Diritti d’autore e doveri digitali

Videointervista al Presidente di FIMI

Come cambia il mercato della musica digitale nell'era del 2.0? Ne abbiamo parlato con Enzo Mazza – Presidente della FIMI – Federazione Industria Musicale Italiana.

PARTE 1

"Il mercato della musica si evoluto oltrepassando il concetto del supporto fisico per adeguarsi ai nuovi fenomeni digitali" 

 

PARTE 2

"L'offerta illecita di contenuti si combatte ripensando completamente i modelli di business, ad esempio ampliando l'offerta dei provider"   


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Ho fatto BING

“L’imprenditore è una persona attratta irrazionalmente dal rischio, un po’ come un giocatore di poker che ha sempre il brivido dietro la schiena perché sa benissimo che può tanto vincere e tanto perdere. In Italia purtroppo non si scommette sulle idee ”

Non è la voce gracchiante che sento tramite Skype ma sono le cose che mi racconta Lorenzo e la semplicità con cui ne parla che mi fanno percepire quanta distanza ci sia ancora  tra l’Italia e gli Stati Uniti. Una distanza non solo geografica ma soprattutto culturale. Lì davvero se hai un’idea e le competenze per portarla avanti puoi riuscire ed avere successo, viva il sogno americano.

Lorenzo Thione rappresenta un esempio dell’eccellenza italiana, che ha saputo imporsi in America; si è trasferito negli States ad Austin quando aveva 21 anni per completare gli studialla University of Texas, dove ha trovato la fortuna, non quella che inseguono gli italiani con gratta e vinci e supernalotto ma piuttosto la fortuna di trovare un ecosistema fertile dove poter coltivare le proprie idee e  provare a realizzarle. Nel 2008 ha ceduto la sua società Powerset a Microsoft costituendo il cuore del suo nuovo motore di ricerca Bing. Lorenzo non è tornato più indietro. A Lui ho fatto alcune domande: 

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Crowdengineering, la svolta sta arrivando

“il successo di un progetto di crowdsourcing dipende dalle modalità di integrazione con i processi e le piattaforme aziendali e la gestione della forza lavoro. “

Il termine crowdsourcing (da crowd, gente comune, e outsourcing, esternalizzare una parte delle proprie attività) è un neologismo che definisce un modello di business nel quale un’azienda o un’istituzione richiede lo sviluppo di un progetto, di un servizio o di un prodotto ad un insieme distribuito di persone non già organizzate in un team. Tale processo può avvenire attraverso degli strumenti web. Inizialmente il crowdsourcing si basava sul lavoro di volontari ed appassionati che dedicavano il loro tempo libero a creare contenuti e risolvere problemi, un esempio di crowdsourcing volontario è l'enciclopedia Wikipedia .

Oggi il crowdsourcing rappresenta per le aziende un nuovo modello di business? Ne abbiamo parlato con Gioacchino La Vecchia – Founder di Crowdengineering

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La guerra dei diritti d’autore – Intervista Doppia – Fimi vs. ThePirateBay

La proprietà intellettuale, da sempre valore strategico nonché leva di crescita aziendale, negli ultimi tempi desta sempre più interessi al punto di scatenare una vera e propria guerra, che non si combatte però sul terreno ma in aule di tribunale con sentenze al posto di cannonate e denunce al posto di fucilate. Anche questa guerra è fatta di battaglie vinte una volta da un fronte e una volta dall’altro.

Quali sono le ragioni, quali sono le posizioni e gli interessi in gioco?

 La storia

Pirate Bay è uno dei più noti siti tracker per Bit Torrent al mondo. Dal 2004 ad oggi la popolarità del sito è andata progressivamente aumentando. I dati statistici disponibili online evidenziano che The Pirate Bay è attualmente uno dei 100 siti web più visti al mondo, con circa 20 milioni di visitatori al mese. La celebrità della "Baia dei Pirati" è testimoniata inoltre dal fatto che i suoi contenuti sono tradotti in 13 lingue, tra cui l'italiano e proprio dall'Italia proveniva oltre il 2% dei contatti, ovvero circa 450.000 visite al mese. L'attività del sito genera profitti per i loro gestori attraverso la presenza di banner ospitati sulle pagine web .

E' illegale secondo la legge italiana la condotta di chi scarica o condivide opere protette. Ma il mero accesso a TPB, ovvero la condivisione di opere di pubblico dominio o disponibili con licenza libera non è affatto illegale, tuttavia Thepiratebay.org, ha osservato la Fimi  (Federazione Industria Musicale Italiana) rimane un sito illegale e gli utenti che lo utilizzano per scaricare brani non autorizzati rischiano di incorrere nelle sanzioni previste dall' art. 174 ter (sanzione amministrativa pari a 154 euro) oppure dagli art 171 a-bis e 174 bis (multa fino a 2065 euro e sanzioni amministrative pari a 103 euro per ogni file illegalmente immesso in rete). 

In Italia il sito thepiratebay.org è stato posto sotto sequestro dalla Procura di Bergamo, a seguito di un'operazione della Guardia di Finanza, nell'agosto del 2008. I quattro creatori e gestori del sito sono stati denunciati per violazione della vigente normativa in materia di diritto d'autore. Nell'ambito dell'operazione,era stato anche ingiunto a tutti gli internet provider italiani,di predisporre il blocco IP e DNS del sito svedese. Il provvedimento della procura, pienamente confermato dal Giudice per le Indagini Preliminari, e' stato parzialmente revocato dal Tribunale del Riesame che, pur confermando in modo netto e deciso l'illiceità della condotta dei gestori di Pirate Bay, ha disposto la revoca del blocco IP e DNS. Tale decisione è stata annullata i primi di febbraio dalla Cassazione ed ora è impossibile collegarsi alla Baia dei Pirati.

Per analizzare pro e contro delle abbiamo intervistato l’Avv.Simona Lavagnini che cura gli interessi della FIMI e gli avvocati difensori di PirateBay Gallus,Micozzi,Campanelli.  

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Il futuro va verso la Banca Aperta

Lo scorso 3 dicembre l’ABILab ha presentato a Milano  il Sesto Rapporto Osservatorio Intranet Bancario, “Networking in Banca”. L’ABILab ha prodotto questo rapporto negli ultimi sei anni. L’iniziativa era nata come una relazione sullo stato dell’Intranet nelle banche aderenti al Consorzio. Nel tempo, l’iniziativa si è venuta evolvendo conservando il titolo originario. Si è passato da un interessamento sulla Intranet a quello che si può definire un tavolo virtuale di lavoro all’interno delle banche.

Nell’ultimo anno, l’enfasi si è spostata ancora una volta. Nell’ambito di questo ultimo rapporto, si parla di Enterprise 2.0. La ricerca si è concentrata quest’anno sull'analisi di tre nuovi ambiti applicativi riconducibili al fenomeno dell’Enterprise 2.0:

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E-commerce, flop o successo?

“in Italia c'è ancora tantissimo spazio per l'espansione di questa modalità di vendita particolarmente efficiente e conveniente per chi vende e per chi compra”

L’e-commerce, assieme alle aziende che l’hanno utilizzato è stato prima osannato e poi demonizzato: nella prima fase, quella espansiva della New Economy, si pensava che andare in rete fosse l’unica scelta possibile per qualunque azienda che volesse sopravvivere; poi, quando molte società hanno dovuto chiudere a causa di strategie errate, si è cominciato a credere che la Rete fosse un grande abbaglio.

La terza fase, ora, è quella della razionalità: capire quali siano i possibili reali utilizzi della Rete e i loro ambiti di applicazione, anche memori dei successi e degli errori commessi in questi anni ne abbiamo parlato con  David Orban – CEO di Questar

 

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Pirelli, un caso reale di e-procurement

Uno dei plus in ambito business durante la New Economy era certamente la possibilità di gestire gli acquisti di un'azienda via internet. E-procurement ed E-marketplace divennero ben  presto dei trend molto popolari, con promesse di clamorose riduzioni dei costi.Da allora molto è cambiato: l'e-procurement come altri settori ha dovuto registrare fallimenti, consolidamenti, tecnologie immature e progetti abbandonati. Proviamo ad analizzare freddamente il fenomeno attraverso un caso di successo, quello di Pirelli, una delle prime grandi imprese italiane ad adottare soluzioni di questo genere, che ora gestisce l'80% di tutti gli acquisti di beni indiretti a livello mondiale con un sistema software di SRM -Supplier Relationship Management.

Ne abbiamo parlato con Luca Urban, responsabile manutenzione applicativa ed e-procurement di Pirelli Sistemi Informativi.

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L’odissea del computer dismesso

Ho deciso di pubblicare sul mio sito un bellissimo articolo  di Claudio Gatticgatti@ilsole24ore.com 

Nel 2008 oltre 126mila tonnellate di scarti elettronici (su 220mila) finite fuori controllo

Più di un milione di tonnellate di metalli, pericolosi e non, Pvc, plastica, gomma e cavi che finiscono chissà come e chissà dove. Ogni singolo anno. È questa la dimensione del problema. Eppure in Italia nessuno se ne accorge. Ci sono le leggi. Eppure in Italia pochi le conoscono. Nel resto del mondo occidentale si stanno cambiando le abitudini. Eppure in Italia si va avanti come sempre. E come se nulla fosse. Finché non scoppierà l'ennesima emergenza. Solo allora ci si domanderà perché non sono suonati i campanelli di allarme. Ma la risposta può essere anticipata già adesso: i campanelli d'allarme hanno squillato e squillato, ma nessuno ha mai risposto. 

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Crisi dei giornali

Sempre più spesso si sente parlare di crisi dei giornali, di calo di vendite.
De Biase del Sole 24 Ore dice “Il terrore che pervade il mondo dei giornali continua. L’impatto di internet non è facile da assorbire e l’esempio del disastro avvenuto nel settore della musica, per la scarsa lungimiranza delle major e per la difficoltà a innovare il modello di business, fa pensare alle più gravi conseguenze. “

Davvero è questo lo scenario, davvero l’unica soluzione è quella di passare ad un editoria online così come sta avvenendo negli States?

Non ci sto, la carta stampata non può morire, sarebbe la vittoria delle news da ” fast food” su i dossier , sugli approfondimenti, sulle indagini.

Io credo semplicemente che internet e le nuove tecnologie offrano uno strumento alternativo, siano un canale complementare ed alternativo ma non sostitutivo.

Perchè bisogna per forza mettersi l’uno contro gli altri?

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