EV Readiness Index 2019: la rivoluzione dei veicoli elettrici

La rivoluzione dei veicoli elettrici sta raggiungendo ogni angolo d’Europa, secondo l’Indice EV Readiness 2019 di LeasePlan

 

Norvegia, Paesi Bassi, Svezia e Austria meglio preparate per la transizione ai veicoli elettrici mentre l’Italia si assesta nelle ultime posizioni nell’Indice EV Readiness di LeasePlan

Condurre un veicolo elettrico (EV) rappresenta ormai un’opzione praticabile in un numero sempre crescente di paesi europei. Questa è la conclusione a cui è giunta una nuova ricerca, pubblicata da LeasePlan, in vista del World Economic Forum (WEF) che si terrà a Davos quest’anno.


L’Indice mostra che la Norvegia, i Paesi Bassi, la Svezia e l’Austria sono in questo momento i paesi più preparati in Europa per la rivoluzione dei veicoli elettrici. 

Per la prima volta, tutti i paesi presi in esame nell’Indice, hanno mostrato un miglioramento del punteggio rispetto allo scorso anno, il che segnala un avanzamento nella preparazione all’adozione di veicoli elettrici in tutto il continente, benché permangano delle significative differenze nel tasso di miglioramento tra i diversi paesi europei. I progressi nella preparazione all’adozione di veicoli elettrici sono stati principalmente generati da un potenziamento dell’infrastruttura di carica e da una più ampia disponibilità di modelli di veicoli elettrici, che permettono ai consumatori di usufruire di una vera scelta. 

L’Indice EV Readiness 2019 di LeasePlan rappresenta un’analisi completa del livello di preparazione di 22 paesi europei in riferimento alla rivoluzione dei veicoli elettrici. L’Indice si basa su quattro fattori: la maturità del mercato dei veicoli elettrici (che include anche i veicoli ibridi plug-in), la maturità dell’infrastruttura elettrica, gli incentivi governativi e l’esperienza maturata da LeasePlan con i veicoli elettrici in ciascuno dei diversi paesi.

Tex Gunning, CEO di LeasePlan, ha affermato:

 I responsabili decisionali devono farsi sentire e agire concretamente sulla tassazione automobilistica e sull’infrastruttura, al fine di rendere i veicoli elettrici un’opzione praticabile per tutti i cittadini europei. Benché il nostro Indice EV Readiness mostri come la guida di auto elettriche stia divenendo un’opzione praticabile in un numero crescente di paesi, vi è ancora molta strada da compiere prima che tutti possano guidare un veicolo elettrico. La transizione all’elettrico è una delle azioni più semplici che tutti possiamo compiere per contribuire a combattere il cambiamento climatico e ogni persona dovrebbe potersi permettere di divenire ecologica!”

Alcuni punti chiave della ricerca:

 ·         Rispetto allo scorso anno, tutti i 22 paesi presi in considerazione nell’Indice EV Readiness 2019 di LeasePlan hanno mostrato un miglioramento nel livello di preparazione all’adozione di veicoli elettrici, principalmente grazie alla maggiore disponibilità di nuovi modelli di auto elettriche, con maggiore range e allo sviluppo dell’infrastruttura di carica. 

·         La Finlandia (+7 posizioni), la Germania (+4) e il Portogallo (+4) hanno migliorato il loro punteggio, a seguito di un miglioramento dell’infrastruttura di ricarica, una maggior percentuale di immatricolazione di veicoli elettrici e un panorama più attraente di incentivi governativi.

·         La quota di mercato dei veicoli elettrici si situa in questo momento nella fascia media dei valori a una cifra in Portogallo (3,1%), nei Paesi Bassi (5,1%), in Finlandia (5,2%) e in Svezia (7,6%), mentre la Norvegia rimane il leader indiscusso con una percentuale pari al 53% di immatricolazioni di veicoli elettrici sul totale dei nuovi veicoli registrati.

·         I Paesi Bassi presentano la maggiore disponibilità di strutture di ricarica pubblica disponibili (83.196), seguiti dalla Germania (37.405) e dalla Francia (34.558). Sulla base della dimensione della popolazione, i tre paesi principali sotto questo aspetto sono in questo momento i Paesi Bassi (4,8 stazioni di ricarica per 1.000 abitanti), la Norvegia (4,5) e il Lussemburgo (1,9).

·         L’Austria, l’Irlanda, la Germania e i Paesi Bassi hanno raggiunto il miglior punteggio in termini di sostegno governativo per i veicoli elettrici, inclusi gli incentivi all’acquisto, i vantaggi fiscali per l’immatricolazione, i vantaggi fiscali per la proprietà, i vantaggi fiscali per le imprese e quelli relativi all’IVA.

·         L’Italia si assesta diciassettesima nell’indice con un posizionamento ancora da migliorare, sia in termini di sostegno governativo che di infrastrutture di ricarica, tanto da mantenere ancora una quota di immatricolazioni molto bassa (0,55%) 

 

Note per gli editori

·         L’Indice EV Readiness 2019 di LeasePlan può essere scaricato all’indirizzo https://www.leaseplan.com/corporate/news-and-media/newsroom.

 ·         I 22 paesi inclusi nell’Indice EV Readiness 2019 di LeasePlan sono: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Spagna, Svezia e Svizzera.

·         LeasePlan si è impegnata a raggiungere emissioni zero netto per la sua flotta totale entro il 2030. LeasePlan è inoltre tra i soci fondatori dell’iniziativa EV100 di The Climate Group, un’iniziativa che coinvolge società a livello globale con lo scopo di accelerare il processo di adozione dei veicoli elettrici e delle relative infrastrutture da parte delle maggiori aziende al mondo.

·         L’Indice EV Readiness 2019 di LeasePlan viene pubblicato in vista della partecipazione al 49° Meeting Annuale del World Economic Forum, che si svolgerà dal 21 al 25 gennaio a Davos, Svizzera. 

Digital Magics apre una sede ad Ascoli Piceno

 

L’INCUBATORE DI STARTUP DIGITAL MAGICS APRE AD ASCOLI PICENO LA SUA NONA SEDE, PER SVILUPPARE L’ECOSISTEMA DELL’INNOVAZIONE DI MARCHE, UMBRIA, ABRUZZO, EMILIA ROMAGNA E MOLISE

Digital Magics, il più importante incubatore di startup digitali “Made in Italy” attivo su tutto il territorio italiano, apre ad Ascoli Piceno Digital Magics Adriatico: la sua nona sede, in collaborazione con la società partner Hub21, polo scientifico, tecnologico e culturale.

L’obiettivo di Digital Magics Adriatico è sviluppare l’ecosistema dell’innovazione nelle Marche, Umbria, Abruzzo, Emilia Romagna e Molise: lanciando sul mercato startup innovative, creando network locali di aziende e investitori per sostenere i giovani talenti e le neoimprese digitali, organizzando iniziative, incontri ed eventi business per coinvolgere tutti gli attori della filiera del territorio.

Le regioni adriatiche del Centro Italia contano 1.726 startup innovative (893 in Emilia Romagna, terza regione per numero di startup; 357 nelle Marche, decima regione; 219 in Abruzzo; 189 in Umbria e 68 nel Molise) e 148 PMI innovative (77 in Emilia Romagna, 41 nelle Marche, 18 in Abruzzo, 11 in Umbria e 1 nel Molise)*.

Luca Scali, che vanta più di 20 anni di esperienza nell’e-commerce e ha fondato il primo osservatorio digitale italiano sulle operazioni di funding delle startup nel mondo, sarà il responsabile delle attività di Digital Magics Adriatico 

Con l’apertura della nuova sede, si rafforza la presenza dell’incubatore nelle regioni adriatiche del Centro e del Sud Italia. Dal 2016 con Digital Magics Bari – incubatore in partnership con L’Arancia, agenzia di comunicazione e consulenza marketing – Digital Magics presidia l’ecosistema dell’innovazione in Puglia e Basilicata.

“Continuiamo a puntare sul territorio e ad affiancare i talenti digitali italiani direttamente nei luoghi in cui nascono e sviluppano le loro innovazioni – ha dichiarato Gabriele Ronchini, fondatore e amministratore delegato di Digital Magics I distretti delle Marche, Emilia Romagna, Abruzzo, Umbria e Molise rappresentano vere e proprie eccellenze in campo industriale e tecnologico, grazie al carattere e alla determinazione incredibili degli imprenditori. Con Digital Magics Adriatico vogliamo far nascere e crescere startup fino a farle diventare aziende di successo, coinvolgendo gli investitori e le istituzioni locali e innovando le imprese tradizionali grazie all’‘Open Innovation’. La nostra nuova sede va ad aggiungersi alle 7 sedi italiane e a quella di Londra, per l’espansione e l’internazionalizzazione delle nostre startup, e all’unico hub nazionale, che abbiamo creato con Talent Garden e Tamburi Investment Partners, per sviluppare il ‘Digital Made in Italy’”.

“L’alleanza con Digital Magics è un passo importante verso il consolidamento di mercato – dichiara Luca Scali, consigliere delegato di Hub21 e partner di Digital Magics Adriatico Ascoli Piceno negli ultimi anni ha scalato le classifiche nazionali arrivando nel 2016 e nel 2017 al primo posto come provincia più innovativa d’Italia, e nel 2018 ha consolidato tale presenza con il secondo posto. Siamo pienamente al centro di un trend di crescita delle startup a livello internazionale e nazionale che è un mix di passione, vision, organizzazione con un’idea originale di partenza e tanto acume da parte degli investitori nel saper discernere, isolare e qualificare i punti di forza delle startup. La partnership con il principale player italiano ci consente di offrire al mercato un presidio puntuale e contenuti ad altissimo valore aggiunto. Penso in primis alla nascita e sviluppo di iniziative digitali, e più in generale alle startup, ma ancora nello sviluppo di soluzioni di ‘Open Innovation’, che ricordo essere un ambito in cui in Italia ancora il 70% delle imprese italiane non è ancora attivo e dove il 33% fatica a trovare nuovi progetti e talenti”.

 

L’Emilia Romagna è la terza regione d’Italia per numero di startup innovative e rappresenta il 9,1% del totale nazionale: 9797. Nella classifica italiana le Marche si posizionano al 10° posto (3,6% del totale). L’Abruzzo è al 14° posto (2,2%), l’Umbria al 15° (1,9%) mentre il Molise al penultimo posto (0,7%)*.

dati a gennaio 2019 per settore di attività raccontano che, nelle cinque regioni adriatiche (Marche, Emilia Romagna, Abruzzo, Umbria e Molise), sono oltre mille (1.137) le startup e PMI innovative che forniscono servizi alle imprese (produzione di software, consulenza informatica e attività connesse, ricerca scientifica e sviluppo, servizi di informazione); 509 sono quelle legate all’attività dell’industria manifatturiera (fabbricazione di macchinari, computer e prodotti di elettronica, apparecchiature elettriche) e 74 al turismo*. 

*Fonte: InfoCamere – startup.registroimprese.it

Facebook Spectrum 1.0.0 disponibile per la community di sviluppatori

Facebook ha rilasciato  Spectrum 1.0.0, la libreria open source che permette agli sviluppatori di comprimere e ottimizzare le immagini per il caricamento nelle applicazioni, preservando al contempo la massima qualità originale possibile.

Negli ultimi anni, le fotocamere dei telefoni cellulari, anche quelli più economici, sono migliorate significativamente, sia in termini di qualità delle foto che di funzionalità: abbiamo visto aumentare il numero di megapixel, sono arrivati sul mercato i telefoni con doppia (o anche tripla) fotocamera e ci sono stati importanti miglioramenti nella tecnologia HDR e nelle foto scattate in condizioni di scarsa luminosità.

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L’aumento della qualità, però, ha fatto sì che i file delle immagini fossero sempre più pesanti e, di conseguenza, che il caricamento di questi file su Internet risultasse poco pratico a causa di connessioni inaffidabili (in particolare negli ambienti urbani densamente popolati o nei mercati emergenti), della preoccupazione dell’utente in merito all’utilizzo e al costo dei dati, o semplicemente dei tempi di caricamento troppo lenti.

Per rendere il processo di upload più efficiente, abbiamo sviluppato Spectrum, una libreria di elaborazione delle immagini per Android e iOS. Con Spectrum, abbiamo migliorato l’affidabilità e la qualità dell’upload di immagini in scala nelle nostre applicazioni e oggi siamo lieti di presentare Spectrum 1.0.0 alla community per scoprire come migliorerà le esperienze fotografiche nelle proprie applicazioni.

A questo link puoi trovare il blog post con tutte le informazioni relative all’annuncio: https://code.fb.com/developer-tools/spectrum/ 

P101 GUIDA UN ROUND DA OLTRE 2MLN PER LA TEDESCA PROJECTS CO-LIVING

ROUND DA OLTRE 2 MILIONI DI EURO

PER PROJECTS CO-LIVING,

LA PRIMA SOCIETA DI HOUSING AS A SERVICE NATA IN GERMANIA DA DUE IMPRENDITORI ITALIANI

  • L’operazione è stata guidata da P101 SGR che ha investito 2 milioni di euro attraverso il nuovo fondo Programma 102
  • Con questo investimento la startup, che ha sviluppato una innovativa piattaforma di housing as a service (soluzioni abitative innovative all-inclusive) e presenta metriche di business in forte crescita, raggiunge quota 2,5 milioni di euro raccolti e punta sull’espansione in Italia e in Francia
  • È il terzo investimento per Programma 102, fondo lanciato a maggio con l’obiettivo di raccogliere 120 milioni

PROJECTS Co-living, la startup tedesca che sviluppa e commercializza soluzioni abitative innovative all-inclusive, fondata dagli italiani Luca Bovone e Giorgio Ciancaleoni, ha chiuso un round da oltre 2 milioni di euro guidato da PROGRAMMA 102, il secondo veicolo d’investimento del gestore di venture capital P101 SGR. 

Tra le finalità dell’operazione, vi è quella di accelerare l’espansione al di fuori della Germania ed in particolare nei mercati italiano, francese e spagnolo. PROJECTS Co-living è una piattaforma che fornisce soluzioni abitative, flessibili e versatili, per giovani professionisti. Partita a Berlino nel 2017, la società ha sviluppato un concept per il temporary living basato su lifestyle e community. In un solo anno e mezzo PROJECTS è già uno dei più importanti player di co-living a livello europeo. 

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Questa operazione rappresenta il terzo round di investimento per la startup fondata da Luca Bovone, uno dei primi manager di Dropbox in Europa, e Giorgio Ciancaleoni, ex country manager per l’Italia di Homebell. In precedenza PROJECTS Co-living ha raccolto finanziamenti per circa 500.000 euro da angel investors tra cui Florian Swoboda (già investitore in Caroobi, Movinga e Homebell) e il real estate investor Jakob Maehren, raccogliendo così ad oggi 2,5 milioni di euro in meno di 2 anni. Nel corso del primo semestre 2018 PROJECTS Co-living ha registrato una forte crescita di utenti e di proprietà in gestione, rendendola uno dei più importante players Europei nel settore Co-living. 

L’operazione rappresenta per P101 SGR l’apertura al mercato del proptech (property + technology) attraverso l’inserimento in portafoglio di una piattaforma in grado di rendere più efficiente e flessibile il processo di scelta e fruizione di una soluzione abitativa – combinando sistemazioni dal design versatile e confortevole alla cura a 360 gradi delle esigenze degli inquilini.  

Negli ultimi quattro anni oltre 800 proptech & real estate startup, principalmente in Gran Bretagna e Stati Uniti, hanno raccolto capitali per 6 miliardi di dollari. Secondo uno studio di Kpmg, il proptech potrebbe attirare 20 miliardi di dollari entro il 2020 a livello globale. In Italia, l’impatto delle nuove tecnologie è agli albori, come evidenziato dal “PropTech Monitor Italia” del Politecnico di Milano, che ha recensito 35 startup, di cui 11 nate nel 2016. Per certi aspetti, pionieri del settore possono considerarsi società del calibro di WeWork, Zoopla, Opendoor e HomeAway – ciascuna in grado di rivoluzionare il relativo ambito di mercato.

L’investimento in PROJECTS Co-living è il terzo del fondo Programma 102, lanciato a maggio con l’obiettivo di raccogliere 120 milioni, di cui sottoscritti ad oggi ca. 75 milioni e a cui hanno contribuito, come investitori cornerstone, il Fondo Europeo per gli Investimenti e il Fondo Italiano d’Investimento, oltre ad altri istituzionali come Azimut, e Fondazione Sardegna. P101 SGR ha investito con il suo primo fondo Programma 101 oltre 40 milioni di euro in 4 anni in 26 società tecnologiche early stage, fra cui BorsadelCredito.it, Cortilia, Tannico e Musement, realizzando exit come quelle di Bauzaar, Musement e Octorate. 

“Il nostro obiettivo è di creare il primo brand globale nel mondo del real estate residenziale. Per fare questo puntiamo su un design moderno e sulla costruzione di una community intorno alle nostre abitazioni. L’investimento di P101, uno dei migliori investiori in startup direct-to-consumer, ci avvicina a questo obiettivo” – dichiara Luca Bovone, founder & CEO di PROJECTS Co-living. 

Il proptech rappresenta la nuova frontiera del real estate” commenta Giuseppe Donvito, Partner di P101 SGR. “La trasformazione digitale del settore immobiliare, che solo fino a qualche anno fa era considerata improbabile in un comparto così consolidato e legato a logiche tradizionali, è oggi un percorso irreversibile: per modificare i propri modelli di business, guidare il cambiamento e rispondere alle esigenze dei consumatori, la digitalizzazione è diventata un’esigenza.”

PROJECTS Co-living è una piattaforma che fornisce soluzioni abitative, flessibili e versatili, per giovani professionisti. Partita a Berlino nel 2017, la società ha sviluppato un concept per il temporary living basato su lifestyle e community. In un solo anno e mezzo PROJECTS è già uno dei più importanti player di co-living a livello europeo. Spazi abitativi condivisi, stanze private completamente arredate, servizi comuni e opportunità di intrattenimento con gli altri utenti forniscono quel senso di casa che spesso manca nelle grandi città. 

P101 SGR è un società di gestione di fondi di venture capital specializzata in investimenti in società innovative e technology driven. Nata nel 2013 e fondata da Andrea Di Camillo, annovera tra gli investitori dei propri fondi Azimut, Fondo Italiano di Investimento e European Investment Fund oltre ad alcune tra le principali famiglie imprenditoriali italiane. P101 SGR gestisce attualmente due fondi. Programma 101 lanciato nel 2013 ha investito in 26 società tecnologiche early stage, fra cui BorsadelCredito.it, Cortilia, Milkman, Musixmatch e Tannico, realizzando exit come quelle di Musement e Octorate. Programma 102 è stato invece lanciato a maggio 2018 con l’obiettivo di raccogliere 120 milioni di euro ed ha già finalizzato 3 nuovi investimenti. P101 SGR conta su un team di 10 professionisti ed un network di advisor nel cui track record di investimento ci sono aziende come Banzai, Linkem, Objectway, Vitaminic e Yoox e si distingue per la capacità di mettere a disposizione degli imprenditori di nuova generazione, oltre a risorse economiche, anche la rete di conoscenze necessarie a sostenere la crescita delle aziende. P101 prende il nome dal primo personal computer prodotto e venduto su larga scala nel mondo, ideato, creato e realizzato in Italia da Olivetti, esempio di innovazione italiana che ha lasciato il segno nella storia della moderna tecnologia digitale, ben oltre i confini nazionali.

Digital Magics e Gruppo BNP Paribas: l’acceleratore MIA cerca startup e PMI innovative al femminile

MIA – MISS IN ACTION CERCA STARTUP E PMI INNOVATIVE AL FEMMINILE PER SUPPORTARE IL TALENTO DIGITALE DELLE DONNE IMPRENDITRICI

 

C’è tempo fino al 20 gennaio per partecipare al programma di accelerazione, inviando il proprio progetto su www.missinaction.it

L’acceleratore MIA – Miss In Action sceglierà le 4 migliori startup e PMI innovative al femminile che avranno accesso al programma: formazione e sviluppo del prodotto e servizio, creazione di un prototipo e un evento finale con gli investitori.

Tutte le startup e le PMI innovative italiane, che sono state fondate da donne imprenditrici o con una compagine sociale femminile di almeno il 50%, hanno tempo fino al 20 gennaio per candidare il loro progetto sulla piattaforma www.missinaction.it.

MIA – Miss In Action: il progetto

MIA – Miss In Action è un’iniziativa di Digital Magics, il più importante incubatore di startup digitali “Made in Italy” attivo su tutto il territorio italiano, BNP Paribas International Financial Services, BNP Paribas Cardif, Findomestic, Arval Italia e BNL Gruppo BNP Paribas con il patrocinio delComune di Milano. 

Il primo programma di accelerazione dedicato alle startup e alle PMI innovative italiane al femminile prevede tre fasi:

  1. formazione dedicata e sviluppo dei prodotti e dei servizi, della durata di 3 mesi
  2. realizzazione di un prototipo funzionante per il lancio sul mercato (MVP Minimum Viable Product), della durata di due mesi
  3. Investor Day, l’evento finale con gli investitori a Milano.

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La giuria di MIA – Miss In Action

Anna Amati, Vice Presidente META Group e socia IAG; Paola Bonomo, Business Angel; Frieda Brioschi, imprenditrice e Professoressa IED; Roberta Cocco, Assessore alla Trasformazione Digitale e ai Servizi Civici, Comune di Milano; Alessandra Gritti, Amministratore Delegato Tamburi Investment Partners; Sandra Mori, Presidente Valore D e Data Privacy Officer Coca-Cola Europe; Valentina Parenti, Co-Founder e General Manager Gamma Donna e Fausta Pavesio, Business Angel e Investor Board Member Smartup Capital, sono le 8 donne top manager, imprenditrici, business angel, rappresentanti delle istituzioni che, insieme al management di Digital Magics e delle Società del Gruppo BNP Paribas, faranno parte della giuria di MIA – Miss In Action e sceglieranno le business idea vincitrici, affiancando le startupper donne durante tutto il percorso di accelerazione per favorirne le crescita.

Le proposte di partecipazione devono essere inviate entro il 20 gennaio tramite il form di registrazione al link: www.missinaction.it

I protocolli dei dispositivi IoT non sono sicuri

I laboratori Trend Micro rivelano difetti di progettazione che possono essere utilizzati per sottrarre dati o compiere altri tipi di attacchi

 Due tra i principali protocolli IoT sono a rischio attacco, a causa di vulnerabilità significative nella progettazione e questo rende i dispositivi esposti. Lo rivela Trend Micro, leader globale nelle soluzioni di cybersecurity, all’interno dell’ultima ricerca “The Fragility of Industrial IoT’s Data Backbone”, condotta in collaborazione con il Politecnico di Milano e sviluppata da Federico Maggi, ricercatore italiano di Trend Micro Research.

Trend Micro mette in guardia le organizzazioni sulla necessità di rivedere la sicurezza in ambito OT (Operational Technology), dopo aver trovato difetti e vulnerabilità all’interno di Message Queuing Telemetry Transport (MQTT) e Constrained Application Protocol (CoAP), due protocolli machine-to-machine (M2M) molto utilizzati. Questi punti deboli possono essere sfruttati a fini di spionaggio industriale, attacchi mirati o di tipo denial-of-service.

In un periodo di 4 mesi, i ricercatori Trend Micro hanno scoperto che oltre 200 milioni di messaggi MQTT e più di 19 milioni di messaggi CoAP erano stati trafugati a causa di server esposti. Gli attaccanti possono localizzare questi dati fuoriusciti utilizzando semplici parole di ricerca e trasformarli in informazioni su asset, personale o tecnologie che possono essere utilizzate per attacchi mirati.

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“Le criticità che abbiamo scoperto nei due protocolli maggiormente utilizzati dai dispositivi IoT devono essere prese in seria considerazione dalle aziende e possono rappresentare l’occasione per un approccio olistico alla sicurezza degli ambienti OT”. Ha affermato Federico Maggi, Senior Threat Researcher Trend Micro. “Questi protocolli non sono stai progettati pensando alla security, ma sono utilizzati in un numero sempre maggiore di ambienti critici e questo rappresenta un grande rischio. Anche hacker con risorse limitate possono sfruttare questi difetti di progettazione e vulnerabilità, per compiere movimenti laterali, furti di dati o attacchi denial-of-service”.

La ricerca dimostra come gli attaccanti possono controllare da remoto gli endpoint IoT o compiere attacchi denial-of-service. Inoltre, sfruttando funzionalità specifiche dei protocolli, gli hacker possono mantener accesso permanente a un obiettivo e muoversi lateralmente lungo la rete.

Attraverso questa ricerca sono state identificate anche diverse vulnerabilità, rese pubbliche dalla Zero Day Initiative (ZDI): CVE-2017-7653, CVE-2018-11615 e CVE-2018-17614.

Per far fronte ai rischi evidenziati dalla ricerca, Trend Micro raccomanda di:

·         Implementare le corrette policy per rimuovere i servizi M2M che non sono necessari

·         Effettuare controlli periodici utilizzando servizi di scansione internet-wide, per assicurarsi che i dati sensibili non vengano trafugati attraverso servizi IoT pubblici

·         Implementare un workflow per la gestione delle vulnerabilità, per proteggere la supply chain

·         Mantenersi al passo degli standard industriali, perché la tecnologia è in continua evoluzione

Il report completo è disponibile a questo link

Ulteriori informazioni sono disponibili al seguente link

Al CES di Las Vegas LG crea una “cascata” di colore con l’installazione “LG OLED Falls”

Una cascata di dimensioni eccezionali e un design tutto nuovo per l’installazione che ha tutte le carte in regola per essere la più sorprendente del Consumer Electronics Show. Grazie al nuovo progetto, LG mette in luce tutto il potenziale e la versatilità della tecnologia OLED per il mercato business.   

Dopo l’entusiasmo riscosso dall’OLED Canyon lo scorso anno, LG Electronics (LG) torna al CES di Las Vegas con un’installazione che lascia senza parole. 

“LG OLED Falls” è un progetto sorprendente e “ultra immersivo”, che sfrutta la straordinaria tecnologia e flessibilità dei business display di LG. Le cascate OLED di LG, all’ingresso dell’area espositiva dell’azienda al CES 2019, sono realizzate grazie alla messa in opera di 260 LG OLED “Open Frame” disposti in configurazioni concave, convesse e piatte, a simulare il movimento dell’acqua grazie a vari raggi di curvatura.

 Grazie all’incredibile progetto delle “LG OLED Falls”, l’azienda mette in luce tutto il potenziale della tecnologia racchiusa nei suoi display OLED Open Frame, in grado di garantire un elevato livello di personalizzazione e una spettacolarizzazione nella comunicazione senza precedenti. Grazie agli schermi sottili, a curvatura regolabile, è possibile comporre infinite forme e suggestioni, creando esperienze multimediali e appassionanti che trasformano lo spazio in un contenitore da animare con la creatività e l’immaginazione. 

La tecnologia OLED non necessita di retro-illuminazione, per questo la struttura dei pannelli è semplice e sottile, toccando livelli mai raggiunti in termini di leggerezza e possibilità di personalizzazione. Ogni pixel si accende e si spegne singolarmente, ga-rantendo un contrasto infinito: dai neri più profondi ai bianchi più brillanti, passando per una gamma eccezionale di colori riprodotti in modo accurato e naturale. Grazie a questa tecnologia e ai tempi di risposta ultra veloci dei display, le immagini vengono riprodotte in modo cristallino, senza sfocature o scie, anche nelle più veloci scene in movimento. Le immagini prendono così vita, insieme a tutti i loro dettagli e sfumature. Utilizzando questa tecnologia unica, i display Open Frame LG OLED sono in grado di flettersi e di adattarsi anche a spazi prima impossibili da animare, per installazioni di digital signage che si trasformano in vere e proprie opere d’arte contemporanea. 

Posto all’ingresso del sensazionale stand di LG al CES, l’installazione delle “LG OLED Falls” dà spazio a immagini fluide e in movimento e a tutte le sensazioni che trasmettono: i visitatori possono trovarsi di fronte ad un mare di sabbia in un deserto assolato, alla furia delle cascate, all’oceano mosso dalle onde; essere immersi nella fo-resta pluviale, persi in un campo di fiori mossi dal vento o conquistati dai colori delle nuvole al tramonto; ritrovarsi circondati da una distesa di lanterne volanti o immersi nello spazio profondo, davanti allo spettacolo di una nebulosa.

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“Il successo riscosso lo scorso anno dall’OLED Canyon ci ha portato a pensare ancora più in grande, ad un’installazione dove il senso di meraviglia e di immersione fossero ancora più sorprendenti”, ha commentato Nicola Micali, Business Solutions Product & Marketing Manager. “Grazie alla tecnologia all’avanguardia dei nostri display OLED Open Frame – da poco disponibili anche in Italia per tutte le realtà professionali – all’eccezionale qualità della riproduzione delle immagini e alle infinite possibilità applicative e creative, le LG OLED Falls segnano un nuovo traguardo per il settore e per la nostra azienda, leader nell’innovazione per quanto riguarda il mondo signage e costantemente proiettata verso il futuro.”

AMAZON INNOVATE NOW SCEGLIE PREDIXIT COME UNICA STARTUP TRA I SELLER DEL NUOVO PORTALE PER LE PMI

Amazon sceglie Predixit, soluzione italiana di intelligenza artificiale per lo smart e-commerce (www.predix.it), per il lancio di un portale inedito in Italia:Amazon Web Services Innovate Now.

Il nuovo portale destinato alla vendita di servizi per le piccole e medie imprese vede Predixit imporsi come AWS Marketplace Seller, inserita come unica startup in un gruppo di sole sette aziende made in Italy selezionate come seller ufficiali. La partnership, firmata con la società di Seattle, permette a Predixit di vendere attraverso i suoi AWS in Italia e all’estero.

Predixit è una sofisticata soluzione A.I. in autoapprendimento, una sorta di “sesto senso” digitale che si applica con intuitiva rapidità ai siti di e-commerce, mettendo a disposizione diverse soluzioni di marketing automation, promozioni customizzate, suggerimenti individuali, valutazioni personali dei comportamenti online, analisi predittive dei possibili desideri di acquisto del singolo cliente con l’obiettivo di includere nella piattaforma anche soluzioni di dynamic price e chatbot. Tutto a costi competitivi e senza la necessità di competenze tecnologiche per l’utilizzo e con un ulteriore step da sviluppare: Predixit mira a supportare il drive to store, integrando i dati archiviati online con la dimensione offline, ossia ambisce a passare dallo store virtuale al negozio fisico, e viceversa, per una esperienza di shopping fidelizzata e completa. 

L’obiettivo sarà realizzato al termine della campagna di fundraising che punta a raccogliere 1 milione di euro in 12 mesi.

In soli sei mesi abbiamo aumentato il capitale per 500 mila euro – spiega Luca Ruju, CEO & Founder di Predixit portando il valore dell’azienda a 2 milioni di euro, prima con una campagna di crowdfunding che, grazie alla collaborazione con CrowdFundMe, ha attratto 107 investitori, chiudendo in anticipo sulla deadline con un overfunding del 350 per cento rispetto all’obiettivo e con una raccolta di 300 mila euro. Successivamente con un ulteriore aumento di capitale – appena lanciato – di 200 mila euro, il completamento della campagna di fundraising metterà Predixit in condizione di attuare il piano industriale 2019-2021, obiettivo di fatturato: 3,5 milioni di euro con circa 1.000 clienti B2B tra e-commerce ed agenzie, un IRR (tasso interno di rendimento) del 28 per cento per un terminal value di 7,5 milioni.

Tra gli investitori professionali coinvolti finora, con un investimento di 200 mila euro EPM Srl, società inserita nel programma internazionale Elite Growth con oltre 1000 dipendenti e che ha recentemente effettuato il proprio ingresso nel settore energetico. E con un investimento di 100 mila euro Acacia Travel Holding, attiva nel segmento travel e azionista di riferimento del gruppo Portale Sardegna Spa – società quotata dall’AIM leader in Italia nell’Online Travel Agency – con un progetto comune per la verticalizzazione della soluzione nel booking online. 

PREDIXIT – L’INTELIGENZA ARTIFICIALE

Dieci algoritmi brevettati per Predixit, soluzione user-friendly nata a Milano che sfrutta un sistema di A.I. che (ri)conosce l’utente, ne intercetta le preferenze ma non lo “insegue” al di fuori dello store visitato, una esperienza di shopping online personalizzata ma non intrusiva. Gli algoritmi – sviluppati in esclusiva dal team di Predixit in collaborazione con l’Università di Cagliari – “studiano” le caratteristiche del visitatore, delineando un’offerta a sua immagine nel rispetto della privacy. Predixit identifica il dispositivo connesso non la persona, storicizza i comportamenti in anonimato, non esce dal negozio virtuale e non vende i dati a terzi ma li usa esclusivamente quando il consumatore è nello store, non si trasforma in “stalker” dell’utente. Una successiva estensione di Predixit sarà lo sfruttamento dell’intelligenza artificiale nei negozi fisici.  La personalizzazione degli acquisti dal sito passerà allo store reale con il riconoscimento del cliente attraverso un sistema di integrazione e raccolta di dati online e offline e strategie marketing per il drive to store.

 PREDIXIT – I FOUNDER

A capo di Predixit Luca Ruju insieme ad altri due founder che mantengono il 75 per cento di Predixit (mentre il restante 25 per cento è affidato a terzi). I founder con importanti esperienze all’estero decidono di “rientrare in Italia” per scommettere sull’intelligenza artificiale per i retailer (on-line e off-line) con background in Business Administration, Bocconi e MIT, hanno lavorato per grandi aziende (Telecom Italia, Goldman Sachs e Oliver Wyman), per oltre 10 anni hanno vissuto e analizzato il mercato LATAM e USA, imprenditori seriali con diverse startup sulle spalle e 2 exit eccellenti, tra cui la mobile company italiana Zero9 (valutata 60 milioni di dollari) dal principale fondo Italiano della famiglia Bonomi “InvestIndustrial” e successivamente venduta a NeoMobile Spa, parte finanziata da BNL-BNP Paribas Group e parte con aumento di capitale da parte di MPS Venture and BlueGem. Predixit è accelerata nel 2015/2016 da Tim WCap. Tanti i riconoscimenti: Tech Tour Growth50 Awards, Edison Pulse Top 10 consumer, Top 100  startup Web Festival Europe, Top 10 Innovators Knowledge for Business, finalista all’Heroes Prize Competition. Top 100 startup d’Italia secondo la rivista Small Business Italia, finalista al Web Marketing Festival 2018 a Rimini e premiata da Amazon durante l’evento.

 

PREDIXIT – ULTIMI EVENTI

Predixit lancia la partnership con Amazon al Web Summit di Lisbona, il più importante evento di tecnologia al mondo. Espone al Forum Retail 2018, la più grande Retail community italiana, allo Startup Village, selezionata insieme a sole 19 startup in tutta Italia.

#Roma5G: Roma Capitale, Fastweb ed Ericsson presentano la prima applicazione su rete 5G

Le Terme di Diocleziano protagoniste del primo use case della Capitale
#roma5g nella Capitale il 5G esce dai laboratori ed entra nella fase di implementazione. Roma Capitale, Fastweb ed Ericsson hanno presentato oggi presso le Terme di Diocleziano il primo scenario d’uso di Realtà Virtuale e Realtà Aumentata applicata al settore del turismo nell’ambito della sperimentazione della tecnologia 5G in città.
“A soli 10 mesi dal lancio ufficiale del progetto #Roma5G nella Capitale, realizziamo insieme ai nostri partner il primo use case della sperimentazione. L’Amministrazione è in prima linea sul fronte dello sviluppo delle nuove infrastrutture tecnologiche per cogliere le opportunità che la rete di quinta generazione offre. Quello di oggi è un primo e importante passo per consolidare il ruolo di Roma come laboratorio di innovazione in cui sperimentare soluzioni innovative in grado di migliorare i servizi al cittadino e attrarre investimenti sul territorio” commenta la Sindaca di Roma Virginia Raggi.
Nel corso della conferenza stampa è stata infatti mostrata la prima concreta applicazione relativa alla valorizzazione del patrimonio culturale e artistico della Capitale che vede le Terme di Diocleziano al centro della sperimentazione. La soluzione implementata consente infatti di arricchire ulteriormente l’esperienza del visitatore attraverso la ricostruzione virtuale degli ambienti non più accessibili o esistenti delle Terme attraverso speciali visori. La soluzione basata su una fedele ricostruzione a 360° degli spazi permette infatti di immergersi completamente all’interno delle Terme di Diocleziano proprio come apparivano nell’antichità.
Grazie alla realtà virtuale il visitatore potrà non solo “incontrare” gli antichi abitanti di Roma ma anche ricevere informazioni puntuali, elaborate sulla base dei dati archeologici disponibili, che lo guideranno nel corso del suo viaggio virtuale e lo aiuteranno nella comprensione dei luoghi visitati. Lo spettatore verrà così proiettato all’interno delle Terme e potrà vivere l’esperienza di essere trasportato ai tempi

Un anno dalla bolla: che fine hanno fatto le criptovalute?

A cura di Roberto Rossignoli, Portfolio Manager di Moneyfarm 

  • Nel 2018 quasi tutti i coins digitali hanno perso gran parte del proprio valore
  • La storia delle criptovalute è a tutti gli effetti la storia di una bolla finanziaria, che ci racconta quanto può essere rischioso approcciarsi ai mercati finanziari senza un guida e con poca consapevolezza
  • La tecnologia blockchain è un’innovazione positiva, continuerà ad applicarsi ma non necessariamente sarà legata al successo delle criptovalute.

Esattamente un anno fa erano l’argomento di conversazione più in voga sulla tavola degli italiani: la bolla delle criptovalute (Bitcoin e similari) era l’argomento di discussione che riusciva a interessare parenti vicini e lontani e a unire tutte le generazioni. Proprio sotto Natale la febbre raggiunse l’apice, con il prezzo di scambio del Bitcoin che superò i 20.000 dollari al gettone. Nuove monete digitali venivano quotate ogni settimana e moltissime società, non sempre affidabili, adottarono il denaro digitale come mezzo alternativo per autofinanziarsi. 

Il 2018 è stato un anno di tutt’altro segno per le valute digitali: in generale quasi tutti i coins hanno perso gran parte del proprio valore. Il Bitcoin oggi si scambia poco sopra i 3.000 dollari, Ethereum che un anno fa viaggiava a valutazioni vicini ai 1.000 dollari, si può acquistare oggi per poco più di 100 dollari, molti dei gettoni non hanno più alcun valore. 

Quando le criptovalute si trovavano all’apice della propria valutazione, avvertimmo i risparmiatori sui rischi di questo tipo di investimento, a tutti gli effetti una scommessa sulla quale puntare (se proprio si deve) solo una parte minima del proprio patrimonio. La storia delle criptovalute è a tutti gli effetti la storia di una bolla finanziaria, una bolla  relativamente piccola (che non ha contagiato esplodendo, i mercati finanziari) che si è gonfiata ed è esplosa in un tempo relativamente breve: una storia paradigmatica che ci racconta quanto può essere rischioso approcciarsi ai mercati finanziari senza un guida e con poca consapevolezza.

Come si è creata la bolla?

La bolla delle criptovalute è stata favorita da diverse caratteristiche strutturali di questo tipo di mercato:

  • Un mercato relativamente piccolo (che anche nei momenti di massima espansione non ha superato la capitalizzazione teorica di 300 miliardi di dollari) che ha goduto di un’attenzione spropositata. Ciò è dovuto soprattutto a delle campagne di comunicazione ben orchestrate da parte di alcuni grandi investitori.
  • La confusione che si è generata tra le criptovalute come strumento di investimento e la tecnologia blockchain (l’innovazione che è alla base di esse). I molti endorsement, anche istituzionali, che questa tecnologia ha ricevuto sono stati interpretati dal pubblico come un fattore di stabilità per le criptovalute come classe di investimento, anche in assenza di una relazione reale tra questi due fattori.
  • Un mercato totalmente deregolamentato e opaco, all’interno del quale non solo non è stata garantita alcuna protezione per gli investitori, ma sono state possibili pratiche di manipolazione dei prezzi (come l’eccessiva concentrazione e il controllo dell’offerta). Se pochi investitori possiedono una parte molto rilevante di un mercato, essi possono inflazionare i prezzi con relativa facilità, limitando per esempio la circolazione degli strumenti e sostenendo il valore con acquisti mirati.

Perché è scoppiata la bolla?

La storia ufficiale vuole che le criptovalute siano finite sotto scrutinio da parte dei regolatori a causa delle numerose truffe e dei vari problemi di sicurezza che si sono verificati. Questi fattori avrebbero creato sfiducia, facendo crollare i prezzi.

In realtà la bolla è esplosa proprio perché si trattava di una bolla, destinata quindi ad esplodere. Quando anche moltissimi outsider (investitori non professionisti che entrano in un mercato per emulazione, inseguendo i guadagni) cominciano ad investire sull’onda dell’entusiasmo, gli insider, coloro che si trovavano nel mercato da più tempo e hanno più capacità e risorse, semplicemente monetizzano la propria posizione. 

Ma mio cugino conosce un tale che è diventato ricchissimo…

In ogni bolla esiste sempre qualcuno che salendo e scendendo dalla giostra al momento giusto riesce ad accumulare grandi fortune. Quindi esisterà sicuramente qualcuno che sia riuscito ad accumulare dei buoni profitti (specialmente tra le persone che credettero in questo investimento prima degli ultimi 24 mesi). Tuttavia la maggior parte degli investitori ha perso somme relativamente ingenti.

Questo vuol dire che le criptovalute sono finite?

Non necessariamente. A oggi un Bitcoin vale oltre 3.000 dollari, si tratta di una cifra importante se confrontata con le valutazioni di due/tre anni fa. Il mercato è talmente piccolo che alcune criptovalute potrebbero mantenere un valore nel lungo termine (sempre che il regolatore non intervenga o non ci sia un grave problema tecnologico), ma la maggior parte di esse sono destinate ad andare a fondo. La bolla potrebbe anche ricominciare a gonfiarsi perché i fattori che hanno portato alla sua esplosione sono in un certo senso ancora presenti.

L’importante è capire che le criptovalute non hanno nessun valore intrinseco, avranno un valore finché persisteranno interesse e fiducia degli investitori in questo questo mercato, quando questa dinamica si fermerà il valore potrebbe scendere molto velocemente a 0.

Ma la tecnologia blockchain?

La tecnologia blockchain è un’innovazione positiva che offre un pratico sistema di scambio in tutti quei campi dove servirebbe coinvolgere una terza parte come garanzia (come, per esempio, le compravendite immobiliari). La tecnologia continuerà ad applicarsi ma non necessariamente sarà legata al successo delle criptovalute, le due cose sono in un certo senso distinte.

Le criptovalute sono i soldi del futuro?

Per quanto riguarda il sistema monetario, la garanzia di una terza parte (lo Stato, la banca centrale) non serve solo a garantire la regolarità degli scambi (cosa che potrebbe fare un sistema basato sulla blockchain). Le istituzioni hanno anche il compito di regolare la dimensione della base monetaria e garantire la sicurezza; se mai un giorno il sistema monetario sarà regolato da una tecnologia di tipo blockchain, difficilmente essa sarà al di fuori del controllo pubblico. 

In definitiva la storia dell criptovalute dimostra quanto la prospettiva di guadagnare molto denaro molto in fretta possa agire come una motivazione irresistibile. Moltissime persone, anche digiune di finanzia e di investimenti, si sono trovate coinvolte, senza accorgersene, in un’attività di trading altamente speculativa, senza le adeguate mediazione e protezioni: una storia che ci ricorda ancora una volta perché, nella maggior parte delle situazioni, c’è bisogno di una guida esperta per navigare i mercati finanziari.

 Informazioni su Moneyfarm

Moneyfarm è una società internazionale di gestione del risparmio specializzata negli investimenti a medio-lungo termine. Fondata nel 2012 da Paolo Galvani e Giovanni Daprà, Moneyfarm è oggi una delle aziende innovative più finanziate in Italia e in Europa con una raccolta totale di oltre 70 milioni di euro. Con le tre sedi di Milano, Londra e Cagliari e un team di 90 professionisti, Moneyfarm gestisce il patrimonio di oltre 30.000 risparmiatori tra Italia e Regno Unito (su una base di oltre 200.000 utenti attivi) a un ritmo di crescita che nel 2017 ha visto la base clienti triplicare e nel 2018 le masse gestite crescere del 300%.

Grazie all’utilizzo delle tecnologie digitali Moneyfarm ha sviluppato un modello innovativo che le permette di fornire un servizio di gestione finanziaria di prima qualità, semplice, trasparente e a costi inferiori a quelli offerti dai gestori tradizionali. È regolata dalla Financial Conduct Authority (FCA) e vigilata in Italia da Consob. Ad agosto 2012 è sbarcata sul web con Moneyfarm.com, aprendo la strada alla consulenza indipendente via Internet nel mercato italiano. L’azienda ha come soci principali il gruppo Allianz, i fondi di investimento Cabot Square Capital, United Ventures, Endeavor e la Fondazione di Sardegna.

Per il quarto anno consecutivo Moneyfarm è stata premiata Miglior Servizio di Consulenza Finanziaria Indipendente e per la prima volta Top nella categoria Robo Advisor dall’Istituto Tedesco di Qualità e Finanza. La società ha recentemente annunciato una partnership con Banca Sella che ha sancito l’ampliamento del servizio anche al segmento B2B.

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