E' giusto, all'interno di una organizzazione IT, introdurre regole severe che impediscano lo svilupparsi di varianti fuori controllo o lasciare un po' di briglia sciolta alle forze 'laterali' è segno di una maturità capace di far emergere elementi creativi che altrimenti rimarrebbero inespressi? Insomma, quanto spago bisogna lasciare?
Probabilmente si tende a dare risposte diverse a seconda della posizione in cui ci si colloca.
Fino a qualche mese fa la mia azienda, prima di essere incorporata, pur piccola, era comunque "il centro" di un network di lavoro; di conseguenza vedevo le cose dalla prospettiva di chi cerca di aumentare i controlli, di implemetare gli standard, di evitare il proliferare di nuovi software locali e di sistemi decentrati diversi o configurati con politiche diverse.
Oggi che faccio parte della periferia di una grossa organizzazione mi viene più facile esporre delle contro-osservazioni.
In definitiva sono due aspetti della realtà che andrebbero valorizzati di pari passo.
Sviluppare sistemi, funzionalità e politiche, governando il tutto da un centro-stella è spesso una necessità oltre che una efficenza. Il prezzo della disomogeneità potrebbe essere fatale oggi che comunicare, analizzare globalmente i risultati, trasferire informazioni in tempo reale è una esigenza dei processi di erogazione dei servizi/prodotti.
Nello stesso tempo trovare canali che permettano alla periferia di esprimere spinte dal basso, potrebbe essere un modo per evitare una omogeneità stagnante.
Come in fondo ci insegnano le scienze naturali: l'evoluzione delle specie, produce il miglior adattamento all'ambiente mescolando il più possibile i 'geni'.
Vincenzo Trichini – http://organimatica.blogspot.com/
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