L’Italia delle startup #2016, raccontata dai tweet

L’Italia delle startup cinguetta di finanza hi-tech,

Internet delle Cose e industria intelligente

 

Terza edizione dell’analisi IBM Italia-Talent Garden sulle conversazioni Twitter: emergono nuovi temi di discussione, cresce l’attenzione verso l’industria 4.0 (fabbriche intelligenti, innovazione nel retail e nelle pmi). Milano, Roma e Torino le città più votate all’innovazione, il sud rappresentato da Napoli al quarto posto.

Un milione di tweet, scambiati da oltre 265mila utenti unici, analizzati per il terzo anno da IBM Italia e Talent Garden, la più grande piattaforma in Europa per i talenti del digitale, per capire dove si dirige il Bel Paese in tema di tecnologia e digital transformation. Senza trascurare quali sono gli attori e le realtà che spingono l’Italia verso il futuro: chi fa innovazione, dove vive, chi sono gli influencer, di cosa parlano in rete gli uomini e le donne appassionati di hi-tech e di quali eventi si è discusso di più durante il 2016.

 

Centinaia gli hashtag di Twitter considerati per “catturare” le conversazioni avvenute, alcuni di questi sono: #startup, #fintech, #IoT, #ecommerce, #bigdata, #bitcoin, #cybersecurity, #crowdfunding, #blockchain, #robot, #sharingeconomy e #opendata.

 

“L'Industry 4.0 – dichiara Enrico Cereda, Presidente e Amministratore Delegato di IBM Italia – risulta quest'anno tra le aree di maggior attenzione, grazie alla spinta impressa dal piano Calenda che viene riconosciuto come opportunità da non perdere per crescere e per essere competitivi. Il tema è davvero strategico ed è per questo che, oltre a sostenere le imprese con un ampio numero di servizi tecnologici e di consulenza, ci impegniamo nell'ampliamento dell'ecosistema dell'innovazione attraverso investimenti in centri di ricerca, programmi ad hoc e hackathon per lo sviluppo di nuove idee e progetti.
Non a caso 
– conclude Cereda – le nostre startup risultano tra le più attive anche a livello internazionale: nel contest Watson AI XPrize, che mette in palio 5 milioni di dollari, l'Italia è seconda in Europa e quarta su scala globale per numero di candidature."

 

“Per il terzo anno la ricerca realizzata con IBM Italia ci permette di dare un senso a tutte le informazioni che ogni giorno vediamo su Twitter e ci rivela quali sono i trend dell’innovazione in Italia – afferma Davide Dattoli, CEO e Founder di Talent Garden – L’analisi 2016 conferma la rilevanza del tema FinTech, neologismo ormai noto a tutti che indica la fusione di finanza e tecnologia, e quindi l’importanza delle startup tecnologiche che stanno rivoluzionando uno dei settori più tradizionali del mondo. E poi i dati e la loro interconnessione con tutto ciò che ci circonda: industria, servizi, agricoltura, ma anche la pubblica amministrazione e Industry 4.0, il grande trend che le aziende italiane si trovano ad affrontare.”

 

Rispetto all’anno precedente si nota che l’hashtag #droni non si conferma tra i primi dieci mentre #fintech e #IoT salgono al 3° e al 4°posto. Anche #ecommerce, #cybersecurity e #blockchain scalano la classifica ed entrano nella top ten.

 

Molta attenzione verso l’Industry 4.0, spinta dall’approvazione del piano Calenda e dagli incentivi che offrono un valido aiuto per la trasformazione digitale. Nelle discussioni cinguettate emerge la consapevolezza che l’Italia è in ritardo su questi fronti anche se viene riconosciuto al nostro Paese un grande potenziale.

 

Si discute molto di Cybersecurity soprattutto rispetto alle iniziative governative come il “Piano nazionale per la protezione dello spazio cibernetico” o il “Framework Nazionale di Cybersecurity” che, però, non sono ancora riconosciute come sufficienti a garantire la protezione delle informazioni sensibili. Emerge anche la necessità di promuovere una maggiore cooperazione tra pubblico e privato.

 

Il tema più dibattuto è il FinTech. Sulla finanza innovativa si innestano molteplici discussioni che affondano le loro basi sulla necessità di una nuova fase per il sistema bancario: gli utenti finali percepiscono chiaramente come superato il modello “sportello” e puntano ad un sistema basato su App e mobile. Su questo filone si innesta anche l’hashtag #blockchain, strettamente collegato alla richiesta di maggiore sicurezza.

 

Complessivamente l’indagine rileva ancora una certa difficoltà a fare startup nel nostro Paese anche se emerge la percezione dei passi avanti fatti.

 

Per quanto riguarda l’aspetto geografico, Milano non viene scalzata dal podio e si conferma la capitale dell’innovazione, seguono Roma, Torino e guadagna peso Napoli con il suo quarto posto. Il nord è ancora preponderante nelle conversazioni su Twitter ma Palermo e Cagliari entrano in top ten, dando peso all’innovazione nel Sud Italia.

 

Si confermano anche quest’anno le differenze di genere già riscontrate in passato: gli uomini sono maggiormente rappresentati e si concentrano di più su temi legati al FinTech, all’Internet of Things e alla Cybersecurity. Mentre le donne parlano di crowdfunding, della sharing economy, di societing e dell’open innovation.

 

Tra gli eventi che hanno riscosso maggior attenzione c’è l’Internet Day del 29 aprile con un picco di 15.616 tweet. Altri appuntamenti importanti sono stati: “Seeds&Chips 2016 Food Innovation”, “Future Decoded”, la “Assemblea nazionale dei Campioni digitali”, la “Social media week di Milano”, Il “Wired Next Fest” oltre all’IBM Business Connect dedicato al tema dell’IoT e dell’industria 4.0.

 

La metodologia utilizzata ha analizzato le conversazioni che si sono sviluppate attraverso i 10 e-magazine di riferimento per la comunità tech in Italia: @Chefuturo, @Startup_Italia, @EconomyUp, @Startupbusiness, @Wireditalia, @CorInnovazione, @Ideastartup, @Startupperblog, @Nova24Tec e @techecon.

 

La versione integrale dell’analisi IBM Italia-Talent Garden è disponibile su: http://startup2016.talentgarden.org/

Atos presenta la Pilot Factory, il concept plant totalmente 4.0

Pilot Factory:il concept plant in cui vedere in funzione gli use case della fabbrica intelligente.

 

Milano, marzo 2017. Atos, leader globale nei servizi digitali, ha contribuito in partnership con università e alcune fra le più innovative aziende del settore, alla progettazione, e realizzazione di Pilot Factory, il primo concept plant totalmente 4.0 nato dalla combinazione e integrazione delle più avanzate soluzioni tecnologiche di fabbrica intelligente. Pilot Factory è stata disegnata con lo scopo di mettere a disposizione delle aziende un ambiente sperimentale, ma realmente funzionante, nel quale ideare e provare i nuovi processi produttivi permessi dalle tecnologie 4.0 e di verificarne concretamente sul campo il valore e il ritorno degli investimenti. 

La struttura situata nel nuovo Polo Tecnologico di Vienna, permette alle imprese di vedere in funzione gli use case della propria futura fabbrica intelligente, realizzati grazie all’impiego delle più avanzate tecnologie di linea produttiva, dei modelli di analisi e controllo delle performance, delle nuove interfacce uomo-macchina e fino alle più moderne soluzioni di augmented reality e additive manufacturing, offrendo una illimitata possibilità di adattarle al reale contesto operativo del cliente. 

Giuseppe Di Franco, Amministratore Delegato di Atos Italia, ha commentato: “Entrando all’interno della Pilot Factory è possibile provare un’esperienza unica e avere un’idea concreta di come l’industria 4.0 sta cambiando il modo di fare business. Si tratta di una novità molto rilevante fra le iniziative del settore manifatturiero e che sta incontrando grande apprezzamento fra i nostri clienti. Pensiamo che Pilot Factory confermi ancora una volta l’impegno di Atos nel mettere le proprie competenze a disposizione del mercato e accompagnare i nostri clienti nella trasformazione digitale che stiamo vivendo”.

Pilot Factory rappresenta l’espressione più compiuta delle best practice, delle competenze e dell’ecosistema di partnership tecnologiche che Atos ha sviluppato nel corso degli anni lavorando su progetti di innovazione con importanti player del settore manifatturiero, fra i quali Siemens, SAP, BMW, Renault, DAF, Daimler, Cocacola, Continental, Michelin. Un progetto inedito che qualifica Atos quale partner ideale nella trasformazione digitale dell’impresa manifatturiera con gli obiettivi di ottimizzare i costi della produzione e reinventare i modelli di business.

Pilot Factory è stata presentata oggi a Milano in occasione del Manufacturing Forum, evento organizzato da IlSole24Ore, e illustrata dall’Amministratore Delegato di Atos Italia nel corso della tavola rotonda "Smart manufacturing: il percorso verso la fabbrica intelligente".

 

About Atos

Atos SE (Società Europea) è leader nei servizi digitali con un fatturato annuo pro forma di 12 miliardi di euro e circa 100.000 dipendenti in 72 paesi.

Il nostro impegno è dare vita alla società del futuro. Crediamo che unire le persone, il business e la tecnologia sia la strada giusta da seguire. Abbracciamo questo percorso con l’ambizione di essere il partner di fiducia nel viaggio di trasformazione digitale dei nostri clienti.

Atos è il Worldwide Information Technology Partner dei Giochi Olimpici e Paralimpici ed è quotato al Mercato Euronext di Parigi.

Il Gruppo opera con i brands: Atos, Atos Consulting, Atos Worldgrid, Bull, Canopy, Unify e Worldline.

www.it.atos.net

Atos-Industrie-4.0-Pilot-Factory.pdf

Le banche spendono in sicurezza IT il triplo rispetto a organizzazioni non finanziarie

Le istituzioni finanziarie sentono l’urgenza di incrementare la propria sicurezza, a causa dell’aumento del rischio di attacco informatico alla loro infrastruttura IT dovuto a nuovi trend, come il crescente utilizzo del mobile banking. I clienti giocano un ruolo sempre più importante nel segnalare gli incidenti di sicurezza e infatti un quarto (24%) delle istituzioni finanziarie afferma che alcune delle minacce affrontate nel 2016 sono state identificate e riferite dai loro utenti.

 

Secondo l’indagine Financial Institutions Security Risks di Kaspersky Lab e B2B International, gli investimenti in sicurezza sono una priorità per banche e istituzioni finanziarie. In seguito a un attacco alla sua infrastruttura o ai suoi clienti, una banca spende il triplo in sicurezza IT rispetto a un’istituzione non finanziaria della stessa dimensione. Inoltre, il 64% delle banche ha ammesso di prevedere investimenti per migliorare la propria sicurezza IT indipendentemente dal ROI (return-on-investment), per rispondere alle crescenti richieste degli organi governativi di regolamentazione, del top management e persino dei clienti.

 

Sebbene le banche dedichino tempo e budget alla protezione del perimetro dalle minacce informatiche note e sconosciute, si è rivelato difficile proteggere le numerose infrastrutture IT che caratterizzano l’attuale ambiente bancario, che include ATM e terminali Point-of-Sale. Il vasto panorama delle minacce in continua evoluzione, insieme alla difficoltà riscontrata nell’aumentare l’attenzione dei clienti per la sicurezza, ha offerto ai criminali sempre più punti di vulnerabilità da sfruttare.

 

Rischi emergenti: attacchi di social engineering ai conti bancari

Il report evidenzia i rischi emergenti legati al mobile banking, che rappresentano un trend in grado di esporre le banche a nuove minacce informatiche. Il 42% delle banche prevede che, nell’arco di tre anni, la maggior parte dei clienti utilizzerà il mobile banking, ma ammette che gli utenti prestano troppa poca attenzione al loro comportamento online. Il 46% delle banche intervistate ha ammesso che i suoi clienti sono frequentemente sotto attacco da parte di campagne di phishing e il 70% ha inoltre riferito di tentativi di frode finanziaria andati a buon fine che hanno comportato perdite di denaro.

 

I crescenti attacchi di phishing e social engineering ai loro clienti hanno portato le banche a rivalutare il loro impegno nella sicurezza informatica. Il 61% degli intervistati vede il miglioramento della sicurezza di app e siti utilizzati dai clienti come una priorità di sicurezza, seguita a poca distanza dall’implementazione di metodi di autenticazione e verifica dei dettagli per il log-in più complessi (una priorità per il 52%).

 

Sebbene siano vulnerabili ai trucchi e tool di phishing che prendono di mira i loro clienti, le banche sono ancora principalmente preoccupate da un altro “vecchio nemico”: gli attacchi mirati. Le ragioni di questa preoccupazione sono giuste: i metodi di attacco mirato sono sempre più comuni, con piattaforme malware-as-a-service usate persino per colpire organizzazioni finanziarie.

 

Attacchi mirati: una minaccia persistente

Gli incidenti verificatisi mostrano che gli investimenti nella sicurezza nel settore finanziario sono giustificati nella maggior parte di casi: le istituzioni finanziarie riportano significativamente meno incidenti di sicurezza rispetto ad aziende della stessa dimensione in altri settori, con la sola eccezione degli attacchi mirati e dei malware. Il rilevamento di attività insolite e potenzialmente nocive, che combinano tool legittimi con malware fileless, richiede una combinazione di soluzioni avanzate contro gli attacchi mirati e un’ampia intelligence sulla sicurezza. Tuttavia, il 59% delle aziende finanziarie deve ancora dotarsi di intelligence sulle minacce di terze parti.

Tipi di incidenti di sicurezza sperimentati: attacchi mirati e malware sono gli unici incontrati dalle organizzazioni finanziarie più che dalle aziende di altri settori.

L’intelligence sulle minacce aiuterebbe le banche ad essere allertate rapidamente sulle minacce nuove ed emergenti, un elemento importante considerando che spesso sottovalutano la vulnerabilità dei loro dispositivi, come gli ATM. Condividere l’intelligence di terze parti potrebbe quindi aiutare le banche a prepararsi alle minacce che altrimenti potrebbero non aspettarsi.

Protezione degli ATM: poco interesse, alta vulnerabilità

Le banche dimostrano scarsa preoccupazione per il rischio di perdite finanziarie dovute ad attacchi agli ATM, nonostante siano altamente vulnerabili ad attacchi di questa natura. Solo il 19% delle banche sono preoccupate dagli attacchi a questi dispositivi, nonostante il tasso crescente di malware che prendono di mira questa parte dell’infrastruttura delle banche (nel 2016 abbiamo rilevato una crescita del 20% dei malware per ATM rispetto al 2015).

“Combattere le mutevoli minacce che prendono di mira la loro infrastruttura IT e i conti dei clienti è una sfida quotidiana per le istituzioni finanziarie. Per mettere in atto una risposta efficace – che protegga tutti i punti di vulnerabilità – è necessario che il settore dei servizi finanziari si doti di una protezione altamente integrata contro gli attacchi mirati, una sicurezza anti-frode multicanale e un’intelligence operativa sulle minacce in evoluzione”, ha commentato Morten Lehn, General Manager Italy di Kaspersky Lab.

 

Per maggiori informazioni sulla ricerca, è possibile visitare https://business.kaspersky.com/how-the-financial-industry-reacts-to-cyberthreats/6610

 

Per la prima volta a Napoli il TEDxSalon, nuova formula di evento TEDx per cercare “Nuovi centri di senso”

Il superamento della dicotomia tra centro e periferia, tra metropoli e aree interne, e la ricerca di soluzioni nuove e condivise per una vera rigenerazione urbana ed uno sviluppo armonico. È questo il tema su cui speakers d’eccezione si confronteranno con il pubblico (novità rispetto agli eventi TEDx) domani, venerdì 10 marzo, alle ore 19, al Riot Studio di via San Biagio dei Librai a Napoli. Il parco dei murales a Ponticelli, lo Sponz Festival di Vinicio Capossela, il Rural Hub di Ardvisson e Giordano gli spunti dai quali il dibattito prenderà le mosse.

Oggi occorre superare la dicotomia tra centro e periferia, tra metropoli e aree interne. Esistono modelli di sviluppo che funzionano al centro come nelle aree suburbane, ed altri che non funzionano comunque. Occorre rompere le barriere, ridare fluidità al tessuto sociale e fornire nuove soluzioni con interventi condivisi dalle comunità coinvolgendo la pluralità di attori e di luoghi che insistono sui territori. Occorre, quindi, cercare “nuovi centri di senso”.

Ed è proprio questo il tema su cui si discuterà domani, venerdì 10 marzo, alle ore 19, al Riot Studio di via San Biagio dei Librai 39, nell’ambito del primo appuntamento con il TEDxNapoliSalon, la nuova serie di momenti organizzati dal team di TEDxNapoli per offrire durante l’anno ulteriori opportunità di conoscenza e continuare la conversazione intorno a idee che vale la pena di diffondere, in attesa dell’evento principale che quest’anno si terrà nel mese di ottobre.

Illustreranno il loro progetto di superamento del dualismo tra centro e periferia speakers d’eccezione.

Vincenzo Tenore, architetto e designer, porterà l’esperienza dello Sponz Fest di Vinicio Capossela: una festa, un rito – di cui è co-organizzatore – un’allegra abbuffata di musica, colori, facce, tradizioni, sapori e culture, che si svolge nel mese di agosto in Alta Irpinia. In tre anni Sponz Fest ha fatto immergere il pubblico nella cultura del territorio, ha fatto ballare in luoghi spesso sacrificati o, ancor peggio, feriti e inquinati. L’ultima edizione ha visto la partecipazione di 35mila persone e ha ridato vita a una linea ferroviaria che aveva cessato di essere il punto di unione tra paesi dimenticati. Oggi, sembra un miracolo, quella ferrovia torna in vita per portare turisti in Alta Irpinia.

Luca Borriello, direttore ricerca di Inward (Osservatorio sulla creatività urbana), racconterà invece la storia del parco dei murales di Ponticelli, dove artisti, psicologi, abitanti e finanche i bambini si confrontano per trovare forme di rigenerazione urbana attraverso l’arte.

Adam Arvidsson è considerato tra i massimi esperti mondiali di sociologia economica, mentre Alex Giordano è digital marketing strategist consultant per diverse aziende italiane. Partendo dalla considerazione secondo la quale il modello di start-up non è efficace per generare crescita economica ed occupazione in Italia, insieme cercheranno di dimostrare come invece sistemi quali Rural Hub, Rural Hack, Rural Pub, da loro messi a punto, che prevedono un’applicazione condivisa delle moderne tecnologie all’agricoltura come ad altri settori, possano invece creare sviluppo e lavoro veri.

“Non mancherà poi, secondo la formula Salon – ha affermato Valeria Scialò, organizer dell’evento – la proiezione di uno dei video più interessanti dei TED passati: in questo caso è stato scelto quello relativo al concetto di global citizen, di cittadino del mondo”.

“Il pubblico del TEDxSalon, a differenza di quanto accade negli eventi TEDx – ha invece sottolineato Francesca Nicolais, co-organizer – potrà interloquire e discutere con gli speakers. Tutti gli eventi Salon condividono le stesse caratteristiche: brevità, un tema specifico, opportunità di conversazione. Siamo sicuri che si svilupperà un dibattito di grande interesse, ed è per questo che abbiamo programmato già i prossimi due appuntamenti, che si svolgeranno a maggio e giugno sui temi dell'ascolto e dell'istruzione”. 

 

 

 

Per maggiori informazioni:

Sito: www.tedxnapoli.com

Facebook: www.facebook.com/TEDxNapoli

Twitter: https://twitter.com/TEDxNapoli

Instagram: https://instagram.com/tedxnapoli/

Riotstudio: www.riotstudio.it

Telefono: +39 081 19522929;

E-Mail: info@tedxnapoli.com

Gezapp, startup friulana specializzata nella Realtà Aumentata e Immersiva

Tecnologia digitale evoluta a servizio della comunicazione e del business.

Un’agenzia di riferimento per l’Augmented Reality, la Virtual Reality e per la creazione di esperienze di Mixed Reality. 

Una app dedicata disponibile su App Store  e Google Play Store.

Ha fatto della Realtà Aumentata il proprio credo e si pone al servizio delle aziende che puntano su soluzioni tecnologiche altamente performanti per acquistare fette sempre più ampie di mercato: è questa Gezapp, startup tutta friulana nata nel 2013 come sviluppatrice e programmatrice di applicazioni. A distanza di pochi anni, grazie all’attività pioneristica di studio e conoscenza di sistemi e di nuove tecnologie, Gezapp oggi realizza progetti ad alto valore tecnologico, analizzando la strategia comunicativa e investendo nell’ideazione creativa del concept e della user experience.

 

Dietro Gezapp ci sono impegno, sguardo rivolto alle nuove frontiere tecnologiche e di marketing e, soprattutto, uno staff collaudato di giovani  esperti dalle conoscenze multidisciplinari – tecnici, progettisti e sviluppatori – capitanati dal giovane CEO Davide Cuttini, dal Managing Director Enrico Sticotti e dall’Art Director, Angelica Bordon.

 

Nel nuovo headquarter situato alle porte di Udine, Gezapp studia e progetta costantemente sistemi che siano sempre innovativi, al passo con le tecnologie più avanzante e i più moderni trend del digital marketing. E quale miglior biglietto da visita se non una app dedicata dove andare alla scoperta del mondo Gezapp in Augmented Reality?

 

“La realtà aumentata rappresenta una stupefacente frontiera della tecnologia che unisce la realtà virtuale all'ambiente reale generando nuove esperienze di grande impatto emotivo. – afferma il Ceo Davide Cuttini  Questa tecnologia sta diventando una vera e propria risorsa, tanto che molte aziende e grandi marche la vogliono utilizzare per presentare i loro prodotti. Noi abbiamo realizzato la nostra app Gezapp dove esplorare e sperimentare la Realtà Aumentata ed è già disponibile in App Store  e Google Play Store”. 

 

 “Quello della realtà aumentata è uno strumento di facile utilizzo e di grande effetto – spiega l’Art Director Angelica Bordon – basta avere un qualsiasi dispositivo dotato di fotocamera e un marker dedicato, ossia l’immagine sulla quale vengono ancorati gli elementi virtuali. Anche nei nostri materiali di comunicazione quali la brochure, piuttosto che il biglietto da visita e il website www.gezapp.com abbiamo dato vita a nuovi contenuti stimolanti e suggestivi. L’unione di elementi virtuali (video, audio, 2D, 3D) all’ambiente circostante è in grado di generare un’esperienza unica”.

 

“Gezapp, infatti, progetta esperienze – continua il Managing Director Enrico Sticotti. E lo fa sviluppando piani di marketing strategico e offrendo uno strumento di comunicazione innovativo. Oggi le esigenze di marketing non sono cambiate, sono cambiati i canali di comunicazione e il linguaggio deve adattarsi a questi, innovandosi. Gezapp ne propone uno nuovo, grazie al quale è possibile informare, comunicare ed emozionare. A new brand storytelling”.

 

Gezapp crede nel valore strategico dell’innovazione investendo costantemente in ricerca tecnologica per offrire la miglior user experience  e questo consente all’azienda di posizionarsi tra i più autorevoli interlocutori a livello nazionale per supportare brand, digital agency, partner e aziende nello sviluppo di progettualità complesse e nello sviluppo di applicativi per dispositivi mobile. Una conferma che arriva dalle molteplici esperienze per alcuni importanti brand nel settore del food, beverage, luxury, fashion, design, architettura, medical, sport, automotive, B2B, cultura e turismo, etc.

 

La Realtà Aumentata è considerata la nuova frontiera che, accanto alla realtà virtuale, promette di cambiare il modo di fare comunicazione, impresa, cultura. La realtà aumentata è qualcosa che arricchisce la percezione sensoriale con una serie di informazioni, che  arrivano tramite dei dispositivi elettronici, che non sarebbero percepibili attraverso i normali cinque sensi. 

logo_gezapp.pdf

Più di 30 startup rispondono al nuovo bando di Teorema e Innovation Factory per entrare nell’ecosistema TILT

IFChallenge ICT: più di 30 startup rispondono al nuovo bando di Teorema e Innovation Factory per entrare in TILT


 

Ottimi risultati per il nuovo bando di TILT che festeggia il primo anno di attività. Importante novità
è il gemellaggio tra startup e imprese che operano nel stesso settore, per consolidarne le competenze e accelerarne il go to market

 

 

TILT (Teorema Incubation Lab Trieste), l’ecosistema di competenze ed eccellenze sul territorio nato dalla collaborazione tra mondo Pubblico e mondo privato, festeggia il primo anno di attività con un ottimo riscontro da parte di startup e imprenditori.

 

Sono, infatti, oltre 30 le startup che hanno deciso di concorrere a IFChallenge ICT, il bando appena concluso promosso da Teorema Engineering e Innovation Factory, l’incubatore certificato di AREA Science Park.

 

Obiettivo di TILT sono startup costituite, nuovi imprenditori o team impegnati a realizzare soluzioni innovative per il mondo B2B in ambito ICT negli ambiti Realtà Virtuale, Internet Of Things, Maker-Bots, Big Data e Business Intelligence, Machine Learning, Cognitive Services, Home – Building Automation, Digital Marketing e App.

 

Nei prossimi giorni una selezione dei candidati si presenterà a una giuria composta da Teorema, Innovation Factory, Università degli Studi di Trieste e 2 giornalisti ai quali gli aspiranti potranno illustrare i propri progetti e le motivazioni che li hanno portati a candidare le loro soluzioni.

 

Ai candidati ritenuti idonei sarà offerta l’opportunità di essere inseriti nei piani di accelerazione d’impresa di TILT.

In linea con la propria natura di fucina di idee, TILT in questa occasione innova anche la modalità di lavoro per le realtà che entreranno; ossia, creerà un gemellaggio tra startup e imprese che operano nel stesso settore con l’obiettivo di consolidarne le competenze e accelerare il go to market delle idee promosse dai nuovi imprenditori inseriti in TILT.

 

Michele Balbi, Presidente di Teorema, dichiara: “Siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto da questa call di TILT. Abbiamo, infatti, selezionato per i pitch un numero importante di soluzioni che rispondono ai criteri di selezione del bando. Mettere a contatto aziende consolidate con startup innovative può garantire la concretezza del progetti TILT; il nostro obiettivo è, infatti, creare imprese e imprenditori, aziende che possano davvero realizzare prodotti di successo e svilupparsi grazie alla vendita delle loro soluzioni e non alla continua ricerca di finanziamenti e sussidi. In questa operazione, la collaborazione con AREA Science Park ci permette di dare concretezza e un’immediata risposta alle necessità delle startup”.

 

Stefano Casaleggi, Direttore Generale di AREA Science Park, afferma: “TILT ha dimostrato di essere un interessante elemento di integrazione tra territorio e innovazione. Il nostro incubatore, Innovation Factory, sta lavorando attivamente con Teorema e gli altri partner del progetto per consolidare una rete che possa supportare lo sviluppo di nuove imprese e generare, a lungo termine, ricadute occupazionali. Le competenze tecnologiche di Teorema unite alla capacità di Innovation Factory di creare un forte link tra startup e territorio sono gli elementi chiave per il successo di una nuova generazione di imprenditori”.

 

Nel mese di maggio a Trieste saranno presentate le nuove startup inserite in TILT in un evento che lancerà anche una nuova iniziativa rivolta agli imprenditori e alle aziende che vogliono promuovere innovazione e sviluppo attraverso un’integrazione attiva con il mondo delle startup.

Verso un’economia sempre più etica: ecco le B-Corporation

L’osservatorio smart  di COPERNICO sul mondo del lavoro, nuove tendenze e lifestyle

 

Uffici sostenibili, quando lo smart working diventa verde

Innovativi, all’avanguardia, ma soprattutto green. Gli spazi di co-working attenti all’ambiente sono sempre di più nel mondo: sono luoghi che ospitano il lavoratore contemporaneo con tutte le sue necessità – di connessione, di flessibilità, di far rete – e che allo stesso tempo puntano su un’identità eco-friendly.

L’ecosostenibilità sta coinvolgendo sempre più i nuovi luoghi del lavoro condiviso, che per loro natura sono ricettivi all’evoluzione delle esigenze dello smart worker: e proprio lo smart worker, infatti, ha sviluppato una forte sensibilità nei confronti delle tematiche ambientali, tanto da prediligere per le sue attività professionali quegli spazi che rispondono attivamente e concretamente all’esigenza di riduzione degli sprechi, riciclo e riutilizzo di materiali, basso consumo delle risorse naturali e creazione di un ambiente quanto più possibile naturale.

Del resto, la scelta green si sposa bene con la filosofia dei nuovi spazi di lavoro, che hanno nel loro DNA l’essere eco-friendly: una delle caratteristiche principali di molti co-working è quella di recuperare e riutilizzare luoghi caduti in disuso, ottimizzando le risorse grazie alla condivisione di spazi e competenze nella cornice di una cultura ecosostenibile.

Alcuni esempi? Il CoCoon, il più grande spazio coworking di Honk Kong, è stato creato partendo da una forte sensibilità ai temi della sostenibilità ambientale, che è parte fondamentale degli spazi della struttura: la pavimentazione del CoCoon è prevalentemente in bambù, le luci sono a LED a basso consumo, le pareti sono dipinte con vernici atossiche. Lo spazio è ricco di piante in tutti i locali, che rendono l’ambiente più accogliente e rilassante ed aumentano il livello di respirabilità dell’aria.

O ancora, negli Stati Uniti il GreenSpace di Denver, che oltre a essere costruito con materiali ecosostenibili ed aver posizionato oltre 160 pannelli solari sul tetto per compensare il 100% del consumo di energia, ha aperto nei suoi spazi un punto di raccolta e riciclo di batterie e materiali elettronici ad alto rischio di tossicità.

A Lisbona, all’interno del Mercado da Ribeira, il più antico mercato alimentare della città,  SecondHome è uno degli uffici più verdi del mondo: nei suoi spazi ospita oltre 1000 piante. Al centro del grande open space è stato collocato un immenso tavolo sociale lungo 70 metri e dalla forma sinuosa, dove le postazioni lavorative sono delimitate da più di 100 piante che rendono lo spazio simile a una serra. Tutto questo allo scopo di creare un ambiente che sia accogliente, rilassante e che abbia un ruolo positivo per l’ambiente: perché la vegetazione, oltre a fungere da separatore delle postazioni, contribuisce a ridurre la concentrazione delle emissioni nocive e polveri sottili, migliorando la qualità dell’aria e funzionando anche come isolante acustico naturale. Un mix che infonde un senso di benessere, favorisce la concentrazione e aumenta la produttività degli occupanti.

A Londra, invece, il coworking si fa nel parco. L’installazione TreeXOffice progettata dallo studio londinese Tate Harmer in collaborazione con gli artisti Natalie Jeremijenko, Shuster + Moseley, Tim Lucas Prezzo e Myers si trova a Hoxton Square, nella zona est della città, e mira ad unire lavoro e natura. Costruito intorno a un albero, questo ufficio pop-up è perfettamente integrato nello splendido parco. I suoi 25 mq sono dotati di elettricità e wi-fi, e contengono 8 postazioni per gli smart workers. La struttura portante è stata realizzata con carta pressata e pannelli traslucidi in policarbonato e il tetto è rivestito da un pannello circolare per riparare lo spazio dalla pioggia ma lasciar entrare la luce naturale, che aiuta il processo creativo e rende il lavoro più stimolante. Inoltre, coloro che affittano lo spazio diventano sostenitori diretti dell’ambiente: il reddito generato da TreeXOffice sarà reinvestito nei parchi di Hackney e nella promozione di attività all’interno degli spazi verdi della città.

Non mancano gli esempi italiani: Tortona 33, il concept building di COPERNICO inaugurato a Milano a settembre, è uno dei soli 16 edifici in tutta Italia ad avere ottenuto la prestigiosa certificazione americana di sostenibilità aziendale LEED Platinum. Insomma, sempre di più i nuovi modelli di lavoro si indirizzano verso un preciso approccio di tipo sociale, economico e ambientale. Un modo di relazionarsi con il territorio e con gli altri: una forma di lavoro “sostenibile”, che implica una massimizzazione del rapporto costi-benefici ed una generale ottimizzazione delle risorse.

WHATSAPP – NUOVO STATO

Sono passati solo otto anni da quando nel febbraio 2009 abbiamo iniziato a scrivere le prime righe di codice di quella che un giorno sarebbe diventata l’applicazione di WhatsApp. L’idea originale su cui si basava il progetto era quella di creare un’applicazione che ti permettesse di far sapere ai tuoi amici e ai tuoi contatti quello che stavi facendo. Tutto ciò, mesi prima che aggiungessimo le funzionalità di messaggistica. La prima versione della nostra applicazione era così:

Anche in seguito, quando abbiamo aggiunto la messaggistica nell’estate 2009, abbiamo mantenuto questa semplice funzione di uno stato “di solo testo”. Anno dopo anno, quando Brian ed io passavamo in rassegna i progetti su cui lavorare, ci siamo sempre detti che avremmo dovuto migliorare e sviluppare ulteriormente la funzione originale dello stato “di solo testo”.

Siamo entusiasti di annunciare che, in concomitanza con l’ottavo compleanno di WhatsApp il 24 febbraio, abbiamo reinventato la funzione dello stato. Da oggi infatti, inizieremo a distribuire un aggiornamento dello stato che ti permetterà di condividere immagini e video con i tuoi amici e contatti su WhatsApp in modo semplice e sicuro. Naturalmente, anche i tuoi aggiornamenti allo stato saranno protetti dalla crittografia end-to-end.

Proprio come otto anni fa, quando abbiamo iniziato WhatsApp, questa versione nuova e migliorata dello stato ti permetterà di tenere aggiornati i tuoi amici su WhatsApp in modo facile e divertente. Tutti noi di WhatsApp ci auguriamo che ti piaccia!

 

L’ITALIANA SMARTBEACON NELLA TOP TEN MONDIALE DEI PROXIMITY SOLUTION PROVIDER

Si chiama Smart Beacon, è italianissima, torinese per la precisione, ed è una delle 10 più importanti aziende di Proximity Marketing al mondo secondo la classifica stilata pochi giorni fa da Proximity Directory, la più grande associazione di sviluppatori di piattaforme iBeacon. (Prox Report Q4/2016)

Un prestigioso riconoscimento per Smart Beacon che è partita nel 2013 come startup da un’idea di Giovanni Quaranta e che oggi segue progetti di Proximity Marketing in tutto il mondo, dall’America all’Inghilterra, dalla Francia alla Cina.

Il marketing di prossimità è effettivamente una delle nuove frontiere dell’advertising perché, partendo da smartphone e tablet, consente di creare relazioni con il consumatore, una comunicazione veloce, interessante e personalizzata. Con il marketing di prossimità si può targettizzare l’utenza, guidare l’acquisto, influenzare una scelta.

 “La rivoluzione digitale sta cambiando le abitudini dei consumatori che hanno aspettative sempre più alte. La tecnologia iBeacon – racconta Giovanni Quaranta, CEO di Smart Beacon – funziona per modelli indoor e outdoor e consente infinite applicazioni. Oggi, per esempio, il mondo si sta muovendo verso la conversione delle città in smart cities e la tecnologia di prossimità è fondamentale per realizzare questi progetti.

Uno dei lavori più stimolanti che stiamo facendo è per l’appunto legato ad un progetto di Social Housing e Smart Cities in Brasile, in collaborazione con la società di engineering Planet Idea. Croatà Laguna Ecopark  nascerà l’anno prossimo a 55 chilometri da Fortaleza, a Sao Goncalo do Amarante. È un nuovo modello di città, un progetto decisamente stimolante. Grazie agli Smart Beacon, la città sarà in grado di interagire con i cittadini, si potranno creare connessioni e, perché no, business. Big Data, Comunicazione multi-canale, connettività…sono questi i temi del futuro.

Nel 2015 abbiamo mappato la Reggia di Venaria e abbiamo ampliato l’esperienza museale e trasformato la fruizione artistica del museo. La nostra App, “La Venaria”, permette ai visitatori in possesso di uno smartphone di seguire percorsi tematici, di visualizzare il punto in cui ci si trovano, di scaricare contenuti speciali, approfondimenti e perfino coupon sconto. Ne deriva un’esperienza di visita guidata interattiva, la possibilità di ricevere notifiche di prossimità, informazioni testuali, semplicemente entrando nel raggio d’azione di un Beacon.

Ma i Beacon sono destinati a rivoluzionare nel prossimo futuro il mondo del retail. In questi anni stiamo lavorando con Almax, leader internazionale nell’ideazione e produzione di manichini uomo, donna e bambino, oggettistica e display. Abbiamo realizzato un manichino intelligente, Smart Mannequin, e creato una piattaforma di marketing di prossimità capace di far interagire tramite smartphone il manichino con il cliente e rivoluzionare la sua esperienza di acquisto”.

TAKE MY THINGS – SOCIAL TRANSPORT A PORTATA DI SMARTPHONE

Un problema comune: avere la necessità di trasportare qualcosa. Una soluzione geniale: utilizzare la Rete per trovare qualcuno disposto a farlo. Arriva il social transport Take My Things e grazie alla App da oggi gli oggetti viaggiano più velocemente.

A chi non è mai capitato di lasciare a casa un documento importante, di dimenticare le chiavi, di non poter recapitare un pacco quando ce ne sarebbe stato bisogno? Da ora a tutto questo pensa Take My Things… Anzi, ci pensa la Rete. L’idea, tanto semplice quanto innovativa, che sta alla base della start up è quella di mettere in contatto, attraverso la App, la domanda e l’offerta, chi deve trasportare un pacco e chi è disposto a farlo; e trovare una soluzione nel più breve tempo possibile.

Ogni giorno miliardi di persone si spostano, con differenti mezzi di trasporto, e spesso hanno a disposizione dello spazio per trasportare piccoli oggetti. Più utile di un post su Facebook, più efficace di un gruppo Whattsapp, più veloce di un giro di chiamate fra gli amici… Il modello è semplice, la app intuitiva, il risultato un successo sicuro.

 Take My Things è una start up, pensata prima e realizzata poi da due amici, Guido Balbis e Francesco Demichelis, dopo che Francesco aveva dimenticato a Saluzzo le chiavi della casa al mare e, non trovando una soluzione, era tornato indietro 150 km per riprenderle!

Take My Things è nata nel febbraio 2015 ed è stata lanciata ufficialmente a gennaio 2016; in pochi mesi ha già fatto viaggiare oltre 1.000 pacchi. E’ nata a Saluzzo e i primi test sono avvenuti nel cuneese. La vera partenza a Torino e Milano e oggi, ogni giorno, la piattaforma cresce a due cifre, perché in tutta Italia, tutti i giorni, si iscrivono nuovi utenti.

Take my Thing è un social transport, in perfetto stile sharing economy. Secondo un recente studio condotto da PriceWaterhouse Coopers il giro d’affari della sharing economy in Europa potrebbe valere, in termini di volumi di transito, 570 miliardi di euro entro il 2025.

Scaricare la App è gratuito, iscriversi semplice e facile. Basta inserire l’oggetto, l’indirizzo di presa e di consegna, la data e l’ora massima per la consegna, la cifra che si è disposti a pagare. Fatto questo Thake My Things incrocia i dati inseriti creando una rete in grado di soddisfare le esigenze di trasporto 24 ore su 24. Negli anni della sharing economy e del peer-to-peer, dove tutti sono continuamente connessi, perché non utilizzare smartphone e tablet per risolvere in maniera semplice e diretta un problema? Il modello di business è quello di tante startup che hanno fatto fortuna, Bla Bla car per esempio…solo che questa volta a viaggiare sono le cose.

Ci sono Mara e Fabio che hanno vinto una scommessa, hanno indovinato quanto sarebbe pesata Alice alla nascita, e hanno ricevuto dai neo-genitori 3,5 kg di Nutella. C’è Francesca, che aveva dimenticato il passaporto a casa e se lo è fatto recapitare all’ultimo minuto. Ci sono Chiara, che abita a Milano ed è lontana da casa, e Giacomo, che fa il pendolare e ogni mese le porta un pacco della mamma. E poi ci sono i negozi, che devono consegnare gli acquisti ai clienti ma non hanno il fattorino, gli uffici, che non hanno nessuno che possa portare quella busta…

 

Guardandola da un altro punto di vista Take My Things è un’opportunità di business. Semplice e remunerativo. Perfetto per chi sta ancora studiando e vuole arrotondare con un piccolo lavoretto ma ancor di più per tutti quelli che non hanno un lavoro fisso e possono provare a guadagnare qualcosa… La transazione è lineare, l’accordo avviene in fase di match. L’offerta è chiara ed è il trasportatore a decidere se accettarla.

Ancora un dettaglio. Take my Things è green, perché consente di ottimizzare gli spostamenti e di fare del peer-to-peer un’opportunità ecofriendly.

Si dice che siano le idee comuni a rendere geniali le soluzioni.

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