Akamai pubblica il Rapporto sulla Sicurezza Q2 2017

Il report evidenzia la ricomparsa del malware PBot, l’impiego di algoritmi di generazione dei domini e il rapporto tra infrastruttura command and control di MIRAI e obiettivi di attacco. Sono inoltre contenuti dati salienti sulle statistiche relative agli attacchi DDoS e alle applicazioni web

 Per scaricare il Rapporto sullo stato di Internet Q2 2017 / Security: http://akamai.me/2i9vrdz

Per scaricare i singoli grafici e diagrammi con le relative didascalie: http://akamai.me/2w6mI1v

Secondo quanto emerge dal Rapporto sullo stato di Internet Q2 2017 / Security rilasciato da Akamai Technologies, Inc. (NASDAQ: AKAM) sono nuovamente in crescita gli attacchi DDoS (Distributed Denial of Service) e alle applicazioni web. Un importante contributo a questa nuova ondata di attacchi è dato dalla ricomparsa del malware DDoS PBot, utilizzato per lanciare gli attacchi DDoS più imponenti registrati da Akamai nel corso di questo trimestre.

Nel caso del malware PBot, utenti malintenzionati hanno utilizzato codice PHP che risale ad alcuni decenni fa per generare l’attacco DDoS più ampio osservato da Akamai nel secondo trimestre. Gli autori degli attacchi sono riusciti a creare una mini botnet DDoS in grado di lanciare un attacco DDoS da 75 gigabit al secondo (Gbps). È interessante notare che la botnet PBot era composta da un numero relativamente contenuto di nodi, circa 400, in grado tuttavia di generare un notevole livello di traffico di attacco.

Un altro elemento preso dal passato, rilevato dall’analisi svolta dal team Threat Research di Akamai, è l’impiego di algoritmi di generazione di domini (Domain Generation Algorithms) nell’infrastruttura dei malware Command and Control (C2). Utilizzato per la prima volta assieme al worm Conficker nel 2008, il DGA rimane una tecnica di comunicazione frequentemente utilizzata anche per i malware attuali. Il team di ricerca delle minacce di Akamai ha scoperto che le reti infette hanno generato un tasso di ricerche DNS 15 volte superiore rispetto a quelle non infette. Ciò può essere spiegato come conseguenza del fatto che il malware presente nelle reti infette accede a domini generati casualmente. Poiché la maggior parte dei domini generati non era registrata, tentare di accedere a tutti avrebbe generato troppo rumore. Analizzare le differenze di comportamento tra le reti infette rispetto a quelle non infette è un ottimo modo per identificare l’attività del malware.

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Quando lo scorso settembre è stata scoperta la botnet Mirai, Akamai è subito diventata uno dei suoi primi obiettivi. Da allora, la piattaforma dell’azienda ha continuato a essere presa di mira e a respingere efficacemente attacchi provenienti dalla botnet Mirai. I ricercatori di Akamai hanno utilizzato la visibilità sulla botnet Mirai che solo Akamai può vantare per studiare i diversi aspetti della botnet. In particolare nel secondo trimestre tale analisi si è concentrata sull’infrastruttura C2 di Mirai. Le ricerche condotte da Akamai indicano chiaramente che Mirai, come molte altre botnet, sta contribuendo alla massificazione degli attacchi DDoS. Si è osservato che sebbene molti dei nodi C2 della botnet abbiano condotto “attacchi dedicati” contro IP selezionati, sono stati ben più numerosi i nodi che hanno partecipato a quelli che potremmo considerare attacchi di tipo “pay-for-play”. In queste situazioni, i nodi C2 della botnet Mirai hanno attaccato degli indirizzi IP per brevi periodi, divenendo poi inattivi per riemergere in seguito e attaccare obiettivi diversi.

“Gli autori degli attacchi testano continuamente i punti deboli nelle difese delle aziende e investono maggiore energia e risorse sulle vulnerabilità che risultano più diffuse ed efficace”, spiega Martin McKeay, Senior Security Advocate di Akamai. “Eventi come la botnet Mirai, l’exploit utilizzato da WannaCry e Petya, l’aumento continuo degli attacchi SQLi e la ricomparsa del malware PBot testimoniano che gli autori degli attacchi non escogiteranno solo nuovi strumenti e strategie, ma torneranno a riutilizzare anche strumenti già visti in passato che si sono dimostrati particolarmente efficaci”.

Alcuni dati:

Altri dati di rilievo presenti nel rapporto sono:

        Il numero di attacchi DDoS del secondo trimestre è cresciuto del 28% su base trimestrale dopo avere registrato un calo per tre trimestri consecutivi.

        Gli autori degli attacchi DDoS si stanno dimostrando più ostinati che mai, attaccando i propri obiettivi con una media di 32 volte nel corso del trimestre. Una società di gaming è stata attaccata 558 volte, ossia con una media di sei volte al giorno.

        Il maggior numero di indirizzi IP univoci utilizzati in attacchi DDoS frequenti ha avuto origine in Egitto, con una percentuale del 32% sul totale generale. Il trimestre scorso erano gli Stati Uniti a detenere il primato, mentre l’Egitto non rientrava nella top five.

        Questo trimestre sono stati utilizzati meno dispositivi per lanciare attacchi DDoS. Il numero di indirizzi IP coinvolti in attacchi DDoS volumetrici è crollato del 98% passando da 595.000 a 11.000.

        L’incidenza degli attacchi alle applicazioni web è aumentata del 5% su base trimestrale e del 28% su base annuale.

        Gli attacchi SQLi sono stati utilizzati in più della metà (51%) degli attacchi alle applicazioni web questo trimestre, rispetto al 44% del trimestre scorso, generando quasi 185 milioni di avvisi solo nel secondo trimestre.

 

 

Metodologia

Il Rapporto sullo stato di Internet Q2 2017 / Security di Akamai combina i dati sugli attacchi raccolti dall’intera infrastruttura globale di Akamai ed è frutto delle ricerche svolte dai vari team dell’azienda. Il rapporto si avvale dei dati raccolti dalla Akamai Intelligent Platform e fornisce un’analisi dell’attuale panorama delle minacce e della sicurezza sul cloud, nonché informazioni sulle tendenze degli attacchi. Il Rapporto sullo stato di Internet / Security è frutto della collaborazione di vari professionisti della sicurezza di Akamai, tra cui il team SIRT (Security Intelligence Response Team), l’unità Threat Research, i team Information Security e Custom Analytics.

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Informazioni su Akamai

Grazie alla propria piattaforma cloud di delivery più estesa e affidabile al mondo, Akamai supporta i clienti nell’offerta di experience digitali migliori e più sicure da qualsiasi dispositivo, luogo e momento. Con oltre 200.000 server in 130 paesi, la piattaforma Akamai garantisce protezione dalle minacce informatiche e performance di altissimo livello. Il portfolio Akamai di soluzioni per le web e mobile performance, la sicurezza sul cloud, l’accesso remoto alle applicazioni aziendali e la delivery di contenuti video è affiancato da un servizio clienti affidabile e da un monitoraggio 24×7. Per scoprire perché i principali istituti finanziari, i maggiori operatori e-commerce, provider del settore Media & Entertainment ed enti governativi si affidano ad Akamai, visitate il sito https://www.akamai.com/it/it/ o https://blogs.akamai.com/it/ e seguite @AkamaiItalia su Twitter.

 

 

Vulnerabilità di Instagram sfruttata per rubare credenziali agli utenti

I ricercatori di Kaspersky Lab hanno fornito i dettagli tecnici relativi alla vulnerabilità di Instagram sfruttata dai criminali informatici per rubare informazioni sensibili agli account.

Secondo quanto riportato ieri da Instagram, i criminali hanno sfruttato un bug all’interno del social network che gli ha permesso di rubare le credenziali degli utenti Instagram, tra cui anche quelle di alcune celebrità. I ricercatori di Kaspersky Lab che hanno rilevato il bug lo hanno notificato a Instagram martedì 29 agosto condividendo con il social network anche una breve analisi tecnica.

I ricercatori hanno scoperto che la vulnerabilità esiste nella versione 8.5.1 per mobile di Instagram, rilasciata nel 2016 (la versione corrente è 12.0.0). Il processo di attacco è relativamente semplice: utilizzando la versione non aggiornata dell’applicazione i criminali selezionano l’opzione di ripristino della password e registrano la richiesta utilizzando un proxy web. Quindi selezionano una vittima e inviano una richiesta al server di Instagram tramettendo l’identificativo della vittima o il suo nome utente. Il server restituisce una risposta in JSON con le informazioni personali della vittima, compresi i dati sensibili come l’indirizzo e-mail e il numero di telefono.

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Gli attacchi sono piuttosto impegnativi: ciascuno di essi deve essere fatto manualmente in quanto Instagram utilizza calcoli matematici per impedire ai criminali di automatizzare il modulo di richiesta.

 Gli hacker sono stati individuati in un forum underground mentre negoziavano le credenziali private degli account appartenenti ad alcune celebrità.

 Kaspersky Lab consiglia agli utenti di aggiornare il prima possibile le versioni precedenti del software con l’ultima versione disponibile. Un altro consiglio utile da seguire quando si utilizzano i social media è quello di usare diversi indirizzi di posta elettronica per le diverse piattaforme social segnalando eventuali preoccupazioni o irregolarità al social network, soprattutto quando si ricevono messaggi di posta elettronica relativi a un ripristino di password non richiesto personalmente.

Filezilla e Storj, la blockchain avanza!

Dopo tanto parlare di tecnologia blockchain e sue possibili teoriche implementazioni, abbiamo deciso di approfondire il tema da un punto di vista pratico, per capire come questa tecnologia costituisca già oggi un potente abilitatore del business per prodotti open source. Ne abbiamo parlato con Roberto Galoppini, che recentemente ha avviato una collaborazione tra uno dei progetti open più diffusi al mondo (FileZilla), e Storj, un provider di cloud storage blockchain-based.

La blockchain come fattore abilitante dell’open source business

Da quando intorno al 2014 si iniziò a parlare di crypto 2.0 – applicazioni di tipo finance e non, dove anziché utilizzare il mining per forgiare nuove monete e registrare le transazioni sul public ledger, come fa Bitcoin, si utilizzano queste tecnologie per costruire applicazioni distribuite – iniziai a pensare che ci fosse la possibilità di sfruttare le potenzialità che queste avevano da offrire in termini di capacità di creare valore, e come questo potesse sposarsi con il mondo delle applicazioni open, tipicamente esposte al fenomeno del freeloading.

Avendo chiaro il problema che una determinata applicazione risolve – nel caso di FIleZilla ad esempio un tool che consente il trasferimento di file – è stato semplice individuare l’ambito delle soluzioni crypto 2.0 che potessero complementarne l’offerta.

Stabilito quindi che i servizi cloud costituivano il target naturale, la rosa di candidati individuata conteneva MaidSafe, FileCoin, SIA e Storj. Nell’ottobre 2016, quando avviamo una serie di colloqui per scegliere la piattaforma con cui integrare FileZilla, Storj pur godendo di un minor supporto finanziario, da un punto di vista di implementativo, per dimensione della base di utenti e per visione ci sembrò la migliore scelta di Distributed Cloud Storage basata sulla blockchain.

 Storj offre un servizio di storage mediante una infrastruttura distribuita in cui, oltre alla ridondanza e la cifratura dei dati, chiunque può essere rimunerato mettendo in condivisione dello spazio disco.

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Vantaggi per gli utenti

Grazie alla tecnologia di Distributed Cloud Storage gli utenti di FileZilla possono godere di spazio disco a basso costo la cui confidenzialità è garantita dal protocollo sottostante. Non solo, aderendo al sistema di incentivazione di Storj hanno accesso ad una nuova fonte di reddito.

“In questo modo abbiamo ottenuto il duplice risultato di fornire agli utenti FileZilla nuove funzionalità esclusive, che permettono loro di trarre profitto dalla partecipazione al network, al tempo stesso abbiamo consentito a Storj di raggiungere milioni di utenti, scalando di tre ordini di grandezza”.

 Qual è il business model di Storj?

È il primo sistema di archiviazione decentrato criptato end-to-end, che utilizza la tecnologia blockchain e la crittografia per proteggere i file. Storj è al tempo stesso una piattaforma, una criptovaluta ed una suite di applicazioni decentralizzate che consente di memorizzare i dati in modo sicuro e decentrato. I file sono crittografati, suddivisi in file di dimensioni più piccole denominati ‘shards’ e memorizzati in una rete decentrata di computer in tutto il mondo. Nessuno,  ha mai una copia completa dei file, nemmeno in forma crittografata.

Storj si è finanziata grazie ad una ICO (Initial Coin Offering) che ne pensi?

La ICO Storj è generalmente riconosciuta come una di quelle con maggior successo nel 2017, avendo raccolto circa 30 milioni di dollari (*). Sebbene le ICO recentemente siano state oggetto di alcune giuste critiche, vale la pena sottolineare come nel caso di Storj il token risulti spendibile per acquistare appunto servizi cloud, diversamente da quanto accade nel caso di altre ICO dove non è molto chiaro a cosa servano i “token” emessi, al di là del loro valore nominale. Per quanto ci riguarda abbiamo apprezzato la scelta di passare da CounterParty ad Ethereum ERC20, considerato che il  wallet di CounterParty risultava estremamente datato e, cosa ancora più importante era animato da un ecosistema estremamente limitato (**).

 

(*) http://www.prnewswire.com/news-releases/storj-token-sale-reaches-goal-of-30-million-in-seven-days-300464074.html

(**) http://blog.storj.io/post/158740607128/migration-from-counterparty-to-ethereum

 

 


Roberto Galoppini fonda e vende un open source SI nei primi anni 2000, per qualche anno è consulente strategico per Microsoft, IBM e Suse, nel 2011 diviene Head of Community di una tech media company statunitense dove aiuta centinaia di progetti open a crescere, ora con la sua startup innovativa cura le strategie business per alcuni prodotti open.

MapR e Talend collaborano per offrire una soluzione per la gestione dei data lake nel rispetto del GDPR

Un’offerta integrata per aiutare le aziende a essere conformi ai requisiti chiave del regolamento GDPR su data inventory, portabilità, anonimato e altro ancora

 

MapR Technologies, Inc., provider della piattaforma di convergenza per l’integrazione dei dati con processi operativi  in tempo reale, e Talend (NASDAQ: TLND), leader mondiale nelle soluzioni software di integrazione cloud e big data, annunciano la stretta collaborazione sullo sviluppo di una soluzione che aiuti i clienti a rispettare la legislazione europea relativa al regolamento GDPR (General Data Protection Regulation).

Grazie all’offerta di MapR e Talend, le aziende possono gestire i data lake restando conformi anche ai più rigorosi requisiti riguardanti archiviazione, inventory, protezione, conservazione, portabilità e sicurezza imposti dal GDPR.

In vigore dal prossimo maggio 2018, il GDPR riguarda qualsiasi azienda che raccolga o processi i dati personali relativi a soggetti residenti nell’Unione Europea. Secondo Gartner, entro la fine del 2018, oltre il 50% delle aziende non risponderanno del tutto ai requisiti richiesti dal GDPR.*

 “Il percorso verso il rispetto della regolamentazione GDPR non è complicato, ma le organizzazioni devono agire ora”, dichiara Ciaran Dynes, senior vice president of products di Talend.  “Grazie alla collaborazione con MapR, stiamo aiutando i clienti nel garantire la trasparenza dei dati utilizzando appropriate pratiche di gestione dei metadata, nel stabilire un approccio collaborativo per la data governance e nel modernizzare la loro piattaforma dati consentendo lo sviluppo dei data lake nel pieno rispetto del GDPR”.

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I data lake sono utilizzati per centralizzare le informazioni delle aziende, includendo i dati personali provenienti da diverse fonti come le banche, i social media, le strutture che erogano cure mediche e altro ancora. La soluzione integrata MapR e Talend consente alle aziende a gestire i data lake in conformità ai seguenti aspetti:

     Classificazione e lineage dei dati

     Acquisizione e integrazione dei dati

     Anonimato dei dati

     Gestione e certificazione dei dati in modalità automatica

     Portabilità e accessibilità dei dati

 

“Secondo il GDPR, le aziende multinazionali dovranno dimostrare che i dati personali vengono acquisiti, condivisi e gestiti in modo controllato, legittimo ed equo,” dichiara Anoop Dawar, Vice Presidente, product marketing di MapR Technologies. “L’offerta congiunta MapR e Talend aiuta le aziende ad accelerare gli sforzi nell’adeguarsi al regolamento GDPR per mettere in atto i necessari meccanismi di governance dei dati”.

 

La piattaforma MapR Converged Data offre analytics e operation in un’unica soluzione software che integra i big data e le tecnologie open source con un accesso veloce e nativo allo streaming, funzionalità in tempo reale del database e storage scalabile su cloud. La piattaforma offre diverse funzionalità in conformità al GDPR, compresi i MapR Volume, che raggruppano logicamente i dati personali e applicano immediatamente a questi dati la policy e le autorizzazioni; auditing ad alte prestazioni per l’accesso ai dati; il mirroring e la replica per tracciare i dati “portatili”.

 

Talend Data Fabricè la prima piattaforma di integrazione che supporta nativamente MapR Streams e che aiuta i clienti a sincronizzare continuamente l’elaborazione dei dai attraverso i database, in quanto l’informazione viene aggiornata in tempo reale fornendo una visione accurata. Talend integra inoltre funzioni per il data quality, il metadata management, il data stewardship, il data lineage e i big data per raccogliere, standardizzare, riconciliare, certificare, proteggere e gestire il PII (Personally Identifiable Information).

 

Per ulteriori informazioni su come l’offerta MapR e Talend supporti i clienti nel soddisfare i requisiti GDPR, visita il sito:

https://mapr.com/why-mapr/regulatory-standards/ leggere questo blog.

 

Hai apprezzato questa notizia? Condividila con questo tweet: .@Talend e @MapR collaborano sulla soluzione di data lake che aiuta a soddisfare i requisiti del GDPR – http://bit.ly/2twZ2yW

 

* Gartner Insight, Focus on Five High-Priority Changes to Tackle the EU GDPR, Pubblicato il 30 Settembre 2016 ID: G00311301 by Bart Willemsen

Governance Unificata e Data Science per aiutare le imprese a gestire la General Data Protection Regulation (GDPR)


Promosso il nuovo Open Data Governance Consortium per permettere lo sviluppo della governance di Apache Atlas e annunciati nuovi strumenti di governance delle informazioni per facilitare la conformità con il GDPR europeo

IBM (NYSE: IBM) ha annunciato importanti iniziative di governance dei dati e di data science per aiutare sviluppatori e analisti a ottenere una maggiore comprensione e controllo dei propri dati grazie al cognitive computing, migliorando al contempo la capacità di adeguarsi alla nuova normativa in evoluzione, in vista dell’implementazione del  General Data Protection Regulation (GDPR) dell’Unione Europea. 

Tra le sue iniziative, IBM ha annunciato nuove soluzioni e strumenti di data governance, nuovi sviluppi nell’ambito di data science e machine learning e la formazione dell’Open Data Governance Consortium per Apache Atlas, dedicato a promuovere una piattaforma aperta per la governance dei dati. 

Con l’utilizzo crescente di data science e machine learning nello sviluppo applicativo, gli sviluppatori sono in grado di creare applicazioni e servizi cognitivi che permettono ai decision maker di prendere decisioni sostenute da dati ed evidenze sempre più approfondite. IDC prevede che entro il 2018, il 75 per cento di tutti gli sviluppatori inserirà funzionalità cognitive nelle applicazioni – ma con la rapida crescita del volume dei dati e l’evoluzione  della normativa occorre essere preparati per gestire efficacemente  grandi volumi di dati traendone valore. 

In particolare il 25 maggio 2018, l’Unione Europea metterà in atto il GDPR, un pacchetto normativo  su scala continentale volto a proteggere le informazioni personali dei propri cittadini – ossia tutti i dati “che si possono utilizzare direttamente o indirettamente per identificare una persona,” che possono riguardare ad esempio un nome o un post sui social media. Le organizzazioni, europee o al di fuori dell’Europa, che elaborano o detengono dati personali dei cittadini europei e non rispettano il GDPR incorreranno in sanzioni pecuniarie estremamente rigide, che possono variare dal 4 per cento del fatturato annuale globale dell’organizzazione ai 20 milioni di euro.

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Con una trasformazione così importante e imminente, le organizzazioni di tutta l’Europa e di tutto il mondo stanno riesaminando e considerando una serie di soluzioni e processi che possano aiutarle a gestire meglio i dati personali e a soddisfarne i requisiti. 


IBM promuove lo sviluppo del Open Data Governance Consortium per Apache Atlas 

Al centro della conformità ai regolamenti dei dati, come GDPR, è la governance che comporta l’adozione di pratiche diligenti e complete di gestione dei dati per l’integrità, la sicurezza, la fruibilità e la disponibilità degli stessi. Per semplificare tutto questo e per incoraggiare una diffusa adozione della data governance da parte delle organizzazioni, IBM annuncia l’Open Data Governance Consortium per Apache Atlas.

Atlas è il framework di data governance di Apache Foundation per Hadoop, uno dei framework dominanti di open source per l’elaborazione e lo storage dei dati distribuiti. Il progetto è attualmente nella fase di sviluppo di Apache detta  “incubator”. Uno degli obiettivi del consorzio è quello di collaborare per passare rapidamente alla fase di “Top Level Project”, fase in cui la tecnologia sarà disponibile per contribuzioni di sviluppo open da rendere poi disponibili attraverso ‘download’, con funzionalità per una governance solida, aperta e gratuita.

Il Consorzio è costituito da membri internazionali leader di servizi finanziari, come ING Group, e distributori leader di Hadoop, come Hortonworks, e una dozzina di altri membri.

La notizia sull’Open Data Governance Consortium per Apache Atlas segue la partnership strategica che IBM ha annunciato la scorsa settimana con Hortonworks, produttore di una delle principali distribuzioni di Hadoop, la Hadoop Data Platform (HDP).

Nell’ambito del suo lavoro con il Consorzio di Governance di Open Data, ING collabora con IBM e HortonWorks, per creare un ecosistema di governance e di open metadati  e incentrato sul progetto open source Apache Atlas.


IBM annuncia nuove soluzioni di data governance 

IBM annuncia nuove soluzioni per aiutare le organizzazioni a ottenere un maggiore controllo dei loro dati nel rispetto delle crescenti esigenze di compliance per la protezione dei dati:

· IBM Unified Governance Software Platform – una nuova piattaforma software che comprende funzionalità di gestione dei dati, tra cui molte specifiche per il GDPR, come la raccolta di metadati cognitivi, lineage tracking, il rafforzamento delle politiche, i servizi di integrazione dei dati e le segnalazioni personali. Attraverso questa piattaforma, i clienti saranno in grado di rendere operativa la governance rapidame
nte e facilmente;

· Information Governance Catalog Download & Go – un download veloce di  nuovo software che consente ai clienti di scaricare, installare e gestire strumenti di governance specifici direttamente nei propri sistemi. Il software completa la versione del catalogo basata sul cloud.

· GDPR for StoredIQ – il software per la visibilità dei dati che identifica il tipo di dati che risiedono sui dischi rigidi, è stato aggiornato per identificare per la prima volta i dati personali sensibili del GDPR. L’aggiornamento rende più facile per le organizzazioni capire il tipo di dati in loro possesso, al fine di adottare le necessarie misure normative.

Applicazione di Data Science e Machine Learning alla Governance

Sempre più critica per la data governance è l’abilità di analizzare e distillare le raccolte di dati per approfondimenti e le conformità. IBM ha ampliato le sue innovazioni in materia di data science e machine learning in tutta Europa, per consentire alle imprese globali di accedere agli strumenti necessari per applicare data intelligence alla conformità normativa. Questi comprendono: 

· L’annuncio di IBM Data Science Experience (DSX) presso il data center di Londra. Ora i data scientist del Regno Unito e di tutta Europa possono utilizzare l’ambiente collaborativo per lavorare facilmente e rapidamente con i modelli analitici che guidano la creazione di applicazioni in grado di generare evidenze di dati. Portare DSX nel Regno Unito aiuterà le organizzazioni a prendere decisioni basate sui dati, a rispettare la normativa europea e nazionale sui dati e a fornire prestazioni affidabili di sistema. 

· Lo sviluppo del Machine Learning Hub in Boblingen, Germania. L’Hub rappresenta un’opportunità unica per le aziende tedesche e europee di collaborare con IBM in ambito machine learning attraverso laboratori pratici. Mentre altre società offrono risorse didattiche sulle tecnologie emergenti, il Machine Learning Hub mette in pratica la teoria per identificare le soluzioni alle sfide della data science nel machine learning. Fino ad oggi i team del Machine Learning Hub hanno lavorato ad un’ampia gamma di casi di utilizzo, dalla diagnosi del paziente alla rilevazione di frodi, fino alla segmentazione dei clienti.

“Il volume e la continua distribuzione di dati, la dinamicità con cui cambiano i regolamenti in materia, come il GDPR, e la necessità di organizzarli, analizzarli e governarli  crescono ogni giorno  in modo critico” ha affermato Rob Thomas, General Manager di IBM Analytics. “Con questi importanti sviluppi in materia di governance che stiamo portando avanti, offriamo alle organizzazioni diversi modi per iniziare a comprendere la mole di dati di cui dispongono e come valorizzarli per prendere decisioni migliori per le imprese e in conformità con le normative.”

STAYDO. L’APP CHE CREA VACANZE DA VIVERE

Avete un hobby o una passione? StayDo è quello che fa per voi.

StayDowww.staydo.it – è il nuovo motore di ricerca per viaggi decisamente su misura grazie al quale organizzare una vacanza – un giorno, un weekend o qualche giorno in più – a partire dalle attività che amate o da quelle che vi piacerebbe provare. Da soli, in famiglia, con gli amici.

Dimenticate i soliti pacchetti preconfezionati. Grazie a StayDo basta un click per trovare, personalizzare e prenotare un hotel o un Bed&Breakfast in abbinamento a corsi e attività di ogni tipo: sport, musica, artigianato, cucina, danza, cultura, astronomia,…

Volete trascorrere un weekend a Torino e cogliere l’occasione per seguire un corso di fotografia? Scoprire le colline del Monferrato e abbinare un seminario Tantra per risvegliare l’energia vitale?  State organizzando un weekend nelle Langhe e volete approfittarne per frequentare un corso di difesa personale oppure un corso di cucina? Collegandovi a StayDo troverete ciò che fa per voi.

Si può partire a costruire la propria vacanza scegliendo la zona o la struttura e scoprire quali attività si possono frequentare in abbinamento al soggiorno oppure scegliere un corso o un’attività e abbinare una struttura nei paraggi. L’interfaccia è semplice e facilmente navigabile. E in pochi minuti l’utente è in grado di pianificare una vacanza su misura.

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Fuori dalle solite rotte, lontano dai classici itinerari turistici, diverso da un’offerta standardizzata: StayDo offre l’occasione di visitare piccole città e aree rurali in modo nuovo e coinvolgente e di praticare attività divertenti e particolari.

A 6 mesi dal lancio l’offerta del portale si concentra in Piemonte, con una rete particolarmente attiva su Monferrato, Astigiano, Alessandrino, collina e provincia di Torino, Langhe e Roero; le zone sono in rapido aumento e presto sarà possibile scegliere un itinerario anche in altre aree del Piemonte oltre che direttamente a Torino. Nel corso del 2017 StayDo proporrà il proprio modello di servizio anche in altre regioni italiane.

Gli istruttori che collaborano con StayDo sono in continuo aumento e sono oltre 80 i corsi disponibili.

StayDo è una start up, incubata all’interno dell’incubatore 2i3t e inserita all’interno del programma Torino Social Innovation del Comune di Torino.

Nasce da un’idea di Paolo Pastorino, professionista nel mondo delle telecomunicazioni, esperto in sviluppo prodotto e marketing che dopo un passato da consulente dietro una scrivania ha fatto della sua passione per i viaggi e della voglia di scoprire un nuovo lavoro. Nata nel 2016, oggi StayDo dialoga con le amministrazioni locali e collabora con Camera di Commercio di Torino, Regione Piemonte, Comune di Torino, Città di Asti, Reseau Entreprendre Piemonte, ATL Asti, ATL Alexala e Città di Chieri.

L’idea è che, al di là delle storiche rotte turistiche, c’è un mondo molto interessante che spesso non ha la forza di farsi conoscere. Fare rete rappresenta quindi un’opportunità preziosa di sviluppo. StayDo rappresenta infatti un’opportunità preziosa per le strutture ricettive che vogliano promuoversi sul territorio differenziandosi con un’offerta innovativa e per i liberi professionisti, gli istruttori e gli insegnanti che possono proporre le proprie attività sul portale creando nuove occasioni di business. StayDo è un portale di incontro tra domanda e offerta, incrocia i desideri degli utenti, le location delle strutture affiliate e le proposte degli insegnanti specializzati. I viaggiatori vivono la propria esperienza di vacanza personalizzata, il territorio e le strutture offrono turismo di qualità e i liberi professionisti si propongono in maniera nuova. Un’occasione per riscoprire le eccellenze dei luoghi, creare nuove possibilità lavorative, strutturare un tessuto sociale più coeso e fare rete sfruttando la rete.

 

www.staydo.it – il portale delle vostre prossime vacanze.

 

Analista dei dati: chi è, cosa fa e quanto guadagna

Business Data Analyst:
chi è, cosa fa e quanto guadagna
una delle figure più richieste del 2020

Ogni giorno, rispetto al passato, generiamo una quantità enorme di dati, il 90% in più solo negli ultimi due anni. I dati rappresentano una vera miniera per chi offre prodotti e servizi.
Ma questi dati hanno valore solo se siamo in grado di analizzarli, aggregarli e visualizzarli. Così l’esigenza di trattare le informazioni diventa sempre più una necessità condivisa, che prevede l’intervento di un professionista specifico: il Business Data Analyst, la seconda figura più ricercata dalle aziende. Secondo una recente ricerca realizzata da TAG Innovation School, in collaborazione con Cisco Italia e Intesa Sanpaolo su un campione di 550 piccole e medie imprese italiane, infatti il 50% delle PMI dichiara di volere assumere un esperto di analisi dei dati entro i prossimi 3 anni. Tra le tendenze del 2017, le aziende hanno deciso di investire maggiormente in Visualization, Cloud Data, Rich Content, Internet of Things, Sensor Data Driven e Intelligenza Artificiale.

Il Business Data Analyst è un professionista, non uno scienziato o un ricercatore, portatore di una serie di competenze che permettono alle aziende di sfruttare i dati per creare nuovi modelli di business e generare vantaggio competitivo sul mercato. Le sue analisi coprono trasversalmente tutti i reparti di un’azienda, trasformando i dati in informazioni comprensibili. Tra le skill maggiormente apprezzate dalle aziende troviamo Machine Learning, Data Visualization, Data Mining e Data Auditing e Testing.

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Il Business Data Analyst è un mix sapiente di competenze gestionali, statistiche e comunicative. Comprende l’origine dei dati e le eventuali possibili distorsioni, analizza il flusso informatico delle informazioni grazie a una conoscenza tecnologica, legge i dati con metodi statistici al fine di identificare problemi di business e, infine, comunica con chiarezza alle varie aree aziendali i risultati.

Lo stipendio medio annuo è tra i più alti in assoluto con cifre che si aggirano tra i 30 mila e i 50 mila euro per una figura junior ma può arrivare fino 99 mila per una figura senior. Parlando di quote rosa, le donne Data Analyst sono il 41% contro un 59% di uomini.

Le aziende stanno comprendendo il valore degli esperti di analisi dei dati, grazie ai quali è possibile individuare degli actionable insight, cioè delle indicazioni su come sviluppare e orientare le proprie attività di business andando ad accrescere il proprio vantaggio competitivo. Per questo il Master in Business Data Analysis offerto da TAG Innovation School, la scuola dell’innovazione digitale di Talent Garden, ha l’obiettivo di formare professionisti in grado di sfruttare la consistente mole di dati scaturita dall’impiego delle nuove tecnologie, ricavandone preziose indicazioni per l’assunzione di decisioni strategiche, operative e per la conduzione e la competitività delle aziende. 

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Aumento di capitale di 400.000 Euro per Growish

Growish, PMI innovativa fintech leader in Italia nei pagamenti digitali di gruppo, ha chiuso un aumento di capitale da 400.000 Euro sottoscritto dal Club degli Investitori, il più grande network regionale di business angel in Italia e da Banca Sella Holding, a cui hanno partecipato anche i fondatori, gli investitori R301 Capital, venture firm tecnologica svizzera e Antonino Pisana, che avevano investito 500.000 Euro nel 2014, e il business angel Lodovico Rosnati.

Questa operazione permetterà a Growish di rafforzare la sua posizione sul mercato italiano, ampliare l’offerta con nuove soluzioni fintech e-wallet based e di social marketing B2C e B2B2C (rivolte a consumatori e aziende) – via API o piattaforma SaaS – per pagamenti di gruppo e liste regalo con convergenza multicanale (sia online che nei punti vendita) per i settori travel, retail, e-commerce, banking, sharing economy, community e donation e puntare sull’internazionalizzazione.

È stata fondata nel 2014 da Claudio Cubito (CEO), Domingo Sarmiento Lupo (CTO) e Digital Magics, business incubator quotato sul mercato AIM Italia di Borsa Italiana (simbolo: DM), che affianca la PMI innovativa con i propri servizi di accelerazione e incubazione per la crescita della società.

Potete leggere i dettagli di seguito

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D.Day 2017: 15 startup al Demo Day di Digital Magics

Dall’app che consente di dare un’anima digitale agli oggetti, associando loro informazioni, scadenze e ricordi, al servizio di assistenza e monitoraggio per gli anziani; dalla lampada che monitora temperatura, umidità, luci, movimenti, fumo, proteggendo la casa grazie a un robot domestico dotato di Intelligenza Artificiale, allo “Spotify dei vini”; dal sistema che sostituisce gli interruttori e controlla luci, termostati, prese, tapparelle o elettrovalvole all’e-commerce che semplifica il modo di fare la spesa.

 

Sono alcune delle 15 startup innovative, attualmente in fund raising, protagoniste del D.Day 2017: il Demo Day che Digital Magics, business incubator quotato sul mercato AIM Italia di Borsa Italiana (simbolo: DM), organizzerà il 9 maggio, all’interno del campus Talent Garden Milano Calabiana, per investitori, business angel e imprese.

 

Dopo l’importante risultato del 2016 con oltre 200 operatori finanziari e industriali – ha dichiarato Marco Gay, vicepresidente esecutivo di Digital Magicsritorna anche quest’anno l’appuntamento con il nostro D.Day. Grazie alle 6 sedi del nostro incubatore e ai campus di coworking di Talent Garden, ricerchiamo e affianchiamo i migliori neoimprenditori in tutto il territorio nazionale. I giovani talenti e innovatori italiani presenteranno i modelli di business delle loro startup a una platea qualificata di investitori e aziende, italiani e internazionali, che dimostra ogni anno di credere sempre di più nel digitale e nell’innovazione insieme a Digital Magics”.

All’interno del Comunicato Stampa  le brevi descrizioni e i video delle 15 startup che parteciperanno al D.Day 2017.

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Isigths sul settore dei giochi per PC e console

Nell'ultimo mese (1 aprile – 30 aprile) abbiamo misurato, in vista del raduno E3 che si terrà quest’anno a Los Angeles, i successi di Facebook e la conversazione organica tra i  titoli e i marchi più popolari del settore dei giochi per PC e console.

 

Abbiamo scoperto che solo nel mese di aprile, 36 milioni di persone in tutto il mondo hanno pubblicato, messo like, commentato o condiviso qualcosa legato a questi giochi oltre 100 milioni di volte.

 

Di seguito è riportato un elenco dei migliori giochi per PC e console di cui si è parlato su Facebook negli ultimi 30 giorni, insieme al corrispondente numero di persone che ne hanno parlano. L’asterisco indica quei giochi per i quali sono stati generati numerosi annunci in vista di E3.

 

Giochi/Serie

Numero di persone

Interazioni totali (post, likes, commenti, condivisioni)

Minecraft

2,529,400

4,346,800

Super Mario

2,474,808

3,635,016

EA FIFA

1,951,900

3,606,600

Call of Duty*

1,769,600

3,053,800

Resident Evil

1,293,900

2,292,600

Star Wars: Battlefront*

859,300

1,869,200

Grand Theft Auto

858,900

1,278,600

Final Fantasy

775,100

1,571,900

Pro Evolution Soccer

660,300

1,050,200

Injustice*

546,800

1,269,400

The Legend of Zelda*

544,900

970,600

Mass Effect*

515,800

1,115,400

Mario Kart

471,392

692,384

Tekken

463,400

780,600

NBA 2K

400,100

684,000

Horizon Zero Dawn

334,800

740,300

Tomb Raider

331,100

491,800

Gran Turismo

324,900

574,800

Crash Bandicoot

238,700

360,900

Overwatch

236,400

511,000

 

 

Informazioni aggiuntive:

 

  • Mentre la maggior parte della conversazione è guidata da giovani uomini, più di un terzo delle persone che parlano di questi giochi e di E3 sono donne.
  • Un terzo delle persone che ne parlano hanno più di 35 anni. I principali paesi che nel mese scorso hanno parlato di E3 e di giochi per PC/console sono:

1. Stati Uniti

2. Brasile

3. Messico

4. Inghilterra

5. Filippine

Franco De Cesare, Global Head of Online & Console Gaming, Facebook

"Con E3 a poco più di un mese di distanza, volevamo far luce su come i giocatori parlano dei giochi che amano con le persone e le loro marche preferite. Giochi e gaming – dai giochi mobile/social ai giochi per PC e console – ispirano un organico sempre in conversazione sulla nostra piattaforma, e questi dati portano alla luce una comunità che scopre, condivide e gioca tutti i giorni ai giochi che più amano su Facebook. Siamo felici di scoprire e mettere in luce questo tipo di conversazioni proprio nel momento in cui si avvicina E3, poiché i giocatori apprendono proprio dalla piattaforma e guardano e reagiscono al contenuto del gioco che scopriremo il mese prossimo durante il raduno di LA ".

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