Toys “R” Us: Amazon fa un’altra vittima?

Il re dei giocattoli Usa Toys R’ Us è in bancarotta. Il colosso dei giocattoli ha depositato la documentazione per il Chapter 11, la bancarotta assistita, divenendo così l’ultima vittima del boom delle vendite online che ha mandato in crisi il commercio al dettaglio.

La società che esiste da  69 anni probabilmente è vittima dell’ascesa nel emrcato della vendita online di giocattoli di Amazon. Secondo i dati del database di e-commerce di Statista, Amazon ha superato Toys R’ Usche una volta  dominavail mercato, con un enorme margine nel 2016.

Con vendite online di oltre 2,1 miliardi di dollari, la compagnia di Seattle ha lasciato molto dietro  Toys R’ Us con i suoi soli  912 milioni di dollari.

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Ford e Virginia Tech all’opera per sviluppare un linguaggio che consenta ai veicoli a guida autonoma di comunicare con gli utenti della strada

Oggi è sufficiente un così detto gioco di sguardi per comprendere le intenzioni di un’automobile nei pressi di un attraversamento pedonale, ma cosa potrebbe accadere in un 
prossimo futuro, quando l’automobile in questione sarà un veicolo a guida autonoma? 

 Per rispondere a questo importante quesito, Ford Motor Company sta collaborando con il Virginia Tech Transportation Institute per condurre una ricerca sulle modalità di interazione, che permetta ai veicoli a guida autonoma di comunicare, attraverso l’uso di segnali luminosi, le loro intenzioni agli altri utenti della strada, come pedoni, conducenti umani e ciclisti. L’obiettivo è quello di creare una modalità di interazione convenzionale che tutti possano facilmente elaborare e comprendere.

 “Comprendere come i veicoli a guida autonoma influenzino il mondo, per come lo conosciamo oggi, è fondamentale per essere sicuri di creare l’esperienza giusta per il domani”, ha commentato John Shutko, Human Factors Technical Specialist di Ford. “Dobbiamo vincere la sfida rappresentata dal non avere un conducente in carne e ossa, riuscendo a creare una modalità di interazione alternativa al cenno del capo o al movimento di una mano, fondamentale per garantire un funzionamento sicuro ed efficiente dei veicoli a guida autonoma all’interno delle nostre comunità”.

I ricercatori, all’inizio, hanno considerato l’idea di utilizzare un display di testo, ma ciò avrebbe richiesto, necessariamente, la medesima conoscenza linguistica da parte di tutti gli attori coinvolti. L’uso di simboli, invece, è stato escluso poiché, storicamente, i simboli ottengono un basso riconoscimento tra i consumatori. Si è, quindi, deciso di optare per la segnaletica luminosa. Ed essendo già standardizzata e universalmente compresa, a esempio, per l’indicazione di direzione e della frenata, si è ritenuto che un’applicazione innovativa di tale segnaletica, potesse essere la modalità più efficace per la creazione di un linguaggio visivo di riferimento, che permetta a tali veicoli di muoversi interagendo con gli altri utenti della strada in modo funzionale. I veicoli a guida autonoma, attraverso la segnaletica luminosa, potranno indicare, in procinto di un incrocio, l’intenzione di arrestarsi o di dare la precedenza.

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A tal proposito, sul parabrezza del Transit Connect utilizzato per condurre i test, è stata posizionata una barra luminosa insieme a sei telecamere ad alta definizione, utili per garantire una vision a 360° delle aree circostanti, al fine di carpire il comportamento dei diversi utenti della strada.

 Per simulare completamente l’esperienza a bordo di un veicolo a guida autonoma, i ricercatori hanno sviluppato una particolare tuta, che permette di nascondere un vero conducente nella posizione di guida. Progettata per sembrare a tutti gli effetti un sedile, la tuta crea, negli utenti della strada, l’illusione di vedere un veicolo completamente autonomo, fattore fondamentale per valutarne realmente le interazioni. Il team ha condotto i test sperimentando tre diversi segnali luminosi, per testare la segnalazione delle intenzioni del veicolo:

  • Arresto: due luci bianche che si spostano da un lato all’altro, indicano che il veicolo sta per arrestarsi completamente
  • Guida autonoma attiva: una luce bianca fissa indica che il veicolo è in movimento
  • Avvio: una luce bianca che lampeggia rapidamente indica che il veicolo riprende la marcia dopo un arresto

Durante il mese di agosto le strade della Virginia settentrionale, conosciute per la notevole densità di traffico, sono state protagoniste della sperimentazione che ha permesso ai ricercatori di raccogliere le reazioni delle persone, a bordo del Transit Connect a guida autonoma simulata. Dei quasi 3.000 km percorsi in ambiente urbano, sono state raccolte oltre 150 ore di registrazione, tra cui incontri con pedoni, ciclisti e altri veicoli. La segnaletica luminosa è stata attivata ​​più di 1.650 volte in varie aree di Arlington, compresi incroci, parcheggi, garage e strade aeroportuali. I ricercatori utilizzeranno tutti i dati ottenuti per comprendere come gli altri utenti della strada cambiano i loro comportamenti in risposta alle segnalazioni inviate loro da un veicolo a guida autonoma.

“Questa sperimentazione sarà utile non solo per gli automobilisti e costruttori d’auto, ma per chiunque cammini, guidi o si ritrovi al fianco di un veicolo a guida autonoma, in futuro”, ha commentato Andy Schaudt, Project Director, Center for Automated Vehicle Systems, del Virginia Tech Transportation Institute. “Siamo orgogliosi di sostenere Ford nello sviluppo di questa ricerca molto importante”.

L’impegno per creare uno standard condiviso

Ford sta già lavorando con diverse organizzazioni del settore per lo sviluppo di uno standard industriale di riferimento, tra cui l’International Organization for Standardization e il SAE International. Una modalità di interazione convenzionale, da applicarsi a tutti i veicoli a guida autonoma, che la maggior parte delle persone possa essere in grado di comprendere, e che contribuirà a garantire un’integrazione sicura dei veicoli a guida autonoma, all’interno dei sistemi di trasporto esistenti. Ford ritiene, inoltre, come primaria, la necessità di un protocollo di comunicazione per i non vedenti o per coloro che presentano problemi alla vista e sta avviando un progetto di ricerca dedicato come parte di una sperimentazione separata.

 “Per la preparazione di un futuro che preveda l’integrazione, nei nostri scenari, della guida autonoma, è necessario lavorare tutti insieme”, ha aggiunto John Shutko. “Ecco perché stiamo sviluppando e promuovendo un linguaggio di riferimento condiviso, che possa essere adottato dall’intero settore automotive e applicato a tutti i veicoli a guida autonoma”. 

Ford e Deutsche Bahn in partnership con un progetto di bike sharing

Ford of Germany e Deutsche Bahn Connect GmbH, una filiale della Deutsche Bahn AG, hanno annunciato l’ampliamento della loro partnership per lo sviluppo di servizi per il miglioramento della mobilità in Germania, dal car sharing al bike sharing.

 Dal prossimo mese, 3.200 FordPass bike saranno rese disponibili, tramite il sistema di noleggio Call a Bike di Deutsche Bahn, ai ciclisti di Colonia e Düsseldorf. Ford of Germany diventerà, così, il primo costruttore di automobili a essere coinvolto in un progetto relativo al bike sharing in Europa.

“In quanto provider di servizi di mobilità, ci impegneremo per lo sviluppo di soluzioni sostenibili da integrare al sistema di trasporto già esistente in modo da aumentarne l’efficienza, soprattutto nelle aree più centrali della città. Per questo motivo, stiamo lanciando il servizio di FordPass bike sharing con il leader del mercato Call a Bike”, ha commentato Steven Armstrong, Group Vice President e President, Europe Middle East and Africa, Ford Motor Company, annunciando la partnership al New Mobility World, il forum sulla mobilità tenutosi durante il Salone di Francoforte.

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I clienti potranno utilizzare l’app di FordPass, registrarsi su Call a Bike, e trovare la bicicletta disponibile più vicina, pagando il servizio direttamente online. L’applicazione FordPass può già essere utilizzata per accedere al servizio di car sharing di Ford, utile per individuare i parcheggi disponibili o per trovare i prezzi più convenienti dove effettuare rifornimento di carburante.

“L’uso delle biciclette per muoversi all’interno delle città e il trend relativo allo Share Economy, acquisiranno sempre più importanza negli anni a venire. Con questo nuovo servizio, disponibile a Düsseldorf e Colonia, stiamo estendendo i servizi di trasporto pubblico per i nostri clienti, attraverso una modalità estremamente ecologica”, ha dichiarato Sylvia Lier, Chair, Board of Management, Deutsche Bahn Connect. “Siamo entusiasti dell’espansione del servizio Call a Bike in partnership con Ford, che ci permetterà di sviluppare ulteriormente il network di biciclette a disposizione dei nostri clienti in tutta la Germania. Tutti i clienti FordPass Bike potranno utilizzare integralmente i servizi di Call a Bike e viceversa, senza dover ripetere il processo di registrazione iniziale”.

 Ford e Deutsche Bahn Connect collaborano, dal 2013, per garantire un servizio di car sharing, e, nel mese di agosto di quest’anno, Ford ha annunciato che metterà a disposizione 100.000 account Call a Bike gratuiti per un anno per i suoi clienti.

 “Abbiamo lanciato un progetto comune di car sharing quattro anni fa, come parte dell’espansione di Ford a provider di servizi per la mobilità”, ha dichiarato Wolfgang Kopplin, Deputy Chairman, Ford of Germany. “Il nostro progetto di bike sharing rappresenta un ulteriore passo in avanti sulla strada per l’attuazione di questa strategia. Ci permetterà di integrare i servizi di trasporto pubblico, già presenti nelle città, con una modalità completamente green, fornendo un servizio ecologico e a basso costo per un crescente numero di clienti”.

Amazon lancia in Italia Amazon Music Unlimited con più di 50 milioni di brani in streaming

 

 Amazon lancia in Italia Amazon Music Unlimited,
il servizio di streaming con un catalogo di oltre 50 milioni di brani

Amazon Music Unlimited offre ai clienti centinaia di playlist e radio personalizzate, curate personalmente da esperti italiani di musica.


Tutti i clienti potranno iscriversi ad Amazon Music Unlimited al costo di 9,99 al mese, con un’offerta lancio esclusiva riservata ai clienti Amazon Prime.

Amazon ha lanciato oggi in Italia Amazon Music Unlimited, un servizio di musica on-demand che mette nelle mani dei clienti un catalogo di oltre 50 milioni di canzoni, centinaia di playlist e radio personalizzate. Amazon Music Unlimited è un servizio dotato di un catalogo completo di artisti in testa alle classifiche come Fabio Rovazzi, Francesco Gabbani, Fedez, Baby K, Taylor Swift, Ed Sheeran, Katy Perry e Coldplay, insieme ad altri artisti importanti come Vasco Rossi, Tiziano Ferro, Zucchero, Fabrizio de André, Elvis Presley e David Bowie.

I clienti iscritti ad Amazon Music Unlimited possono scegliere esattamente quali canzoni e album ascoltare oppure scoprire nuove canzoni in modo semplice e immediato grazie ai suggerimenti personalizzati di Amazon. I clienti potranno facilmente organizzare una festa, allenarsi o prendersi una pausa e rilassarsi con centinaia di playlist curate appositamente per loro dagli esperti di musica italiani di Amazon Music. Saranno inoltre disponibili radio personalizzate e prive di contenuti pubblicitari basate su diversi generi come pop e rap ma sarà anche possibile godersi la musica a seconda del proprio mood, scegliere quella adatta all’allenamento o al relax, o ancora semplicemente scegliere l’artista preferito o le hit del decennio. I clienti avranno anche la possibilità di scaricare le canzoni, gli album e le playlist dal catalogo di Amazon Music Unlimited sui propri dispositivi per ascoltarli in modalità offline su aerei, treni e in qualsiasi luogo si trovino senza una connessione internet.

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La reazione dei clienti per il lancio di Amazon Music Unlimited negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Germania ci ha entusiasmato e siamo felici di rendere disponibile il servizio ai clienti di Italia, Francia e Spagna”, ha affermato Steve Boom, VP di Amazon Music. “A partire da oggi, Amazon Music Unlimited offrirà ai nostri clienti in Italia playlist e radio curate dai nostri esperti di musica italiani, con i principali artisti del Bel Paese e internazionali; pensiamo che i clienti ameranno questo servizio”.

Più vantaggi per i clienti Amazon Prime
Tutti i clienti in Italia potranno iscriversi ad Amazon Music Unlimited al prezzo di 9,99€ al mese.

Al lancio, i clienti Amazon Prime riceveranno un’offerta temporanea con un credito di 10€ (equivalente a un mese di uso gratuito) iscrivendosi all’abbonamento mensile.
L’abbonamento annuale è disponibile per i clienti Amazon Prime al prezzo di 99€ in un’unica soluzione di pagamento: corrisponde al costo di soli 8,25€ al mese, equivalente ad un risparmio di oltre 20€ l’anno.
I clienti Amazon Prime riceveranno un’offerta temporanea con un credito di 10€ anche iscrivendosi all’abbonamento annuale.

Per le famiglie
I clienti possono iscriversi all’abbonamento Family di Amazon Music Unlimited, che consente l’accesso al servizio a sei componenti della famiglia al costo di 14,99€ al mese. I clienti Amazon Prime avranno inoltre  la possibilità di iscriversi all’abbonamento annuale Family di Amazon Music Unlimited al prezzo di 149€ in un’unica soluzione di pagamento, che corrisponde al costo di soli 12,42€ al mese e con un risparmio di oltre 30€ l’anno. I clienti Amazon Prime riceveranno un’offerta temporanea con un credito di 10€ anche sull’abbonamento Family sia mensile che annuale. Tutti i membri della famiglia possono ascoltare in streaming la musica che desiderano, in qualsiasi momento e in diversi luoghi contemporaneamente. In più, l’account di ciascun membro godrà di consigli personalizzati per più di 50 milioni di canzoni, e di centinaia di playlist e radio disponibili su Amazon Music Unlimited.

App agile e intuitiva
L’app di Amazon Music è stata progettata con un’interfaccia che enfatizza le immagini dell’artista e la grafica degli album e mette al centro la ricerca e la riproduzione della musica. Tra le funzionalità più importanti dell’app, “Home” mostra le selezioni degli esperti di Amazon Music per consentire ai clienti di rimanere aggiornati sulla musica che amano, sulle novità o sulle tendenze, mentre “Consigliato” permette ai clienti di trovare i consigli musicali personalizzati offerti dalla tecnologia alla base dei suggerimenti di Amazon. L’app Amazon Music è disponibile per dispositivi Fire, iOS, Android, Web, PC e Mac.

Per saperne di più è possibile visitare la pagina amazon.it/amazonmusicunlimited

 

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Amazon Music
Amazon Music è la meta per i clienti che desiderano avere la maggiore possibilità di scelta per accedere e ascoltare tutta la loro musica preferita. In aggiunta allo streaming tramite Amazon Music Unlimited, Amazon Music offre un’ampia selezione di CD e Vinili, incluso il servizio AutoRip su più di centomila album, tramite il quale ricevi subito e senza costi aggiuntivi la versione in formato digitale del CD o del Vinile acquistato, nonché decine di milioni di canzoni MP3 da acquistare. Per maggiori informazioni visita Amazon Music  www.amazon.it/amazonmusic.

Amazon
Amazon è guidata da quattro principi: ossessione per il cliente piuttosto che attenzione verso la concorrenza, passione per l’innovazione, impegno per un’eccellenza operativa e visione a lungo termine. Le recensioni dei clienti, lo shopping 1-Click, le raccomandazioni personalizzate, Prime, Logistica di Amazon, AWS, Kindle Direct Publishing, Kindle, i tablet Fire, Fire TV, Amazon Echo e Alexa sono alcuni dei prodotti e dei servizi introdotti da Amazon.

 

 

 

SOCIAL SCHOOL: AL VIA LA SECONDA FASE DEL PROGETTO – FACEBOOK

SOCIAL SCHOOL: AL VIA LA SECONDA FASE DEL PROGETTO DI EDUCAZIONE ALL’UTILIZZO DEGLI STRUMENTI DI PROTEZIONE E SICUREZZA SU FACEBOOK

 Parte il 14 settembre la campagna informativa realizzata da Facebook e Skuola.net per sensibilizzare e informare i giovani

 In occasione del rientro tra i banchi di scuola, parte la seconda fase del progetto Social School, promosso da Facebook Italia e Skuola.net con il supporto scientifico dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza. Avviato ad aprile 2017, si inserisce tra le iniziative promosse da “Generazioni Connesse”, il Safer Internet Centre italiano coordinato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Direzione Generale per lo Studente, l’integrazione e la Partecipazione 

Basandosi sui risultati raccolti nella prima parte del progetto, Skuola.net – la più grande scuola virtuale italiana – insieme a Facebook, darà il via ad una campagna informativa che, utilizzando video, infografiche, meme e gif, accompagnerà i giovani alla scoperta degli strumenti messi a disposizione da Facebook per salvaguardare la propria sicurezza online. I contenuti realizzati saranno visibili sul sito e sulla pagina Facebook di Skuola.net

La prima fase, rappresentata da una ricerca commissionata da Facebook e condotta da Skuola.net e Osservatorio Nazionale Adolescenza ha, infatti, permesso di individuare le tematiche più sensibili e le lacune da colmare. Il coinvolgimento di 3130 studenti di scuole medie, superiori e università ha permesso di testare la loro conoscenza sugli strumenti messi a disposizione da Facebook a tutela della loro sicurezza. La fotografia che ne è emersa e che il 41% dei ragazzi intervistati non ha mai letto gli Standard della Comunità di Facebook, il 70% non ha mai visitato le pagine dedicate al Centro per la Sicurezza di Facebook, e il 42% non era a conoscenza dell’esistenza. È però pari al 95% degli intervistati la percentuale di coloro che dichiarano di conoscere la funzione che consente di bloccare altri utenti. 

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Questi risultati hanno permesso di passare alla seconda fase del progetto Social School e di costruire la campagna informativa, in partenza il 14 settembre. Obiettivo primario sarà quello di comunicare agli adolescenti, attraverso gli strumenti e linguaggi che utilizzano quotidianamente, quali siano i pericoli legati ad una scarsa conoscenza delle impostazioni di privacy e di aiutarli a comprendere i benefici degli strumenti che Facebook mette a disposizione per salvaguardare la loro vita online. 

Fornire un ambiente sicuro per la comunità di Facebook è la nostra priorità numero uno. Per garantire tutto questo, è necessario conoscere e rispettare le regole della piattaforma. Educare i giovani e mostrare loro gli strumenti a disposizione è un nostro dovere ed è per questo che abbiamo deciso, insieme a Skuola.net, di dare vita al progetto Social School. L’analisi dei dati raccolti durante la ricerca ci ha consentito di conoscere meglio i comportamenti e la conoscenza che hanno i nativi digitali sulla piattaforma. In questa seconda fase ci impegniamo a restituire loro informazioni e strumenti per rendere più sicura la loro vita online”Laura Bononcini, Head of Public Policy Facebook Italia 

La mission di Skuola.net è quella di migliorare la vita degli studenti. Dato che le piattaforme di social networking sono l’ambiente in cui molti di loro passano la maggior parte del proprio tempo, riteniamo che sia fondamentale aiutarli attraverso l’ascolto e la creazione di contenuti adatti nei linguaggi ma anche vicini a loro nei luoghi abituali di ritrovo virtuale. Tutti elementi che sono già presenti nella abituale esperienza di Skuola.net e che abbiamo messo a disposizione volentieri di questo progetto, che va a confermare ancora una volta la bontà del modello di azione sinergico rappresentato da Generazioni Connesse” – Daniele Grassucci, Head of Content and Communication Skuola.net

 All’interno della più generale missione dell’istruzione, propria del MIUR, è andata emergendo da tempo la necessità di corrispondere a nuovi bisogni dello studente, incluso quello di una complessiva educazione online, che ha richiesto la predisposizione di azioni mirate a favorire una corretta gestione dei profili online, e quindi delle informazioni personali, nonché a garantire una ‘navigazione’ sicura e consapevole dei giovani.

Nel riconoscimento di tale priorità, il MIUR, anche in forza del coordinamento del Safer Internet Centre, giunto alla sua terza edizione, ha sperimentato il valore aggiunto della collaborazione con tutte le agenzie educative e le società private che, come Facebook e Skuola.net, sono impegnate con i giovani in questo ambito.

In particolare, la partecipazione del MIUR a network europei, in cui si discute e si elaborano strategie comuni per promuovere, anche nell’ambito della più recente cornice normativa offerta dal nuovo Regolamento sulla protezione dei dati personali n. 679 del 2016, lo sviluppo di un web più sicuro, coinvolgendo in tutti i processi decisionali anche i ragazzi, sta favorendo l’emersione di un percorso strutturato nel raggiungimento di tali obiettivi. Tra gli Stati membri coinvolti nella promozione delle politiche c.d. del “Better Internet for Kids, l’Italia può essere annoverata tra quelli che, con politiche pubbliche precorritrici, quali di recente la legge 71/2017 per il contrasto al cyberbullismo, la legge c.d.  ‘Buona scuola’ e il decreto sulla ‘Scuola digitale’, mettono da tempo in campo un modello di azione sinergica tra pubblico e privato per promuovere un web più sicuro. Il progetto ‘Social school’ si iscrive, senz’altro, tra le esperienze positive e virtuose di tale modello. Inserito, infatti, nel programma delle iniziative del Safer Internet Centre, coordinato dal MIUR, tale progetto non si riduce ad una solitaria iniziativa “one spot”, mirando piuttosto a concorrere al più generale e impegnativo obiettivo, comune a tutti gli altri partner del SIC , di ‘disegnare’ ambienti online sicuri e favorevoli allo sviluppo di contenuti positivi” – Giuseppe Pierro, Dirigente Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione.

 

I temi e le attività al centro della campagna di sensibilizzazione saranno:

          La sicurezza sui social: un percorso alla scoperta del Centro per la Sicurezza Facebook con prove da superare per risolvere i falsi miti sui social network. Avranno così modo di testare le proprie conoscenze e le possibilità che offre loro Facebook in termini di strumenti, normative e risorse.

          La Privacy su Facebook: la gestione privacy e la visibilità dei propri contenuti sul Social Network meritano un racconto approfondito e i giovani saranno accompagnate da icone Facebook, una guida “step-by-step” per modificare le proprie impostazioni e controllare chi può vedere i post, le informazioni del profilo, e le impostazioni per le app alle quali ci si è collegati tramite Facebook.

          Controllo dei TAG: immagini, post, video: tutti possono essere taggati e tutti possono taggare, ma può capitare che il contenuto nel quale si è stati taggati non sia di nostro gradimento. Sensibilizzare i giovani al Controllo dei TAG e a verificare i contenuti visibili sul proprio profilo, vuol dire renderli maggiormente consapevoli del potere che loro stessi possono esercitare sul profilo.

          Segnalazione Contenuti: Facebook incoraggia le persone che usano la piattaforma a segnalare i contenuti che reputano violare gli Standard della Comunità. In questo modo tutti possono contribuire alla sicurezza di Facebook. La segnalazione dei contenuti è essenziale per rendere la piattaforma un ambiente sempre più sicuro e protetto e per tutelare le persone, in particolare i minori, da abusi e utilizzi inappropriati delle proprie informazioni e contenuti. Data la molteplicità di contenuti disponibili, è necessario avviare un percorso di educazione su come e quando segnalare un contenuto. Come? Un’infografica semplice e intuitiva mostra cosa è opportuno segnalare e cosa no.

          Standard della Comunità: un corto animato racconterà gli Standard della Comunità, regole di comportamento condivise che, chi si iscrive a Facebook, si impegna a rispettare a garanzia e rispetto dell’equilibrio tra libertà di espressione e tutela della sicurezza.

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: Sono 26 le sedi di HACK.DEVELOPERS, una anche in Silicon Valley a San Francisco

 

Sono 26 le sedi di HACK.DEVELOPERS, una anche in Silicon Valley a San Francisco

Il Team per la Trasformazione Digitale, in collaborazione con Codemotion, annuncia le sedi del più grande hackathon dedicato alla Pubblica Amministrazione che il 7 e 8 ottobre coinvolgerà gli sviluppatori software di 25 città italiane e di una sede estera a San Francisco.

“Cambia la PA, riavvia il sistema operativo del Paese” – questo il claim scelto per l’iniziativa.

https://hack.developers.italia.it  

#HackDev17

Si è svolto ieri sera a Milano il primo dei sei meetup di presentazione di Hack.Developers nel corso del quale sono state presentate le 26 sedi dell’hackathon che coinvolgerà gli sviluppatori sui principali progetti della PA ospitati sulla piattaforma Developers Italia, la community presentata dal Team per la Trasformazione Digitale in collaborazione con AgID – Agenzia per l’Italia Digitale – annunciata proprio a Codemotion lo scorso 24 marzo per progettare e realizzare i servizi pubblici digitali italiani.

Dopo i saluti iniziali di Roberta Cocco, Assessore alla Trasformazione Digitale del Comune di Milano, e la presentazione di Gianluca Varisco sui progetti che il Team per la Trasformazione Digitale sta portando avanti, Mara Marzocchi, co-founder di Codemotion, e Giovanni Bajo, Responsabile Relazioni con gli Sviluppatori, hanno presentato nel dettaglio l’hackathon. 

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Il 7 e l’8 ottobre 2017, il Team per la Trasformazione Digitale – in collaborazione con Codemotion e con il supporto di Microsoft, IBM, Cisco, Oracle, Red Hat, Intesa Sanpaolo, TIM e DXC – organizza il più grande hackathon italiano, che coinvolgerà 26 città (tra cui anche una sede estera a San Francisco) e circa 80 community tech e di sviluppatori su tutto il territorio nazionale.

Lo scopo della sfida è riunire, per 48 ore e in tutta Italia, centinaia di sviluppatori software, ingegneri informatici, esperti di sicurezza informatica e studenti universitari per rispondere alle necessità che il processo di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione italiana ci sta chiedendo di affrontare: riavviare il sistema operativo del Paese. Sono attesi circa 800 partecipanti.

Sul sito hack.developers.italia.it è ora possibile registrarsi per tutte le sedi dell’evento, che si terrà in 16 regioni italiane e – grazie ad una delegazione estera – anche a San Francisco, in California.

Mara Marzocchi, co-founder di Codemotion, è entusiasta del risultato della Call 4 Hosts appena conclusasi: “La quantità di candidature ricevute per ospitare l’hackathon da parte delle community locali è stata ben superiore alle attese degli organizzatori, e quindi sono confermate un totale di 26 sedi, di cui una estera.”

Le 5 sedi dirette per l’evento sono Roma, Milano, Torino, Firenze e Bari. Le altre città nelle quali le community di sviluppatori software si riuniranno per 2 giorni di codice sono: Ancona, Biella, Cagliari, Camerino, Campobasso, Catania, Cosenza, Genova, L’Aquila, Lecce, Napoli, Padova, Palermo, Pisa, Reggio Emilia, Rimini, Salerno, Trapani, Trento, Venezia e San Francisco.

Dopo l’evento di Codemotion a Roma nel quale abbiamo presentato la nostra Developers Community, – ha dichiarato Giovanni Bajo, Responsabile Relazioni con gli Sviluppatori del Team per la Trasformazione Digitale –  ora è iniziata l’opera di community building e abbiamo accolto con entusiasmo l’idea di Codemotion di organizzare un hackathon diffuso su tutto il territorio per coinvolgere gli sviluppatori, andando a incontrarli nelle loro città. Crediamo molto in questa iniziativa che contribuirà a far crescere la partecipazione sulla nostra piattaforma.

Le sfide saranno strettamente legate ai singoli progetti e tecnologie su cui si sta concentrando il lavoro del Team Digitale. I progetti sono ospitati nella piattaforma Developers.Italia, la community open-source per gli sviluppatori della Pubblica Amministrazione. Durante un code sprint gli sviluppatori sono chiamati a dare il proprio contributo sui singoli progetti. Le challenge saranno numerose e di diversa difficoltà: dalla risoluzione di un piccolo bug grafico in un portale pubblico, alla creazione di complesse funzionalità già previste nella roadmap dei singoli progetti, oppure ancora la prototipizzazione di nuove componenti da creare da zero. Il codice che sarà realizzato durante l’hackathon dovrà essere rilasciato con licenza open source, in modo che sia disponibile a tutta la comunità. Ciò che verrà realizzato aiuterà la PA ad integrare in modo più efficiente le tecnologie necessarie alla digitalizzazione dell’Italia.

Qui di seguito potete trovare alcuni esempi delle sfide che attendono gli sviluppatori. La lista completa è in continuo aggiornamento e ad oggi comprende progetti come SPID – Sistema Pubblico di Identità Digitale, ANPR – Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente, DAF – data Analitycs Framework, DAF – Dataportal, DAT – Dati Pubblici (nuovo Dati Gov.it), Security, Design e le challenge saranno aggiornate giorno dopo giorno sul sito fino alla data dell’evento.

Per presentare e promuovere questo hackathon – una vera maratona di codice di dimensioni senza precedenti nel nostro Paese – rappresentanti del Team Digitale e di Codemotion saranno in tour sul territorio nazionale per incontrare le tech community di sviluppatori e la stampa locale. Gli appuntamenti nel mese di settembre saranno: a Napoli il 12, a Torino il 14, a Firenze il 15, a Bari il 18 e in chiusura a Roma il 19 settembre.

 

Per maggiori informazioni sulla notizia:

marisandra@teamdigitale.governo.it e guido.brescia@codemotion.it

 

CITTÀ DATA ORARIO LOCATION INDIRIZZO REGISTRAZIONE
Napoli mar 12/09 18:30-21 Hub Banco di Napoli – Intesa Sanpaolo Corso Nicolangelo Protopisani 70 ly/2w2NuDS
Torino gio 14/09 18:30-21 Toolbox Coworking Via Agostino da Montefeltro 2 ly/2iZ9caB
Firenze ven 15/09 18:30-21 Impact Hub Via Panciatichi 16 ly/2vI9eda
Bari lun 18/09 18:30-21 Impact Hub Viale Volga C/O Fiera del Levante ly/2gBXL4k
Roma mar 19/09 18:30-21 LUISS ENLABS – Sala LUISS A Via Marsala 29h ly/2wCn67A

 

Calcio e innovazione – Italia Startup insieme a FIGC per promuovere il primo hackathon sul calcio – Trento 14 e 15 ottobre

 

MILANO FA SQUADRA CON HACKATHON FIGC


In vista del Primo Hackaton sul calcio italiano, la maratona per innovatori digitali che vuole elaborare nuove soluzioni per lo sviluppo del calcio, in programma il 14 e 15 ottobre a Trento, la FIGC coglie ancora una volta l’occasione di promuovere una riflessione strategica su innovazione e sport: questo pomeriggio a Milano, in collaborazione con UniCredit Start Lab, è stato promosso così un incontro che ha permesso di approfondire i temi che verranno affrontati nella due giorni di Trento.


L’evento milanese, che ha ricevuto il patrocinio di Assolombarda, segue quello già svolto a Bruxelles con la presenza di numerosi stakeholders europei, rappresentanti delle istituzioni e del mondo dell´innovazione.

  

Undici sono stati i relatori, lo schema un 4-4-2 ma con variazioni sul tema. Ad aprire i lavori Giovanni Ronca (Co-Head Italy UniCredit): “Siamo felici di ospitare qui in UniCredit Tower Hall un evento che conferma la nostra costante attenzione al mondo dell’innovazione a supporto del business nostro e dei nostri clienti. Lo testimonia anche il successo del nostro programma UniCredit Start Lab, che sarà partner dell’Hackathon FIGC. Dal momento della sua nascita, grazie alla cooperazione con oltre 200 partner e a numerosi road show in tutta Italia, UniCredit Start Lab ha valutato oltre 3.400 business plan e messo a disposizione di oltre 150 startup e giovani imprenditori iniziative mirate di mentoring, formazione e sviluppo del network con aziende e investitori. Questa prima collaborazione con Hackathon FIGC arricchisce ulteriormente la rete di opportunità per i partecipanti al programma, proponendosi di contaminare un settore molto amato in Italia, che si sta profondamente rinnovando grazie alle più moderne tecnologie”. Il rappresentante FIGC, Paolo Arsillo (Responsabile dell’Ufficio Vivo Azzurro), si è soffermato sull’organizzazione dell’Hackathon del Calcio Italiano. “Per noi questo rappresenta un nuovo passo verso il futuro: lo sviluppo dell’Hackathon rientra all’interno di un ampio piano strategico della nostra federazione finalizzato a dare un forte impulso allo sviluppo di nuove piattaforme informatiche, digitali e tecnologiche con l’obiettivo di aumentare efficienza e operatività delle strutture federali e incrementare servizi e prodotti a favore dei tesserati”.

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Alvise Biffi (Vicepresidente della Piccola Impresa di Assolombarda con delega alle Startup-open innovation, relazioni esterne e interne e Vicepresidente Piccola Industria Confindustria) ha parlato del ruolo di Assolombarda: “Siamo fortemente impegnati a supportare le nuove idee e i giovani imprenditori. Il sostegno ad Hackathon FIGC, che ha il merito di stimolare le nuove imprenditoriali nell’ambito del mondo sportivo, va certamente in questa direzione. Si tratta, infatti, di un laboratorio di idee finalizzato ad arricchire il patrimonio culturale calcistico e a creare una comunità di innovatori focalizzati sul calcio. Un binomio innovazione-sport che, sull’onda delle nuove tecnologie, porterà a nuovi modelli di business applicati al calcio e a un nuovo gemellaggio tra Milano e Trento dopo le Universiadi Trentino 2013”.


Secondo Marco Bicocchi Pichi (Presidente di Italia Startup) “Il calcio è diventato un’industria globale che richiama l’applicazione delle innovazioni da molti fronti. Mi congratulo con FIGC per il coraggio di voler cavalcare l’onda dell´innovazione. Lo sport-tech è una frontiera di grande interesse per le startup e le imprese associate ad Italia Startup come Unicredit e Unicredit Start Lab. Auspico che Trento diventi la sede del ´World Football Tech Forum´ come per Davos il World Economic Forum; Trento e l’Italia hanno le caratteristiche per coltivare un’ambizione mondiale, ma questo riuscirà al Sistema Italia soltanto se riusciremo davvero a unire le eccellenze italiane ed a fare squadra”.


È toccato poi al Prof. Paolo Bouquet (Delegato del Rettore per lo Sport, Universitá di Trento) illustrare il ruolo del sistema Trentino: “Stiamo credendo e stiamo investendo in maniera strategica nel binomio sport-innovazione. Lo dimostra l’impegno dell´Ateneo di Trento su dual career per studenti-atleti ed i programmi accademici innovativi. Lo dimostra il fatto che Trentino Sviluppo, l’agenzia di sviluppo locale, ha individuato nello SportTech uno dei settori strategici per il prossimo biennio. Lo dimostra la nuova partnership, che verrà resa pubblica a Barcellona il 25-26 settembre tra Hype Foundation, TrentinoSviluppo e UniTrento. Vogliamo sviluppare e rivoluzionare il mondo dello sport, unirlo al mondo dell’innovazione e declinarlo in maniera locale ed internazionale”. 


Hanno partecipato all´incontro anche il Prof. Carlo Alberto Carnevale Maffé (SDA Bocconi e Coordinatore scientifico di Hackathon FIGC), Marco Nannini (Presidente & CEO, Impact Hub Milano), Gianpiero Lotito (Founder & CEO, FacilityLive), Paolo Costa (Fondatore/Direttore Marketing & Comunicazione, Spindox), Alessandro Lunelli (Vice-Presidente di Confindustria Trento e Gruppo Cantine Ferrari), Lorenzo Triboli (rappresentante WEF Global Shares/Milan Hub) e David Casalini, (Cofondatore e Amministratore Delegato di RnDlab, fondatore di StartupItalia!).


L’EVENTO
. Il “Primo Hackathon del Calcio Italiano – Maratona di Innovazione della FIGC” si svolgerà a Trento il 14-15 ottobre 2017: sarà possibile iscriversi fino al 27 settembre sul sito www.hackathon-figc.unitn.it. Si tratta del primo hackathon sul calcio in Italia, il secondo a livello internazionale (dopo quello del Manchester City) ed il primo hackathon mai realizzato da una Federazione Calcistica a livello globale. Attorno all´Hackathon verranno organizzati una serie di eventi pubblici, conferenze e seminari per innovatori con importanti partecipazioni da parte di gruppi industriali e di startup. A Trento saranno presenti, tra gli altri, rappresentanti di FIFA, UEFA, Google, Microsoft, SAP, TIM.

L´Hackathon FIGC ha ricevuto l’Alto Patrocinio di Commissione Europea (TiborNavracsics, Commissario Europeo per Educazione, Cultura, Gioventú e Sport), Parlamento Europeo (Presidente Antonio Tajani), Presidenza del Consiglio/Ufficio Sport (Ministro per lo Sport Luca Lotti) e CONI (Presidente Giovanni Malagó).

Per ulteriori informazioni visitare il sito http://www.hackathon-figc.unitn.it/

 

Mashable Milano – C’è chi parla di rivoluzioni. E chi le fa

Talent Garden Calabiana Milano

19/20/21 Ottobre 2017

 

C’è chi parla di rivoluzioni. E chi le fa.


 

Ad oggi:

695 iscritti / 90 relatori / 70 speech / 5 workshops /
70  brand ambassador / 52 aziende sponsor-partner /

23 media-partner / 3 nazioni coinvolte

Google, Microsoft, BNL, Coca-Cola, Cisco, Enel, Nestlè, Tim, Shopify, Cornetto Algida, Deliveroo, Sorgenia, SAS, PINKO, Armando Testa: sono solo alcune delle numerose aziende che porteranno i propri manager più creativi sul palco del Mashable Social Media Day + Digital Innovation Days, la tre giorni più attesa dal mondo digital e dedicata alla rivoluzione digitale e all’innovazione, che si terrà il 19, 20 e 21 ottobre a Milano, presso la prestigiosa location di Talent Garden-Calabiana.

Strategie Digitali, Social Media Marketing e Innovazione si fondono in un unico contenitore per un evento che ad oggi ha registrato oltre 695 iscritti pronti a seguire i 90  relatori in occasione dei 70 speech, 5 workshop, party e business matching che caratterizzeranno l’evento. Tuttavia, come insegnano le tematiche che si andranno ad affrontare, tutto è ancora in evoluzione e i numeri tenderanno ad aumentare anche nelle prossime settimane.

Grazie alla partnership instaurata con il Consolato Americano in Italia, al Mashable Social Media Day + Digital Innovation Days tra i relatori ci sarà Kip Knight, Senior Vice President e responsabile franchise per Stati Uniti, Canada e Australia di “H&R Block Inc” con un passato in aziende del calibro di “Procter & Gamble”, “Pepsico”, “Ebay”; Kip Knight sarà protagonista del talk “The Changing World of Disinformation” in cui affronterà lo scottante tema delle Fake News.

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Da Londra per tenere il suo speech a Milano, arriverà Virginia Salas Kastilio, una delle Snapchat-influencer più celebri e seguite del mondo, numero 1 nella prestigiosa classifica “Inc. Magazine”.  Da San Pietroburgo giungerà Olga Andrienko, Head of Global Marketing di “Semrush”, suite di online marketing tra i più quotati del web.

Numerosi i relatori italiani con background internazionale che saranno presenti a Milano, giunti dal Canada, Los Angeles e Londra dove da anni vivono e lavorano, pronti a condividere con il pubblico della tre giorni strategie di marketing dal taglio global. Tra tutti Vittorio Cerulli di Cornetto Algida che svelerà i segreti che hanno permesso alle campagne del celebre gelato di divenire dei must in oltre 15 paesi del mondo, tanto da essere studiate persino dai principali competitor.

Mentre Marianna Ghirlanda head of creative agencies di Google svelerà i segreti di una strategia di successo impostata grazie a Youtube; Ivan Mazzoleni digital transformation lead di Microsoft interverrà sulla digital transformation e su come cavalcare l’onda della cosiddetta #Platformeconomy; Daniele Chieffi head of social media management e digital Pr di ENI parlerà del social media crisis management; Luigi Maccallini  retail communication manager di BNL Gruppo BNP Paribas nel suo speech dal titolo “Let’s make a conversation” tratterà di come il digitale possa essere una leva importante per stimolare e migliorare la conversazione tra brand e persone; Matteo Sarzana country manager di Deliveroo affronterà il tema dell’hyperlocal marketing; Simone Lo Nostro direttore mercato e Ict di Sorgenia racconterà il dietro le quinte della scelta di Bebe Vio come testimonial di una delle campagne di comunicazione più di successo dell’azienda: grazie all’hashtag #Metticenergia, collegato alla campagna, Sorgenia è infatti riuscita a raccontare se stessa e il concetto di energia in maniera nuova, attivando la community in modo inedito rispetto al mercato di riferimento;  Anna Testa sales specialist digitization innovation di Cisco parlerà di “Digitaliani” il programma di Cisco che ha come obiettivo quello di accelerare l’innovazione in Italia; Mariano Tredicini head of digital communication di Tim analizzerà alcuni case study della Tim data room per permettere alle aziende di adottare un approccio di decision making data-driven; Luca La Mesa top teacher in Ninja Academy e presidente della Procter & Gamble Alumni Italia spiegherà come in uno scenario di social media overload, sia possibile coinvolgere attivamente i fan ottenendo risultati concreti. E poi ancora, dal Canada giungerà Giulia Greco content marketer & chief executive di Shopify racconterà di come le nuove tecnologie digitali abbiamo creato un’ondata di imprenditori non-tradizionali che stanno portando innovazione ma anche disruption nel mondo dell’e-commerce. Sempre sul tema del commercio digitale verterà lo speech di Federico Gonzalez head of sales and marketing di Pixartprinting SpA, azienda partner di parte di Cimpress (Nasdaq: CMPR) leader mondiale nella mass customization con il suo speech dal titolo: “Advanced Marketing Technology Stack: How to cover a full digital path from acquisition to advocacy” dove si parlerà di segmentazione, integrazione tecnologica e marketing automation nell’e-commerce con focus su casi studio targati  Pixartprinting. Altro speech di assoluto livello, quello di Michela Guerra regional marketing communication manager in Sas che riguarderà gli otto assi di una strategia digitale nel B2B; “Ottenere le risposte senza fare domande. Come possono le neuroscienze essere utili al Digital Marketing?” sarà invece il titolo dell’intervento del professor Fabio Babiloni dell’Università La Sapienza di Roma.

Sono felicissima di poter condividere a due mesi dall’evento importanti risultati di crescita rispetto all’edizione precedente – spiega la fondatrice della manifestazione Eleonora Rocca -. Siamo solo alla seconda edizione a pagamento, in quanto le due precedenti prevedevano una partecipazione gratuita, e vedere relatori così importanti, una location prestigiosa e sponsor del calibro di BNL e Coca-Cola, mi sembra un sogno a cui ancora non riesco a credere. L’obiettivo dell’edizione Mashable #SMDAYIT + #DIDAYS  2017 è fare in modo che ogni partecipante porti a casa un insegnamento utile o un’ispirazione che gli permetta di creare qualcosa di nuovo, fuori dagli schemi. Questo credo sia la vera Innovazione. Sono felice di poter contribuire a stimolare il settore “innovation” Italiano: credo nella meritocrazia e penso che in Italia ci siano le potenzialità per diventare uno dei Paesi più all’avanguardia a livello Digital”.

  • La Storia

Mashable è il terzo blog più popolare al mondo con oltre 30 milioni di pagine visitate al mese. Nel 2010 organizza negli Stati Uniti il primo Mashable Social Media Day, evento di approfondimento sull’impatto del digital marketing e dei social media sulla comunicazione. Grazie al coinvolgimento diretto dei principali professionisti del settore, il successo riscosso è tale da spingere gli organizzatori a riproporre l’iniziativa in molte altre sedi in tutto il mondo. Eleonora Rocca, oggi affermata Imprenditrice, Consulente di Digital Marketing, Speaker e Formatrice, “London based” ma milanese nel cuore, con alle spalle una brillante carriera corporate che l’ha vista ricoprire importanti posizioni in ambito Sales & Marketing per aziende del calibro di Microsoft, Roberto Cavalli, Hewlett Packard e Kingston Technology tra Roma, MIlano e Londra, nel 2014 fonda il Mashable Social Media Day Italia.

La manifestazione consiste in più giornate di aggiornamento e formazione, che vedono le tematiche del digital marketing, del social media marketing e dell’innovazione a 360 gradi raccontate attraverso strategie concrete e case study di successo presentate dai migliori professionisti del settore. Negli anni l’interesse suscitato da #SMDAYIT è sempre crescente: oltre 5.500 contatti registrati attraverso il sito e i social network; più di 600 partecipanti in sala e di 4.500 utenti connessi in live streaming. L’hashtag #SMDAYIT è per tre anni consecutivi tra i primi tre posti nei trending topic nazionali di Twitter per arrivare, nell’edizione 2016, a 1.605 immagini condivise e oltre 11.864 tweet.

  • Riferimenti

Venture Capital l’investimento alternativo che fa aumentare il valore del portafoglio

 

Rendimenti elevati, decorrelazione, vantaggi fiscali e supporto all’economia reale

 

A cura dell’ufficio studi di P101

 

Alla ricerca di alpha, la strada porta al venture capital. Particolarmente adatta a fondi pensione e istituzionali, l’economia delle imprese che crescono può essere un booster del rendimento di portafoglio anche di private banker e family office, purché l’ottica sia quelli di medio termine, non meno di 3/5 anni per vedere i primi ritorni. Ne beneficia il portafoglio e, in potenza, anche l’economia reale e la sua competitività, dato l’alto carattere impacting di questo genere di investimento. Senza considerare che con Aifmd, la direttiva europea in tema di investimenti alternativi, si va nella direzione di un’apertura anche al retail. In Italia non esistono al momento prodotti adatti al piccolo investitore, nel mondo anglosassone c’è invece qualche esperimento di investimenti per il pubblico indistinto con sottostante il private equity. Ma la strada è segnata: l’embrionale mercato italiano rappresenta una grande opportunità ancora da cogliere, e il valore della trasformazione digitale e industriale in atto può essere colto proprio intercettando quelle società artefici dell’innovazione e oggetto dell’investimento dei fondi di venture capital.

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I ritorni – dice Andrea Di Camillo, managing partner di P101verranno sempre più dalla creazione di valore in ottica di lungo termine anziché dall’arbitraggio di breve periodo sui mercati più liquidi.” Il venture capital ha nel suo core business la creazione di valore d’impresa e come conseguenza la creazione di valore finanziario, non il contrario. In quale modo? Proviamo a spiegarlo, partendo da una definizione tecnica che è quella fornita dall’Aifi: innanzitutto apportando “capitale azionario o sottoscrizione di titoli convertibili in azioni nei confronti di imprese non quotate e con elevato potenziale di sviluppo in termini di nuovi prodotti o servizi, tecnologie, concezioni di mercato.” La partecipazione è temporanea e minoritaria e tesa, appunto, ad accrescere ed accelerare la creazione di valore dell’impresa per realizzare un elevato capital gain in sede di dismissione. Il fondo investe soldi dei sui investitori, i cosiddetti limited partner in quote di aziende in fase iniziale e con prospettive di grande crescita, e si affianca a queste aziende in un’ottica di partnership, mettendo a disposizione dei nuovi imprenditori non solo le risorse finanziarie, ma anche il bagaglio di conoscenze e know-how, proprio e del network di esperti di cui spesso si avvale, e aiutandoli a definire le strategie di crescita.

 

Quanto rende investire in startup? Il fondo di Venture Capital è uno strumento a rischio elevato con un rendimento potenziale, quindi altrettanto importante, che può superare il 20% annuo. Una regola aurea del venture capitalist è la power law: in sostanza, in un paniere di società su cui investire ce ne deve essere una – o un gruppo – il cui rendimento atteso sia superiore a quello di tutte le altre. Per intenderci, la Uber o la Facebook di turno o, per fare un esempio italiano, Yoox (che oggi, dopo la fusione con il gruppo francese Net-a-porter, ha una capitalizzazione di Borsa di 2,5 miliardi di euro).

 

Certo, il 20% di cui parliamo non è ecumenico, ma è una buona approssimazione dal momento che non esiste una banca dati, neppure internazionale, di rendimenti realizzati. A fare un esercizio utile allo scopo sono stati di recente i pionieri Reshma Sohoni e Carlos Eduardo Espinal, anime di Seedcamp, che ha investito 500 milioni in 230 startup. Il loro primo fondo, Fund 1, lanciato nel 2007 e dedicato a investimenti fino a 200mila euro, aveva un’ampiezza di 3 milioni usati per finanziarie 22 startup. A ottobre 2016, grazie alle exit, tra cui l’unicorno Superflix che ha reso 60 volte sull’investimento, il ritorno generato è stato di 1 una volta e mezza, ma arriverà a circa 10 volte considerando anche le altre società ancora da valorizzare. 

 

Un numero più puntuale – ma sempre vicino a quel 20% di cui sopra – lo fornisce Preqin, secondo cui nel mondo i fondi di venture capital nel 2015 hanno investito per 136 miliardi di dollari, spalmati su 9241 operazioni e a fronte di disinvestimenti per 73 miliardi, con ben 47 miliardi di nuovi capitali raccolti e un Irr a un anno del 20,5%. Sempre Preqin ha calcolato che nel 2015 il venture capital ha realizzato la migliore performance rispetto a tutte le altre strategie di private equity, registrando un Irr al netto delle commissioni del 18,2% contro il 18,1% dei fondi di buyout. Ancora, secondo le rilevazioni di Aifi e Kpmg Corporate Finance pubblicate a inizio luglio, l’IRR lordo delle operazioni concluse nel 2016 è stato pari al 14,5%, dato in leggero calo rispetto all’anno precedente (17,8%), ma comunque positivo e in linea con i buoni rendimenti registrati negli ultimi anni.

 

I fondi di venture capital – spiega Di Camillo – sono strutturati in maniera da abbattere il rischio di portafoglio: con P101 vediamo migliaia di società all’anno e scegliamo le migliori, l’investitore informale, che agisce in modo destrutturato e/o non continuativo, non ha questi termini di confronto. Co-investendo si riesce a sfruttare la selezione di un investitore professionale e nel contempo a entrare, in parte, direttamente nell’azienda sovvenzionata. E, nel caso la società abbia bisogno di altro capitale, ha già un azionista nella figura del venture capital, che potrà fare fronte alle future esigenze o comunque avere migliore accesso alla community degli altri investitori attivi sul mercato in quel momento.

 

I vantaggi sono diversi, a partire da quello fiscale: dal 2017 è possibile detrarre il 30% degli investimenti fino a un milione di euro dal reddito imponibile, rispetto al 19% della normativa varata nel 2013. Non va trascurato, inoltre, il fatto che si tratta di un investimento totalmente decorrelato dai mercati tradizionali in un mondo in cui la decorrelazione tra asset class tradizionali non esiste più. 

 

Negli Usa il valore delle venture capital-backed company ammonta a circa il 20% della capitalizzazione totale di Borsa. Lo afferma un’analisi della Stanford Graduate School of Business che però precisa che se invece lo sguardo si sposta alle aziende fondate a partire dal 1979 – anno in cui il VC di fatto è nato – la situazione cambia in maniera drastica: delle 1330 realtà, oggetto di questa seconda osservazione, ben 574, ovvero il 57%, in termini di capitalizzazione sono venture capital-backed. Queste imprese investono inoltre in ricerca in sviluppo l’82% del totale, il che spiega anche la loro natura di innovatori capaci di trasformare interi settori industriali. In Italia il valore delle imprese vc-backed sfiora il 2%: ed è ovvio che, fatte le debite proporzioni, lo spazio di crescita è enorme.

 

Gli ultimi numeri diffusi da Aifi aiutano a dare una dimensione all’evoluzione del fenomeno: nel 2016 il mercato del private equity e del venture capital ha segnato un record a 8,2 miliardi di euro (+77%). Gli operatori esteri sono tornati in gran spolvero, con un investimento pari al 69% in termini di ammontare. Le operazioni sono diminuite a 322 da 342, e le prime 17 costituiscono il 74% del valore. L’ammontare disinvestito al costo di acquisto delle partecipazioni è stato pari a 3,6 miliardi di euro, in crescita del 26% rispetto ai 2,9 dell’anno precedente. Ma, guardando appena un po’ più in dettaglio i numeri di Aifi, si scorge che ben 5,7 miliardi di quel totale da record è fatto da operazioni di buyout e l’early stage rappresenta una fettina di appena di 104 milioni. Allora la buona notizia rimane troncata a metà: anche da questo lato dell’Atlantico, le imprese finiscono sempre di più sotto il radar di questi finanziatori alternativi. Ma le nuove idee fanno ancora molta fatica a trovare capitalisti di ventura.

 

 

P101 – Insightful Venture Capital

P101 è un fondo di venture capital specializzato in investimenti in società digital e technology driven. Nato nel 2013, con una dotazione corrente di quasi 70 milioni di euro e 26 società in portafoglio, P101 si distingue per la capacità di mettere a disposizione degli imprenditori di nuova generazione, oltre a risorse economiche, anche competenze e servizi necessari a dare impulso alla crescita delle aziende. Il fondo, promosso da Andrea Di Camillo – 15 anni di esperienza nel venture capital e tra i fondatori di Banzai e Vitaminic – e partecipato da Azimut, Fondo Italiano di Investimento e European Investment Fund, collabora con i maggiori acceleratori privati, tra cui HFarm, Nana Bianca, Boox e Club Italia Investimenti. Tra le partecipate: ContactLab, Cortilia, Tannico, Musement e MusixMatch. Le società partecipate da P101 occupano oggi complessivamente oltre 500 risorse e generano un fatturato in costante crescita e già oggi superiore agli 80M annui. P101 prende il nome dal primo personal computer prodotto da Olivetti, negli anni ’60, esempio di innovazione italiana che ha lasciato il segno nella storia della tecnologia digitale.

Progetta e realizza la casa dei tuoi sogni con la startup InteriorBe

Quanti di noi sognano di arredare la propria casa e farla diventare come una di quelle dei VIP che vediamo sulle riviste patinate?

Beh ora è possibile avere una consulenza per arredare casa senza spendere una fortuna affidandosi a uno studio specializzato, come è possibile? Grazie all’idea di Federica Sala, founder e CEO di  InteriorBe, startup accelerata da H-Farm che fa da intermediario fra liberi professionisti e clienti finali.

Il team di InteriorBe è completato da  Sabrina Lanza COO e Stefano Venuti PRODUCT MANAGER.

Federica mi ha raccontato la sua storia:

Qual è la storia di InteriorBe?Da dove nasce l’attenzione al tema del design di interni?

InteriorBe nasce dall’incontro mio e della mia cofounder Sabrina Lanza. Ci siamo conosciute collaborando all’interno di uno studio in centro a Milano.

Entrambe interior designer, con quasi 20 anni di esperienza nel complesso, subito in sintonia, sollecitate dalla voglia di reinventare la il servizio dell’architetto d’interni, abbiamo deciso da buone progettiste di riprogettare la nostra vita e la nostra professione.

I primi periodi sono stati di test, siti homemade, collaborazioni, iniziative. La chiave di volta è arrivata l’anno scorso. Il 2016 è stato l’anno più importante per InteriorBe. Dopo essere state selezionate per partecipare alla startup school Mind The Bridge di San Francisco la nostra visione di quello che stavamo costruendo è cambiata nettamente.

Stavamo portando online architetti ed interior designer Italiani che ci permettevano di vendere il servizio della progettazione d’interni online, stavamo creando una community che offriva una commodity senza costi vivi.

Lo stile di vita e le connessioni dell’ecosistema Californiano ci hanno permesso di incontrare all’interno della school Stefano Venuti, inizialmente con noi per aiutarci “con i numeri” ( era arrivato il momento di giocare seriamente! ) si è appassionato al nostro business, unendosi al progetto come cofounder ed attualmente product manager della compagnia.

Rientrati a Febbraio dagli Stati Uniti, in occasione del Pionees Festival di Vienna abbiamo avuto l’opportunità di incontrare H-FARM, questo ci ha permesso di essere selezionati per il programma di accelerazione Fashion and Retail che ci ha portato a fondare la nostra società nell’agosto 2016 con la partecipazione di H-FARM stesso, arrivando ad essere una delle startup del portafoglio di H-FARM.

Dopo il programma a Dicembre 2017 abbiamo chiuso il nostro primo seed, aperto lo scorso ottobre! E’ cosi che da Gennaio di quest’anno abbiamo aperto il nostro primo ufficio a Milano ed iniziato il rapido sviluppo del progetto a livello nazionale.

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Quali sono le caratteristiche principali dell’applicazione?

La nostra vison: portare il bello nelle case del mondo!

InteriorBe è il nuovo modo di scegliere ed acquistare gli arredi per la propria casa.

InteriorBe porta online cliente e professionista in un’ambiente digitale dove vivere l’esperienza unica ed emozionale di poter progettare ed acquistare gli arredi per la propria casa ottimizzando tempi e costi.

Un’unica piattaforma che unisce Professionista, Progetto e Prodotto e che completa l’esperienza di acquisto con i POP concept store la rivoluzione del retail d’arredo per una shopping experience completa che intreccia analogico e digitale.

I nostri utenti trovano in InteriorBe la soluzione che non esisteva prima. Un portale di professionisti a disposizione per dare loro le risposte concrete che cercano. Nel concreto il cliente acquistando il suo pacchetto progetto viene associato al progettista della community online ( ad oggi +215 architetti ed interior designer italiani) più affine alle necessità del cliente, grazie allo sviluppo del nostro algoritmo di match. I 2 avranno a disposizione una chat online, una sala riunioni virtuale dove scambiarsi tutte le informazioni, media, a tendere prendere appuntamenti live, al fine di sviluppare il progetto d’interni per il cliente arrivando alla generazione di un carrello arredi interamente acquistabile ( a breve ) sulla piattaforma InteriorBe con costi competitivi e qualità garantita 100% Made in Italy!

Il cliente grazie al suo professionista non dovrà temere di fare errori durante il processo di restyling ed arredamento dei propri spazi, non sprecherà giornate intere in showroom o spenderà più denaro del dovuto grazie al suo personale professionista dedicato.

Inoltre la piattaforma vedrà presto la messa online dello store aperto a tutti quelli che vogliono acquistare arredi e complementi già selezionati e garantiti da un team di professionisti con un’esperienza di acquisto completa ed innovativa supportata ( avendo studiato i comportamenti di acquisto dell’utente e le tendenze stesse ) dall’apertura dei punti POP.

E’ nato così Il nostro primo Point Of Presence, il 21 luglio 2017 in una location unica presso Fabbrica Saccardo a Schio (VI), un punto di presenza fisico che introduce e guida il cliente nel mondo InteriorBe per una nuova esperienza di acquisto.

E’ un luogo di sperimentazione, dove sfogliare virtualmente i cataloghi online e dove poter contemporaneamente toccare con mano i materiali dei brand presenti nello store online, un punto fisico dove trovare le stesse agevolazioni che si ritrovano nei punti vendita online supportate dal servizio InteriorBe.

Quanto vale il mercato (Italia ed estero)?

Io chiederei anche perché ora? Perché Il 56% della popolazione ricorre a Internet per arredare casa.

Le abitudini di acquisto sono sempre più tecnologiche e votate all’ottimizzazione di tempi e costi settore dell’e-commerce di arredo ha registrato una crescita pari al +48% rispetto al 2015 * Osservatorio eCommerce B2C.

Il mercato dell’interior design segna un fatturato pari a più di 100 miliardi di euro, con una crescita del 4% per l’Europa.

Qual è lo stato dell’arte oggi e quali i passi futuri? In questo momento cosa cercate in termini di funding?

Ad oggi la piattaforma ha venduto più di 190 pacchetti progetto online con una crescita molto interessante mese/mese!

Lo scorso giugno abbiamo aperto un 2 round da 500.000 € che ci permetterà di completare gli sviluppi del progetto in termini di tecnologia e brand awareness  sul territorio nazionale per progettare l’apertura di un nuovo mercato europeo  entro la metà del 2018!

 


Federica Sala

co-founder | InteriorBe & Fancytoast

Nasce a Bergamo nel 1989. Si laurea in architettura di interni presso l’Istituto Grafica Moda e Design di Lecco e inizia da subito a collaborare con alcuni studi di architettura fra Bergamo e Milano come project manager per progetti residenziali e retail concept.

Segue e coordina le aperture a livello nazionale dei Brand Tommy Hilfiger e Calvin Klein all’interno dello studio Milanese. La passione nel settore d’innovazione digitale l’ha portata ad immergersi al 100% nel mondo startup, la determinazione e il commitment a rendere reale giorno dopo giorno la visione del futuro del mercato dell’interior design.

Passa la fine del 2015 e l’inizio del 2016 in California, dove matura contatti ed esperienze significative, fra cui la partecipazione con il progetto InteriorBe alla Mind The Bridge Startup School di San Francisco.

Attenta ai nuovi trend, fonda nel 2016 una società di consulenza format food&beverage grazie a cui realizza la sua idea di sviluppo di un format food, con primo pdv su Milano, incentrato sul prodotto verticale ed innovativo del toast open bread, proveniente dagli USA, con il Brand “Fancytoast” di sua invenzione.

 

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