AVIRA: ricerca sulle minacce online più pericolose del 2017

Quando si mettono all’opera, i borseggiatori non passeggiano a caso nel parco. Agiscono con una strategia: hanno affinato le tecniche, selezionato i luoghi e individuato le potenziali vittime. Diversi borseggiatori hanno inoltre obiettivi differenti: alcuni sono interessati solo ai contanti, mentre altri cercano di sottrarre le carte di credito. E’ un modus operandi molto simile a quello del malware.

Come molti poliziotti potranno dirvi, alcune mosse strategiche possono ridurre le possibilità di rimanere vittime dei borseggiatori, ma dovete conoscere il nemico, i rischi e la sua strategia: proprio come con i malware.

Avira traccia e blocca costantemente un ampio spettro di borseggiatori online

In un periodo di otto mesi, da gennaio ad agosto, abbiamo individuato quattro principali tipologie di borseggiatori online. Ognuna di esse presenta tecniche, strategie di diffusione e costi peculiari per le vittime. Diamo una rapida occhiata ad ognuna di loro.

Trojan : I trojan (788.761.300 rilevamenti) sono programmi dannosi che si nascondono sotto le spoglie di programmi eseguiti di routine o perfino utili, ma in realtà eseguono funzionalità nascoste. Alcuni aprono delle backdoor nel dispositivo infettato. I trojan più conosciuti di questi tempi sono i ransomware, che crittografano i file delle loro vittime e richiedono un riscatto per renderli di nuovo accessibili.

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·         Origine – I trojan si diffondono in molti modi, inclusi gli allegati alle email e i siti web infetti.

·         Come difendersi – Avere un antivirus installato e prestare attenzione agli avvisi. Non cliccare sulle email sospette e nemmeno sui messaggi insoliti ricevuti dagli amici. Eseguire un backup dei file del computer su un drive esterno e/o su cloud.

Exploit kit: Gli exploit kit (222.860.100 rilevamenti) sono come una lista della spesa per i cyber-criminali. Effettuano ricerche nei computer delle potenziali vittime alla ricerca di software obsoleti o vulnerabilità non corrette.

·         Origine – Gli exploit kit si possono trovare nelle email sospette e si diffondono tramite siti web infetti.

·         Come difendersi – Avere un programma di aggiornamento software che mantenga aggiornati sia il dispositivo che le applicazioni. Assicurarsi di avere in funzione un antivirus efficiente.       

PUA: PUA (173.091.500 rilevamenti) è l’acronimo di Potentially Unwanted Apps, ovvero applicazioni potenzialmente indesiderate. Sebbene di solito non rappresentino un pericolo diretto, esse possono riorganizzare il browser, alterare le ricerche online e introdurre altre applicazioni indesiderate per disturbare la vita online degli utenti.

·         Origine – Siti di download. Nella maggior parte dei casi le PUA colpiscono gli utenti sotto forma di elementi aggiuntivi non pianificati, che vengono installati dopo aver scaricato un’applicazione online. Questi elementi infatti si confondono astutamente nei processi di download e installazione.

·         Come difendersi – Prestare attenzione al processo di download e deselezionare le caselle dei programmi o delle applicazioni aggiuntive, eccetto quelle che si desiderano veramente. Non utilizzare il dispositivo con il ruolo di amministratore.

 

Phishing: I siti di phishing (131.319.600 rilevamenti) sono progettati per sembrare vere e proprie pagine di attività commerciali, quali banche e negozi online, ma non lo sono. Questi siti raccolgono invece informazioni private sulle vittime, inclusi i loro indirizzi email e i dati delle carte utilizzate per il pagamento. Alcuni siti di phishing diffondono anche malware.

·         Origine – Qualsiasi sito web.

·         Come difendersi – Avere un antivirus che identifica i siti falsi e impedisce di accedervi, come Avira Antivirus: la protezione pluripremiata per la tua vita digitale.

 

Akamai supporta i propri clienti nell’adozione dell’IoT

 Gli aggiornamenti OTA di Akamai sono pensati per soddisfare le esigenze esclusive delle auto connesse

Akamai Technologies, Inc. (NASDAQ: AKAM), la piattaforma cloud di delivery più estesa e affidabile al mondo, svela la strategia aziendale volta a supportare i clienti durante l’integrazione di dispositivi IoT (Internet of Things) nella propria infrastruttura IT. Lo scopo di questa iniziativa è mettere a frutto la scalabilità, le performance e la sicurezza della Akamai Intelligent Platform per sostenere un trasferimento rapido, sicuro e resiliente di dati ai dispositivi connessi ovunque si trovino nel mondo e promuovere, al tempo stesso, sistemi avanzati di comunicazione ed elaborazione dei dati provenienti da questi dispositivi connessi.

L’IoT è considerato da molti come la prossima fase cruciale nello sviluppo di Internet. In tutti i settori, dall’automotive al manifatturiero, fino al comparto delle tecnologie consumer, i dispositivi IoT stanno diventando una componente indispensabile delle strategie aziendali e dell’infrastruttura IT. Contemporaneamente, la predisposizione di un’infrastruttura affidabile, necessaria per questa tecnologia innovativa, rappresenta una sfida per i produttori di questi dispositivi e per gli utenti stessi.

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L’iniziativa IoT di Akamai si prefigge di affrontare queste sfide attraverso soluzioni basate sulla sicurezza e sulla scalabilità comprovate della Akamai Intelligent Platform. Grazie all’impiego delle soluzioni IoT Akamai, i clienti possono evitare i costi dell’investimento iniziale e i costi operativi ricorrenti necessari per realizzare una rete globale in grado di supportare milioni di dispositivi in completa sicurezza. L’acquisizione dei dati e il download dei software da remoto consentono inoltre di ridurre i costi associati agli interventi in loco e alla necessità di recarsi presso il centro assistenza.

Il primo risultato dell’iniziativa IoT di Akamai è una soluzione “Over the Air (OTA)” specificamente concepita per rispondere alle esigenze delle case automobilistiche e degli OEM (Original Equipment Manufacturers) del settore automotive. Offre la possibilità di trasmettere aggiornamenti del firmware, del sistema di navigazione e di infotainment ai veicoli connessi tramite rete Wi-Fi o cellulare, ovviando alla costosa necessità di recarsi fisicamente ai centri di assistenza delle case automobilistiche. La soluzione prevede alcune funzionalità specifiche per il settore automotive, tra cui:

·         Edge IP-Binding, che permette di ricevere aggiornamenti da un insieme configurabile di indirizzi IP al fine di rispettare i regolamenti in materia di localizzazione dei dati imposti da diverse giurisdizioni e gli accordi che le case automobilistiche potrebbero aver stipulato con i fornitori dei servizi di telecomunicazione.

·         Delivery sicura degli aggiornamenti, realizzata attraverso un programma SSL/TLS flessibile in grado di supportare anche i clienti che utilizzano certificati client personalizzati.

·         Dashboard avanzate, che permettono di tenere traccia degli aggiornamenti di ogni singolo veicolo in maniera efficiente, in modo che le case automobilistiche possano valutare l’andamento delle campagne e confermare i download.

Harman, leader di mercato nella fornitura di soluzioni per auto connesse ai produttori di tutto il mondo, sta già raccogliendo i vantaggi offerti dalle soluzioni IoT di Akamai, e nello specifico degli aggiornamenti OTA. Oren Betzaleli, Vice President e General Manager di Harman Connected Services, sostiene che “Oggi le automobili possono essere considerate come un computer in movimento, con software che controllano i sistemi telematici, i dispositivi di protezione e sicurezza e persino l’impianto di intrattenimento integrato. Tutti questi sistemi informatici devono essere aggiornati regolarmente per poter funzionare come previsto. Grazie alla collaborazione con Akamai siamo certi di fornire ai nostri clienti e ai conducenti delle auto connesse la migliore esperienza possibile”.

 “Da quasi 20 anni aiutiamo i nostri clienti a migliorare l’accesso e le performance di milioni e milioni di siti web”, spiega Ash Kulkarni, Senior Vice President e General Manager della divisione Web Performance and Security di Akamai. “Akamai ha aperto la strada alle soluzioni di sicurezza basate sul cloud per i siti web, le applicazioni e la trasmissione di dati tramite Internet. Oggi, sulla base dell’esperienza e delle competenze acquisite, possiamo dare ai nostri clienti la possibilità di scambiare in sicurezza i dati con qualsiasi dispositivo connesso, ovunque si trovi nel mondo”.

Gli acquisti online per viaggi e turismo valgono 11,2 miliardi € (20% del mercato), transazioni da smartphone oltre gli 1,5 miliardi

A TTG Incontri 2017, i risultati della ricerca sullo sviluppo dei servizi turistici digitali 


In Italia gli acquisti digitali per Turismo e Viaggi valgono 11,2 miliardi di €, il 20% del mercato Travel complessivo

 

Cresce il valore della componente digitale sul mercato italiano,
che comprende anche la spesa dei turisti stranieri, oltrepassando un quinto del totale (+9% nel 2017 mentre nel 2016 cresceva dell’8%).
Il mondo dei Trasporti raccoglie il 73% del mercato (con un incremento del valore pari all’8%), seguito dalle Strutture ricettive con il 15% (+10%) e dai Pacchetti viaggio con il 12% (+15%). 

Rimane costante l’incidenza del transato derivante dai canali indiretti sul totale del mercato digitale: la quota di mercato delle OTA (Online Travel Agency) e dei vari siti aggregatori è pari al 24% (in crescita del 16% in valore assoluto rispetto al 2016).
L’incidenza degli acquisti da Smartphone sulla spesa digitale in ambito Turismo supera il 13% e si attesta intorno ai 1.500 milioni (+50% sul 2016), ancora limitato l’apporto dei Tablet
La sharing economy nell’accomodation rappresenta oltre un quinto del giro d’affari digital.
 

A fine 2017 il mercato Travel italiano – che considera sia gli acquisti degli italiani nel nostro Paese o all’estero sia quelli dei turisti stranieri in Italia – varrà oltre 55 miliardi di euro, con una crescita del 4% rispetto al 2016.
La crescita è generata principalmente proprio dalla componente digitale che, con un valore complessivo di quasi 11,2 miliardi di euro, arriva a rappresentare oltre un quinto del mercato e fa segnare un aumento del 9% rispetto a dodici mesi fa (quando l’incremento annuale si era fermato all’8%); mentre la componente tradizionale cresce del 3% e raggiungerà quota 43,8 miliardi.

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Queste le stime presentate a TTG Incontri durante la quarta edizione dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo della School of Management del Politecnico di Milano*, una ricerca volta a delineare l’impatto e le principali tendenze del digitale sia dal lato della domanda che da quello dell’offerta di servizi turistici.

Il mercato dei viaggi in Europa vive un momento di ripresa e cresce grazie anche alle nuove opportunità offerte dal digitale agli attori tradizionali e alla capacità delle Internet Company di espandere il proprio business”afferma Filippo Renga, Direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo del Politecnico di MilanoIn Italia, dove il contesto competitivo è molto più frastagliato, il mercato comunque cresce del 3-4%. Per gli attori del sistema di offerta è quindi un momento propizio per costruire quelle reti digitali che possono consentire di approfittare di una pesca più ricca che in passato: big data analytics, intelligenza artificiale e realtà aumentata diventeranno sempre più centrali e la velocità con cui si sapranno comprendere e sfruttare questi nuovi fenomeni nei prossimi 3-5 anni stabilirà chi subirà l’innovazione rispetto a chi riuscirà a darsi un ruolo sul mercato”.

Se segmentiamo la “spesa digitale” (cioè il transato generato online per l’acquisto tramite eCommerce di un prodotto in ambito Turismo) nei tre prodotti oggetto di indagine, ossia Strutture ricettive, Trasporti e Pacchetti viaggio, le percentuali si avvicinano molto ai dati del 2016: il mondo dei Trasporti raccoglie il 73% del mercato (in crescita dell’8% a valore), seguito dalle Strutture ricettive con il 15% (+10%) e dai Pacchetti viaggio con il 12% (+15%).
All’interno dei Trasporti non cambia di molto la suddivisione tra i diversi mezzi (78% aereo, 19% treno, residuale il resto – nel 2016 erano rispettivamente 79% e 17%), ma si iniziano a vedere i risultati dei forti investimenti da parte degli operatori del trasporto diversi da quello aereo, ed in particolar modo sui treni. All’interno delle Strutture ricettive, invece, diminuisce ancora il peso del comparto alberghiero rispetto a quello extra-alberghiero, dal 70% del 2015 al 61% di quest’anno. Questo cambiamento è dovuto anche alla sempre continua diffusione e all’utilizzo delle piattaforme di sharing economy nel mondo dell’accomodation: costituiscono già circa un quinto del mercato digitale delle Strutture ricettive.

Entrando nel dettaglio di strumenti e canali di vendita dai quali provengono le transazioni:

  • rimane costante l’incidenza del transato derivante dai canali indiretti sul totale del mercato digitale: la quota di mercato delle OTA (Online Travel Agency) e dei vari siti aggregatori è pari al 24% (in crescita del 16% in valore assoluto rispetto al 2016);
  • l’incidenza del Mobile Commerce sulla spesa digitale in ambito Turismo supera il 13%, mentre lo scorso anno non toccava neppure il 10%: nel 2017 si attesta infatti intorno ai 1.500 milioni, con una crescita vicina al 50% (nel 2016 arrivava solo a poco più di un miliardo). Più limitato invece l’impatto del tablet, con un’incidenza sul mercato pari al 9% (come lo scorso anno) e una crescita rispetto al 2016 di poco più del 10%.

Cresce anche la componente legata ai Business Travel, che incide per circa il 12% del transato online attestandosi in valore assoluto oltre 1,3 miliardi di euro; lo scorso anno valeva il 9% del mercato digitale.

Il Turista Digitale italiano fa zapping tra canali fisici e digitali
Anche nell’Edizione 2017, l’Osservatorio ha studiato il Digital Tourist Journey degli italiani, ma questa volta secondo un approccio per ‘percorsi’ e per ‘gruppi’ di Turisti.  

Non esiste più, infatti, una categoria omogenea di ‘Turista digitale’, ma macro-classi di viaggiatori che utilizzano Internet con intensità e scopi diversi. Se ne possono individuare due, in particolare:

  • i “voraci digitali”, pari al 42%, che utilizzano prevalentemente internet per le prenotazioni come un marketplace in cui i molteplici stimoli in logica di cross-buying fanno sì che l’acquisto di un prodotto traini quello di altri. Questi spendono più della media, fanno maggior uso del mobile e prenotano con maggior anticipo.
  • i “selettivi digitali”, pari al 58%, che invece prenotano più last minute e utilizzano la Rete ma in modo meno intenso, soprattutto per ricerca e condivisione.

All’interno di questi gruppi le donne sono generalmente più “selettive”, mentre tra i “voraci” troviamo più uomini e millennial.
Una caratteristica ricorrente tra le due macro-classi è che non esistono comportamenti di utilizzo dei diversi canali che siano omogenei e prevedibili, come non esistono combinazioni prevalenti nella tipologia di strumenti utilizzati all’interno della stessa fase/attività e nel passaggio da una fase all’altra (ispirazione, ricerca, prenotazione, recensione, condivisione). È un comportamento che ricorda molto lo zapping televisivo, ma avviene tra canali fisici e digitali. I turisti (e in modo più accentuato i “più digitali”) passano infatti da un canale all’altro con frequenza, utilizzando fino a 3 differenti strumenti (online e offline) in fase di ispirazione e 4 per la ricerca nei casi più estremi, con abitudini che cambiano notevolmente soprattutto per le esigenze di viaggio, ma senza rilevanti differenze tra la vacanza lunga o breve.

Le Strutture ricettive “sono” digital, la sfida è governare correttamente i canali
Passando a considerare l’offerta del sistema turistico italiano, il comparto in cui la trasformazione digitale ha fatto più strada è quello delle Strutture ricettive che si trovano in questo momento a gestire il passaggio dall’adozione degli strumenti digitale a un governo efficace degli stessi. 

  • Il tasso di adozione degli strumenti digitali da parte delle strutture ricettive è ormai elevato sia per quanto riguarda le attività di promozione (89%) che di prenotazione (85% è presente sulle OTA e il 57% ha sistema di prenotazione online avanzato sul proprio sito).
  • Le strutture che riescono ad avere una percentuale maggiore di prenotazioni dirette sono quelle che puntano su una relazione stabile con il cliente e usano strumenti promozionali come email marketing verso propri contatti (le prenotazioni dirette costituiscono il 48% rispetto al 41% di chi non ne fa uso).

Un discorso a parte merita la ristorazione, che sebbene non si rivolga a un target esclusivamente turistico costituisce l’attività in destinazione più prenotata dai turisti digitali (28%). I ristoratori si mostrano attivi sulle recensioni (le legge l’80% dei gestori e il 28% spinge i clienti a scriverne). Sono ambiti, invece, ancora tutti da esplorare quelli del digitale per la gestione dei processi interni e il customer care (solo il 4% ha un sistema di CRM) e delle prenotazioni (solo il 3% proviene da app e portali contro il 70% dei contatti tradizionali al banco o al telefono).
Il terreno è ancora più incolto quando si tratta di app di consegna a domicilio (food delivery): il 16% le reputa un’opportunità, ma il 50% non sa cosa siano o non ne ha un’opinione.

Anche le Agenzie di viaggio hanno capito la necessità di una trasformazione
L’88% delle Agenzie ha introdotto almeno un’innovazione negli ultimi due anni e cresce la consapevolezza che il loro vantaggio competitivo, anche dopo il completo affermarsi del digitale, si giocherà sempre più sulla creazione di un legame di fiducia tra agente e viaggiatore (per il 42% delle Agenzie, +6 punti percentuali rispetto al 2016), la capacità di fornire supporto nell’organizzazione di viaggi complessi (50%) e di fornire assistenza in tutte le fasi del viaggio (47%). L’utilizzo di strumenti digitali per la promozione e il customer care mostra di avere effetti misurabili anche sulla crescita del fatturato (superiore al 5% per il 44% delle Agenzie che hanno investito su un CRM).

A livello di mercato italiano, sono diversi i macro-trend trasversali che è importante non trascurare” conclude Eleonora Lorenzini, Direttrice dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo del Politecnico di MilanoSi stanno costruendo enormi flussi turistici digitali legati al business travel che vanno intercettati nel breve termine da parte dell’offerta, evitando di doverli poi rincorrere come è successo nel passato per i segmenti più consumer. Le attività in destinazione (come ristorazione, musei, parchi, escursioni) si stanno digitalizzando e la fisicità che comportano può garantire una difendibilità superiore rispetto a servizi che i grandi player internet internazionali possono offrire con economie di scala impareggiabili. Infine alcune aziende esponenti del mondo tradizionale dei viaggi stanno iniziando a collaborare con startup e fornitori di tecnologia, anche se non sempre in modo efficace e con eccessiva rigidità da entrambe le parti. Questo percorso verso smart working, open innovation e approccio basato sui dati deve essere continuato con costanza, mutuando esperienze che da anni sono state fatte in altri settori, per evitare di commettere errori già visti”.

*L’edizione 2017 dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo è realizzata con il supporto di Alidays, Allianz Global Assistance, Amadeus, Costa Crociere, Edenred Italia, eDreams Odigeo, Europcar, Intesa Sanpaolo, Sky Italia, TTG Incontri; Agriturismo.it, AirPlus, Creativa, HRS, Mastercard, Sardegna.com; con il patrocinio di Altroconsumo, FIPE – Federazione Italiana Pubblici Esercizi e Startup Turismo.

Amazon lancia il nuovo Kindle Oasis: waterproof, schermo da 7 pollici e 300 ppi

Nuovo Kindle Oasis: dotato di schermo da 7 pollici e 300 ppi e progettato per resistere all’acqua

Il nuovo Kindle Oasis offre lo schermo Paperwhite più ampio e con la più elevata risoluzione di sempre, dotato della stessa precisione e qualità tipografica di un libro su carta stampata e senza riflessi, anche alla luce diretta del sole.

Il design sottile e leggero, con dorso in alluminio, offre un’impugnatura ergonomica che consente di leggere comodamente per ore.

Si tratta del primo Kindle resistente all’acqua: consente di leggere le proprie storie preferite in molti più luoghi.

Leggi i libri nello stile che preferisci: ora ci sono ancora più opzioni per personalizzare la tua esperienza di lettura come le dimensioni dei caratteri, ulteriori livelli di grassetto e nuove opzioni di accessibilità.

Oggi Amazon annuncia il Kindle più innovativo di sempre: il nuovo Kindle Oasis, dotato del display Paperwhite più ampio e con più alta risoluzione e di un design ergonomico sottile e leggero che permette di leggere comodamente per ore.
Il nuovo Kindle Oasis è, inoltre, il primo Kindle resistente all’acqua (IPX8): permette di leggere in molti più luoghi, al mare o in piscina. Il nuovo Kindle Oasis è dotato di una batteria che dura settimane, e la sua capacità di ricarica rapida permette di passare da zero alla carica completa in meno di due ore. Il nuovo Kindle Oasis è disponibile in pre-ordine da oggi all’indirizzo www.amazon.it/kindleoasis a partire da 249,99 €; le spedizioni inizieranno a partire dal 31 ottobre.

Dieci anni fa abbiamo introdotto il nostro primo Kindle con l’obiettivo di consegnare qualunque libro sia mai stato scritto nel giro di non più di 60 secondi” afferma Dave Limp, Senior Vice President, Amazon Devices and Services. “Grazie ad uno schermo più grande da 7 pollici, con una risoluzione di 300 ppi e un design resistente all’acqua, il nuovo Kindle Oasis è il nostro Kindle più innovativo di sempre. Il suo design sottile, leggero e resistente all’acqua permette ad ogni lettore di poter restare immerso nel mondo del proprio autore preferito in molti più luoghi”.

Progettato per la comodità e la personalizzazione
Grazie all’ampio schermo da 7 pollici e con una risoluzione da 300 ppi, il nuovo Kindle Oasis mostra il 30% di parole in più per pagina, consentendo così di voltare pagina meno frequentemente e più rapidamente. Lo schermo è dotato della stessa precisione e qualità tipografica di un libro su carta stampata grazie alla luce diffusa in modo uniforme su tutta la superficie  e all’assenza di riflessi, anche alla luce diretta del sole. Il design ergonomico sposta il centro di gravità sul palmo della mano, facendo sì che il dispositivo poggi su di essa come farebbe il dorso di un libro, indipendentemente da quale mano si utilizza per leggere. È possibile voltare pagina senza alcuno sforzo sia toccando lo schermo touch sia premendo gli appositi pulsanti e l’orientamento della pagina ruoterà automaticamente sullo schermo a seconda che si impugni il dispositivo con la mano sinistra o con la mano destra.

La forma esclusiva di Kindle Oasis è caratterizzata da uno spessore che diminuisce dall’impugnatura fino ai 3,4 mm dello schermo ultra sottile. La sua struttura unisce il rivestimento in vetro più robusto fra i Kindle ad un nuovo dorso in alluminio. Il nuovo Kindle Oasis è leggero, sottile e resistente e, seppur dotato di uno schermo più grande, il nuovo dispositivo pesa solo 194 grammi, 10 grammi in meno del bestseller di Amazon, il Kindle Paperwhite.

Il primo Kindle resistente all’acqua
Il nuovo Kindle Oasis è stato classificato IPX8 e può resistere a un’immersione in acqua dolce fino a due metri di profondità, per un massimo di 60 minuti. È realizzato affinchè i clienti non debbano preoccuparsi degli spruzzi d’acqua in spiaggia o che il dispositivo cada in una vasca da bagno o in piscina.

Maggiore spazio di archiviazione per più contenuti
Il nuovo Kindle Oasis è disponibile in due versioni, con due diverse opzioni di archiviazione: 8 GB, il doppio rispetto al primo Kindle Oasis, in grado di contenere migliaia di titoli, e 32 GB, che consente di archiviare contenuti ancora più ricchi in file di grandi dimensioni.

Comfort personalizzato per leggere il proprio libro con il proprio stile
Il nuovo Kindle Oasis permette di personalizzare ancora di più le impostazioni di lettura, consentendo di godersi il proprio libro come si preferisce:

  • nuove dimensioni per i caratteri e livelli di grassetto disponibili: caratteri disponibili in ancora più dimensioni rispetto al passato e cinque livelli di grassetto tra cui scegliere per qualsiasi tipo di carattere. Insieme al nuovo display da 7 pollici si possono così personalizzare i propri libri per godere di un’esperienza di lettura che non affatica la vista;
  • nuove opzioni di accessibilità: oltre al carattere OpenDyslexic è stata inserita una funzione che inverte il bianco e il nero sullo schermo per i lettori sensibili alla luce. La nuova opzione di visualizzazione ingrandita consente di aumentare la dimensione di elementi come il testo nella schermata iniziale, la libreria e le icone dei libri, per rendere il nuovo Kindle Oasis più facile da leggere;
  • regolazione dell’intensità della luce: i sensori di luce incorporati regolano automaticamente l’illuminazione dello schermo ovunque ci si trovi, sia in una stanza poco illuminata, sia all’esterno sotto il sole, e l’illuminazione può essere regolata anche in base alle preferenze personali;
  • allineamento a sinistra: ora è possibile leggere i testi con allineamento a sinistra.

Le nuove dimensioni per i caratteri, l’impostazione dei livelli del grassetto e l’allineamento a sinistra saranno opzioni fornite gratuitamente attraverso aggiornamenti over-the-air a partire da oggi anche su Kindle Paperwhite (generazione 6, lanciato nel 2013) e sui dispositivi Kindle più recenti.

Tutte le caratteristiche di Kindle che i lettori amano
Gli e-reader Kindle sono progettati per la lettura e per permettere ai lettori di perdersi nella storia narrata nel libro. A differenza di tablet e smartphone, un Kindle non produce riflessi, anche alla luce diretta del sole, né distrae il lettore con i social media, le email, i messaggi, le notifiche e altro ancora. Il nuovo Kindle Oasis include tutte le caratteristiche che hanno reso i dispositivi della famiglia Kindle i migliori per la lettura, portando l’esperienza un passo oltre quella che si può vivere con un libro stampato.

  • Whispersync: salva e sincronizza l’ultima pagina letta, i segnalibri e le annotazioni su tutti i tuoi dispositivi e le tue applicazioni di lettura Kindle, per ricominciare dal punto in cui la lettura è stata interrotta.
  • Archiviazione nel Cloud senza pensieri: tutti i libri Kindle sono salvati nel Cloud non dovrai mai preoccuparti di poterli perdere. È sempre possibile scaricare di nuovo gratuitamente i propri libri in modalità wireless in qualsiasi momento.
  • Word Wise: disponibile per molti bestseller in inglese, Word Wise consente ai lettori di imparare più facilmente la lingua e comprendere anche i testi più complessi. Definizioni semplici e brevi appaiono automaticamente sopra le parole più difficili, in modo da proseguire la lettura con meno interruzioni.
  • Tempo di Lettura: segnala quanto tempo occorre per terminare un capitolo o un libro, in base alla propria velocità di lettura.
  • Arricchisci il tuo Vocabolario: permette di raccogliere le parole che vengono consultate nel dizionario all’interno di una lista di facile accesso. È possibile utilizzare queste liste per mettersi alla prova, verificando l’apprendimento dei vari termini con apposite schede e visualizzandoli istantaneamente all’interno del loro contesto.
  • Condividi i tuoi passaggi preferiti: condividi le letture consigliate, i passaggi sottolineati e le citazioni significative con gli amici via Facebook e Twitter.
  • Consultazione rapida: integra la definizione completa del dizionario con altre informazioni provenienti da Wikipedia.
  • Kindle Freetime: offre ai genitori un modo semplice e divertente di incoraggiare i bambini a passare più tempo a leggere. È possibile scegliere i libri da far leggere e assegnare distintivi al raggiungimento degli obiettivi di lettura che i genitori hanno fissato.

Il miglior negozio di eBook al mondo
Gli e-reader Kindle offrono accesso istantaneo al Kindle Store, che include:

  • La migliore selezione al mondo: oltre 5 milioni di libri inclusi i bestseller più recenti, i Kindle Single e molto altro.
  • Kindle Unlimited: offre l’opportunità di scegliere tra più di un milione di libri, oltre 35.000 dei quali in lingua italiana, per soli 9,99 € al mese.
  • Le esclusive Kindle: più di un milione di libri sono disponibili esclusivamente su Kindle Store.


Prezzi e disponibilità
Il nuovo Kindle Oasis è ora disponibile in pre-ordine al prezzo di 249,99 € per il modello da 8 GB e 279,99 € per quello da 32 GB. Il modello da 32 GB con connettività mobile gratuita è disponibile a 339,99 €.

Tutti i modelli sono disponibili da oggi in pre-ordine. I clienti possono acquistare anche una custodia dal design sottile che si richiude seguendo esattamente il profilo del dispositivo e che può trasformarsi in un supporto per leggere senza utilizzare le mani. La custodia si apre come la copertina di un libro, accende automaticamente il dispositivo quando viene aperta e lo spegne automaticamente quando viene chiusa. È disponibile in due materiali in diversi colori: le custodie in tessuto impermeabile sono disponibili a 44,99 €, nei colori Blu, Bianco e Nero; per quelle in pelle di alta qualità, tutte a 59,99 €, si può scegliere tra i colori Nero onice, Bordeaux e Marrone chiaro.

Ulteriori informazioni sono disponibili alla pagina www.amazon.it/kindleoasis.

eCommerce in Italia arriva a 23,6 miliardi, l’acquisto di prodotti vale più di quello di servizi | Dati Oss. eCommerce B2c Netcomm Politecnico Milano


Osservatorio eCommerce B2c

 

L’eCommerce in Italia vale 23,6 miliardi nel 2017 (+17% rispetto al 2016). Il valore degli acquisti dei prodotti supera per la prima volta quello dei servizi.

 

Il mercato legato ai prodotti raggiunge i 12,2 miliardi di euro (52% del totale), grazie principalmente alla crescita di Informatica ed Elettronica (+28%), Abbigliamento (+28%), Food & Grocery (+43%) e Arredamento e home living (+31%).
Il Turismo rimane il primo settore per valore (9,2 miliardi di euro, +7%).
 Il tasso di penetrazione degli acquisti online sul totale retail, passa dal 4,9% del 2016 al 5,7% del 2017 con i Prodotti al 4% e i Servizi al 9%.
Gli acquisti da smartphone, in crescita del 65% rispetto al 2016, superano nel 2017 i 5,8 miliardi di euro.

Nel 2017 l’Export (ossia il valore delle vendite da siti italiani a consumatori stranieri) vale 3,5 miliardi di euro.

Prosegue lo sviluppo dell’eCommerce nel nostro Paese: il valore degli acquisti online da parte dei consumatori italiani raggiunge nel 2017 i 23,6 miliardi di euro, con un incremento del 17% rispetto al 2016. Nel 2017, gli acquisti online di Prodotti (pari a 12,2 miliardi) crescono del 28% e superano per la prima volta quelli di Servizi (+7%, 11,4 miliardi).
Il Turismo si conferma primo settore (9,2 miliardi, +7%) seguito da Informatica ed elettronica di Consumo (4 miliardi, +28%), e Abbigliamento (2,5 miliardi, +28%). Tra i settori emergenti i più importanti sono Arredamento e home living e Food&Grocery che insieme valgono quasi 1,8 miliardi di €. Gli acquisti via smartphone crescono del 65% e superano quest’anno i 5,8 miliardi di €.

 

Questo lo scenario del mercato del commercio elettronico presentato dall’Osservatorio eCommerce B2c promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm al convegno intitolato “eCommerce B2c in Italia: servono visione, coraggio e perseveranza!”.*

 

“Nel 2017 l’eCommerce mondiale è stato caratterizzato da diversi fatti particolarmente significativi” afferma Alessandro Perego, Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di MilanoTra questi ricordiamo le alleanze stipulate da alcuni grandi merchant eCommerce e operatori di differente natura (per sviluppare congiuntamente tecnologie o per espandersi commercialmente), l’affermazione di alcuni trend tecnologici (in primis assistenza vocale e chatbot) e la consacrazione delle principali ricorrenze eCommerce (Single Day, Black Friday e Cyber Monday). D’altro canto il 2017 è stato anche l’anno degli accesi dibattiti sugli effetti dell’online sul commercio tradizionale. Il successo di alcune iniziative eCommerce ha messo infatti a dura prova, in mercati più maturi dell’Italia, la sopravvivenza di alcune insegne della grande distribuzione tradizionale, tra cui quelle incapaci di progettare efficaci soluzioni ibride online – offline”.

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“L’e-commerce B2c continua la sua corsa, ampliando di anno in anno il suo perimetro d’azione, tanto che nel 2017 in Italia supera i 23,6 miliardi di euro, con un incremento rispetto al 2016  del 17%”, dichiara Roberto Liscia, Presidente Netcomm. “Per la prima volta nella storia dell’e-commerce italiano, i prodotti crescono ben più dei servizi, con un peso dell’e-commerce sul totale degli acquisti retail degli italiani che sale al 5,7%. Sono dati certamente incoraggianti anche se ancora non sufficienti a dichiarare maturo e dinamico il settore nel nostro Paese, dove i modelli di business stanno cambiando rapidamente e facilitando nuovi entranti. L’approccio spesso sperimentale e poco convinto all’e-commerce di molti operatori tradizionali italiani, è la conseguenza del fatto che essi non abbiano dedicato né il giusto impegno né le loro migliori risorse a un progetto strategico che, invece, sta diventando il vero motore delle economie avanzate e attirando sempre più investimenti e capitale. Per parlare di un e-commerce davvero competitivo e maturo in Italia, occorre che i retailer tradizionali abbiano visione, coraggio e perseveranza, andando fino in fondo nei loro progetti digitali”, conclude Liscia.

 

L’evoluzione del  mercato
“Per la prima volta nella storia dell’eCommerce B2c in Italia, i prodotti, grazie a un ritmo di crescita quadruplo (rispettivamente +28% e +7%), raggiungono e superano i servizi (52% contro 48% a valore). Il paniere degli acquisti online si sta quindi lentamente avvicinando a quello rilevato nei principali mercati più evoluti (dove i prodotti incidono per il 70% circa)” afferma Riccardo Mangiaracina, Responsabile scientifico dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm Polite
cnico di Milano.

 

Nel 2017 gli acquisti di prodotti valgono 12,2 miliardi di euro. Il primo settore è l’Informatica ed elettronica di consumo con circa 4 miliardi di euro e un tasso di crescita del 28%. Gli acquisti nell’Abbigliamento (capi di vestiario, scarpe e accessori) crescono del 28% e raggiungono 2,5 miliardi di euro, non solo grazie al fashion ma anche al mass market. Tra i settori più performanti per il ritmo di crescita, troviamo il Food&Grocery (+43%) l’Arredamento e home living (+31%) con 900 milioni di euro ciascuno. Infine c’è l’Editoria con 840 milioni di euro (+22%). Gli acquisti in tutti gli altri comparti di prodotto valgono insieme 3,2 miliardi di euro nel 2017, in crescita del 27% rispetto al 2016. Qui si distingue il contributo dei Ricambi auto, con l’acquisto online pezzi di ricambio e pneumatici, del Beauty e dei Giocattoli. L’acquisto di prodotti genera circa 150 milioni di ordini all’anno con uno scontrino medio di 85 €.

 

Nei servizi, che valgono complessivamente 11,4 miliardi di euro, il Turismo e trasporti si conferma il primo comparto dell’eCommerce italiano con 9,2 miliardi. La crescita (+7%) è riconducibile agli acquisti di biglietti per i trasporti ferroviari e aerei, alla prenotazione di appartamenti e case vacanze (attraverso gli operatori della sharing economy) e alla prenotazione di camere di hotel. Gli acquisti online nelle Assicurazioni raggiungono quota 1,3 miliardi di euro (+6%) e rimangono focalizzati sulle RC Auto. Tra gli “Altri Servizi”, che valgono circa 900 milioni di euro (+3%), rimangono importanti i contributi del Ticketing per eventi e delle Ricariche telefoniche. L’acquisto di servizi genera circa 50 milioni di ordini all’anno con uno scontrino medio di 235€.

 

Il tasso di penetrazione totale degli acquisti online sul totale retail, passa dal 4,9% del 2016 al 5,7% del 2017 con i Prodotti al 4% e i Servizi al 9%, e i tassi più alti sono stati raggiunti da Informatica ed Elettronica di consumo (20%) e Turismo (30%).” Afferma Valentina Pontiggia, Direttore dell’Osservatorio eCommerce B2cIl ritardo dell’Italia rispetto ai principali mercati eCommerce permane ed è riconducibile alla ridotta penetrazione nei comparti di prodotto e specialmente nel Food&Grocery (0,5%). Nonostante il fermento imprenditoriale degli ultimi anni, il settore non è in grado di garantire una copertura territoriale diffusa e omogenea sul territorio italiano: solo il 15% della popolazione infatti può effettuare online la spesa “da supermercato” con livello di servizio idoneo, mentre un altro 55% della popolazione ha un accesso solo potenziale all’eCommerce, tramite iniziative sperimentali, isolate e con limitata capacità”.

 

Gli acquisti da smartphone crescono in tutti i settori
Nel 2017 un terzo degli acquisti eCommerce, a valore, è concluso attraverso smartphone o tablet. L’incidenza di questi device è quintuplicata nel giro di 5 anni: nel 2013 la somma di tablet e smartphone valeva infatti solo il 6%. Ancora più significativa la crescita dello smartphone: il suo contributo è passato infatti dal 4% nel 2013 al 25% nel 2017. In valore assoluto, gli acquisti eCommerce da smartphone superano, nel 2017, i 5,8 miliardi di euro, con una crescita del +65% rispetto al 2016.

L’importanza di questo canale per il consumatore è visibile in tutti i principali comparti merceologici: il tasso di penetrazione dello smartphone sul totale eCommerce sfiora o supera il 30% nella maggior parte dei settori di prodotto (Editoria, Abbigliamento, Informatica ed elettronica, Food&Grocery) ed è pari al 15% nel Turismo e al 5% nelle Assicurazioni.

 

I Web shopper in Italia, tra abituali e sporadici
Nel 2017 i web shopper italiani – ossia i consumatori che hanno effettuato almeno un acquisto online nell’anno – sono 22 milioni e crescono del 10% rispetto al 2016. Tra questi, gli acquirenti abituali – ossia i consumatori che effettuano almeno un acquisto al mese – sono 16,2 milioni e generano il 93% della domanda totale eCommerce (a valore), spendendo online in un anno, mediamente, 1.357 euro ciascuno. Gli acquirenti sporadici sono invece 5,8 milioni, generano il restante 7% della domanda eCommerce e spendono mediamente 284 euro all’anno.

 

La crescita dell’export
Nel 2017 l’Export, inteso come il valore delle vendite da siti italiani a consumatori stranieri, vale 3,5 miliardi di euro e rappresenta il 16% delle vendite eCommerce totali.

I prodotti, grazie a una crescita del 19%, valgono 2,3 miliardi di euro e rappresentano il 67% delle vendite oltre-confine. La bilancia commerciale (Export – Import) nei prodotti è, a differenza dei servizi, positiva e vale 800 milioni di euro (+150 milioni di euro rispetto al 2016). L’Abbigliamento, grazie alla notorietà dei brand italiani e alle competenze digitali sviluppate da alcune Dot Com o boutique multi-brand nazionali, è responsabile del 65% dell’Export di prodotto. L’Export di servizi si ferma a circa 1,2 miliardi di euro, con un tasso di crescita sostanzialmente nullo, a causa di alcuni isolati fenomeni sfavorevoli legati ad attori del settore Turismo.
L’Export online è ben più significativo se, oltre alle vendite dirette da siti italiani verso consumatori stranieri, consideriamo le vendite abilitate dagli “intermediari digitali” con ragione sociale straniera (siti delle vendite private operanti all’estero, marketplace stranieri e retailer internazionali). Se ai 3,5 miliardi di euro di valore delle vendite da siti con operatività in Italia a clienti finali residenti all’estero sommiamo il transato intermediato dalle tre tipologie di canali appena citati, l’Export digitale triplica il suo valore e raggiunge i 10 miliardi di euro.

 

*L’edizione 2017 dell’Osservatorio eCommerce B2c è realizzata con il supporto di Accenture Interactive, Alpenite, CartaSi, DHL Express, DS Smith Packaging Italia, eBay.it, FACT-Finder, FERCAM, GESTPAY | Banca Sella, GreenRouter, Ingenico Italia, Intesa Sanpaolo, Mastercard, Mail Boxes Etc., Number1, OMD, Oracle, PayPal, Poste Italiane, SAP Hybris, VAR Group; Awin, Drop | e-commerce provider, GS1 Italy, Salesforce Commerce Cloud, Vodafone.

Data Dollar: una moneta che si basa sul valore dei dati personali diventa un nuovo metodo di pagamento  

Kaspersky Lab, ha creato un pop-up shop in cui i dati personali o meglio, i Data Dollar, sono l’unica moneta utilizzabile. L’obiettivo è dimostrare che i dati hanno un valore economico che può essere utilizzato per gli acquisti nei negozi del futuro.

 

Il Data Dollar Store è stato creato e allestito da Kaspersky Lab in Old Street a Londra, nel cuore della capitale della tecnologia. I clienti si sono messi in coda molto presto per aggiudicarsi le stampe esclusive del noto street artist Ben Eine, ma sono rimasti molto sorpresi di fronte al modo con cui avrebbero dovuto pagare le opere d’arte, veniva in effetti chiesto a loro di rinunciare alle proprie fotografie personali o ai video e utilizzarli come metodo di pagamento per gli acquisti. Dopo la sorpresa iniziale hanno però acconsentito favorendo l’aumento della valuta Data Dollar. Il Data Dollar Store, è stato ideato per far crescere negli utenti la consapevolezza del valore effettivo dei dati personali e attirare altri player di mercato ad unirsi a questa attività utilizzando il simbolo del Data Dollar. Per l’occasione è stato realizzato un video.

Tenuto conto che la quantità di dati personali continua a crescere in modo esponenziale, possiamo dire che le persone, in modo del tutto inconsapevole, portano con sè ogni giorno una vera e propria miniera d'oro fatta di 
monete preziose che non subiscono l’influenza dei tassi di cambio o della posizione geografica. 
Secondo Kaspersky Lab, la mancanza di consapevolezza rispetto al valore effettivo dei propri dati personali è 
un ostacolo enorme che impedisce alle persone di compredere quanto sia necessario proteggere i propri dati.
La speranza è che attraverso i Data Dollar questa consapevolezza possa aumentare e rendere quindi più sicura
 l'esperienza online di tutti.

“Per noi il Data Dollar è principalmente un mezzo per sensibilizzare gli utenti sul valore dei dati”, afferma Morten Lehn, General Manager Italy di Kaspersky Lab. “Quindi, se un sito web offre dei servizi gratuitamente, ma chiede in cambio i dati personali dei clienti per monetizzare il proprio servizio, dovrebbe utilizzare il simbolo del Data Dollar per dimostrare che si sta verificando una forma di scambio”, continua Lehn.

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Kaspersky Lab ha dimostrato che fare acquisti in un pop-up store temporaneo di Londra utilizzando i dati come
valuta può funzionare. Il negozio che è stato aperto per due giorni ha attirato diversi clienti che volevano 
aggiudicarsi ad ogni costo le stampe esclusive e le opere d'arte di Ben Eine, il noto street artist. 
I clienti erano convinti che avrebbero fatto una normalissima esperienza di shopping e che quindi dopo aver 
osservato i prodotti e scelto quelli da acquistare sarebbero andati alla cassa  per pagarli con del denaro. 
Quello che è accaduto invece è che al momento del pagamento ai clienti è stato chiesto di pagare in Data 
Dollars, la nuova valuta creata da Kaspersky Lab e che consiste nei dati personali dei clienti contenuti 
all’interno del loro smartphone: immagini, video o testi.

Morten Lehn ha aggiunto: “È facile dimenticarsi della quantità enorme di dati che condividiamo quotidianamente. La sensazione di perdita che si prova quando i dati personali vengono sottratti contro la nostra volontà, diventa molto più realistica quando qualcuno prende il nostro smartphone e davanti ai nostri occhi, scorre tutti i nostri dati decidendo quali prendere. L’effetto di questa esperienza di acquisto, che abbiamo potuto esplorare grazie al Data Dollar Store, è stata per noi molto interessante.  Secondo un sondaggio globale, anche se il 29% delle persone in tutto il mondo è stato vittima di un attacco informatico, il 39% non protegge i propri dispositivi dagli attacchi.

Le persone dovrebbero dare ai propri dati lo stesso valore che danno al denaro. Visto che i dati personali hanno valore e possono essere utilizzati come mezzo di scambio o per fare acquisti è importante proteggerli facendo di tutto per evitare che vengano rubati o persi”.


 

 

Moneyfarm acquisisce la tech company Ernest: l’intelligenza artificiale entra nella gestione dei risparmi

Moneyfarm, il gestore digitale del risparmio, ha acquisito il chatbot di personal finance Ernest e le tecnologie impiegate per il suo sviluppo e il suo funzionamento. Ernest è un personal banker alimentato da intelligenza artificiale che combina la tecnologia di elaborazione delle lingue naturali con l’apprendimento automatico. Moneyfarm diventa così il primo gestore digitale a esplorare l’utilizzo dei chatbot per la gestione dei risparmi e degli investimenti.

Ernest è un progetto partito a Londra nel 2016 per iniziativa di tre sviluppatori italiani (Cristoforo Mione, Lorenzo Sicilia e Niall Bellabarba). Si tratta di un consulente finanziario personale, un “financial wellness coach” che, sfruttando i dati ricavati dalle transazioni bancarie dell’utente, è in grado di fornire, interagendo attraverso Facebook Messenger, statistiche e consigli personalizzati per una migliore e più efficiente gestione delle proprie finanze personali. Attualmente dispone di due modalità di funzionamento: risponde alle domande e invia notifiche proattive.

Ernest permette di integrare i diversi conti di una persona così da offrire una panoramica unica di tutte le fonti di reddito e di spesa e creare con semplicità report personalizzati per monitorare, per esempio, l’evoluzione nel tempo della spesa in diverse categorie di beni o servizi. Una funzionalità particolarmente interessante in un contesto come quello attuale nel quale l’approvazione in corso della normativa PSD2 stabilirà che le banche dovranno, previa autorizzazione, rendere accessibili i dati relativi ai conti correnti dei propri clienti a terze parti selezionate da questi.

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Moneyfarm ha in programma di combinare la tecnologia di Ernest con la propria piattaforma che offre servizi di investimento. Con l’acquisizione della tecnologia di Ernest, Moneyfarm sarà in grado di fare un passo avanti nel suo percorso per accompagnare i clienti lungo l’intero ciclo di vita finanziario: dalla generazione dei risparmi fino all’investimento. La tecnologia Ernest, che ha la capacità di imparare e interagire con le abitudini finanziarie quotidiane del cliente, si integrerà con quella di Moneyfarm per permettere alla società di offrire una consulenza finanziaria ancora più  personalizzata e costruita intorno alle abitudini di spesa di ciascuno. L’acquisizione di Ernest accresce inoltre il know how di Moneyfarm nel campo dell’intelligenza artificiale, know how che potrà essere impiegato per sviluppare molti altri aspetti del prodotto offerto da Moneyfarm, sempre nell’ottica di fornire ai clienti la migliore soluzione personalizzata per proteggere e far crescere i propri risparmi.

Giovanni Daprà, co-fondatore e CEO di Moneyfarm, ha commentato: “L’intelligenza artificiale e un’interfaccia utente interattiva ci aiuteranno a migliorare la nostra capacità di profilazione dei clienti e quindi a offrire un servizio migliore, più completo e sempre più personalizzato. Stiamo lavorando all’integrazione della tecnologia Ernest nella nostra offerta di prodotti, grazie alla quale saremo in grado di assistere il ciclo di vita completo dei risparmi del singolo cliente, dal primo stipendio fino al pensionamento.”

 Niall Bellabarba, co-fondatore di Ernest, ha dichiarato: “L’acquisizione della tecnologia Ernest da parte di Moneyfarm offre un’ottima opportunità per portare la nostra visione ad un nuovo livello e creare un gestore finanziario virtuale più avanzato, basato sull’intelligenza artificiale.”

Leggi anche : Il futuro dei chatbot

Eppy Car, il car sharing elettrico diventa Grande

Il progetto-pilota a Latina

Prima sperimentazione in Italia in un capoluogo di medie dimensioni

Il Comune affida il servizio ad Alea Mobilità Urbana del Gruppo Elettra Investimenti

Una nuova frontiera del car sharing sarà sperimentata a Latina grazie all’accordo tra il Comune capoluogo e Alea Mobilità Urbana, società del gruppo Elettra Investimenti che ha risposto all’avviso pubblico dell’ente locale. Si chiama Eppy Car, è solo elettrico e ha una flotta mista di veicoli: una parte destinata al trasporto privato, l’altra a quello commerciale.

EPPY CAR

Eppy, acronimo di Elettra Point to Point by Yourself ha l’obiettivo di diventare la seconda auto di famiglia che, in città di medie dimensioni, è spesso poco utilizzata ma rappresenta comunque un costo significativo del bilancio familiare. Eppy vuole anche essere il mezzo principale di trasporto per le piccole imprese in alternativa al furgone aziendale. Per la gestione del servizio di car sharing sarà realizzata una rete di 15 colonnine di ricarica, mentre i mezzi circolanti nei 24 mesi di sperimentazione saranno 30.

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LE TIPOLOGIE DI VEICOLO

Saranno usati per la sperimentazione due modelli Renault: Zoe e Kangoo. «Il primo è un’auto a 5 posti con la quale si possono affrontare anche tragitti medio-lunghi, mentre fino ad oggi il “solo elettrico” è stato proposto ed è attivo nelle grandi città come Roma e Milano, con quadricicli pesanti – spiega il Presidente di Elettra Investimenti Fabio Massimo Bombacci – Per l’altra tipologia, invece, abbiamo pensato alle necessità delle piccole e medie imprese che non vogliano o non possano sostenere il costo annuale di un mezzo di trasporto di cui hanno bisogno solo alcuni giorni l’anno. Abbiamo pensato poi a tutte le famiglie che vanno per esempio all’Ikea e non sanno dove mettere gli acquisti più voluminosi. Il Kangoo può risultare molto utile anche in estate quando, sempre per fare un esempio, un gruppo di amici che non ha a disposizione l’auto di famiglia voglia andare a Sabaudia o al Circeo per trascorrere una giornata al mare, con tavole da surf, ombrelloni o sdraio».

LA RETE DI RICARICA

Le auto hanno un’autonomia di 300 chilometri circa e si ricaricano in apposite colonnine che saranno posizionate nelle prossime settimane (è già fissata la conferenza di servizi che aprirà l’iter per l’installazione degli apparecchi di ricarica). Le colonnine, come richiesto dall’avviso pubblico, saranno non meno di 15 per un totale di 30 punti di ricarica. I veicoli in circolazione non meno di 20. «Ma siamo pronti a crescere fino a 50 quando la città ne avrà l’esigenza» dicono da Alea MU. La sperimentazione durerà 24 mesi dal momento dell’attivazione del servizio. All’installazione della rete delle colonnine seguirà un periodo di circa due mesi di test degli apparati di bordo: «Servirà – spiega Matteo Granatelli di Alea Mobilità Urbana – a testare il software che governa il sistema di registrazione, prenotazione, analisi dei documenti necessari per guidare la vettura e di pagamento, oltre che di mappatura dei percorsi. Poi le auto saranno a disposizione della collettività, riteniamo pertanto che se non vi saranno ritardi dovuti ad eventi particolari si possa prevedere l’inizio del servizio per la prossima primavera».

USO MULTIFUNZIONALE

L’uso delle stazioni di ricarica elettrica, nel prossimo futuro, potrà essere anche consentito a privati cittadini possessori di auto elettriche. Le colonnine funzioneranno inoltre da access-point al fine di avviare una rete cittadina gratuita e si sta studiando la possibilità che siano utilizzate come alloggio per i defibrillatori nell’ambito della Rete di Protezione del Cuore che il Comune sta preparando. Infine, si pensa di dotare i punti di ricarica di un allarme collegato con la centrale operativa delle forze dell’ordine del capoluogo. Le colonnine saranno in sostanza poli integrati e integrabili e l’investimento che stiamo compiendo è per la creazione di un’infrastruttura.

IL GESTORE

Elettra Investimenti è una società nata a Latina nel 2005 che opera nel campo dell’energia in tre aree di business: generazione, gestione e manutenzione impianti ed efficienza energetica. È stata quotata nel 2015 al mercato AIM di borsa italiana ed ha un fatturato di circa 50 milioni di euro. «Avviare quest’attività sperimentale a Latina è una scelta dettata dalla volontà di investire nel territorio in cui è nata e si è sviluppata la nostra società che opera nel campo dell’energia e che, oggi, a soli 12 anni dallo start, è quotata in Borsa – spiegano il CEO di Elettra Investimenti Massimo Fabio Bombacci e l’amministratore delegato di Alea Mobilità Urbano Matteo Granatelli –. Il progetto è innovativo e Latina sarà la città-test, ma ci auguriamo di poterlo replicare anche in altri capoluoghi».

IL COMUNE DI LATINA

«E’ una giornata importante – ha commentato il sindaco di Latina Damiano Coletta – perché l’attivazione di questo servizio rappresenterà una piccola rivoluzione per la città e per i cittadini. Crediamo che sia in grado di produrre un vero e proprio cambiamento culturale». «L’obiettivo è integrare l’offerta sul fronte del trasporto urbano, nell’ottica di una mobilità sostenibile», ha aggiunto la vicesindaco, Paola Briganti.

Le possibilità della Convergenza nel Real Estate, tre domande a Pietro Martani, Fondatore e CEO di Copernico

Tre domande a Pietro Martani, Fondatore e CEO di Copernico Holding, sulle infinite possibilità della convergenza nel Real Estate

 

Spazi sempre più liquidi capaci di accogliere sia la dimensione privata che quella professionale delle persone. Spazi fatti per l’interazione sociale, esteticamente piacevoli, che incentivano le relazioni e la conoscenza. Pietro Martani, Fondatore e CEO di Copernico Holding, la piattaforma di accelerazione e sviluppo del business incentrata sullo sviluppo di connessioni, contenuti e community, ci spiega cos’è la convergenza nel Real Estate e perché sta acquisendo sempre maggiore rilevanza.

Come possiamo definire gli ambienti al confine tra hotel, uffici e abitazioni che stanno ormai diventando il trend principale nel settore del Real Estate?

Questa è una domanda a cui i player del settore cercano di rispondere partendo dalla comprensione della motivazione che sta dietro ai cambiamenti degli ultimi anni, dettati da uno scenario in costante evoluzione e dalla convergenza tra diverse categorie di spazi. Dopo la crisi del 2008, le aziende hanno dovuto reinventarsi, diventare più piccole e agili: ad esempio, nel Regno Unito negli ultimi 15 anni il numero di piccole imprese (50-249 dipendenti) è aumentato del 50% e le grandi aziende (250 o più) sono diminuite del 5% (Fonte: Serviced Offices: A new asset class, Capital Economics, 2015). Nel 1935, la durata di vita di una società inserita nel S&P 500 era di 90 anni. Nel 2011, è scesa drasticamente a 18 anni (Fonte: Fortune). Frammentate, con cicli di pianificazione più corti, le società dovranno aumentare in modo esponenziale la collaborazione con i cosiddetti “contigent workers”: McKinsey stima che entro il 2025, 540 milioni di persone utilizzeranno piattaforme online per trovare lavoro, e l’83% degli executive già ora affermano di appoggiarsi a collaboratori esterni (Fonte: Oxford Economics).

Poi c’è la tecnologia “disruptive”: si stima che entro il 2034 il 47% dei posti di lavoro andrà perduto a causa dell’automazione (HuffingtonPost). Sebbene da un lato questo dato sia spaventoso, dall’altro rappresenta un’opportunità, quella di reinventarsi: i lavoratori del futuro saranno più liberi, lavoreranno on demand, integrando costantemente la vita privata e quella professionale. Ecco allora che gli spazi di lavoro diventeranno sempre più ibridi, condivisi, stimolanti, dinamici e in costante evoluzione, proprio come le nostre vite.

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 Questo significa che sta cambiando il modo in cui il lavoro si inserisce nelle vite dei singoli individui?

Assolutamente sì, è una trasformazione già in atto che ha visto la nascita di nuove integrazioni tra vita privata e lavoro e nuovi termini per definirne i concetti, come Bleisure: business e leisure (piacere) insieme. Workcations: ovvero work (lavoro) ma anche vacation (vacanze).

In questo scenario, come devono comportarsi gli operatori del Real Estate?

È proprio su questo tema che Copernico, InterContinental Hotels Group e Halldis si sono trovati a riflettere nella cornice dell’evento “La Convergenza nell’Uso di Uffici, Case ed Alberghi”. Competenze diverse, in settori che non sono più separati ma assolutamente interconnessi. Oggi la distinzione tra hotel, spazi di lavoro e case è sempre più labile e noi stiamo cercando di normalizzare questo momento di transito ed ibridazione, proponendoci di trasformare i nostri spazi in una testimonianza di questo trend emergente. Ci siamo infatti interrogati su come i player del settore come noi debbano continuare a far evolvere spazi sempre più liquidi che accolgano sia la dimensione privata che quella professionale delle persone.

Il futuro è sviluppare piattaforme di lavoro organiche e attive che abbraccino la filosofia Rainforest (The Rainforest: The Secret to Building the Next Silicon Valley, Victor H. Wang, Greg Horowitt, 2012), come facciamo in Copernico, in cui ogni player ha a disposizione contenuti e attività che alimentano la crescita e l’arricchimento di un ecosistema in continua evoluzione all’interno di una comunità strettamente interconnessa. Ogni comunità ha bisogno di una casa: in particolare, una comunità aziendale ha bisogno di uno spazio caleidoscopico. All’interno degli spazi devono convivere caffetterie, salotti con comodi divani, palchi per eventi, palestre, sale riunioni, parchi, suite e anche uffici: “palazzi con un’anima che inevitabilmente stanno trasformando il Real Estate.  

Grazie all’esperienza sviluppata con Halldis, è stato possibile captare precocemente questo trend di cambiamento ed è stato lo spunto per iniziare a convertire le abitazioni. Grazie al nostro modello di gestione delle proprietà, siamo riusciti a trovare una nicchia nel mercato dell’ospitalità e a sviluppare soluzioni che oggi sono utilizzate da expats, manager che viaggiano all’estero e che portano con sé la loro famiglia, ma anche millennials che lavorano on-the-go. Un’esperienza che si è arricchita grazie alla testimonianza di IHG che, grazie alla rete di cinque mila alberghi in tutto il mondo e ad una conoscenza approfondita dei propri clienti, ha sviluppato la capacità di adeguare i propri marchi (tra cui Intercontinental, Crowne Plaza e Holiday Inn) al panorama sempre più diversificato di bisogni e stili con soluzioni che rispondono a specifiche esigenze di uso delle stanze e degli spazi comuni.

Si tratta di uno scenario ancora in costante evoluzione, dove ognuno di noi sta contribuendo alla costruzione di un contesto in grado di supportare diversi e sempre nuovi bisogni di lavoratori e aziende, che sperimentano ogni giorno una nuova dimensione lavorativa.

Chi è COPERNICO

COPERNICO è la piattaforma di accelerazione e sviluppo del business: smart working e un nuovo lifestyle in cui connessioni, contenuti e community danno al lavoro il fattore esponenziale. COPERNICO gestisce spazi di lavoro innovativi in Italia ed Europa (Milano – Torino – Brussels) in cui ospita più di 600 aziende. Oltre 4.000 utenti quotidianamente utilizzano i suoi spazi come sede di lavoro e luogo preferenziale per meeting ed organizzazione di eventi.

website: www.coperni.co

 

Il futuro dei chatbot!

Spesso quando qualcuno mi intervista o parla con me dei chatbot, una delle domande più ricorrenti è:

“pensa che sostituiranno l’uomo?”

Io penso di no, e lo dico chiaramente alla fine di quest’intervista

è innegabile però che rappresentano un nuovo canale per entrare in contatto con i propri clienti, un nuovo touchpoint come piace chiamarlo ad Antonio Candela (amico e socio di hackBiz).

Gli studi parlano chiaro in merito ed  i numeri implicano che i chatbots continueranno a creare maggiore redditività per il mondo delle imprese.  Il mondo sta cambiando ed anche rapidamente!

Ne è convinto anhe Seth Louey – Founder di BotList la prima ed unica full cross-platform bot directory.

“The future is very bright for bots. We will see bots becoming more adopted in the near future and my prediction is that conversational apps (aka, bots) will merge with Augmented Reality.”

Date un occhio a questi insights:

  • CONVRG ran a survey via a chatbot experience giving away coupons. The response rate tripled compared to the traditional email survey.1

  • For Adidas women chatbot, in the first two weeks, 2,000 people signed up to participate, with repeat use at 80%. Retention after week one was 60%, which the brand claims far better compared to an app. 2

  • Thousands of people have used Just Eat’s chatbot since the launch in September. The average user spent 1.53 minutes interacting with the bot. 13.5% are repeat users – and improved awareness of Just Eat’s 27,600 partner restaurants. Data shows the chatbot drove a 266% higher conversion rate than interacting with an average social ad in November 2016. 3
  • Tec inStore launched a customer service chatbot. After one month of usage, chatbot had an 80% success rate. More than 1500 people have requested help from the chatbot. It reduced requests to the customer support. Chatbot received more than 1000 “Thank You” messages of 10000 total messages. 4
  • Original research from DigitasLBi conducted by Harris Poll showed that more than 1 in 3 Americans (37%) would be willing to make a purchase through a chatbot. Consumers would spend an average of $55.80 per purchase. 5
  • The number of countries that Facebook messengers are using chatbots in reached 2006
  • Average time saving per chatbot inquiry when compared with traditional call centers is 4+ minutes in chatbots for the banking & healthcare sectors. By 2022 $8 billion in cost savings is expected. 7
  • According to Business Insider report, 80% of businesses want chatbots by 2020. 8
  • According to Gartner chatbots will power 85% of all customer service interactions by the year 2020. The average person will have more conversations with bots than with their spouse. 9

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Interessante l’infografica di Oracle sui Chatbot:

[gview file=”http://www.antoniosavarese.it/wp-content/uploads/2017/10/chatbot-infographic-3672253.pdf”]

Io ci credo tantissimo tanto è vero che con hackBiz stiamo portando in giro il #chatbotdaytour per informare e formare su questa tematica.

Ed inoltre stiamo sviluppando BOT per  Facebook Messenger come quello di Food Makers che permette di cercare ricette o di trovare in base alla tua localizzazione un locale dove mangiare potendo scegliere tra varie categorie (sushi, asiatico, pub, pizza, etc)

Stiamo sperimentando sul campo come questi strumenti siano potenti, monitorando uso e interazioni con gli utenti.

Ah ovviamente quest’articolo non l’ho scritto io ma un Bot….:)

 


Sources:

1) https://chatbotsmagazine.com/the-state-of-chatbot-commerce-in-2017-78763f48227b
2) https://www.marketingweek.com/2017/05/18/how-adidas-just-eat-and-htc-are-using-chatbots/
3) https://www.marketingweek.com/2017/05/18/how-adidas-just-eat-and-htc-are-using-chatbots/
4) https://chatbotnewsdaily.com/5-industries-that-benefit-from-chatbots-already-b1cee62e7dad
5) http://www.huffingtonpost.com/advertising-week/chatbots-a-guide-for-bran_b_13629352.html
6) http://expandedramblings.com/index.php/facebook-messenger-statistics/
7) https://www.juniperresearch.com/resources/infographics/chatbots-infographic-key-statistics-2017
8) http://www.businessinsider.com/80-of-businesses-want-chatbots-by-2020-2016-12
9) https://www.forbes.com/sites/gilpress/2017/05/15/ai-by-the-numbers-33-facts-and-forecasts-about-chatbots-and-voice-assistants/3/#ab845fb3efdf

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