L’intelligenza artificiale e la medicina: tre casi di successo

 L’analisi di numeri, immagini e parole semplifica la vita dei medici e accelera le diagnosi, ma può velocizzare anche la ricerca scientifica, salvando vite umane. Ecco tre esempi virtuosi che nascono dalla collaborazione tra istituzioni governative, corporate e start-up

A cura di Gianluca Maruzzella, Founder & CEO di Indigo.ai

L’intelligenza artificiale sposa il mondo della salute e della medicina. Un matrimonio accelerato dall’emergenza sanitaria del Covid-19 e che lascia molti interrogativi ancora senza risposta, a cominciare dal delicato tema della privacy e della gestione dei dati sensibili dei pazienti, ma che permette di velocizzare le diagnosi e migliorare il dialogo tra dottore e paziente. Di più: può servire alle persone per assumere un determinato farmaco con maggiore consapevolezza, così come semplificare la vita dei ricercatori scientifici aiutandoli a districarsi tra migliaia di pubblicazioni.

L’intelligenza artificiale si muove in tre grandi insiemi: immagini, numeri e parole. Tre verticali che trovano la loro applicazione anche nel mondo della medicina, con obiettivi e sviluppi differenti.

Un classico esempio di applicazione dell’AI al verticale dei “numeri” in campo medico è il supporto dell’intelligenza artificiale nell’analisi quantitativa dei dati del paziente: il supporto di algoritmi predittivi permette di ridurre al minimo eventuali errori di interpretazione. Infatti, grazie ad una serie di dati e utilizzando degli algoritmi di machine learning, la macchina è in grado di aiutare il medico nell’analizzare un campione e diagnosticare la patologia. Se immaginare un’intelligenza artificiale che sappia interpretare e analizzare i numeri ci è tutto sommato semplice (dalla calcolatrice ai file excel ai primi computer, è un concetto a cui siamo abituati), come può invece una AI venire utilizzata nello studio di immagini e parole della medicina? Vediamo alcuni esempi.

Leggere le immagini: Il caso di InnerEye by Microsoft

Se i risultati degli esami e delle analisi sono i numeri che permettono al medico di capire come sta il paziente, le immagini sono le lastre e le risonanze magnetiche (così come le tac, ecc) – che aiutano il dottore a confermare le sue ipotesi in una sorta di combinato disposto. Ed è proprio partendo dall’analisi delle immagini che Microsoft ha creato InnerEye, un sistema che utilizza una libreria sterminata di foto scannerizzate che può capire se il paziente abbia un tumore. L’intelligenza si basa su un algoritmo che impara dalle lastre visionate dai dottori, immagazzina tutte le informazioni e arriva una diagnosi celere con un abbattimento dei costi per l’identificazione dell’eventuale malattia, ma soprattutto facendo risparmiare tempo prezioso al paziente.

Comprendere le parole: in UK è il robot a fare l’anamnesi in real-time

Applicare l’intelligenza artificiale alle parole in medicina è sicuramente più complesso, ma può aiutare il dottore, ad esempio, nel dialogo con il paziente. Come nel caso di Babylon Help, sicuramente un bell’esempio di partnership tra pubblico – il sistema sanitario del governo inglese – e privato, ovvero l’ex start-up britannica. In questo caso è il sistema di intelligenza artificiale a compilare l’anamnesi del paziente in tempo reale, ascoltando la conversazione a distanza tra medico e paziente. Grazie all’utilizzo della videocamera, Babylon Help è in grado di analizzare le espressioni del paziente per capire se sia preoccupato o meno o – per esempio – per essere certi che abbia compreso una domanda particolare. Il sistema, soprattutto, acquisisce e scrive tutte le informazioni necessarie al dottore per una prima diagnosi. In questo modo si abbattono i costi del sistema sanitario, ma si evitano anche lunghi tempi d’attesa negli ambulatori e si garantisce un servizio senza interruzioni. Ovviamente, cambiano anche le competenze stesse dei dottori, che sono chiamati anche ad acquisire conoscenze informatiche – però a vantaggio di uno snellimento notevole delle “carte” da compilare.

Il supporto alla ricerca: l’AI che aiuta gli scienziati contro il Covid-19

L’AI non corre in supporto solo dei medici o dei pazienti: in questo periodo di pandemia chi si occupa di intelligenza artificiale ha cercato di mettere le sue competenze a sostegno della lotta al Coronavirus. Ci abbiamo provato anche noi, insieme al Centro Medico Santagostino, sviluppando Record, un motore di ricerca a disposizione degli scienziati per aiutarli a districarsi tra le migliaia di articoli specialistici che quotidianamente vengono pubblicati sul tema. Infatti, il Covid-19 è un virus nuovo, il mondo intero lo sta studiando e ogni giorno si fanno grandi e piccole scoperte che avvicinano sempre più alla creazione di un vaccino. Per questo gli studiosi hanno bisogno di restare al passo con le ultime novità, senza però sottrarre tempo prezioso alla ricerca attiva. Record diventa uno strumento prezioso in questo senso. Funziona in due fasi: la prima passa attraverso la selezione dei documenti che con ogni probabilità contengono la risposta alla domanda del ricercatore; successivamente attraverso un modello di “question answering” viene fornita una risposta per ciascuno dei documenti selezionati, insieme ad ulteriori informazioni come il titolo, gli autori, la bibliografia e il giornale di pubblicazione con relativo impatto scientifico, per aiutare gli utenti a valutare la rilevanza del documento e l’attendibilità della risposta. Uno strumento per andare “diritti al punto” d’interesse. Uno strumento che speriamo si riveli utile nella realizzazione di un vaccino al virus.

Insomma, il matrimonio tra medicina e intelligenza artificiale non solo è già realtà, ma sta dimostrando in modo sempre più incisivo di poter funzionare, di poter avere un futuro roseo, di avere le basi solide per rivoluzionare in meglio, lentamente ma stabilmente, uno degli aspetti più importanti della vita umana, ovvero la gestione della salute personale e collettiva.

 

INDIGO.AI

Siamo uno studio di Conversational AI che progetta e costruisce assistenti virtuali, tecnologie di linguaggio ed esperienze conversazionali. Nati a Settembre 2016 tra i banchi del Politecnico di Milano da un’idea di cinque giovani (Gianluca Maruzzella, Enrico Bertino, Marco Falcone, Andrea Tangredi e Denis Peroni – ad oggi quasi tutti under30), abbiamo realizzato assistenti virtuali per alcune delle aziende più innovative al mondo, tra cui banche, assicurazioni, case farmaceutiche, etc. Abbiamo costruito un framework proprietario di Natural Language Processing che, sfruttando l’intelligenza artificiale, è in grado di comprendere le informazioni nel testo o nella voce in maniera completamente automatica: grazie a questo framework aiutiamo le aziende ad automatizzare conversazioni, efficientare processi, alleggerire il customer care ed ingaggiare i clienti in maniera super personalizzata. Il nostro team è formato da 20 persone e operiamo sia in Italia che all’estero. Tra il 2017 e il 2020 siamo stati scelti due volte come rappresentanti della delegazione delle start-up italiane al CES di Las Vegas e abbiamo vinto tre riconoscimenti del premio Gaetano Marzotto – tra i più importanti nel panorama dell’innovazione. 

DeathStalker: Kaspersky analizza le attività del gruppo APT “mercenario” che spia le piccole e medie imprese

I ricercatori di Kaspersky hanno pubblicato una ricerca approfondita su DeathStalker, un gruppo “mercenario” che si occupa di minacce persistenti avanzate (APT) e che, dal 2012, porta avanti efficaci attacchi di cyberspionaggio contro le piccole e medie imprese che operano nel settore finanziario. Secondo le recenti scoperte, il gruppo ha preso di mira aziende in tutto il mondo, dall’Europa fino all’America Latina, un fatto che mette ancora di più in evidenza la necessità di protezione dal punto di vista della sicurezza informatica per le piccole e medie imprese.

Mentre gli autori di cyberminacce finanziate dai diversi stati-nazione, così come gli attacchi sofisticati, sono spesso al centro dell’attenzione, le aziende oggi si trovano a dover fronteggiare una serie di minacce ben più immediate e dirette. Tra queste, gli attacchi ransomware, le fughe di dati, lo spionaggio commerciale, tutti rischi che possono portare con sé anche possibili danni di una certa entità alle operazioni stesse e anche alla reputazione delle organizzazioni. Questi attacchi di solito vengono perpetrati da cybercriminali di medio livello che si occupano di malware e anche da gruppi di hacker che operano dietro il pagamento di un compenso, proprio come DeathStalker, che Kaspersky sta monitorando dal 2018.

DeathStalker è un gruppo cybercriminale unico nel suo genere, che si concentra principalmente sul cyberspionaggio prendendo di mira studi legali e organizzazioni che operano nel settore finanziario. L’autore della minaccia è noto per la sua grande capacità di adattamento e per l’utilizzo di un approccio iterativo e veloce nella progettazione dei software, caratteristiche che lo rendono in grado di mettere in atto campagne efficaci.

Recenti ricerche hanno permesso a Kaspersky di collegare l’attività di DeathStalker a tre famiglie di malware – Powersing, Evilnum e Janicab – un fatto che dimostra l’ampiezza dell’attività svolta dai gruppi almeno fin dal 2012. Mentre Powersing è stato rintracciato da Kaspersky nel 2018, le altre due famiglie sono state individuate da altri fornitori di soluzioni di sicurezza informatica. L’analisi di Kaspersky ha messo in evidenza le somiglianze di codici tra le tre famiglie di malware e nella scelta delle vittime; per questo motivo i ricercatori credono, con un certo livello di affidabilità, che ci sia un collegamento.

Le tattiche, le tecniche e le procedure messe in atto dagli autori della minaccia sono rimaste le stesse nel corso degli anni: si basano su email di spear-phishing realizzate su misura per consegnare archivi contenenti file malevoli. Quando l’utente clicca sullo shortcut, viene eseguito uno script malevolo e si procede così con il download di ulteriori componenti direttamente da Internet. Questo metodo consente agli attaccanti di ottenere il controllo del dispositivo della vittima.

Un esempio è l’uso di Powersing, basato su Power-Shell, il primo malware rilevato tra quelli usati da questo autore di cyberminacce. Una volta che il dispositivo della vittima è stato infettato, il malware è in grado di catturare regolarmente degli screenshot e anche di eseguire degli script di Powershell in modo arbitrario. Alternando diversi metodi di persistenza, a seconda della soluzione di sicurezza rilevata sul dispositivo infetto, il malware è in grado di eludere la detection. Questo dimostra così la capacità degli attaccanti nell’eseguire test di rilevamento prima di ogni campagna e nell’aggiornare poi gli script a seconda degli ultimi risultati ottenuti.

Nelle campagne che utilizzano Powersing, DeathStalker si avvale anche di un noto servizio pubblico per nascondere le prime comunicazioni backdoor nel traffico di rete legittimo, limitando così la capacità dei difensori di ostacolare le operazioni. Usando dei dead-drop resolvers – messaggi pubblicati su servizi web legittimi, quali social media, blog e siti con servizi di messaggistica, e contenenti informazioni per connettersi all’infrastruttura di comando e controllo – l’autore della minaccia è stato in grado di eludere i rilevamenti e portare rapidamente a termine la campagna. Una volta che le vittime venivano infettate, infatti, si rivolgevano proprio a questi dead-drop resolver, ma venivano reindirizzate direttamente da loro, nascondendo così la catena stessa delle comunicazioni.

Un esempio di dead-drop resolver ospitato su un servizio pubblico legittimo.

 

L’attività di DeathStalker è stata rilevata in tutto il mondo, un dato che chiarisce anche la dimensione delle operazioni portate avanti dal gruppo. Attività legate a Powersing sono state individuate in Argentina, Cina, Cipro, Israele, Libano, Svizzera, Taiwan, Turchia, Regno Unito ed Emirati Arabi Uniti. Kaspersky ha localizzato anche vittime di Evilnum a Cipro, in India, Libano, Russia ed Emirati Arabi Uniti. Informazioni dettagliate sugli Indicatori di Compromissione relativi a questo gruppo, compresi gli hash di file e i server C2, sono disponibili online su Kaspersky Threat Intelligence Portal.

“DeathStalker è il primo esempio di un autore di minacce informatiche dal quale le organizzazioni che operano nel settore privato dovrebbero difendersi. Mentre spesso ci concentriamo sulle attività svolte dai gruppi APT, un gruppo come DeathStalker ci ricorda che anche le organizzazioni che tradizionalmente non sono tra le più attente dal punto di vista della cybersecurity, dovrebbero essere consapevoli circa la possibilità di diventare dei bersagli. A giudicare dalla sua continua attività, ci aspettiamo anche che DeathStalker continui a rimanere una minaccia, mettendo in campo strumenti sempre nuovi per colpire le organizzazioni. Questo autore, in un certo senso, è una prova del fatto che anche le piccole e medie imprese devono investire nella formazione sulla sicurezza informatica e nella sensibilizzazione”, ha commentato Ivan Kwiatkowski, senior security researcher del Global Research and Analysis Team (GReAT) di Kaspersky. “Per rimanere protetti da DeathStalker, consigliamo alle organizzazioni di disattivare la possibilità di utilizzare linguaggi di scripting, come powershell.exe e cscript.exe, dove è possibile. Raccomandiamo, inoltre, che la formazione futura in termini di sensibilizzazione su questo tipo di problematiche e le valutazioni dei prodotti per la sicurezza informatica comprendano anche le capacità di rilevamento delle catene di infezione basate su file LNK (shortcut)”.

Per evitare di diventare vittime di un attacco mirato sferrato da autori noti o sconosciuti, i ricercatori di Kaspersky consigliano di:

·         Mettete a disposizione del team SOC l’accesso alle più recenti informazioni di threat intelligence (TI). Kaspersky Threat Intelligence Portal, ad esempio, rappresenta un punto di accesso unico alla threat intelligence dell’azienda, mettendo a disposizione dati sui cyberattacchi e informazioni raccolte da Kaspersky in oltre 20 anni di esperienza.

 

·         Assicuratevi che sia presente la giusta protezione a livello degli endpoint come, ad esempio, la soluzione di sicurezza di Kaspersky Integrated Endpoint Security. Questa soluzione combina la sicurezza degli endpoint con le funzionalità sandbox e EDR, che garantiscono una protezione efficace dalle minacce avanzate e una visibilità immediata sulle attività malevole rilevate a livello degli endpoint aziendali.

 

·         Poiché molti attacchi mirati prendono il via con una campagna di phishing o sfruttando altre tecniche di social engineering, è importante introdurre un percorso di formazione dedicato alla consapevolezza in materia di sicurezza informatica e trasmettere alcune competenze pratiche, ad esempio, attraverso la piattaforma Kaspersky Automated Security Awareness Platform.

 

Lo studio completo su DeathStalker è disponibile online su Securelist.com.

 

Maggiori informazioni sull’attività di questo gruppo APT saranno condivise nel corso del prossimo webinar dal titolo “GReAT Ideas. Powered by SAS: advancing on new fronts – tech, mercenaries and more, che si terrà online il 26 agosto alle ore 16.00. è possibile partecipare gratuitamente registrandosi a questo link: https://kas.pr/v1oj  

Amazon Music for Artists la nuova app per artisti

Amazon Music lancia una nuova app per artisti:
“Amazon Music for Artists”


Un speciale servizio che permetterà ad artisti e addetti ai lavori di monitorare l’andamento del proprio repertorio su Amazon Music

 

Amazon Music lancia oggi, “Amazon Music for Artists”: un’app mobile per aiutare artisti e team a comprendere meglio il loro business all’interno di Amazon Music. Amazon Music for Artists è disponibile sia su iOS che su Android, offrendo prestazioni in streaming e statistiche sulla base dei fan di ogni singolo artista.
Il lancio è abbinato a un sito Web associato (https://artists.amazonmusic.com/) in cui sia gli artisti che i loro team possono ottenere ulteriori informazioni rispetto all’app, nonché aree di opportunità, best practice, risorse aggiuntive e molto altro.

Con Amazon Music for Artists, gli artisti e i loro team hanno accesso a una visione globale delle statistiche relative ai loro singoli e album; possono ottenere maggiori informazioni sull’andamento delle loro canzoni attraverso Alexa su Amazon Music; dettagli sulle riproduzioni di migliaia di playlist e stazioni e  infine, approfondimenti delle abitudini dei propri followers.

Più specificamente, Amazon Music for Artists include:

  • Nuove metriche di successo, incluso il Daily Voice Index, che illustra il modo in cui la musica di un artista viene riprodotto su Amazon Music con Alexa, comprese le informazioni sulle richieste vocali di artista, album, canzone e testo

  • Accesso ai dati di streaming quasi in tempo reale, fornendo agli artisti i dati di streaming più recenti in tutto il loro catalogo
  • Una scheda di approfondimento dei fan, che fornisce una ripartizione degli ascoltatori più fedeli di un artista – Fan e Superfan – in modo da potersi focalizzare sulla crescita di questi segmenti nel tempo
  • Un filtro personalizzato per date, in modo che gli artisti possano scegliere i giorni specifici o il periodo di tempo per monitorare le prestazioni in tempo quasi reale, comprese le ultime 24 ore di un lancio
  • CD Baby è uno dei  partner di lancio di verifica con Amazon Music for Artists, il che significa che qualsiasi artista che viene distribuito tramite CD Baby può ottenere un accesso rapido

Amazon Music for Artists è disponibile a livello globale in inglese per il download tramite l’app store mobile su Android o iOS. Gli artisti e loro team posso scoprire di più a questo link  artists.amazonmusic.com.

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Amazon

Amazon è guidata da quattro principi: ossessione per il cliente piuttosto che attenzione verso la concorrenza, passione per l’innovazione, impegno per un’eccellenza operativa e visione a lungo termine. Le recensioni dei clienti, lo shopping 1-Click, i suggerimenti personalizzati, Prime, Logistica di Amazon, AWS, Kindle Direct Publishing, Kindle, i tablet Fire, Fire TV, Amazon Echo e Alexa sono alcuni dei prodotti e dei servizi introdotti da Amazon.

 

Codemotion con Amazon webinar gratuito per gli insegnanti italiani

Codemotion insieme a Amazon:
webinar gratuito per gli insegnanti di tutti gli Istituti italiani 

Obiettivo: avvicinare gli studenti alle materie STEM
attraverso il Creative Learning e il Coding 

 

Il corso, con già 600 iscritti, rientra nel progetto Solidarietà digitale del Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione che rende disponibili servizi gratuiti a supporto degli insegnanti di tutte le regioni impattate dall’ultimo decreto.

Alla luce degli aggiornamenti contenuti nel DPCM del 9 marzo 2020, che amplia a tutte le regioni italiane le zone soggette a restrizioni per le misure di emergenza sanitaria a contrasto della diffusione del Coronavirus (SARS-CoV-2), Codemotion in collaborazione con Amazon organizza per venerdì 13 marzo 2020 alle ore 11:00, un webinar gratuito principalmente riservato agli insegnanti di tutti gli Istituti scolastici italiani, per avvicinare gli studenti alle materie STEM attraverso il Creative Learning e il Coding applicati alla didattica.

Della durata totale di un’ora e trenta, il corso online che ha già ricevuto più di 600 iscrizioni, rientra nell’iniziativa di solidarietà digitale del Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione e verterà su suggerimenti pratici, attività hands-on e casi d’uso per aumentare l’engagement dei propri studenti in modo creativo e alla portata degli insegnanti di tutte le materie.  

Il Creative Learning attraverso il Coding rappresenta la metodologia di insegnamento che fin dagli esordi, nel 2009, caratterizza Codemotion, la piattaforma che da sempre supporta gli sviluppatori mettendo in relazione tra loro professionisti IT, community tech e aziende.  

Durante l’attività verranno presentati strumenti gratuiti in grado di creare un innovativo “kit per progetti in classe”, grazie all’educatore Massimo Avvisati, Head of EdTech R&D di Codemotion.

“Il nostro metodo educativo si fonda sul Creative Learning, un insieme di tecniche di apprendimento creativo efficace proprio perché basato sulla passione, sulla collaborazione, sui progetti, sull’esplorazione, sulla sperimentazione e soprattutto sul gioco, che si rivela uno dei momenti più intensi e ricchi di esperienze di apprendimento” racconta Massimo Avvisati, Head of EdTech R&D di Codemotion.

Come aderire

Per partecipare è possibile inviare una mail a itfctourleaders@amazon.com con oggetto “Webinar STEM”, indicando le proprie generalità e l’istituto di appartenenza. Il docente riceverà una mail con le istruzioni e le credenziali di accesso. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito del Governo: https://solidarietadigitale.agid.gov.it/#/
Nel caso in cui non sia possibile partecipare live al webinar, al termine sarà liberamente aperto a chiunque voglia seguirlo, previa registrazione, come sopra.

Come iscriversi 

Attraverso il portale degli eventi di Codemotion:
https://events.codemotion.com/webinars/opportunit-del-creative-coding-applicate-alla-didattica/ 

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Codemotion è la piattaforma che da sempre supporta gli sviluppatori mettendo in relazione tra loro professionisti IT, community tech e aziende. Fondata nel 2013 da Chiara Russo e Mara Marzocchi, oggi è una scale-up con più di 50 dipendenti in 4 Paesi (Italia, Spagna, Olanda e Germania) impegnata nella costruzione di una tech community internazionale che orchestra opportunità di crescita, formazione e sviluppo professionale e veicola contenuti di qualità sulle ultime tendenze tecnologiche per i professionisti del settore, aiutando inoltre le giovani generazioni ad avvicinarsi alla tecnologia attraverso il progetto “Codemotion Kids!”. Codemotion sostiene gli sviluppatori affinchè essi possano crescere, confrontarsi e costruire insieme le tecnologie del futuro.
In una parola, programmare il futuro. Insieme. 

Per ulteriori informazioni: www.codemotion.com

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Amazon Showroom: il salotto virtuale per visualizzare i prodotti di design prima dell’acquisto

Amazon lancia una nuova funzionalità per migliorare l’esperienza d’acquisto di mobili online, Amazon Showroom rende interattiva l’esperienza di acquisto di arredamento online, permettendo ai clienti di visualizzare prodotti per la casa in un salotto virtuale e personalizzabile a seconda del proprio stile, supportando così la decisione di acquisto.

Amazon Showroom offre ai clienti una nuova esperienza dedicata all’acquisto di arredamento online. Amazon Showroom è un salotto virtuale dove i clienti possono personalizzare il colore delle pareti e i rivestimenti dei pavimenti in base alle proprie preferenze, posizionando oggetti decorativi e mobili a seconda del proprio gusto. I clienti possono lasciarsi ispirare, scegliendo tra vari tipi di prodotti: lampade da terra, poltrone e divani, quadri artistici da parete, tappeti e tavolini di diversi stili. È possibile poi condividere il proprio progetto con la propria famiglia e gli amici, oppure salvarlo come bozza per scelte d’acquisto future. Amazon Showroom è disponibile per tutti i clienti su www.amazon.it/showroom.

L’esperienza è facile e intuitiva: basta cliccare su pareti e pavimenti per personalizzarne il colore in base alle proprie preferenze. Cliccando su un articolo nello showroom, i clienti hanno a disposizione tre opzioni: possono visualizzare i dettagli del prodotto, sostituirlo oppure visualizzare un elenco di tutti gli articoli posizionati nella stanza. Gli oggetti visualizzati nella stanza possono essere aggiunti al carrello uno alla volta o in gruppo.

Amazon Showroom va ad integrare le innovative funzionalità di acquisto già esistenti Discover e AR View. Con Amazon Discover, i clienti ricevono suggerimenti di arredamento, che possono personalizzare cliccando su Mi piace o Non mi piace all’interno delle immagine dei prodotti. Con Amazon AR View è possibile invece proiettare e posizionare un’immagine tridimensionale del mobile selezionato all’interno della propria abitazione tramite smartphone.

Beni culturali e Digitale – I musei italiani sono sempre più “social” e attenti agli analytics

 

 Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano

www.osservatori.net

 Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali

 Il 69% dei musei è presente su almeno un canale social (erano il 57% nel 2018), soprattutto su Facebook (dal 54% all’attuale 67%) e Instagram (sale dal 23% al 26%).
Oltre ad ampliare l’offerta sui propri canali, oggi le istituzioni si stanno aprendo alla collaborazione con gli altri attori del mondo digital: il 76% dei musei è presente su Tripadvisor (+1% rispetto al 2018) ma è ancora poco diffusa la valorizzazione di altri canali come le online travel agency (OTA) o i tour operator online.

 

Oltre 2 turisti su 3 (68%) consultano il web per scegliere i luoghi da visitare in vacanza, ma in Italia le attività culturali si acquistano ancora in loco (73%) e in contanti (66%).

Solo un museo su 2 ha un sito adatto alla navigazione da mobile.

 

Crescono le attività di monitoraggio dei visitatori post visita: l’83% delle istituzioni dichiara di consultare gli analytics e il 77% di leggere le recensioni intervenendo dove opportuno.
Iniziano a diffondersi anche realtà virtuale (16%), realtà aumentata (12%) e videogiochi (10%) come modalità di ingaggio e interazione con il visitatore. 

Il 17% delle istituzioni culturali dichiara di avere un’app e il 62% prevede di inserirla a breve.

Per il 48% dei turisti digitali italiani, i principali strumenti di ispirazione sono recensioni e commenti letti online, a cui si aggiunge un 19% che trae indicazioni da post di altri utenti sui social network, ma in media solo il 4% dell’incasso da biglietteria per i musei italiani proviene dal sito web proprietario e l’1% da altri canali online. Aumenta l’offerta dei supporti digitali messi a disposizione (il 58% delle istituzioni culturali mette a disposizione dei visitatori il wi-fi e il 17% le app) ma in 7 casi su 10 il visitatore non ne è nemmeno a conoscenza.

Queste alcune delle evidenze presentate oggi presso il Campus Bovisa dalla terza edizione dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano*.

Le istituzioni culturali si trovano nel mezzo di un processo profondo di cambiamento, stimolato dalla necessità di aprirsi sempre più all’esterno, utilizzando modi e linguaggi nuovi, fortemente influenzati dal digitale. La necessità di trasformazione costituisce una sfida ma anche un’opportunità per avvicinare nuovi pubblici e per valorizzare i beni materiali e immateriali che le istituzioni custodiscono e producono” dichiara Eleonora Lorenzini, direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali “Per questo la Ricerca ha seguito quest’anno due filoni principali di analisi: da una parte i comportamenti e le esigenze della domanda nelle diverse fasi di quello che viene denominato ‘user journey’, dall’altra i comportamenti e le competenze delle istituzioni culturali nell’era del digitale, rappresentati lungo un immaginario ‘cultural manager journey’. I due comportamenti, del visitatore e dell’istituzione culturale, sono stati analizzati con riferimento al ‘viaggio’ pre, durante e post visita che accompagna entrambi gli attori e che si articola in quattro fasi: ispirazione & ricerca, prenotazione & acquisto, visita, post visita”

Fase 1: Ispirazione & Ricerca

Focalizzandosi sui turisti digitali italiani, emerge che internet è utilizzato ampiamente per avere idee e spunti sui luoghi da visitare (dal 68% dei turisti) e per cercare informazioni per la vacanza (dall’83%). Per il 48% del campione i principali strumenti di ispirazione sono recensioni e commenti letti online, cui si aggiunge il 19% che trae ispirazione da post di altri utenti sui social network. Non meno rilevanti si confermano però anche i consigli di amici, parenti e conoscenti, che sono la prima fonte di ispirazione non digitale (per il 40%) insieme alla nostalgia per un’esperienza passata che si vuole rivivere (25%) e alle conversazioni casuali (20%).

Da un’analisi svolta su un campione rappresentativo di musei italiani, monitorati per il terzo anno consecutivo, emerge che l’85% dei musei ha un sito web, ma solo il 47% ha un sito relativo alla propria istituzione culturale (negli altri casi si tratta di una presenza all’interno di altri siti web). Passi avanti significativi sono necessari anche sul fronte dell’accessibilità: il 41% dei siti è disponibile solo in lingua italiana e il 48% non è compatibile con i dispositivi mobile.
Rimanendo sui canali proprietari, il 69% dei musei è presente su almeno un canale social media (erano il 57% nel 2018), dove Facebook si conferma il canale più diffuso (67%, in forte crescita rispetto al 54% del 2018), seguito da Instagram (26%, era 23% nel 2018), che è in continua crescita.” Dichiara Deborah Agostino, direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali “Anche le newsletter sono uno strumento molto usato per aggiornamento su attività ed eventi (nel 76% dei musei) con una minoranza (14%) che riesce a personalizzare i messaggi in base alla tipologia di clienti. Per quanto riguarda i canali non proprietari, il 76% dei musei è presente su Tripadvisor (+1% rispetto al 2018). È invece ancora poco diffusa la valorizzazione di altri canali come le online travel agency (OTA) o i tour operator online”

Fase 2: Prenotazione e acquisto

Nell’attività di prenotazione e acquisto di servizi per attività culturali i canali online sono meno utilizzati rispetto a quelli fisici (52% dei turisti digitali ha acquistato o prenotato su internet contro il 65% che lo ha fatto di persona), in controtendenza rispetto a quanto avviene per altri servizi esperienziali più digitali. Le attività culturali sono inoltre acquistate principalmente in loco (73%) e facendo uso di contanti (66%).

Nonostante il 78% dei musei dichiari di avere un sistema di biglietteria (nei musei ad accesso gratuito spesso manca un sistema di biglietteria e di controllo degli accessi), solo il 20% consente l’acquisto online del biglietto stesso. Inoltre, solo l’8% delle istituzioni consente di effettuare l’ingresso senza dover stampare il biglietto su carta. I dati sugli incassi da biglietteria confermano che la maggior parte degli acquisti è ancora in loco e in media solo il 4% dell’incasso da biglietteria proviene dal sito web proprietario e l’1% da altri canali online.

Fase 3: Visita

É ancora difficile interpretare chiaramente quanto gli strumenti digitali di supporto alla visita in loco siano usati e apprezzati dagli utenti. Innanzitutto la presenza di strumenti per l’interazione onsite non è spesso comunicata e valorizzata efficacemente: oltre il 70% degli intervistati non era a conoscenza del supporto digitale presente (che nella maggior parte dei casi non è stato il motivo rilevante di attrazione). I giudizi principali sullo strumento sono risultati: divertente (per il 39% degli intervistati), sorprendente (22%) e rilassante (21%). La componente di intrattenimento sembra quindi connotare questi strumenti più di quella di approfondimento. Osservando il comportamento dei musei rispetto all’adozione di strumenti digitali a supporto della fruizione in loco, i dati mostrano una fotografia che vede il digitale ancora poco presente: il 58% delle istituzioni culturali mette a disposizione dei visitatori il wi-fi e il 36% le audioguide. Queste percentuali salgono quando si focalizza l’analisi sulle sole istituzioni pubbliche: sono presenti il wi-fi nel 69% delle istituzioni e le audioguide nel 40%.

Iniziano a diffondersi anche realtà virtuale (16%), realtà aumentata (12%) e videogiochi (10%) come modalità di ingaggio e interazione con il visitatore. Realtà aumentata e virtuale sono anche le tecnologie che incontrano il maggior interesse da parte dei musei (rispettivamente il 50% e il 47% dichiarano di essere intenzionati a inserirle). Il 17% delle istituzioni culturali ha dichiarato di avere un’app e il 62% prevede di inserirla. Le funzionalità sono molto legate all’informazione più che all’engagement: informazioni generali, sui servizi di supporto alla visita, riguardo ad opere e installazioni.

Fase 4: Post visita

Nella fase post visita i siti di recensione e i social tornano a giocare un ruolo rilevante anche se lo spazio per incentivare il racconto dell’esperienza vissuta è ancora molto ampio (solo il 30% dei turisti digitali lascia una recensione e il 34% condivide la propria esperienza sui social). Un ulteriore strumento per mantenere legati nel post viaggio i visitatori, oltre che per generare introiti aggiuntivi, è quello della vendita di prodotti. Nel 2018 ben il 9% dei turisti ha acquistato tramite eCommerce un prodotto legato alla località che ha visitato: su tutti primeggiano i prodotti alimentari, ma c’è spazio anche per altre categorie: nel 18% dei casi viene infatti acquistato merchandising di attrazioni visitate e nel 12% libri e cataloghi di mostre e musei.

Nel post visita è rilevante che l’istituzione si occupi di monitorare i commenti e le recensioni lasciate dagli utenti, ma anche di sollecitarle e valorizzarle sui propri canali. La consapevolezza di questo tra i musei italiani è già buona: infatti l’83% dichiara di consultare gli analytics offerti dalle pagine social e il 77% leggere le recensioni intervenendo dove opportuno (mentre in entrambi i casi solo l’1% utilizza strumenti di analytics ad hoc).

Quanto all’eCommerce di prodotti sono invece ancora pochi a sfruttare questa leva: l’8% dei musei dispone di un sistema informatizzato a supporto di questa attività e l’1% lo ha in comune con altre istituzioni.

Dietro il journey: il back office è ancora poco digitalizzato
I musei italiani sono ancora poco digitalizzati per le attività di back office. Il 32% non dispone di alcun sistema informatizzato di supporto alle attività amministrative e di back office, come la gestione degli acquisti o del personale. Per quanto riguarda la gestione dei servizi commerciali, il 45% ha un software per la biglietteria, il 30% per la gestione delle attività didattiche, il 21% per i servizi come bookshop e ristorazione e l’11% per la gestione e l’affitto degli spazi. Quanto alle attività di analisi e monitoraggio, il 36% ha un software di customer relationship management (CRM) e gestione dei contatti (gestito autonomamente o in comune con altre istituzioni) e la stessa percentuale ha dei software per la reportistica. L’11% ha un software per il fundraising.

Gli spazi per un efficientamento e una migliore gestione di queste attività sono dunque notevoli” dichiara Michela Arnaboldi, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali “Disporre di strumenti che possano migliorare e automatizzare la gestione dei contatti, ad esempio, dovrebbe divenire prioritario per tutte quelle istituzioni che stanno concentrando i propri obiettivi strategici sull’ampliamento dei pubblici e l’engagement e la fidelizzazione degli utenti già raggiunti”.

Un discorso a parte merita l’attività di catalogazione. Il 68% dei musei dichiara di avere un sistema informatizzato per questa attività, ma il catalogo cartaceo è ancora diffusissimo (il 53% dei musei ha più della metà della collezione schedata così).

L’analisi dello user journey ha evidenziato i gap ancora presenti tra comportamenti ed esigenze dell’utente, sempre più connesso a internet nelle varie fasi, e i servizi messi a disposizione dai musei” conclude Michela Arnaboldi, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali  “Oltre a migliorare e ampliare l’offerta sui propri canali è oggi indispensabile che le istituzioni si aprano alla collaborazione con quegli attori, sia digitali (come agenzie di viaggio e tour operator online, specializzati e non) che tradizionali (strutture ricettive e altri servizi turistici del territorio, network relativi a card turistiche) che possono aiutare l’istituzione culturale a ingaggiare il visitatore e offrirgli un miglior livello di servizio nelle fasi di ispirazione, ricerca e prenotazione. Fare sistema rimane quindi l’imperativo principale per le istituzioni culturali anche nell’era del web. Occorre che l’istituzione culturale si apra non solo al visitatore, ma anche agli attori territoriali, ai fornitori di servizi online e non, alle aziende con cui lavorare per raggiungere insieme target comuni e non scontati in un lavoro più ampio di tessitura delle relazioni, c’è bisogno però che questa venga essere inserita in una strategia precisa dell’organizzazione, che preveda priorità, obiettivi, investimenti e competenze da dedicarvi”.

 

*L’edizione 2018-2019 dell’Osservatorio è realizzata con il supporto di: Compagnia di San Paolo; Dotdotdot; Fabrica Ludens; Fondazione FS Italiane; Fluxedo; LAZIOcrea; Trient Consulting Group; Vidiemme Consulting e con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e di Associazione Gianluca Spina. 

Cisco inaugura una nuova era del wireless con il Wi-Fi 6

Cisco annuncia soluzioni innovative che permettono alle organizzazioni di entrare nella nuova era della connettività wireless. Wi-Fi 6 (noto anche come 802.11ax), il nuovo standard per le reti Wi-Fi, sta ridefinendo ciò che le aziende possono fare – alimentando una nuova era di esperienze wireless coinvolgenti e la connessione di miliardi di cose. Cisco ha inoltre ampliato la propria gamma di soluzioni di reti per campus con uno switch core appositamente progettato per il networking cloud-scale. Grazie all’abbinamento di un potente software di automazione e analisi con una serie completa di switch, access point e controller di nuova generazione destinata ai campus, Cisco permette di realizzare un’architettura wireless-first ed end-to-end, unica sul mercato.

Sviluppati sulla base delle stesse innovazioni wireless del 5G, questi nuovi standard ridefiniranno il modo in cui le aziende e i consumatori interagiscono con il mondo. Oltre ad essere significativamente più veloce rispetto alla generazione precedente, il Wi-Fi 6 offre fino al 400% di capacità in più ed è più efficace in ambienti ad alta densità come grandi sale conferenze, stadi e sale conferenze. La latenza è notevolmente migliorata, consentendo casi di utilizzo quasi in tempo reale. Il Wi-Fi 6 è inoltre meno aggressivo nell’uso delle batterie dei dispositivi connessi e fornisce un’esperienza utente complessivamente più deterministica.

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Con l’annuncio di oggi, Cisco rende disponibili prodotti e partnership che permettono alle aziende di offrire un’esperienza nativamente “unplugged” e senza interruzioni.

  • Access Point Wi-Fi 6: I nuovi access point della gamma Catalyst e Meraki non si limitano a fornire il nuovo standard Wi-Fi 6. Grazie a chipset custom e programmabili e ad innovative funzionalità di “analytics”, i nuovi AP Cisco offrono una rete wireless più intelligente e sicura. I nuovi access point sono anche multi standard, offrendo la possibilità di comunicare con più protocolli IoT, tra cui BLE, Zigbee e Thread.
  • Switch Core per Reti Campus: Cisco supera le aspettative con la famiglia di switch core Catalyst 9600, che fungerà da elemento portante per il buon funzionamento di qualsiasi rete. Per offrire l’esperienza wireless più sicura ed efficiente, le aziende hanno bisogno di un unico fabric di rete che metta insieme wired e wireless. Progettato come l’evoluzione del Catalyst 6000 – il prodotto di rete di maggior successo nella storia di Internet – il Catalyst 9600 costituirà le fondamenta della prossima generazione di reti aziendali “intent-based”.
  • Nuove risorse per gli sviluppatori: Wi-Fi 6 e 5G rappresentano un’incredibile opportunità per gli sviluppatori. Per consentire loro di creare le esperienze coinvolgenti che questi nuovi livelli di connettività promettono, Cisco presenta DevNet Wireless Dev Center. DevNet, la piattaforma di Cisco per gli sviluppatori, offre laboratori di training, sandbox e risorse di sviluppo che permettono di creare applicazioni wireless rivoluzionarie. Le piattaforme di accesso Cisco Catalyst e Meraki sono aperte e programmabili fino al livello del chipset, consentendo alle applicazioni di sfruttare la programmabilità della rete in modi nuovi ed entusiasmanti.
  • Nuove partnership nell’ Ecosistema: prima del lancio dei suoi access point Wi-Fi 6, Cisco ha completato i test di interoperabilità con Broadcom, Intel e Samsung per colmare le inevitabili lacune che si presentano con un nuovo standard. Samsung, Boingo, GlobalReach Technology, Presidio e altre realtà si uniranno presto al progetto Open Roaming guidato da Cisco per risolvere uno dei più grandi punti critici odierni del wireless. Il progetto Cisco Open Roaming mira a rendere più facile e sicuro il passaggio tra le reti Wi-Fi e LTE, così come ad integrare il Wi-Fi pubblico.

“Ogni salto generazionale compiuto nella connettività ha prodotto un’ondata di profonda innovazione.  5G e Wi-Fi 6 rappresentano una nuova era”, ha dichiarato David Goeckeler, EVP e General Manager, Networking and Security Business di Cisco. “Gli sviluppatori stanno già creando la prossima generazione di esperienze immersive wireless-first. Con miliardi di cose che si connettono alla rete, questa crescita creerà una complessità senza precedenti per l’IT. Cisco sta sviluppando un’architettura di rete multi-dominio per semplificare la complessità per l’IT, permettendo ai CIO di ottenere risultati in linea con il loro programma di innovazione”. 

Wireless-first, cloud-driven, data-optimized

Wi-Fi 6 e 5G rappresentano un’enorme opportunità, ma impongono grandi sfide alle aziende. Oggi, il luogo di lavoro è ovunque ci si trovi a lavorare. Gli utenti dipendono maggiormente dalle esperienze mobile e non tollerano tempi di inattività. Per soddisfare queste esigenze, la rete deve essere:

  • Wireless-first: oggi, le tecnologie mobile alimentano la crescita economica – rendendo più facile collaborare al lavoro, acquistare per i consumatori, apprendere per gli studenti – da qualsiasi luogo. Per offrire la miglior esperienza wireless, l’IT deve guardare oltre il Wi-Fi e cercare di offrire un’esperienza end-to-end completa, garantendo sicurezza, affidabilità e prestazioni costanti.
  • Cloud-driven: il cloud offre una scalabilità senza precedenti. Cisco utilizza il cloud per portare innovazione più rapidamente. Il cloud aiuta inoltre l’IT a cambiare approccio ed essere proattivo, acquisendo insight globali e fornendo best practice che aiutano ad affrontare i problemi prima che abbiano un impatto sugli utenti.
  • Data-optimized: la rete offre milioni di dati, fornendo un contesto sugli utenti, la loro esperienza e le loro vulnerabilità. Grazie a potenti strumenti di “analytics”, è possibile sviluppare nuove soluzioni in grado di ottimizzare le operation IT, supportare decisioni aziendali più efficaci, fornire soluzioni di sicurezza innovative e coinvolgere i clienti in modo più incisivo.

Nel corso degli ultimi due anni, Cisco ha sviluppato il suo portfolio di soluzioni per il networking intent-based per preparare i clienti alle sfide di domani. I nuovi access point e gli switch per campus di Cisco sono progettati appositamente per il networking “intent-based” e rappresentano il culmine dell’intenso lavoro di Cisco per reinventare l’intera gamma di soluzioni per l’accesso.

Disponibilità e Servizi

  • Gli access point per le linee Meraki e Catalyst, e il Catalyst 9600 sono già disponibili.
  • La divisione Servizi di Cisco, Customer Experience, con offerte mirate per il wireless e lo switching, accelera l’implementazione di soluzioni di networking intent-based di nuova generazione, riducendo al contempo i rischi e i disagi. Il portfolio Cisco Customer Experience offre una consulenza avanzata, best practice e strumenti innovativi per consentire ai clienti di effettuare la transizione con maggiore facilità e sicurezza. Ciò consente inoltre di innovare più rapidamente, rimanere competitivi, estrarre più valore e realizzare un ROI più rapido.

Ulteriori risorse

 

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HACK.GOV – Napoli riunisce giovani talenti da tutto il mondo per ridisegnare la PA

Dal 4 al 7 maggio all’interno dei Digital Days di Napoli

HACK.GOV: NAPOLI RIUNISCE GIOVANI TALENTI DA TUTTO IL MONDO PER RIDISEGNARE LA PA

Oltre 200 giovani talenti internazionali si sfideranno il 4 e 5 maggio nel più grande hackathon italiano sulla PA: una maratona di 48 ore,
12 challenge e un montepremi di 37.500 euro.La Premiazione il 7 maggio al San Carlo con i Capi di Stato di Italia, Spagna e Portogallo

Il 6 maggio TRANSFORMERS, la giornata dedicata ai campioni della trasformazione digitale della PA con il
Ministro per la Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno e il direttore generale AgID Teresa Alvaro.

Ma qual è il giudizio degli italiani sui servizi della pubblica amministrazione? Lo spiegherà il Rapporto Agi-Censis
illustrato dal segretario generale Censis Giorgio De Rita e dal direttore Agi Riccardo Luna.

 Smart city, efficienza energetica, salute, sicurezza, tutela delle opere d’arte, servizi pubblici digitali, fact-checking. Sono solo alcune delle sfide che attendono gli oltre 200 giovani che arriveranno da tutto il mondo a Napoli per Hack.gov.

A riunirli in una maratona di creatività per ideare nuove soluzioni tecnologicamente all’avanguardia in grado di innovare la Pubblica Amministrazione sarà Agi Agenzia Italia in collaborazione con la Regione Campania e l’Università di Napoli Federico II con il patrocinio di AgID. Tutto si svolgerà presso l’Apple Developer Academy di Napoli, luogo simbolo dell’innovazione in Europa, all’interno del nuovo campus dell’Università Federico II di San Giovanni a Teduccio a Napoli.

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LE SFIDE DELL’HACKATHON
Dodici le challenge promosse da numerose aziende e istituzioni secondo il paradigma dell’open innovation con un montepremi di 37.500 euro: efficienza energetica (Eni), smart city (Tim WCAP), servizi pubblici digitali per le grandi aree urbane (Cisco), energy sharing (Almaviva), sicurezza delle stazioni (Eav), sicurezza e gestione delle folle (Ericsson), tutela delle opere d’arte (Techno Srl – Museo di Capodimonte), gestione e coordinamento rete di aree protette (WWF OASI), analisi dati in campo sanitario (Soresa), fact-checking (AgID, Agi & D-Share), open procurement (AgID, Soresa & Regione Campania), cybersecurity (NTT Data). A valutare i lavori una giuria presieduta dall’assessore con delega alle startup, innovazione e internazionalizzazione della Regione Campania Valeria Fascione.

Appuntamento con l’hackathon sabato 4 e domenica 5 maggio: una full immersion di 48 ore di creatività, tecnologia e idee realizzata con la sponsorizzazione tecnica di Eni.

LA PREMIAZIONE AL SAN CARLO CON I CAPI DI STATO DI ITALIA, SPAGNA E PORTOGALLO
Hack.gov si inserisce all’interno dei “Digital Days” che si concluderanno martedì 7 maggio presso il Teatro San Carlo di Napoli con il XIII Simposio europeo della Fondazione per l’Innovazione COTEC, alla presenza del presidente della Repubblica portoghese Marcelo Rebelo de Sousa, del Re di Spagna Filippo VI e del presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella. Durante l’evento la premiazione dell’hackathon con i migliori progetti di innovazione della PA ideati dai 200 giovani talenti internazionali.

TRANSFORMERS
Lunedi 6 maggio sul palco dell’Apple Developer Academy, dalle 14.45 alle 18, i 16 campioni italiani della trasformazione digitale. Interverranno tra gli altri: il Ministro per la Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno, il direttore generale AgID (Agenzia per l’Italia Digitale) Teresa Alvaro, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, l’assessore alla trasformazione digitale del Comune di Milano Roberta Cocco, l’assessore all’innovazione della Città di Torino Paola Pisano, il dirigente scolastico dell’Istituto Vittorino Da Feltre di San Giovanni a Teduccio Valeria Pirone. Qui il programma completo.

LA RICERCA AGI-CENSIS SUI SERVIZI DELLA PA
Ma qual è il giudizio degli italiani sui servizi della pubblica amministrazione? Lo rivelerà lunedì 6 maggio il segretario generale Censis Giorgio De Rita presentando il Rapporto Agi-Censis “Diario dell’Innovazione”. Tra i principali aspetti sotto osservazione: la percezione del cambiamento nei processi amministrativi, il “rapporto digitale” tra utenti e PA, la conoscenza e il gradimento dei nuovi servizi. Si capirà se la PA è percepita come agente di sviluppo al servizio dei cittadini e delle imprese o come soggetto autoreferente che tende a riproporre vecchie logiche burocratiche anche nei nuovi servizi digitali.

L’evento sarà in diretta web dalle 14.45 alle 18 su Agi.it. È possibile trasmettere il live streaming sul proprio sito richiedendo il semplice codice embed da incorporare a ufficio.stampa@agi.it.

#EUINMYREGION
La Commissione Europea ha individuato il Polo Universitario di San Giovanni a Teduccio quale best practice degli investimenti europei. Lunedi 6 maggio dalle 09:30 l’inaugurazione del totem multimediale interattivo parte della campagna di comunicazione dell’Unione Europea che ogni anno seleziona le buone pratiche di utilizzo dei Fondi Europei di Sviluppo Regionale (FESR). A seguire il bilancio dell’intervento di recupero dell’area ex Cirio e la presentazione della piattaforma I.TER l’anagrafe digitale delle Entità e degli Eventi Territoriali della Campania.

Amazon dà il via alle offerte di primavera: dal 27 marzo al 7 aprile sconti su migliaia di prodotti

AMAZON DÀ IL VIA ALLE OFFERTE DI PRIMAVERA
SU MIGLIAIA DI PRODOTTI

 

Amazon.it dà il via alla bella stagione con la prima edizione delle Offerte di Primavera: dal 27 marzo al 7 aprile, sconti su migliaia di prodotti dedicati al giardinaggio, alle attività all’aria aperta, al cambio di stagione e molto altro. 

12 giorni di offerte che permetteranno a tutti i clienti Amazon.it di trovare prodotti a prezzi bassi per affrontare al meglio l’arrivo della primavera. Di seguito alcune anticipazioni di offerte in vetrina, disponibili a partire dal 27 marzo su www.amazon.it/offerteprimavera

Per cercare in modo semplice e veloce i prodotti desiderati all’interno dello store Offerte di Primavera, i clienti possono rivedere e filtrare le offerte in base alla categoria di prodotto, al prezzo, allo sconto o al tipo di offerta (offerte del giorno, offerte flash e offerte in vetrina). I clienti possono inoltre vedere le offerte in arrivo e, dall’applicazione Amazon, possono seguire l’offerta che li interessa così da poter ricevere una notifica quando il prodotto è disponibile.

Amazon.it: da oggi videogame e software disponibili per il download digitale

 

Amazon annuncia la disponibilità di Videogame
e Software in formato digitale su Amazon.it

 

L’ampia selezione, la comodità e la sostenibilità garantite dai videogiochi e dai contenuti software scaricabili online sono ora a disposizione dei clienti di Amazon.it agli indirizzi amazon.it/software-downloads e  amazon.it/game-downloads

Da oggi i clienti di Amazon.it hanno la possibilità di acquistare in formato digitale e scaricare immediatamente videogiochi e software, scegliendo tra l’ampia selezione dei titoli più popolari, avendo così ora accesso al metodo di consegna più rapido possibile. La selezione, in continuo ampliamento, include anche esclusive in formato digitale come Expansion Pack, Season Pass, Abbonamenti ai giochi online, monete virtuali per videogiochi e abbonamenti per software. 

“Siamo felici di poter offrire ai nostri clienti di Amazon.it la possibilità di acquistare sia videogiochi sia software anche in formato digitale”, ha dichiarato Girogio Busnelli, Director di Video Games e Software di Amazon Italia e Spagna. “Coloro che acquistano software e videogiochi e che vogliono iniziare a usare rapidamente i programmi necessari per il proprio lavoro o divertirsi con i videogame preferiti, possono ora acquistarli da Amazon.it e scaricarli sul loro computer; un’opportunità sia per gli acquisti di tutti i giorni, sia per le release più importanti. I clienti che lo preferiscono, potranno mettere le mani sui prodotti senza aspettare che arrivino via posta”. 

A partire da oggi, i clienti potranno scegliere tra il formato fisico e le versioni digitali dei giochi e dei software più popolari agli indirizzi amazon.it/software-downloads e  amazon.it/game-downloads

Sono già centinaia i titoli disponibili per il download, da top player come Sony PlayStation, Microsoft Xbox, Nintendo, e Adobe e includono titoli come Zelda: Breath of the Wild, The Sims 4 e Microsoft Office 365.  L’offerta include anche prodotti solo digitali come gli abbonamenti PlayStation Plus Pass e Xbox GamePass e la selezione continuerà ad essere ampliata costantemente.

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Amazon

Amazon è guidata da quattro principi: ossessione per il cliente piuttosto che attenzione verso la concorrenza, passione per l’innovazione, impegno per un’eccellenza operativa e visione a lungo termine. Le recensioni dei clienti, lo shopping 1-Click, le raccomandazioni personalizzate, Prime, Logistica di Amazon, AWS, Kindle Direct Publishing, Kindle, i tablet Fire, Fire TV, Amazon Echo e Alexa sono alcuni dei prodotti e dei servizi introdotti da Amazon.

 

 

 

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