P101 GUIDA UN ROUND DA OLTRE 2MLN PER LA TEDESCA PROJECTS CO-LIVING

ROUND DA OLTRE 2 MILIONI DI EURO

PER PROJECTS CO-LIVING,

LA PRIMA SOCIETA DI HOUSING AS A SERVICE NATA IN GERMANIA DA DUE IMPRENDITORI ITALIANI

  • L’operazione è stata guidata da P101 SGR che ha investito 2 milioni di euro attraverso il nuovo fondo Programma 102
  • Con questo investimento la startup, che ha sviluppato una innovativa piattaforma di housing as a service (soluzioni abitative innovative all-inclusive) e presenta metriche di business in forte crescita, raggiunge quota 2,5 milioni di euro raccolti e punta sull’espansione in Italia e in Francia
  • È il terzo investimento per Programma 102, fondo lanciato a maggio con l’obiettivo di raccogliere 120 milioni

PROJECTS Co-living, la startup tedesca che sviluppa e commercializza soluzioni abitative innovative all-inclusive, fondata dagli italiani Luca Bovone e Giorgio Ciancaleoni, ha chiuso un round da oltre 2 milioni di euro guidato da PROGRAMMA 102, il secondo veicolo d’investimento del gestore di venture capital P101 SGR. 

Tra le finalità dell’operazione, vi è quella di accelerare l’espansione al di fuori della Germania ed in particolare nei mercati italiano, francese e spagnolo. PROJECTS Co-living è una piattaforma che fornisce soluzioni abitative, flessibili e versatili, per giovani professionisti. Partita a Berlino nel 2017, la società ha sviluppato un concept per il temporary living basato su lifestyle e community. In un solo anno e mezzo PROJECTS è già uno dei più importanti player di co-living a livello europeo. 

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Questa operazione rappresenta il terzo round di investimento per la startup fondata da Luca Bovone, uno dei primi manager di Dropbox in Europa, e Giorgio Ciancaleoni, ex country manager per l’Italia di Homebell. In precedenza PROJECTS Co-living ha raccolto finanziamenti per circa 500.000 euro da angel investors tra cui Florian Swoboda (già investitore in Caroobi, Movinga e Homebell) e il real estate investor Jakob Maehren, raccogliendo così ad oggi 2,5 milioni di euro in meno di 2 anni. Nel corso del primo semestre 2018 PROJECTS Co-living ha registrato una forte crescita di utenti e di proprietà in gestione, rendendola uno dei più importante players Europei nel settore Co-living. 

L’operazione rappresenta per P101 SGR l’apertura al mercato del proptech (property + technology) attraverso l’inserimento in portafoglio di una piattaforma in grado di rendere più efficiente e flessibile il processo di scelta e fruizione di una soluzione abitativa – combinando sistemazioni dal design versatile e confortevole alla cura a 360 gradi delle esigenze degli inquilini.  

Negli ultimi quattro anni oltre 800 proptech & real estate startup, principalmente in Gran Bretagna e Stati Uniti, hanno raccolto capitali per 6 miliardi di dollari. Secondo uno studio di Kpmg, il proptech potrebbe attirare 20 miliardi di dollari entro il 2020 a livello globale. In Italia, l’impatto delle nuove tecnologie è agli albori, come evidenziato dal “PropTech Monitor Italia” del Politecnico di Milano, che ha recensito 35 startup, di cui 11 nate nel 2016. Per certi aspetti, pionieri del settore possono considerarsi società del calibro di WeWork, Zoopla, Opendoor e HomeAway – ciascuna in grado di rivoluzionare il relativo ambito di mercato.

L’investimento in PROJECTS Co-living è il terzo del fondo Programma 102, lanciato a maggio con l’obiettivo di raccogliere 120 milioni, di cui sottoscritti ad oggi ca. 75 milioni e a cui hanno contribuito, come investitori cornerstone, il Fondo Europeo per gli Investimenti e il Fondo Italiano d’Investimento, oltre ad altri istituzionali come Azimut, e Fondazione Sardegna. P101 SGR ha investito con il suo primo fondo Programma 101 oltre 40 milioni di euro in 4 anni in 26 società tecnologiche early stage, fra cui BorsadelCredito.it, Cortilia, Tannico e Musement, realizzando exit come quelle di Bauzaar, Musement e Octorate. 

“Il nostro obiettivo è di creare il primo brand globale nel mondo del real estate residenziale. Per fare questo puntiamo su un design moderno e sulla costruzione di una community intorno alle nostre abitazioni. L’investimento di P101, uno dei migliori investiori in startup direct-to-consumer, ci avvicina a questo obiettivo” – dichiara Luca Bovone, founder & CEO di PROJECTS Co-living. 

Il proptech rappresenta la nuova frontiera del real estate” commenta Giuseppe Donvito, Partner di P101 SGR. “La trasformazione digitale del settore immobiliare, che solo fino a qualche anno fa era considerata improbabile in un comparto così consolidato e legato a logiche tradizionali, è oggi un percorso irreversibile: per modificare i propri modelli di business, guidare il cambiamento e rispondere alle esigenze dei consumatori, la digitalizzazione è diventata un’esigenza.”

PROJECTS Co-living è una piattaforma che fornisce soluzioni abitative, flessibili e versatili, per giovani professionisti. Partita a Berlino nel 2017, la società ha sviluppato un concept per il temporary living basato su lifestyle e community. In un solo anno e mezzo PROJECTS è già uno dei più importanti player di co-living a livello europeo. Spazi abitativi condivisi, stanze private completamente arredate, servizi comuni e opportunità di intrattenimento con gli altri utenti forniscono quel senso di casa che spesso manca nelle grandi città. 

P101 SGR è un società di gestione di fondi di venture capital specializzata in investimenti in società innovative e technology driven. Nata nel 2013 e fondata da Andrea Di Camillo, annovera tra gli investitori dei propri fondi Azimut, Fondo Italiano di Investimento e European Investment Fund oltre ad alcune tra le principali famiglie imprenditoriali italiane. P101 SGR gestisce attualmente due fondi. Programma 101 lanciato nel 2013 ha investito in 26 società tecnologiche early stage, fra cui BorsadelCredito.it, Cortilia, Milkman, Musixmatch e Tannico, realizzando exit come quelle di Musement e Octorate. Programma 102 è stato invece lanciato a maggio 2018 con l’obiettivo di raccogliere 120 milioni di euro ed ha già finalizzato 3 nuovi investimenti. P101 SGR conta su un team di 10 professionisti ed un network di advisor nel cui track record di investimento ci sono aziende come Banzai, Linkem, Objectway, Vitaminic e Yoox e si distingue per la capacità di mettere a disposizione degli imprenditori di nuova generazione, oltre a risorse economiche, anche la rete di conoscenze necessarie a sostenere la crescita delle aziende. P101 prende il nome dal primo personal computer prodotto e venduto su larga scala nel mondo, ideato, creato e realizzato in Italia da Olivetti, esempio di innovazione italiana che ha lasciato il segno nella storia della moderna tecnologia digitale, ben oltre i confini nazionali.

Digital Magics e Gruppo BNP Paribas: l’acceleratore MIA cerca startup e PMI innovative al femminile

MIA – MISS IN ACTION CERCA STARTUP E PMI INNOVATIVE AL FEMMINILE PER SUPPORTARE IL TALENTO DIGITALE DELLE DONNE IMPRENDITRICI

 

C’è tempo fino al 20 gennaio per partecipare al programma di accelerazione, inviando il proprio progetto su www.missinaction.it

L’acceleratore MIA – Miss In Action sceglierà le 4 migliori startup e PMI innovative al femminile che avranno accesso al programma: formazione e sviluppo del prodotto e servizio, creazione di un prototipo e un evento finale con gli investitori.

Tutte le startup e le PMI innovative italiane, che sono state fondate da donne imprenditrici o con una compagine sociale femminile di almeno il 50%, hanno tempo fino al 20 gennaio per candidare il loro progetto sulla piattaforma www.missinaction.it.

MIA – Miss In Action: il progetto

MIA – Miss In Action è un’iniziativa di Digital Magics, il più importante incubatore di startup digitali “Made in Italy” attivo su tutto il territorio italiano, BNP Paribas International Financial Services, BNP Paribas Cardif, Findomestic, Arval Italia e BNL Gruppo BNP Paribas con il patrocinio delComune di Milano. 

Il primo programma di accelerazione dedicato alle startup e alle PMI innovative italiane al femminile prevede tre fasi:

  1. formazione dedicata e sviluppo dei prodotti e dei servizi, della durata di 3 mesi
  2. realizzazione di un prototipo funzionante per il lancio sul mercato (MVP Minimum Viable Product), della durata di due mesi
  3. Investor Day, l’evento finale con gli investitori a Milano.

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La giuria di MIA – Miss In Action

Anna Amati, Vice Presidente META Group e socia IAG; Paola Bonomo, Business Angel; Frieda Brioschi, imprenditrice e Professoressa IED; Roberta Cocco, Assessore alla Trasformazione Digitale e ai Servizi Civici, Comune di Milano; Alessandra Gritti, Amministratore Delegato Tamburi Investment Partners; Sandra Mori, Presidente Valore D e Data Privacy Officer Coca-Cola Europe; Valentina Parenti, Co-Founder e General Manager Gamma Donna e Fausta Pavesio, Business Angel e Investor Board Member Smartup Capital, sono le 8 donne top manager, imprenditrici, business angel, rappresentanti delle istituzioni che, insieme al management di Digital Magics e delle Società del Gruppo BNP Paribas, faranno parte della giuria di MIA – Miss In Action e sceglieranno le business idea vincitrici, affiancando le startupper donne durante tutto il percorso di accelerazione per favorirne le crescita.

Le proposte di partecipazione devono essere inviate entro il 20 gennaio tramite il form di registrazione al link: www.missinaction.it

I protocolli dei dispositivi IoT non sono sicuri

I laboratori Trend Micro rivelano difetti di progettazione che possono essere utilizzati per sottrarre dati o compiere altri tipi di attacchi

 Due tra i principali protocolli IoT sono a rischio attacco, a causa di vulnerabilità significative nella progettazione e questo rende i dispositivi esposti. Lo rivela Trend Micro, leader globale nelle soluzioni di cybersecurity, all’interno dell’ultima ricerca “The Fragility of Industrial IoT’s Data Backbone”, condotta in collaborazione con il Politecnico di Milano e sviluppata da Federico Maggi, ricercatore italiano di Trend Micro Research.

Trend Micro mette in guardia le organizzazioni sulla necessità di rivedere la sicurezza in ambito OT (Operational Technology), dopo aver trovato difetti e vulnerabilità all’interno di Message Queuing Telemetry Transport (MQTT) e Constrained Application Protocol (CoAP), due protocolli machine-to-machine (M2M) molto utilizzati. Questi punti deboli possono essere sfruttati a fini di spionaggio industriale, attacchi mirati o di tipo denial-of-service.

In un periodo di 4 mesi, i ricercatori Trend Micro hanno scoperto che oltre 200 milioni di messaggi MQTT e più di 19 milioni di messaggi CoAP erano stati trafugati a causa di server esposti. Gli attaccanti possono localizzare questi dati fuoriusciti utilizzando semplici parole di ricerca e trasformarli in informazioni su asset, personale o tecnologie che possono essere utilizzate per attacchi mirati.

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“Le criticità che abbiamo scoperto nei due protocolli maggiormente utilizzati dai dispositivi IoT devono essere prese in seria considerazione dalle aziende e possono rappresentare l’occasione per un approccio olistico alla sicurezza degli ambienti OT”. Ha affermato Federico Maggi, Senior Threat Researcher Trend Micro. “Questi protocolli non sono stai progettati pensando alla security, ma sono utilizzati in un numero sempre maggiore di ambienti critici e questo rappresenta un grande rischio. Anche hacker con risorse limitate possono sfruttare questi difetti di progettazione e vulnerabilità, per compiere movimenti laterali, furti di dati o attacchi denial-of-service”.

La ricerca dimostra come gli attaccanti possono controllare da remoto gli endpoint IoT o compiere attacchi denial-of-service. Inoltre, sfruttando funzionalità specifiche dei protocolli, gli hacker possono mantener accesso permanente a un obiettivo e muoversi lateralmente lungo la rete.

Attraverso questa ricerca sono state identificate anche diverse vulnerabilità, rese pubbliche dalla Zero Day Initiative (ZDI): CVE-2017-7653, CVE-2018-11615 e CVE-2018-17614.

Per far fronte ai rischi evidenziati dalla ricerca, Trend Micro raccomanda di:

·         Implementare le corrette policy per rimuovere i servizi M2M che non sono necessari

·         Effettuare controlli periodici utilizzando servizi di scansione internet-wide, per assicurarsi che i dati sensibili non vengano trafugati attraverso servizi IoT pubblici

·         Implementare un workflow per la gestione delle vulnerabilità, per proteggere la supply chain

·         Mantenersi al passo degli standard industriali, perché la tecnologia è in continua evoluzione

Il report completo è disponibile a questo link

Ulteriori informazioni sono disponibili al seguente link

AMAZON INNOVATE NOW SCEGLIE PREDIXIT COME UNICA STARTUP TRA I SELLER DEL NUOVO PORTALE PER LE PMI

Amazon sceglie Predixit, soluzione italiana di intelligenza artificiale per lo smart e-commerce (www.predix.it), per il lancio di un portale inedito in Italia:Amazon Web Services Innovate Now.

Il nuovo portale destinato alla vendita di servizi per le piccole e medie imprese vede Predixit imporsi come AWS Marketplace Seller, inserita come unica startup in un gruppo di sole sette aziende made in Italy selezionate come seller ufficiali. La partnership, firmata con la società di Seattle, permette a Predixit di vendere attraverso i suoi AWS in Italia e all’estero.

Predixit è una sofisticata soluzione A.I. in autoapprendimento, una sorta di “sesto senso” digitale che si applica con intuitiva rapidità ai siti di e-commerce, mettendo a disposizione diverse soluzioni di marketing automation, promozioni customizzate, suggerimenti individuali, valutazioni personali dei comportamenti online, analisi predittive dei possibili desideri di acquisto del singolo cliente con l’obiettivo di includere nella piattaforma anche soluzioni di dynamic price e chatbot. Tutto a costi competitivi e senza la necessità di competenze tecnologiche per l’utilizzo e con un ulteriore step da sviluppare: Predixit mira a supportare il drive to store, integrando i dati archiviati online con la dimensione offline, ossia ambisce a passare dallo store virtuale al negozio fisico, e viceversa, per una esperienza di shopping fidelizzata e completa. 

L’obiettivo sarà realizzato al termine della campagna di fundraising che punta a raccogliere 1 milione di euro in 12 mesi.

In soli sei mesi abbiamo aumentato il capitale per 500 mila euro – spiega Luca Ruju, CEO & Founder di Predixit portando il valore dell’azienda a 2 milioni di euro, prima con una campagna di crowdfunding che, grazie alla collaborazione con CrowdFundMe, ha attratto 107 investitori, chiudendo in anticipo sulla deadline con un overfunding del 350 per cento rispetto all’obiettivo e con una raccolta di 300 mila euro. Successivamente con un ulteriore aumento di capitale – appena lanciato – di 200 mila euro, il completamento della campagna di fundraising metterà Predixit in condizione di attuare il piano industriale 2019-2021, obiettivo di fatturato: 3,5 milioni di euro con circa 1.000 clienti B2B tra e-commerce ed agenzie, un IRR (tasso interno di rendimento) del 28 per cento per un terminal value di 7,5 milioni.

Tra gli investitori professionali coinvolti finora, con un investimento di 200 mila euro EPM Srl, società inserita nel programma internazionale Elite Growth con oltre 1000 dipendenti e che ha recentemente effettuato il proprio ingresso nel settore energetico. E con un investimento di 100 mila euro Acacia Travel Holding, attiva nel segmento travel e azionista di riferimento del gruppo Portale Sardegna Spa – società quotata dall’AIM leader in Italia nell’Online Travel Agency – con un progetto comune per la verticalizzazione della soluzione nel booking online. 

PREDIXIT – L’INTELIGENZA ARTIFICIALE

Dieci algoritmi brevettati per Predixit, soluzione user-friendly nata a Milano che sfrutta un sistema di A.I. che (ri)conosce l’utente, ne intercetta le preferenze ma non lo “insegue” al di fuori dello store visitato, una esperienza di shopping online personalizzata ma non intrusiva. Gli algoritmi – sviluppati in esclusiva dal team di Predixit in collaborazione con l’Università di Cagliari – “studiano” le caratteristiche del visitatore, delineando un’offerta a sua immagine nel rispetto della privacy. Predixit identifica il dispositivo connesso non la persona, storicizza i comportamenti in anonimato, non esce dal negozio virtuale e non vende i dati a terzi ma li usa esclusivamente quando il consumatore è nello store, non si trasforma in “stalker” dell’utente. Una successiva estensione di Predixit sarà lo sfruttamento dell’intelligenza artificiale nei negozi fisici.  La personalizzazione degli acquisti dal sito passerà allo store reale con il riconoscimento del cliente attraverso un sistema di integrazione e raccolta di dati online e offline e strategie marketing per il drive to store.

 PREDIXIT – I FOUNDER

A capo di Predixit Luca Ruju insieme ad altri due founder che mantengono il 75 per cento di Predixit (mentre il restante 25 per cento è affidato a terzi). I founder con importanti esperienze all’estero decidono di “rientrare in Italia” per scommettere sull’intelligenza artificiale per i retailer (on-line e off-line) con background in Business Administration, Bocconi e MIT, hanno lavorato per grandi aziende (Telecom Italia, Goldman Sachs e Oliver Wyman), per oltre 10 anni hanno vissuto e analizzato il mercato LATAM e USA, imprenditori seriali con diverse startup sulle spalle e 2 exit eccellenti, tra cui la mobile company italiana Zero9 (valutata 60 milioni di dollari) dal principale fondo Italiano della famiglia Bonomi “InvestIndustrial” e successivamente venduta a NeoMobile Spa, parte finanziata da BNL-BNP Paribas Group e parte con aumento di capitale da parte di MPS Venture and BlueGem. Predixit è accelerata nel 2015/2016 da Tim WCap. Tanti i riconoscimenti: Tech Tour Growth50 Awards, Edison Pulse Top 10 consumer, Top 100  startup Web Festival Europe, Top 10 Innovators Knowledge for Business, finalista all’Heroes Prize Competition. Top 100 startup d’Italia secondo la rivista Small Business Italia, finalista al Web Marketing Festival 2018 a Rimini e premiata da Amazon durante l’evento.

 

PREDIXIT – ULTIMI EVENTI

Predixit lancia la partnership con Amazon al Web Summit di Lisbona, il più importante evento di tecnologia al mondo. Espone al Forum Retail 2018, la più grande Retail community italiana, allo Startup Village, selezionata insieme a sole 19 startup in tutta Italia.

#Roma5G: Roma Capitale, Fastweb ed Ericsson presentano la prima applicazione su rete 5G

Le Terme di Diocleziano protagoniste del primo use case della Capitale
#roma5g nella Capitale il 5G esce dai laboratori ed entra nella fase di implementazione. Roma Capitale, Fastweb ed Ericsson hanno presentato oggi presso le Terme di Diocleziano il primo scenario d’uso di Realtà Virtuale e Realtà Aumentata applicata al settore del turismo nell’ambito della sperimentazione della tecnologia 5G in città.
“A soli 10 mesi dal lancio ufficiale del progetto #Roma5G nella Capitale, realizziamo insieme ai nostri partner il primo use case della sperimentazione. L’Amministrazione è in prima linea sul fronte dello sviluppo delle nuove infrastrutture tecnologiche per cogliere le opportunità che la rete di quinta generazione offre. Quello di oggi è un primo e importante passo per consolidare il ruolo di Roma come laboratorio di innovazione in cui sperimentare soluzioni innovative in grado di migliorare i servizi al cittadino e attrarre investimenti sul territorio” commenta la Sindaca di Roma Virginia Raggi.
Nel corso della conferenza stampa è stata infatti mostrata la prima concreta applicazione relativa alla valorizzazione del patrimonio culturale e artistico della Capitale che vede le Terme di Diocleziano al centro della sperimentazione. La soluzione implementata consente infatti di arricchire ulteriormente l’esperienza del visitatore attraverso la ricostruzione virtuale degli ambienti non più accessibili o esistenti delle Terme attraverso speciali visori. La soluzione basata su una fedele ricostruzione a 360° degli spazi permette infatti di immergersi completamente all’interno delle Terme di Diocleziano proprio come apparivano nell’antichità.
Grazie alla realtà virtuale il visitatore potrà non solo “incontrare” gli antichi abitanti di Roma ma anche ricevere informazioni puntuali, elaborate sulla base dei dati archeologici disponibili, che lo guideranno nel corso del suo viaggio virtuale e lo aiuteranno nella comprensione dei luoghi visitati. Lo spettatore verrà così proiettato all’interno delle Terme e potrà vivere l’esperienza di essere trasportato ai tempi

Un anno dalla bolla: che fine hanno fatto le criptovalute?

A cura di Roberto Rossignoli, Portfolio Manager di Moneyfarm 

  • Nel 2018 quasi tutti i coins digitali hanno perso gran parte del proprio valore
  • La storia delle criptovalute è a tutti gli effetti la storia di una bolla finanziaria, che ci racconta quanto può essere rischioso approcciarsi ai mercati finanziari senza un guida e con poca consapevolezza
  • La tecnologia blockchain è un’innovazione positiva, continuerà ad applicarsi ma non necessariamente sarà legata al successo delle criptovalute.

Esattamente un anno fa erano l’argomento di conversazione più in voga sulla tavola degli italiani: la bolla delle criptovalute (Bitcoin e similari) era l’argomento di discussione che riusciva a interessare parenti vicini e lontani e a unire tutte le generazioni. Proprio sotto Natale la febbre raggiunse l’apice, con il prezzo di scambio del Bitcoin che superò i 20.000 dollari al gettone. Nuove monete digitali venivano quotate ogni settimana e moltissime società, non sempre affidabili, adottarono il denaro digitale come mezzo alternativo per autofinanziarsi. 

Il 2018 è stato un anno di tutt’altro segno per le valute digitali: in generale quasi tutti i coins hanno perso gran parte del proprio valore. Il Bitcoin oggi si scambia poco sopra i 3.000 dollari, Ethereum che un anno fa viaggiava a valutazioni vicini ai 1.000 dollari, si può acquistare oggi per poco più di 100 dollari, molti dei gettoni non hanno più alcun valore. 

Quando le criptovalute si trovavano all’apice della propria valutazione, avvertimmo i risparmiatori sui rischi di questo tipo di investimento, a tutti gli effetti una scommessa sulla quale puntare (se proprio si deve) solo una parte minima del proprio patrimonio. La storia delle criptovalute è a tutti gli effetti la storia di una bolla finanziaria, una bolla  relativamente piccola (che non ha contagiato esplodendo, i mercati finanziari) che si è gonfiata ed è esplosa in un tempo relativamente breve: una storia paradigmatica che ci racconta quanto può essere rischioso approcciarsi ai mercati finanziari senza un guida e con poca consapevolezza.

Come si è creata la bolla?

La bolla delle criptovalute è stata favorita da diverse caratteristiche strutturali di questo tipo di mercato:

  • Un mercato relativamente piccolo (che anche nei momenti di massima espansione non ha superato la capitalizzazione teorica di 300 miliardi di dollari) che ha goduto di un’attenzione spropositata. Ciò è dovuto soprattutto a delle campagne di comunicazione ben orchestrate da parte di alcuni grandi investitori.
  • La confusione che si è generata tra le criptovalute come strumento di investimento e la tecnologia blockchain (l’innovazione che è alla base di esse). I molti endorsement, anche istituzionali, che questa tecnologia ha ricevuto sono stati interpretati dal pubblico come un fattore di stabilità per le criptovalute come classe di investimento, anche in assenza di una relazione reale tra questi due fattori.
  • Un mercato totalmente deregolamentato e opaco, all’interno del quale non solo non è stata garantita alcuna protezione per gli investitori, ma sono state possibili pratiche di manipolazione dei prezzi (come l’eccessiva concentrazione e il controllo dell’offerta). Se pochi investitori possiedono una parte molto rilevante di un mercato, essi possono inflazionare i prezzi con relativa facilità, limitando per esempio la circolazione degli strumenti e sostenendo il valore con acquisti mirati.

Perché è scoppiata la bolla?

La storia ufficiale vuole che le criptovalute siano finite sotto scrutinio da parte dei regolatori a causa delle numerose truffe e dei vari problemi di sicurezza che si sono verificati. Questi fattori avrebbero creato sfiducia, facendo crollare i prezzi.

In realtà la bolla è esplosa proprio perché si trattava di una bolla, destinata quindi ad esplodere. Quando anche moltissimi outsider (investitori non professionisti che entrano in un mercato per emulazione, inseguendo i guadagni) cominciano ad investire sull’onda dell’entusiasmo, gli insider, coloro che si trovavano nel mercato da più tempo e hanno più capacità e risorse, semplicemente monetizzano la propria posizione. 

Ma mio cugino conosce un tale che è diventato ricchissimo…

In ogni bolla esiste sempre qualcuno che salendo e scendendo dalla giostra al momento giusto riesce ad accumulare grandi fortune. Quindi esisterà sicuramente qualcuno che sia riuscito ad accumulare dei buoni profitti (specialmente tra le persone che credettero in questo investimento prima degli ultimi 24 mesi). Tuttavia la maggior parte degli investitori ha perso somme relativamente ingenti.

Questo vuol dire che le criptovalute sono finite?

Non necessariamente. A oggi un Bitcoin vale oltre 3.000 dollari, si tratta di una cifra importante se confrontata con le valutazioni di due/tre anni fa. Il mercato è talmente piccolo che alcune criptovalute potrebbero mantenere un valore nel lungo termine (sempre che il regolatore non intervenga o non ci sia un grave problema tecnologico), ma la maggior parte di esse sono destinate ad andare a fondo. La bolla potrebbe anche ricominciare a gonfiarsi perché i fattori che hanno portato alla sua esplosione sono in un certo senso ancora presenti.

L’importante è capire che le criptovalute non hanno nessun valore intrinseco, avranno un valore finché persisteranno interesse e fiducia degli investitori in questo questo mercato, quando questa dinamica si fermerà il valore potrebbe scendere molto velocemente a 0.

Ma la tecnologia blockchain?

La tecnologia blockchain è un’innovazione positiva che offre un pratico sistema di scambio in tutti quei campi dove servirebbe coinvolgere una terza parte come garanzia (come, per esempio, le compravendite immobiliari). La tecnologia continuerà ad applicarsi ma non necessariamente sarà legata al successo delle criptovalute, le due cose sono in un certo senso distinte.

Le criptovalute sono i soldi del futuro?

Per quanto riguarda il sistema monetario, la garanzia di una terza parte (lo Stato, la banca centrale) non serve solo a garantire la regolarità degli scambi (cosa che potrebbe fare un sistema basato sulla blockchain). Le istituzioni hanno anche il compito di regolare la dimensione della base monetaria e garantire la sicurezza; se mai un giorno il sistema monetario sarà regolato da una tecnologia di tipo blockchain, difficilmente essa sarà al di fuori del controllo pubblico. 

In definitiva la storia dell criptovalute dimostra quanto la prospettiva di guadagnare molto denaro molto in fretta possa agire come una motivazione irresistibile. Moltissime persone, anche digiune di finanzia e di investimenti, si sono trovate coinvolte, senza accorgersene, in un’attività di trading altamente speculativa, senza le adeguate mediazione e protezioni: una storia che ci ricorda ancora una volta perché, nella maggior parte delle situazioni, c’è bisogno di una guida esperta per navigare i mercati finanziari.

 Informazioni su Moneyfarm

Moneyfarm è una società internazionale di gestione del risparmio specializzata negli investimenti a medio-lungo termine. Fondata nel 2012 da Paolo Galvani e Giovanni Daprà, Moneyfarm è oggi una delle aziende innovative più finanziate in Italia e in Europa con una raccolta totale di oltre 70 milioni di euro. Con le tre sedi di Milano, Londra e Cagliari e un team di 90 professionisti, Moneyfarm gestisce il patrimonio di oltre 30.000 risparmiatori tra Italia e Regno Unito (su una base di oltre 200.000 utenti attivi) a un ritmo di crescita che nel 2017 ha visto la base clienti triplicare e nel 2018 le masse gestite crescere del 300%.

Grazie all’utilizzo delle tecnologie digitali Moneyfarm ha sviluppato un modello innovativo che le permette di fornire un servizio di gestione finanziaria di prima qualità, semplice, trasparente e a costi inferiori a quelli offerti dai gestori tradizionali. È regolata dalla Financial Conduct Authority (FCA) e vigilata in Italia da Consob. Ad agosto 2012 è sbarcata sul web con Moneyfarm.com, aprendo la strada alla consulenza indipendente via Internet nel mercato italiano. L’azienda ha come soci principali il gruppo Allianz, i fondi di investimento Cabot Square Capital, United Ventures, Endeavor e la Fondazione di Sardegna.

Per il quarto anno consecutivo Moneyfarm è stata premiata Miglior Servizio di Consulenza Finanziaria Indipendente e per la prima volta Top nella categoria Robo Advisor dall’Istituto Tedesco di Qualità e Finanza. La società ha recentemente annunciato una partnership con Banca Sella che ha sancito l’ampliamento del servizio anche al segmento B2B.

TRATTAMENTO DEI DATI ONLINE: UN NUOVO STUDIO DI KASPERSKY LAB MOSTRA CHE PERSONE E AZIENDE NON SI FIDANO DI NESSUNO

Dai criminali informatici al governo, dai datori di lavoro alla famiglia: le persone si preoccupano costantemente di chi potrebbe accedere alla loro vita digitale

Lo studio indipendente di Kaspersky Lab, commissionato all’Applied Marketing Research per quanto riguarda l’analisi dei dati, ha coinvolto i professionisti della sicurezza IT di 600 aziende di medie dimensioni e 6.000 utenti con software di sicurezza installati sui loro dispositivi, distribuiti equamente tra Francia, Germania, Italia, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti.

I risultati mostrano che, tra i possibili “intrusi indesiderati” che creano maggior preoccupazione, si posizionano, al primo posto, senza destare alcuna sorpresa, i criminali informatici, indicati dal 45% delle aziende e dal 47% degli utenti, preoccupati di dover proteggere i propri dati online da attacchi malevoli. Questo dato è seguito da molto vicino da coloro che pensano di dover proteggere la propria vita digitale dal governo del loro stesso paese (rispettivamente per il 36% delle aziende e per il 33% degli utenti); seguono i governi e le società straniere (per il 30% delle imprese e il 26% delle persone). Non solo: circa un professionista della sicurezza IT su tre (29%) si preoccupa del fatto che il proprio datore di lavoro possa cercare di ottenere dei dati personali online, mentre un quarto (26%) dei singoli utenti sentiti è impensierito dell’eccessiva curiosità dei propri familiari.

Queste preoccupazioni riguardano anche i rapporti con la sicurezza informatica: la ricerca mette in luce una certa confusione circa le possibilità di accesso ai dati da parte di fornitori di soluzioni di cybersecurity. Molti degli intervistati temono che il proprio provider possa raccogliere informazioni digitali, opinioni, dati sulla localizzazione o sulle abitudini di navigazione e poi condividere queste stesse informazioni con organizzazioni straniere. Tuttavia, una larga maggioranza degli intervistati (l’87% delle aziende e l’82% dei singoli utenti) mostra di nutrire una certa fiducia, confidando in un comportamento etico da parte del proprio fornitore di soluzioni di cybersecurity nella raccolta e nell’uso dei dati personali.

Questi risultati mostrano che l’attuale panorama del settore della sicurezza informatica ha contributo a creare, nel pensiero delle aziende e degli utenti finali, un clima di paura, incertezza e dubbi, che ha determinato in molte persone, a sua volta, una mancanza di fiducia verso qualunque tipo di ente o organizzazione.

Commentando questi risultati, Anton Shingarev, Vice President of Public Affairs di Kaspersky Lab, ha dichiarato: “I risultati di questa ricerca sono davvero sorprendenti. Forniscono un’ulteriore prova del fatto che le tecnologie e i software sono considerate come delle “scatole nere” per molte aziende. Molti non sono informati sul loro funzionamento, sul loro contenuto, sul tipo di dati che vengono raccolti o su come vengono archiviati. Il risultato di questo fenomeno è la mancanza di fiducia verso i vendor. Credo che sia inaccettabile: come settore dobbiamo essere in grado di far capire esattamente alle persone cosa facciamo e quali cose un fornitore di sicurezza non dovrebbe mai fare. Questa responsabilità deve essere affiancata da un impegno costante nella costruzione della resilienza e della sicurezza all’interno dei nostri prodotti e nella dimostrazione della loro affidabilità attraverso un’attitudine che mette al primo posto la trasparenza e la responsabilità. Tutti questi propositi sono parte integrante della nostra Global Transparency Initiative, un programma messo in atto per favorire la ricostruzione della fiducia nel settore della sicurezza informatica”.

La ricerca di Kaspersky Lab e Applied Marketing Research mostra, inoltre, che:

La privacy sembra essere considerata come un diritto fondamentale per tutti: il 46% delle aziende coinvolte e il 51% degli utenti sentiti ritiene che un fornitore di cybersicurezza non debba automaticamente condividere i dati privati di un utente con il proprio governo in caso di questioni che riguardano la sicurezza nazionale, si tratta di una scelta che dovrebbe dipendere dalle specifiche circostanze.
Per le imprese e per i consumatori ci sono questioni ben più importanti del paese d’origine di una realtà aziendale: il 55% delle aziende e il 66% degli utenti è convinto del fatto che il proprio governo dovrebbe fare affari con la società che offre i prodotti o i servizi di più alta qualità, anche se si tratta di una società straniera. Con grande sorpresa, questo dato sale rispettivamente a quota 82% e 78% quando si tratta di accordi fatti in ambiti cruciali per la sicurezza nazionale.

Anche il Dott. Milton Mueller, Professore del Georgia Institute of Technology School of Public Policy, per l’Internet Governance Project, ha commentato i risultati della ricerca di Kaspersky Lab: “Questo sondaggio mette in luce il rapporto esistente tra nazionalismo, sicurezza nazionale e fiducia nei confronti degli Internet Service Provider. Emergono dati sorprendenti per quanto riguarda gli atteggiamenti dei consumatori e delle aziende nei confronti del ruolo ricoperto dai governi rispetto alla sicurezza informatica. Ad esempio, è stato interessante prendere visione del fatto che tanti utenti credono che il proprio governo debba utilizzare il miglior fornitore per le proprie capacità legate alla sicurezza nazionale, indipendentemente dal paese di provenienza. Anche il fatto che i consumatori siano più preoccupati per eventuali ingerenze nelle proprie vite digitali da parte del loro stesso governo, rispetto alla possibilità che lo facciano dei governi stranieri, è una considerazione degna di nota”.

Per sapere di più sui principi di trasparenza portati avanti da Kaspersky Lab e sulla sua Global Transparency Initiative è possibile consultare la sezione dedicata alla Transparency sul sito dell’azienda.

Un report con il riassunto delle principali scoperte derivate dalla ricerca “The boundaries of trust: privacy and protection in cyberspace” e con i dati relativi all’Italia è disponibile sul blog di Kaspersky Lab.

Nota

Il 13 novembre 2018 Kaspersky Lab organizzerà un dibattito che andrà in diretta online sulla ricostruzione della fiducia nel campo della sicurezza informatica e sulla minimizzazione dei rischi per quanto riguarda la trasparenza con protagonisti della sicurezza IT ed esperti. Il dibattito sarà trasmesso direttamente da Zurigo, in quanto parte del Kaspersky Transparency Summit che si terrà in quella giornata nella città svizzera. Ulteriori dettagli e modalità di registrazione sono disponibili su BrightTalk.

*Metodologia

La ricerca si basa su un campione di 1.000 utenti e 100 aziende di media dimensione in ciascuno dei seguenti paesi: Stati Uniti, Germania, Francia, Italia, Spagna e UK. La ricerca sul campo e l’analisi dei dati sono state condotte tra maggio e luglio 2018.

DA P101, VERTIS VENTURE E 360 CAPITAL PARTNERS UN AUMENTO DI CAPITALE DI €6,4 MILIONI PER MILKMAN, LA STARTUP DELLA LOGISTICA

PROSEGUE CON SUCCESSO IL PERCORSO DI CRESCITA DI MILKMAN: AUMENTO DI CAPITALE DI €6,4 MILIONI PER ACCELERARE UN AMBIZIOSO PIANO DI SVILUPPO

“Vertis Venture 2 Scaleup” è lead investor dell’operazione insieme a 360 Capital Partners e P101, già presenti nel capitale della società.

Milkman annuncia un nuovo aumento di capitale da €6,4 milioni sottoscritto da Vertis (lead investor attraverso il fondo “Vertis Venture 2 Scaleup”), P101 e 360 Capital Partners. L’operazione segue al deal del 2016 completato da P101, 360 Capital Partners e dal business angel statunitense Mike Brennan.

Grazie a questi nuovi fondi, la società intende accelerare il piano industriale di sviluppo, finanziando una significativa espansione geografica per arrivare, a fine 2019, ad essere operativa in tutte le più importanti province italiane per fatturato dell’e-commerce.

Ha solo tre anni di vita, ma Milkman, sulla carta una start-up, ha già i connotati di una grande azienda. Fondata nel 2016, è la prima azienda logistica ad investire esclusivamente sulla qualità della consegna al consumatore grazie ad una tecnologia innovativa e proprietaria, coperta da brevetti internazionali, che consente di proporre alle aziende che hanno deciso di adottare l’e-commerce come canale di vendita una vasta gamma di opzioni, adattando il proprio servizio di consegna alle esigenze dello specifico committente.

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I numeri sono inequivocabili. Partita con un fatturato di €450 mila nel 2016, l’azienda conta di chiudere il 2018 con più di €7 milioni di vendite dopo aver effettuato 400.000 consegne con un tasso di gradimento del cliente finale di 4,7 su 5.

Una crescita esponenziale che è stata possibile grazie alla fiducia che prestigiosi brand come Easy Coop, Eataly, Nespresso, Zara e molti altri hanno dato all’azienda.

Il CEO di Milkman, Antonio Perini, commenta: “Siamo entusiasti di questo nuovo ingresso di capitali che conferma ancora una volta la forza della nostra offerta. Il nostro obiettivo è aiutare i negozi online a competere grazie ad una qualità del servizio unica e distintiva e siamo felici di vedere che la nostra visione venga condivisa anche dal mercato dei capitali per l’innovazione. Il servizio è oggi il vero collo di bottiglia dello shift paradigmatico che i consumi stanno attraversando e siamo fieri di avere al nostro fianco ci siano partner consapevoli che la risposta a questa sfida è la tecnologia.”

“L’Industry 4.0 richiede una logistica dove tutti gli attori della supply chain dispongono delle stesse informazioni in maniera tempestiva e coerente al fine di aumentarne l’efficienza – dichiara Mauro Odorico, Investment Director di Vertis – In Milkman abbiamo trovato la miglior risposta possibile a questa necessità che, unita alla competenza e alla professionalità dimostrate da Antonio Perini e Tommaso Baù, i due soci fondatori, ci hanno convinto ad investire nella società. Consideriamo Milkman un’eccellenza di quello che noi definiamo il “Made in Italy Innovativo”.” 

La componente qualitativa della consegna e del servizio rappresenta la vera svolta per le aziende dell’e-commerce, ma anche per quelle che gestiscono un rapporto diretto con il cliente finale afferma Andrea Di Camillo, Managing Partner di P101 In questo senso Milkman sta rivoluzionando l’offerta esistente con un modello scalabile e sostenibile che potrà essere esportato in altri paesi permettendo anche a retailer di piccole dimensioni di servire i propri clienti con un servizio migliore rispetto ad alcuni grandi incumbent.”

 Il continuo crescere dell’e-commerce sarà il catalizzatore che consentirà grandi trasformazioni nel settore della logistica nei prossimi anni conclude Cesare Maifredi, General Partner di 360 Capital Partners In questo contesto c’è grande spazio per nuove iniziative imprenditoriali volte sia a migliorare i processi interni al magazzino sia quelli di consegna. La tecnologia che Milkman ha sviluppato consente all’azienda di fornire un servizio unico nel panorama del last-mile delivery italiano ed internazionale.”

Milkman è l’innovativo servizio di consegna a domicilio per l’e-commerce che garantisce al consumatore una trasparenza totale sulle spedizioni con previsioni accurate sull’orario di arrivo e una vasta gamma di opzioni per personalizzare la consegna dei loro acquisti: scelta del giorno e dell’ora di consegna con appuntamenti di qualsiasi precisione, anche in same-day. Il destinatario può disdire e ripianificare la consegna fino all’ultimo minuto e senza costi aggiuntivi. Milkman ha effettuato la prima consegna ad aprile del 2016 e da allora ha superato le 400.000 consegne. Il fatturato del 2017 è stato di 2,1 milioni di euro. Insignita del Netcomm eCommerce Award 2018 per la categoria Servizi, Milkman è entrata nel terzo anno di vita espandendosi fuori da Milano offrendo i propri servizi di consegna anche a Roma e Torino.

Vertis SGR è una società di gestione del risparmio indipendente che opera attraverso cinque fondi d’investimento mobiliari chiusi, riservati a investitori qualificati. Nel private equity la SGR è attiva con i fondi “Vertis Capital” e “Vertis Capital Parallel”, mentre nel venture capital investe con i fondi “Vertis Venture”, “Vertis Venture 2 Scaleup” e “Vertis Venture 3 Technology Transfer”. Il fondo “Vertis Venture 2 Scaleup” si pone come obiettivo quello di supportare la crescita delle migliori imprese innovative italiane, investendo in quelle che hanno completato lo sviluppo tecnologico e del prodotto/servizio e devono avviare, o consolidare, su scala nazionale e internazionale le proprie attività commerciali. “Vertis Venture 2 Scaleup” effettua investimenti in società che operano su tecnologie, prodotti e/o servizi riferibili ai settori delle tecnologie industriali e digitali (industry 4.0, IoT, digital & media, ecc.) e nel primo anno di attività ha completato, oltre a Milkman, tre investimenti nel capitale di Sclak, Cyber Dyne e Credimi. Maggiori informazioni su www.vertis.it

 P101 SGR è un gestore di fondi di venture capital specializzato in investimenti in società digital e technology driven. Nata nel 2013, con una dotazione corrente di oltre 130 milioni di euro e 26 società in portafoglio, P101 si distingue per la capacità di mettere a disposizione degli imprenditori di nuova generazione, oltre a risorse economiche, anche competenze e servizi necessari a dare impulso alla crescita delle aziende. P101 SGR fondata da Andrea Di Camillo – 20 anni di esperienza nel venture capital e tra i fondatori di Banzai e Vitaminic – annovera tra gli investitori dei propri fondi Azimut, Fondo Italiano di Investimento e European Investment Fund. Tra le partecipate di Programma 101: BorsadelCredito.it, Cortilia, Tannico, Musement e MusixMatch. Le società partecipate occupano oggi complessivamente oltre 700 risorse e generano un fatturato in costante crescita e già oggi superiore agli 110 milioni annui. P101 prende il nome dal primo personal computer prodotto da Olivetti, negli anni ’60, esempio di innovazione italiana che ha lasciato il segno nella storia della tecnologia digitale.

360 Capital Partners è una società di Venture Capital che investe in Europa in aziende a alto tasso di innovazione digitale o che sviluppano prodotti e/o servizi ad alto contenuto tecnologico (deep-tech). Da 20 anni, la società accompagna imprenditori di talento nella creazione e nello sviluppo di imprese che hanno l’ambizione di diventare leader nei propri mercati di riferimento. Supportata da un team di professionisti tra Parigi e Milano, 360 Capital Partners gestisce 300M€ e un portafoglio di 50 partecipate attive.

Amazon Launchpad: le startup italiane possono portare prodotti innovativi ai clienti Amazon

Da oggi con Amazon Launchpad,i clienti possono disporre di una selezione di prodotti unica e innovativa dalle startup presenti in Europa e in tutto il mondo.

La nuova vetrina permette alle startup di lanciare grandi idee in tutta semplicità e di commercializzare e distribuire a livello mondiale i propri prodotti a milioni di clienti Amazon.

I benefici per le startup includono un accesso semplificato, pagine prodotto personalizzate, un pacchetto completo di soluzioni marketing e l’accesso alla rete mondiale di distribuzione di Amazon.

www.amazon.it/launchpad

Amazon.it presenta oggi Amazon Launchpad, un nuovo programma che rende più semplice per le startup italiane lanciare, commercializzare e distribuire i propri prodotti a milioni di clienti su Amazon.it e nel mondo. I clienti Amazon possono ora disporre di una selezione di prodotti unica e innovativa dalle startup europee e di tutto il mondo: la nuova vetrina Launchpad di Amazon.it include centinaia di prodotti suddivisi in 5 categorie, dall’elettronica di consumo al food, dai giocattoli alla casa o alla cura della persona, destinate a crescere ulteriormente nei prossimi mesi con nuove idee innovative.

Le startup italiane hanno a disposizione un’esperienza di accesso semplificata ai servizi Amazon, pagine prodotto personalizzate, un pacchetto completo di soluzioni di marketing e l’accesso alla rete di distribuzione globale di Amazon, oltre ai servizi del Customer Service. Inoltre, i prodotti possono essere idonei per Amazon Prime e resi disponibili per gli oltre 100 milioni clienti Prime in tutto il mondo. Le startup possono così lanciare con successo le proprie innovazioni e condividere le proprie storie. Attraverso Amazon Launchpad le startup possono superare molte delle sfide legate al lancio di un nuovo prodotto grazie alle competenze e alle soluzioni per incrementare la visibilità e le vendite di Amazon.

“In Amazon, l’innovazione è parte della nostra cultura e le nostre energie vengono impiegate per inventare per conto dei nostri clienti, piccole imprese ed imprenditori. Mentre il ritmo dell’innovazione continua ad aumentare all’interno della comunità di startup, Amazon Launchpad consente loro di essere riconosciute in Italia il più velocemente possibile e aiuta i loro prodotti unici a essere scoperti da milioni di clienti Amazon in tutto il mondo”, afferma Mariangela Marseglia, Country Manager di Amazon.it e Amazon.es.

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“Portare al successo nuovi prodotti può essere stimolante quanto costruirli”, ha affermato Luca Cassina, EU Director Seller Services – Marketplace, Amazon. “Amazon Launchpad è progettato per far crescere gli inventori. Offriamo supporto nella gestione dell’inventario, ci occupiamo dell’evasione degli ordini, del servizio clienti e altro ancora, consentendo loro di concentrare gli sforzi sull’innovazione e realizzare prodotti sempre più originali. Inoltre, Amazon Launchpad offre ai clienti l’accesso a un negozio dedicato con una varietà di articoli all’avanguardia dagli attuali inventori emergenti in Italia”.

In Italia, Amazon collabora con più di 10 piattaforme di crowdfunding, incubatori, acceleratori e società di venture capital per portare i prodotti delle startup ai clienti di Amazon. Amazon Launchpad, tra cui Associazione Progetto Marzotto, Digital Magics, Italia Startup, Lventure Group e Talent Garden per l’Italia. Amazon Launchpad offre alle startup una serie di servizi che aiutano ad accelerare il loro business, tra cui:

  • Sviluppo del brand: le pagine personalizzate aiutano a dare maggiore risalto ai prodotti attraverso foto e video. I founder possono raccontare la propria storia ed entrare in contatto con i clienti in modo più personale, con la possibilità di fornire informazioni sulla startup
  • Customer Reach: gli strumenti di marketing più potenti di Amazon, inclusi attività promozionali e consigli personalizzati, offrono ai prodotti delle startup una maggiore visibilità
  • Distribuzione a livello mondiale: le startup hanno anche accesso alla rete globale dei centri di distribuzione di Amazon, alla spedizione rapida di Amazon Prime e al servizio clienti
  • Espansione globale: Amazon Launchpad è presente su 9 marketplace di Amazon e può aiutare le startup a espandersi a livello globale grazie a soluzioni scalabili e programmi di marketing.

 

Tra le startup italiane che hanno aderito ad Amazon Launchpad figurano Powerme(caricabatterie per smartphone che consente di ricevere carica in mobilità da un altro smartphone o dispositivo elettrico), Filo (tracker Bluetooth per trovare portafogli, borse, chiavi o altri oggetti che occorre sempre tenere sott’occhio),Linfa (giardino intelligente da interno per coltivare erbe aromatiche), My Cooking Box (specialità culinarie della tradizione italiana, con tutti gli ingredienti consegnati a domicilio), Kamira (moka professionale di alta qualità per preparare il caffè espresso a casa) e 1Control (dispositivo domestico intelligente per aprire cancelli).

Nino Santoro è l’inventore di Kamira, un’innovativa “moka” realizzata a mano, dal design al tempo stesso vintage e futuristico. “Siamo entrati immediatamente in Amazon Launchpad considerando la grande visibilità che questo programma avrebbe avuto”, spiega Onofrio, il figlio maggiore di Nino. “Ho lunghe conversazioni con il mio account manager, che ci ha guidato per mano in un nuovo mondo e ci ha aiutato a comunicare in modo più efficace”. Leggi la storia completa di Kamira.

“L’innovazione in cucina? È in una scatola. E lo Chef è in una scatola” afferma Chiara Rota, Founder di My Cooking Box, una scatola per cucinare che contiene tutti gli ingredienti e una ricetta d’autore per preparare in autonomia i migliori piatti della tradizione italiana, comodamente a casa. Chiara ha aderito a Launchpad e la propria sfida è quella di aiutare la startup a portare i propri prodotti, magari sconosciuti fuori dall’Italia, in tutto il mondo. “Ho uno stretto rapporto con il mio account manager di Amazon Launchpad e il suo supporto è stato fondamentale: mi ha aiutata sia a comunicare i nostri prodotti in modo efficace per Amazon sia a progettare campagne sponsorizzate. L’interazione con lei mi ha permesso di acquisire un gran numero di nuove competenze, che sono state molto utili anche all’interno dell’azienda”. Guarda e leggi la storia completa di My Cooking Box.

Per il lancio di Amazon Launchpad, alcune delle startup metteranno a disposizione prodotti in offerta in esclusiva con sconti dal 10% al 20% per i clienti di Amazon.it. Tra questi figurano Dodow, il dispositivo che a consente di addormentarsi più rapidamente, Naptime, un prodotto che aiuta a rilassarsi e Crazybaby, cuffie wireless per lo sport.

Dall’apertura del proprio spazio virtuale alle piccole imprese ed agli imprenditori nel 2000, Amazon ha investito decine di miliardi di euro in strumenti, servizi e infrastrutture per aiutarli ad avere successo. Oltre 10.000 aziende italiane vendono su Amazon e un terzo di loro esporta i propri prodotti in Europa e nel mondo raggiungendo 350 milioni di euro di vendite all’estero solo nel 2017. Secondo la ricerca indipendente realizzata da Keystone Strategy Research, le imprese italiane indipendenti impiegano più di 10.000 persone in Italia per gestire le attività di vendita su Amazon. Oltre un terzo dello stock nei centri di distribuzione italiani è dedicato alle attività di terzi che vendono su Amazon.

 

Amazon Launchpad

Amazon Launchpad è stato introdotto a partire dal 2015 ed è disponibile negli Stati Uniti, in Canada, India, Messico e, in Europa, in Francia, Germania, Regno Unito e ora anche in Italia e Spagna. Amazon Launchpad ha lanciato più di 2.100 startup a livello globale (oltre 650 in Europa), con più di 19.000 articoli nel programma, e più di 85 startup hanno superato $1 milione di dollari in vendite dal lancio del programma. Amazon Launchpad ha collaborato con oltre 100 società di venture capital, acceleratori di startup e piattaforme di crowdfunding per aiutare le startup a lanciare i prodotti ed i partner più attivi hanno investito mediamente in più di 6 startup presenti nel programma.

 

Per fare acquisti nella vetrina italiana di Amazon Launchpad:www.amazon.it/launchpad

Per ulteriori informazioni sul programma Amazon Launchpad:www.amazon.it/launchpad/signup

La moda è sempre più tech e fatta su misura – Selligent Marketing Cloud presenta i risultati del suo annuale Fashion Trend Report

Selligent Marketing Cloud: la moda è sempre più tech e fatta su misura

In occasione della Milano Fashion Week, la piattaforma di marketing automation B2C presenta i risultati del suo annuale Fashion Trend Report: i dati dei clienti sono sempre più utilizzati dai brand per prevedere e anticipare le tendenze

Per prevedere i prossimi trend della moda serve la sfera di cristallo o… il giusto strumento tecnologico. I brand leader nel fashion utilizzano infatti sempre più spesso i dati relativi ai clienti e al loro comportamento per prevedere e anticipare i trend, in materia di look, accessori, colori e stili. Insomma, raccogli, analizza, valuta, personalizza, e ripeti: nel mondo della moda, questo è il mantra per costruire con successo la fedeltà dei clienti a lungo termine.

È quanto emerge dal Fashion Trend Report presentato da Selligent Marketing Cloud, la piattaforma di marketing automation che permette ai brand B2C di intrattenere relazioni sofisticate con i consumatori attraverso differenti canali di comunicazione, in occasione della Milano Fashion Week, in scena proprio in questi giorni nella capitale della moda. Una festa che celebra un segmento, quello dell’abbigliamento e accessori, davvero digital: svetta infatti tra le categorie e-commerce che hanno le migliori prestazioni. E un recente studio condotto da Goldman Sachs prevede che le vendite di abbigliamento online cresceranno di un altro 20% – raggiungendo un quarto di tutte le vendite online nel 2020 – con 50 miliardi di dollari che migreranno online.

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Questo successo è sicuramente dovuto all’abilità dei brand del fashion nel rispondere alle richieste dei clienti. Ma cosa chiedono, oggi, i consumatori alla fashion industry?

  • La possibilità di assistere in prima fila. I giovani consumatori non sopportano essere lasciati fuori dalla conversazione: e il settore della moda sta rispondendo, mostrando in tempo reale quanto accade dietro le quinte. Se le sfilate erano tradizionalmente eventi ristretti e riservati, ora vengono trasmesse in streaming. La New York Fashion Week, per esempio, raggiunge gli utenti ovunque; lo scorso anno, per esempio, l‘hashtag #NYFW venne condiviso 31 milioni di volte su Instagram e Twitter.
  • Ricercare i prodotti online, ma acquistare in negozio. Per la maggior parte dei clienti, il browsing online non sostituisce effettivamente il negozio fisico. Il 70% dei giovani consumatori utilizza app di e-commerce sullo smartphone, mentre il 94% preferisce cercare prodotti online (Studio CMG Generation). Ma quel che sorprende è che solo il 15% alla fine fa un acquisto online. Il restante 85% preferisce lo shopping nei negozi “reali” (Business News Daily).
  • Ricevere direttamente consigli sullo stile e idee per lo shopping. Quasi il 39% dei giovani clienti si “rivolge” a blogger e piattaforme di shopping online per trovare ispirazione sullo stile, e non più alle riviste cartacee (Studio CMG Generation Z). I video sono l‘ultimo trend – specialmente le clip “haul” e “unboxing”– con il 90% della Generazione Z che si sintonizza su YouTube ogni giorno (AdWeek): i brand previdenti stanno sfruttando la situazione, accordandosi con gli influencer.
  • Comprare tutto il giorno su ogni canale. In passato il percorso tradizionale verso la conversione si sarebbe concluso o nella rivendita al dettaglio in negozio, o sul sito web di e-commerce della griffe di moda. Oggi non più: persino i post di Pinterest, Instagram e Facebook hanno tasti “COMPRA” e l‘ultima tecnologia email permette di effettuare acquisti direttamente dalla casella di posta in arrivo. Il 34% dei rispondenti a un sondaggio PayPal ammette di avere acquistato regali per il proprio partner mentre era a letto, con il destinatario che dormiva accanto.
  • Poter coltivare il proprio look individuale. I giovani consumatori tra i 13 e i 34 anni attribuiscono meno valore a marchi iconici di grande ostentazione, e maggior valore all‘espressione di individualità e personalità attraverso l‘abbigliamento. Un incredibile 55% afferma di non seguire più i trend generali e si affida invece al proprio senso dello stile (Studio Ypulse).

Selligent Marketing Cloud cita nella propria analisi alcuni brand virtuosi, che hanno saputo trarre il massimo vantaggio dai dati relativi ai clienti, al fine di migliorare la relazione con gli stessi. Uno è sicuramente Zalando che, grazie a un’architettura dei dati flessibile sviluppata con il supporto della piattaforma di marketing automation, permette ai suoi team di Direct Marketing di creare email e selezionare dati per le loro campagne indipendenti, potendo così sviluppare una comunicazione personalizzata con contenuti altamente rilevanti per i clienti, in grado di assicurare engagement a lungo termine. Altro caso interessante è quello di SECRETSALES, piattaforma di e-commerce members-only, che grazie a Selligent Marketing Cloud, ha realizzato l’obiettivo di fornire ogni giorno a ogni cliente un‘offerta di vendita personale, studiata specificatamente per lui/lei.

Gian Musolino, Country Manager Italy di Selligent Marketing Cloud, ha commentato: “La moda si muove velocemente ma i consumatori si muovono ancor più velocemente. Con la digital transformation che accelera in tutto il settore del fashion, le aspettative dei consumatori sono oggi più alte che mai. Collezioni lampo, nuovi servizi di abbonamento, personal shopper online… I brand, per tenere il passo, devono modificare rapidamente le proprie business practice e avvalersi sempre più delle tecnologie digitali”.

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