Data Manager numero di Giugno 2006
I Sistemi Informativi accompagnano le monoposto lungo tutto il loro ciclo di vita, dai primi progetti alla pista.
Il loro contributo comincia già in fase di ideazione, quando i progettisti impostano i calcoli e le simulazioni anticipando il comportamento della vettura e dei componenti nelle più diverse condizioni.
Altri programmi, spesso appositamente creati vengono utilizzati dagli altri reparti, provvedendo alle molteplici esigenze e garantendo trasparenza e flessibilità all’avanzamento della produzione.
Ognuno di questi software è supportato da architetture di calcolo specificatamente progettate e realizzate dal reparto stesso col contributo di prestigiosi partner.
In pista, i Sistemi Informativi finalizzano insieme alla squadra il lavoro svolto a Maranello.
Computer e sistemi di comunicazione sono operativi 24 ore su 24 anche per tutti i week-end di gara, con un flusso informativo che raggiunge anche Maranello, ove gli ingegneri seguono la situazione in tempo reale e possono interagire con tutte le attività in pista.
Per scoprire tutti i segreti di questo mondo affascinante ed allo stesso tempo segreto abbiamo incontrato l’Ing. PierGiorgio Grossi Responsabile dei Sistemi Informativi del Reparto Corse della Ferrari, a cui abbiamo posto alcune domande:
Quali sono le attività svolte dal gruppo Sistemi Informativi del Reparto Corse della Ferrari?
Come sistemi informativi copriamo tutte le fasi di sviluppo a partire dall’ideazione, la fase in cui si definiscono le specifiche della macchina:
· come sarà la macchina?;
· quali modifiche apportare se cambia il regolamento?
Poi c’è la fase di progettazione in cui forniamo ausilio a tutti i progettisti per progettare/disegnare la nuova macchina, poi la fase di realizzazione cioè diamo supporto a chi realizzerà la macchina, che è una delle grandi sfide, infatti la macchina viene realizzata in circa 17 mesi a partire dall’idea (maggio primi meeting) fino alla ultima gara in pista, i tempi sono ridotti ed i rischi elevati.
Noi la facciamo, la facciamo correre e la evolviamo continuamente il ciclo di vita è molto diverso e soprattutto molto più rapido di quello delle auto normali.
Fare la macchina vuol dire rispettare gli standard di qualità, essere pronti per i test e poi per la gara che è il culmine, una delle fortune che ci fornisce quest’azienda è la chiarezza degli obiettivi, ovvero vincere il mondiale e primeggiare sempre.
Dal punto di vista strategico è fondamentale anche per noi dei sistemi informativi, infatti essendo noi un gruppo che fa tecnologia ai limiti della R&D corriamo il rischio di andare alla deriva inseguendo chimere e cadere nel techinicismo estremo, quindi avere un obiettivo chiaro ci aiuta a tenere i piedi a terra ed a chiederci se realmente quell’innovazione si riflette sul risultato della prossima gara dando un decimo di secondo in più a giro.
La domanda a cui cerchiamo di rispondere è ci dà performance, ci dà affidabilità?
Oltre a fornite supporto allo sviluppo completo della macchina, il software permette di migliorare le prestazioni della macchina, come siete strutturati, qual è la Vs. organizzazione?
Come gruppo di SI della Gestione Sportiva lavoriamo su software non a bordo macchina che è sviluppato dai ns. partner e dal nostro ente elettronico, in realtà la collaborazione con il nostro ente elettronico è continua e ci sono progetti congiunti anche per il lavoro a bordo macchina.
Noi attualmente ci occupiamo di tutto ciò che è a terra, quindi se c’è un cavo o una radio che collega la macchina alla terra noi siamo aldilà di quel cavo e quindi le nostre attività sono setup della macchina, analisi, ottimizzazione gestione degli allarmi, gestione dei problemi della vettura tutto quello che si può fare per anticipare i problemi in termini di performance, reliability etc…
Il gruppo dei sistemi informativi è molto corposo, ci occupiamo solo della Gestione Sportiva, in primis F1 e poi diamo supporto anche per altre gare minori,il reparto è organizzato per aree di competenza:
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Gruppo dei SI tecnici, CAD/CAM, simulazioni e quindi dà supporto alla progettazione che è il core business;
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Gruppo di pista, è l’insieme di sistemisti che vanno in giro per il mondo a dare supporto per le gare di F1 e test, per allestire la telemetria, risolvere i problemi sono la ns. interfaccia con il mondo delle corse. È un gruppo estremamente specializzato con grande competenza tecnica che permette di intervenire nel caso di guasti all’HW ma anche competenza di software in quanto sono la ns. interfaccia relativamente all’ultimo algoritmo implementato x migliorare l’ottimizzazione , sono le ns.orecchie, le ns. mani, la ns. testa ;Non è il gruppo più numeroso è sicuramente tra quelli più importante, ed è quello più specifico, infatti gli altri SI difficilmente hanno un gruppo di pista;
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Gruppo di sviluppo software che lavora in sede e gruppo sicurezza e poi le attività di staff;
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Gruppo Operations, quindi tutte le infrastrutture , posta , rete, i database tutto ciò che serve all’azienda ogni giorno per lavorare, all’interno di questo gruppo c’è anche il supercalcolo facciamo grande utilizzo di super computer e calcolatori paralleli, abbiamo una fortissima competenza in quest’area;
Utilizzate il Grid computing?
Non è proprio grid , ma la tecnologia adoperata è parallela fortemente parallela.
Uno dei nostri fiori all’occhiello è il nostro nuovo Data Center inaugurato a settembre e realizzato in partnership con alcuni dei maggiori Vendor (AMD, etc, ) che ci permette di ospitare uno dei più grossi cluster di super computer nel mondo privato, chiaramente i numeri sono segreti, così quelli dei ns. competitor, ma dalle informazioni in nostro possesso possiamo dire che è senz’altro tra i più grandi se non il più grande.
Il data center della Scuderia Ferrari Marlboro, il team dedicato alla Formula Uno, è un esempio concreto e di successo nella realizzazione di un progetto HPC (High Performance Computing), un settore in costante crescita, che indirizza vari segmenti di mercato – dalla bioscienza all’analisi di processo, dalla progettazione meccanica ad applicazioni economiche/finanziarie – e richiede elevati livelli di prestazioni, stabilità, affidabilità.
Il ns datacenter è stato premiato come la soluzione più innovativa al super computing conference realizzata insieme con i ns. partner, anche qui la scelta è stata quella di gestire tutto in prima persona. Svariate centinaia di processori che integrati diventano un imponente supercomputer – basato su processore AMD Opteron con Direct Connect Architecture – per le simulazioni di calcolo della dinamica dei fluidi utilizzando il software e i servizi di Fluent, leader nel settore CFD (Computationl Fluid Dynamycs). L’infrastruttura fisica è invece costituita da InfraStruXure di APC, con raffreddamento integrato, che fornisce alimentazione, raffreddamento, gestione e servizi in un design ottimizzato per rack e scalabile in termini di capacità dei server, ideale per implementazioni ad elevata densità.
A cosa serve la potenza di calcolo?
Il super calcolo viene utilizzato in due aree:fluidodinamica esterna quindi sostanzialmente aerodinamica e l’altra fluidodinamica interna cioè quella del motore.
In F1 si dice che c’è una relazione quasi lineare tra le ore di galleria del vento e le performance in pista e quindi chiaramente poter aumentare la potenza di calcolo ci permette di poter ingrandire la galleria del vento virtualmente e questo è uno dei vantaggi che ci dà l’ICT;riuscire a mettere come calcolo quello che non si riesce a fare in galleria.
Ci vorrebbero quindi più gallerie, c’è qualche società che sta seguendo questa strada, ciò però snatura questo sport, perciò la Ferrari sta in prima linea nel definire dei regolamenti tecnici che permettano anche il controllo dei costi.Questo lo abbiamo fatto anche quando a noi conveniva mantenere lo status quo in quanto avevamo un vantaggio competitivo.
Limitare gli step evolutivi durante l’anno ti aiuta, perché se vuoi vincere e noi siamo in F1 per vincere devi adeguarti alla concorrenza, ma ciò per noi è difficile perché siamo un costruttore di 5000 macchine che si confronta con dei veri big dell’automotive quali Toyota, Mercedes, Renault.
Se quindi si insegue questa strada non è più uno sport ma solo uno sfoggio di potenza economica e non potremmo più stargli dietro.
Fortunatamente la federazione ha capito che ciò avrebbe portato alla morte di questo sport e quindi ha lavorato con le squadre per creare un regolamento che ponesse dei limiti, a questo punto tocca agli ingegneri di trovare il limite e dare il vantaggio competitivo.
Regolamento all’estremo, ciò incide anche sui sistemi informativi , e la macchina così come il software evolve gran premio per gran premio ed anche di molto.
Due linee che vanno in parallelo, sostegno per i gran premi che sono in corso ma contemporaneamente sviluppo della nuova macchina visto che si parte circa 16 mesi prima , come siete organizzati?
Due gruppi di lavoro diversi, l’azienda è strutturata per far fronte a tali esigenze, siamo in grado di gestire i picchi di lavoro, come ad esempi durante i test, poi le gare, poi lo sviluppo con la progettazione che la fa da leone, quindi c’è sempre una parte dell’azienda in pieno ed un’altra no con dei ritmi più normali sempre in relazione ad un contesto estremamente flessibile dinamico.
Uno dei grossi problemi dei SI che è un servizio è che non c’è mai un periodo di fermo dobbiamo essere presenti sempre, siamo trasversali, noi viviamo il paradosso di dover fare R&D ma allo stesso tempo garantire il servizio con la continuità di una banca, dove un minuto di galleria , di supercalcolo perso può voler dire perdere un centesimo al giro in corsa e ciò può far perdere il mondiale, installare la nuova patch ai server piuttosto che no può far la differenza.
Vista la particolarità del vs. lavoro la metodologia di gestione del software agile aiuta e se si quanto aiuta?
Noi stiamo cercando di utilizzare questa metodologia perché crediamo che qui ci sia una delle due condizioni abilitanti e cioè, la disperazione è non è nel nostro caso, ma è molto sviluppata nell’IT con tutti i problemi che ben conosciamo ritardi negli sviluppi, bugs etc…
L’altra è il contesto , noi operiamo in un contesto dinamico al 100% velocità, dinamicità, grandi cambiamenti, quando cambia un regolamento cambia la vita,.
La grande peculiarità della Ferrari è che molto chiaro l’obiettivo cioè vincere e se per fare ciò è necessario stravolgere tutto bene lo si fa e quindi come SI dobbiamo essere pronti a cambiare velocemente ed ad adeguare le ns. strategie.Il ciclo di vita del software classico non può essere rispettato in questo caso, i tempi di rilascio sono molto stretti perché dettati dal ritmo delle gare, ci siamo trovati quindi naturalmente in mondo agile e quindi abbiamo deciso di intraprendere la strada dell’agility.
Abbiamo approcciato quest’idea che sostanzialmente altro non è che una filosofia di lavoro, inverte il punto di vista, cambia il regolamento, muore un collega e devi essere in grado di adattarti.
Io devo fare software che in primis deve essere pronto ad essere cambiato visto che il mondo cambia, scrivere software perché possa cambiare velocemente, a questo punto il cambiamento diventa la mia forza più cambia più posso migliorarlo perché sia facilmente modificabile.
La grande sfida delle metodologie agili consiste nel rendere il cambiamento un’opportunità!
Questa metodologia è applicata a tutto il reparto o solo in maniera sperimentale a solo qualche settore?
Stiamo lavorando ormai pesantemente nel gruppo di sviluppo da due anni e mezzo su questa metodologia, una delle cose belle è che non dice si fa cosi in modo categorico ma piuttosto delinea un percorso che è di continua evoluzione il softwarista si allontana dal tecnicismo estremo e non si preoccupa più di cosa fa ma anche di come lo fa!
Come posso dar valore non solo con la tecnica ma anche rendendo il processo flessibile dinamico, rendendo il software capibile anche a qualcuno che arriva dopo di me senza impazzire (Pair programming).
XP prevede un insieme di pratiche , alcune di questa sono molto semplici se vogliamo anche di buon senso ed è possibile utilizzare solo alcune di queste, in Ferrari quali utilizzate.?
Sicuramente uno delle cose che ci ha dato più valore è tra quelle presenti nel DNA della Ferrari e che ci ricorda sempre il Presidente, tutte le pratiche ed i principi che ci hanno dato più valore sono quelli legati al Team al lavoro di squadra, per fortuna lavoriamo in un azienda in cui il team è un asset importante, è la sua forza .
Ad esempio una delle cose che facciamo è lo stand up meeting che facciamo tutte le mattine , tutte le mattine il gruppo di sviluppo si vede alle nove e fa trenta minuti rispondendo alle tre domande canoniche:
1. che cosa è successo ieri che non mi ha permesso di fare quello che volevo fare?
2. cosa farò oggi?
3. di chi avrò bisogno oggi?
Ciò ci permette di avere una schedulazione così rapida ma così precisa ed una condivisione che ci permette di evitare di perdere di vista l’obiettivo finale, noi ogni giorno sappiamo dove siamo e deliveriamo valore aggiunto il più velocemente possibile.
Team di sviluppo di più di 10 persone, comunicazione efficace, sfruttare il know how di tutti e qualunque cosa è comune a tutti, lo sharing della conoscenza è un valore inestimabile.
Non tanto perché siamo intercambiabili infatti una delle critiche a queste metodologie è quella che afferma che poi si perde la padronanza della materia, invece è proprio il contrario è difficilissimo trovare persone che siano in grado di fare più lavori, di poter lavorare su più progetti contemporaneamente, di poter scrivere codice così facilmente modificabile, è ancora più difficile che trovare uno specialista.
Ad esempio un softwarista che lavora x Baldisserri per la strategia di gara sarebbe facilmente sostituibile se fosse solo uno con competenze tecniche perché farei un passaggio di conoscenza, una persona che invece ha una competenza così vasta del mondo dell’utente del business, che ha doti di comunicazione, dote non comune per un softwarista, è un valore inestimabile.
Le metodologie agili non sono sinonimo di caos, di facciamo ognuno ciò che vuole, non è così, le metodologie agili invece sono caratterizzate da una disciplina fortissima proprio perché ci sono dei valori alla base di questa metodologia che non possono essere ignorati, pochi ma molto disciplinati.La metafora che si usa è quella del grande pianista che sa improvvisare come un dio è colui che passa intere giornate a fare delle scale, quindi competenza estrema che ti permette di andare oltre.
Persone molto disciplinate, molto preparate che danno più valori al team così si crea il team agile.Bisogna porre attenzione ai valori della condivisione e della semplicità che portano a poter affrontare le situazioni non note che sono il ns pane quotidiano.Scelgo sempre una soluzione semplice da leggere, capibile da tutti per noi questa è sempre la migliore soluzione piuttosto che cercare chissà cosa.
È un svolta epocale nella gestione del software che è sempre stata caratterizzata da un approccio strutturato, con la gestione dei cicli di vita con la redazione delle specifiche e dei requisiti?
Ciò ci permette di realizzare software in un contesto dinamico come quello della F1, ma ciò non toglie che anche noi facciamo una raccolta requisiti puntuale, la differenza consiste nel fatto che non viene fatta e poi rivista dopo un anno ma bensì è un continuum, aggiorniamo le nuove richieste e verifichiamo se ci sono novità, dammi d elle priorità e io ti rispondo cosa posso fare per lunedì.
Quei tre requisiti con quelle priorità e solo quelli, chiarezza dell’obiettivo fianle.
Dal punto di vista del rapporto con il fornitore , seguite la pratica di creare dei team con la presenza dei fornitori?
Direi che la ns.visione del fornitore è quella di un partner, facendo R&D abbiamo dei budget limitati rispetto ad esempio a Mercedes e quindi possiamo evolvere solo se il ns partner scommette con noi ed al ns fianco. Non possiamo comprare grandi soluzioni chiavi in mano.
Nello sviluppo software in particolare ci sono dei team integrati con presenza di fornitori?
Abbiamo delle persone con noi, ma non chiediamo loro l’applicazione di una metodologia particolare, per motivi anche di riservatezza.
Questo è uno dei motivi per il quale facciamo tanto software perché la F1 è un business particolare non ci sono pacchetti che puoi comprare pronti x l’uso ad es . x la strategia di gara e poi nel caso di partnership dovresti svelare dei segreti che non vuoi raccontare, per questo ci troviamo a sviluppare tanto software
Quindi la vs. funzione è molto critica?
Sarebbe facile dirlo per me che ci lavoro dentro, però diciamo che l’azienda qualche anno fa ha dato una svolta perché prima i SI erano un’unità ridotta in quanto c’era molto outsourcing, l’azienda ha capito poi che qui c’era performance, c’era affidabilità e quindi ha preso me e Calabrese e ha detto signori dateci performance e rielabiltiy , acquisiamo tecnologia e prendiamo in mano la palla.Tutto ciò perché si è capito che c’era del valore.
Pratiche di buon senso sviluppate in ambito software ma si parla anche di agile management, nel PM, viene applicato qui da voi?
Attualmente è limitato dal punto di vista dell’applicazione reale solo al mondo del software, ma sta pervadendo il reparto e gli altri reparti.
Sicuramente qui c’è un terreno fertile in quanto parte delle pratiche fanno parte del dna di quest’azienda, il contesto dinamico, noi rilasciamo una macchina in due settimane dimostra che abbiamo quel modo di lavorare lì!
Noi ogni domenica corriamo e quindi abbiamo dovuto fare delle scelte ed una di queste è l’agility.
Il sapersi adattare ad un contesto dinamico ed in continua evoluzione come quello della F1 è sicuramente un fattore critico di successo, ma alla stesso tempo credo che correre con la pressione di dover raggiungere sempre il miglior risultato credo sia molto complesso? Quali sono quindi i problemi che possono emergere?
Uno dei punti critici è la stabilità, in quanto il ns.utente, dalla mail al software ci chiede sempre continue evoluzioni, ma allo stesso tempo pretende sicurezza e affidabilità, , pretende qualcosa che funziona sempre in qualunque condizione ed in qualunque posto.
Il paradosso è tale che l’utente ti spinge a progredire ma è più contento se le cose non evolvono troppo rapidamente.L’altro punto critico è la pianificazione, in una situazione come la nostra dove realizziamo circa 100 progetti in parallelo non sempre riusciamo a dare all’utente la visibilità di dove stiamo andando.L’utente vuole sapere quando riesci a fare lo sviluppo, ciò va in controtendenza con l’agilità che sposando la flessibità riduce i termini di pianificazione.Anche se sappiamo che i requisiti cambiano velocemente l’utente ha bisogno di un minimo di visibilità.
Stiamo lavorando per raggiungere tale obiettivo.
Come gruppo IT oltre a soddisfare i requisiti degli utenti, avete anche capacità propositiva?
Il ruolo dei SI nelle aziende è un ruolo importante e pervade sempre di più il business, siamo ad un livello di maturazione discreto, per cui i metodi agili si basano su una grande comunicazione “ customer on site” vogliamo essere al fianco degli utenti e quindi c’è una grande partecipazione al business, chiaramente non siamo esperti delle tecnologie dei materiali ad esempio, ma lavorando fianco a fianco con loro possiamo aiutarli a raggiungere i loro obiettivi ed a migliorare le performance.
L’informatica ultimamente si sta perdendo con troppa tecnologia , troppa potenza di calcolo, i software fanno dieci volte di più di quello che serve.Ci vuole semplicità., non facciamo cose che l’utente non utilizzerà mai.
Un progetto importante è il timing in tempo reale , cioè vedere le prestazioni in tempo reale delle macchine in pista., se la modifica è utile ed ha un vantaggio si fa.
Dal tuo punto di vista privilegiato quale pensi sia il futuro dell’IT?
In F1 la direzione intrapresa è quello di contenere i costi , l’IT aiuta perché possiamo mettere a disposizione degli ingegneri soluzioni abilitanti in termini di potenza di calcolo, meno costi e risultati buoni.
La Formula 1 tornerà ad essere uno sport.
Credo che debbano convivere queste due anime dell’It uno è il concetto di customer satisfaction e l’altro è il senso di utilità. Siamo destinati ad essere partner nell’evoluzione del business , nel momento in cui si scriveranno le specifiche della nuova macchina noi dovremo essere lì e probabilmente ciò che si potrà fare verrà determinato dall’evoluzione dell’IT.
I software devono essere semplici e devono essere un servizio .
L’IT deve essere un servizio, come l’acqua tu apri il rubinetto ed esce. Te ne accorgi solo quando non esce più. Noi vogliamo essere un servizio, noi vogliamo fare in modo che l’utente possa lavorare sempre in continuità
Questa è la grande sfida, rispondere ai requisiti velocemente e continuamente pur mantenendo la robustezza e la continuità dei sistemi, ciò viene richiesto anche ai ns. partner.
A cura di Antonio Savarese
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