in contatto il mondo tecnologico e quello delle Onlus al fine di trovare soluzioni alla crisi dei migranti in Europa.
La sfida di Techfugees Roma sarà quella di trovare modi innovativi di ingaggiare i millennials sui temi relativi ai migranti. Si lavorerà quindi su progetti che promuovano l’abbattimento di barriere culturali, il miglioramento del flusso di informazioni sia da i migranti che verso di loro, e iniziative di integrazione. L’evento sarà supportato dai suoi partner UNICEF Italia e Facebook.
UNICEF fornirà ai partecipanti un brief sulla crisi rifugiati e migranti per indicare le problematiche più urgenti in tema di integrazione e flusso delle informazioni. L’UNICEF lavora nei paesi di origine, transito e destinazione, proteggendo i bambini rifugiati e migranti in fuga da violenze e povertà, aiutandoli a ottenere un’istruzione e a soddisfare le proprie necessità di base.
Facebook metterà a disposizione tutta la gamma di strumenti presenti sulle proprie piattaforme dedicate agli sviluppatori.
Nell’ambito dell’iniziativa sono previsti due momenti pubblici aperti alla stampa, presso la sede di Luiss Enlabs, via Marsala 29 H:
Venerdì 31 marzo alle 17,30 con la partecipazione di Francesco Boccia, Presidente Commissione Bilancio – Camera dei Deputati, Benedetta Arese Lucini Techfugees Ambassador per l’Italia, Marina Calcagno e Lema Zekyra, Global Head of Chapters Techgfugees, Francesco Ambrogetti Direttore Fundraising e Marketing UNICEF Italia, in video James Cranwell-Ward, Innovation Specialist UNICEF Libano, Ziad Traboulsi, Engineering Lead, EMEA Partnership di Facebook, Paolo Picazio, Manager, Partner and Ecosystem Development SEMEA di Facebook.
Sabato 1 aprile alle 17,00 con Flavia Marzano, Assessore Roma semplice del Comune di Roma.
Gli organizzatori – Techfugees Italia è guidato da Benedetta Arese Lucini, Marina Calcagno Baldini e Costanza Gallo. Dopo le edizioni di Roncade e di Torino, quella romana è la terza edizione dell’iniziativa in Italia e vede una grossa novità: la partecipazione di Codemotion come co-organizzatore. Codemotion è un hub che unisce developer e aziende. E’ la più grande conferenza tecnica in Italia e in Europa con un network internazionale di 40.000 developer, con speaker internazionali da tutto il mondo e tutte le principali realtà IT. Codemotion organizza, oltre alle conferenze, formazione specializzata per sviluppatori software, progetti di open innovation (es: hackathon) e ha creato Codemotion Kids, la prima scuola per robotica, elettronica e programmazione per bambini e bambine dai 7 ai 17 anni.
Come si svolge – L’hackathon si svolgerà nei giorni di venerdì 31 marzo e sabato 1 aprile nella sede di LUISS ENLABS, acceleratore di startup nato da una joint venture tra LVenture Group, holding di partecipazioni che investe in startup digitali, e l’Università LUISS, situata all’interno della stazione Termini. Venerdì sera, dopo una sessione di kick-off, saranno lanciate le sfide su cui lavorare e alcuni talk di ispirazione. I partecipanti avranno tutta la notte di venerdì e la giornata di sabato a disposizione per completare i progetti, che verranno presentati alla giuria nella serata di sabato.
Premi – La premiazione vede il contributo di Facebook che offre al progetto vincitore:
– Crediti da utilizzare come inserzioni pubblicitarie su Facebook
– un viaggio presso uno dei suoi uffici, a seconda della tecnologia e delle caratteristiche dell’idea sviluppata, in modo che i vincitori possano confrontarsi con un team di esperti Facebook per ottimizzare la visibilità del progetto e le varie interazioni con la piattaforma social
– l’accesso a FBStart, programma globale di Facebook che aiuta le startup a creare e far crescere la propria attività
L’obiettivo di Techfugees Italia infatti, è quello di dare avvio a veri e propri progetti imprenditoriali, che diano risposte concrete e durature a una delle emergenze sociali più sfidanti dell’epoca.
Sponsor – LUISS ENLABS ospiterà l’hackathon mettendo a disposizione il proprio hub dell’innovazione, uno spazio di aggregazione di 5000mq nell’ala storica della stazione Termini. Deliveroo sponsorizza l’iniziativa fornendo pranzo e cena a coloro che parteciperanno alla due giorni dell’ hackathon.
Chi puo’ partecipare – la sfida di #TechfugeesRoma è aperta a tutti: non occorre essere tecnici o professionisti, basta avere voglia di impegnarsi per 24 ore. Sono ammessi gruppi già formati o singoli, che verranno inseriti in gruppi multidisciplinari.
L’iscrizione è gratuita e sarà possibile a breve dal sito di Techfugees italia: https://techfugeesitalia.
splashthat.com/
LeasePlan e Uber entrano in una collaborazione pan-europea
Da: "LPIT-Ufficio Stampa/LPIT/LeaseNotes" <ufficiostampa@leaseplan.it>
Data: 27 mar 2017 10:09
Oggetto: Comunicato Stampa – LeasePlan e Uber entrano in una collaborazione pan-europea
A:
Cc: "Gianpiero De Nigro" <gianpiero.denigro@gmail.com>
Gentili,
trovate in allegato il testo del comunicato stampa relativo alla collaborazione pan-europea tra LeasePlan e Uber, corredato da una foto.
Siamo a disposizione per ogni approfondimento
Ufficio Stampa | LeasePlan Italia SpA
GDN Marketing & Comunicazione
Gianpiero De Nigro Tel. +39 338 1709056
e-mail: ufficiostampa@leaseplan.it
Per favore tieni in considerazione l’ambiente prima di stampare questa e-mail.
Il contenuto di questo messaggio (inclusi eventuali allegati) è confidenziale e può essere privilegiato. È inteso per l’esclusivo utilizzo del previsto destinatario e pertanto ne è proibito l’uso e la diffusione da parte di chiunque altro. Se lo avete ricevuto per errore si prega di avvisare via e-mail il mittente e di eliminare il messaggio. Grazie per la cooperazione.
LeasePlan è impegnata nel proteggere la Privacy delle informazioni personali da noi raccolte e processate. Se desideri avere maggiori dettagli sul nostro modo di trattare i dati personali, per favore leggi la nostra Informativa sulla Privacy presente sul nostro sito www.leaseplan.it.
______________________________
Please consider the environment before printing this e-mail.
This message (including any attachments) is confidential and may be privileged. Use or disclosure by anyone other than an intended addressee is prohibited. If you received this message in error, please notify the sender by reply e-mail and delete this message. Thank you for your cooperation.
LeasePlan is committed to protecting the privacy of personal information collected and processed by us. If you would like to know about our privacy practices in more detail, please read our Privacy Statement on www.leaseplan.it.
La sopravvivenza delle banche nell’era digitale
A cura del fondo VC P101
in collaborazione con Antonio Lafiosca, Socio e Chief Operating Officer di BorsadelCredito.it
Nel 2016 le start-up del Fintech hanno raccolto dal mondo del venture capital 12,7 miliardi di dollari in 836 operazioni. In Europa, il 2016 è stato l’anno di maggior attività, con 1,2 miliardi di dollari raccolti per 179 deal, vale a dire +11% sull’anno precedente e +124% negli ultimi 5 anni.
Questo successo non è casuale: gli investitori sanno che sempre più consumatori preferiscono rivolgersi ai nuovi player, che mettono a disposizione del mercato un vasto assortimento di prodotti innovativi plug-and-play, multicanale e soluzioni bancarie facili da usare tra cui portafogli digitali, gestione patrimoniale, prestito e pagamento peer-to-peer. Tanto che le banche, anche se tradizionalmente considerate pioniere dell'automazione dei processi, oggi rischiano di restare indietro nel panorama dei servizi finanziari, sempre più digitalizzato e orientato verso un approccio customer-centred.
La disintermediazione in atto dell'attività bancaria tradizionale da parte della finanza tecnologica sta costringendo le banche a reinventare i loro servizi, andare incontro alle aspettative del consumatore e avvicinarsi, in qualche modo, al Fintech. Infatti, secondo l’Osservatorio Digital Finance del Politecnico di Milano, ben il 60% delle startup fintech internazionali fornisce servizi di banking (lending, conti bancari, pagamenti), il 19% si occupa di servizi di investimento, il 5% di servizi assicurativi ed il restante 16% di altri servizi (marketing, big data, security, ecc.). Non solo: la categoria banking ha ricevuto il 73% dei 26 miliardi di finanziamenti arrivati complessivamente al settore, e di questa cifra il 60% è dedicato al Lending&Financing (circa 15 miliardi).
Insomma, il futuro del banking tradizionale – che arranca tra margini sempre più risicati e requisiti di capitale sempre più stringenti – passa per la finanza tecnologica: è il modo di fare banca, il modo di servire i clienti, il funzionamento dei propri processi operativi che richiede un ripensamento in chiave digitale… pena l’uscita dal mercato. Sì, perché il 95% di queste società si rivolge direttamente al consumatore o a un’azienda – a un cliente finale, insomma – ponendosi come una concreta alternativa alla banca tradizionale, e solo il 5% si pone come un fornitore o un collaboratore degli istituti bancari.
Ma questi ultimi non devono disperare: già oggi, una start-up su tre ha avviato almeno una partnership con una banca con vantaggi reciproci – ovvero, per la banca la capacità di innovarsi più rapidamente testando nuove strade con investimenti limitati, per la start up la possibilità di operare sfruttando la rete fisica sul territorio della banca o le sue grandi moli di dati in maniera nativa. Ma saranno in grado, le banche, che hanno sempre gestito i loro servizi end-to-end, integrando esperienza, processi e prodotti, di adattarsi al cambiamento? Per realizzare queste collaborazioni, devono essere disposte a condividere con i partner digitali i loro dati e affiliarsi a piattaforme su cui non hanno il controllo diretto della relazione con i clienti o della customer experience.
Una cosa è certa: se la convergenza in atto tra FinTech e banche tradizionali dovesse continuare, come pensano BorsadelCredito.it e P101, porterebbe ad una fruttuosa e positiva condivisione della tecnologia, dei talenti e del know-how. Quindi, le banche tradizionali e le società di servizi finanziari che sapranno sfruttare l’opportunità e creare partnership con i nuovi player non soccomberanno sotto il peso dell’innovazione fintech, anzi, ne potranno beneficiare: grazie a loro riusciranno a colmare le lacune critiche nel loro portafoglio, raggiungere i segmenti di pubblico meno serviti, e fornire al cliente un’esperienza migliore, a costi ridotti.
P101 – Insightful Venture Capital
P101 è un fondo di venture capital specializzato in investimenti in società digital e technology driven. Nato nel 2013, con una dotazione corrente di quasi 70 milioni di euro e 26 società in portafoglio, P101 si distingue per la capacità di mettere a disposizione degli imprenditori di nuova generazione, oltre a risorse economiche, anche competenze e servizi necessari a dare impulso alla crescita delle aziende. Il fondo, promosso da Andrea Di Camillo – 15 anni di esperienza nel venture capital e tra i fondatori di Banzai e Vitaminic – e partecipato da Azimut, Fondo Italiano di Investimento e European Investment Fund, collabora con i maggiori acceleratori privati, tra cui HFarm, Nana Bianca, Boox e Club Italia Investimenti. Tra le partecipate: ContactLab, Cortilia, Tannico, Musement e MusixMatch. Le società partecipate da P101 occupano oggi complessivamente oltre 500 risorse e generano un fatturato in costante crescita e già oggi superiore agli 80M annui. P101 prende il nome dal primo personal computer prodotto da Olivetti, negli anni ’60, esempio di innovazione italiana che ha lasciato il segno nella storia della tecnologia digitale.
Facebook introduce le Reazioni e Menzioni su Messenger
Introduzione delle Reazioni e delle Menzioni su Messenger
Di Drew Moxon, Product Manager, Messenger
Messenger è un fantastico strumento per comunicare con una persona o con un gruppo di persone. Oggi Facebook presenta due nuovi aggiornamenti che miglioreranno le conversazioni di gruppo in modo da renderle più organizzate, efficienti e divertenti.
Reazioni di Messenger
Le Reazioni di Messenger offrono la possibilità di rispondere ad un messaggio con una specifica emozione, condividendo istantaneamente una reazione divertente. Per esempio, se qualcuno invia una foto del suo cucciolo, sarà possibile rispondere con la reazione “Love”. Oppure, se qualcuno sta organizzando una cena, sarà possibile rispondere con le reazioni “Sì” o “No” per indicare la propria preferenza.
Per aggiungere una Reazione, seleziona il messaggio e scorri per scegliere una Reazione tra Love, Smile, Wow, Sad, Angry, Sì e No.
Potrai vedere come le persone hanno reagito ad un messaggio nell’angolo inferiore di questo. Inoltre, vedrai le Reazioni maggiormente selezionate dai membri della chat con accanto il numero che indica quante persone hanno reagito nello stesso modo. Premendo sulle emojis vedrai come i membri della conversazione hanno reagito.
Quando qualcuno reagisce ad un tuo messaggio, aprendo la conversazione vedrai una piccola animazione che te lo segnalerà.
Inoltre, se non hai aperta l’applicazione di Messenger, riceverai una notifica che ti indicherà chi ha reagito al tuo messaggio e come.
Le Reazioni di Messenger utilizzano le emoji e funzionano sia su chat private con una persona che su conversazioni di gruppo. Possono essere utilizzate per commentare qualsiasi messaggio – un testo, uno sticker, video, GIFs e anche altre emoji.
Menzioni su Messenger
Le Menzioni sono uno strumento utile per interagire direttamente con una persona quando questa viene menzionata in una conversazione. Per menzionare qualcuno, digita il simbolo “@” o inizia a scrivere le prime lettere del nome o del nickname della persona a cui vuoi inviare una notifica e selezionala dalla lista.
Quando il messaggio è stato inviato, apparirà con un testo evidenziato così che gli altri membri della chat di gruppo lo possano vedere.
Quando qualcuno viene menzionato, invece di vedere solamente che qualcuno ha risposto al suo messaggio nella conversazione, riceverà un nuovo tipo di notifica che lo avviserà di essere stato citato in una chat. In questo modo, è davvero facile inserirsi nella conversazione per fornire immediatamente una risposta.
Tutti i membri della chat possono vedere la Menzione e tutti ricevono una notifica proprio come accadeva prima, ma solo la persona menzionata nella chat di gruppo riceve l’avviso di essere stata citata. È possibile disattivare queste notifiche in qualsiasi momento.
Le Reazioni e le Menzioni saranno disponibili anche per la Work Chat su Workplace, la piattaforma globale di Facebook che permette alle aziende di collaborare al meglio.
Per ulteriori informazioni, visita l’Help Center qui e qui.
Materiali ad uso stampa disponibili ai seguenti link:
§ Mention
Cebit 2017: Huawei lancia la soluzione STaaS per un più agevole passaggio al Cloud
Huawei ha presentato la sua nuova soluzione Storage as a Service (STaaS) al CeBIT 2017. La soluzione è in grado di offrire servizi di storage in maniera coerente sia on-premise sia off-premise e di gestire i dati e le operazioni in modo intelligente per supportare le aziende nel loro percorso di migrazione verso il cloud, proteggendo al contempo una mole di dati sempre più imponente.
Huawei presenta la soluzione STaaS al CeBIT 2017
L’era digitale in cui viviamo sta creando un enorme volume di dati aziendali alimentato dall’affermarsi di tecnologie quali Internet of Things, big data, analytics, mobility e social media. Per far fronte a questa esplosiva crescita della quantità di dati, le aziende hanno la necessità di trovare soluzioni gestionali e di storage efficaci, eliminando eventuali complessità e costi e preparandosi ad adottare il cloud.
La soluzione STaaS gestisce, SAN, NAS, oggetti, e altre apparecchiature di storage in una architettura unificata, per supportare un approccio ‘Data on Demand’. Il consolidamento degli asset di storage in pool di risorse, l’allocazione on-demand, e dunque un migliore utilizzo delle risorse, consentono alle aziende di ridurre il TCO del 20%. Inoltre, “cataloghi” di servizi self-service, un elevato livello di automazione nell’allocazione delle risorse, capacità predittive e un supporto al processo decisionale sono integrati al fine di migliorare di oltre il 50% l'efficienza di gestione dei dati.
La soluzione introduce un’architettura unificata che consente agli utenti di accedere a un ricco catalogo di servizi e SLA, offrendo allo stesso tempo un’esperienza sia on-premise sia off-premise e permettendo un’agevole migrazione verso il cloud. Le aziende possono anche evitare i vincoli derivanti da specificità dei singoli vendor usufruendo di un‘architettura aperta che sottenda un elevato livello di collaborazione all’interno di un solido ecosistema.
Il report 2016 di Gartner relativo ai General-Purpose Disk Arrays, vede Huawei classificarsi come leader nel Magic Quadrant con quasi 7.000 clienti in tutto il mondo che hanno scelto le sue innovative soluzioni per soddisfare le loro complesse esigenze in ambito storage.
Meng Guangbin, Presidente IT Storage Product Line di Huawei, ha commentato: “Poiché il processo di adozione del cloud si sta velocizzando, senza alcun dubbio i servizi IT diventeranno una parte sempre più importate delle operazioni di data center. La nostra soluzione STaaS consolida le risorse on- e off-premise e offre servizi di storage dei dati standardizzati, automatizzati e on-demand per agevolare la trasformazione cloud delle aziende”.
Gli array all-flash si stanno affermando tra molte delle aziende che vogliono costruire le proprie piattaforme cloud e i sistemi di servizio base. Nel corso del lancio di StaaS, Huawei ha presentato la soluzione all-flash OceanStor Dorado V3, realizzata per gestire ingenti quantità di dati con tempi di risposta inferiori ai 500μs con i più alti livelli di performance e con il 99,999%, di affidabilità, capaci di soddisfare le esigenze di storage delle aziende nell’era digitale.
Ulteriori dettagli sono disponibili al link seguente: http://e.huawei.com/us/
CeBIT 2017 si tiene presso l’Exhibition Center di Hannover dal 20 al 24 marzo 2017. Lo stand C30 di Huawei è situato all’interno del Padiglione 2. Ulteriori informazioni sono disponibili all’indirizzo: http://e.huawei.com/topic/
Huawei al CeBIT 2017 insieme a 100 partner per promuovere la Digital Transformation
Huawei al CeBIT 2017 insieme a 100 partner per promuovere la Digital Transformation
All’edizione 2017 di CeBIT che si tiene dal 20 al 24 marzo, Huawei presenta, insieme a 100 partner, strategie e soluzioni ICT all’insegna del tema “Leading New ICT, The Road to Digital Transformation”. Presso lo stand C30 – uno spazio di 3.500 metri quadrati situato all’interno del Padiglione 2 del Centro Espositivo di Hannover – Huawei introduce innovative soluzioni ICT, attraverso aree espositive dedicate al business, alla tecnologia e all’ecosistema, e condivide best practice di trasformazione digitale e metodologie volte a supportare clienti e partner in tutto il mondo nel percorso di evoluzione digitale del loro business.
La strategia e gli obiettivi di Huawei Enterprise Business Group sono allineati con il tema dell’edizione 2017 di CeBIT “d!conomy – no limits”, che offre ai decisori un orientamento sulla gestione economica e pubblica, sulla società digitale e sulla digital transformation.
Huawei al CeBIT 2017
Piattaforma ed ecosistema, le due forze che guidano la Digital Trasformation
Il business di Huawei Enterprise si fonda su una profonda comprensione della trasformazione digitale del settore e, in linea con questa visione, l’azienda ha svelato a CeBIT la sua strategia “Piattaforma + Ecosistema”.
Yan Lida Presidente di Huawei di Enterprise Business Group, ha dichiarato: “Il posizionamento di Huawei è dettato dalla volontà di porsi come miglior partner per realizzare una società digitale e promuovere uno sviluppo sociale intelligente e la trasformazione digitale dell’industria. Proponiamo una strategia basata sul binomio 'piattaforma + ecosistema', che prevede ingenti investimenti nelle nuove tecnologie, quali cloud computing, Internet of Things (IoT), Big Data, mobile broadband e SDN, per la creazione di una piattaforma ICT infrastrutturale aperta, flessibile, agile e sicura. Costruendo un ecosistema vincente per tutti gli attori coinvolti e collaborando ampiamente con i nostri partner, stiamo aiutando i nostri clienti a cogliere con successo le opportunità offerte dalla trasformazione digitale”.
Diana Yuan, Presidente del Marketing and Solutions Sales Department di Huawei Enterprise Business Group, ha commentato: “La nostra ‘piattaforma’ enfatizza la sinergia cloud-pipe-device, mentre il nostro ‘ecosistema’ pone il cliente al centro e ha come obiettivo la creazione di un ambiente che promuova lo sviluppo sostenibile e dal quale tutti possano trarre beneficio. Huawei desidera implementare la strategia ‘Piattaforma + Ecosistema’ e lavorare a stretto contatto con clienti e partner per aiutarli ad accogliere l’era digitale grazie alla nostra solida esperienza e forte competenza acquisite nel corso del nostro personale processo di trasformazione digitale”.
In occasione di CeBIT 2017, Huawei lancia anche il Global OpenLab Program con lo scopo di promuovere l’adozione della strategia "Piattaforma + Ecosistema" e riunire i principali partner per la formazione di competenze volte a innovare soluzioni per settori specifici. Il Programma mira anche alla creazione di un ecosistema ICT che favorisca lo sviluppo delle future società intelligenti. Huawei intende aprire 15 nuovi OpenLab nei prossimi tre anni, con un investimento complessivo di 200 milioni di dollari. Entro il 2019, Huawei potrà così contare su 20 OpenLab in tutto il mondo.
“Business”, “Technologia”, “Ecosistema”: Huawei presenta nuove infrastrutture ICT insieme a 100 partner
Nelle aree espositive “Business”, “Technology”, ed “Ecosystem” Huawei presenta prodotti e soluzioni ICT e casi di successo. L'area “Business” presenta soluzioni in grado di supportare la trasformazione digitale dei clienti in sette settori tra cui smart city, finanza, manifatturiero, energia, trasporti, media e ISP. L'area “Technology” presenta la nuova infrastruttura ICT di Huawei basata sulla sinergia “cloud-pipe-device” che integrano sette tecnologie di base tra cui IoT (con sicurezza), open cloud, infrastruttura data center, reti all-cloud-based (con sicurezza), cloud communication, wireless enterprise e servizi. Lo stand espone anche i risultati della cooperazione di Huawei con oltre 100 partner, tra cui aziende leader come SAP, Accenture, Infosys, T-Systems, KUKA, Esagono, Thales, Alstom e Siemens, per la realizzazione di un ecosistema sostenibile.
Annunci di partnership e condivisione di metodi e pratiche per la Digital Transformation
Oltre un terzo delle aziende Fortune 500 hanno scelto Huawei come partner per la loro trasformazione digitale e oltre il 40% di queste rientra tra le prime 100 al mondo. Al CeBIT 2017, Huawei annuncerà soluzioni congiunte insieme ai propri partner e condividerà casi di successo:
· In ambito smart city, Huawei e Veolia stanno sviluppando una soluzione di gestione delle alluvioni basata su NB-IoT per impostare scientificamente le misure di emergenza. Huawei e Frequentis stanno lavorando insieme allo sviluppo di un ecosistema aperto di soluzioni di pubblica sicurezza per città più sicure. Huawei e Honeywell stanno infine lanciando una soluzione “smart building” per la gestione intelligente degli edifici e la riduzione del consumo energetico.
· Nel settore finanziario, Accenture presenterà una soluzione Big Data basata sulla piattaforma Big Data di Huawei. Huawei e Infosys presenteranno invece Finacle@Kunlun, una soluzione per aiutare le banche a ricostruire le applicazioni di infrastruttura IT e di livello superiore.
· Nel settore dell'energia, Huawei e SAP lanceranno una soluzione Advanced Metering Infrastructure (AMI). Grazie alla collaborazione con la State Grid Tianjin Electric Power Company, Huawei presenterà una soluzione di rete wireless di alimentazione che aiuterà le aziende del settore a implementare la distribuzione di energia automatizzata e le misurazioni intelligenti.
· Nel settore dei trasporti, Huawei e Indra sigleranno un Memorandum of Understanding di cooperazione globale basata sulla piattaforma R&D di Huawei per lo sviluppo congiunto di nuove soluzioni ICT che favoriscano l’espansione del mercato.
· Nell’ambito del cloud pubblico, i clienti che stanno utilizzando la Open Telekom Cloud sviluppata congiuntamente da Huawei e Deutsche Telekom ne condivideranno le più recenti applicazioni. Ad esempio il CERN (European Organization for Nuclear Research), racconterà la propria esperienza di applicazione di questa soluzione nell’ambito del progetto Helix Nebulae Science Cloud. Infine SLV, il produttore tedesco di sistemi di illuminazione, annuncerà l’implementazione di una piattaforma IoT basata su Open Telekom Cloud e progetti di smart home.
In futuro, Huawei continuerà a contribuire alla creazione di un ecosistema sostenibile e a investire nel settore attraverso nuove partnership strategiche, comunità open source e piattaforme per sviluppatori. Così Huawei conferma il proprio impegno a costruire una comunità attiva nello sviluppo di innovazione a vantaggio di tutti i partner coinvolti.
Il CeBIT 2017 si tiene dal 20 al 24 marzo presso l’Exhibition Center di Hannover. Lo stand Huawei si trova nella Hall2 all’interno del padiglione C30. Per ulteriori informazioni: http://e.huawei.com/topic/
cebit2017-en/index.html .
Nasce la Motorvehicle University of Emilia-Romagna, hub di formazione d’eccellenza per talenti da tutto il mondo
|
|||
Gympass arriva in Italia
Gympass, il leader mondiale nel settore dei benefit aziendali a favore della salute e della qualità della vita, arriva in Italia. Fondata nel 2012 a San Paolo in Brasile, Gympass fornisce la soluzione ideale per quelle aziende che intendono investire sulla salute dei propri dipendenti.
Attraverso programmi flessibili e personalizzati, le aziende possono ora decidere di offrire ai propri dipendenti, come benefit, la possibilità di accedere a un network di 20.000 strutture sportive e 500 diversi tipi di attività in 10 Paesi in tutto il mondo. In Italia si contano già oltre 600 centri dislocati in 200 città.
Giornata dell’acqua, campagna Ogilvy Change e Legambiente #giuilrubinetto contro lo spreco dell’acqua
In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua (22 marzo) Ogilvy Change e Legambiente lanciano #giuilrubinetto, una nuova campagna no profit di sensibilizzazione sullo spreco idrico e di educazione all’uso responsabile dell’acqua di rete rivolta ai bambini delle scuole elementari.
La campagna, che coinvolgerà circa 10.000 bambini, si svolgerà in alcune scuole e piazze di Agrigento, Ancona, Boiano (CB), Eboli (SA), Genova, Grosseto, Foligno, Milano, Napoli, Noci (BA), Palermo, Piove di Sacco (PD), Roma, Tolentino, Verona, Vicenza e nelle tappe di Foligno, Bologna, Vicenza, Asti e Milano del Treno Verde di Legambiente con l’obiettivo di portare i bambini ad abbandonare l’abitudine di lasciare scorrere l’acqua mentre si lavano i denti.
Il nudge: una spinta gentile al cambiamento di comportamento
#giuilrubinetto è una campagna no profit sviluppata da Legambiente da Ogilvy Change e Ogilvy & Mather che applica gli studi scientifici di economia comportamentale, psicologia cognitiva e psicologia sociale nella realizzazione di interventi finalizzati a orientare positivamente i comportamenti e le decisioni delle persone.
Lo scopo della nuova campagna sociale è stimolare il cambiamento spontaneo e permanente di abitudini in un piccolo gesto quotidiano d’igiene personale che, tuttavia, può contribuire ad arginare un problema di portata globale come lo spreco di acqua dolce: risorsa ambientale limitata e sempre più preziosa. Si pensi, infatti, che lasciare aperto il rubinetto per due minuti mentre ci si lava i denti comporta in media lo spreco di 32 litri d’acqua potabile al giorno.
Per questo motivo Ogilvy Change ha scelto di rivolgersi ai bambini delle scuole elementari e di veicolare il messaggio educativo attraverso la distribuzione di un nudge, una sorta di “spinta gentile al cambiamento” composta dal simpatico bracciale elastico Aqualoop e da un dépliant informativo sullo spreco d’acqua scritto con un linguaggio semplice e illustrato in modo vivace e coinvolgente.
Da momento di gioco ad abitudine virtuosa consolidata
Il bracciale Aqualoop svolgerà il ruolo di strumento ludico e didattico. I bambini coinvolti, infatti, saranno invitati a indossarlo e ad avvolgerlo intorno alla leva del rubinetto quando si laveranno i denti. In questo modo ogni volta che la leva verrà alzata per aprire l’acqua, l’elasticità del bracciale la riabbasserà interrompendo il flusso.
Con il tempo, inoltre, Aqualoop passerà dalla sfera del gioco a quella di promemoria del comportamento da tenere. Dopo circa un mese la nuova abitudine dovrebbe essersi consolidata: quando il bambino si laverà i denti assocerà il rubinetto al bracciale e, automaticamente, penserà a chiudere il primo senza sfilarsi il secondo dal polso.
Il coinvolgimento delle scuole e del Treno Verde di Legambiente
La collaborazione con Legambiente consentirà a #giuilrubinetto di entrare a contatto diretto con le scolaresche di molte scuole elementari, attuare iniziative pubbliche nelle piazze italiane e di essere presente sul Treno Verde, la campagna itinerante organizzata da Legambiente e dal gruppo Ferrovie dello Stato che anche quest’anno sosta in alcune delle maggiori città del Paese per sensibilizzare l’opinione pubblica su tematiche quali l’energia da fonti rinnovabili, l’inquinamento, il degrado urbano e lo sviluppo sostenibile. Nelle tappe di Foligno, Bologna, Vicenza, Asti e Milano, a bordo del Treno Verde sarà presente un corner dedicato a #giuilrubinetto che fornirà maggiori informazioni sulla campagna e sullo spreco idrico, oltre a provvedere alla distribuzione ai bambini dei bracciali e dei dépliant.
Web e social network per approfondire e raggiungere un pubblico adulto
#giuilrubinetto avrà una sua dimensione online su internet e sui social network studiata per approfondire gli argomenti espressi con semplicità sul depliant e per raggiungere un pubblico più vasto e adulto: in primo luogo quello delle famiglie.
Ogilvy Change ha curato la realizzazione di un sito composto da una landing page che presenta nel dettaglio il progetto, fornendo informazioni sullo spreco d’acqua e su soluzioni didattiche alternative per sfruttare il braccialetto coinvolgendo i bambini in attività che promuovano la formazione di una corretta abitudine.
Allo stesso tempo, sarà messo in Rete sui canali social di Legambiente Scuola e Formazione (@legambiente scuolaformazione) un video che “racconterà” lo spreco quotidiano di acqua e la soluzione che Ogilvy Change e la più importante associazione ambientalista in Italia propongono per arginare il problema.
“Legambiente è da sempre in prima linea nelle campagne e nelle iniziative didattiche che sensibilizzino a un uso consapevole delle risorse del pianeta e dell’acqua in particolare. Per questo abbiamo accolto con piacere la proposta di Ogilvy Change, che introduce un approccio nuovo, originale ed efficace a un’emergenza che, complici i mutamenti climatici, ormai interessa stabilmente anche larga parte del nostro Paese – ha dichiarato Stefano Ciafani, Direttore Generale di Legambiente – Il nostro impegno sull’acqua è su più fronti: dalla lotta allo spreco della risorsa all’inquinamento. Da anni, con le nostre campagne Goletta Verde e Goletta dei laghi lavoriamo alla tutela di mare, laghi e fiumi sia da scarichi illegali o depuratori mal funzionanti, sia da rifiuti grandi e piccoli che alimentano il problema del marine litter, e alla sensibilizzazione dei cittadini su questi temi”.
“#giuilrubinetto è un ottimo esempio di come i piccoli gesti quotidiani possano contribuire alla soluzione di problemi su scala planetaria come la disponibilità di acqua dolce” – ha commentato Guerino Delfino, Chairman e CEO di Ogilvy & Mather. “Nel contempo questo progetto e il coinvolgimento di un partner autorevole come Legambiente testimoniano l’enorme potenziale dell’approccio di Ogilvy Change, basato sulla combinazione di creatività e conoscenza delle dinamiche psicologiche e motivazionali che guidano le scelte degli individui, allo scopo di orientare queste ultime senza limitarne l’autonomia o imporre un percorso definito.”
Nomadi digitali, l’avanguardia della rivoluzione nel lavoro
Da quando, nel lontano 1997, Tsugio Makimoto e David Manners pubblicarono il libro Digital Nomad, molte cose sono cambiate. Il fenomeno del nomadismo digitale, ovvero l’insieme di quelle persone che lavorano ovunque nel mondo – ovunque ci sia una connessione internet – è cresciuto esponenzialmente tanto da ridefinire i paradigmi di cosa significhi lavorare, oggi.
Blogger, imprenditori, giornalisti, web designer, programmatori, fotoreporter, ecco alcuni lavoratori del cosiddetto “ecosistema digitale”. La tecnologia è di certo a favore di questa rivoluzione: il wi-fi, gli smartphone, i sistemi di pagamento digitale come PayPal e altri tools semplificano notevolmente la vita di coloro che non vogliono rinunciare alla possibilità di viaggiare ma desiderano allo stesso tempo perseguire i loro obiettivi professionali. Del resto, nel contesto socio-economico attuale, molti sono i segnali di una sorta di nuovo “romanticismo” del lavoro: la soggettività, l’individualità e la flessibilità prendono il sopravvento sulla schematizzazione e uniformità dei comportamenti e degli ambienti.
Secondo una ricerca della società produttrice di software Intuit, entro il 2020, 7,6 milioni di lavoratori americani (il doppio rispetto ad oggi) svolgeranno attività legate all’economia on-demand – quindi fluide, flessibili e spesso intermittenti. In Italia, i cambiamenti di scenario socio-economico vedono già il 30% delle aziende italiane favorire il lavoro da remoto (fonte Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano).
Le stime sulle dimensioni del fenomeno, però, sono ancora incerte: c’è chi dice che entro il 2035 i nomadi digitali – altresì chiamati “location-independent” – saranno un miliardo. Nel frattempo, proliferano le piattaforme a loro dedicate, una su tutte è Nomad List – il sito che elenca le migliori città dove vivere lavorando da remoto a seconda delle proprie esigenze e preferenze. Crescono numerosi anche gli spazi di co-working nei posti più esotici, dove i nuovi lavoratori in mobilità si ritrovano per creare community, confrontarsi sulle esperienze di viaggio ma anche sulle scelte professionali e le opportunità di carriera. Basti pensare a Hubud, il co-working a nord di Bali nato nel 2012 e in cui oggi l’80% dell’utenza è composta da nomadi digitali, soprattutto europei e americani, che restano in loco in media 5 mesi. Nel 2012 ha preso il via anche una conferenza annuale – ovviamente, itinerante – la DNX Global, ovvero due giorni di incontri, conferenze, workshop e nightlife in cui i lavoratori “mobili” di tutto il mondo possono incontrarsi e confrontarsi.
La maggior parte dei digital nomads è composta da uomini, ma secondo l’Osservatorio di COPERNICO, le donne non mancano: anzi, sono sempre di più, tanto che molte di loro hanno deciso di condividere la loro esperienza e i loro consigli attraverso blog e piattaforme “al femminile”, andando a colmare quella che è sentita come una mancanza di informazioni che possono tornare utili quando è una donna a viaggiare da sola in luoghi che spesso sono più propensi a forme culturali patriarcali, e che quindi possono risultare (o essere percepite) come ostili o pericolosi. Un esempio è Women Digital Nomads, una sorta di Nomad List al femminile: aiuta le donne che lavorano viaggiando a trovare le città più adatte a loro, e allo stesso tempo offre la possibilità di confrontarsi con una community sui temi più impellenti riguardanti sanità, sicurezza, vita sociale e professionale, affetti, ecc. Simile è il progetto di Digital Nomad Girls, che supporta le donne che decidono di intraprendere una vita nomade attraverso le testimonianze di chi ha sconfitto paure e pregiudizi e ha preso in mano zaino e pc, oltre ad organizzare meeting in cui le donne viaggiatrici possono incontrarsi e discutere i pro e i contro di una vita in continuo movimento.
Insomma, la dematerializzazione resa possibile dalla Rete ha trasformato il mondo del lavoro in uno scenario sempre più flessibile, dove regna una filosofia che fa leva sui bisogni di indipendenza e massima mobilità: i (e le) nomadi digitali propongono l'idea di un lifestyle sostenibile, in cui il rapporto tra vita e lavoro viene radicalmente trasformato. Lavorano in remoto da casa, da bar e caffetterie, da biblioteche pubbliche e pub, svolgendo compiti e portando a termine obiettivi che un tempo si svolgevano tradizionalmente in un unico posto di lavoro fisso. Insofferenti della routine e abilissimi nello sfruttare le possibilità offerte dal web e dalle latitudini del pianeta a basso costo e alta tecnologia, i nomadi digitali stanno riscrivendo il senso del lavoro, della soddisfazione professionale e del work-life balance. Non si adattano agli standard delle generazioni precedenti ma creano nuove definizioni di felicità, produttività e successo.