Riprendiamoci la Politica


“Non c’è una crisi della politica ma piuttosto una crisi di questi politici. Le persone hanno voglia di partecipare ma sentono che chi li rappresenta non li capisce e si muove con logiche che non hanno nulla a che fare con l'interesse collettivo. La Rete è uno strumento che può permettere ai cittadini di riappropriarsi della cosa pubblica”

Basta fare un giro sui social network, in primis Facebook, per capire quanta voglia hanno gli italiani di partecipare, criticare, commentare, condividere ciò che succede nella vita di tutti i giorni. Alcuni  chiamano questo fenomeno cittadinanza attiva altri semplicemente lo bollano come rumore di fondo. Qual è la verità? Ne abbiamo parlato con Nicola Mattina – blogger che insieme ad altri amici ha dato vita a Pensiero Democratico.

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Cercando la “Exit”: Videointervista a Fabrizio Capobianco

Fabrizio Capobianco è sicuramente uno degli startupper italiani più famosi, lui è stato tra i primi a varcare l’oceano per dare vita a Funambol. Con Fabrizio abbiamo parlato del suo futuro visto che ha lasciato appena compiuto 40 anni il timone dell’azienda ed abbiamo parlato di startup. 

“La crisi economica mondiale potrebbe in fondo essere un’opportunità per tutti quei giovani che hanno le idee   e vogliono provare a realizzarle, infatti non avere nessuna ancora e in qualche caso nessuna speranza di posto fisso può e deve essere la spinta per provarci”

httpv://youtu.be/NvKz8vI6pBM

Green? No grazie

“Servono regole e meccanismi abilitanti per favorire lo sviluppo della green economy, purtroppo sento sempre parlare di innovazione ma fatico a vederla nella realtà italiana”

L’Italia non è certo un paese Green, basti pensare all’incapacità di gestire il ciclo dei rifiuti o alla mancanza di banda larga in buona parte dello Stivale. Eppure tutti dovremmo muoverci e darci da fare se vogliamo avere un futuro migliore per noi e per i nostri figli. Uno di quelli che si impegna molto soprattutto sulle tematiche dell’accesso alla Rete è Mauro Lattuada – Presidente dell’Associazione Green Geek, eco quello che mi ha raccontato:

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Tanto rumore per nulla?

Nell'ultimo mese non si è fatto che parlare di Lui, di Julian Assange, la “primula rossa del Web”, l’uomo che è riuscito con pochi click a far venire i brividi ai Grandi della Terra.

I media e milioni di cittadini trepidavano in attesa di conoscere le ultime rivelazioni che avrebbe fatto Wikileaks, rivelazioni ampiamente preannunciate dalla stampa.

Bene ora sappiamo tutto, i cablogrammi provenienti dalle ambasciate USA ormai non sono più un segreto ed è il momento di tirare le somme. Cosa è successo? Quali conseguenze ci saranno, cosa cambierà? Tutto o niente?

 

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Ciaopeople, un caso di social media business

Video intervista a Gianluca Cozzolino, CEO Ciaopeople.

Napoli non è la Silicon Valley, qui mancano i dollari americani, qui la crisi si sente più forte che in altre parti d'Italia, tutto sembra essere contro eppure è qui che grazie alla creatività ed alla forza di volontà di Gianluca Cozzolino è nata Ciaopeople una media company che in pochi mesi sta bruciando tappe dopo tappe.

Gianluca mi ha raccontato la sua storia, partendo dall'inizio fino ad arrivare ai prossimi sviluppi.

 
 

Il linguaggio dell’IT

L'altra sera in chat si parlava del futuro dell'IT nel nostro Paese, ovvero il mercato si riprenderà nel 2011? Ci saranno nuovi sviluppi? 
Io e molti altri siamo convinti che ci sia un problema culturale che rappresenta la vera barriera da abbattere ovvero far capire alle PMI agli imprenditori che l'IT non è una moda o solo un costo ma in realtà un'opportunità che usata bene può contribuire a creare valore per l'azienda.

Però ho un dubbio, siamo sicuri come afferma il mio caro amico Mauro Baricca che il linguaggio con cui comunichiamo ai nostri clienti sia quello giusto?


Provo a spiegarmi meglio se vado da un cliente un piccolo imprenditore tessile ad esempio e gli parlo di cloud, di asp, di saas, di erp, di virtualizzazione siamo certi che lui comprenderà? 


Forse è necessario fare un passo indietro, scendere dal nostro piedistallo di super esperti e provare a comunicare diversamente ciò che facciamo?


Cosa ne pensate?

Make or buy?

Quando ero all’università mi hanno insegnato che quando stava per partire un progetto una delle fasi dell’analisi necessarie era capire se alcune componenti che servivano era più conveniente realizzarle in casa oppure comprarle.

Bene signori nel mondo IT tutto ciò non serve, sopratutto oggi, è inutile valutare, l’unica scelta possibile è buy. Con questa provocazione intendo affermare che non esistono più gli artigiani del software , nessuno più sviluppa da zero del codice, nessuno più realizza nuovi programmi, oggi o si comprano sw sul mercato o tuttalpiù si ricorre a sw OS che è libero ed in molti casi anche gratis ma cmq è stato sviluppato da altri.

Di fatto siamo diventati tutti degli integratori, senza un framework siamo persi, senza una libreria non sappiamo cosa fare.

Certo qualcuno di Voi mi dirà che però cosi si favorisce la riusabilità del codice, che i costi si abbassano, vero ma siamo sicuri che questo modo di fare sia un bene?

Qualcuno in altri post parlava del nostro futuro, della ns.categoria di informatici, beh che ne sarà se continueremo solo ad integrare cose fatte dagli altri?

Serve davvero una Banca per innovare?

Oggi girando in Rete ho visto questa bella intervista a Gianluca Dettori realizzata da Wired – http://italianvalley.wired.it/news/altri/perche-ci-serve-una-banca-nazionale-dell-innovazione.html 

In sostanza Gianluca afferma che per dare slancio all'innovazione sarebbe utile uno strumento classico e old style ovvero una Banca.

“Una struttura che usi la mentalità del venture capital privato per promuovere le idee migliori. A livello pratico penso a un gruppo di professionisti che, con l’apporto sia del pubblico che del privato, selezioni i progetti migliori, o banalmente aiuti nella progettazione tutti quegli enti che hanno buone idee, ma non hanno gli strumenti per realizzarle”.

Siamo davvero convinti che sia questa la soluzione? Io ho qualche dubbio e Voi?

Green IT – trend, need or simply the future?

Da una ricerca condotta da IDC negli USA, si evidenzia che un terzo dei consumatori già considerano da "importante" a "molto importante" che gli IT Suppliers abbiano un'offerta GREEN. Quasi l'80% degli Executives dicono che il Green IT sta crescendo di importanza rispetto alle loro organizzazioni. Ciò che spinge all'adozione del Green IT sembra essere la variabile economica (ridurre i costi operativi). 

è davvero questa la verità o forse all'improvviso i grandi player dell'IT hanno sviluppato una coscienza ambientale? 

Forse è più semplice misurare il ROI di un'azienda Green IT? In fondo la riduzione di energia è un dato reale….Voi cosa ne pensate?

Donne di Business

Il libro Donne di Business, curato da Elena Giffoni, consulente ufficio stampa H2biz, e pubblicato dalla Michele Di Salvo Editore, nasce dalla community online Donne di Business H2biz dedicata alle professioniste dell'universo degli affari, un luogo di incontro virtuale con l'obiettivo di valorizzare l'imprenditorialità femminile e diffondere delle best practice. Le interviste, domande e risposte dal tono informale, rivelano storie e sfumature tutte al femminile di imprenditrici, professioniste e manager dalle diverse sfaccettature che si raccontano elaborando un bilancio della propria vita lavorativa senza dimenticare il lato ironico e giocoso. Il libro diventa quindi un contenitore insolito e quasi fluido nel quale si percepisce il tratto femminile e un dialogo tra donne pronte a collaborare prontamente per dare vita al progetto.

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